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UNO DEGLI ASPETTI PIÙ IMPORTANTI È CHE LA FILOLOGIA SU BASA SU UN APPROCCIO

COMPARATO
Come mai nell’area galloromanza troviamo i primi esempi di opere in volgare?
La Francia è la prima a vivere un forte sistema feudale, si sviluppano i castelli, le corti, centri sia
politici che culturali in cui giullari narravano le gesta di eroi: ecco perché la Francia è la prima ad
avere opera in volgare, perché ha incoraggiato la trasmissione di questi fenomeni.
La Francia, con Carlo Magno, è la prima ad incoraggiare fenomeni culturali .
La Spagna era concentrata sulla Reconquista e importava opere dal resto d’Europa.
Nulla impediva la diffusione di opere in aree diverse, ad esempio Gonzalo de Berceo fa riferimento
a Carlo Magno. Anche Tristano e Isotta viene tradotto in toscano, non per forza è solo francese.
Ecco perché si parla di letteratura romanza comparata.
AREA FRANCESE
La poesia lirica, trovatori, trovieri.
La lirica amorosa si iscrive all’interno di una condizione paradossale: il poeta deve amare una
donna che non può corrispondere il suo amore. Anche qui l’area della Francia meridionale di un
tempo non possiamo considerarla come l’odierna: la produzione lirica si diffonde fino a Barcellona
e poi in tutta l’Europa.
Si sviluppa anche la lirica dei trovieri che recuperano la lirica meridionale però con meno ricchezza.
Nel periodo dell’XI secolo inizia l’epica. La Chanson de Geste, testi che venivano recitati da un
giullare con accompagnamento musicale. I testi epici sono in versi di lasse assonanzate, sistema in
versi in numero variabile, assonanzata perché si basa sull’assonanza.
L’epica più tarda del 13º e XIV secolo, dopodiché non si produce più epica perché entrò in crisi il
sistema feudale e perché sopraggiunge il romanzo, ma ciò non significa che scompaia del tutto
l’epica, all’inizio i romanzi venivano scritti in lasse assonanzate, ad esempio le Roman de Thebe, le
Roman de Brut ecc.
Nasce il romanzo. Bèrouk, Thomas, leggenda tristaniana in prosa. Non più lasse assonanzate ma
coppie diversi ottosillabi a rima baciata.
Fino ad arrivare a Chretien de Troyes, colui che mi mette il romanzo Arturiano in Europa, in Italia.
Tra i suoi romanzi più importanti: Erec et Enide, Le Chavalier à la Charrette e Perceval (Quest’ultimo
non viene completato, rimane fermo al momento dell’inizio della “queste du Graal, ciò da vita a
diverse continuazioni, come quella di Beltran de Born, Che non scrive più inversi ma in prosa).
Accanto a questa produzione arturiana, si accosta la produzione allegorica, con il Roman de la Rose
(da cui Dante prende ispirazione per la sua opera).
AREA IBERICA:
La lirica delle origini: alla base della prima produzione c’è quasi sempre la lirica.
Tutta la letteratura romanza ha per base l’oralità, ma alla base di quest’oralità non testimoniata
possiamo studiare solo quello che è stato trascritto, si inizia a trascrivere perché si capisce che era
un patrimonio comune che non doveva essere dimenticato.
Le prime testimonianze in lingua spagnola sono le jarchas: scritti in lingue romanze ai piedi delle
muwassahat.
Nella parte settentrionale si sviluppano le cantigas galego-portoghese
Parallelamente si sviluppa l’epica, come il Cantar de mio Cid, l’unico testo che ci è pervenuto per
intero, di altri poemi abbiamo dei frammenti. Egli viene accusato di essersi indebitamente
apporopriato di ricchezze anziché darle al re, e alcuni detrattori lo hanno denunciato al re.
Anche cronache storiche: Los siete infantes de Lara o de Sala.
A partire dal XIII sec emerge Alfonso X el Sabio, uomo illuminato. Una buona parte della Spagna è
stata riconquistata. Lui capisce che a livello culturale utilizzare la lingua castigliana può essere una
buona mossa politica e così promulga una legge in cui ordina che tutti devono utilizzare il
castellano derecho (corretto) e crea delle leggi scritte in castellano (se tutti usano la stessa lingua
c’è un maggiore senso politico e di unione). Compressenza di castigliano, ebrei e musulmani (corte
inclusiva)Fa pubblicare le cronache storiche. Si serve della conoscenza araba per trattati di
alchimia, matematica, agricoltura, astronomia che hanno arricchito il sapere occidentale.
Mester de clerecia. Adozione della cuaderna via (strofe di 4 versi con rima baciata )
Importante Gonzalo de Berceo. Importanti el libro de apolonio, romanzo che racconta la storia di
apollonio di tiro ed è la messa in prosa di un testo latino. Libro de alexandre, messa in romanzo
delle avventure di Alessandro Magno (va dove agli uomini non era concesso andare: paradiso
terrestre tra i fiumi Tigri ed Eufrati).
Juan manuel, el Conde Lucanor (il Boccaccio spagnolo)
Juan ruiz, el Libro de buen amor

