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Litaliano popolare
Nonostante la larghissima diffusione dellitaliano standard, non tutti ne hanno ancora padronanza: nella
scrittura, molte sono le incertezze per luso di maiuscole, doppie, h, q, etc. Si introduce a questo punto la
nozione di italiano popolare, quello dialettale, che alcuni disdegnavano come lingua degli incolti, altri come
pura e semplice digressione dalla lingua comune.
Il gergo
Ancor pi lontano dallo standard il gergo: unetichetta che accomuna alcuni gruppi di persone ai margini
della societ, che ne fanno uso per promuovere il loro senso di appartenenza al gruppo. C la rivendicazione di
appartenere a unumanit diversa e alternativa, che si contrappone alla realt ufficiale.
Ci sono gerghi storici, ma anche gerghi transitori, che nascono in ambienti come carceri, collegi, caserme.
Al giorno doggi si pu parlare anche di slang, e la diffusione avviene anche e soprattutto a livello giovanile.
Litaliano burocratico
Una variet dellitaliano odierno quella della burocrazia degli uffici pubblici: tratti formali, nobilitazione
espressiva, riprese dalla lingua giuridica, uso di parole dal sapore antico. Ma ci sono differenze non solo a
livello lessicale, ma anche sintattico, che presenta inversioni come: Cognome Nome, euro venti, anni sette, etc
Questo per attribuisce alla lingua burocratica un grado di complessit che andrebbe semplificato.
Le lingue speciali
Sono lingue settoriali, ossia legate a un preciso ambiente tecnico-professionale. Si introduce lidea di
sottocodice: una variet della lingua correlata allargomento/alla disciplina di cui si tratta.
Le lingue speciali hanno differenze soprattutto in campo diafasico e diastatico.
Il lessico dei sottocodici ha caratteristiche sue tipiche:
_ monosemia, ossia una parola esprime un concetto completamente diverso se usata in due ambienti diversi
(paralisi in medicina sta per perdita della sensibilit mentre in economia la paralisi dei commerci)
_ riluttanza alla sinonimia, infatti essa pu attentare alla precisione, che essenziale
_ ricorso alle lingue straniere, dato che la comunicazione scientifica (per es.) avviene ormai in inglese (da
cui derivano molte parole nuove come web, network, etc)
_ ricorso al latino, a cui si ricorre in medicina, biologia e giurisprudenza
_ uso di sigle, il cui senso conosciuto da tutti (non vale lo stesso per il significato)
La testualit stessa diversa: si usa molto spesso il presente, si ripete pi volte la stessa parola per
specificarla ogni volta, si utilizzano volentieri forme impersonali e il passivo.
Litaliano standard
dotato di stabilit: il suo lessico flessibile, ma grammaticalmente resta pi o meno immutato. In realt
pochi sanno davvero parlarlo senza una qualche inflessione (es: regionale), ma nella scrittura ben consolidato.
Linee di tendenza
Litaliano odierno dinamico: non si usano pi i pronomi esso/essa, i codesto/codesta, le preposizioni
articolate pel/pei collo/coi, le forme di ed/od/ad sono limitate, etc
In ogni caso, litaliano si sta s rimodernando, ma non ancora tanto da costituire un nuovo modello.
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Verbo pu indicare unazione svolta dal soggetto (Paolo esce), uno stato del soggetto (lanima esiste),
una relazione tra soggetto e nome del predicato (la luna pallida).
Categorie generali: verbi transitivi (con c. oggetto), intransitivi (senza c. oggetto), ausiliari (essere, avere).
Categorie che ne determinano le forme: modo, tempo, persona, ditesi, aspetto.
Funzioni: verbi predicativi, quando il soggetto compie unazione o il soggetto in uno stato; verbi
copulativi, quando il soggetto viene legato dal verbo essere (o simili) a un altro nome o aggettivo.
Avverbi pu aggiungere significato o modificare il verbo, laggettivo o la frase intera. Ha forme diverse:
pu essere semplice e autonomo (dopo, subito, bene, etc) o essere costruito con il mente finale.
Interiezioni hanno funzione espressiva e sono caratteristiche della lingua parlata (ehi, ehm, ah, etc)
Sintassi della frase e del periodo
Punteggiatura
Ordine delle parole (o topologia) e sintassi marcata
Lessico
Termini fondamentali:
_ lessico, insieme delle parole di una lingua
Il lessico fondamentale di una lingua costituito dalle voci pi frequenti, di cui comune, che possono
garantire una comunicazione primaria allinterno della societ (in quella italiana le voci sono 7.000).
