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I testi che verranno analizzati in classe sono presenti in un’antologia che la prof
metterà a disposizione in PDF.
Analisi del testo poetico : competenza di metrica. Prima competenza necessaria è conoscere
rudimenti di metrica.
Costruzione retorico stilistica la retorica. Lo stile è lingua.
Romanzo modernista – 1902 vengono pubblicati una serie di romanzi, rompono con
il canone del romanzo realistico rivoluzione rispetto ai romanzi realisti.
Niebla – Miguel de Unamuno tutto nuovo.
Teatro:
opera di Ramon del Vallen Clan Luces de Bohemia primo genere teatrale creato da lui
(leggere per intero)
I libri, ovvero le opere, andrebbero acquistati: Niebla, Luces de Bohemia, Yerma (Amazon,
Feltrinelli).
Lezione 1
Le Guerre Carliste costituiscono il primo esempio di guerra civile in Spagna, nella spagna
unificata. Nascono da un problema di successione al trono, motivo il fratello del re
Fernando aspirava al trono, ma poi ci sono altre questioni relative al potere e coinvolgono
classi sociali. Le due guerre sono scontri bellici ma rappresentano due ideologie: i Carlisti che
erano conservatori e si appellavano a Dio. I carlisti si opponevano al liberalismo e difendono
la monarchia.
Fernando 7 divenne re di spagna agli inizi dell’800 e si sposo nel 1802.
Lezione 2
Ruben Dario – poeta Nicaraguense. Il suo influsso sui letterati spagnoli, non solo poeti. Vallen
Inclan era un grande amico di Ruben.
Con Darío nasce il modernismo. Fu un poeta molto prolifico.
Dario rappresentante più emblematico del modernismo. Ha un gusto per la fusione,
suggestioni e tendenze che arrivano da vari ambiti soprattutto dalle letterature straniere.
Attengiamnto cosmopolita si esplica anche nella biografia poiché fu un grande viaggitore. Sia
affrettò a conoscere l’Europa, soprattutto la Francia. Entra in contatto con intellettuali
Europei, francesi e spagnoli.
Nella prima raccolta (Azul 1888) notiamo questo atteggiamento sincretico ed eterogeneo
della scrittura. Da un lato tono vitale tipica della cultura/contesti americano, ma anche
decadentismo di Baudlaire, profondità di sentimento.
Lo stesso titolo di Azul parla di una simbolizzazione di una poesia pura. Quasi un tecnicismo
poetico. Aggettivo riferito alla poesia, che rappresenta tensione verso la luminosità , nitidezza,
bellezza, qualcosa lontano dalla poesia simbolista.
Impuro significa che è intriso di soggettività lirica l’io dello scrittore entra nel testo.
Dario riconosceva che Azul era piu parnassiano, questa raccolta conteneva maggiormento i
toni della poesia pura. Poi fonderà queste due tendenze (puro e impuro).
A Parigi trascorse tanto tempo, conosce tanti letterati. La ricchezze nella sua poesia sta
proprio in un dialogo fra arte e pittura. Grande abilità versificatoria: versi dotati di un ritmo
impeccabile, organizzato.
Indagine su qualcosa di metafisico, interrogarsi sul senso dell’esistenza.
Conosceva molto bene le origini della letteratura spagnola, le origini dell’espressione
letteraria spagnola, questa cosa fece si che la sua poesia si configurasse in un ambito
eterogeneo, curata e raffinata, nell’eufonia (bel suono).
1898 torna in Spagna e conosce altri letterati spagnoli.
1905 – Cantos de vida y esperanza c’è un lavoro di sintesi.
Dario nel prologo nel Canto Errante (1907) cercò di spiegare il suo concetto di poesia e quale
secondo lui aveva scelto per lui
Prende le distanze dal parnassianesimo, dichiara non è un cultore della parola fine a sé stessa.
La parola è sempre portatrice di un significato, è portatrice di un’idea. Non possiamo
comprendere un significato se non si comprende il significante. Lui prende le distanze
dell’esteticismo.
Il Demiurgo è l’essere umano stesso, capacità di assegnare il significato e il suono alle parole.
La parola contiene tutto.
l’arte per essere tale non deve essere sottoposta ad un rigido schema di regole, non nasce da
principi formali ma da un’armonia di capricci. Armonia come insieme equilibrato di
elementi.
Base della poetica modernista. Il capriccio è il contrario della regola. Non c’è arte senza
creatività , ma va imbrigliata, va inserita all’interno di un sistema armonico, altrimenti
avremmo un arte anarchica, senza equilibrio.
Spesso modernismo e generazione del 98 vengono fatte coincidere. C’è un certo ecletticismo
nella generazione del 98 che ereditano dai parnassiani, ma questi scrittori di fine 800 non
sono così strani all’estetica romantica; a partire dalla generazione del 98 si ha anche la
riflessione morale, di un certo patriottismo, improntato al regeneracionismo.
Questa riflessione fu molto estesa ed importante.
Gli autori delle generazione del 98 sono tantissimi, abbiamo Manuel Reina che grande capacità
versificatoria. Evoluzione più naturale dello stile Rubendariano. Gusto per i cromatismi viene
ereditato dalla scuola andalusa.
Poi Savador Reuda.
Miguel de Unamuno (importantissimo) era Vasco. Ebbe una personalità molto polemica.
Diceva sempre quello che pensava. All’interno dei suoi scritti intuiamo una compattezza di
pensiero, coerenza di temi.
Paz en la guerra narra la ‘ultima guerra Carlista. Ci sono elementi autobiografici. È il primo
esperimento narrativo.
1902 con Amor y Pedagogia trova strada e si riesce ad esprimere. Primo romanzo
modernista di Unamuno. Rottura rispetto ai canoni del romanzo realista.
Un altro romanzo di Azorin (La Voluntad), Ramon del Valle-Inclan (Sonata de Otono), Pio
Baroja (Camino de Perfecció n). 1902 anno importante perché altri romanzi sono usciti che
sono cruciali per il romanzo modernista in Spagna, abbiamo un rinnovamento.
Niebla, di Unamuno capolavoro del Romanzo modernista.
1905 Vida di Don Quijote y Sancho. Unamuno propone una riflessione sulla crisi identitaria
usando il Don Quijote.
Rifiutava il casticismo (Castizo – puro) e gli influssi che venivano dalla Spagna. Andando avanti
c’è una conferma del suo carattere rigido, aveva un conflitto interno, soffrì una crisi spirituale
profonda, conflitto della preesistenza della vita e la sua ansia della mortalità.
Angel Ganivet morì suicida, scrisse saggi e romanzi. Abulia mancanza di volontà ,
atteggiamento psicologico che paralizza invece di muovere all’azione. L’abulia è la
caratteristica di molto personaggi.
Lezione 3
Ramon del Valle- Inclan. Gallego. Fu carlista da un punto di vista politico, un personaggio
esposto a polemiche e contrapposizioni come Unamuno. Abbracciò idee di sinistra. Fu molto
amico di Ruben Dario. Seguì la sua impronta e si impregno del simbolismo francese e
ricevendo l’influsso di Grabriele d’annunzio. È uno scrittore boligrafo, anche romanzo e
poesia. Le sue prime ore sono romani (las 4 sonatas) e poi pubblicò le opere teatrali.
Gacinto benavente. Esponente del teatro borghese. Molto prolifico. Sperimentò e praticò la
poesia. Vocazione primaria era il teatro.
Pio Baroja. Era Vasco e studiò Medicina a Madrid. In quanto medico aveva una formazione
scientifica. Scrisse un dottorato sul dolore. La sua vera vocazione era quella di scrittore,
esercitò poco come medico e si dedicò soprattutto alla scrittura, soprattutto ai
romanzi/narrativa anche il racconto. La prima opera è Vidas Sombrias, poi Camino de
perfeccion (1902)
Jose Martinez Ruiz. Studio a Madrid Giudisprudenza. La voluntad, Azorín (1902). Si dedicò al
romanzo. Ha scritto memorie, libri di viaggio…
Ramiro de Maeztu. Vasco. Visse a Cuba. Morì nel 1936 fucilato a Madrid. Fu un saggista, i suoi
scritto vertono sulla riflessione alla crisi culturale spagnola. Scriverà nel 1934 defensa de la
Hispanidad dove rievoca la svolta rivoluzionaria che rinuncia a qualsiasi tipo di apertura
dell’esterno. Promuove quasi l’idea di impero cattolico spagnolo.
Analizza varie opere da un punto di vista del pensiero ispanico (Celestina, D. Quijote).
Antonio Machado. Uno dei più grandi poeti spagnoli. Nato nel 1875. Era un folklorista. La
famiglia si trasferi a madrid quando il padre muore. E studio nella institucion Libre de
insenanza. Lavorò come traduttore presso l’editore Garnier a Parigi.
1907 – riceve la cattedra a Soria. 1909 si sposa.
Vita segnata da vari spostamenti. Si sposta di nuovo a parigi e segue lezioni di due filosofi,
come Bersonn. A parigi sua moglie si ammalò e mori nel 1912 a Soria.
Dopo la morte della moglie, lascia Soria e va in Andalusia e li continua come insegnate fino al
1919. Poi va in Castilla e li resiede fino al 1931. Aveva contatti molto importanti a Madrid.
Dopo la proclamazione de la Repubblica si trasferisce a Madrid. Poi a Valencia (1936).
1939 abbandona il paese, va in Francia e si insedio in un paesino e li muore.
Machado è un poeta estremamente ricco, perché ebbe una grande maestia, abilità nella
versificazione (esercizio tecnico del verso) ed espressione di idee e pensieri erano alla
base della sua espressione artistica. Per lui era fondamentale che il poeta lasciasse un
segno e fosse ricordato per la sostanza e non per la forma. Anche da un punto di vista
formale i suoi versi sono eccezionali.
Due raccolte: Soledades y otras poesia (1903) e nel 1912 raduna altri testi in Campos de
Castilla testi che contengono una preoccupazione ed estetica differente, comincia ad
imporsi un impegno politico e culturale che lo porterà alla scrittura di denuncia e critica
sociale.
Anche il fratello di Machado scrisse opere. Manuel Machado. È rimasto un pochino in ombra,
ma anche lui bravo. Scrisse una raccolta – Alma prettamente modernista e simbolista della
poesia francese ed esprime un gusto esteticista.
È legato ad un folklore andaluso, alla tradizione popolare.
Appoggiò il regine di Ribera.
Villaespensa. Molto abile verseggiatore. La sua estetica è vaga e superficiale fondata sulla
forma e poco sulla sostanza. Scrisse soprattutto opere teatrali.
Edoardo marquina. Nasce in barcellona. Prima produzione tono estetizzante. Poi scrive una
letteratura un po’ impegnata. Famoso come drammaturgo.
Juan Ramon Jimenez. Gigante della poesia spagnola contemporanea. Andaluso. Fondò una
rivista Elios nel 1903 ed anche la sua prima raccolta Arias tristes.
1917 – Diario de un poeta recien casado temi di carattere filosofico e descrizioni del mare,
immerso 24 ore al giorno nel mare che sta attraversando.
Processo di perfezionamento che va dal mondo sensoriale e percezione fisica per passare ad
una percezione sentimentale, un vissuto piu profondo, per arrivare alla fine alla dimensione
del razionalismo, una visione depurata del mondo.
1956 - riceve il premio nobel della letteratura.
Il poeta non entra mai nella narrazione, tuttavia, una voce lirica esterna ci dà una serie di
indicazioni fino a suggerire l’entrata di una fata madrina la quale preannuncerà un futuro di
amore con l’arrivo di un principe valoroso che la riscatterà da questo stato di alienazione e
prigionia.
La struttura del testo è di tipo lirico narrativa, ossia, si narra qualcosa, intrisa di sentimenti e
riflessione, fino all’interpretazione di una metafora dell’uomo moderno che, nonostante il
lusso, non raggiungerà mai la felicità la quale non si può comprare con gli oggetti materiali.
La ricerca di Darío è stata molto accurata per scrivere questa poesia, quasi maniacale, poiché
ha richiesto una combinazione molto particolare delle parole.
La poesia è soprattutto una prosodia (tratti sovra-segmentali del linguaggio: intonazione,
ritmo, durata, accento).
PRIMA STROFA (campo semantico della privazione in cui la principessa è in uno stato di
sofferenza e alienazione, inoltre, il contesto accompagna la sua tristezza)
SECONDA STROFA
Il poeta ci racconta i pensieri della principessa dal suo punto di vista, insinuando nel
lettore una serie di deduzioni utilizzando frasi interrogative.
Nel v. 13 troviamo l’esotismo Con sign. astratto, in genere, il gusto, la ricerca e l’uso
delle cose forestiere, estranee alle tradizioni locali, nelle arti e nella vita; adesione a
forme artistiche esotiche, e in partic. orientali. In senso specifico, l’aspirazione, che
ebbe la massima diffusione col romanticismo e col decadentismo, verso i paesi
dell’Oriente e del Sud, vagheggiati come paesi più ricchi di sensazioni, e, in minor
misura, verso quelli di civiltà ancora primitiva.
Darío fa riferimento a due luoghi esotici del Medio Oriente: Golconda e Cina.
o Golconda è una città che si trova nell’India centro meridionale. Sin dall'antichità
Golconda fu celebre in tutto il mondo per la ricchezza dei suoi giacimenti
alluvionali di diamanti; per secoli fu infatti l'unico luogo al mondo ad avere una
miniera dove si potevano estrarre queste gemme, che venivano estratti nel sud-
est del regno e poi lavorati dentro la città . Inoltre la città stessa divenne con il
tempo uno dei principali mercati diamantiferi mondiali, dove venivano lavorate
e commerciate gemme provenienti da altre regioni, tanto che per secoli il nome
di Golconda divenne per gli Europei sinonimo di incredibile ricchezza;
o Cina paese dell’Asia Orientale.
V. 14 carroza argentina argentina è un preziosismo poiché è un aggettivo che
indica il materiale della carrozza. Darío ci sta descrivendo il lusso della principessa.
o Carroza: hace referencia a un coche de gran tamano tirado por caballos, que se
destaca por su ornamentación. Creadas en el siglo XI, estas siempre fueron
vehículos lujosos, utilizados por personas ricas o poderosas. Muchas veces eran
tiradas por má s de cuatro caballos. Empleadas por las familiares de la realeza,
se crearon carrozas con adornos de oro y cubiertas de terciopelo. Sin lugar a
dudas, una de las carrozas má s importantes y conocidas dentro del mundo de la
literatura y del cine es la de Cenicienta.
V. 15 para ver de sus ojos la dulzura de luz. Dulzura de luz è una sinestesia: nel
linguaggio della semantica è un particolare tipo di metafora per cui si uniscono in
stretto rapporto due parole che si riferiscono e sfere sensoriali diverse (es.: silenzio
verde, colore squillante, voce calda).
In questo caso i due campi sono il gusto (dulzura) e la vista (luz). Dolcezza dello
sguardo e la luminosità degli occhi della principessa, allude a degli occhi chiari.
Nei vv. 14 e 15 il poeta insinua che la principessa stia aspettando l’arrivo di un uomo
che la porti via.
V. 16 o en el rey de las Islas de las Rosas fragantes: re delle isole delle rose fragranti.
C’è un richiamo ad un territorio lontano.
V. 17 o en el que es soberano de los claros diamantes: colui che è sovrano dei chiari
diamanti. Allude ad un luogo dove la ricchezza è così vistosa. L’aggettivo claros fa parte
del campo semantico della luce.
o Campo semantico: Es. il verbo eliminare significa togliere di mezzo. Lo stesso
significato possiamo però ottenerlo con i verbi rimuovere, escludere, sopprimere,
abolire, abrogare, etc. Tutti questi termini hanno la stessa proprietà semantica,
sono sinonimi e appartengono al medesimo campo semantico. Possiamo usare
indifferentemente qualsiasi parola per indicare lo stesso concetto e significato.
Tutti i termini hanno stessa proprietà semantica.
V. 18 o en el dueno orgulloso de las perlas de Ormuz?: o nel padrone orgoglioso delle
perle di Ormuz?
o Ormuz, situata alle coste meridionali dell’Iran (Medio oriente), è una delle isole
che si affacciano all’ingresso del Golfo Persico. Conosciuta soprattutto per la sua
affascinante spiaggia dalle tonalità rosso rubino. La causa del caratteristico
colore è dovuta alla presenza di un’alta concentrazione di ossidi di ferro.
Famosa anche per i giacimenti di diamanti.
In tutta la strofa, la particella en è retta da pensar.
QUARTA STROFA (il poeta continua con la narrazione personale delle angosce e dei desideri
della principessa)
V. 19 Ay! La pobre princesa de la boca de rosa: se nel v. 2 utilizzò boca de fresa, qui
cambia metafora ed utilizza un referente diverso, boca de rosa è lo stesso
cromatismo perché allude al colore naturale roseo delle labbra.
Vv. 20/21 quiere ser golondrina, quiere ser mariposa,
tener alas ligeras, bajo el cielo volar.
Qui troviamo il campo semantico del volo. Questi due volatili indicano il simbolo della
libertà e, in questo caso, la principessa la desidera.
o Golondrina – rondine uccello migratore che vola;
o Mariposa – farfalla insetto che vola.
V. 22 ir al sol por la escala luminosa de un rayo: andare verso il sole usando una scala
luminosa di un raggio.
o escala luminosa de un rayo andare verso il sole usando un raggio di sole come
se fosse una scala. È una rappresentazione metaforica di un’immagine plastica.
V. 23 saludar a los lirios con los versos de Mayo: salutare i gigli con i versi di Maggio.
Saluta i gigli cantando i versi di Maggio, quindi, canzoni primaverili il cui tema
centrale è l’amore, per cui l’autore vuol far intendere il sorgere dell’amore in
primavera.
V. 24 o perderse en el viento sobre el trueno del mar: o perdersi nel vento sul tuono
del mare. La principessa vorrebbe perdersi nel mare in tempesta, questa azione di
smarrimento nell’aria è preferibile rispetto alla condizione nella quale si trova
attualmente.
QUINTA STROFA (alcune negazioni della principessa e il suo stato d’animo triste)
V. 31 ¡Pobrecita princesa de los ojos azules!: povera principessa dagli occhi azzurri.
C’è un’esclamazione enfatica e notiamo anche un forte cromatismo (ojos azules);
ritorna nuovamente questo colore blu, occhi chiari e cristallini.
V. 32 está presa en sus oros, está presa en sus tules: è prigioniera dell’oro, è
prigioniera del tulle.
o Oro metallo di colore giallo usato per la manifattura di ornamenti e gioielli e,
non solo;
o Tule il tulle è un tessuto particolare, per lo più realizzato con la seta, ed il suo
nome viene dalla città francese di Tulle; usato nell’arredamento, per il vestiario
fine e nel teatro.
Possiamo notare lo stato d’animo triste (probrecita e está presa) della principessa
la quale è circondata, in questo caso prigioniera, da questi materiali particolari
(oro e tulle) che indicano RICCHEZZA e quindi potremmo anche dire che c’è un
riferimento, ancora una volta, all’estetica modernista.
Troviamo anche un’epanalessi (está presa en sus… - está presa en sus…).
V. 33 en la jaula de mármol del palacio real: nella gabbia di marmo del castello reale.
o Mármol il marmo è una roccia metamorfica e un materiale pregiato. Il
vocabolo marmo deriva dal greco antico mármaron col significato di pietra
splendente, a sua volta derivato dal verbo marmàirō, che significa splendere,
brillare. Il marmo si ricristallizza attraverso la metamorfizzazione. Attraverso la
luce risplende, e questo materiale è particolarmente apprezzato per la scultura.
Questo castello reale è come una gabbia di marmo per la principessa. Possiamo
notare lo stato di angoscia della principessa e un chiaro richiamo alla libertà.
Questo verso è inoltre una perifrasi metaforica.
SETTIMA STROFA
Finora l’unica voce era quella del narratore; in questa strofa, invece, c’è un cambio di passo
perché viene introdotta la voce della principessa.
V. 37 ¡Oh quién fuera hipsipila que dejó la crisálida!: chi fu hipsipila che lasciò la
crisalide! Qui Darío ci introduce un altro mito. Hipsipila è stata una donna
determinata, capace di fare scelte che andassero contro la vocazione collettiva. Questa
figura incarna lo spirito di libertà e la capacità di determinazione con un fondo di
umanità. Hipsipila rappresenta la farfalla che lascia la sua crisalide e quindi,
costituisce per antonomasia, la LIBERTÀ.
o Hipsipila Era la regina dell'isola di Lemno. Durante il suo regno le donne
dell'isola smisero di sacrificare alla dea Afrodite per la sua infedeltà nei
confronti di Efesto. Allora Afrodite punì le donne con una forte alitosi che le
rendeva ripugnanti agli uomini, i quali iniziarono a trascurarle prediligendo le
schiave di Tracia. Le donne allora decisero di vendicarsi sterminando l'intera
popolazione maschile (androcidio), compresi i padri, i fratelli e i figli. Solo
Ipsipile, nota anche come Issipile, Isifile o Hipsiphile ingannò le altre
nascondendo e salvando il padre Toante, figlio di Dioniso e Arianna.
Anni dopo si fermò su Lemno Giasone con gli Argonauti come tappa della loro
missione per il recupero del Vello d'oro nella Colchide. L'eroe greco la sedusse e
poi l'abbandonò incinta, nonostante le avesse giurato eterna fedeltà (farà lo
stesso anche con Medea). Dalla relazione con Giasone ebbe
due gemelli, Euneo e Deipilo.
Quando le donne di Lemno scoprirono il tradimento di Ipsipile, che aveva
salvato il padre, la vollero uccidere, ma lei riuscì a scappare. Essa e i due figli
vennero catturati dai pirati e venduti come schiavi al Re Licurgo di Nemea. In un
momento in cui le venne affidato Archemoro, il figlio del re, avvenne una
disgrazia: per un breve momento essa lo lasciò incustodito per mostrare una
fontana ai sette re che stavano per assediare Tebe e proprio allora un serpente
soffocò il fanciullo, che morì. Per questa negligenza Ipsipile venne condannata a
morte, ma si salvò grazie all'intervento dei suoi due figli.
o Antonomasia dal latino antonomasia, dal greco il chiamare con nome diverso,
cambiar nome. Traslato che consiste nell’indicare una persona o cosa, anziché
col suo proprio nome, con uno più generico e comune, con una locuzione che ne
indichi una qualità caratteristica, una dote, una condizione in misura eccellente
e perciò distintiva. Oppure attribuire ad una persona, come nome comune, il
nome proprio di un personaggio che possedette le stesse qualità in modo
eminente.
