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latino italiano
ā pānem a pane
ă cănem a cane
ē stēlla é (chiusa) stélla
dĕntem è (aperta) dènte
ĕ
pĕdem iè piède
ı̄ amı̄cum i amico
ı̆ pı̆lum e pelo
2 Approfondimenti
latino italiano
ō dōnum ó dóno
nŏctem ò (aperta) nòtte
ŏ
bŏnum uo buono
ū lūnam u luna
ŭ bŭccam ò (aperta) bòcca
■ le vocali atone, cioè non accentate, nel passaggio dal latino all’italiano, sono per
lo più cadute quando si sono trovate dopo una sillaba accentata:
cálı̆dum → caldu(m) → caldo
áltĕrum → altru(m) → altro
vírı̆dem → viride(m) → verde
■ i dittonghi ae, oe e au, tipici del latino, sono scomparsi riducendosi a semplici vo-
cali o, nel caso del dittongo ae, anche al gruppo ie:
latino italiano
rosae e rose
ae
laetum ie lieto
oe poenam é péna
au aurum ò óro
I mutamenti morfosintattici
I mutamenti nel campo della morfologia hanno portato a una vera e propria rivolu-
zione che coinvolge anche la sintassi. Il fenomeno più importante è stato indubbia-
mente quello che ha mutato la forma delle parole e ha cambiato il loro modo di
indicare la funzione che svolgevano all’interno della frase, producendo per così
dire una grande semplificazione.
Anche il soggetto Paulus e il complemento oggetto librum hanno ciascuno una desi-
nenza: la desinenza -us di Paulus indica che il ragazzo in questione è il soggetto del-
la frase; la desinenza -um di librum indica che la cosa in questione è l’oggetto dell’a-
zione.
In latino, dunque, ogni nome (come ogni aggettivo e ogni pronome) esprimeva la di-
versa funzione che le parole avevano nella frase mediante apposite desinenze che
variavano funzione per funzione: ogni nome, infatti, cambiava la desinenza a secon-
da dei “casi” e, quindi, a seconda delle funzioni che esso aveva nella frase.
4 Approfondimenti
Eccoti il quadro di tutte le desinenze di un nome latino, con l’indicazione del “caso”
e della funzione che svolge nella frase:
Tra gli altri fenomeni che caratterizzano il passaggio dal latino all’italiano sul pia-
no della morfologia e che si muovono tutti nella direzione di una sostanziale sem-
plificazione della struttura originaria ricordiamo anche:
■ la scomparsa del genere neutro, che in latino affiancava il maschile e il femminile
e indicava le cose non animate. I nomi neutri sono per lo più diventati, in italiano, di
genere maschile:
vinum → il vino mare → il mare
oppure, se di numero plurale, di genere femminile singolare:
folia (= “la foglia”) → la foglia
o femminile plurale
bracchia (= “le braccia”) → le braccia
■ la creazione dell’articolo determinativo e dell’articolo indeterminativo, rispet-
tivamente dall’aggettivo dimostrativo ille, illa, illud (usati nel senso di “quello”, “quel-
la”) e dall’aggettivo numerale unus, una, unum usato nel senso di “uno, una qualsiasi”:
2. I mutamenti lessicali
inglese provenzale
15,57%
(4 352)
altre lingue: germanico,
portoghese, olandese, ebraico,
giapponese, russo, turco,
serbocroato, ceco, ungherese,
polacco, cinese (per lo più attraverso
il francese e l’inglese) ecc.
Questa schiacciante presenza, nel lessico dell’italiano, delle parole di origine latina,
rispetto a quelle derivanti da tutte le altre lingue messe insieme è una prova evidente
dello stretto rapporto che esiste tra il latino e l’italiano.
Le numerosissime parole della lingua latina presenti in italiano vi sono pervenute in
due modi diversi:
■ alcune parole sono entrate nell’italiano direttamente dal latino parlato. Usate
quotidianamente dalla gente comune, esse, attraverso questo lungo processo di tra-
smissione orale si sono per così dire “conservate” nell’uso, subendo varie modifiche
nella forma e, spesso, anche nel significato:
latino italiano
florem (“fiore”) fiore
dominam (“padrona”) donna
calidum (“caldo”) caldo
captivum (“prigioniero”) cattivo
Queste parole, che sono arrivate fino a noi attraverso una lenta evoluzione del lin-
guaggio parlato, sono tutte parole di tradizione popolare o ininterrotta.
