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ELEMENTI DI LINGUISTICA ITALIANA

(Ilaria Bonomi, Andrea Masini, Silvia Morgana, Mario Piotto)


CAPITOLO 1 --- LITALIANO CONTEMPORANEO E LE SUE VARIET
Litaliano e la variazione linguistica
Come tutte le lingue storico-naturali, anche litaliano si presenta in forme diverse in base a luso che se ne fa
(se si sta scrivendo un romanzo, un saggio, un manuale medico, etc): il codice, ossia la lingua italiana, sempre
lo stesso, ma la sua attuazione varia nello stile, nella costruzione dei costrutti, nella pronuncia, etc.
Litaliano standard il punto di riferimento, ma solo una delle possibilit espressive degli italiani.
Parametri di variazione: diamesia, diastratia, diafasia, diacronia, diatopia (vedi La linguistica, un corso
introduttivo)
Lingua, dialetti, italiani regionali
I dialetti, al pari di una lingua, hanno una loro lessico e una loro grammatica e si prestano a essere usati in
ambito letterario. Ma sono solitamente circoscritti a unarea, sono meno raffinati e non contengono (spesso)
termini scientifici o intellettuali. Pu avvenire per unevoluzione di un dialetto: come nel caso del fiorentino
antico, che ha acquisito prestigio e diventato lingua nazionale dellItalia.
Luso dei dialetti oggi in declino: la lingua comune si sta espandendo tramite mass media, televisione, etc
Ma il dialetto trova una nuova collocazione con unimmagine diversa e rinnovata: le parlate locali, ora che la
lingua italiana si formata, non vista come sintomo di ignoranza. Si deve per distinguere in:
_ dialetti italianizzati, risultato dellinflusso dellitaliano sulle parlate locali, con la conseguente creazione di
parole dialettali nuove basate su parole italiane (es: televisione > televisiuni in siciliano)
_ italiani regionali, variet di italiano che mostra marcate caratteristiche di unarea geografica/regionale; si
tenga comunque presente che i confini regionali non coincidono sempre con quelli linguistici. Avviene una
reazione di sostrato: una lingua si afferma in unarea subisce linfluenza della lingua precedente (il dialetto).
Litaliano parlato
La variet del parlato che mostra oggi la maggior capacit espansiva loralit. I suoi tratti principali sono:
linearit e immediatezza del messaggio, evanescenza del messaggio (effimero), uso dei tratti prosodici e di
quelli paralinguistici, interazione e compresenza dei due interlocutori nello stesso spazio.
Nelloralit le frasi stesse vengono costruite in modalit diverse rispetto allo scritto. Sono ricorrenti:
_ la dislocazione a sinistra (vedi La linguistica, un corso introduttivo)
_ costrutti pi diretti e nuovi del parlato moderno, come luso di lui/lei/loro invece che egli/ella/essi
_ luso abbondante di connettivi testuali e intercalari (e, ma, cio, etc)
Il lessico in realt non differisce tra orale e scritto: diversa la selezione della parole, che nelloralit sono
pi immediate e ricercano espressivit, mentre lo scritto predilige vocaboli pi letterari e/o curati.
La radio e la televisione veicolano una nuova forma di oralit, che spesso a senso unico: nelle
trasmissioni il fruitore non pu interagire e passivo; se c intervento telefonico, chi conduce il programma
a decidere quando e come tenere la conversazione. Il linguaggio radiotelevisivo ha caratteristiche particolari:
tende a una struttura semplice, diretta, immediata, paratattica, nominale, e evita le pronunce regionali.
Il web un altro canale soggetto a evanescenza, ma fulcro di molti processi comunicativi.