LA NARRATIVA BREVE OCCIDENTALE


Se la novella è una delle tipologie di narrativa breve, ci sono altre forme di narrativa breve come
exemplum, fabliaux, lai, dits. Questi generi hanno in comune la brevitas, che consente di
riconoscere e catalogare i testi.
La novella è un’ invenzione prettamente medievale, inventata da Boccaccio, prima di Boccaccio
non c’è novella. Studieremo poi il processo di formazione della novella.
1. NARRATIO APERTA: lo scopo è docere, si cerca di eliminare ognu oscurità del discorso,
comprensibilità di ciò che si racconta
2. NARRATIO PROBABILIS: lo scopo è movere, attraverso la persuasione si vuole convincere il
pubblico sulla verità del fatto narrato (reale e fittizio)
3. NARRATIO BREVIS: chiusa, cioè sintetica e quindi autosufficiente e breve. La sua
comprensione è immediata.
La Retorica Herennium, che è un manuale di retorica usato dai latini, parla della narratio brevis. Tre
cose deve avere il racconto: brevità, verosimiglianza e chiarezza.
-Brevitas: essere sintetica e non analitica, quindi deve avere comprensione immediata. Quantità
(fatto misurabile) ma soprattutto una qualità (durata interiore)
-Veritas: l'atto stesso di raccontare. Il senso comunicato è indicato o facilmente estraibile dal testo
-Linearità: l’azione narrativa segue una progressione lineare, non spezzata. La fine non lascia
niente di irrisolto
-Delectatio: divertire, intrattenere il pubblico.

IL RACCONTO AGIOGRAFICO procede dalla tradizione mediolatina e raccontava la vita del santo,
per esaltare la sua virtù e per renderla un modello. Veniva raccontato dai frati mendicanti nei
villaggi.
Differenza tra passiones e vitae sanctorum. L'imitatio Christi, che è la definizione più vera di santità,
si può svolgere in due modi: se il santo imita la morte di Cristo, abbiamo la passio; se invece imita
la sua attività abbiamo la vita.
Un sottotipo delle Vitae Sanctorum possono essere considerate le Vitae Patrum.
– Vitae patrum, romanzo redatto tra l’undicesimo e dodicesimo secolo. Gli eroi di queste
narrazioni sono gli anacoreti, quegli uomini e quelle donne che a partire dal III secolo
cominciarono ad abitare deserti dell’Egitto, della Siria e della Palestina, per potere in tal
modo sfuggire ai pericoli della vita mondana. Il più delle volte queste persone scappano
dalla vita urbana e vanno nel deserto per purificarsi dai loro peccati. Quando tornano nella
vita urbana compiono dei miracoli. I modelli di questa letteratura agiografica sono greci. Il
primo autore latino a trattare queste avventure spirituali è San Girolamo.
– Miraculum, racconto che illustra narrativamente un mistero della fede cristiana. Se abbinati
alle passio, hanno il compito di mostrare la verità; se abbinati alla vita hanno il compito di
rivelare il livello di eccezionalità nel servizio divino raggiunto dal santo.
– Legendae novae: nascono nell'XIII sec. Grazie ai leggendari, inventari in cui venivano
raggruppate le compilazioni del patrimonio agiografico. La loro caratteristica è quella di
esibire il nome dell'autore e si presentano come dei libri, opere omogenee. Tra questi
ricordiamo i più importanti:
– Speculum Historiale di Vincenzo di Beauvais. Cioè specchio delle storie, il titolo ci fa capire
che il punto rilevante per il lettore è che l'opera deve essere uno specchio, ci si deve poter
specchiare (riscontrare la realtà)
– Legenda aurea di Jacopo da Varazze (1260), grandissima raccolta di vita di santi, dall'alto
valore morale.

IL RACCONTO ESEMEPLARE
EXEMPLUM. Raccolte di esempi nei secoli 13º e 14º, grandi enciclopedie del vissuto e del parlato,
da consultare ogni volta che l’utente si trova in situazioni analoghe a quelle sottintese al racconto
esemplare. Raccolta perlopiù di facta (vita morte e miracoli) e dicta (sentenze) a fini moralistici,
usate prevalentemente dei monaci: prediche , omelie. (Anche il racconto agiografico aveva dicta e
facta). L’accesso all’exemplum avviene collettivamente e pubblicamente. I veicoli privilegiati della
sua diffusione sono infatti l’omelia, la predica.
Le Raccolte sono redatte in latino, ma l’occupazione principale dei francescani e dei domenicani
(ordini mendicanti) è nella predicazione della parola di Cristo al popolo nella lingua del popolo.
L’attività predicatoria in volgare è quella che dà vita all’exemplum nella sua oralità, pertanto quasi
totalmente perduta da noi. L’esempio è qualcosa che rimane di più nella memoria. Abbiamo
conservate dele registrazioni, reportationes , che forniscono un breve resoconto del materiale
narrativo utilizzato e servivano ai predicatori futuri, non si sostituivano alla predica.
Esempio: aneddoto riferito da Umberto di Romans: plus exempla quan verba movent. Egli capisce
che non tutti i predicatori sono in grado di raccontare e dovrebbero esimersi dal narrare exempla.
Per quano riguarda il pubblico, egli dice che gli exempla vanno rivolti al popolo, ai cristiani
ordinari.Umberto individua i tratti distintivi dell’ exemplum:
Autoritas= Fonte autorevole: come dice Sant’Agostino , come dice la Bibbia ecc ecc. riferimento a
qualcosa degno di essere imitato.
Brevitas= il racconto deve essere breve, funzionalizzato a un insegnamento dottrinale che va
espresso in modo chiaro e preciso, quindi eliminare gli elementi inutili.
Veritas= il racconto deve essere dato come veridico, persuasione del pubblico che ascolta
Delectatio= nel discorso dottrinale bisogna intercalare gli exempla per dilettare, aggiunta di
elementi comici.
Nella composizione dell' exemplum appaiono fondamentali:
La narratio = fa riferimento al fatto o al detto memorabile che funge da paradigma accaduto a un
uomo degno di essere imitato.
Il sensus = sviluppa la lezione che si estrae dalla narratio, all'inizio o alla fine de racconto.
Tra i due c’è un rapporto di imitabile a imitato, di occorrenza e norma. L’exemplum costituisce la
nuova norma. Il Sensus progressivamente si spoglia del carattere spirituale dottrinario per
diventare mondano e artistico, si finisce per ricercare solo la bella parola o il bel motto; ciò
comporta un processo di letterarizzazione―> ecco che nasce la novella di Boccaccio.
Ars narrandi: unica ragione de racconto.