Vv. 38 e 41 (la princesa está triste. La princesa está pálida)
(la princesa está pálida. La princesa está triste)
Darío produce due incisi riprendendo due emistichi che vi compaiono nella prima
strofa (vv. 1 e 4): come se fosse un richiamo a ciò enunciato all’inizio/per creare
un’enfasi semantica. Lo fa, inoltre, per costruire uno schema prosodico impeccabile.
Troviamo un’epanalessi, un parallelismo sintattico (soggetto, verbo, aggettivo) e,
forse, una anadiplosi, nel caso in cui facessimo riferimento solamente a questi due
versi messi a confronto.
o Inciso in grammatica, espressione costituita da una frase indipendente (detta
incidentale) o da un sintagma, inserita all’interno di un’altra frase; nel parlato è
segnalata da un’intonazione più bassa della voce, per iscritto è racchiusa tra
virgole, trattini o parentesi.
V. 39 ¡oh visión adorada de oro, rosa y marfil!: oh visione amata di oro, rosa e avorio!.
Questo verso è una perifrasi metaforica: la principessa vagheggia una figura maschile,
il principe. Possiamo notare i cromatismi (ritorna il blu), il preziosismo, riferimento al
mondo greco ed alla mitologia, l’esotismo.
o Marfil avorio. Di colore bianco con una fluorescenza bianco-azzurra, varie
tonalità dal blu all’azzurro. È un materiale che si ricava dalle zanne di elefanti e
che veniva lavorato per fare gioielli e oggettistica per la casa. Conosciuto ed
adoperato sin dall’antichità dagli egizi, greci, indiani, cinesi e giapponesi.
L’avorio delle zanne di mammuth veniva utilizzato in tempi preistorici come
materiale per creare piccoli oggetti scolpiti, famose sono alcune veneri
paleolitiche. Questo materiale, in Grecia, veniva utilizzato molto, assieme all’oro.
Anche gli arabi facevano un grande uso di questo materiale: tagliavano l’avorio
in modo da creare fogli sottili con cui poi ricoprivano cofanetti in legno che
istoriavano e su cui incidevano versi del Corano o scrivevano testi sacri.
Si creò anche oggettistica per corredi delle fanciulle nobili, intagliata e istoriata
con immagini della vita dei Santi e con gli stemmi della famiglia a cui
apparteneva la damigella proprietaria dell’oggetto.
o Vagheggiare guardare intensamente con diletto, compiacimento,
ammirazione, amore, desiderio; contemplare accarezzando quasi con lo sguardo
un essere vivente o personificato.
V. 40 ¡Quién volara a la tierra donde un príncipe existe: che volassi alla terra dove un
principe esiste. Qui possiamo notare l’intento della principessa di volare verso la terra
del suo amato principe; aspirazione alla LIBERTÀ e all’AMORE.
V. 42 más brillante que el alba, más hermoso que Abril!: più splendente dell’alba, più
bello di Aprile. Questo verso è una perifrasi metaforica abbastanza intensa e notiamo
anche un parallelismo sintattico. Alba del mese di Aprile, per cui, la nascita della
primavera. La principessa immagina un principe puro, bello e perfetto che nasca
sotto questo mese e che le porti con sé l’AMORE, tanto bramato. Notiamo il campo
semantico della luce, il cromatismo dato dalla natura, riferimenti alla mitologia (Dea
Afrodite) e tante connessioni con le strofe 4 e 5.
o Alba l’alba è la fase di passaggio dalla notte al giorno, in cui, per effetto della
rifrazione e della diffusione dei raggi solari nell’atmosfera, si manifesta il primo
chiarore del mattino, prima dell’apparire del solo sull’orizzonte, con una
luminosità via via in aumento.
o Abril Il tempo più mite ci invita a spogliarci dal grigiore dei mesi passati.
Adesso i fiori sbocciano sui prati e sugli alberi colorando la terra, gli uccellini
sono ispirati e cominciano a cantare, i primi raggi di sole ci risollevano l’animo e
gli animi si danno alla pazza danza d’amore, insomma, la terra si riveste del suo
abito più bello e ci invita a celebrare assieme a lei la bellezza della vita: vi è la
rinascita della natura, protagonista e artista indiscussa. Dopo l’apparente stasi
invernale assistiamo ad una esplosione di vita che fiorisce in ogni dove.
Aprile è il primo mese completo di primavera ed è un mese importantissimo per
l’agricoltura, poiché è il tempo della semina. In alcune località del Nord, si dice
che per seminare occorre aspettare che la terra sia “innamorata”.
L’etimologia della parola Aprile è ancora incerta e esistono diverse ipotesi sulla
sua origine. Aprile era anticamente chiamato Aprilis, parola latina che alcuni
studiosi fanno derivare da aperire, “aprire”, per indicare il moto della natura che
in questi giorni si apre ai dolci raggi solari.
Altri studiosi ipotizzano che il nome originario di questo mese fosse
invece Aphrilis, un derivato del greco aphròs, “spuma”, ponendo quindi questo
mese sotto la protezione della Dea Afrodite, colei che nacque dalla spuma del
mare proprio in questo periodo dell’anno. Dea dell’amore, della bellezza e della
fertilità, Afrodite era celebrata nell’antica Roma sotto il nome di Venere
Verticordia (“colei che apre i cuori”) il primo giorno di Aprile.
Potrebbe quindi essere plausibile che l’usanza di aspettare che la terra fosse
“innamorata”, possa riferirsi al ricordo dell’antica divinità dell’amore, della
bellezza e della fertilità e alla sua azione sulla natura.
OTTAVA STROFA
V. 43 Calla, calla, princesa – dice el hada madrina –: zitta, zitta, principessa – dice la
fata madrina –. Notiamo l’elemento magico e fiabesco, il campo semantico del volo
(ali di farfalla che le fate hanno), un richiamo alla mitologia classica ed al
preziosismo.
o Hada madrina La fata madrina è un personaggio delle fiabe, una fata con
poteri magici che agisce da mentore o genitrice per qualcuno, nel ruolo che una
vera madrina aveva in molte società . Le fate madrine sono diventate figure
familiari delle fiabe grazie alla popolarità delle fiabe letterarie di Madame
d'Aulnoy (scrittrice francese) e altre preziose (il preziosismo fu un fenomeno di
costume e di gusto sviluppatosi nel Seicento in Francia ed ebbe la sua massima
diffusione nei decenni centrali del secolo, fra il 1640 e il 1660 circa. Come
fenomeno letterario, il preziosismo segnò un ritorno ai miti dell'amore
cortese, cavalleresco o platonico), oltre a Charles Perrault (scrittore francese e
autore del celebre libro di fiabe Histoires ou contes du temps passé, avec des
moralités, noto anche come Contes de ma mère l'Oye, raccolta di undici fiabe fra
cui Cappuccetto Rosso, Barbablù, La bella addormentata, Pollicino, Cenerentola e
Il gatto con gli stivali).
Hanno le loro radici nelle figure mitologiche delle Moire, cosa chiara in
particolare nella fiaba La bella addormentata, dove le fate madrine decretano il
suo fato e sono associate con la filatura.
Generalmente, il protetto di una fata madrina è un principe o una principessa
e l'eroe della storia, e la madrina usa la sua magia per aiutarlo.
o Fata è una creatura leggendaria, una sorta di spirito della natura presente
nelle fiabe o nei miti. Il nome fata deriva dall’altro nome latino delle Parche
(nella mitologia romana, sono il corrispettivo delle Moire greche, assimilabili
anche alle Norne norrene), che è Fatae, ovvero coloro che presiedono al Fato.
Le fate sembrano ereditare i loro poteri ed il loro aspetto da alcuni personaggi
della mitologia classica, ovvero principalmente dalle ninfe e dalle Parche.
Come le ninfe, esse sono spiriti naturali che hanno sembianze di fanciulla; come
le Parche (tre dee, figlie di Zeus, responsabili della vita dell'uomo; queste dee
venivano chiamate Parche, coloro che stabiliscono la sorte e custodivano nelle
loro mani un filo lunghissimo, prezioso e magico che rappresentava il destino
degli uomini. Ogni giorno la dea più anziana lo tesseva con infinita cura e lo
misurava con particolare attenzione, mentre la dea più piccola lo tagliava e
quando venivano infastidite dal comportamento degli umani erano in grado di
tagliarlo di netto e di aggrovigliarlo nel più fastidioso dei modi in modo da
infliggere una giusta punizione alla razza umana) presiedono al destino
dell'uomo, dispensando (distribuire generosamente) vizi o virtù .
Le prime fate appaiono nel Medioevo come proiezione delle antiche ninfe,
donne ammalianti della foresta dedite all'amore, ma vengono per la prima volta
ufficializzate verso la fine del Medioevo prendendo l'aspetto classico delle dame
dell'epoca, che indossavano ingombranti copricapi conici e lunghi abiti colorati.
Man mano venne attribuita loro la bacchetta magica.
Successivamente ogni fiabista ha aggiunto particolari al loro carattere. Uno
spaccato di come sono le fate lo troviamo in Pinocchio, dove alla fata
turchina viene ufficialmente assegnato il colore blu, colore del sovrannaturale e
della magia.
Le fate hanno le sembianze di una donna o di una ragazza non molto alta e
piuttosto esile dalla pelle chiarissima, vestita di abiti variopinti. Ogni fata
indossa un abito di un solo colore che rispecchia la sua personalità . Inoltre
portano gonne lunghissime per coprire eventuali deformità . Spesso sono
rappresentate con ali di farfalla.
Le fate vivono molto a lungo, ed una volta che la loro vita è giunta al termine,
non muoiono, ma si incantano nei propri palazzi dove restano per l'eternità .
Nonostante, quindi, possano raggiungere età molto avanzate, hanno la
possibilità di mostrarsi sotto qualsiasi spoglia esse vogliano, che sia di bambina,
di giovane o di anziana. Hanno infatti pieni poteri di trasformarsi in ciò che
vogliono.
Sono esseri che hanno come compito quello di vegliare sulle persone
come angeli custodi, quindi di dispensare pregi e virtù e di proteggere i
bambini, vengono infatti definite «comari» (o madrine nella accezione
moderna) e si prendono cura di un figlioccio che viene o affidato loro dai
genitori stessi, o viene da loro prescelto.
La loro indole tuttavia non è univocamente buona. Oltre alla vanità e
all'egocentrismo che le distingue, sono molto permalose ed irascibili, un solo
torto può scatenare la loro ira ed il loro dispetto può trasformarle in furie e può
spingerle a lanciare maledizioni. Hanno quindi oltre ad un ruolo di premiazione
anche un ruolo fortemente punitivo.
V. 44 en caballo con alas hacia acá se encamina: con un cavallo alato da questa parte
si dirige. Notiamo il forte cromatismo del bianco, richiamo alla mitologia greca,
campo semantico del volo e l’esotismo.
o Caballo con alas il cavallo alato è una creatura mitologica con un paio di ali
piumate, ispirate a quelli dei volatili e viene rappresentato con un manto bianco.
Originario dell’antico Vicino Oriente, questo cavallo arriva in Europa grazie al
Pegaso della mitologia greca. È molto presente anche nella mitologia araba e
in India, sia nelle tradizioni indù che nel buddismo, in Cina, in Corea e in alcuni
paesi dell’Occidente.
V. 45 en el cinto la espada y en la mano el azor: nel cinturone la spada e nella mano
l’astore. Tramite questo verso possiamo percepire che un virtuoso principe, un uomo
di tutto rispetto, si stia dirigendo, anche in maniera sbrigativa, verso la principessa
per salvarla. Notiamo il richiamo alla mitologia, l’esotismo, campo semantico del
volo, campo sensoriale della vista e dell’udito. Da notare, inoltre, il gioco di parole e
la corrispondenza della posizione col v. 27, in quinta strofa fra: azur e azor
entrambe sono posizionate all’interno del terzo verso ed in ultima posizione di una
strofa (ci ridà ad una poesia perfetta).
o Espada la spada ricorre spesso nella mitologia (basti pensare alla Excalibur di
Re Artù). In araldica simboleggia origine e/o volontà guerriera.
Le prime spade appaiono in Medioriente (India, Cina, Corea, Giappone, etc.).
o Azor Accipiter, noti come astori, sono uccelli rapaci diurni. Un rapace è un
tipo di uccello predatore, hanno un potente senso della vista, buone capacità
uditive e grande velocità nel volo.
8 strofa
Ultimo verso cavaliere che si dona alla principessa. Il suo bacio d’amore è la sua vita.
Epilogo si era aperto rappresentando la tristezza della principessa, ma che in fondo dipinge
uno scenario di speranza, principessa che possa superare il dolore e che le arrivi l’amore.
Dario era un poeta molto raffinato, era un poeta pensatore, aveva una cultura letteraria che
usa per riempire le sue poesie.
C’è un certo modernismo che è vuoto, sterile, improduttivo di quella che è la proposta estetica
di Dario.
Manuel Machado, Retrato (Alma, 1901)
Manuel Machado fratello minore di Antonio. Non aveva gli stessi strumenti, stessa capacità di
creazione del fratello.
Retrato presenta sé stesso, descrizione di sé, aspetti più rilevanti del suo modo di essere.
Antonio, qualche anno dopo scriverà anche lui una poesia chiamata Retrato.
Manuel è uno dei modernisti che risente dell’influsso di Dario.
Componimenro scritto in versi alessandrini, salvo in 3 casi, nei quali questo schema
alessandrino viene meno, per cui non funzione da un punto di vista metrico prosodico.
Versi raggruppati in rima baciata a due a due. Parole che si crea una rima consonante e si
uniscono ogni due versi.
Testo imperfetto, non curato e raffinato ma rappresenta il profilo di Manuel, ci introduce il
suo modo di essere. I due fratelli hanno scritto diverse opere teatrali in versi, cosa piuttosto
originale.
Componimento scritto in versi distici alessandrini a rima baciata (pareados) due versi
che hanno la medesima rima.
Primo verso chiara allocuzione al suo pubblico. Il verso si chiude con un imperativo. Il
verso incarna il pubblica.
Si riferisce a due parti di sé: una quella esteriore (cara) che è anche il mio aspetto e anima. Ci
dice che si vuole presentare da un punto di vista esteriore, parlando dei suoi gusti,
pregi/difetti e vuole andare anche in profondità , qualcosa che concerne il suo spirito, modo di
concepire la vita.
Verso 2 gli occhi di fastidio che esprimono disgusto, sono occhi rigidi, sinceri, manifestano
sempre ciò che sentono: occhi espressivi. E bocca assettata. Metaforicamente vuol dire che è
un uomo appassionato, curiosa, capace di indignarsi, di reagire a ciò che non gli piace,
carattere forte.
Verso 3 il resto nulla, vita, cose, quello che si, ciò che è noto. Con questo verso vuole
togliere importanza alla sua personalità . Specie di azione di umiltà , affermare di dover non
raccontare nulla.
Verso 4 bravata: cose si fanno da giovani, fesserie. Storie d’amore di poco conto, nulla di
grave, un poco di follia, un poco di poesia, una goccia del vino della malinconia piccola
parte della malinconia. Ha provato nella sua esistenza la melancolia, qualcosa che entra
dentro di sé.
Si è dedicato a cose superficiali, c’è un po’ di follia e poesia nella sua vita.
Vizi prima si risponde a tutti poi dice nessuno. Sembra fare un ragionamento. Vizio
qualcosa di proibito, qualcosa di non corretto, però poi dal suo punto di vista risponde
nessuno perché per lui l’unico vizio è quello di essere giocatore.
Né godo di ciò che ho guadagnato , né mi dispiaccio di ciò che ho perso: tipico del giocstore
che ha una dipendenza ed ha pochi momenti di allegria nella sua vita.
Bebo vizio non controllato.
Mezza dozzina di bicchieri di manzanilla. Manzanilla vino bianco forte liquoroso che si
produce in Andalucia.
Dice che per onorare la sua terra di Sevilla (Andalucia) beve mezza dozzina di bicchieri (nella
cana – bicchiere cilindrico). Manzanilla è un Realia elemento culturale di un paese.
È stato uno capestrato, vizi non ne ha secondo lui, beve per onorare la sua terra, beve quantità
moderate e poi parla delle donne, del suo atteggiamento nei rapporti sentimentali. Ci dive con
gioco ironico: le donne senza essere un tenorio - antonimasia (non sono un seduttore), però ho
una (donna) che mi ama e che una amo: moglie e una seconda donna che non può avere ma è
quella che vorrebbe.
Seconda strofa
Accuso me stesso di non amare se non in maniera debole, pigro (vago – perezoso), una
porzione di cose che piacciono alla gente. Si presenta originale anche nelle sue preferenze,
preferisce solo alcune cose che piace alla gente.
Ama l’agilita, la coerenza, capacitò di adottare un comportamento giusto (tino), grazia,
destrezza, volontà forza e grandezza cose più amate dalle persone, ma lui apprezza qualità
meno considerate.
Inizia a parlare di sé: la mia elenganza è cercata e ricercata. Preferisco all’odore ellenico e
puro (si riferisce ad un gusto parnassiano – geomentrico, pulito), preferisce a quello uno stile
chic e tutto ciò che è relativo al mondo del torero (lo tutto ciò che manda al mondo della
tavolo machia).
Gli piace essere alla moda ma anche essere rustico perché i toreri erano abbigliati con stoffe
pregiate, erano persone comunque persone combattive. Mondo dei toreri unisce elenganza e
rusticità .
Destello (raggio di sole) e un sorriso opportunoo, amo di più delle chiarori. Preferisce un
temperamento solare, un sorriso sonoro a un modo molto flebile di rapportarsi agli altri.
La luna è bianca, rappresenta qualcosa di tiepido, lui preferisce un raggio di sole.
Mezzo gitano e mezzo parigino il volgo, faccio la comunione (comulgo) convivo con Montrare
e Macarena. Monmatre e Macarena sono delle metonimie.
Monmatre rappresenta il mondo bohemiene, mondo elegante degli artisti, condivide questo
modo di vivere ma anche Macarena (patrona di Siviglia). Immagine sacra che durante la
settimana santa viene portata in processione. La macarena rapprensenta il folklore, lo spirito
profondo del popolo Andaluso. E lui condivide con l’uno e con l’altro (comulgo).
E piuttosto che un gran poeta, il mio desiderio sarebbe stato quello di essere un buon
banderillero (parola intraducile) è un torero secondario che infila las benderillas, aste di
legno con nastri colorati, infilzare sulla groppa del toro, cominciare ad innervosirlo e il toro si
agita.
Sono elegante, mi piace l’arte, mi piace la poesia, ma avrei preferito essere un torero, era
attratto dal mondo della TauroMachia.
Assonaza con la parola vida. Verso (ultimi due) da un punto di vista fonico molto iterativi
(fonemi precisi, assonanza con vida, risa, prisa. Fonemi vocalici coincidenti). Rappresenta la
vita che va vissuta in modo inteso. Ho un sorriso allegro, ma non nego che il mio modo di
affrontare la vita è quello di bruciare le tappe, si presenta come un ansioso, che vuole
raggiungere le mete nel minor tempo possibile ( es tarde ho già dedicato tanto tempo a
scrivere questo componimento).
Componimento immagine fede di Manuel. Antonio si ispita a questo componimento che
intitolerà Retrato, ha degli elementi in comune, poi ha una estetica diversa.
4 verso verso che non si può dividere in due emistici ( mentre con l’alessandrino si fa).
Sesta sillaba deve cadere su una parola che finisce. Verso formato da 13 sillabe. Verso
anomalo nel contesto degli alessandrini.
Verso 18 sinalefe. Primo emistichio sarebbe un ottosillabo. Non c’è partizione in due
settenari. Questo verso è costituito da un emistichio di 7 e 8 sillabe. Altra anomalia.
Verso 20 sesto accento è una vocale atona, la A di languideces non è tonica. Verso di 13
sillabe. Altra anomalia.
C’è un modo di dividere gli emistichi piuttosto anomalo. Tecnica meno raffinata nonostante si
considerasse un esteta della parola.
Limonero albero di limone, languido, sospende, sull’incanto della fonte limpida. Prima
immagine del limone che abbondona il ramo polveroso sulla fonte limpida. E lì sognano i frutti
di oro. La prima descrizione in cui appare il protagonista e questa visone del limone e i frutti
di oro metafora, hanno il colore dell’oro. Limoni presentati non nel loro statuto di frutto di
un albero ma come frutti che sognano nel fondo della fonte, immagine ci dà da intendere una
visione di inconsistenza, visione di ideale.
È un pomerggio chiaro quasi di primavera. Es – presente indicativo ci colloca in una situazione
concreta, sta descrivendo ciò che vede e che è un pomeriggio di primavera, tiepido pomeriggio
di marzo che il vento di aprile porta vicino. Marzo è un pomeriggio che preclude al vento di
Aprile che inizia ad essere più calda. Sono solo nel patio, compare l’io lirico (estoy solo), sono
solo cencando una illusione candida e vecchia, è un ossimolo. Candido suggerisce qualcosa di
innocente, pulito, giovale (si collega all’infanzia). In questa apparente opposizione c’è una
coerenza perché da adulto si trova in questo patio e riaffiora la memoria e lui cerca una
illusione candida (infanzia ingenua) ma anche vecchia (illusione antica, vecchio ricordo).
Qualche ombra sul bianco muro cromatismi. Qualche ricordo nel muretto di pietra (pretil).
Recuerdo dormido (cerca di rievocare momenti di infanzia) e pretil de piedra (questo muretto
è statico, immobile, immersi in questo ambiente di pace che domina il patio che contemple.
Questo dormido ci rimanda a un contesto di sogno, surreale.
O nell’aria qualche fruscio di tunica leggere. Lui da uomo adulto cerca una illusione sul muro,
qualche ricordo. Cerca di rievoca dentro la sua memoria dei ricordi.
È cosciente di trovarsi in un pomeriggo che contiene un aroma di essenza non si collega a
qualcosa che la qualifichi, è un aroma si configura che non c’è, qualcosa che non è presente,
cerca di rievocare una scena che non riesce a materializzare.