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Litaliano popolare
Nonostante la larghissima diffusione dellitaliano standard, non tutti ne hanno ancora padronanza: nella
scrittura, molte sono le incertezze per luso di maiuscole, doppie, h, q, etc. Si introduce a questo punto la
nozione di italiano popolare, quello dialettale, che alcuni disdegnavano come lingua degli incolti, altri come
pura e semplice digressione dalla lingua comune.
Il gergo
Ancor pi lontano dallo standard il gergo: unetichetta che accomuna alcuni gruppi di persone ai margini
della societ, che ne fanno uso per promuovere il loro senso di appartenenza al gruppo. C la rivendicazione di
appartenere a unumanit diversa e alternativa, che si contrappone alla realt ufficiale.
Ci sono gerghi storici, ma anche gerghi transitori, che nascono in ambienti come carceri, collegi, caserme.
Al giorno doggi si pu parlare anche di slang, e la diffusione avviene anche e soprattutto a livello giovanile.
Litaliano burocratico
Una variet dellitaliano odierno quella della burocrazia degli uffici pubblici: tratti formali, nobilitazione
espressiva, riprese dalla lingua giuridica, uso di parole dal sapore antico. Ma ci sono differenze non solo a
livello lessicale, ma anche sintattico, che presenta inversioni come: Cognome Nome, euro venti, anni sette, etc
Questo per attribuisce alla lingua burocratica un grado di complessit che andrebbe semplificato.
Le lingue speciali
Sono lingue settoriali, ossia legate a un preciso ambiente tecnico-professionale. Si introduce lidea di
sottocodice: una variet della lingua correlata allargomento/alla disciplina di cui si tratta.
Le lingue speciali hanno differenze soprattutto in campo diafasico e diastatico.
Il lessico dei sottocodici ha caratteristiche sue tipiche:
_ monosemia, ossia una parola esprime un concetto completamente diverso se usata in due ambienti diversi
(paralisi in medicina sta per perdita della sensibilit mentre in economia la paralisi dei commerci)
_ riluttanza alla sinonimia, infatti essa pu attentare alla precisione, che essenziale
_ ricorso alle lingue straniere, dato che la comunicazione scientifica (per es.) avviene ormai in inglese (da
cui derivano molte parole nuove come web, network, etc)
_ ricorso al latino, a cui si ricorre in medicina, biologia e giurisprudenza
_ uso di sigle, il cui senso conosciuto da tutti (non vale lo stesso per il significato)
La testualit stessa diversa: si usa molto spesso il presente, si ripete pi volte la stessa parola per
specificarla ogni volta, si utilizzano volentieri forme impersonali e il passivo.
Litaliano standard
dotato di stabilit: il suo lessico flessibile, ma grammaticalmente resta pi o meno immutato. In realt
pochi sanno davvero parlarlo senza una qualche inflessione (es: regionale), ma nella scrittura ben consolidato.
Linee di tendenza
Litaliano odierno dinamico: non si usano pi i pronomi esso/essa, i codesto/codesta, le preposizioni
articolate pel/pei collo/coi, le forme di ed/od/ad sono limitate, etc
In ogni caso, litaliano si sta s rimodernando, ma non ancora tanto da costituire un nuovo modello.

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CAPITOLO 2 --- LE STRUTTURE DELLITALIANO


