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JUAN DE MENA :

Juan de mena è una figura letteraria complessa, sfaccettata.


La sua produzione letteraria è fortemente intrecciata con le sue vicende
biografiche.
Anche con Juan de Mena siamo di fronte ad un personaggio di rilievo,
non si tratta di un autore chiuso nel suo laboratorio, ma di un
personaggio che ha delle idee politiche precise e che forse più di tutti
incarna la figura del letterato di corte.
Si schiera al fianco di Juan II, ne è un convinto sostenitore.

Con Juan de Mena ci ritroviamo ancora in una fase di transizione, nel


pre-rinascimento, quest'umanesimo che si afferma in Spagna e che
subisce le forti influenze della cultura classica e italiana.
Egli fu mediatore tra queste culture, in quanto a differenza del
marchese di Santillana - che non padroneggiava le lingue classiche bensì
patrocinava traduzioni - Juan era un fine conoscitore della lingua latina
e produsse quindi traduzioni di sua mano e non solo;
Questa sua azione di mediatore coincise anche in un lavoro di
commento e adattamento dei classici alla sua realtà contemporanea:
Accanto alla traduzione di un classico, veniva predisposto un commento
e ci si soffermava su quegli aspetti che potevano maggiormente
interessare in quell'epoca storica, che potevano fungere da modelli utili.
Il recupero dei classici avviene soprattutto mosso da quest'obiettivo,
cioè quello di ricercare all'interno delle maggiori opere letterarie
classiche esempi concreti di azione, modelli, paradigmi a cui
conformarsi e ispirarsi.
Quest'attività fu destinata anche alle sue opere, una delle quali La
Coronación (opera giovanile) , il cui protagonista era il Marchese di
Santillana, per la quale compose una delle sue opere in prosa.
E' un'opera allegorica, definita un decir narrativo, cioè un poema in 51
strofe, dal carattere narrativo che si conclude con una cerimonia in cui il
marchese de Santillana viene incoronato poeta in seguito alla vittoria
che conseguì sui Mori in quanto siamo ancora in piena Reconquista.
In quest'opera si profila una duplice visione di tipo Dantesco, la quale
riguarda la miseria e la gloria umane.
E' un viaggio che porta all'incoronazione del marchese; c'è prima un
viaggio che viene eseguito in un contesto di valli, in cui i due viaggiano e
che conduce il poeta ad incontrare una serie di personaggi mitologici
che lo accompagnano durante questo viaggio, e alla vetta del Parnaso.

La sua produzione in prosa era molto esigua, abbondavano i


componimenti poetici.
Quelli in prosa di maggiore importanza sono come già elencato il
commento a La Coronación e una sorta di riscrittura dell'Illiade
Omerica.

Juan de Mena soggiornò per diversi anni in Italia (Roma e Firenze) e


proprio al ritorno dall'ultimo soggiorno da Firenze cominciò ad acquisire
sempre più importanza e rilievo all'interno della corte: nel 1443 viene
nominato Secretario de cartas latinas e un anno dopo Cronista oficial
del reino.

Juan diventerà un modello da seguire durante gli anni del cosiddetto


<<Siglo de oro>> in quanto nella sua opera maggiore cioè el Laberinto
de Fortuna, si ritrovano una sorta di stilemi, tecniche, che affascinavano
i poeti cinquecenteschi e seicenteschi.

La produzione poetica non è particolarmente vasta: ci sono


componimenti poetici che appartengono a generi differenti e che
possono etichettati come "poesia cortigiana - o di corte".
Juan fu un fine poeta d'amore: La lirica cancioneril si definisce così
perché confluì in raccolte definite cancioneros.
La sua produzione è soprattutto in versi de arte menor - verso che
abbandonerà nel L.D.F, composto in versi de arte mayor.
Cantò nelle sue liriche della sua sofferenza d'amore, l'amore sarà
connotato come un sentimento che arreca dolore, tormento, le sue
liriche racconteranno di un amore per dame spietate, lontane.
Nelle liriche erotiche di Juan c'è un marcato intellettualismo: un'analisi
del sentimento amoroso molto approfondita.

Il topos che la lirica cortese eredita dalla lirica classica quando descrive
la donna è un topos che proviene dalla poesia classica ed è definito il
topos della descriptio puelle (descrizione di una fanciulla)
Questo topos può essere variamente elaborato; solitamente la
descrizione della bellezza si appunta sui capelli, sugli occhi, su dei
componenti del viso, sulle mani e sul busto. -> definito anche canone
breve in quanto include solo il busto.
Quando sono incluse anche altre parti del corpo, il canone si amplia, ma
quello breve è quello più frequente.
L'elogio della dama prevede che questa entri in competizione con la
natura e che risulti vincitrice in bellezza e in splendore.
Oltre a stabilire una competizione con la natura, la stabilisce con la
fortuna, la quale è una presenza chiave delle lettere di questi anni, in
quanto esercita un fascino enorme sugli autori.
Il referente che il poeta sceglie per elogiare la donna, è la luna.