L’anima luminosa e il cuore rappresentano la sfera cognitiva, è colei che razionalizza, colei che
non credo a ciò che non vede. Siamo in un momento diverso, non è possibile ricostruire le
scene antil. Mentre il cuore è la parte emotiva, al cuore questa essenza aspetta, attendi. La
soeranza è una forma di attesa. L’anima razionale non ha fiducia che questa illusione candida
si possa riprodurre, ma il cuore se l’aspetta perché spinto da sentimenti.
Aroma di assenza concretamente non c’è ma evoca fantasmi, fantasma equivale ad ausencia.
Percezioni impalpabili. Coppia di aggettivi con funzione di mettere in evidenza cose candide e
morte, cose lontane nel tempo.
Adesso ricorda quel pomeriggio allegro chiaro, quasi di primavera senza fiori. Buena albaaca
(chiasmo). Aroma della menta, piante aromatiche che la mamma aveva e conservava.
Compare la madre che è prefigurata nel verso 14. Scena che acquista una materialità , ricordo
che diventa nitidido.
Tornano i frutti d’oro che sognano in profondita e sono per il bambino che ricorda come dei
frutti incantati perché erano un riflesso.
Versi 30, 31 cambia un verbo, scrive te conozco. Cambia il verso perché il ricordo del verso
21 , 22 è un’azione mentale, riportare un ricordo della mente. Nell’ultimo verso si parla di
consocenza. Antonia ci vuole dire che attraverso si può arrivare alla conoscenza di esperienze
fatte nel passato, acquisire consapevolezza che quel bambino non aveva. Azione della
memoria si arriva alla conoscenza (Bersonn, è stato all’università di parigi).
Risentì di un certo fascino andaluso. Terra di infanzia. La famiglia Machado si era trasferita
abbastanza presto a Madrid. Aveva sempre sentito nostalgia della terra natale.
Parla di sé stesso, si ispira al componimento di suo fratello, composto diversi anni prima.
La finalità del componimento è la stessa, ovvero, presentarsi al pubblico. La maestria tecnica è
superiore.
Testo scritto in quartine (c’è uno schema rimico) di versi alessandrini. Ogni quartina è
composta da versi di rime alternate ABAB. Abbiamo strofe di 4 grazie a queste rime.
C’è sempre una cesura molto precisa, quasi sempre termina con una parola piena.
Antonio ci presenta se stesso cominciando dalla sua infanzia, lo scrive a 40 anni, da poco
sposato con Eleonon, molto più giovane e morirà per tubercolosi. Parla del suo
temperamento, del suo modo di essere, e la sua concezione della poesia. La biografia
dell’autore si mescola alla poesia per costruire dei riferimenti meta- poetici, che parlano della
poesia.
Mas pero
Seconda quartina parla del suo modo di comportarsi con le donne. Non è stato un seduttore
e cita Miguel de Manara (antonomasia). Fa eco al testo del fratello e parla di due personaggi:
Miguel de Manara è realmente esistito. Era un giovane con una vita irregolata e si pente del
male fatto e si converte e va in convento. La prima parte della vita è piena di vizi e seduzione
delle donne. Lui è protagonista di un dramma che Antonio scrive e narra le sue vicende.
Antonio fa riferimento a lui e a un personaggio letterario che insieme a Manuel ha creato.
Bradomin è un personaggio letteraio creato da Ramon del Valleinclan, che fu amico di
Machado e rimanda all’autore. Lo stesso Valle inclan lo considerava il suo alter-ego.
I due personaggi rappresentano lo spirito di seduzione e la vocazione seducente e dandy (fine
800-900).
Antonio non è stato nessuna delle due cose. Non era un esteta, era semplice, non amava
chiamare l’attenzione. Era solito vestirsi in maniera goffa, trasandata. Nonostante ciò , ha
riveuto la freccia di cupido, anche lui ha conosciuto l’amore e poi descrive il suo modo di
amare. Si rapporta al genere femminile cercando sostegno, protezione. Atteggiamento
opposto a quello di un seduttore, che vuole dominare, distruggere. Lui cerca conforto,
ospitalità . Per cui descrive un amore sentimentale, non è consumazione fisica.
Anche Manuel aveva parlato della seduzione.
3 quartina scorrono nelle mie vene gocce di sangue giacobina: erano progressisti. Antonio
apparteneva ad una famiglia colta. Ma il mio verso nasce da una fonte serena: nonostante sia
progressista, non usa la poesia per denunciare, non usa la poesia come esibizione delle sue
idee politiche, non la usa per fare propaganda politica. Usa la poesia invece il proprio sentire,
indipoendetemente dalle sue convinzioni.
Non è un uomo che vuole esibire il sapere e preferisce presentarsi come un uomo
profondamente corretto e onesto.
4 quartina comincia la parte meta poetica del componimento. Ci parla della sua poesia. Ci
descrive l’itinerario che lo ha portato ad essere come è . gli piace la cura formale dei versi, ha
abbracciato la moderna estetica, ha abbracciato il modernismo. Era amico di Ruben Dario. Si
riferisce all’estetica ruben dariana.
Ronsard era un poeta francese. Ha rinunciato ad una estetica antica non solo, ma che il
superamento della giovinezza, la maturità è concisa in lui con l’estetica modernista.
Estetica e cosmetica : stesso campo semantico. Ci rimanda a qualcosa di aggiunto, qualcosa
che copre i lineamenti. Non sopporta e non accetta le i travisamenti della poetica ruben
dariana che si limitavano a riprodurre quella bellezza senza nessun contenuto. Antonio
riufiuta questa estetica.
Gayo-trillare: verso privo di contenuti. Molto allegro, ma che non lascia nulla di profondo.
Metaforicamente si riferisce ad una poesia superficiale che riproduce una bellezza fine a se
stessa, senza contenuti. La cura formale non è la finalità principale, gli interessa il contenuto.
Dejar quisiera iperbato. Anche encaballamiento: si spezza una unita sintattica che lega due
termini legati fra loro proprio per creare una frattura ma anche un unione, sintatticamento
sono legati.
Non gli interessa essere etichettato, poi spiega qual è l’effetto che vuole proporre sul
pubblico, metaforicamente si paragona ad un guerriero con la spada. La spada è la poesia per
il poeta. Vuole essere ricordato come persona con tutto il complesso di valori attraverso la sua
poesia e non vuole essere ricordato per gli aspetti formali. Questo lavoro di costruzione della
spada e quindi costruizione del verso, non gli interessa, ma vuole far evincere i suoi contenuti,
la sua storia. Non gli interessa un’estetica formale e vuole, ma vuole trasmettere dei contenuti.
Cosi come al capitano quella spada diventi famosa, e non perché un forgiatore la abbia
costruita.
Fa riferimento al suo dialogo interiore. Riflette fra se e se, sviscerare i propri sentimenti
(converso con el hombre que siempre va conmigo)
La verità stava all’interno dell’essere umano diceva Sant’Agostino. Principio agostiniano che
riprende. Il mio parlare (solliloquio) è conversazione con questo amico.
Si presenta come un uomo riflessivo, come meditatore, che ricerca la verità dentro se stesso e
spera di parlare con Dio grazie alla sua abilità di parlare con se stesso.
Amore per l’umanità folantropia. Si dichiara una persona che vuole il bene del prossimo e
quindi incapace di fare del male.
Si rivolge ad un vosostros, al pubblico. Prima volta che comoare un vosotros (os debo). Uso
inclitico del pronome, viene attaccato alla forma verbale. È una costruzione arcaizzante,
arcaismo morfologico che Machado una per ragioni metrico-prosodiche.
Rivendica in quanto poeta ha donato la sua creazione al pubblico, per noi pubblico siamo
debitori. Notiamo un orgoglio del poeta. In quanto poeta non deve nulla, loro si.
Lui era un professore, insegnava francese negli istituti secondari. Rivendica il lavoro, che
guadagna lavorando.
Con il denaro che guadagna paga tutto il suo vitto. Struttura parallelistica (verso 31): c’è
articolo, sostantivo, pronome relativo e verbo. Si perde la simmetrica del verso precedente.
Questi due emistichi sono in parallelo. Corrispondenza formale tra i due emistichi
Metafora della morte el ultimo viaje.
La nave è il veicolo che conduce verso la morte. A bordo senza ricchezze.
Vuole rappresentare se stesso come uomo semplice non attaccato ai beni materiali, quasi
nudo come i figli del mare: topos del mare come origine della vita e del mondo. I figli del mare
sono tutti essere viventi. Quando tutti muoiono, ritornato da dove sono nati, nel mare.
La poesia è stata una missione di vita che ha coltivato una poesia piena di contenuti e rivelasse
i suoi sentimenti e che ha vissuto onestamente e che non è mai stato attaccato alla ricchezza
fine a se stessa, quando morirà sarà privo di ornamenti per ricongiungersi al mare da cui tutto
si è ricreato.
Albero che è ststo spezzato da un fulmine, vicina alla morte. Osserva una foglia verde e gli fa
ccapire anche in un contesto di morte c’è speranza di vita. Era un osservatore della natura,
riesce ad applicare all’osservazione dei fatti naturi considerazioni che riguardano l’esistenza
umana. Fogliolina come esistenza, confidare in una rinascita.
Questo componimento è formato da 5 strofe, due quartine e 2 terzine e una strofa di 15 versi
ed è costituito da una successione di endecasillabi e settenari. È caratterizzato da rime
consonanti.
ABAB
ABAB
ABA
BCC
Due terzine terzine dantesche, incatenate (tercetos encadenados). Rima B apre la terzina
successiva
Olmo sembra essere morto ma attorno a cui c’è molta vita: ci sono formiche, ragni (legge della
vita).
La primavera (prima strofa) spera di poter essere oggetto di questo miracolo della luce e
della vita, perché anche lui è quasi moribondo.
Tsto con tendenza anaforica antes, antes, antes forte ritmo iterativo.
Poeta importantissimo, uno dei maggiori poeti spagnoli. Influsso importante alle generazioni
future. Prima produzione è molto marcato da una estetica modernista, incline alla
rappresentazione della sensualità come percezione sensoriale del mondo, della natura, ai
preziosismi, uso sapiente dei cromatismi.
Presenza dell’io lirico che si espone al lettore nella sua dimensione interiore rispetto a ciò che
sente.
Poi abbiamo una condensazione della sua poesia sino ad arrivare ad un certo intellettualismo
freddo e distaccato ma che rivela un esercizio di attrazione. Prima fase alla percezioni
sensoriali fino alla fase della maturità dove tutto è molto rarefatto e condensato.
Componimeto in versi corti (de arte menor). Sono ottosillabi. Versi da ottosillabi in giu sono
versi de arte menor. Componimento isometrico.
Componimento presenta una assonanza ricrrente nelle sedi pari. Struttura metrica del
Romance genere medievale che si carratterizza di ottosillabi assonanzati in rime pari
(versi 2, 4, 6, 8 …). A E è l’assonanza che regge questo testo.
Testo ambientato in un luogo che è tipicamente modernista (parque). I parchi fanno parte
dell0immaginario moderniasta, luoghi dove la mano dell’uomo costruisce bellezza, attraverso
la cura degli alberi, fiori. Parco è la 5 essenza dell’eleganza.
Tornano i cromatismi.
Sotto il colore malva e oro perché il colore del cielo, che diventa un po’ roseo e violaceo. Gli
alberi solo al di sotto del cielo, ecco perché sotto il malva e.
Rosado perché sono in fiore, fiori che cominciano a spuntare. Notiamo una epanadiplosi
(verdes, verdes). Sono verdi di germogli primaverili. Tripudio di verde e di rosa. Descrive cosa
c’è dentro il giardino.
Verso 12 forte allitterazione del fonema vocalico A. verso nel quale introduce delle
immagini che sono da un lato realista, luci alte potrebbero essere le stelle che si intravedono
quando la luce si abbassa. Altra immagine ali di angeli immagine metaforica, questi luci
che l’io osserva e lui associa e paragona alle ali di angeli. Ali di angeli rappresentazione questa
aspirazione di libertà , elevazione morale/spirituale.
Torna alla descrizione del parco che ci sono dei roseti. Quanto di più materiale esista come la
cerne, si dissolve, si fa incenso, genera un’aroma. L’incenso rappresenta qualcosa allo stato
gassoso che ha perso lo stato materiale. La carne perde la sua consistenza. Contesto incatato
non avvertisse la presenza della carne.
La parola penombra appartiene ad un campo semantico immateriale parziale assenza di
luce, che si percepisce.
Incenso e penombra rappresentano visivamente (due sensi diversi: tatto e olfatto) la
distruzione della carne In questo parco. Considerazioni che fa all’interno del parco.
Aveva fatto riferimento a immagini e oggetti che si potevano vedere con la vista. Ora compare
una voce, malinconica e distante. Voce che produce un effetto: fa tremare l’acqua. Tremore
dell’acqua riguarda come mezzo come elemento metonimia.
Voce che si percipisce nell’aria. È una voce femminile.
In questa bellezza del parco, anche da un punto di vista acustico si produce una situazione che
causa benessere che si ripercuote nelle rose, rose assonnate: perché partecipano di questo
ambiente di silenzio.
Ripetizione della parola voz (verso 17, 21, 25) .
Ultima quartina ci introduce l’io lirico. Capiamo l’io lirico che sta partecipando in questa
regalita: pronome personele indretto me hace.
Por nadie y por alguien concetto di ineffabilità , qualcoda di intraducibile. Piangere senza un
motivo certo, piangere semplicemente di emozione, non saper spiegare il motivo.
Pianto di emozione che arriva sotto questa triste e sontuosità dei parchi riferimento con
verso 4.
Aggettivi già utilizzati. Il cromatismo del giallo ritorna unito all’aggettivo triste. Coppia di
aggettivi che connota i parchi. Oro -> cromatismo del parco, toccato dal sole. Apre il
componimento e lo chiuse.
L’aggettivo triste indica la malinconia, contemplazione di questo spazio. Malinconia che non
causa dolore, contemplazione compiaciuta.
Jimenez sosteneva che l’ortografia doveva essere fonico. Grafia etimologica quella che si è
affermata. Jimenez decise di applicare questa norma grafica, rimane una peculiarità sua.
Jimenez, Octubre
ABBA quartine
CDE terzine
Yo si manifesta.
L’io disteso sulla terra in posizone orizzonale, in contatto diretto con la terra.
Campo de Castiglia ci riporta a Machado della natura castiglia. Sintagma con riferimento
intertestuale. Stessa modalità di descrionza di un fatto dove l’io lirico osserva ed applicarlo
alla propria vita come aveva fatto Machado.
Lui sdraiato in questo campo. Ci troviamo in autunno e in un tramonto. Campo avvolto nella
gialla dolcezza sinestesia e encaballamiento.
Atmosfera avvolta in questo colore tipico del tramonto.
Descrizione della semina in autunno, il grano. Aratro e mano metonimia, mano del
contadino. Che è semplice uomo onesto, lascia il seme nella viscera creato dall’aratro.
Dopo questa descrizione passa a parlare di se stesso, di cosa vorrebbe fare lui.
Vuole strapparsi il cuore --> che diventa un seme. Cuore sede dei sentimenti alti e profondi.
Gettare questo cuore nel solco alto, ha rimosso quel terreno tenero. Immagina il cuore come
trasformato il seme.
I semi in primavera generanno grano. Cuore nel solco invece avrebbe generato l’albero puro
dell’amore etero metafora dona il proprio cuore ed è nella poesia che il poeta riesce a
descrivere la sua profondità . Dona le sue creazione agli altri e spera al dono che fa
quotidianamente possa far scatutirre l’amore eterno, amore verso l’umanità . Rappresenta
l’effetto della poesia rende migliori, capaci di contemplare la bella e amare il prosssimo.
Concetto con componente meta- poetica riflette sulla sua attività e cosa produce in lui e su
gli altri. Il frutto, il prodotto di quel gesto e l’albero puro dell’amore eterno.
Prima strofa:
si apre questo componimento con un verbo al passato remoto (preterito indefinito) , VINO è il
preterito indefinito del verbo venir, VINO ELLA. Pura si riferisce ad un soggetto di genere
femminile, ma non capiamo bene di cosa stiamo parlando. L’esordio del testo ci introduce
quanto meno una figura femminile. Un’immagine che ci rimanda alla purezza, innocenza. Il
verbo amare alla prima persona, io lirico che afferma di aver amato questa figura femminile
come un bambino in modo puro e totale.
Ropajes: vesti, panni. Non è dispregiativo, ma ha una connotazione non positiva. (non va
tradotto come robaccia) è implicito nella parola una connotazione negativa, è qualcosa di
esagerato, eccentrico, fa riferimento a un appesantimento (metaforicamente)
dell’abbigliamento, che porta con sé anche la perdita di innocenza.
Questo arricchimento estetico del modo di vestire , genera nel poeta un principio di odio, non
totalmente cosciente.
Questo appesantimento del ropaje la portò ad essere come una regina, la figura femminile che
più incarna la ricchezza, lo sfarzo, anche dell’abbigliamento. E questo è ciò che in lui produce
una iracondia di fiele.
I sentimenti prodotti nel poeta a causa di questa trasformazione della figura femminile: uno
stato di iracondia, di fiele(sostanza acida prodotta dal fegato, la bile produce fiele) è una
metafora per rappresentare questo fastidio rabbioso e irragionevolezza.
Tutti settenari salvo il 6sto verso (novenario) e l’ultimo , verso 9 ( endecasillabo), gli altri tutti
settenari
Seconda strofa:
Il movimento della figura femminile è andato da una purezza, innocenza, ad un
appesantimento causato dal ropajes. Ora torna indietro e inizia a svestirsi, spogliarsi e l’io
lirico gli sorrideva. Abbiamo sentimenti come l’odio(negativi), qui invece passa al sorriso.
Ritorna la parola “inocencia”, indica un ritorno a quella tappa, quel modo di essere che era
appunto delle origini. l’unico capo di abbigliamento che le rimase addosso fu una tunica.
“antica” rimanda all’innocenza dell’inizio del componimento.
Cambia il tempo verbale, prima persona. L’io lirico torna ad avere fiducia nei confronti di
questa creatura femminile, che ancora non sappiamo chi è.
Si toglie la tunica, continua la metafora di purezza.
Poesia desnuda: enjambemant. Questo è il momento in cui il poeta rivela la metafora che ha
costruito. La presenta al lettore. La figura femminile è la poesia, non parla di un incontro con
una donna. Ma la poesia, che è la passione della sua vita (come la donna lo può essere per un
uomo)
Ha raccontato il suo percorso poetico. Lui cominciò a scrivere una poesia essenziale, pura, piena di
sentimento e di percezioni sensoriali, poi però cominciò a subire l’influenza di un certo modernismo
molto estetizzante, incline ai preziosismi. Culto eccessivo per la bellezza formale che risulta però
vuota.
Quindi la metafora dell’abbigliamento. Se la nudità rappresenta la semplicità, il sovraccarico stilistico e
la ricerca della perfezione sono rappresentati da un abbigliamento molto carico
Ciò ha prodotto in lui un senso di repulsa, da cui voleva fuggire. Infatti, nella seconda parte c’è un
procedimento opposto, dove inizia ad apprezzare la poesia pura ed innocente.
Afferma quindi che la poesia che lui ama, che sarà sua per sempre, è solo e soltanto una poesia pura,
libera da orpelli formali inutili, che non segue la perfezione formale, ma che è fatta di parole semplici,
dirette, che denotino esattamente la realtà.
In questa seconda parte c’è un endecasillabo al verso 17 (oh pasion) e l’ultimo verso, il 18 invece
(desnuda) è un novenario.
(Darío era estetizzante, però la sua poesia era piena di contenuto, a differenza di altri autori
modernisti. Jimenez prova ira e risentimento verso la poesia vuota)
CONFERENZE:
foto. Inizio Pag 35 dei miei appunti.
Non è bene essere ossessionati di sviscerare il significato di quelle immagini, che magari può essere
dimenticata persino dal poeta. È bene che sia così.
Le scienze non possono spiegare le immagini che può invece rappresentare la poesia. Sta dicendo che
la poesia è una forma di conoscenza, uno strumento che consente di conoscere oltre ciò che è tangibile.
Lorca in questi suoi interventi, grazie ad essi ci trasmette la sua poetica, il suo modo di vedere la
scrittura, la poesia come arte creativa. Trasfigurò in poesia alcuni valori dell’esistenza.
Conferenza dedicata a Luis de Gongora dove Lorca cerca di spiegare qual è l’atteggiamento che il poeta
deve avere nel momento in cui deve scrivere un testo e scopo che sia destinato a perdurare nel
tempo.
Durevolezza nel tempo è una preoccupazione di molti artisti, Lorca lo argomenta con metafore.
Introduce una metafora importante qual era la concezione della creazione poetica di Lorca:
la creazione poetica nasce da una sorta di battuta di caccia notturna in un bosco notturno: sensazione
di smarrimento, di scoperta, luogo sconosciuto. La battura diventa un’operazione pericolosa, anche
avvincente. Disposizione d’animo che deve avere il poeta, quando si mette a scrivere un testo.
Il sentimento di paura fa immaginare al poeta delle scene inquietanti: bambini morti stato di
preoccupazione, angoscia.
Prosa lirica delicados aires enfrian el cristal de sus ojos. Il poeta ha una paura inspiegabile che apre
nel suo cuore immagini inquietanti, i suoi occhi sono colpiti da venti delicati.
Metafora la luna che viene rappresentata come un corno (mezza luna), anche strumento di guerra di
morbido metallo. Rami lontani che rappresentano questo bosco lontanissimo che contribuiscono a
creare l’immagine della luna in questo paesaggio notturno che incarna la battura di caccia creazione
del testo poetico.
Contrasto cromatico oscurità della notte, luna ha un suo cromatismo forte, cervi appaiono che
appaiono nei raduri dei tronchi.
Momento pericoloso per il poeta, il poeta deve portare con sé una mappa dei posti che percorrerà
percorso insidioso, gli consiglia – debe estar – quasi una imposizione, sentita raccomandazione, deve
rimanere sereno di fronte alle mille bellezze. Creatura di gesso creatura di finzione, poco reale e
anche dichiaratamente artificiosa, come i modelli di gesso.