Per tutto il capitolo 2, vedi La linguistica, un corso introduttivo
Fonologia e grafia
La fonetica studia i suoni (o fni): sono le minime entit fonico-acustiche della lingua (es. francesi, italiani e
spagnoli pronunciano in modo diverso la r. Si tratta per di modalit diverse, quindi di fni diversi).
La fonologia studia i fonemi: sono le minime entit linguistiche non dotate di significato in s, ma che
distinguono due parole differenti (es. cane/pane hanno liniziale che le distingue, ma anche btte/botte).
Esistono in ogni lingua vocali e consonanti:
_ le vocali sono 7 in posizione tonica (accentata): casa, sette cena (a/c), lite, voglia - come (a/c), lupo
_ le consonanti si dividono considerando tre elementi:
_ modo di articolazione, in base a come laria esce dalla bocca e/o dal naso. Tipi:
1> occlusive (c, b, t) 2> continue (l, r, s, f, n) 3> affricate (ts di zio, t di cena)
_ luogo di articolazione, in base a come sta la lingua rispetto a labbra e denti. Tipi:
1> bilabiali (p, b) 2> labiodentale (v) 3> dentali (t, d) 4> alveolari (l) 5> velari (k, g) 6> palatali ( )
_ opposizione sordit/sonorit, in base al fatto che le corde vocali vibrino o meno
Morfologia e morfosintassi
La morfologia il settore relativo alla forma delle parole. Accanto a essa, c il settore della morfosintassi:
si occupa delle relazioni tra la forma e la funzione delle parole. La morfologia si divide in:
_ morfologia flessionale, studia e descrive la flessione delle parole, cio come si modificano quando si passa
da singolare a plurale, quando si coniuga un verbo, etc
_ morfologia derivativa, studia i meccanismi alla base della derivazioni di parole da termini base, per
esempio da casa si ha casetta, casupola, etc tenendo conto di suffissi e prefissi vari.
Le categorie fondamentali del sistema morfologico italiano sono le parti del discorso. Ce ne sono nove:
Nome nomi propri (Paolo), nomi comuni (uomo), nomi collettivi (mandria), nomi concreti (sedia) e
astratti (anima), nomi numerabili (casa/case) e non numerabili (acqua, legno).
Articolo determinativo, designa la classe (il, lo, i, gli); indeterminativo, designa il membro di una classe
(un, uno, alcuni); partitivo, designa una quantit indeterminata (del, dello, dei, degli).
Aggettivo ha funzione in base al nome a cui attribuito. Due tipi:
_ Qualificativi, con funzione: attributiva, se si collega al nome (un ragazzo allegro); predicativa, se si
collega al verbo (quel ragazzo allegro); avverbiale, se usato al posto di un avverbio (gli piace guidare veloce)
_ Determinativi, come: i possessivi (il mio cane), dimostrativi (questo cane), indefiniti (alcuni cani),
interrogativi (quale cane?), esclamativi (che cane!), numerali ordinali (due cani)
Pronome letteralmente, la parola che sta al posto del nome. Tipi: personale (loro sono parenti),
possessivo (prendi il tuo), dimostrativo (quello non va), indefinito (alcuni sbagliano), interrogativo (chi
arrivato?) relativo (la casa che ho piccola).
Congiunzioni congiungono fra loro gli elementi della frase e le proposizione di un periodo
Preposizioni possono introdurre delle proposizioni, ma solo le subordinate implicite, cio quelle
costruite con linfinito (mi preparo per uscire, vado a prendere il latte)

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Verbo pu indicare unazione svolta dal soggetto (Paolo esce), uno stato del soggetto (lanima esiste),
una relazione tra soggetto e nome del predicato (la luna pallida).
Categorie generali: verbi transitivi (con c. oggetto), intransitivi (senza c. oggetto), ausiliari (essere, avere).
Categorie che ne determinano le forme: modo, tempo, persona, ditesi, aspetto.
Funzioni: verbi predicativi, quando il soggetto compie unazione o il soggetto in uno stato; verbi
copulativi, quando il soggetto viene legato dal verbo essere (o simili) a un altro nome o aggettivo.
Avverbi pu aggiungere significato o modificare il verbo, laggettivo o la frase intera. Ha forme diverse:
pu essere semplice e autonomo (dopo, subito, bene, etc) o essere costruito con il mente finale.
Interiezioni hanno funzione espressiva e sono caratteristiche della lingua parlata (ehi, ehm, ah, etc)
Sintassi della frase e del periodo
Punteggiatura
Ordine delle parole (o topologia) e sintassi marcata
Lessico
Termini fondamentali:
_ lessico, insieme delle parole di una lingua