COLLEZIONI DI EXEMPLA NEL MEDIOEVO:


-Liber Exemplorum ad usum praedicantium (libro degli esempi ad uso dei predicatori, quindi
esempi scritti e usati da predicatori) fine secolo XIII.

- Tabula exemplorum secundum ordinem alphabeti : contiene exempla che vengono organizzati per
ordine alfabetico, importante perchè ci fa capire le modalità con cui i testi vengono
raccolti/organizzati. Qua si aderisce ad un criterio, quello alfabetico, pratico e funzionale, cosi il
predicatore trova subito la predica che deve fare.

- Speculum laicorum: exempla inseriti in maniera disordinata senza criterio. Fine secolo XIII

- Disciplina Clericalis, Petrus Alphonsi (inizi del secolo XII): il padre, sentendo prossima la morte,
racconta al figlio una serie di exempla con lo scopo di amministrargli quelle regole di
comportamento che lo dovranno accompagnare per tutta la sua esistenza

- Alphabetum narratiorum, Arnoldo da Liegi: anche qui il titolo ci suggerisce il criterio di


organizzazione in ordine alfabetico. (Inizio secolo XIV)

- Gesta Romanorum: composto in Inghilterra verso il 1340, raccolta di esempi di origine classica ma
anche orientale.

IL RACCONTO IN FRANCIA
La narratif bref si afferma in Francia alla fine del XII sec. Come risposta a forme narrative tipo
l'epica e il romanzo cortese. Racconti oitanici: lingua d'oil.
I LAIS (XII sec.)
Importanti i Lais, primo esempio di narrativa profa, sono testi scritti per intrattenere. Scritti in versi
ottosillabi a rima baciata. Sono corte, non vanno oltre i 500-800 versi e molti sono anonimi.
La parola lai sembrerebbe provenire dal celtico laid: canto, una composizione musicale eseguita
con l'arpa o la viola. L diffusone del lai fu molto ristretta, ce ne sono pervenuti meno di quaranta
esemplari.
Uno di questi lais porta il nome di Maria di Francia e non sappiamo bene chi fosse, ma è una donna
che scrive tra 12-13 sec (cosa molto singolare visto che le donne erano istruite ma non tanto da
avere la capacità di scrivere in versi). “Marie”: allusione alla madre di Cristo.
Molto importante il Prologo che l'autrice ha premesso nella sua raccolta: chi possiede scienza ed
eloquenza deve metterli a frutto.
Lai è fabula, affonda le sue radici nelle res gestae, nel mito, basandosi non sui facta ma sui ficta.
In questi racconti c’è la presenza dell’elemento mitico-folkorico, da una parte legato al mondo
bretone da cui si prende la mitologia, viene citato re Artù , si evoca il mondo dei cavalieri, il servizio
e l’amore per la dama. Destinatio privilegiato dei Lais è il re.
Tre tappe nel processo di formazione del lai:
1. All'origine c'è l'aventure, l'evento straordinario e meraviglioso vissuto da un chevalier, sarà
lui stesso, una volta ritornato a corte, a raccontare la sua avventura nella foresta
2. La reazione immediata degli ascoltatori e il bisogno di serbarne memoria, di affidarla ai
fabulatores professionisti
3. La reazione artistica mediata e riflessa. La scrittura che sostituisce l'oralità e l'avventura
Elementi che fanno dei Lais di Maria una raccolta unitaria:
a. Tutti gli eventi si svolgono dentro i confini della Bretagna
b. Tema fondamentale e unico dei lais è l'amore, che serve da vettore per l'avventura
c. L'applicazione della brevitas, Maria racconta una sola avventura da cui offre il senso globale.
I FABLIAUX (XIII sec.)
Nuovo genere letterario di origine solo comica. La parola deriva etimologicamente da fabula, ma è
diverso dalla fabula latina. Fabliaux si intende per racconto sagace, divertente.
Questi componimenti, per lo più anonimi, ricorrono ai versi ottosillabi a rima baciata, stesso metro
d'impiego di tutta la produzione oitanica. Ne sono stati pervenuti circa 130.\
Il mondo dei fabliaux è diverso da quello dei lai, nei lai si attinge dal mondo bretone mentre qui
emerge la quotidianità.
I protagonisti di questi racconti sono cavalieri e dame ma anche contadini, preti e mercanti. Il
villano e il borghese prendono il posto del re. La donna diventa il serbatoio di tutti i vizi.
Si parte da situazioni quotidiane che permettono lo sviluppo di varie vicende, anche i personaggi
vengono presentati nei loro tratti più tipici.
Elemento tematico privilegiato è il triangolo amoroso: marito cornuto, la moglie che lo cornifica col
prete o con lo studente . Spesso questi romanzi che hanno come protagonista queste donne
intraprendenti e presentano poi un giudizio da parte dello scrittore che condanna il
comportamento della donna.
Importante favola per la formazione del fabliaux è Le Roman de Renart. È la storia di una volpe che
sta all'interno della corte del re e vive una serie di avventure che supera mettendo in atto la sua
furbizia e astuzia, cioè sulla manipolazione della realtà attraverso la lingua. Esaltazione della
parola.
Non è un testo unico, è diviso i 26 episodi, branches.
Condensazione narrativa: elaborazione di un nucleo diegetico, una sola avventura, diviso in inizio-
sviluppo-fine.
La brevitas è qualitativa, tutta la narrazione ruota intorno a un episodio.
Questa apertura tematica a situazioni della quotidianità consente agli scrittori dei fabliaux di
ricorrere a ironia e parodia.
Ovviamente non parliamo di realismo totale, semplicemente rispetto ai lais è più realistico ma
sempre da intendere come recupero di quotidianità e fatti della vita di ogni giorno.