Il poeta nel momento in cui si appresta a scrivere un testo, nella sua testa ha già un abbozzo di poesia,
poi deve cacciare le metafore vive, deve vestile l’idea iniziale di metafore intense, innovatrici, originali
che rifuggano dal linguaggio banale, da una rappresentazione ordinaria della realtà .
Nel momento in cui il poeta scrive un testo, deve imporsi, deve urlare per scacciare i cattivi spiriti,
sono tentazioni, come le sirene per Ulisse. Le tentazioni rappresentano la facilità della scrittura, deve
rifuggire dalla tentazioni.
Questa battura è una esperienza totalmente interiore del poeta, ingaggia contro una lotta, una preda
che deve essere la metafora viva invece che figurata.
5 sensi del poeta primo di tutti la vista. La metafora è sempre governata dalla vista, è la vista quella
che la rende limitata e le conferisce la sua realtà. Per creare una metafora bisogna vedere ciò che si sta
rappresentando, è necessario fare uno sforzo di visione, la vista domina la costruzione metaforica.
Unisce due mondi antagonici per mezzo di un salto ecuestre che fa l’immaginazione la metafora è
l’unione fra due elementi che nella realtà non hanno a che vedere l’uno con l’altro. Salto ecuestre è
quello di creare un punto di congiunzione fra due elementi che non hanno a che vedere l’uno con
l’altro , ma con l’intelligenza umana, l’immaginazione, riesce ad unirle.
Si può fare un poema epico da qualcosa di minimo come dalla circolazione dei leucociti della
circolazione del sangue.
Non è importante il tema, il contenuto di una poesia, la sua grandezza dipende da come il poeta riesce
a manovrare la sua immaginazione.
Lorca ci fa capire che aveva una concezione del fare poetico di qualcosa che richiedeva anche una
tecnica, una organizzazione razionale dei contenuti. Lorca in questo passo ci tiene a sottolineare che
non crede del poeta vate, invasato, quasi posseduto dall’ispirazione, ma il poeta è vero, dopo aver
vissuto quella ispirazione, deve far riposare le immagini e deve trasformarle grazie alla tecnica in
espressioni che veicolino .
Spigolo aristas
gongora assetato di spigoli aguzzi feriscono. E il poeta gongora si è ferito durante la battura, è
tornato pieno di polvere stellare, questa esperienza gli ha dato la possibilità di conoscere l’esperienza
del mondo, ha conosciuto i segreti più profondi dell’esistenza. Si è avvantaggiato degli incantesimi con
la luna. Gongora è riuscito a trarne il massimo profitto dalla battuta.
El vestido immagine è ciò che nasce dalla ispirazione, pero non dà il vestito. Il vestito è la forma
esteriore del testo, un testo poetico è costituito dalla combinazione di parole e quindi il vestito ha una
serie di componenti formali.
Qualidad y sonoridad de palabra alla base del testo poetico vi è questa cosa. Come le parole vengono
selezionate e come suonano, che tipo di catene foniche formano con la loro unione. Questa veste
esteriore va costruita grazie alla capacità del poeta di selezionare le parole e di combinarle fra loro.
Consonante qualità delle parole, alla loro consistenza significante, ma anche alle rime.
Gongora , secondo Lorca, aveva una grande preoccupazione per la struttura del poema. Gongora usò
molto la rima consonate e aveva ben presente l’importanza dell’architettura testuale.
Ribadisce che gongora non cerca l’oscurità nonostante le critiche dei suoi contemporanei come un
poeta enigmatico, criptico, amante dello stile difficile. Gongora era uno spirito coltissimo. Andamiaje
struttura. Lui rifugge dalla espressione facile, perché aveva una preoccupazione di architettura che
renda l’opera resistente al tempo. Gongora sperimentò quel tipo di linguaggio a causa di una
complessità architettonica che doveva rendere l’opera resistente al tempo. L’arte e la poesia devono
essere resistenti al tempo. Il desiderio di perpetuare la propria creazione del tempo ricerca di una
architettura complessa, che sia studiata, ponderata perché altrimenti una costruzione facile dura poco
nel tempo, si esaurisce dopo pochissimo tempo.
Senso della vista come senso principale. La metafora è retta dalla vista, può essere anche
intellettuale. Il poeta è un essere umano che guarda il mondo e capace di riprodurlo.
Immaginazione poetica si basa sulla esperienza, vuole rendere concreto tutto ciò che abbraccia.
immaginazione poetica è qualcosa di fondato saldamente sulla realtà, su ciò che regge le leggi naturali,
sta nella logica umana, è controllata dalla ragione della quale non può disfarsi.
Sebbene l’immaginazione sia fondamentale, ci vuole l’ispirazione. Coloro che scrivono solo grazie alla
immaginazione, sono poeti che non riescono ad emozionare.
Immaginazione ha dei confini ed è precisa ed è una facoltà umana retta dall’intelletto, è molto più
povera dell’immaginazione semplice. La realtà è molto più emozionante della stessa immaginazione.
Ispirazione è un dono, regalo. Qualcosa che non tutti possiedono. Lorca utilizzò spesso la metafora del
– duende-, dono che non tutti gli artisti hanno, è una sorta di fuoco interiore che non permette a
chiunque di creare arte.
Diafana chiaro , cristallino. In tutto ciò che sfugge alla comprensione più totale, non è da lui
apprezzato. Perfiles qualcosa che ha dei limiti ben precisi, misterio visible ossimoro. Qualcosa che
possiede un elemento di complicazione ma che può sempre essere sviscerato, qualcosa di nascosto ma
che si offre alla comprensione.
Forma perfil
Sensualidad a tutto ciò che si percepisce grazie al concetto di intelletti e sensi.
Per Lorca essere un poeta era un modo di percepire il mondo hasta mi muerte.
Chorro flusso
Manar emettere
Elemento surreale del sangue verde o giallo, che ha cambiato la sua natura, si è trasformato nel tempo.
Lui si trasormerà nel tempo, non rimarrà mai fisso a pensare nella stessa maniera. Lui si definisce un
poeta in continua trasformazione.
Il poeta non può restare fermo, non può mantenersi ancorato sempre allo stesso modo di scrivere e di
raprresentare la realtà.
Modello di poesia come esperienza di crescita, di sforzo intellettuale , quasi sofferenza emotiva. Non
esiste buona poesia se non dolorosa.
Componimento con struttura ciclica: comincia e finisce allo stesso modo, lo vediamo con la rima.
Quartine ottosillabi
C’è una assonanza ricorrente: O e A riportatrice di questo toponimo di Cordoba, citta andalusa,
luogo verso cui questo io lirico, nuovo luogo cui si sta dirigendo questo cavaliere , El Jinete.
Testo molto criptico perché questi due aggettivi irradiano tanti significati che si prestano ad
interpretazioni differenti.
Testo che ha un esile filo narrativo si sta svolgendo una azione. C’è un io lirico (Jinete) e attraverso
la voce sua capiamo ciò che sta avvenendo. Testo molto enigmatico, lascia alla interpretazione del
lettore. Lorca convinto che la poesia non dovesse spiegare tutto, facilmente interpretabile, bensì
doveva lasciare una interpretazione dei lettori, alla loro immaginazione.
Anche il poeta quando scrive certe scene le percepisce in un modo molto vago ed ogni volta che le
rilegge, gli viene un’altra spiegazione di queste immagini.
Testo deve suggerire, deve essere evocativo, aprire un mistero che non è svelato.
Testo con sintassi nominale: la poesia può lasciare spazio all’interpretazione.
Jaca cavalla
Prima quartina elementi di animale, di colore nero. Non è un animale qualsiasi, bensì rappresenta il
mondo gitano. Loro si muovevano grazie ai cavalli, loro principale risorsa di mezzo di trasporto.
Luna: fa parte del mondo astrale, qualcosa che non è sulla terra, guarda da lontano. Luna come simbolo
di vita e di morte, è ambivalente. Quando è sempre presente la luna si allude sempre alla morte.
Grande cielo scuso, quando è ancora alta. Luna che si percepisce grande, tonda nel cielo nel
momento più profondo della notte.
Ci introduce nel mondo gitano e in un contesto temporale della notte fonda.
Aceitunas en mi alforja c’è un io lirico. Prima volta si manifesta. Mia bisaccia. Ci ricorda il mondo
andaluso e i Jitani. Andalusia terra degli uliveti e alforja è una bisaccia: mezzo per trasportare degli
oggetti. Cavaliere che si presenta su una cavalla in un contesto notturno con questa riserva di cibo.
Aunque sepa io lirico. Anche se conoscessi il percorso, non arriverò mai a Cordoba. L’io lirico ci sta
formulando un presagio di morte, di sfortuna, ci prefigura che lui non riuscirà ad arrivare a Cordoba.
Introduce un presagio di morte.
attraverso la pianura spostamento che lui compie. Per il vento per luoghi battuti dal vento.
Lui con la sua cavalla si muove attraversi i campi in territori sferzati dal vento. Riferimento spaziale,
descrive molto simbolicamente un paesaggio di pianura tipico di Andalusia.
Richiama di nuovo la cavalla nera. La luna è rossa verso parallelistico (sostantivo –aggettivo) i
due aggettivi fanno riferimento a dei colori.
Prima la luna era grande, ora è rossa : luna si sta tingendo di rosso perché è passando del tempo. Ha
cavalcato durante la notte. Nell’arco della notte, vicino all’alba, la luna si tinge di rosso, si avvicina
l’aurora. Luna grande grande macchia bianca nel cielo, qui è rossa. Abbiamo una simmetria perché
c’è un cambio temporale: cavaliere che ha fatto un percorso.
Altra interpretazione: questo colore rosso sia un presagio di morte. Per Lorca il rosso ha un significato
forte. Potrebbe alludere al sangue, ferita mortale che questo Jinete potrebbe avere, motivo del suo
mancato arrivo a Cordoba. Cavaliere ferito e sa di non poter raggiungere la meta.
La parola morte (muerte) qui è esplicita, morte personificata, mi sta guardando, diventa quasi
antropomorfa (metafora). Cordoba che è irraggiungibile lo sta guardando dalle sue torri, uno sguardo
di morte. Atmosfera di morte
Ultima strofa sequenza anaforica di AY ricorda il Cantejondo canto ancestrale dei gitani fondato
su questi lamenti della voce che canta che si esprime attraverso questo AY, forte esclamazione di
dolore profondo. Questi versi si rifanno al Cantejondo, Lorca aveva dedicato una raccolta. Tutto il
patrimonio Andaluso è stato al centro della scrittura di Lorca.
Cavalla coraggiosa, non si spaventa davanti alla morte, cerca di avvicinarlo a Cordoba, grazie a lei
riesce a fare il percorso.
Prima la morte lo guarda, qui lo sta aspettando. Addirittura come un riconoscimento definitivo del
fatto che gli resta poco da vivere, la morte lo aspetta prima di arrivare a Cordoba. Lo sta aspettando
ancora prima di arrivare a Cordoba.
Quel presagio di morte di prima, qui alla fine, diventa una affermazione da parte dell’io lirico.
Manca il motivo di questa imminente morte forza della poesia alludere a qualcosa che però è
indefinito nella forma e nel modo in cui avviene. L’attesa della morte, il suo sentimento, tipico della
poesia Lorquiana. La consapevolezza della morte imminente, anche nei momenti di gioia, questa
convivenza con sentimento di fine è tipica di Lorca in quasi in tutti i suoi componimenti, soprattutto
in quelli Andalusi. Connaturato al popolo Andaluso questo sentimento di pena negra sentimento che
riescono a provare solo i gitani.
Canciones raccolta della sua giovinezza dove sperimenta questo repertoria tematico e stilistico.
Si chiude con il ritornello: Cordoba (bisillabo) lejana y sola (pentasillabo) assonanza O e A solo nei
versi pari.
Il poeta ci ha detto che questo Jinete sa di dover morire, si dirige verso Cordoba ma sa di non arrivare.
Compie il percorso di notte, tra le pianure e il vento, ma non sappiamo per quale motivo muove o sa
che qualcosa lo aspetta per ucciderlo. Tutte ipotesi che il lettore può fare, atmosfera di mistero.
Romancero gitano
Raccolta, libro di poesie a cui Lorca lavorerà dal 1924 al 1928. 1928 anno di pubblicazione del libro
che esce nella rivista di Occidente, veri libri autonomi.
Questo libro conteneva dei Romances testi costituiti da versi ottosillabi assonanzati nelle sedi pari.
Tutti i versi pari devono presentare la medesima assonanza. Espediente metrico in Lorca riproduce un
genere. Con Romancero gitano volle ricreare questo genere lirico narrativo cercando di riprodurre
anche le stesse caratteristiche stilistiche del Romance in età Medievale.
Storia senza una spiegazione preliminare, alternanza si sezioni narrative dialogate, l’interazione fra
personaggi che dialogano fra di loro, alternanza dei tempi verbali, uso non canonico della consecutio
tempo, continua tensione fra passato e presente. Il Romance hanno una struttura narrativa,
presentano una o più azioni ma hanno una forte componente lirica: c’è un io esprime il proprio sentire,
io che descrive una scena, c’è una dimensione personale che non è la asettica dimensione di un
narratore esterno. Questa ibridazione tra io e narrazione dominica.
Questo progetto nasce nell’estate del 1924. Poi pubblica progressivamente su varie riviste
singolarmente. Poi arriva a concepire un progetto unitario, di riunirli tutti quanti e costituire questo
libro id Romances.
Fu un grande successo di questa rappresentazione del mondo gitano che era poi una rappresentazione
dell’Andalusia, aveva entusiasmato il pubblico. Tuttavia, il pubblico si era concentrato su questa
trasfigurazione del io lirico.
Lorca diceva che i gitani erano un tema, io non lo sono. Questo mondo è primitivo che ho usato come
pretesto per rappresentare una realtà universale. Attraverso questa poesia costumbrista è una poesia
di carattere universale ad indagare i grandi dilemmi della vita, dove il pubblico meno raffinato non lo
seppe capire.
Non lo capirono nemmeno gli amici suoi, i suoi amici Dalì e Busnuel (regista) disprezzarono questo
lavoro di Lorca e glielo dissero e Lorca si dispiacque per non aver capito l’operazione.
Questo Romanceso gitano esplosione di arte neo-popolarista (tendenza culturale che interessa la
musica, pittura che vuole riscoprire le radici del folklore). Si riscopre il patrimonio culturale
dell’Andalusia dal punto di vista musicale e pittorico, ma anche attraverso poeti modernisti.
Lorca si iscrive in questa tradizione ma fa una operazione di distillazione, quasi trasfigurazione poetica
di un mondo primitivo dal quale intende partire per parlare di valori e principi universali di questo
mondo. È una poesia esistenzialista.
Conferencia-recita
Del Romancero gitano
Non è un poeta che si è fatto notare colui che sta di fronte a voi, ma è un compagno che conduceva una
vita leggera e confusionaria per occultare una vera e venefica malinconia, stato d’animo che lo portava
a scrivere.
Captatio benevolentiae non voglio annoiarmi ma è tipico delle conferenze. Sbadigli per i quali
richiederebbe una bocca di caimano (metafora).
Conferenziante parla senza aspirare ad avvinarsi al suo uditorio e con una assenza di amore dà origine
a quell’odio profondo che tende verso di lui, pubblico che prova odio nei suoi confronti.
Per questa ragione, per non annoiarvi, per non generare quell’aspetto di resistenza, vengo a
comunicare con voi, a stabilire una comunicazione con ciò che nessuno vi ha insegnato, con sostanza e
magia pura.
Ho scelto di leggere con piccoli commenti il Romancero, non solo perché è popolare (famosa, più
conosciuta dal pubblico), ma perché è quella che fino ad ora possiede maggiore unità. Ricerca di
coerenza. Ed è dove il volto poetico (metafora) appare per la prima volta con una personalità propria.
Romancero gitano secondo Lorca era un traguardo importante in quella raccolta aveva raggiunto
una identità poetica libera dagli influssi di altri autori, come Jimenez. Lui si era sentito più influenzato
dalle opere precedenti. Vergine (puro) dal contatto del poeta.
Il volto poetico di Lorca con Romancero acquisisce una fisionomia concreta, è definitivamente
disegnato. Lo deluse il tipo di interpretazione che era stata data a quei testi, che secondo lui non era
corretta.
Non farò una critica del libro: teme di causare noia nel pubblico, non studierò ciò che significa come
forma né la meccanica delle immagini, non vi spiegherò il perché dell’immagine, né il grafico, perché
ho utilizzato determinate parole, tutto ciò deve essere captato dagli amanti della poesia.
Mostrerò le mie fonti e abbozzi della sua concezione totale. Spiegherà al pubblico le fonti: quali sono
gli spunti tematici dai quali parte per costruire i suoi testi che sono originali, anche se partono da una
situazione, la superano per creare una costruzione poetica che è totalmente originale rispetto alla
fonte.
Uno dei primi testi del Romancero, decise di porlo ad apertura. Il suo titolo originario era Romance de
la luna de los gitanos, poi quando lo pubblica come libro, rettifica in Romance de la luna luna
(epanalessi – titolo che ha una ripetizione di un lemma), tratto stilistico che ricorda il linguaggio delle
ninna nanne, linguaggio infantile, tradizione folklorica e lui ha voluto rievocare nel titolo e nel
componimento.
In questo componimento lui costruisce un mito moderno, quello della luna ballerina che seduce un
bambino con il suo ballo e che lo prende con sé, lo porta nel mondo celeste e gli toglie la vita, lo sottrae
al mondo terreno per attirarlo e trasportarlo verso il mondo astrale.
La luna è un elemento astrale, nella tradizione occidentale è stato oggetto di trasfigurazione mitica
(mito di Endemione – pastore di cui la luna si era innamorata, pastore condannato da Atena a dormire
profondamente quando la luna usciva, la luna ogni notte andava da lui e lo baciava mentre dormiva.
Mito che non vuole trasfigurare, ma è sullo sfondo di questa nuova costruzione mitica)
La luna è antropomorfizzata, assume le fattezze di una donna sensuale, donna che è in grado di
sedurre e Endemione diventa questo bambino che instaura un dialogo con la luna, bambino molto
attratto da lei, le consiglia di non farsi trovare dai ginati che la cattureranno. Tuttavia la luna, sin dalla
prima interlocuzione, annuncia il triste epilogo perché dichiara di non essere preoccupata in quanto lo
troveranno con gli occhi chiusi sull’incudine e questi occhi chiusi alludono alla morte.
Quando arrivano i gitani trovano il bambino disteso sull’incudine privo di vita, ma poi ricomparirà nel
cielo. Simbolo della morte.
Lorca insisteva sul carattere lirico narrativo, si è sforzato di mantenere intatta questa ibridazione
dell’elemento narrativo con l’elemento lirico.
Anedocta nucleo di questo mito moderno.
Struttura due sequenze narrative dal verso 1 a 9, la seconda dal 21 a 36 e poi al centro c’è una
sequenza dialogica dove notiamo una successione di battute tra la luna e il bambino, anche nelle sue
parti, il romance rivela una costruzione ben ponderata da Lorca, tipico nei romances medievali, non c’è
soluzione di continuità, non ci sono dei segni tipografici, intuiamo grazie ai verbi, pronomi, aggettivi,
entrando nel testo riconosciamo gli interventi dei personaggi.
Fragua forgia, fucina. Luogo in cui si lavorano i metalli. Primo elemento del mondo gitano. Attività
molto praticata, maestri dei metalli. Essendo un luogo frequentato dai gitani, anche luogo dove
incontra il bambino.
Luna astro nel cielo, questa luna è stata mitizzata, VINO (venne)
Polisó n de nardos imbottitura di crine e molle per rialzare il drappeggio delle gonne delle dame.
Elemento che indica un oggetto preciso, sotto la gonna, l’impalcatura della gonna.
nardi Metafora. Sono dei fiori bianchi. Gonna bianca. Luna è bianca, cromatismo della luna.
Attraverso questa metafora dice che la luna con il suo biancore è apparsa in questo spazio.
Ensena mostra
Estano stagno
Nell’aria agitata la luna muove le braccia (VINO), la luna è rappresentata come una figura femminile
(mueve sus brazos, figura di ballerina andalusa) e mostra (coppia di aggettivi antinomici): Lubrica è
l’opposto di pura. La luna incarna in sé questa ambivalenza e governa tutto il componimento, netta
contrapposizione tra vita e morte, purezza e sensualità che convivono nello stesso personaggio. La
luna rappresenta la luce e la sensualità.
Mostra i segni di duro stagno stagno metallo povero. I metalli sono simboli di morte
nell’immaginario Lorquiano, qualcosa di nefasto. La luna come qualcosa di inquietante, colei che
introduce un presagio di morte.
Prima sequenza narrativa del testo che presenta i due personaggi: Luna e bambino (solo nella sua
attività di osservazione per ora).
No pises calpestare
Inamidato - almidonato prodotto per stirare gli abiti bianchi per dare loro un colorito intenso.
La luna allontana il bambino per mantenersi a distanza col mondo terrestre, mitologia manichera,
contrapposizione tra mondo celestre e terreste. Non vuole essere sporcata dal mondo degli umani.
Si realizza quel presagio espresso dalla luna. Il bimbo nella fucina, sull’incudine ha gli occhi chiusi
perché privo di vita.
Olivar uliveto. Percorso andaluso. Compare l’uliveto come ambientazione andalusa.
Giungevano bronzo e sogno i gitani. Uliveto ambiente naturale che si contrappone alla luna.
L’uliveto esprime il destino terreste, i gitani ne fanno parte. Sono descritti con bronzo e sogno. Bronzo
altro metallo, allude al colore olivastro della pelle dei gitano e anche alla materia con cui si costruivano
le armi, scudi, armature di bronzo. Attraverso queste due metafore, Lorca rappresenta i gitani come
coraggiosi perché affrontano il maleficio della luna. Li rappresentano anche come fragili perché
cedono al sogno, perdono il controllo delle proprie azioni.
Teste erette e occhi socchiusi contrasto tra un atteggiamento vigile (del cavaliere, testa dritta) però
gli occhi socchiusi che stanno per cedere al sonno.
Zumaya uccello rapace che canta di notte e si muove in ambienti notturni e solitamente disposta a
mettersi negli alberi a cantare.