_ lemmario, insieme dei lemmi di un dizionario

_ vocabolario, insieme delle parole di una lingua

_ dizionario, opera che raccoglie il lessico

_ lessicologia, disciplina che studia il lessico

_ lessicografia, tecnica di composizione dei dizionari

_ parola, vocabolo in senso generale

_ termine, parola di un linguaggio settoriale, univoca

_ lessema, unit di base del lessico

_ lemma, unit lessicale registrata nel dizionario

_ semantica, settore del lessico relativo al significato

Il lessico fondamentale di una lingua costituito dalle voci pi frequenti, di cui comune, che possono
garantire una comunicazione primaria allinterno della societ (in quella italiana le voci sono 7.000).
CAPITOLO 3 --- ELEMENTI DI TESTUALIT
Testo e tipologie testuali
Werlich distingue cinque fondamentali tipi di testi:
_ narrativo, che registra unazione o un processo nello svolgersi del tempo. Si pu parlare di fabula (cio
lordine naturale degli eventi nella loro successione temporale e causale) che coincide con lintreccio/la trama.
Il narratore pu interrompere il flusso lineare con luso di analessi (flashback) o prolessi (anticipazioni)
_ descrittivo, che rappresenta persone, oggetti, ambienti in una dimensione spaziale
_ espositivo, che finalizzato alla trasmissione di concetti e conoscenze attraverso analisi e sintesi
_ regolativo, che ha lo scopo di indicare regole e dare istruzioni
_ argomentativo, che ha lo scopo di persuadere di qualcosa il destinatario
Unaltra proposta tipologica stata avanzata pi recentemente da Sabatini, che propone un modello si
fonda sul principio di rigidit/elasticit del vincolo interpretativo. Indica tre gruppi:
_ testi per i quali il vincolo interpretativo posto dallemittente al destinatario massimo (es. testi di legge)
_ testi per i quali lemittente tempere la necessit di uninterpretazione aderente alla propria, poich intende
far raggiungere per gradi al destinatario uno stadio di conoscenze o posizioni diverso da quello di partenza
_ testi dove, da parte dellemittente, non c una rigida volont interpretativa (si lascia libert al destinatario)

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I requisiti del testo


Chi produce un testo vuol comunicare qualcosa. Si deve garantire lappropriatezza comunicativa con:
_ coesione, primo livello nel collegamento grammaticale di tutte le parti del testo (unit superficiale)
_ coerenza, collegamento logico di tutti i contenuti del tempo (unit concettuale). La coerenza deve essere:
tematica (attorno al tema si snodano tutte altre informazioni, che compongono il rema), logica, semantica
_ principi pragmatici, quali:

_ intenzionalit, le intenzioni comunicative devono essere chiare


_ accettabilit, la capacit di intendere il testo da parte del destinatario
_ informativit, il grado di informazione veicolata dal testo
_ situazionalit, dipendenza del testo dalla situazione in cui prodotto
_ intertestualit, rapporto tra un testo e altri testi simili gi prodotti

La lingua e il contesto extralinguistico


Un testo non pu essere definito trascurando le sue relazioni extralinguistiche, la sua contestualizzazione, la
sua dimensione pragmatica. Loggetto della linguistica pragmatica, in particolare, luso del linguaggio
allinterno di una data situazione comunicativa, e lidea che chi comunica compie degli atti linguistici.
Grice, un filosofo, stil una teoria pragmatica: la conversazione si dovrebbe svolgere rispettando delle
regole, che nella realt non vengono mai davvero rispettate. Si tratta di quattro massime:
_ quantit dellinformazione da fornire (n pi n meno del necessario)
_ qualit che riguarda il contenuto (deve essere vero)
_ relazione che richiede di essere pertinenti
_ modo che richiede di evitare ambiguit, dilungazioni e disordine nellesposizione
Deissi aspetto della lingua che viene chiarito proprio nella dimensione pragmatica. Essa un fenomeno
per cui alcuni elementi linguistici mettono in relazione lenunciato con la situazione in cui prodotto. Si
distingue in: _ deissi personale, si riferisce a quelli che partecipano alla comunicazione e se ne indica il ruolo
_ deissi sociale, si realizza per mezzo dei pronomi allocutivi (usati per rivolgere la parola a qlc)
_ deissi spaziale, si indica la collocazione nello spazio di chi partecipa alla comunicazione
_ deissi temporale, si indica la collazione nel tempo
CAPITOLO 4 --- PROFILO DI STORIA LINGUISTICA ITALIANA
Premessa
In questo capitolo si affronta la variazione della lingua italiana dal punto di vista diacronico (del tempo).
Si usa una periodizzazione cos divisa:
_ dalla frammentazione linguistica medievale al primato del fiorentino letterario sugli altri dialetti (dalla
prima documentazione di testi in volgare alla fine del Trecento)
_ unificazione, norma ed espansione dellitaliano (dalla fine del Trecento allunificazione politica)
_ da lingua della letteratura a lingua di uso nazionale (dallUnit allet contemporanea)
Questa storia linguistica si pu cos riassumere: litaliano si formato sulla base di un volgare locale, il
fiorentino, che ha acquistato un grande prestigio letterario grazie allopera di alcuni scrittori (le tre corone:
Dante, Petrarca, Boccaccio); si imposto nel Trecento su tradizioni linguistiche e culturali di altre aree; stato
codificato grammaticalmente nel Cinquecento, diventando lingua letteraria comune anche senza unit politica.