I RACCONTI NELLA PENISOLA IBERICA


La prima affermazione di narratio brevis in Spagna risale al Duecento, ed è di ispirazione
agiografica. La tradizione agiografica castigliana scopre subito la figura di un autentico poeta:
-Gonzalo de Berceo con la sua opera I Milagros de Nuestra Senora; egli usa la quartina monorima
alessandrini tipica del mester de clerecia. Tre protagonisti: prete, vescovo e Vergine. Scopo:
ricordare che la Vergine aiuta sempre i suoi fedeli, non li lascia mai soli.
-Juan Manuel, nipote di Alfonso X, ha ereditato la prosa. La sua opera più importante è il Conde
Lucanor, 51 enxiemplos in prosa. Un maestro, Patronio, elargisce il suo insegnamento al suo
discepolo, il Conde Lucanor, desideroso di acquistare la sapientia. Da scriptor, egli diventerà autor.
-Juan Ruiz, Arciprete di Hita, ha scritto il Libro de buen amor, appartenente al mester de clerecia.
Strofe in cuaderna via, precedute da un prologo in prosa. Aternanza di registri, generi letterari,
confusione di stili.
IL RACCONTO FUORI DELLA CASTIGLIA
-Alfonso X il sabo, uomo illuminato, promotore di grandi attività culturali e cultore di poesia che
redige non in castigliano ma in galego-portoghese. La sua raccolta è Cantigas de Santa Maria, uno
dei capolavori della letteratura porgtoghese medievale. Si tratta di 427 composizioi in una grande
varietà di schemi metrici, provviste di ritornelli. Alcune cantigas sono in lode alla Vergine, un gran
numero di esse racconta dei miracoli e quindi rientra nel genere agiografico.

RACCONTI ORIENTALI
Frutto dell’importazione, vengono dall’oriente. La Spagna costituisce il tramite più importante della
trasmigrazione europea dei racconti orientali organizzati in cornice. Arrivano dall'oriente grazie agli
arabi che hanno influenzato Spagna e Sicilia (terre di frontiera) grazie al loro stanziamento. Con
Oriente si intende l’universo arabo, indiano e persiano. Es: mille e una notte, insieme di tanti testi
provenienti da india persia ecc.
Perché l’occidente ha accettato i testi provenienti dal mondo arabo? L’interesse scaturisce dal fatto
che questi testi non sono poi tanto diversi dagli exempla che già circolavano, quindi si riconosce
una similitudine. Gli exempla, così come le storie della mille e una notte avevano una
morale/insegnamento estraibile. Di conseguenza c’è la curiosità di apprendere nuove storie
provenienti da altri paesi ma che comunque sono simili.
Sicilia e Spagna, aree di tramite, accolgono tutto questo materiale, con Federico II (1149-1250) e
Alfonso el Sabio (1221-1284) i quali promuovono studi e traduzioni.
Nelle loro corti convivevano varie culture : arabi, cristiani, ebrei e questo promuove l’osmosi della
conoscenza.
I TESTI tradotti dall'arabo al castigliano:
– Disciplina Clericalis, prima opera del genere, scritta da Paolo Alfonsi in Spagna agli inizi del
XII sec.
– Calila e Dimna (metà XIII sec.)
– Sendebar (metà XIII sec.)
– Barlaam e Josaphat

DISCIPLINA CLERICALIS: redatto fine XII.