Ciò che avviene a terra, nell’ambiente terreste (uccello) e invece in cielo la luna cammina tenendo il
bambino, lo ha preso con sé, immagine simbolica di questo prelevamento che la luna ha lasciato morto
nella forgia e lo ha portato in cielo, non esiste più ma è diventato l’accompagnatore della luna, luna
come psicopompa portatrice di anime. Due mondi contrapposti.
Dentro la forgia piangono emettendo grida i gitani. Ultima scena. Mondo terreste. I gitani hanno
trovato il bimbo morto e quindi si disperano, urlano.
La veglia, la veglia la sta vegliando. Oggetto che l’aria su cui sta vegliando. Lorca è volutamente
misterioso, emblematico nell’utilizzo di questi versi, non sono versi suoi: riprende due versi di una
ninna nanna gitana che diceva: ho una capanna nel campo, la veglia vela, l’aria la sta vegliando.
La capanna che è protagonista di questa ninna nanna che riprende. Memoria infantile e letteraria, le
cantilene fanno parte del repertorio flokloristico.
Estrae questa ninna ninna e decontestualizza e ricontestualizza e mette del mistero nel lettore,
costringe il lettore a fare uno sforzo di interpretazione: richiamo stilistico fortissimo epanalessi
(vela vela): linguaggio infantile che pernea (irradia) il componimento.
Oggetto dell’aria: questo LA si riferisce alla fragua. L’aria, tutto il contesto esterno che fa come da
spettatore al dramma sta vegliando per quel luogo, luogo in cui è avvenuta la tragedia. Presenza
dell’aria quasi antropomorfizzata. Tutto il paesaggio esterno è come in veglia rispetto a ciò che è
contenuto in quella forgia, bambino pianto dai gitani ma anche dall’ambiente che circonda quel luogo
che giace morto.
15/11/22
Lorca in una Conferenza: dopo compare il Romance del quale ho già parlato, uno dei più misteriosi del
libro. Molti hanno interpretato questo romance come la rappresentazione dell’ansia di Granada,
desiderio verso il mare. Angoscia della città che non sente le onde e le cerca nei suoi giochi di acqua
sotterranea.
Fonti sotterranee: molte terme che ci sono a Granada (cultura musulmana prevedeva le terme), a
Granada ci sono moltissimi siti archeologici, corrispondono agli antichi bagni pubblici.
Questa ansia di onde, desiderio di ascoltare il rumore delle onde le cerca nelle terre sotterranee.
Nebbie ondulate: creste delle montagne e strati di nebbie che le accolgono.
Interpretazione possibili ma c’è anche dell’altro.
Un poeta non ha mai le stesse percezioni, non interpreta un fatto poetico che lui stesso ha creato,
cambia nel tempo. È un fatto poetico puro del fatto andaluso e darà la luce cangiante: metafora del
tessuto poetico eclettico, mutevole e caratterizza la poesia in generale e la sua poesia.
La luce è cangiante per chi ha scritto un dato testo.
Nucleo del pensiero di Lorca: l’uomo si avvicina con rapidità. La poesia permette di conoscere la realtà
al di là di ciò che è percepito dai sensi, la poesia è quella forma di approccio alla realtà che consente un
dominio più completo. Il poeta è un iper-filosofo, pensatore che riesce ad andare oltre quello che si
tocca.
Deliberatamente evita di dare una spiegazione univoca di questo testo, lascia l’interpretazione ai
lettori.
Romance Sonambulo
Questo testo nella sua versione originaria aveva un altro titolo: Romance de los altos Baranzales, sono
le ringhiere. Allude a un luogo specifico che è quello della cisterna (aljibe), vasca dove veniva
immagazzinata l’acqua. Queste cisterne erano frequenti (Granada). Rappresentano per sineddoche la
cisterna. Il luogo emblematico, luogo che rappresenta la tragedia che si è consumata, faceva parte dello
stesso titolo. Nel 1928 dopo aver conseguito una struttura unitaria, lo pubblica col nome di Romance
Sonambulo. Toglie il complemento di specificazione e mette un aggettivo qualificativo. Stentiamo a
capire il significato della parola Sonambulo applicata ad un testo poetico.
Sonambulo è qualcuno che vacilla, che si muove a tentoni, che si trova fra il sonno e la veglia, svolgere
azioni che corrispondono ad uno stato di veglia però in uno stato di sonno, incoscienza. L’aggettivo
sonambulo introduce un elemento importante, questa oscillazione tra la vita e la morte, sonno e veglia,
sonno è stato più vicino alla morte. Sin dal titolo Lorca introduce questa contrapposizione tra vita e
morte che intende rappresentare nel testo.
Romance piuttosto esteso, diviso in varie sequenze. Successione di ottosillabi assonanzate in sedi pari.
Diviso in sequenze, sezioni.
La assonanza che percorre tutto il componimento è l’assonanza A-A. attraversa tutto il componimento.
Assonanza di Granada (A-A), è la protagonista di questo testo, luogo nella quale si consuma la tragedia,
molti hanno interpretato il testo come la rappresentazione dell’ansia per il mare. Granada risuona
attraverso con questa assonanza.
Leggiamo il testo
Testo che ha una struttura lirico narrativa, esile intreccio, la anedocta, un fatto, un avvenimento.
Evento: morte tragica per suicidio di una giovane fanciulla che attese disperatamente del suo fidanzato
contrabbandiere gitano, rischiava di essere catturato tutti i giorni. Cordoba e Granada, Andalusia era
una zona dedita al contrabbandismo, dimensione di marginalità e di isolamento di questi personaggi.
La Anedocta è la morte tragica della Fanciulla che aveva atteso il rientro del fidanzato. Per la
disperazione si getta nella cisterne e muore annegata. Poi arriva il fidanzato ferito a morte e chiede
aiuto al suocero, arriva a casa della fanciulla, il padre con parole molto criptiche allude al fatto che lei
non c’è più e accoglie suo genero in casa e vanno insieme verso la cisterna e lì intuiamo avviene il
riconoscimento della tragedia e poi c’è la descrizione di Granada che assiste alla tragedia. C’è una
rarefazione lirica che rende il testo emblematico.
Epanadiplosi: si apre a si chiude con la medesima parola (VERDE). Verso agramaticale: verso non
esplicita l’oggetto del verbo espresso. Frase che non significa nulla, VERDE QUE TE QUIERO VERDE.
Lorca si sta riferendo al suo stesso componimento: questo romance che ha scritto è un romance
segnato dal colore verde e questo cromatismo è importante. Verde è il colore predominante in questo
testo. In questo verso agramatica intuiamo che il poeta vuole potenziare la sua volontà di costruire un
testo con determinate carattestistiche.
Tutto diventa verde: il vento diventa verde, parallelismo nel verso. Rami verdi. C’è questo forte
cromatismo. Anche epanalessi.
Elemnti che ci conducono al mondo gitano: mar luogo dove provenivano le merci del
contrabbandismo. Barca rappresenta il mezzo, anche il luogo, la costa nella quale avveniva un certo
tipo di attività. Il cavallo rappresenta la cultura gitana, mezzo di trasporto, il gitani esercitavano il
contrabbandismo nelle montagne. Da un lato il mare, barca che attracca sulla costa e la montagna sono
due luoghi contrapposti ma che concorrono che determinano la vita di queste persone.
Abbiamo una rappresentazione dei luoghi entro il quale si muove la scena.
Con l’ombra nella vita (corpo), lei sogna nel suo parapetto (baranda) che delimitava la cisterna,
sinedocche per la cisterna, sogna nella cisterna. Scoperta del fatto tragico. Questa figura non è una
figura vitale anche da questo sostantivo (con l’ombra nella vita). Ombra è metafora di morte.
Fanciulla che sogna (dimensione onirica). Utilizza in verso chiastico (verde carne e pelo verde), altra
epanadiplosi e chiasmo, utilizza (aggettivo sostantivo, sostantivo aggettivo). Attribuisce il colore verde
alla carne e capelli. Percepiamo la morte. Fanciulla ritratta immobile. Cisterna con acqua stantia che
assume un colore verde, lei assume questo colore nella quale sta sognando. La carne diventa verde,
perché ormai morta. Acqua stantia è sempre elemento di morte per Lorca. Acqua che scorre è simbolo
di fertilità, di fecondità . La sua carne assume il colore verde, anche i suoi capelli.
Situazione di inerzia, con occhi di freddo argento. Occhi metaforicamente sono comparati all’argento,
grigio freddo. Metalli in generale hanno sempre una funzione funesta, qui si aggiunge l’aggettivo fria
(morte), occhi di freddo argento.
Sotto la luna gitana, anche la luna partecipa come spettatrice indifferenze, lontana, partecipa alle
sofferenze del mondo gitato, diventa essa stessa parte di questa ambientazione.
Le cose, tutto il mondo, la sta guardando e lei non può guardarle. Esplicitazione della condizione di
inerzia, morte. Tutto ciò che la circonda la può guardare ma lei non perché è morta.
Ritorna il primo verso come sorta di ritornello. In questa seconda sequenza il poeta descrive come è
solito fare il momento della giornata nel quale si sta svolgendo l’azione e lo fa introducendo una
metafora complessa con la quale vuole rappresentare il momento dell’alba. Momento si incomincia a
intravedere le prime luci.
Grandi stelle di brina vengono con il pesce di ombra che apre il cammino dell’alba.
Le stelle di brina: da un lato questi punti luminosi del cielo che sono stelle, hanno la stessa luminosità
della brina che si deposita sul terreno, al contrario potremmo interpretare questa metafora come una
comparazione il luccichio della brina sul terreno con le stelle che sono in cielo doppia
corrispondenza che crea e è voluta perché mette il relazione il mondo terreste col mondo celeste.
Stelle: rappresentano dei bagliori di luce. Che vengono il pesce d’ombra che aprono il cammino
dell’alba.
Pesce animale che vive nell’acqua e guizza, il pesce d’ombra è un elemento di oscurità. Esprime il
contrasto tra la luce e l’oscurità , tipico di quel preciso momento della giornata che si passa dal buio
alle prime luci della giornata.
L’oscurità attraversata da questi primi bagliori acquisisse un suo dinamismo che è l’anticamera
dell’alba. Metafora naturalistica. Lorca cercava nella natura i termini di paragone per esprimere certe
cose. Metafora molto chiara.
Utilizza questa metafora perché la scena avviene alla fine della notte, all’alba, in un momento in cui si è
conclusa la tragedia dopo una attesa amara da parte della fanciulla.
Personificazione: albero di fico strofina (frotar) il suo vento con la raspa dei suoi rami.. questo fico
viene antroporfizzato, azione volontaria di un albero che strofina. Strofina il vento, che in natura è il
contrario. Questo albero acquista una sua vita, con la raspa dei suoi rami strofina il vento. Il fico
diventa agente contro il vento di una azione dinamica, si invertono i ruoli.
Senso di questa immagine: dare vita ad elementi, attribuire volontà di azioni ad elementi che non sono
dotati di volontà .
La montagna, gatto selvatico. Gardugno si utilizza a granada per definire una specie di lince. Questo
gatto gardugno diventa rappresentazione della montagna. Ci sono procedimenti che lorca mette in
atto. La comparazione, costruizione metaforica del monte paragonato al gatto e perché sembra un
gatto questo monte? Gatto che rizza le sue piante aspre (agre). La schiena della montagna, è paragona
alla schiena del gatto quando si mette in posizione di difesa. Queste piante sono come per il gatto il
pelo, questa inarcatura tipica del gatto in difesa.
Piante aspre: questo elemento ricorrente nel romance. Pianta grassa che si trova a Granada, primo
elemento che allude al campo semantico dell’asprezza. Tante metafore in pochi versi. Metafore di tipo
naturalistico.
Due domande che ci introducono nell’evento: qui attira l’attenzione del pubblico.
Chi verrà e da dove? Qualcuno sta per arrivare, anticipia l’azione. Ma la situazione in quell’ambiente è
di lei che continua a trovarsi nel parapetto (cisterna). Ripete esattamente il verso 7 , ribadisce la
descrizione eella fanciulla. Qui sogna il mare amaro, qui sonar con (sognare qualcosa). Sognare il mare
amaro. Sogna il mare amaro, quel luogo che è amaro per lei che è amaro per tutto il mondo gitano
perché è il luogo dove è cominciato il cammino di morte che ha colpito il suo fidanzato. Mare amaro
perché produce morte, campo semantico con l’aggettivo agria. Tutta una natura, tutto un contesto
avvolto in un contesto di amarezza.
Terza sequenza: scoparsa la voce esterna, questo narratore esterno alla storia ha dato alcune info e
assistiamo ad una sequenza dialogata fra due persone. C’è un apostrofe.
Sequenza nella quale abbiamo risposta. I lettori possono dare risposta alle due domande di prima
(quien vendrà y por donde?). dialogo tra il ragazzo ferito a morte che arriva a casa del suocero e
chiede aiuto, chiede di poter morire decentemente in un letto ben arredato e degno. Chiede di salire in
quel luogo, nella cisterna, luogo alto. Granada (Sacro Monte), quartiere dei giratani si trova di fronte
alla Lambra e confina con Alfaisim e da lì si vede questo colore di rosso intenso con l’abbassarsi del
sole.
Ragazzo che vuole contemplare la sua Granada, salire agli alti parapetti, questi rappresentano alche la
cisterna, luogo della agnizione, riconoscimento dell’evento tragico.
Lo chiama Compadre, voglio cambiare il suo cavallo con la sua casa . la mia sella col suo specchio. Il
mio coltello con la sua coperta.
Mi spoglio del mio cavallo, ciò che rappresentava il fidanzato, vuole donare il cavallo per avere
ospitalità , lascia la sella e vuole lo specchio (elemento di arredo) e così abbandona il coltello per la
coperta (elementi di bancheria del letto), desiderio di essere accolto in casa. Rinuncia a tutto per
essere accolto in casa.
Vengo sanguinando dai monti di Cabra (entroterra, famosa per il contrabbandismo). Lorca esplicita
che questo giovane era detito al contrabbandismo, lui ferito gravemente a Cabra.
Parla il suocero, anziana: se io potessi, ragazzino, questo accordo si faceva (uso dell’imperfetto, tipici
del romance medievale). Se fosse dipeso dal suocero lo avrebbe fatto senza problemi.
Ma io non sono più io, ne la mia casa è ormai la mia casa: è successo qualcosa di grave, non sa cosa o
non deve fare. Notiamo una serie di ripetizioni in questa epanalessi (yo, yo, mi casa, mi casa).
Risponde il ragazzo: di fronta a questa affermazione enigmatica. Voglio morire decentemento nel mio
letto, ghiacciato nel filo di olanda (lino pregiata di origine olandese), rappresenta una biancheria
pregiata, vuole morire in un letto ben fatto, elegante, di acciaio se possibile. Non vedi la ferita dal petto
alla gola: ampiezza di questo squarcio. 300 rose scuse porta la mia camicia bianca: iperbole. Rosa
rappresentano le macchie di sangue, rose di un rosso intenso, sangue già fuoriuscito, camicia bianca
che ha 300 macchie di sangue scuro. Il suocer: il tuo sangue stilla, esce e odora intorno alla tua fascia
collocata alla cintura, nell’addome, questo sangue continua ad uscire. Consapevole che lui è ferito, sta
riconsocendo di aver capito ciò che lui dice.
Però io non sonopiù io, ne la mia casa non è piu la mia casa: siccesso qualcosa di grave.
Non mi volete accogliere nel letto, non volete nella vostra casa, ma almeno lasciatemi salire fino agli
alti verdi ,parapetti, aggettivo usato dallo stesso giovane che utilizza l’aggettivo. Baranda indica la
cisterna che è collegata all’acqua stantia. Questi parapetti alti che quasi sembrano toccare la luna, una
luna gitana, luna che assiste imperturbabile alla tragedia. Rimbomba l’acqua che è stantia e che al max
può produrre un rombombo.
Torna la voce narrante, si conclude il dialogo. I due si spostano. Il suocero accoglie la richiesta di
portanto a los altos barandales. La voce narrante descrive questa cosa.
I due compari salgono verso le alte ringhiere: aggettivo alto riferito a los barandeles è presente nel
testo. In questo verso forte allitterazione del suone A, tutte vocali A, assonanza A-A, parola Granada.
Lasciando una scia di sangue: scia che lascia il ragazzo che è ferito. Versi parallelistici e dove c’è una
anafora, quasi identici, cambia l’ultima parola in rima (sangre al ragazzo u lagrima attribuite al
padre). E poi descrizione dell’ambiente esterno. Tremavano sui tetti lucerne di latta: parolillos
piunti di luce che sono di latta, altro elemento di latta, clima funesto e tragico. Rappresentano le stelle
che nella notte hanno questo aspetto un po’ tremulo, della luce, sembrano tremare nel cielo e sono
come delle lucerne, lanterne di latta.
Siamo alla fine della notte: rappresenta queste prime luce dell’alba, questo dinamismo della luce con
questa immagine dell’aquilone, dinamico, veloce. Aquiloni di cristallo, trasparenza, raggi di luce che si
vedono nel cielo ferivano l’alba, si complica grazie al verbo. Gli aquiloni di cristallo feriscono l’alba:
queste prime luce tendano all’oscurità della notte, questa lacerazione è la metafora che Lorca ha
creato.
Li ho visti in mano ad angeli. Prima interpretazione è il dinamismo dell’aquilone, prima entrata della
luce come l’ultima parte della notte.
16/11/22
Romance Sonambulo testo ricco, soprattutto nel tessuto metaforico. Cromatismo del verde sia
importante e significativo e come attraversa il testo.
Privo verso ha una struttura agrammaticale: potrebbe essere riferito al testo, un testo verde con tutte
le implicazioni del colore perché colore dell’acqua stantia, anche degli alberi, della natura, anche colore
di altre piante e sostanze pure contrassegnate da questa verdosità .
Penultima sequenza: una parte di narrazione e descrizione da parte della voce lirica e l’altra parte è
dedicata al dialogo, unici personaggi vivi che interagiscono fra di loro. I due compari salirono, glielo
aveva chiedo il giovane al suocero, verso la cisterna. Si sta avvicinando alla verità , il giovane sta per
essere informato sobre quelle che è accaduto.
Largo viento: vento lungo, lungo vento. L’aggettivo non fa riferimento alla forma, ma alla durata, che è
persistente, duraturo nel tempo. Lungo vento lasciava nella bocca uno strano sapore di fiele di menta e
basilico: parallelismo verso tripartito (prepos. + sostantivo per 3 volte di seguito).
Fiele , menta e basilico sono 3 elementi di colore verde: questo sapore aspro, amaro. Menta e Basilico
sapore amaro, anche fiele prodotta dallo stomaco. 3 elementi contrassegnati dal colore verde, c’è una
sinestesia: si gioca sulla dimensione sensoriale della vista e del gusto, della asprezza del sapore. Menta
è simbolo di frustazione amorosa: simbolismo della menta hierba buena (machado) sinonimo di
menta. In questo contesto ha un significato diverso: fanciulla che ha aspettato il ritorno dell’amato e
disperata si è suicidata. Sovrapposizione dei campi sensoriali complessa: vento implica anche il campo
sensoriale del tatto, il vento lo sentiamo sulla pelle. Tatto , gusto e olfatto sono tutti sensi coinvolti.
Dialogo tra i due si apre con una esclamazione, anche una apostrofe nei confronti del suocero: lo esorta
a rispondergli dove si trova lei. È tornato per morire, congedarsi da lei e non l’ha ancora vista.
Ripetizione della formula interrogativa e chiama la sua fidanzata nina amarga: aggettivo amargo
riferito al mare e qui il giovane stesso lo attribuisce alla nina, bambina, fidanzata. Nina che è diventata
amara come il mare, mare che era stato presentato come amaro dalla voce lirica.
Il suocero gli risponde con una esclamazione: quante volte ti ha atteso: non era la prima volta ad
attendere il suo innamorato. Quante volte ti aveva aspettato te esperara (trapassato prossimo)
dimensione di fine dell’azione, non la può più aspettare. Anafora cuantas veces, quasi una identità
completa dei due versi, cambia solo la forma verbale, lieve variazione da poliptoto.
Cara fresca, pelo negro: due sostantivi erano stati accompagnati dall’aggettivo verde legato alla morte,
putrefazione, anche alla corruzione della carne. Qui fanno riferimento alla vitalità, giovinezza perché il
padre la sta ricordando quando era viva, aveva un volto fresco e capelli freschi , neri, nel pieno della
vita e della salute. Verde varanda sineddocche per cisterna: ospita questa acqua stanti, acqua verde,
non scorre, acqua morta.
Ultima sequenza: prima immagine. Sul volto della cisterna è la prima volta che compare questo
sostantivo al quale fino ad ora il poeta ha alluso per sineddoche attraverso la parola baranda, qui
compare per la prima volta aljibe, vero luogo dove si è consumata la tragedia. Sul volto si dondolava la
gitana. Il volto forma tonta, metafora per indicare il volto, il volto della cisterna è la superfice che ha
una forma tonda, il circolo della cisterna. Su quel circolo che diventa il volto della cisterna dondolava la
gitana, galleggiava morta, inerme, oscillava all’interno dell’acqua.
Torna il verso che rappresenta la morte, lo stato mortale. Con occhi di freddo argento: occhi freddi,
inerti.
Ghiacciolo gelato, la sostiene sull’acqua. Carambalo fa riferimento alla forma allungata della luna
sull’acqua che continua come elemento nefasto a osservarla come spettatrice esterna. Questa sorta di
riflesso della luna come pezzo di ghiaccio riflesso nell’acqua la sostiene sull’acqua, sembra quasi
simbolizzare l’intervento della luna, una luna che ha una protuberanza, che trova una forma di entrare
nel mondo terrestre e toccare la fanciulla quasi a sostenere il corpo morto.
La notte divenne intima come una piccola piazza: la notte si concentrasse in quello spazio piccolo
(aljibe), nel quale è avvenuto la morte. La notte che sta finendo, notte che diventa piccolissima, spazio
dove c’è il riflesso della luna, anche riferimento che tutto il resto si stava illuminando, l’aurora si
avvicinava e anche la luce, in quel luogo di morte la notte era ancora presente.