Accanto alla lirica d'amore è molto presente anche un altro tipo di lirica,
squisitamente d'occasione, generata da eventi concreti che si
trasformano in versi.
E' essenzialmente encomiastica, elabora elogi in seguito ad accadimenti
precisi.
Juan de Mena compone 4 componimenti che elogiano Juan II e 3 per
Alvaro de Luna.

Una delle ultime opere sono le Coplas de los pecatos mortales (106) -
un'opera profondamente ascetica.
Le strofe tornano ad essere de arte menor ed è un'opera il cui
protagonista è l'autore che viene aggredito dalla personificazione dalla
volontà - raffigurata con 7 facce che coincidono con i 7 peccati capitali.
L'autore potrà fronteggiarli solo con l'aiuto della ragione (razon).
Il modello di quest'opera è la psicomachia di Prudenzio.
I vizi e le virtù dell'umanità sono ciò che fanno scaturire queste dispute.

LABERINTO DE FORTUNA: ( febbraio 1444)


Il Laberinto de Fortuna viene consegnato nelle mani di Juan II nel
febbraio 1444, si presuppone che quindi quest'opera fosse in gran parte
compiuta alla fine del 1443.
Juan II è una presenza fortissima all'interno dell'opera.
El laberinto è un'opera dall'impianto allegorico-narrativo, è composta
da 296 coplas de arte mayor (maggiormente adeguato ad esprimere
contenuti solenni), viene utilizzato un verso dalla misura variabile - dalle
10 alle 12 sillabe -
Juan de Mena intendeva attraverso quest'opera, conferire la stessa
dignità della lingua latina alla lingua castigliana;
Il verso utilizzato è funzionale al raggiungimento di quest'obiettivo, cioè
di avvicinare la lingua castigliana alla latina.
Costrutti latineggianti, una lingua ibrida che si costituisce di latinismi,
neologismi, arcaismi, costrutti che rielaborano l'ablativo assoluto.
Ci sono altri due elementi che ci danno la conferma che la composizione
dell'opera risalga al 1443:
- riferimento alla morte di Juan de Merlo (cavaliere)
- riferimento a Fernando de Padilla.
Il protagonista viene rapito dalla dea Velona che sul suo carro lo
conduce fuori dal mondo terreno e fino al palazzo di Fortuna.
In questo palazzo l'autore fa un incontro fondamentale: incontra
Provvidenza, che ha le sembianze di una bellissima fanciulla.
In un primo momento gli viene mostrato tutto il globo terrestre,
occasione durante la quale viene descritto in modo dettagliato.
Successivamente lo conduce in un luogo dove sono situate tre ruote, le
cosiddette ruote della fortuna:
due sono immobili (passato - futuro )
quella del presente è in costante movimento.
Ognuna di queste ruote è costituita da 7 cerchi concentrici, sottomessi
all'influsso di 7 pianeti: luna, mercurio, venere, febo, marte, giove e
saturno.
L'influsso di tali pianeti è determinante in quanto incide sulle virtù o sui
vizi umani.
Il poeta si pone dinanzi a queste ruote e ne osserva il meccanismo; la
ruota del futuro non è visibile agli occhi del poeta in quanto è coperta
da un velo: al poeta non è concesso conoscere le vicende che
appartengono al futuro.
inizia a presentare una serie di esempi positivi e negativi: è un
meccanismo ricorrente che si ripete per tutte le ruote.
Il poeta contempla la ruota del passato e quella del presente, e sceglie
una serie di personaggi che incarnano esempi positivi e negativi; questi
personaggi sono tratti dalla mitologia.
Ogni serie di personaggi avrà come conclusione una preghiera a Juan II.
Il cerchio della Luna si distingue perché apporta SOLO esempi positivi, e
in questo caso viene raccomandato a Juan II di salvaguardare l'onestà
della vita politica e civile.
Alla luna segue mercurio: c'è un bersaglio preciso contro cui si scaglia
l'autore, il clero simoniaco (peccatore di simonia) - si esorta ancora una
volta Juan II a combattere la cupidigia, cioè la brama di possesso.
Segue Venere - la cui offre l'occasione per celebrare l'amore virtuoso
che deve assolutamente contrastare l'amore passionale; Venere
presenta esempi positivi, ed è un cerchio complementare alla Luna.
L'influsso di ogni pianeta e i vari cerchi si chiude con la definizione di
una virtù: A Venere corrisponde quella del Bueno Amor
A Venere segue Febo, che offre esempi positivi tratti dall'Antichità -
teologi, oratori, filosofi, profeti. In questo caso la virtù a cui Juan II deve
ispirarsi è la prudenza.
Segue Marte, il pianeta legato alle virtù militari; seguono esempi
positivi e negativi. Quelli positivi sono tratti dalla contemporaneità.
E' un pianeta che dà l'opportunità di ostruire le vicende storiche attuali
e di esaltare l'azione del sovrano di Juan II e dei cavalieri che si
distinsero per le imprese militari.
Questi esempi vengono narrati anche alla luce dell'azione della fortuna,
che li influenzò.
Gli eventi storici della contemporaneità rievocati sono divisi in due filoni
precisi:
- Episodi della Reconquista (ancora in sviluppo)
- Episodi che attraversarono la situazione politica Spagnola (fine 300 -
inizio 400)
Questo cerchio si chiude con l'esortazione a Juan II ad abbracciare quei
valori militiari che i cavalieri incarnarono, e con la definizione della
fortaleza (fortezza)
Segue Giove - pianeta che simboleggia la giustizia.
Per illustrare tale valore gli esempi sono tratti soprattutto dall'Antichità -
come per esempio quello Ottaviano - Augusto - ma anche da esempi
della realtà attuale - e si chiama in gioco la gloria di Juan II.
Segue Saturno - per il quale si segue una modalità narrativa
completamente diversa.
Il protagonista assoluto di questi cerchi concentrici è Alvaro De Luna che
riunì in sé tutta una serie di virtù morali e di governo, le quali
consentirono di dominare l'azione della fortuna, di guidarla.