L’opera è un perfetto esempio del crocevia culturale. L'autore elenca le fonti alle quali ha attinto
per dare vita all’opera: la materia classica (tradizione greca e latina), narrativa breve araba, uccelli e
animali (con riferimento a Calila e Dimna, i protagonisti sono animali) e anche la tradizione biblica.
(compose il mio livello, parte dei proverbi dei filosofi e dei loro insegnamenti, parte dei proverbi e
consigli arabi, e di favole diversi e parte servendomi delle comparazioni con uccelli e animali)
Prologo. Se l’uomo si comportasse in maniera egregia sarebbe perfetto, ma siccome così non è va
educato.
Disicplina: insegnamento, correzione.
Clericalis: colui che sa leggere e scrivere, colui che sa di voler apprendere, desideroso di
apprendere.
Nell' opera troviamo detti, proverbi, racconti, versi, raggruppati da una cornice raccontata: maestro
fornisce narrazioni con profondo senso morale al suo discepolo (sono un padre e un figlio),
attraverso queste narrazioni si ha la trasmissione del sapere. In tutto sono 34
racconti+cornice+morale
IL SENDEBAR
Prima opera tradotta dall’arabo allo spagnolo. È un testo che conosce una diffusione europea
spaventosa, ci sono versioni in tutte le lingue.
I testi conservati (non della traduzione castigliana) si dividono in due filoni diversi: ramo orientale e
ramo occidentale (differenza di contenuto)
Orientale: presenta quei testi tradotti in lingue orientali, il ramo presenta una sua omogeneità data
dal fatto che i testi contengono gli stessi racconti. C’è un solo maestro, viene mantenuto un certo
gusto orientale, forma molto prossima ai trattati sapienziali e ai libri che formano alla vita di corte.
Occidentale: presenta delle discrepanze rispetto all’altro ramo. Ci sono sette maestri (Liber septem
sapientibus, versione latina del secolo 12 di Giovanni Alta Silva). Eliminazione di qualsiasi
riferimento al mondo orientale, preoccupazioni più vicina al cristianesimo. Versione più vicina ai
manuali di predicazione, linea più misogino.
Storia del Sendebar: raccolta di racconti che prevede un ampia e articolata cornice narrativa, che
cambia a seconda della versione occidentale o orientale.
Un re aveva tante mogli e con una di queste avrà un figlio, suo diretto erede. Chiama dei sapienti x
predire il futuro di questo principe e gli diranno che tutto andrà bene ma poi ci sarà un pericolo.
Viene fatto educare da 7 sapienti, in un'altra versione solo da uno che è il Sendebar.
Ad un certo punto una favorita del re chiede al re che fine abbia fatto il figlio. Cosi il re chiede al
sendebar di portare il figlio così da costatare se ha davvero imparato.
Il figlio che ormai sa fare tutto legge gli astri che gli predicono che se va a corte andrà incontro a un
pericolo, cosi decide di andare a corte ma di rimanere in silenzio.
La favorita del re lo vede e ne rimane colpita, il re prova a parlare col figlio ma lui non risponde.
Cosi la favorita propone di portarlo nella sua stanza. E così avviene. Nel tentativo di esortarlo a
parlare lei propone di uccidere il re così da diventare re e regina= malvagità delle donne e
problema di ordine politico, la donna sta cercando di sovvertire l'ordine e di mettere padre e figlio
contro. Lui continua a non parlare, cosi lei lo minaccia dicendo che avrebbe urlato inventandosi che
l'aveva violentata. Lui rimane zitto e lei inizia a urlare.
Il re lo condanna immediatamente a morte. A quel punto sendebar chiama gli altri sapienti e li
avvisa del pericolo. Il primo sapiente dice al re che ha sbagliato a comportarsi cosi con il figlio
perché mosso dalla rabbia come è successo a......e parte il racconto. Fine: il principe racconta la
verità e la moglie del re verrà bandita.
Il Sendebar castigliano deriva dal ramo orientale.
STRUTTURA: tre ampli piani narrativi.
- Cornice narrativa iniziale.
- Disputa esemplare tra i sette consiglieri e la moglie del re.
- Cornice narrativa finale.
L’opera contiene 18 racconti, di cui sette hanno un tema comune con i racconti delle Mille e una
notte.
CALILA E DIMNA
Tradotta intorno al 1260. Nell'introduzione si dice: qui termina il libro di Calila e Dimna, che fu
tradotto dall’arabo al latino, e messa in romanzo per ordine del principe Don Alfonso.
Tra il 1273 e il 1305 viene ritradotta in latino da Giovanni di Capua.
Struttura complessa: la cornice è dialogata e non narrativa; la cornice dialogata presenta due
personaggi che parlano tra di loro, quella narrativa racconta una storia. Qua ci sono un re e un
filosofo, il re chiede una storia al filosofo.
Struttura a scatola cinese, cioè un racconto: ha una struttura più complessa con più cornici
narrative; e racconti di racconti (racconti che sono delle cornici)
Qual è stato il percorso dell’opera?
L’opera ha origine indiana: Panchatantra (intorno al 300 d.C)
Traduzione in Palevi (intorno al 570)
Traduzione in siriaco
Ibn al-Muqaffa traduce l’opera in arabo (VII secolo)
-Versione in lingua castigliana: questa versione riprende i temi e i motivi del testo arabo:
Modello di corte
Definizione del re
Valore del consiglio
Importanza del sapere.

DONCELLA TEODOR
Giunge in Occidente al tempo in cui arrivano i vari trattati sapienziali e le raccolte di racconti arabi.
Si conservano due versioni arabe della fine del XII secolo, inizio XIII dalle quali deriverebbero la
traduzione spagnola (fine XIII secolo). Opera che ha goduto di molta fortuna (nel XV secolo si
stampavano ancora delle copie dell'opera). Le versioni arabe sono già diverse dalla versione
presente nel Mille e una Notte.
Lo scheletro narrativo è però sempre lo stesso:
1. Un signore raffinato e colto compra la donzella che poi educherà
2. Disputa tra la donzella e alcuni sapienti in un ambiente di corte, dinanzi la presenza del re
3. Vittoria della donzella che assicura solidi guadagni al suo signore

LA NOVELLA
Novella: narrazione breve.
La novella è il punto d'approdo di tutti i vari generi che compongono la narrativa medievale.
I Tratti distintivi presenta nella legenda, nell'exemplus, nel fabliau, trovano nella novella la loro
realizzazione più completa. La novella tende a valorizzare la vita quotidiana; le città divemtano il
fulcro della vita.
Novella deriva da novas, novità. Qualcosa che nessuno conosce. Novellare significa dire qualcosa
che non si è detto prima o che chi ascolta non sa, quindi dare una notizia nuova.
Tratti della narrativa breve nella novella:
1. BREVITAS
2. LINEARITA' del racconto
3. DELECTATIO
4. VERITAS
LA NARRATIVA BREVE IN ITALIA (tra '200 e '400)
La novella italiana è in prosa; il pubblico è raffinato ed evoluto. Le novelle si collocano nella vita
quotidiana, sono lo specchio della borghesia comunale. (laicizzazione della vita quotidiana)
Opere: Novellino e Decameron
Il successo inaspettato del decameron tende a convogliare l attenzione su questo tipo di narrativa
breve, cioè la novella. (coesisteva con gli altri generi)
Il modello decameroniano esplode poi con i novellieri del 500 e diventa famoso dappertutto.
Quali sono le differenze tra novella e racconto esemplare (exemplum)? (La novella è più lunga)
Boccaccio è un gran lettore di testi, ma non inventa nulla, la sua capacità inventiva consiste nella
riscrittura dei testi, li riscrive in un modo tale che sembrano nuovi.
Come fonte del decameron ci sono exempla, lais, fabliaux, racconti di tradizione orientale (calila e
dimna, sendebar). Boccaccio non fa una traduzione, bensì riscrive in maniera autonoma
conferendo la veste di novella.
La brevitas dell'exemplum non è quantitativa (quanto impiego a leggerlo) ma qualitativa;i
l'exemplum si spoglia di una serie di elementi decorativi che non sono necessari; l'obiettivo è avere
l'insegnamento morale.
La novella mantiene questo senso di brevitas qualitativa, ma si arricchisce di alcuni elementi, tipo
chi è il personaggio dove vive cosa fa, anche brevi descrizioni fisiche. Così la narrazione si allarga,
ma non viene meno alla brevitas.