CAPITOLO 3 --- ELEMENTI DI TESTUALIT
Testo e tipologie testuali
Werlich distingue cinque fondamentali tipi di testi:
_ narrativo, che registra unazione o un processo nello svolgersi del tempo. Si pu parlare di fabula (cio
lordine naturale degli eventi nella loro successione temporale e causale) che coincide con lintreccio/la trama.
Il narratore pu interrompere il flusso lineare con luso di analessi (flashback) o prolessi (anticipazioni)
_ descrittivo, che rappresenta persone, oggetti, ambienti in una dimensione spaziale
_ espositivo, che finalizzato alla trasmissione di concetti e conoscenze attraverso analisi e sintesi
_ regolativo, che ha lo scopo di indicare regole e dare istruzioni
_ argomentativo, che ha lo scopo di persuadere di qualcosa il destinatario
Unaltra proposta tipologica stata avanzata pi recentemente da Sabatini, che propone un modello si
fonda sul principio di rigidit/elasticit del vincolo interpretativo. Indica tre gruppi:
_ testi per i quali il vincolo interpretativo posto dallemittente al destinatario massimo (es. testi di legge)
_ testi per i quali lemittente tempere la necessit di uninterpretazione aderente alla propria, poich intende
far raggiungere per gradi al destinatario uno stadio di conoscenze o posizioni diverso da quello di partenza
_ testi dove, da parte dellemittente, non c una rigida volont interpretativa (si lascia libert al destinatario)
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Circostanze storiche hanno portato al primato del fiorentino sugli altri volgari:
_ circostanze esterne, la supremazia politica, economia, letteraria di Firenze sulle altre citt toscane
_ circostanze interne, la maggiore vicinanze del fiorentino al latino rispetto alle altre parlate
Litaliano caratterizzato dalla letterariet, ma lungo cammini differenti: la poesia si era gi unificata alla
fine del Trecento, mentre la lingua della prosa si svilupp lentamente, perch doveva assolvere funzioni
diversissime che richiedevano una pluralit di registri. Inoltre, si tenga conto che litaliano era sempre stata una
lingua prevalentemente scritta, mentre tutta la popolazione comunicava invece con i vari dialetti regionali.
Dalla frammentazione linguistica medievale al primato del fiorentino letterario
Le prime attestazioni scritte dei volgari parlati si aggirano attorno al IX-X secolo, per i testi scritti con
finalit pratiche, mentre bisogna aspettare la fine del XII secolo per quelli con intenzioni letterarie.
Chi cominci a scrivere in volgare? Notai, mercanti, religiosi: persone che svolgevano una funzione
mediatica per chi letterato non era. Lesigenza di comunicare (leggi, decreti) si allarg poi a tutti i settori.
La lingua poetica in volgare avvi la propria tradizione con la nascita della scuola siciliana, che sperimenta
limpiego del volgare sulle orme della poesia provenzale, ponendo le basi per una successiva tradizione lirica.
Agli inizi del XIII secolo ci sono i primi documenti poetici della letteratura giullaresca, mentre attorno al 1220
inizia la poesia religiosa, con il Laudes creaturarum di San Francesco, che avvia la tradizione delle laudi.
Lungo il Duecento si apr tutta la tradizione della poesia didattico-moraleggiante.
Torniamo alla scuola siciliana: essa usa un volgare nobilitato attraverso il latino e il provenzale (diffusi i
gallicismi), usando temi, immagini e repertorio della poetica trobadorica. I copisti toscani ricopiavano i testi dei
siciliani dandovi per una patina toscaneggiante, modificandoli nel lessico (parte una tradizione di poeti Siculotoscani e Toscano-siculi). Dante ammira i siciliani, che impiegano una lingua lontana dal volgare locale, di
gusto prestilnovista. Nello Stilnovo i poeti innovarono il tema amoroso con vene intellettuali e psicologiche.
Dante nel De vulgari eloquentia riflette su tutti questi temi, ponendo come soggetto del testo lo stile
poetico (non ancora la lingua): si parla del volgare come elaborazione artistica e strumento di comunicazione
letteraria. La trattazione si volge verso la ricerca di una lingua altamente letteraria, condannando i volgari
ritenuti peggiori. Nel Convivio c un ulteriore arricchimento: il poeta lo scrive interamente in volgare e
ammette la superiorit di questultimo, che dovrebbe essere accessibile a un pi largo pubblico.
Perch il volgare arrivasse a splendere (Dante lo chiama il sole nuovo) doveva arrivare a una dignit pari
a quella del latino. Furono le tre corone a permettere tutto questo: Dante, Petrarca, Boccaccio.