Poi compaiono altre figure umane: in questo punto del testo molto concentrato. In questi versi Lorca ci
dice che sono arrivati a Granada all’inseguimento del contrabbandiere le guardie civili, incaricati di
arrestarlo e di porre fine ai suoi crimini. Sono descritti nel modo più infamante, come ubriachi. Lorca
detestava l’alcolismo e sosteneva che ubriacarsi rappresentava una forma di corruzione profonda
dell’essere umana. Utilizzava l’aggettivo borracho per rappresentare una umanità priva di auto
controllo e lo applica alle guardie civili. Lorca era un difensore degli emarginati, apparteneva alla
borghesia, non aveva problemi, ma aveva gran empatia a fasce sociali basse, emarginati oggetti a
razzismo, empatizza con i gitani, con i neri a New York. La guardia Civil rappresenta la forza brutale
che si oppone alla autenticità a questo gruppo etnico che voleva esaltare. Quando compare la guardia
civil compare una umanità vigliacca, violenta e ipocrita, si chiude la parte diegetica con un riferimento
molto demente a questo personaggio, la guardia civil è un personaggio.
Battere i pugni sulla porta: violentemente stanno cercando di catturare il giovane moribondo.
E si chiude con una parte lirica che riprende i primi versi. Esattamente la quartina viene riprodotta alla
fine. Si apre e si chiude allo stesso modo: tecnica di costruzione di Lorca. Capiamo ancora meglio il
significa di questi versi: il verde come colore che preannuncia la morte e la barca sul mare e il cavallo
sulla montagna: tragedia già consumata quasi a sancire il fatto che la storia di questi due, 3
personaggi raccontata, è la storia di tutto un popolo. Anche dopo la morte della fanciulla, in fondo la
barca continua a state sula mare, il cavallo percorre la montagna, per metonimia tutti sono
contrassegnati dallo stesso destino, le barche e il cavallo dell’Andalucia.
Il titotlo originario era Romance de la pena negra en Jaén, città dell’entroterra andaluzo. 1928 toglie
questa determinazione di luogo.
Questo testo è effettivamente una allegoria della pena nera. La pena assume le sembianza di una
donna, che ha nome e cognome, SOledad Montoya. È al contempo una personificazione, di un
sentimento celeste, ma al contempo il testo racconta la storia di una donna concreta che sta per morire
e si sta consumando nella tragica attesa di un amore che non arriva mai. Piano simbolico e astratto,
della trasfigurazione del sentimento diccifile da definile. E poi abbiamo un piccolo intreccio. Altro
elemento, a partire dal verso 9 e fino al verso 38 un dialogo tra Soledad e lo stesso poeta, la voce lirica
peculirità del testo. Colui che scrive il testo non entra nel testo e invece qui il poeta irrompe nel
testo e interagisce con lei. Sequenza finale c’è una descrizione del monento della giornata in cui si
svolge l’azione e poi serie di conseiderazioni della pena.
Leggisamo il testo
Assonanza O-A. Aurora, Montoya, redonda. Una assonanza significativa perché è l’assonanza del
cognome della protagonista. Montoya era un cognome gitano, già nell’identificazione abbiamo una
percezione del contesto gitato.
Le piccozze dei galli scalano cercando l’aurora: ci disorienta. Metafora che nasce da un verso del
poema del mio cid (poema del 12 secolo), nel verso 205 che recita: apriessa cantan los gallos u quieren
qubrar albores (presto cantano i galli e l’alba vuole irrompere). Questo quieren è riferito al albores
sta arrivando l’alba e secondo emistichio l’alba sta per irrompere, sta per arrivare. Significado del
verso del poema del mio Cid.
Lorca aveva frequentato Ramon Menendez, il quale aveva una edizione critica del mio cid. Probabile
che i due avessero ragionato sul testo del Cid. Anche questa frequentazione avevano fatto della
inquestas, sondaggi per raccogliere sondaggi. Ramon era un grande folklorista, studioso della
letteratura antica. Questo verso del poema del mio cid era rimansto nella memoria di Lorca e lui lo
adatta al nuovo contesto.
Questi galli diventano quasi i fautori materiali dell’aurora. I galli attraverso i loro becchi, metafora,
sono rappresentati mentre scavano mentre cercano l’aurora. Lorca riscrive, riproduce il verso
trasfifurando e attribuendo il verbo quebrar ai galli. I piccozzi dei galli scavano cercando l’aurora. Il
gallo stesse cercando l’aurora nel terreno attraverso il loro becco, usando come arma il loro becco.
Quieren quebrar arbores è una forma arcaica: queste piccozze dei becchi dei galli hanno la funzione
che nel Cid era di quebrar. Lorca ha voluto giocare su questo iperbato, voleva costruire questa
immagine dei galli che fanno arrivare l’alba perché la scavano nel terreno. Procedimento di riuso della
tradizione letteraria tipico di Lorca.
Lorca attingeva alla memoria letteraria e propria del suo popolo e crea delle continue attualizzazioni
del patrimonio comune e lo fa in modo originario.
[Il verso verde que te quiero verde: non è un verso di Lorca, riprende da una copla (strofa) andalusa ed
aveva un seguito verde que te quiero verde del color de las aceitunas. Contesto di strofa cantata è
decontestializzato nel Romance sonambulo diventa enigmatico, è una risemantizzazione del testo
preso a prestito, quando attinge alla tradizione]
Lorca comincia con una determinazione temporale e luogo: si svolge all’alba perché è il momento in
cui stanno per cantare i galli e è il momento in cui dal momento oscuro, metafora della morte e
tragedia scende Soledad, subito compare la protagonista.
Rame giallo la sua carne odora di cavallo: il colore giallo della carne e aspetto metallico sono tutti
simboli funesti. Cobre per il colore può far riferimento al colore olivastro della pelle dei gitani. Questa
carne è diventata rame giallo e il giallo era il colore della sofferenza amorosa nel folklore amorosa
delle canzoni. Colore che ci ricorda il tema della sofferenza. Odora di cavallo e di ombra: introdotti nel
mondo gitano. Montoya è una gitana. Il cavallo è l’elemento più caratteristico della cultura gitana, è un
paradosso, l’odore del cavallo lo immaginiamo ma l’odore dell’ombra non ha odore, l’ombra
rappresenta di morte, reca con sé il presagio di morte.
Incudini affumicate i suoi semi: ancora l’elemento metallico e elemento del fuoco. I suoi semi sono
bruciati come delle incudini affumicati. I semi svolgono l’azione di emettere dei gemiti delle canzoni
rotonde. Petto si trova vicino al cuore, esprime il sentimento della persona. I semi accolgono i
sentimenti cantano delle canzoni, rotondo è circolare, canzone che ha una struttura circolare, testi che
iniziano e finiscono con lo stesso ritornello, insistenza in alcuni refran, ritornelli che hanno una
funzione ciclica, ecco perché redonda. Gemono perché è un canto commosso, disperato di Soledad.
Dialogo fra i due: il poeta irrompe nel testo e chiede a Soledad: chi stai cercando da sola? Sin compania
arcaismo. Il poeta è stupito.
Dimmi, a te cosa importa. Vengo a cercare quello che cerco, la mia allegria e la mia persona.
Epanadiplosi pregunte por quien pregunte.
Buscar poliptolo
Linguaggio colloquiale della protagonista. Vengo a cercare quello di cui ho bisogno. Lei è immersa nella
disperazione e cerca un po’ di gioia, cerca di ritrovare la propria identità .
Le risponde il poeta: soledad delle mie pene. Cavallo che si imbizzarrisce che perde il controllo alla fine
trova il mare e lo inghiottono le onde. Le dice, la paragona a un cavallo, quando si perde il controllo
delle azioni, quindi ci si lascia dominare dall’irrazionalità la fine è la morte. Cavallo che arriva al mare e
inghiottito dal mare. Elemento del mare è in fondo il grande assente, luogo desiderato e carico di
inibizioni negative e presagi di morte. Il mare irrompe e lei risponde: non mi ricordare il mare, la pena
negra sbocca nella terra andalusa sotto il fruscio delle foglie. Il mare sembra essere uno dei motivi di
inquietudine di questa donna, il mare la inquieta, la pena nera da cui sono invasa nasce in queste terre
sotto le foglie di ulivi, alberi più caratteristici dell’andalusia.
Due esclamazioni del poeta: si rende conto che lei ha una pena dolorosa, che ferisce.
Piangi succo di limone, agro di attesa e di bocca: sinestesia. Le lacrime sono metaforicamente
trasformate per il carattere amaro, quanto di più aspro si possa provare. Dimensione visione e tattile e
del gusto. Aspro di bocca e di attesa: attesa aspra, amara che fa soffrire. Aspro è anche il sapore che ha
in bocca, ancora il convergere di più piani sensoriali e dimensione metaforica. Asprezza del limone, qui
rappresenta lo stato di tormento profondo che vive lei che è della pena nera. Lei è l’allegoria della
pena negra.
Percorro la mia casa come una pazza, le mie due trecce sul pavimento. Dalla cucina alla camera da
letto: ha perso il suo controllo e passa per tutte le stante, i due estremi. Camera luogo più intimo.
Spazio della casa invaso dalla follia di una donna disperata.
Que pena: enfativamente ripetuta in molti versi.
Sta diventando di giaietto (pietra dura) sia nella carne che negli abiti. Questo processo di combustione,
un incendio che la consumava (Yunque), qui è andata più avanti, da gialla è diventata nera. La metafora
del giaietto significa che i suoi abiti stanno bruciando, sta diventando nero.
Ay ricorda le canzoni gitane.
Camisa ropa interior: biancheria che portano in dote le spose, promessa di matrimonio che deve
prodursi
Cosce di papavero: fiore rosso che rappresenta la passione. Queste cosce possono trovare la loro gioia
rappresentano la frustrazione della donna.
Il poeta la chiama per nome e le dà un consiglio: ultimo consiglio è quello di purificare il corpo con
acqua delle allodole (uccelli bianchi) cromatismo bianco. Uccelli che cantano all’alba, ci riconducono
al momento in cui il poeta ha collocato l’incontro. Le consiglia di abbandonare l’inquietudine e di
rasserenarsi.
Descrizione di un nuovo luogo e tempo: di sotto in basso canta il fiume. Volante fa riferimento
all’andamento sinuoso del fiume, sta in basso, fiume canterino. Gli uccelli in prossimità dell’alba
cominciano a cinguettare, sanno che arriva il sole. Canta il rio metonimia. Fiume di balza che
comprende il cielo e le foglie degli alberi, c’è una vegetazione: metafora che rappresenta il movimento
di fiume.
Con fiori di zucca la nuova luce di incorona: fiori di colore giallo. Altra metafora : rappresenta i primi
bagliori dell’alba e appaiono sembrano incoronare l’alba. Questa luce si incorona con questi bagliori. Il
colore del giallo sta a rappresentare il giallo.
Ultimi 4 versi esclamazione: ancora la pena. Pena pulita perché è assoluta, totale, sempre sola perché
non si può condividere, chi la possiede non la può trasferire, chi la possiede deve fronteggiarla da sola.
Pena di aveo occulto: ritorna l’immagine del fiume, qui ha una accezione metaforica. Pena di origini
sconosciute, misteriose, pena le cui origini non si riescono a conoscere.
Metafora: madrugada non c’è un traducente esatto momento di passaggio tra momento dell’alba e la
notte. Alba remota, inizio, all’origine e remota perché lontana. Esprime lo stesso concetto: pena con
origini misteriose e che affonda le radici lontano nel tempo, come un riferimento al momento della
giornata nel quale i gitani cantavano la fine della notte e l’inizio dell’alba, momento dell’inizio di
giornata del Cantejondo.
22/11/22
Comincia con una captatie benevolentiae del pubblico, molto modesto. Esprime i suoi timori. Parla
della dimensione teatrale, imparte (tiene) la conferenza in un teatro. Metafora del caimano la applica a
sé stesso, anche al suo pubblico, riversa su di loro di non essere all’altezza della situazione. Frustate
corrispondono al contenuto della poesia.
Il viaggio a NY nasce quando era in profonda crisi sentimentale e professionale, dopo il successo del
Romancero Gitano si sentiva nell’etichetta come poeta foklorico che gli andava piuttosto stretto. Aveva
fatto un’operazione molto aulica di una semplice riproduzione, era andato oltre, aveva universalizzato
anche certe ambientazioni tipicamente andaluse per parlare all’umanità, per trascendere il
particolarismo andaluso. Partì negli Stati Uniti per cercare nuove soluzioni estetiche, di rinnovare la
sua poetica. Conobbe molti luoghi, società industrializzata, in cui certe ingiustizie erano evidenti e
stridevano davanti alla sua coscienza.
Poeta en Nueva York: versi pieni di commozione e rabbia, percezione surreale della realtà , tendenza a
trasfigurare certe scene che vedeva quotidianamente per cercare di rinnovare il suo linguaggio
poetico. Questa raccolta interpretata da molti critici come la svolta surrealista, in realtà è molto
distante dal surrealismo.
Il surrealismo cerca l’evasione nel sogno, i mediterranei hanno bisogno di struttura, di realtà. Anche
queste trasfigurazioni, ci sembra di assistere a delle rappresentazioni un po’ surreali, quelle immagini
sono molto radicate nella realtà , metafore che consentono di entrare meglio nel sentimento del poeta,
nel suo travaglio interiore, nel suo tormento ma che hanno un correlativo oggettivo, corrispondenza
oggettiva, anche se difficili, riusciamo a capirle.
L’esperienza del poeta in questa città , dove c’erano degli edifici mostruosi, grattaceli immensi che
causavano una specie di isolamento dell’uomo dalla natura, allontanamento dell’essere umano dalle
sue radici. In mezzo al mare di cemento, ciò che addolora Lorca è la perdita del contatto con la natura.
Ha una angoscia profonda. Lui manifestò questa angustia che gli provocava vedere tanti aspetti di NY:
emarginazione dei poveri, razzismo, ingiustizie. In questo epistolario rivela questa angoscia.
Cercava sempre di proteggere la sua famiglia dai suoi tormenti, preservava da qualsiasi tipo di
lamento o stato di malessere.
Differenza notevole: come si riflette la città ? Quali sono gli effetti che produce al poeta? Raccolta che
viene pubblicata nel 1940 postuma. Lorca era un grande perfezionista, aveva bisogno di correggere,
emendare, anche la sequenza dei componimenti dentro la raccolta era stato studiato bene. Pochi mesi
prima di morire nel 1936, consegnò una copia originale al suo amico Martino che lo tenne per alcuni
anni e poi decide di pubblicarlo. Quando il poeta non è più vivo, non possiamo essere sicuri al 100%
del fatto che corrisponda all’ultima volontà dell’autore. Escono due edizioni e che presentati delle
varianti. Il testo di PNY si è presentato per stabilire come volontà ultima dell’autore. Testo complesso
anche da un punto di vista filologico: la storia editoriale non è stata così semplice.
Duende: folletto, creatura magica, metafora che indica l’ispirazione, particolare creatività che consente
a Lorca a scrivere un poema ispirato e al pubblico di comprenderlo. Saggio Teoria de Duende di Lorca.
Grazie al duende, coloro che ascoltano saranno in grado di comprendere il significato ma anche il
disegno ritmino del poema. Grazie a questa capacità di penetrare del testo poetico che viene dal
duende che alcuni hanno, si riuscirà a comprendere tutto.
Attenzione: sono testi complessi e bisogna avere una grande capacità di analisi, di introspezione, di
intuizione per comprenderli perché c’è una architettura complessa ma c’è anche sentimento. Tutto
questo va compreso e percepito grazie all’aiuto del duende.
Capa pluvial: mantello da pioggia.
Balbucir: balbettare.
Avvisa il pubblico che non in grado di spiegare i poemi, di esporli in modo chiaro e completo, può solo
balbettare il fuoco che lo brucia: esprimere questa sofferenza che lo attanaglia.
Libro di una reazione lirica di questo viaggio. Si presenta al pubblico, ha messo da parte ogni pudore
come poeta.
Entra nell’insieme delle sensazioni che ha prodotto NY. Architettura extraumana: qualcosa che è scisso
dall’uomo, qualcosa scollegato dall’umanità, architettura quasi marziana.
Architettura: fa riferimento al contesto urbano, costruzioni di NY che la rendono unica.
Ritmo furioso: non è il ritmo musicale dolce ed armonico, ma il ritmo che si percepisce a NY è marcato
da una velocità disordinata, ritmo non è armonico è furioso, che disorienta, che sconvolge perché
furioso.
Macchina legati fra di loro ma per obbligo. Questo legame indissolubile è malsano, qualcosa di
negativo. Si riferisce al mondo industrializzato, società capitalistica.
In questa società così sofferente diventano comprensibili anche nefandezze come i crimini. Descrive i
crimini con l’occhio sofferente che anche queste nascono da questa negazione della natura più pura.
Descrive nel modo lirico l’elemento degli spigoli, architettura dei grattaceli. Utilizza questo termine
(aristas) metonimicamente, fa riferimento ai palazzi disumani. Volontà di nube e di gloria: la nube è
parte del cielo. Questi grattaceli sono indifferenti al contesto in cui si trovano. Gloria inteso come
piacere.
Spigoli gotici: riferimento alla spinta verso l’alto.
Sin raices: cosa senza radici, è una cosa innaturale, bellezza senza radici, è una bellezza che non ha
nessun contatto col mondo naturale e quindi è inquetante.
Ansia finale: tensione verso qualcosa, che deve avere un obiettivo. Architettura priva di anima, di
fondamento.
Goffamente sicure: si riferisce agli spigoli e per metonimia ai grattaceli.
Grattaceli che nella loro realizzazione concreta non rappresentano l’intenzione dell’architetto che
rimane sempre inespresso.
Lotta dei grattaceli come il cielo che li copre: grattaceli dotati di vita, consiste la lotta poetica ma è
anche terribile.
Grattaceli esposti agli agenti atmosferici. Grattaceli sono nemici del mistero, li rappresenta mentre
(personificati) mentre tagliano i capelli alla pioggia. Questa architettura verticale è qualcosa che si
sovrappone a qualcosa di normale. Pioggia sono i capelli e grattaceli tagliano i capelli.
Nebbia è rappresentata con un cigno tenero, colore biancastro che lo ricorda. Le spade: elemento
metallico: anche loro una forma geometrica. Spada è metonimia per l’architettura, spade che si
espongono alla nebbia.
Mondo senza radici: mondo innaturale. Uno scrittore come Edgar Poe si capisce in questo contesto
dove tutto perde il contatto con la natura.
Portico, primo componimento di PNY, testo di esordio. Lorca decide di mettere all’inizio della raccolta.
Voleva che questo componimento occupasse la prima posizione: Vuelta de paseo.
Introduce questa opera come piccolo esercizio dove cercò di fuggire da quella architettura dove le
finestre sono tante e ravvicinate come un esercito dove nessun essere umano può contemplare una
nube. Mare personificato. Popolazione inascoltata, che ha perso il contatto con la natura.
Vuelta de Paseo: ritorno da una passeggiata.
Uno dei primo testi che scrive. Lorca turista speciale osserva con grande attenzione tutto e tornando
dalla passeggiata esprime uno stato di angoscia. Osservando le caratteristiche di questo ambiente
nuovo, attraverso una serie di immagini inquetanti cerca di descrivere questo sconcerto che gli ha
prodotto l’osservazione di quella realtà.
Analizziamo il testo
Testo costituito da 4 strofe. Prima è la quartine e gli altri distici. Sono etero-metriche: misure sillabiche
diverse. Testo non regolare, ma c’è un elemento strutturante: assonanza E-O (primo e ultimo verso
cielo cabello) e tutti i versi pari dei distici. Secondo verso di ciascun distico presenta una assonanza E-
O. questa assonanza è molto strutturante, è l’assonanza che troviamo nel titolo. Il titolo reca
l’assonanza che poi attraverserà tutto il componimento. Qualcosa di voluto da Lorca.
Asesinado por el cielo: enunciazione paradossale. Cielo è qualcosa di inerte, di fare del male, però
questa sensazione di essere assassinato dal cielo fa esprimere questo senso di angoscia profonda.
Condizione di disperazione in cui gli sembra di essere martoriato da ciò che dovrebbe dare
all’individuo, ovvero sensazione di gioia, di vita.
Bambino: immagine della bellezza, ha un volta senza lineamento come la superfice di un uovo. Bianco
e privo di lineamenti. Si indentifica con l’albero e il bambino.
4 immagini: lui si sente identificato con delle situazioni caratterizzate da menomazione, carenze.
Stanchezza sordomuta: stanchezza ineffabile, impossibile da spiegare. Si indentifica con tutto ciò che
nel mondo c’è una stanchezza indicibile.
Farfalla affogata nel calamaio: calamaio – oggetto dove c’è inchiostro, simbolo della scrittura. Farfalla
che annega, elemento che permette la scrittura, rappresenta la libertà frustrata, creatività svilita, in
profonda crisi. Crisi profonda di tipo estetico. Non riesce ad esprimersi, muore nell’inchiostro perché
non riesce ad esprimersi attraverso la scrittura.
Inciampando con il mio volto diverso da ogni giorno: esprime la crisi di identità di uomo e di poeta,
soffre per non sentirsi pienamente se stesso, che la sua identità cambia ogni giorno, per non riuscire a
trovare una sua dimensione personale e creativa. Inciampa ogni giorno su un volto diverso: cade ogni
giorno su se stesso perché non riesce a questa varietà e ambigua identità .
Chiude il testo con il primo verso. Con esclamazione. Chiusura è molto patetica, grido di dolore del
poeta che si riconosce privato della sua libertà e creatività e della serenità di vivere con questa
angoscia che è quasi vicina alla morte.
23/11/22
Aurora: testo emblematico, è una rappresentazione molto sconcertata, angosciata della città di NY.
L’alba, aurora è in poesia il momento più felice del giorno, ma in questo componimento l’aurora è
portatrice soltanto di angoscia, morte, sentimenti non positivi.
Ultime 3: di versi alessandrini, versi di 14 sillabe con una cesura centrale che li divide in due emistichi.
Lorca usa poco il verso alessandrino. Raccolta segnata dal verso libero. Presenza di 3 strofe è
particolarmente significativa.
Assonanze: non c’è un principio strutturante, non c’è una ricerca fonica.
Componimento incentrato sulla rappresentazione della Aurora di NY. Appare come personificata ,
aurora che assume un aspetto plastico, la forma dei materiali e degli animali, degli oggetti che Lorca
osserva in quel preciso momento della giornata.