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Circostanze storiche hanno portato al primato del fiorentino sugli altri volgari:
_ circostanze esterne, la supremazia politica, economia, letteraria di Firenze sulle altre citt toscane
_ circostanze interne, la maggiore vicinanze del fiorentino al latino rispetto alle altre parlate
Litaliano caratterizzato dalla letterariet, ma lungo cammini differenti: la poesia si era gi unificata alla
fine del Trecento, mentre la lingua della prosa si svilupp lentamente, perch doveva assolvere funzioni
diversissime che richiedevano una pluralit di registri. Inoltre, si tenga conto che litaliano era sempre stata una
lingua prevalentemente scritta, mentre tutta la popolazione comunicava invece con i vari dialetti regionali.
Dalla frammentazione linguistica medievale al primato del fiorentino letterario
Le prime attestazioni scritte dei volgari parlati si aggirano attorno al IX-X secolo, per i testi scritti con
finalit pratiche, mentre bisogna aspettare la fine del XII secolo per quelli con intenzioni letterarie.
Chi cominci a scrivere in volgare? Notai, mercanti, religiosi: persone che svolgevano una funzione
mediatica per chi letterato non era. Lesigenza di comunicare (leggi, decreti) si allarg poi a tutti i settori.
La lingua poetica in volgare avvi la propria tradizione con la nascita della scuola siciliana, che sperimenta
limpiego del volgare sulle orme della poesia provenzale, ponendo le basi per una successiva tradizione lirica.
Agli inizi del XIII secolo ci sono i primi documenti poetici della letteratura giullaresca, mentre attorno al 1220
inizia la poesia religiosa, con il Laudes creaturarum di San Francesco, che avvia la tradizione delle laudi.
Lungo il Duecento si apr tutta la tradizione della poesia didattico-moraleggiante.
Torniamo alla scuola siciliana: essa usa un volgare nobilitato attraverso il latino e il provenzale (diffusi i
gallicismi), usando temi, immagini e repertorio della poetica trobadorica. I copisti toscani ricopiavano i testi dei
siciliani dandovi per una patina toscaneggiante, modificandoli nel lessico (parte una tradizione di poeti Siculotoscani e Toscano-siculi). Dante ammira i siciliani, che impiegano una lingua lontana dal volgare locale, di
gusto prestilnovista. Nello Stilnovo i poeti innovarono il tema amoroso con vene intellettuali e psicologiche.
Dante nel De vulgari eloquentia riflette su tutti questi temi, ponendo come soggetto del testo lo stile
poetico (non ancora la lingua): si parla del volgare come elaborazione artistica e strumento di comunicazione
letteraria. La trattazione si volge verso la ricerca di una lingua altamente letteraria, condannando i volgari
ritenuti peggiori. Nel Convivio c un ulteriore arricchimento: il poeta lo scrive interamente in volgare e
ammette la superiorit di questultimo, che dovrebbe essere accessibile a un pi largo pubblico.
Perch il volgare arrivasse a splendere (Dante lo chiama il sole nuovo) doveva arrivare a una dignit pari
a quella del latino. Furono le tre corone a permettere tutto questo: Dante, Petrarca, Boccaccio.
Dante con la Commedia, ribattezzata Divina da Boccaccio. Di grande importanza per la storia della
lingua, la Commedia ebbe fortuna e popolarit: letta, commentata, imparata a memoria anche dai meno colti.
La Commedia scritta con un metro nuovo (la terzina), caratterizzata da ricchezza espressiva data dalla
mescolanza degli stili e dalla pluralit del lessico: i registri (alto e basso) del fiorentino vengono tutti usati.
Petrarca con il Canzoniere, dedicato a Laura. Esso determin lunificazione della lingua poetica. Il
Petrarca continu a correggere e rivedere il testo per tutta la vita, cercando di nobilitarlo sempre di pi: il
lessico infatti circoscritto a un numero di termini, che fu modello linguistico alto e selettivo per decenni.
Boccaccio con il Decameron, che fu rilevante per la lingua della prosa: inaugur la prosa narrativa, di
intrattenimento, rivolta a un pubblico ampio, non letterato. In cento novelle, in stili sempre mutevoli, con
variet espressive dalle pi basse alle pi alte, con parodie e comicit, senza mai sminuire la base fiorentina.