Dante con la Commedia, ribattezzata Divina da Boccaccio. Di grande importanza per la storia della
lingua, la Commedia ebbe fortuna e popolarit: letta, commentata, imparata a memoria anche dai meno colti.
La Commedia scritta con un metro nuovo (la terzina), caratterizzata da ricchezza espressiva data dalla
mescolanza degli stili e dalla pluralit del lessico: i registri (alto e basso) del fiorentino vengono tutti usati.
Petrarca con il Canzoniere, dedicato a Laura. Esso determin lunificazione della lingua poetica. Il
Petrarca continu a correggere e rivedere il testo per tutta la vita, cercando di nobilitarlo sempre di pi: il
lessico infatti circoscritto a un numero di termini, che fu modello linguistico alto e selettivo per decenni.
Boccaccio con il Decameron, che fu rilevante per la lingua della prosa: inaugur la prosa narrativa, di
intrattenimento, rivolta a un pubblico ampio, non letterato. In cento novelle, in stili sempre mutevoli, con
variet espressive dalle pi basse alle pi alte, con parodie e comicit, senza mai sminuire la base fiorentina.
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La promozione del fiorentino al ruolo di lingua scritta fece scadere le varie parlate locali in Italia, con delle
eccezioni: cera chi rivendicava i dialetti, facendo fiorire una letteratura rusticale, che per esempio in
Toscana sperimentava il fiorentino contadinesco in chiave parodica.
Nel XVIII sec furono stampati dizionari dialettali: i termini dialettali sbagliati li sostituivano con italiani,
in una nuova apertura verso i termini delle arti e dei mestieri. La scuola divenne un nuovo canale di diffusione:
non pi insegnamento del latino, ma dellitaliano. I giornali divulgavano la cultura italiana e straniera a un
pubblico di non specialisti, contribuendo allo svecchiamento delle strutture sintattiche e lessicali. Il teatro si
fece comico, allargandosi a un pubblico pi ampio: commedie di stile familiare, con un italiano colloquiale.
I rapporti culturali con altri stati, come la Spagna, ebbero riflessi nella stampa: molti i testi per insegnare
le voci iberiche, e molti i nuovi vocaboli, necessari per designare frutti, piante, animali esotici.
Il Caff un punto di riferimento per levoluzione della lingua: scriveva Cesare Beccaria della stretta
connessione tra il rinnovamento della lingua e quello delle idee e della cultura, un rinnovamento che si
verificava in direzione europea. Era infatti il francese la nuova lingua universale della cultura, che per
influenzava non la letteratura, ma i campi della scienze e della tecnica.
Nel Caff cerano le posizioni pi radicali: ci si ispirava al razionalismo, che esaltava gli aspetti logici e
comunicativi del linguaggio e ne svalutava gli aspetti retorico-letterari. Cesarotti, non dello stesso parere,
promuoveva la retorica e i suoi aspetti espressivi nel Saggio sopra la lingua italiana, dove parla anche della
diffusione dei francesismi (la Francia era forte economicamente e per lespansione dellilluminismo): il
francese era lingua viva, concreta, e determin in italiana la diffusione del bilinguismo.
LArcadia (fine Seicento) era una corrente che promuoveva al contrario il recupero del linguaggio poetico
tradizionale, disciplinato dalle esigenze di chiarezza e semplicit proprie del classicismo razionalista.
Alessandro Manzoni si fece largo nella sempre pi pressante esigenza dellunit della lingua: con le sue
idee romantiche, diceva che si trattava di recuperare la dimensione unitaria e la funzione sociale della lingua
colmando la secolare frattura tra scritto e parlato. Lo apprezzavano i puristi, che aspiravano a una lingua
naturale e popolare, e i classicisti, che volevano la rivalutazione della moderna cultura filosofica e scientifica.
Da lingua della letteratura a lingua duso nazionale
Le tre relazioni del romanzo di Manzoni corrispondono a tre fasi di elaborazione linguistica e riflessione:
_ il Fermo e Lucia, scritto tra 1821-1823 (non pubblicato)
_ la I edizione de I Promessi Sposi, scritta tra 1825-1827 (la Ventisettana)
_ la II edizione, definitiva, scritta tra 1840-1845 (la Quarantana)
La stesura del romanzo storico poneva al centro personaggi popolari, e la lingua della prosa era inadeguata.
La lingua del Fermo e Lucia ibrida, presenta mescolanze linguistiche troppo marcate secondo il Manzoni.