4 colonne di fango: l’Aurora di questa grande città si caratterizza, si riduce a 4 colonne di fango. Fango
materiale poco mobile, poco resistente, applicato a colonna che è un elemento architettonico,
suggerisce la resistenza, la forza, solidità ci fa capire che NY agli occhi del poeta rappresenta
esattamente il contrario di ciò che sembra suggerire. Le colonne, ovvero i grattaceli è una architettura
fragile, labile, fatta di fango. Questa è l’aurora di NY. Esiste un disegno di Lorca (era pittore) che voleva
che accompagnasse l’edizione di PNY, aveva disegnato un paesaggio urbano con una serie di colonne,
sembrava essere la rappresentazione grafica della poesia Aurora.
Uragano di nere colombe che sguazzano nelle acque putride: inquetante. Uragano è metafora, è un
vortice d’aria che genera danni, uragano indica il movimento frenetico, disordinato delle colombe.
Ritmo furioso è questo campo semantico del movimento irrazionale, applicato alle colombe che hanno
perso il loro candore, da bianche diventate nere perché si sono contaminate in questa acqua putrida. In
questa strofa Lorca nega due qualità importanti agli elementi che associa all’aurora: le colonne e
quindi i grattaceli che non solo solidi e l’uragano di colombe che sono diventate nere perché sguazzano
nell’acqua putrida. Tanto le colombe, quanto le colonne hanno perso le loro caratteristiche, la solidità e
il candore. Elementi che possiede l’aurora.
Completa riproduzione del primo verso, cambia solo il verbo. Notiamo la personificazione dell’aurora,
rappresentata come una figura che geme per le immense scale cercando tra gli spigolo nardi di
angoscia disegnata.
C’è l’elemento architettonico: NY città sviluppata in altezza, sono tante le scale, vanno verso l’alto e
piena di spigoli (aristas). Aurora che geme, esprime dolore, sconforto, tormento in luoghi precisi, in
edifici immensi, alienanti e che cerca tra gli spigolo, cerca l’interno della sua stessa architettura.
Nardi : fiori bianchi. Aurora cerca fra gli spigoli fiori (purezza, bellezza, anche una aspirazione alla
felicità, alla pace) ma sono dei fiori di angoscia disegnata. Angoscia è legata al contesto di NY, a ciò per
le caratteristiche della città . L’unica cosa che l’aurora riesce a trovare in quel contesto è solo angoscia
ed è disegnata. Dibujado, questo participio passato allude alla progettazione, anche l’angoscia diventa
parte di questo mondo artificioso che aliena l’uomo e lo allontana dalla vita vera.
3 strofa: Inizia in forma anaforica. L’aura arriva e nessuno la riceve nella sua bocca, ancora
personificata. Lei arriva, quando arriva nessuno la riceve. Immagine di impronta religiosa. Si riceve in
bocca l’ostia consacrata, qui sta dicendo attraverso questa metafora che nessuno ha la volontà di
accogliere ciò di che buono può portare l’aurora, nessuno la accoglie, la abbraccia.
Perché lì non c’è domani ne speranza possibile: la comunione consente la salvezza, in quel luogo dove
non c’è speranza nessuno accoglie l’aurora.
A volte le monete sciami furiosi perforano e divorano abbandonati bambini: mondo privo di speranza.
Parla delle monete. Aggettivo a furioso legato a sciami, suggerisce il dinamismo delle monete
rappresentati come insetti che si muovono in modo disordinato e allude (moneda) al capitalismo, alla
base economica della società, queste monete rappresentano il capitale fanno perforano come fossero
dei trapani e divorano bambini abbandonati: fanno dei danni tremendi, divorano, eliminano questi
bambini che sono già in partenza infelici, perché abbandonati. Immagine di una società senza
speranza.
Persino i bambini nascono abbandonati, le creature più pure, e sono divorati, lacerati da questa
economia capitalistica è veramente una società che non ha speranza di progredire.
I primi che escono comprendono con le loro ossa che non ci saranno paradisi ne amori sfogliati: primi
che escono sono i lavorati che si svegliano presto, loro comprendono profondamente, dalla loro parte
più profonda che non ci saranno amori. Paradiso dimensione felice, di pienezza e condivisione, i
Newyorkesi sanno che non conosceranno l’amore. Tutto questo è negato nella città . Los primeros
sanno che vanno al fango (ritorna questo materiale debole, associato ai numeri e alle leggi) di numeri e
leggi: fango rappresenta la corruzione, ciò che è poco valore e umano e numeri e leggi con una
metonimia fa riferimento alla società capitalistica e leggi al funzionamento dello stato.
Questi primi avventori, abitanti di NY sono già disperati sanno che non ci sarà nulla. Sanno che vanno
ai giochi senza regole: gioco che si sa già in partenza che non si potrà svolgere in modo corretto. Sudori
senza frutto: fatiche senza risultato. Visione disperata della vita a NY.
Ultima strofa: Presa di coscienza e rappresentazione plastica dello stato dei Newyorkesi: luce sepolta
di catene in una impudica sfida di scienza senza radici. Aveva parlato delle colonne di fango, qui parla
dell’aurora ed è luce per sua natura, momento in cui arrivano i primi bagliori del sole. Questa luce a NY
è negata, è seppellita da catene e rumori, rappresentato dal punto di vista metonimico i rumori delle
macchine, società industrializzata così visi bile è quella che annulla totalmente gli effetti benefici della
luce dell’aurora. E questa azione rappresenta la speranza, la promessa di futuro, questa luce è
seppellita in una sfida impudica di scienza senza radici: scienza che prescinde dalla natura, che non
rispetta il contatto dell’essere umano e la sua armonia, la scienza sfida in modo svergognato il pudico,
la natura e la svilisce, non tiene conto del suo legame, dell’importanza del rispetto della natura.
Per i quartieri ci sono persone che vacillano insonni come appena uscite da un naufragio di sangue:
immagine apocalittica. Persone che si muovono senza meta quasi sonnambule, naufragio di sangue
iperbole che rappresenta questo ambiente di disperazione nel quale versano gli abitanti di NY.
Visione disperata e molto triste ed è uno degli effetti più importanti che il soggiorno americano
produsse in Lorca. Sensazione di angoscia che la stessa conferenza produce, ce la descrivere con
queste immagini forti che generano un impatto emotivo forte ai lettori. Quella città aveva prodotto
quelle sensazioni.
Lorca è un autore caratterizzato da grandi inquetudini e preoccupazioni che attraversano nelle sue
produzioni. Aveva grande empatia per le sofferenze umane, aberrazioni di cui era vittima il genere
umano.
Alberti era nato a Cadiz, Puerto de Santa Maria. Nato nel 1901 da famiglia benestante. Infanzia a Cadiz,
sul mare. Aveva un rapporto con la visione dell’azzurro del mare molto profondo. Aveva dovuto
lasciare Cadiz per trasferirsi a Madrid. Adolescenza e giovinezza lontano da Cadiz, dal suo mare.
Prima raccolta, marinero en tierra, rappresenta la nostalgia del mare e insieme al mare la nostalgia
dell’infanzia. Premio nacional vinse nel 1925, contiene l’espressione della duplice nostalgia: mare
elemento legato e anche dell’innocenza della vita dell’infanzia.
Autore molto eclettico, come Lorca amava la poesia popolare, tradizionale, Andalusa, tuttavia come
Lorca, era molto duttile, permeabile agli influssi delle tendenze poetiche che attraversavano l’inizio del
20esimo secolo.
Poté vivere per molti anni, arriva ai 90 anni. Vita piena e interessante, visse anche a Roma. Presenza
forte e intensa in Italia e fu esiliato, abbandona la Spagna a causa della letteratura franchista e si affiliò
al partito comunista.
Prima raccolta il tema politico non è presente. È una riflessione del giovane poeta che ripensa
all’infanzia e alla sua terra, esprime la propria nostalgia.
Era molto sensibile alle forme e allo stile della poesia popolare, questo primo componimento
rappresenta la sua passione per la poesia antica.
Componimento in versi ottosillabi. Presenza di assonanza IERRA occupa le sedi pari. L’assonanza EA è
importante, assonanza che interessa il primo verso.
Lascia una sorta di testamento morale, chiede al suo pubblico di essere trasportato da morto nei pressi
del mare, sulla riva del mare. Voz come metonimia: qualcosa che configura l’essere umano, capacitò
che l’uomo ha. Inevitabile anche pensare ad una accezione meta-poetica, voce dell’uomo e del poeta, se
la mia voce morisse in terra.
Imperativi: si riferisce a un vosotros che chiedi di trasporlo. La tierra è in contrapposizione al mare.
Scrive a Madrid. La terra è l’entroterra, dimensione opposta a quella marina. Vuole rientrare in
contatto con il mare da morto.
Verso 4 uguale al 2.
Voce che simboleggia se stesso. Nominate la voce di un bianco vascello da guerra: voce parte
integrante del mare, il vascello di muove solo nel mare. Voce insignita con l’insegna marina, voce che
diventa parte di quel contesto marino che l’accoglie.
Ultimi 4 versi: descrive sorta di barca. Sul cuore un’ancora e su di essa una stessa e sulla stella il vento
e sopra il vento la vela. Cuore, ancora, ancora stelle, stella vento gioco di anadiplosi ripete
sempre l’ultima parola a creare un climax (gradazione ascendente). Lessico semplice ma che ricorda
l’ambiente marinaro. Stella che guida i marinai, vento che consente alla barca a vela di muoversi.
Descrive la fine di se stesso, della sua voce che diventa un tutt’uno con il mare. Testo simbolico e
semplice da un punto di vista sintattico e linguistico. Si celebra il mare e lo stato di beatitudine e
pienezza che gli provoca il mare.
La paloma
Appartiene al libro entre el clavel y la espada. Era già 40enne e poeta in esilio. Primo luogo in cui
approda insieme a sua moglie è Parigi, si rifugiano. Questo componimento nasce una notte durante la
quale lui si sveglia di soprassalto dopo aver sognato questa colomba che lo chiamava. Testo che
esprime lo stato di agitazione, smarrimento, disperazione in cui si trova, costretto a lasciare la patria,
lontano da casa e preoccupato per le sorti del paesi. Quasi una rappresentazione simbolica a questo
stato di alienazione.
Notiamo una certa predilezione per la poesia dal sapore popolare, versi corti, uso persistente di
assonanze.
Leggiamo il testo
Rappresenta questa colomba disorientata che compie una serie di azioni errate e le elenca. Alla fine
avviene una sorta di sostituzione, incrocio tra la colomba e una figura femminile che compare e questo
complica e disorienta la lettura. Disorientamento della colomba e che il poeta tende ad insinuare anche
nel pubblico.
Si sbagliava per andare al nord, se ne andò al sud. Credette che il grano era l’acqua. Colomba
disorientata non riesce nemmeno a riconoscere i punti cardinali, confonde il nord dal sud e pensò ,
scambiò i campi di grano, la terra con l’acqua. Tema della confusione con gli elementi dell’acqua e della
terra, due elementi naturali. Confuse che il campo di grano fosse acqua.
Credette che il mare fosse il cielo: sull’acqua comincia il cielo.
Che la notte era la mattina. Tutti opposti: nord, sud, mare cielo (alto e basso), notte e mattina.
Che le stelle rugiada: stelle stanno in cielo, la rugiada sta sul terreno. La lucentezza, lo splendore delle
goccioline di acqua comparate alle stelle che brillano in cielo. Credette che le stelle fossero rugiada.
Che il calore fosse la nevicata, caldo con il freddo. Neve è sinonimo di freddo, appare solo dove c’è il
freddo.
Che la tua gonna era la tua camicetta: appare un TU a cui il poeta si rivolge ed è un TU femminile dai
capi di abbigliamento lo capiamo, confonde questi due capi di abbigliamento.
Che il tuo cuore di lei a cui il poeta si rivolge la sua casa: il cuore di lei, la casa della paloma. Casa in
quanto nido, quel cuore femminile era ciò che doveva accoglierla.
La paloma si addormentò sulla riva del mare, tu sulla cima di un ramo: la colomba assume le
sembianze di un essere umano e questo TU femminile come fosse un uccello si addormenta sulla cima
di un ramo.
Processo di confusione è proprio la sostituzione della paloma con questa lei a cui lui si rivolge.
Identifica la paloma con il poeta stesso, crisi profonda, disorientamento totale cerca protezione in
questa figura femminile (Maria Teresa Leon) che rappresenta un punto di appoggio per il poeta che
evita di perdere il controllo del poeta. Sorta di fusione fra la colomba e lei, in uno scambio i ruoli,
possiamo interpretare la piena con-partecipano questa esperienza di dolore, sconforto e l’una si
appoggia all’altra.
Testo formato da ottosillabi salvo il secondo che è un pentasillabo. Tutti gli altri sono versi corti.
Presenza di una assonanza nei versi pari AA, più rigorosa.
29/11/22
Romanzo.
Fine del 19 secolo per la Spagna crisi profonda, costituì un momento cruciale, la nascita di generi
nuovi fra cul il Romanzo.
800 aveva trionfato il romanzo realista. In Spagna anche tanti autori. Benito Perez Galdos maggiore
scrittore realista del 19 secolo. (Fortuna y Jacinta, Tristana, etc). poi altri romanzieri del 19 secolo che
sperimentano la novela realista. Tratteremo le differenze rispetto al romanzo realista che presentano i
nuovi romanzi del 900 (unamuno, Pio Baroja, Valle inclan) etichettati come romaniz modernisti.
Fine 900 si afferma una generazione di romanzieri che scardinano i punti cruciali del romanzo realista
e propongo delle innovazioni: Miguel de Unamuno, Pio Baroja, Gabriel Miro, etc. Alcuni di loro
cominciano a scrivere alla fine del secolo, vivono varie decado del 20 secolo. Sono figure di rottura
rispetto al romanzo realista, fanno innovazioni e portano avanti la produzione anche nei decenni
successivi.
Pio Baroja
Pio Baroja uno dei più grandi romanzieri del primo 900. Scrisse molti romanzi, riunì i suoi romanzi n
trilogie e dava anche dei nomi.
È uno dei fondatori del romanzo modernista assieme a M. de Unamuno. Anno 1902 segna la nascita del
romanzo modernista.
Aveva teorizzato sul romanzo, aveva scritto qualche parola di carattere teorico sebbene rifuggesse
dalle teorie. Si convinse di alcuni questioni importanti.
Tante parole per dire che non esiste una poesia possibile, si fa secondo le inclinazioni di chi lo scrive.
Quando cerca di trasformare in teoria una pratica, arriva la delusione.
Teoria deve essere una applicazione pratica, esiste quando si trasforma in applicazione pratica,
altrimenti non esiste, è qualcosa di inutile.
Romanzo aperto (romanzo modernista): quando la conclusione non prefigura un esisto univoco della
vicenda ma lascia aperte varie possibili interpretazioni. Anche questo concetto implica una funzione
attiva del lettore che è coinvolto nella previsione di eventuali esiti della storia narrata, per cui il
narratore lascia la previsione confusa tanto da indurre il lettore ad immaginare eventuali esiti, stimolo
all’interpretazione.
Romanzo si conclude con un finale aperto: in quanto uomo laico, guidato dalla razionalità , alla fine del
romanzo quando nasce un figlio sano, promette a se stesso di educare il figlio senza i condizionamenti
della religione. Ultima scena vede protagonista la nonna del bambino che cuce all’interno della
copertina del neonato un foglio del vangelo che ha un carattere simbolico del cristianesimo, significa
che tutto ciò per il quale aveva lottato, rischia di essere vanificato, incombe una incertezza, poi insinua
l’autore stesso quando presenta la suocera quasi a voler preservare la cultura cristiana.
Attraverso la sua prassi di romanziere riforma un genere letterario che nei decenni precedenti aveva
avuto l’importanza del romanzo realista.
Miguel de Unamuno
Personaggio polemico dal carattere difficile e dalla grande personalità . Visse un momento molto
particolare di crisi della Spagna e questo lo portò ad essere tanto critico nei riguardi del potere
politico.
Scrive giovanissimo e scrittura variegata, nonostante ciò , la sua scrittura non è frammentata, non
suggerisce una immagine di uno scrittore incoerente, anzi, avvertiamo all’interno di tutta l’opera una
unità che pervade.
En torno al Casticismo: marcato dall’interesse che lui aveva in quel momento per il constesto europeo.
Tratta del Casticismo che è una tendenza conservatrice del pensiero. Castizo significa genuino, era una
linea di pensiero che esaltava i tratti tipicamente ispanici del pensiero e dell’arte e propugnava una
chiusura della cultura spagnola nei confronti di ciò che veniva dall’estero. Questo titolo era una critica
nei confronti del casticismo di certe tendenze conservatrici.
Fine 800: in questa fase lui credeva e auspicava la permeabilità della cultura Hispanica.
Pochi anni dopo cambia rotta e con Vida de don Quijote y Sancho, questo offre lo spunto per parlare
della storia di spagna, del popolo spagnolo da un punto di vista hispano-centrinca, andare hacia
dentro, la spagna deve cercare dentro di se le proprie radici culturali, tendenza opposta rispetto a En
torno al Casticismo.
Questa tendenza hispano-centrica si può vedere con altri due libri: sentimiento tragico de la vida e la
agonia del Cristianismo.
Raggiunge la piena autonomia con Amor y Pedagogia e prosegue con altre opere.
Tratti salienti della sua traiettoria come narratore: è un percorso di progressiva condensazione, riduce
l’intreccio e comprime il discorso ed incline alla riflessione meta-letterario e tecnicismo nel romanzo
Como se hace una novela, qui riflette molto sulla struttura del romanzo.
Ha una personalità complessa, è un grecista, insegnò greco all’Uni di Salamanca ma anche vocazione
filosofica e predilige i filosofi non sistematici. Filosofia che scopriva ed evidenziava anche in letterari
puri come Goethe.
La varietà integrale del mondo è quanto di più asistematico che si può avere, non si può captare la
difficolta del mondo. Gli asistematici comprendono la realtà, sono gli unici.
Unamuno con Amaro y Pedagogia assiste una svolta. 1902 anno di svolta per la narrativa spagnola nel
900.
Romanzo che scrisse già qualche anno prima ed aveva parlato all’editore Santiago Camp subito dopo
essere stato eletto rettore dell’Uni di Salamanca e gli scrive parlandogli di quel romanzo a cui stava
lavorando: pedagogico umoristico.
Tipo di operazione che Unamuno fa nel romanzo e anche temi fondamentali che percorrono la sua
narrativa.
Mescolanza di generi è una innovazione. Personaggi particolari e una concezione della vita come
teatrale. Idea di libero arbitrio con la quale l’essere umano nasce è negata dall’esistenza che controlla
le nostre vite.
Elementi di maggiore innovazione della scrittura di Unamuno: ricchezza del paratesto che è sempre
molto presente.
Amor y pedagogia: coppia antinomica. Amore è contrapposto alla pedagogia. Pedagogia è scienza del
razionalismo ortodosso che si oppone all’amore e produce infelicità del personaggi.
Narra la storia di un fallimento di un progetto educativo.
Avito Carrascal è un pedagogo e sostenitore dello spirito scientifico. Questo progetto nei confronti del
figlio si scontra con degli ostacoli: stessa scelta della moglie, donna che secondo lui doveva presentare
le caratteristiche di un genio. Marina del Valle sarà un errore. La madre inizia ad educare il figlio
secondo la presenza affettiva cosa che entra in conflitto il rigore che Avito che voleva imporre al figlio.
Coniugi contrapposizioni opposte. Madre come persona creativa.
Questo progetto educativo di educare e crescere un genio ha un epilogo tragico che è il suicido di un
ragazzo che né era diventato un genio, né un grande filosofo sistematico, né che si è affermato come
letterato. Quindi fallimento completo di questa figura ed Unamuno ci fa riflettere su questa dicotomia
fra vita e scienza, materia e forma, razionalità e sentimento.
Anche questa opera ha un finale aperto: poco tempo prima di suicidarsi Apolodoro aveva avuto una
relazione con Petra, la cameriera della famiglia. Quando lui muore si scopre che Petra era incinta. Si
conclude con la conoscenza del fatto e quindi all’apertura alla speranza e questo figlio riconosce
questo figlio e vede in lui una speranza di riscatto per sé stesso e propone alla moglie di ricominciare
una vita nuova all’insegna dell’amore.
C’è la critica di Unamuno a uno spirito scientifico e filosofico che aveva governato la seconda meta
dell’800 e lui aveva dei seri dubbi a riguardo.
C’è una critica anche nei confronti del krausismo, anche a Pelayo, De los Rios e tanti altri, personalità
che si erano distinte per la fede incondizionata nei confronti della scienza, del razionalismo, cosa che
mette in dubbio Unamuno non perché non desse valore alla scienza, ma la visione univoca, fede cieca e
assoluta. Slancio verso Dio è una lotta agonistica contro la ragione, la quale impedisce all’essere umano
di credere in Dio, la ragione crede soltanto in ciò che è verificabile.
Il pensiero di Unamuno assume tratti incongruenti perché vive in un conflitto fra ragione e fede, vita e
morte. Tutta la sua produzione sono impregnate della riflessione sull’ansia della morte: come si può
sfuggire alla morte? C’è un modo per superarla? La fede consente di credere che c’è un’altra
dimensione, ma chi non crede ad essa non può rasserenarsi. Quindi vincere la morte è eternizzarsi
attraverso l’arte, mezzo per scongiurare la morte.
Vita come teatro: teatralità è essenza di vita, realtà come immagine riflessa nel mondo autentico.
Anfibologia sogno/sonno in spagnolo è rappresentato da un unico significato con sueno.
30/11/22
l’importanza dei paratesti, tutte quelle parti testuali che sono al testo narrativo, ma che non fanno
parte del romanzo, sono una caratteristica di Unamuno e in molti dei suoi romani ne fa un grande uso.
Uso dei paratesti è funzionale all’uso dell’interpretazione.
Prologo di Niebla: info importanto su quella che è l’operazione che Unamuno fa.
Anche Niebla ci sono 3 frammenti testuali:
Primo aspetto del prologo: firmato da Victor Goti, amico di Agusturo Perez, il protagonista. Egli si
presenta anche come amico dell’autore e lo stesso autore gli commissione la scrittura del prologo.