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Unificazione, norma ed espansione dellitaliano letterario


In et umanistica (met Trecento) lespansione del fiorentino parve rallentare: lammirazione per i classici
greci e latini faceva disprezzare il volgare, lingua inferiore. Gli umanisti volevano restaurare il latino
ciceroniano e grammaticale, con due conseguenze: rendevano il latino poco utile per gli scopi pratici, mentre il
volgare (emarginato dalla letteratura) prese a espandersi in scritti epistolari, amministrativi, burocratici, etc
Leon Battista Alberti (Quattrocento) avvia un processo di rivoluzione letteraria: lUmanesimo volgare.
Scrisse una grammatica basata sul fiorentino colto dei suoi tempi: una grammatica moderna.
Lorenzo de Medici fond un circolo letterario, dove il riscatto del volgare si basava sulla rivalutazione
della tradizione linguistica e letteraria toscofiorentina, e diviene strumento della politica medicea.
Vi furono delle teorie fiorentiniste e toscaniste: consideravano la regolarit e la bellezza della lingua
come un dato intrinseco e naturale, non come fatto dovuto allelaborazione letteraria.
La svolta avvenne col sodalizio tra Manuzio, stampatore rinascimentale, e Bembo, letterato venziano:
questultimo applic la sua esperienza di filosofo umanista alla stampa dei classici volgare e scrisse un trattate,
le Prose della volgar lingua (1525). Il friulano Fortunio scriveva Regole grammaticali della volgar lingua
nello stesso periodo: fu la prima grammatica volgare a stampa, basata sulle tre corone.
Tornando a Bembo, nelle Prose indic Petrarca come esempio per la poesia, Boccaccio per la prosa:
rifacendosi al principio ciceroniano dellimitazione, consigliava agli scrittori di rifarsi totalmente a questi due.
Le Prose dunque fornivano agli scriventi non toscani e alleditoria volgare un punto di riferimento sicuro,
tanto che esse divengono presto un manuale alfabetico. In pochi decenni, il fiorentino letterario divenne il
modello pi imitato e studiato: insomma, una lingua italiana letteraria.
Ma le Prose esaltavano un fiorentino vecchio, non moderno, inoltre sminuivano la grandezza linguistica di
Dante, messo in secondo piano per la fin troppo grande pluralit linguistica della Commedia.
Varchi scrisse nellHercolano (1570) che la lingua un fatto vivo e naturale, dallo stile ai vocabili:
poneva in primo piano la natura parlata della lingua, ma rivendicava lazione regolatrice degli scrittori.
Nacque lAccademia della Crusca (1582) proprio per tentare di ridare a Firenze il ruolo di legislatrice:
Salviati scrisse il Vocabolario degli Accademici della Crusca (I ed, 1612), dove affermava la purit della
lingua fiorentina trecentesca, importante come documento linguistico, ma parlava del valore del fiorentino
moderno, vivo e corrente, non quello plebeo ma nemmeno quello troppo elaborato. Il Vocabolario
documentava le voci degli scrittori maggiori e minori del Trecento, selezionando le voci moderne da autori che
lavevano imitato, senza per introdurre voci nuove (non documentate da testi dautore).
Tasso, escluso dal Vocabolario perch la sua Gerusalemme liberata era stata composta con una lingua
considerata troppo antitradizionale e peregrina, divenne lemblema degli oppositori alla Crusca, che cominci
a venire attaccata da chi rivendicava la lingua moderna e contemporanea. Venivano considerati
antitradizionali lo stile (uso inedito di metafore, antitesi, etc) e il lessico (non si accettavano i modernismi).
Galilei determin una nuova svolta: passato per il latino, sent la necessit di divulgare le sue scoperte anche
presso i non specialisti: us riformulazioni per spiegare termini tecnici come cannocchiale, macchie solari, etc
Spiegandosi nei suoi testi con forme lessicali nuove, che incideranno nellevoluzione dellitaliano.
Dal Cinquecento si ha una documentazione di scritture semicolte provenienti da varie regioni, prodotte da
scriventi, uomini e donne, con grado modesto di alfabetizzazione. Lalfabetismo era necessario per comunicare.