-Conti morali: XII sec. Punto di incontro tra agiografia e exemplum. Il titolo ci suggerisce che sono
racconti di contenuto morale. “conti” raccontare, viene dal latino comptus, cioè enumerare. Quindi
il racconto è sostanzialmente una sorta di enumerazione di eventi.
-Libro dei sette savi: fine XIII sec. Cioè il sendebar nella sua versione italiana; volgarizzamento
toscano di un'opera tradotta dall'arabo in latino e dall'arabo in francese.
-Fiori e vita di filosofi e di altri savi e di imperatori: rielaborazione dello Speculum Histariae. Fiori ci
da l idea di collezione di testi, l elemento che li unisce è la vita di queste tre figure, che sono
esemplari. Si racconta la vita ma non tutta, solo gli episodi salienti che devono fungere da specchio,
il fruitore deve coglierne l insegnamento.
IL NOVELLINO (anonimo, del XIII sec)
ネ il primo tentativo di raccolta di novelle, anche se alcune sono di 8 righe. Non presenta una
cornice narrativa, il che ci fa pensare che l'opera viene confezionata posteriormente e che le
novelle venivano trasmesse oralmente. Primo libro novellistico della letteratura italiana.
Il titolo proviene da un'espressione di Giovanni Della Casa.
Alcuni hanno come tema la saggezza, magnanimità dei nobili, motti arguti di persone borghesi.
Obiettivo dell'opera: divertire, educare intrattenendo piacevolmente. L'obiettivo primario del testo
è di insegnare a parlare, nel denso di riuscire a capire quando dare determinate risposte. Se si
parla di deve fare nel modo più cortese possibile. (Nel medioevo era importantissimo, si insegna a
parlare).
Eliminazione di qualsiasi intento morale religioso.
Il prologo ha due finalità
1. Indicare in sintesi i tempi ai quali l'opera è dedicata
2. Definire il proprio pubblico specifico
L'opera narra episodi utili alla formazione e all'educazione della nuova borghesia. Dapprima sono
narrate le avventure di re e cavalieri, di filosofi e uomini di corte, nella parte finale trovano spazio
le storie di mercanti e popolani.
IL DECAMERON (1349-1351)
La più compiuta realizzazione dei generi che abbiamo osservato è il Decameron di Giovanni
Boccaccio, sintesi del passato e modello per i novellieri successivi. Per Boccaccio la novella
appartiene ai generi alti. La novella non nasce con il decameron ma è con quest'opera che si assiste
alla fondazione teorica del genere. Boccaccio impiega consapevolmente il termine novella.
Presenza di temi e motivi cari alle nuove classi emergenti. Si tratta di 100 racconti di 3 uomini e 7
donne che scappano da Firenze per sfuggire alla peste. Destinatario prediletto: donne
TEMI
1. libero
2. il potere della fortuna e avventure con finali felici
3. il potere dell'intelligenza
4. amori infelici
5. amori felici
6. risposte pronte
7. inganni ai mariti
8. altri inganni
9. libero
10. esempi di nobiltà d'animo
IL PETO DEL VILLANO
L'incipit del racconto è diverso rispetto a quello della novella perchè on ci sono nome e dettagli del
personaggio, anche se si parte da una questione seria morale.
Quella gioia: paradiso. Carità senno, bontà, verità, pietà, virtù. Gli esce l'anima dal culo perché il
diavolo nell'immaginario medievale era tutto l'opposto del religioso, era blasfemo e funzionava
tutto sotto e sopra. Ruteneuf era un autorevolissimo scrittore del 13 secolo.
Non sappiamo nulla del villano se non la sua condizione sociale, che è comunque fondamentale
per capire il testo.