8 Approfondimenti
■ altre parole, invece, non provengono dal latino parlato, ma dal latino classico
scritto. Recuperate dalle persone dotte direttamente dai testi latini antichi, sono sta-
te inserite nell’italiano a partire dal Duecento, quando ormai l’italiano si era costitui-
to come lingua, e successivamente tra il Quattrocento e il Cinquecento e poi su su at-
traverso i secoli fino ad oggi. Le parole così ripescate dal latino, essendo restate al
“fresco” nei libri e nelle biblioteche, sono rimaste quasi sempre intatte nella forma e
nel significato, subendo per lo più soltanto la caduta della desinenza finale:
floram → flora gaudium → gaudio
nobilem → nobile plagiare → plagiare
Le parole che sono arrivate a noi attraverso questi recuperi a distanza di tempo sono
dette parole di tradizione dotta o interrotta.
In molti casi, però, è successo che la stessa parola latina ci sia pervenuta attraverso
ambedue i canali:
latino italiano
tradizione popolare tradizione dotta
area aia area
causa cosa causa
macula macchia macula
augustum agosto (il mese) augusto (= sacro)
stirpem sterpo stirpe
verecundia vergogna verecondia
solidum soldo (= denaro) solido (= compatto)
Come vedi, il punto di partenza è lo stesso, ma i risultati sono diversi, sia nella forma
sia nel significato. Prendiamo il caso del latino area (spazio aperto, aia): attraverso la
normale evoluzione sulla bocca dei parlanti si è trasformato in “aia” e si è specializzato
nel solo significato di ‘terreno, spianato e rassodato, davanti alla casa coloniale’. Invece,
come recupero dotto ha conservato la forma e si è specializzato nei significati, meno
popolari, di “superficie circoscritta”, “spazio geografico”, “misura di superficie”. Questo
doppio canale di derivazione delle parole spiega anche l’esistenza di coppie come ghiac-
cio / glaciale, fiore / floreale: la prima parola di ogni coppia è entrata in italiano diretta-
mente, attraverso la lingua parlata dal popolo (glaciem → “ghiaccio”; florem → “fiore”);
la seconda parola, invece, è stata recuperata in un secondo tempo dalle persone colte
(glacialem → “glaciale”; florealem → “floreale”).
Un discorso tutto diverso, infine, bisogna fare per parole del tipo di alibi, bis, gratis,
ad interim (= ‘nel frattempo, per il momento’), curriculum, forum, alter ego, a priori,
lapsus, ultimatum, deficit e simili: esse infatti sono vere e proprie parole latine, pre-
levate dal lessico latino nelle loro forme originarie e usate come tali.
capanna casa
Dal latino all’italiano 11
ESERCIZI FORMATIVI
I mutamenti fonetici e morfosintattici
Nelle seguenti vignette individua le parole latine che si sono trasformate in parole
1 della lingua italiana. Poi copiale sul quaderno e scrivi accanto la parola o le parole ita-
liane derivate e/o corrispondenti per significato.
Nel passaggio dal latino all’italiano le vocali e i dittonghi hanno spesso subìto muta-
2 menti. Confronta le seguenti parole latine con le parole italiane da esse derivate, poi
trascrivile sul quaderno e individua, sottolineandole, le vocali che hanno subìto dei muta-
menti.
saeculum → secolo supra → sopra multus → molto
coelum → cielo novus → nuovo bucca → bocca
coena → cena paucus → poco securus → sicuro
bonus → buono aeternus → eterno si → se
Esamina attentamente le seguenti frasi latine e la loro traduzione, poi rispondi sul
4 quaderno alle domande.
I mutamenti lessicali
Molte parole italiane, pur conservando immutata o quasi la forma latina da cui deri-
5 vano, hanno subìto modificazioni anche molto rilevanti per quanto riguarda il signifi-
cato.Ti diamo qui una serie di parole segnalando di ognuna il significato che aveva in lati-
no: indica tu sul quaderno il significato che ha assunto in italiano. Spiega quindi se nel pas-
saggio alla lingua italiana il termine ha assunto un significato più ampio o ristretto, o più
specifico o generico, rispetto a quello che aveva in latino.
1. Latino mulier = donna / italiano moglie =
Il termine è passato da un significato più ampio a uno più ristretto .
2. Latino parentes = genitori / italiano parenti =
Il termine è passato da un significato a uno .
3. Latino magistratus = funzionario pubblico / italiano magistrato =
Il termine è passato da un significato a uno .
Scrivi Il latino volgare prima e l’italiano poi hanno spesso privilegiato tra due sinòni-
6 mi quello più facile da scrivere o da pronunciare. In questo modo alcuni termini latini
in un primo tempo non sono sopravvissuti nell’italiano delle origini. È accaduto però in al-
cuni casi che a distanza di tempo, le parole un tempo scartate siano poi riaffiorate in altre
parole che appartengono alla stessa area di significato. Un esempio è la parola latina fur
(ladro) che è stata prima sostituita dalla parola ladro (derivante dal più popolare termine
latino latro) e poi è ricomparsa nella parola furto. A questo proposito spiega sul quaderno
il significato di ciascuna delle parole in corsivo nelle seguenti frasi e ricostruiscine l’origine
aiutandoti con il vocabolarietto sottostante.