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La promozione del fiorentino al ruolo di lingua scritta fece scadere le varie parlate locali in Italia, con delle
eccezioni: cera chi rivendicava i dialetti, facendo fiorire una letteratura rusticale, che per esempio in
Toscana sperimentava il fiorentino contadinesco in chiave parodica.
Nel XVIII sec furono stampati dizionari dialettali: i termini dialettali sbagliati li sostituivano con italiani,
in una nuova apertura verso i termini delle arti e dei mestieri. La scuola divenne un nuovo canale di diffusione:
non pi insegnamento del latino, ma dellitaliano. I giornali divulgavano la cultura italiana e straniera a un
pubblico di non specialisti, contribuendo allo svecchiamento delle strutture sintattiche e lessicali. Il teatro si
fece comico, allargandosi a un pubblico pi ampio: commedie di stile familiare, con un italiano colloquiale.
I rapporti culturali con altri stati, come la Spagna, ebbero riflessi nella stampa: molti i testi per insegnare
le voci iberiche, e molti i nuovi vocaboli, necessari per designare frutti, piante, animali esotici.
Il Caff un punto di riferimento per levoluzione della lingua: scriveva Cesare Beccaria della stretta
connessione tra il rinnovamento della lingua e quello delle idee e della cultura, un rinnovamento che si
verificava in direzione europea. Era infatti il francese la nuova lingua universale della cultura, che per
influenzava non la letteratura, ma i campi della scienze e della tecnica.
Nel Caff cerano le posizioni pi radicali: ci si ispirava al razionalismo, che esaltava gli aspetti logici e
comunicativi del linguaggio e ne svalutava gli aspetti retorico-letterari. Cesarotti, non dello stesso parere,
promuoveva la retorica e i suoi aspetti espressivi nel Saggio sopra la lingua italiana, dove parla anche della
diffusione dei francesismi (la Francia era forte economicamente e per lespansione dellilluminismo): il
francese era lingua viva, concreta, e determin in italiana la diffusione del bilinguismo.
LArcadia (fine Seicento) era una corrente che promuoveva al contrario il recupero del linguaggio poetico
tradizionale, disciplinato dalle esigenze di chiarezza e semplicit proprie del classicismo razionalista.
Alessandro Manzoni si fece largo nella sempre pi pressante esigenza dellunit della lingua: con le sue
idee romantiche, diceva che si trattava di recuperare la dimensione unitaria e la funzione sociale della lingua
colmando la secolare frattura tra scritto e parlato. Lo apprezzavano i puristi, che aspiravano a una lingua
naturale e popolare, e i classicisti, che volevano la rivalutazione della moderna cultura filosofica e scientifica.
Da lingua della letteratura a lingua duso nazionale
Le tre relazioni del romanzo di Manzoni corrispondono a tre fasi di elaborazione linguistica e riflessione:
_ il Fermo e Lucia, scritto tra 1821-1823 (non pubblicato)
_ la I edizione de I Promessi Sposi, scritta tra 1825-1827 (la Ventisettana)
_ la II edizione, definitiva, scritta tra 1840-1845 (la Quarantana)
La stesura del romanzo storico poneva al centro personaggi popolari, e la lingua della prosa era inadeguata.
La lingua del Fermo e Lucia ibrida, presenta mescolanze linguistiche troppo marcate secondo il Manzoni.
Riscrivendo labbozzo, cerca di ottenere ununiformit linguistica fondata sulla lingua della tradizione e il suo
milanese (la sua lingua, viva). Dopo la seconda stesura, capisce che la lingua davvero viva che sta cercando:
capisce che la via dellunificazione linguistica il fiorentino vivo e parlato, e corregge il romanzo cercando di
attribuirgli una fisionomia pi moderna, elimina le forme troppo letterarie e le sostituisce con quelle correnti,
conquistando il suo pubblico con uno stile semplice, assorbendo la cultura orale, creando un capolavoro.
La letteratura postuma continuer nelluso di espressioni ibride, ma Manzoni persegue nel suo intento della
lingua unitaria, componendo Lettera a Giacinto Carena (1847) sulla questione linguistica e in seguito