LA BORGHESE D'ORLEANS
Il lemma borghese c'è ma non lo possiamo utilizzare con il significato che noi diamo alla borghesia
oggi. Erano coloro che etimologicamente vivevano nei borghi.
C'è una voce che racconta e un pubblico ascolta; tipo di letteratura che privilegia il canale orale.
I fabliaux tendono a seguire sempre lo stesso modello: all'inizio si forniscono delle coordinate
informative sul personaggio, affinché il fruitore possa immaginare e averne un 段 dea. (Stessa
modalità della novella)
All'inizio Siamo in una perfetta situazione di ipotetico triangolo amoroso: marito, chierico, moglie.
Non si fanno i nomi, perché per dare universalità alla storia e quindi usare dei tipi, stereotipi. Ad
esempio, del borghese si dice che è avaro, il che è un tratto tipico del borghese, è uno stereotipo.
A volte può darsi che il nome appaia dopo (retardatio nomis).
Dopo abbiamo la certezza delle corna: lei gli si concesse.
Tipico del linguaggio medievale “amica” che nel medioevo significa moglie, amante, sorella.
Donna onesta: la casa diventa il simbolo della virtù quindi significa comportati bene, non tradirmi.
Il racconto mette in evidenza la furbizia delle donne, perché la borghese si accorge del tranello del
marito.
Verso 85: si intromette la voce dell'autore, e avvisa il lettore che sta per succedere qualcosa.
La donna fa finta di nulla.
Le lenzuola si mettevano per scopare.
Scena clou: il testo in realtà non è cosi esplicito, perché è tutto allusivo, si fa riferimento a qualcosa
senza dirlo. È un linguaggio tabuizzato e si parla per metafore o allusioni.
Rientra nella narratio brevis, perché c'è solo un'azione, si eliminano elementi superflui, si vuole
andare al punto finale. Narratio brevis Qualitativa: la natura stessa del racconto, la sostanza del
narrato.
Aspetto verbale: alternanza fra presente e passato. Passato nel narrato e presente nella voce
dell'autore.
Dialogicità:c'è predominanza di discorso indiretto, che accorcia il racconto.
RACCONTO 1: LEO-SENDEBAR
Tratto dal Sendebar nella sua versione castigliana della metà del XIII secolo.
Anche questa è una situazione di triangolo amoroso: Marito, moglie e re.
Il re si specchia nel libro, perché un suo pari ha emesso le sentenze. Perché il marito ha paura del
re? Perché il re è indiscutibile.
Esempio al re che se ha qualcosa da capire lo capirà: atteggiamento allusivo, perché non gli si può
parlare direttamente.
Il re del sendebar, con quale di questi personaggi si deve confrontare? Nel marito. Perché prima di
giudicare bisogna scoprire la verità e perché le cose al re si dicono in maniera sfumata, quindi fa l
esempio di un marito, stesso marito che nel racconto x parlare con il re utilizzerà una metafora
allusiva.
LE MILLE E UNA NOTTE
Si conoscono in Europa dal '700, quando Antoine Guallan torna dai paesi arabi e traduce il testo in
francese.
Siamo all'interno di un triangolo amoroso. Abbiamo un re, un ministro e la moglie del ministro.
Importante il ruolo sociale perché il re è superiore, il ministro e la moglie sono comunque sudditi.
Per ordini del re, il ministro parte. Quando il re va a casa della donna, lei si alza e gli bacia mani e
piedi. Il re quasi immediatamente comunica alla donna il suo interesse, ma lei afferma che per lui
sarebbe solo una concubina, una tra tante.
Lui si siede nel letto e lei gli da un libro sulle massime della letteratura mentre lei cucinava. Il re ,
nel libro trova massime e proverbi su come comportarsi. Il re desiste perché in un primo momento
ha letto un libro, ma la donna non contenta gli manda un altro messaggio attraverso il cibo:
prepara 90 portate di tipologia diversa ma dal sapore unico (esempio: pollo al forno, pollo ripieno,
pollo allo spiedo, ma sempre pollo è) cosi per dire che lui ha 90 concubine ma tutte la stessa cosa
sono, quindi perché va da lei?
L'autore non chiuse qui a narrazione: il re dimentica il suo sigillo sotto il cuscino e il ministro lo
trova e non rivolge la parola ala moglie per un anno.
Saputo l'accaduto, il padre della moglie (visir) va dal re e utilizza un linguaggio metaforico (perché
non si può parlare al re in maniera diretta; metafora del giardino: organo femminile). La metafora
diventa l'elemento portante per lo svelamento del significato del libro.
Il ministro perdona la moglie dopo aver parlato col re e ricomincia ad aver fiducia nella castità della
moglie.
Il racconto si può dividere in due parti: 1. Il re va a trovare la donna ed è il protagonista; 2. la
disputa tra re e ministro.
Nonostante sia un testo orientale, la brevitas viene rispettata, dialoghi ridotti al minimo, elementi
che caratterizzano i personaggi funzionali ai livelli sociali, il fatto che si specifichi che il padre della
moglie è un visir è fondamentale per capire come mai è lui a iniziare a parlare con il re e non il
ministro, il visir è ad un livello ancora più alto. (struttura piramidale dei ruoli sociali).
PRIMA GIORNATA NOVELLA 5
Personaggi: re di Francia, Marchesana e Marchese di Monferrato.
Il titolo della novella ci orienta:
Marchese di Monferrato: uomo di valore che aveva combattuto oltre mare (onorificenze), sposato
con una donna di altissimo valore e di grande bellezza, della quale il re s'innamora. Tutto questo si
racconta di fronte al Re di Francia che si prepara per andare oltremare.
Topos dell'innamoramento del sentito dire: tipico topos letterario, il re si innamora di questa donna
sentendone parlare.
Il re di Francia, invece di imbarcarsi al sud della Francia, vuole passare da Monferrato e imbarcarsi a
Genova, perché avendo sentito che il marchese non è a casa vuole andare a trovare la marchesa.
Il re manda avanti i suoi uomini per avvisarla del suo arrivo e della sua permanenza a casa sua.