L'attenzione si sposta su Provvidenza, la quale elabora una profezia.


Questa profezia ha per protagonista Juan II e Provvidenza prevede un
futuro roseo per quest'uomo, prevede fama e gloria, grazie alle quali
Juan supererà i suoi predecessori.
Conclusa la profezia di Provvidenza, l'autore si rivolge in modo diretto a
Juan II e lo esorta ad agire e comportarsi - nella gestione del regno - in
modo tale da avverare la profezia di Provvidenza.

Il Laberinto de Fortuna è un'opera fortemente politica, che intende


impartire dei modelli morali a cui conformarsi.
E' un'opera profondamente etica, mossa da un'etica civile profonda, ed
è un'esortazione morale a Juan II.

Come viene veicolata quest'esortazione?


Viene veicolata con tutta una serie di esempi - desunti dall'Antichità e
dalla contemporaneità.
I due valori principali a cui Juan II deve aderire sono l'abilità militare e di
governo.
Il destinatario preciso è l'aristocrazia in quanto quest'ultima è deputata
a ricoprire queste funzioni.
L'intento di Juan de Mena è significativo, perchè non è semplicemente
di tipo artistico, ma è una volontà di incidere sulla realtà politica del
tempo.
A questa visione si aggiunge anche quella di un sovrano debole, che
necessita di qualcuno che lo accompagni durante questo percorso che
fatica a seguire nel modo in cui dovrebbe.
Quest'insegnamento politico impartito da Juan de Mena per Juan II
segue due binari differenti:
- La risoluzione delle conflittualità interne
- Non deve trascurare il progetto di Reconquista

Juan de Mena intende inquadrare la fortuna e la sua volubilità


all'interno del disegno divino operato dalla Provvidenza.
Intende quindi subordinare la fortuna alla Provvidenza: è questa la sua
idea centrale all'interno dell'opera.
Questo suo percorso viene ravvisato dalla critica la quale lo divide in 3
momenti:
- ordine iniziale
- frattura
- ricomposizione

Le fonti:
Si può individuare una sorta di triade che fa da riferimento, formata da
Virgilio, Ovidio e Lucano.
Questi tre autori sono molto presenti.
Virgilio è presente nell'intera produzione dall'Eneide alle bucoliche
Ovidio con la metamorfosi - una fonte ricchissima di personaggi
mitologici che vengono attinti da Juan de Mena
Lucano, autore della Farsalia - con il quale Juan de Mena ha un rapporto
privilegiato; sono entrambi originari di Cordova.

Gli studiosi sono riusciti ad individuare un intermediario rappresentato


dalla General Estoria (Alfonso X).
La G.E è la fonte a cui Juan De Mena attinge le diverse vicende delle
metamorfosi.
La critica ha riflettuto anche sulla presenza dell'opera dantesca:
l'impianto fortemente allegorico, la presenza del viaggio, di una guida.
Gran parte della critica ha ravvisato un enorme influsso di Dante in un
primo momento; poi è stata smentita dal fatto che quest'impianto
allegorico accomuna molte opere medievali ed è stata quindi ascritta ad
una tradizione, piuttosto che alla Commedia.
Il rapporto che più si ritiene abbia legato queste due opere è
determinato dalla presenza di tre componenti:
- tragedia
- satira
- commedia
La tragedia la si legge negli esempi imponenti che provengono dal
passato.
La satira è ravvisabile in Juan de Mena quando vuole incidere sulla
realtà morale del tempo, di apportare esempi e invettive contro vizi e
virtù.
La commedia inteso come finale positivo, perché Provvidenza prevede
un futuro roseo per Juan II.
Analisi dell'opera:
Apostrofe a Juan II:
Prepotente: latinismo - che sta per più potente.
Al molto potente Juan II, con il quale Giove ebbe tale zelo da affidargli
nel mondo la stessa parte che per lui stesso riservò.
Al grande re di Spagna, al nuovo Cesare, a colui che con Fortuna è
infortunato, che racchiude in sé virtù e potere, a lui ci inginocchiamo.

Apostroge alla fortuna:


I tuoi casi fallaci, cantiamo; situazioni, stati in cui le persone si trovano,
le certezze che la fortuna dona sono pochissime e anche coloro che
nella tua ruota lamentosi vengono catturati.
Fino al tempo attuale arriveremo, dai fatti passati la mia prenna

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