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inviando al ministro della Pubblica istruzione una Relazione sullunit della lingua e i mezzi per diffonderla
(1868), dove proponeva la creazione di un vocabolario della lingua italiana fondato sulluso vivo di Firenze, a
cui sarebbero seguiti vocabolari dialettali in funzione di traduzione da dialetti vari a fiorentino. Manzoni
promuoveva la scuola al centro del processo di diffusione dellitaliano.
In et postunitaria, lattenzione alla lingua parlata prese piede grazie ai successi di alcuni libri per
linfanzia: Pinocchio di Collodi (1883), Ciondolino di Vamba (1896), Cuore di De Amicis (1886).
Pinocchio in particolare fu la svolta: il suo fiorentino medio non ha tratti popolareggianti, ma piuttosto
del parlato familiare, con tanto di espressioni idiomatiche che entrarono presto nelluso comune.
Per ottenere il pieno possesso della lingua (litalofonia) non ci si poteva limitare alle scuole elementari. Ma
ci furono altri fattori socioeconomici:

_ il fenomeno delle migrazioni interne e lurbanizzazione


_ lapparato amministrativo centralizzato, col suo italiano burocratico
_ insegnamento nelle scuole militari (il servizio era obbligatorio)
_ la diffusione della stampa e delle trasmissioni di massa (radio, tv)

Negli ultimi decenni, litaliano ha avuto unespansione costante: molti continuano a essere bilingui (italiano
e dialetti), ma litaliano avanza sia negli usi familiari che fuori casa, e molti sono solo italofoni. Il sogno si
avverato: lingua letteraria per secoli, litaliano ora parlato dal pi del 90% della popolazione.
Questo perch la letteratura ha smesso di avere un ruolo fondamentale: essa si scontra ormai con forze e
protagonisti nuovi: giornali, mezzi di comunicazione di massa, pubblicit. In due parole: mass media.
(Vedi Litaliano nella societ della comunicazione)
La lingua letteraria: nuovi percorsi
I caratteri tradizionali della poesia vengono intaccati dalle esigenze del realismo gi col romanticismo: il
risultato fu libridismo, la compresenza di vecchio e nuovo, di aulico e popolare.
I poeti della Scapigliatura rinnovarono il repertorio tematico verso il quotidiano (e il bizzarro): la sintassi
diventa discorsiva e si insinua il parlato. Pascoli intensifica questo processo: sintassi lineare e paratattica, con
molta punteggiatura, con un andamento colloquiale, con luso inedito di onomatopee evocative. Allopposto,
DAnnunzio tende a una lingua alta, arcaica e rara. Ancora, i poeti del crepuscolarismo vogliono
labbassamento della lingua poetica, mentre i futuristi aprono le porte allavanguardia.
Furono per i vociani, i poeti della rivista La Voce (1908-16), a dire vita alla lingua poetica novecentesca:
rifiutando la tradizione e la mediet linguistica, volgendosi alla personale ricerca espressiva, ricerca che
culmina in Ungaretti, che riduce allosso la sintassi e la grammatica, reinventando il valore delle parole.
Lermetismo fissa la nuova grammatica della poesia (es. Quasimodo): forza la lingua verso lastrazione, con
sperimentazioni originali come quelle di Montale, dotato di plurilinguismo e assenza di punteggiatura. Invece,
poeti come Saba e Pavese introdussero tratti del parlato e dellitaliano popolare.
Dopo Manzoni, solo i moderni veristi (Capuana, Verga) e altri (Svevo, Moravia) arrivano a inventare una
moderna mediet linguistica che riavvicina il parlato allo scritto, ricercando unomogenea colloquialit. Verga e
Pirandello dopo di lui introdussero il discorso indiretto libero per far emergere la voce dei personaggi e i loro
sentimenti, con lunghi monologhi interiori.
La variet del repertorio ha fatto riemergere il dialetto, i gerghi e le nuove parlate, arricchendosi sempre pi:
la lingua della narrativa pesca ovunque, costruendo ancora una volta la storia linguistica contemporanea.

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