Ma la donna, savia e intelligente, capisce che se il marito non c’è, il re vuole andare a trovarla
perché avrà saputo della sua bellezza. Cosi decide di organizzare un banchetto e di cucinare lei.
Si fa portare tutte le galline, prepara cibi diversi ma tutti a base di pollo. Il re arriva, si riposa e dopo
siedono a banchetto. Mangiano insieme a tutti gli altri nobili e disposti secondo l’ordine e il grado
(riscontriamo una certa verticalità sociale, struttura piramidale).
Metafora: Il re chiede se le galline di qua sono tutte senza gallo (nascono solo femmine?) In quel
luogo c'era tanta varietà di selvaggina e il re comincia a chiedersi perché stanno mangiando solo
galline. La marchesana risponde che nella diversità le donne alla fine sono tutte uguali, quindi non
ha motivo di fissarsi con lei “Le femmine sono fatte qui come altrove, pur quanto diverse in virtù e
vestiti”.
Boccaccio adatta la stessa storia che abbiamo già trattato in un contesto culturale molto più vicino
a lui. (moglie del ministro)
Inoltre egli aggiunge dettagli in più, ad esempio il viaggio verso monferrato.
DISCIPINA CLERICALIS
La Discipina Clericalis si caratterizza per rappresentare in particolare gli exempla e le sue
caratteristiche. Piccole sentenze che spingono a riflessioni di ordine moto ampio.
Siamo di fronte ad un testo di narrativa breve, ma di narrativo non c’è nulla: ci sono una serie di
consigli dal padre al figlio che sono piuttosto resi sotto forma di detti (“Figlio, non sia più saggia di
te la formica…”), i quali hanno una finalità moralizzante nascosta dietro uno stile nascosto,
ermetico.
Ad un certo punto il padre dice al figlio “non ti sembri poco avere un solo nemico o troppo avere
mille amici”: la morale è che non bisogna avere mille amici perché questo non è sempre positivo.
Questa complessità di espressione viene resa meglio dal racconto del Mezzo Amico, che si collega
ad una narrazione dopo i detti.
Exemplum del mezzo amico: è la storia di un arabo che parla con suo figlio chiedendogli quanti
amici ha: egli gli dice che ha 100 amici, così il padre gli suggerì di metterli alla prova per vedere
quali sono quelli veri. Nessuno farà quello che il ragazzo spera, quindi il padre aveva ragione;
l’unico che lo sorprende è il “mezzo amico” del padre, il quale lo aiuta subito.
Alla fine del racconto il figlio dà un input al padre per iniziare un’altra storia: narrazione a catena.
Questa narrazione è importante per:
1. Il contenuto: è attuale e la morale universale ci insegna a testare i nostri amici; prima di dire che
una persona è una tua amica devi metterla alla prova per capire effettivamente se lo è.
2. I personaggi sono molto comuni, universali (un uomo, un padre, gli amici, il figlio, è tutto
comune) e questo porta al fatto che è molto facile applicare questa storia a tutti gli avvenimenti; ha
una morale, dei personaggi e delle circostanze del tutto generali e comuni. Per questo avrà una
grande diffusione nel Medioevo europeo.
3. Legami tra i racconti: le sentenze all’inizio sono caratteristiche di genere ed è a partire dall’ultima
sentenza che parte la storia, perché questa dà un input.
INPUT PER L’ANALISI: caratteristiche della brevitas e della narratio brevis (il racconto si esaurisce
alla fine e non ha una prospettiva di continuo).
LAIS
I DUE INNAMORATI
E’ la storia di due innamorati che per amore moriranno; nasce in Normandia e in Normandia i due
innamorati si trovano: nella città di Pistres, il re aveva una figlia (unica) che amava. Molti gli
chiesero di prenderla in sposa, ma il re non voleva cederla a nessuno perché ci teneva troppo
(amore morboso), dato che dopo la morte della moglie non aveva più nessuno accanto.
Quando lui capì che prima o poi avrebbe dovuto farlo, il re decide di far svolgere una prova per
sposare la figlia: chiunque volesse sposarla avrebbe prima dovuto portarla in braccio fino alla cima
del monte accanto presso la città, senza fermarsi mai. La donna rimase quindi a lungo nubile.
Uno degli uomini (sincero, leale, saggio e molto carino) che frequentava la corte si innamorò di lei
e più volte le chiese di essere la sua “amica” (polisemia della parola amica, sia amicizia che amore):
il loro era un amore platonico e segreto ma loro non ce la fanno più, vogliono fare qualcosa.
Tuttavia, non possono sposarsi perché lui non riuscirà a portarla fino a lì ma non possono
nemmeno scappare perché il re morirebbe di dolore.
La soluzione è un filtro che lo avrebbe aiutato a salire il monte: tuttavia, una volta percorso il
cammino lui decide di non prenderlo; riesce lo stesso a salire tutto il monte, ma muore per lo
sforzo. La ragazza, per la sofferenza, morirà lì sul monte.
IL CAPRIFOGLIO
In questa storia si narra di Tristano e Isotta, una delle numerosissime versioni di questa storia che è
molto importante perché testimonia come raccontare una storia dal punto di vista di una lettrice.
Maria di Francia racconta la propria versione dopo aver letto quella originaria.
Tristano amava Isotta, la moglie regina di Re Marco: per questo viene esiliato dal regno e soffrirà
tantissimo per la distanza dalla sua regina (si vedranno di nascosto grazie alla creatività di Tristano
nel travestirsi).
Andò poi in Cornovaglia, troppo sofferente, il regno in cui si trovava la coppia reale: Tristano si
informa con i contadini e scopre che ci sarà un evento a cui parteciperanno entrambi. L’innamorato
gli scrisse che senza di lei non poteva vivere e ne aveva come un caprifoglio che si legava al
nocciòlo: i due sono dipendenti l’uno dall’altra, dal momento che l’uno morirebbe senza l’altro. I
toni sono molto diversi rispetto ai fabliaux (domanda d’esame possibile: differenze ed elementi in
comune tra i due genere).

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