Riscrivendo labbozzo, cerca di ottenere ununiformit linguistica fondata sulla lingua della tradizione e il suo
milanese (la sua lingua, viva). Dopo la seconda stesura, capisce che la lingua davvero viva che sta cercando:
capisce che la via dellunificazione linguistica il fiorentino vivo e parlato, e corregge il romanzo cercando di
attribuirgli una fisionomia pi moderna, elimina le forme troppo letterarie e le sostituisce con quelle correnti,
conquistando il suo pubblico con uno stile semplice, assorbendo la cultura orale, creando un capolavoro.
La letteratura postuma continuer nelluso di espressioni ibride, ma Manzoni persegue nel suo intento della
lingua unitaria, componendo Lettera a Giacinto Carena (1847) sulla questione linguistica e in seguito
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inviando al ministro della Pubblica istruzione una Relazione sullunit della lingua e i mezzi per diffonderla
(1868), dove proponeva la creazione di un vocabolario della lingua italiana fondato sulluso vivo di Firenze, a
cui sarebbero seguiti vocabolari dialettali in funzione di traduzione da dialetti vari a fiorentino. Manzoni
promuoveva la scuola al centro del processo di diffusione dellitaliano.
In et postunitaria, lattenzione alla lingua parlata prese piede grazie ai successi di alcuni libri per
linfanzia: Pinocchio di Collodi (1883), Ciondolino di Vamba (1896), Cuore di De Amicis (1886).
Pinocchio in particolare fu la svolta: il suo fiorentino medio non ha tratti popolareggianti, ma piuttosto
del parlato familiare, con tanto di espressioni idiomatiche che entrarono presto nelluso comune.
Per ottenere il pieno possesso della lingua (litalofonia) non ci si poteva limitare alle scuole elementari. Ma
ci furono altri fattori socioeconomici:
Negli ultimi decenni, litaliano ha avuto unespansione costante: molti continuano a essere bilingui (italiano
e dialetti), ma litaliano avanza sia negli usi familiari che fuori casa, e molti sono solo italofoni. Il sogno si
avverato: lingua letteraria per secoli, litaliano ora parlato dal pi del 90% della popolazione.
Questo perch la letteratura ha smesso di avere un ruolo fondamentale: essa si scontra ormai con forze e
protagonisti nuovi: giornali, mezzi di comunicazione di massa, pubblicit. In due parole: mass media.
(Vedi Litaliano nella societ della comunicazione)
La lingua letteraria: nuovi percorsi
I caratteri tradizionali della poesia vengono intaccati dalle esigenze del realismo gi col romanticismo: il
risultato fu libridismo, la compresenza di vecchio e nuovo, di aulico e popolare.
I poeti della Scapigliatura rinnovarono il repertorio tematico verso il quotidiano (e il bizzarro): la sintassi
diventa discorsiva e si insinua il parlato. Pascoli intensifica questo processo: sintassi lineare e paratattica, con
molta punteggiatura, con un andamento colloquiale, con luso inedito di onomatopee evocative. Allopposto,
DAnnunzio tende a una lingua alta, arcaica e rara. Ancora, i poeti del crepuscolarismo vogliono
labbassamento della lingua poetica, mentre i futuristi aprono le porte allavanguardia.
Furono per i vociani, i poeti della rivista La Voce (1908-16), a dire vita alla lingua poetica novecentesca:
rifiutando la tradizione e la mediet linguistica, volgendosi alla personale ricerca espressiva, ricerca che
culmina in Ungaretti, che riduce allosso la sintassi e la grammatica, reinventando il valore delle parole.
Lermetismo fissa la nuova grammatica della poesia (es. Quasimodo): forza la lingua verso lastrazione, con
sperimentazioni originali come quelle di Montale, dotato di plurilinguismo e assenza di punteggiatura. Invece,
poeti come Saba e Pavese introdussero tratti del parlato e dellitaliano popolare.
Dopo Manzoni, solo i moderni veristi (Capuana, Verga) e altri (Svevo, Moravia) arrivano a inventare una
moderna mediet linguistica che riavvicina il parlato allo scritto, ricercando unomogenea colloquialit. Verga e
Pirandello dopo di lui introdussero il discorso indiretto libero per far emergere la voce dei personaggi e i loro
sentimenti, con lunghi monologhi interiori.
La variet del repertorio ha fatto riemergere il dialetto, i gerghi e le nuove parlate, arricchendosi sempre pi:
la lingua della narrativa pesca ovunque, costruendo ancora una volta la storia linguistica contemporanea.
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