Paratesto di Niebla: itersezione fra realtà e finzione che Unamuno mette in atto.
Victor Goti: personaggio romanzesco, amico del protagonista, di Augusto, questo ente di Finzione
acquista una sua essenza reale perché si presenta come amico dell’autore e ironizza che Unamuno
abbia deciso di affidare a lui il compito di prologare il romanzo quando lui è uno scrittore sconosciuto,
quindi come cosa è molto atipico scelta precisa dell’autore per disorientare il lettore e fargli capire
qual è l’operazione, la struttura profonda che regge Niebla.
Compattezza della scrittura di Unamuno, sia da un punto di vista di temi e stile notiamo compatezza,
per comprenderlo bisogna partire dal carattere ambiguo e contraddittorio. Continuo dubitare del
pensare al senso della vita.
Victor Goti introduce ancora prima del testo narrativo, questo prologhista personaggio è quello che
inventa il termine Nivóla. Questo termine nasce da una crasi fra la parola novela, genere, e la parola
Niebla, titolo del Romanzo. Nivola nasce da una sintesi fra questi due termini: Novela e Niebla.
Per legare ancora meglio questo personaggio, Unamuno lo presenta come amico di Fulgencio
Entrammbosmares, precettore di Apolodoro, personaggio di un altro romanzo: amor y pedagogia.
Questo continuo intrecciare le storie e i personaggi di romanzi differenti e disorientare il lettore
confondendo la realtà con la finzione: elemento più distintivo della operazione creativa che lui
costruisce.
Questo romanzo è innovativo e rivoluzionario.
Atteggiamento di Unamuno nei confronti dei personaggi ricorda Pirandello: autonomia dei personaggi
e che ritroviamo in Unamuno. Pirandello non conobbe mai Unamuno, ma Unamuno si, conosceva le
sue opere e lo aveva ispirato. Unamuno non volle copiare questa invenzione di Pirandello, bensì la
proposta di Unamuno assomiglia a quella di Pirandello. Entrambi legati da questa riflessione sul senso
della creazione, i singoli personaggi possono acquisire vita e indipendea indipendentemente da chi li
ha creati.
Scontro fra personaggio e autore: ha un senso differente, la ribellione di Augusto e Victor simboleggia
dell’essere umano quando reclama libertà di vivere e destino indipendente. Sequenza di azioni
imposte dall’alto ma che rappresentano una volontà altrui, di un personaggio che guida i nostri
movimenti, sempre in bilico il desiderio di agire e rassegnazione dell’esistenza inevitabile come la
morte.
Ente fittizio assume essenza reale.
Protagonista: Augusto Perez, uomo affetto da abulia, anti-eroe del romanzo modernista, incapace di
prendere decisioni, inetto, che si muove in questa esistenza nebulosa e si barcamena in una realtà
della quale non sempre comprende i meccanismi. Uomo di buona famiglia che ha perso sua madre,
ultimo componente della famiglia, con questa perdita rimane solo, avverte un vuoto, era una madre
molto presente, rimane a vivere con i due inservienti nell’appartamento, marito e moglie che lo
servono e gli rendono la vita comoda.
Romanzo si apre con l’uscita da casa di Augusto, quando doveva piovere si apre con un gesto di
estendere la mano per esporla all’esterno e provare sulla pelle se cadono gocce di pioggia: scena un
poò ironico, ricorda l’iconografia dell’Imperatore Augusto, sorta di segno di pace. Stessa scena e stessa
postura viene assegnata ad Auguesto, ma lui vede solo se piove. Inizia il solliloquio sulla neccessità di
aprire o meno dell’ombrello. Durante la passeggiata incontra gli occhi di una donna che poi scoprirà
essere Eugenia e si trasformerà nella donna che lui aspira a sposare. Dopo essersi imbattuto negli
occhi di lei (luceros), sono una sorta di calamita che lo attira e la pedina fino all’arrivo a casa di lei, lei
viveva con gli zii e si manteneva dando lezioni di piano. Eugenia come figura indipendente e
autonomia e quando Augisto parla con gli zii per chiederle la mano lei si sente offesa e ferita e quindi
rifiuta il pretendente. Lei aveva un altro fidanzato, Mauricio, amava ma rappresentava piu di Augusto
una persona meno fortunata. Di fatto alla fine del romanzo, dopo il periodo che aveva accetto e di
sposare Augusto, scappa con Mauricio e lascia Augisto nella disperazione.
Augusto si reca a casa di Unamuno, un personaggio entra in contatto con l’autore del libro, il quale
autore diventa personaggio dentro la storia, ecco l’originalità . Va da Unamuno perché aveva scritto un
trattato sul suicidio, il suo proposito avendo perso Eugenia, decise di suicidarsi e Miguel aveva scritto
un tratto sul suicidio, quindi lo vuole consultare. L’incontro fra i due è esilarante: da un lato il
personaggio che manifesta la volontà di suicidarsi e dall’altra parte Unamino, personaggio autore si
arrabbia con lui che non può suicidarsi perché la scelta spetta solo all’autore e Augusto se ne va
stizzito e che volle suicidarsi.
Casa di Unamuno a Salamanca: unico luogo che viene specificato, spazio descritto in modo generale,
non ci sono toponimi, unico toponimo è quello di Salamanca, casa di Unamino, come la concretezza
della realtà entrasse nella storia quando una persona reale entra nella storia e tutto il resto è
indefinito.
Dopo il diverbio, Augusto torna a casa e decide di placare la rabbia mangiando tanto cibo e mangia
talmente tanto che ha un malore e muove dursnte la notte, morte banale, morte ambigua perché non è
un suicidio ma ha degli aspetti di auto-lesionismo che ricordano il suicidio.
Ultima parte del romanzo è un epilogo: capitolo nel quale viene presentato il cane di Augisto, Orfeo,
che aveva trovato dietro un cespuglio che aveva fatto durante la passeggiata per andare da Eugenia.
Il cane che aveva assistito ai solliloqui di Augusto, era un muto ascoltatore, personaggio presente
quando Augisto riflette sulla vita e sulle sue sventure.
Orfeo prende la parola e parla in termini ironici in termini umani e di quanto siano ridicoli certi
comportamenti umani e vediamo l’ironia dell’autore. Lungo monologo di Orfeo e la morte del cane,
cane simbolo di fedeltà, appurata la morte del padrone, muore anche lui.
Victor insinua che forse Augusto è riuscito a sucidarsi perché dopo la abbuffata protebbe intepretarsi
come l’effetto di una azione auto-lesionista, questa insinuazione scatena l’ira di Unamuno e che gli dice
che se lo fa arrabbiare, lo farà sparire come personaggio. Autore gioca a disorientarci: da un lato
intendere che Unamuno ha deciso di farlo morire e dall’altra che il personaggio si è e svincolato dalle
azioni dell’autore. Insinuare continuamente il dubbio nel lettore.
Niebla: uomo perso nell’angoscia. Vita è nebbia e fra essa si aprono percorsi all’interno dei quali
vaghiamo. Questa presentazione della realtà è una opinione sulla vita. Unamuni si indentifica nel
personaggio, perché l’insicuirezza di Augusto è anche l’insicurezza di Unamuno.
Questo romanzo c’è poca azione e c’è molta riflessione di Augusto, riflette attraverso i monologhi.
Dialoghi limitati. Monologhi dove c’è divagazione introspettiva.
Augusto è radicalmente contraddittorio. Niebla con trama lineare e con storie intercalate, non sono
storie indispensabili alla narrazione, ma sono pertinenti, arricchiscono certi temi della narrazione
principale. Questo racconti intercalati contribuiscono a disorientare il lettore e lo rendono anche
cosciente del fatto che esiste il piano della realtà e il piano della finzione.
Avito Carrascal che Augusto incontra in una chiesa e gli chiede notizie di suo figlio e Avito gli
comunica la morte del figlio, gli dice anche che quel dolore è stata una lezione di vita, una lezione è la
vita stessa. Avito consiglia gli consiglia di liberarsi dal volere della madre ma che era già morta.
Quando li libera di lei si cerca una ricerca di autonimia, fallimenti e morte del personaggio.
Victor, migliore amico di Augisto, è confidente del protagonista, personaggi in confidenza fra di loro.
Unamuno decide di decidare un capitolo a Victor qunado vuole esprimere le idee per il matrimonio:
Victor dice che dopo tanti anni la moglie è rimsta incinta e questa cosa invece di produrre gioia, gli
procura fastidio e preoccupazione e quindi l’equilibrio raggiunto temeva che si sarebbe destavilizzato
dall’arrivo del figlio perché ormai avevano perso le speranze.
Don Antonio: uomo tradito e abbandonato, anziano signore che possiede un patrimonio e la padrona
della pensione lo sposa per cupidigia per editare il patrimonio e dato che la morte non giungeva mai,
questa signora lo lascia. Storia di uomo buono che viene tradito e abbandonato: abbandono di Augusto
da parte di Eugenia.
Fogueteiro: specialista in fuochi circensi che si muoveva di paese in paese. Un giorno scoppia un
incendio, lui rimane cielo e la moglie sfigurata. Lui continua a vedere la moglie sempre bellissima
perché la vede con gli occhi dell’anima. Tema della cecità , un po’ Galdoniano.
Tutte queste storie interrompono la scena principale ed introducono un evento della storia principale
a corroborare a temi introdotti dall’autore che hanno una loro funzione esplicativa.
Leggiamo il prologo
Victor: Unamuno che gli ha incaricato la stesura del prologo. Interferenza fra realtà e finzione:
prologhista ma anche amico dell’autore.
Victor ironizza del fatto che sia incaricato di scrivere un prologo.
Appare la parola Nivola.
Entrambi hanno origini Vasque.
Victor parla della ingenuità del pubblico e fraintende il significato di quello che legge e parla di alcuni
tic e controversie nel rapportarsi al pubblico di Unamuno.
Unamuno ironizza che il pubblico non riesce a capire la forza di scelte sue. Attraverso Victor, Unamuno
si fa burla di certe ingenuità del suo pubblico forse per poca cultura che hanno e non sanno dare valore
alle sue parole.
Post prologo:
06/12/22
Niebla
Augusto viene presentato in modo ironico, il suo nome Augusto è un nome imperiale, è un nome che
immediatamente ci riporta all’iconografia dell’Imperato Augusto (Imperatore Augusto con una posa
eretta e braccio esteso e palmo della mano verso sopra impero romano raggiunse la max
espansione con l’imperatore ed anche la pace, unici anni di pace dell’impero romano).
Actidut estatuaria y augusta: riferimento all’imperatore e gioco col nome proprio augusta.
Quedó se arcaismo
Narratore onniscente che conosce il pensiero del personaggio e lo esprime come narratore: non gli
dava fastidio la pioggerellina, ma il dover aprire l’ombrello esprime il pensiero di Augusto. Ce lo
presenta come un uomo non aveva un granché di cui occuparsi, unico dilemma era solo se aprire o
meno l’ombrello.
Comincia il discorso diretto, parte mimetica, personaggio che parla, è un solliloquio. Augusto esprime
ciò che il pensiero del narratore onniscente gli aveva attrubuito prima. Notiamo una considerazione
filosofica da parte di Augusto: concetto di dio e bisogno che gli esseri umani hanno, vogliamo aprire
l’ombrello affinché ci protegga da ogni tipo di male concetto di religione come rifugio e come mezzo
per sconfiggere la paura della morte e dei mali in generale.
Continua la descrizione del personaggio come di un uomo indeciso, affetto da abulia, è uno
sfaccendato, non aveva impegni o obblighi di seguire. Il narratore quali parole gli attribuisce? Augusto
non era un camminatore, ma un passeggiatore.
Camminare: è implicita una volontà del soggetto, ha chiaro in mente la meta, nel passeggiare: questa
volontà è come ridotta o annullata, vaga un po’ senza meta, si lascia trasportare da altri fattori ma non
quello di raggiungere un traguardo ben preciso.
Scelta definitiva è quella di aspettare che passi un cane, decide di affidarsi al caso.
Non c’è una cura della descrizione fisica, descrive gli occhi.
Ci presenta i pensieri di Augusto, si guarda attorno: ha visto un ragazzino a pancia in su e pensa che
cosa stia facendo.
Formica è un animale iprocrita. Prima dà una osservazione banale e poi ci dà qualche pensiero un po’
filosofico.
Unamuno alle parole di Augusto ci disorienta: ha detto che Augusto a cui non era chiaro cosa fare, ma
poi gli attribuisce una opinione filosofica.
C’è una interferenza continua del pensiero del narratore e quello del personaggio. Il narratore ci tiene
a dirci che non è un nulla facente. Lui ha una immaginazione, fantasia viva che lo rende una persona
dinamica.
Personaggio come una figura dalla mente molto attiva, capace da una idea all’altra con il solo osservare
ciò che gli succede attorno.
Unamuno è creatore di neologismi: topofobía paura degli spazi. Filotopía amore degli spazi.
Invenzione delle macchina nasce dalla paura degli spazi, strumento per sconfiggere la paura delle
distanze.
Anche attraverso parti del monologo, ci dà info delle cose che fa il personaggio. Dalle parole del
personaggio, capiamo quali altri personaggi ha visto e dove si trova. Poi interviene anche il narratore:
calla, que es esto?
Seguire la donna: atto involontario e automatico e non dettato da una scelta personale.
Pensiero di Augusto: il personaggio, attraverso le sue parole, parte da una azione banale per
descrivere un pensiero filosofico.
Duro: moneta da 25 pesetas
Torna l’elemento anatomico degli occhi di Eugenia: l’unica parte che lo attira e si ricorda di lei.
Cuna: culla
Resistenza umana è contrassegnata dalla presenza di allegria e tristezza sin dai primi giorni di vita, la
vita è fatta da tristezza e felicità sin dalla infanzia. Due endecasillabi esordio del fatto che possa
essere un testo lirico.
Hogar: focus fuoco. Focolare domestico indica la casa. Unamuno va oltre e dice che è un
posacenere perché la sua casa è già bruciata, non rimane nulla, luogo dove tutto si è consumato, resta
una sorta di contenitore delle ceneri.
Capitolo 31
Narratore onniscente entra nella storia e diventa personaggio: occurrionsele consultarlo conmigo.
Unamuto, autore, inizia a parlare di sé stesso.
Grande sfasatura che Unamuno crea: faccia entrare se stesso come autore nella storia, ma che Augusto
sembri non essere consapevole di essere l’autore della storia e il demiurgo della storia: colui che ha
immaginato e creato i personaggi.
Pensiero di Unamino: la vita umana possa essere una grande finzione nella quale tutti noi pensano di
agire secondo il proprio libero arbitrio, ma invece riproduco un disegno di un demiurgo superiore che
ha deciso tutto ancora prima della loro nascita contrapposizione tra destino e libero arbitrio.
Unamuno svela ad Augusto che è un ente di finzione e non può decidere cosa fare. C’è un diverbio fra i
due.
07/12/22
Jacinto Benavente
Autore longevo, ha vissuto 90 anni. 1866 è nato. È stato etichettato come il maggior esponente del
teatro borghese spagnolo del 20simo secolo. Tutte le opere sono dedicate a presentare e
rappresentare i vizi, le virtù , i costumi della borghesia, era anche la classe sociale che usufruiva del
teatro, il pubblico era un pubblico borghese. Un drammaturgo come lui si dedicava ad un teatro
commerciale, di botteghino, doveva soddisfare le esigenze di quella classe.
I dialoghi nel teatro sono importanti. C’è anche un certo gusto per l’esplorazione/approfondimento
psicologico, teatro che scava nella psicologia dei personaggi.
Tratto principale: mettere in scena un certo modo di agire della classe borghese, procedimento che
metteva atto con i dialoghi che non l’azione drammatica, è un teatro statico, poco dinamico, con poco
intreccio.
Dalla fine 800 fino agli anni 20 degli anni 90 Benavente è il maestro indiscusso della scuola
madrilegna.
Il vantaggio di Benavente era molto longevo, il suo teatro attraversò mezzo secolo. Apice del suo teatro
lo notiamo fino agli anni 20 e continua fino alla guerra civile. Le nuove generazioni rifiuteranno il
teatro beneventivo per una nuova forma. Il teatro del dopoguerra spagnolo era esposto sempre alla
censura sotto il regime franchista.
El nido ajeno – 1894 nido altrui. Opera incentrata sul tema dell’adulterio fra la moglie di un
personaggio e l’amico del marito di lei. Opere che erano una rappresentazione dei vizi e della classe
borghese, il tema del tradimento quasi sempre presente.
Figura più strordinaria del 20 secolo in Spagna. Era Galego. Fu un grande innovatore per la
drammaturgia spagnola.
Cerizas: nasce come narratore lui. Questo libro di racconti si chiama Femeninas. Da un racconto di
Femeninas lui trae la storia per scrivere la sua prima opera teatrale, Cerizas: approccio diverso, con
l’intento di rappresentare la complessità e l’ambivalenza della vita, modo problematico di presentare
la storia nel dramma.
Ciclo creativo drammaturgica di conclude nel 27 con l’esperpento e con Sacrilegio.
Esperpento: forma drammatica e visione drammatica, modo di rappresentare la realtà e anche auna
visione drammatica del mondo. Significa: cosa grottesca, carattere deforme, ridicolo. Trasforma la
parola in una etichetta designatica.
Filone del mito e della farsa. Mito: lo porterà a scrivere drammi ambientati in uno spazio Galiziano e
quella della farsa: spazio 700.
Galizia in cui lui aveva vissuto, società rappresentata utilizzata come recipiente nella quale dominano
le forze dell’umanità.
Attraverso il ciclo mitico (componente del primo teatro sperimentale) lui prepara questa nuova
immagine scenica dell’uomo, nuova rappresentazione dell’essere umano e della società .
Ceniza: riprende un tema che è l’adulterio. Questo tema è anti-borghese, non c’è alcun intento
moralizzante nella scrittura, c’è una riflessione problematica.
Marques de Bradomin altra opera che è un adattamento di Sonata de Otono: in questa opera
sperimenta la tecnica della moltiplicazione.
In questa opera compare il coro di mendicanti galiziani, elemento innovativo.
Divinas palabras: parole evangeliche di Gesu che fanno terminare l’opera con una sorta di purificazione
(catarsi).
Quale atteggiamento dell’autore nei confronti dei propri personaggi a seconda del genere che stava
praticando?
Eroi classici sono degli eroi, personaggi ai quali gli autori guardano in ginocchio, posizione di
inferiorità , di sudditanza.
Prospettiva dalla quale lui guarda anche la sua scelta estetica: sainete (genere cantato, operetta, 700,
leggero, con quale tratto vagamente grottesco). Gli Dei, addirittura diventano quasi dei personaggi
grotteschi.
Allusione a Goya: anche lui molto rivoluzionario nella storia dell’arte. Seppe fare un passo più in là alla
rappresentazione idealistica, realizzata dei corpi, comincia a rappresentare una realtà deformata,
visione onirica, lui è precursore.
Modo di guardare i personaggi con il termine esperpento.
Luces de Bohemia:
poeta cieto che è arrivato ad un momento di crisi, anche economica che lo porta a pensare al suicidio
insieme alla moglie e figlia, poi lui muore assiderato. Parla con questo Don Latino, il suo Lazarillo, il
suo accompagnatore. Accompagna un cieco avaro e gli insegnò molte furbizie.
Valle inclan tira fuori la parola esperpento e la attribuisce a Max.
Tempo dell’azione: ridotto a 15 scene e dureta supera appena le 24 ore.
Il luoghi scenici molteplici: luoghi che non hanno tratti di nobiltà , luoghi oscuri: genealità di Valle-
Inclan contrato con il titolo viene ad essere una espressione di paradosso dei personaggi che
cercano la luce ma cadono nella miseria, nel baratro.
Spazi un po’ lugrubi, modesti, rappresentati in modo un po’ grottesco e deforme (esperpento).
Mondo senza altra via d’uscita se non la morte.
Prime righe dell’opera introduce la designazione del nuovo genere teatrale esperpento. Max che
parla di Goya, che lo ha inventato Goya.
Callejon del Gato: vicolo dove c’era un ferramenta dove aveva specchi deformanti: qui crea una
metafora sono passati agli specchi deformanti, quindi l’eroe classico, si è dissolto e deformato
perché è passato davanti gli specchi.
Miau viene dalla strada a cui aveva fatto allusione, anche Max sta diventando grottesco.
Processo deformante: ha delle sue regole che il drammaturgo sperimentatore vuole mettere in atto.
13/12/22
Lorca Drammaturgo
Lorca famoso come poeta e fu un grande poeta ed uno dei drammaturghi di maggior successo. Lui fece
varie dichiarazione anche sul suo teatro: cerca di mettere in chiaro che la sua drammaturgia non è
localistica/esotica, qualcosa di profondamente incentrato sulla tradizione andalusa, temi che sono
molto particolaristici, quasi costumbristici, lui cercava il particolare.
Affermazione (sua) sul teatro del 1931: anni 30 sono gli ultimi anni di vita. Era partito per NY nel
giugno del 29. Morto negli States e la vita concentrata nella capitale. Scoprì nuove tendenze del teatro
americano dice che NY è un luogo privilegiato.
1933 dice : il teatro non può essere altra cosa che poesia il teatro è poesia che si muove, è poesia
che si alza in piedi, che prende corpo, che entra nella scena, è un arte assolutamente completa, totale.
Riunisce non solo la parola, ma anche il movimento, il canto, l’azione dei personaggi.
1934 dice : insiste sul fatto che il particolare momento storico obbligava ad un teatro drammatico.
Brano tratto da una intervista che rilascia ad un suo amico Rafael Martinez Nadal, il quale ha permesso
la pubblicazione di PNY. In questa intervista spiega a Rafael: El drama de las hijas de Loth questo
titolo non figura nelle opere di Lorca, ma quando parla con Rafael, nel suo progetto menziona questa
opera.
Non esclude di dedicarsi alla comedia corriente, ma sempre portando nel teatro temi e problemi che la
gente ha paura di affrontare. Disdegna il teatro che non faccia riflette, quel teatro commerciale alla
Benavente. Qui invece si parla di un teatro borghese, non problematico, che rappresenta la realtà , ma
che non impone alcun tipo di imposizione.
tvb<3<3<3<3<3<3
1935: il teatro è uno strumento che meglio consente di misurare lo stato di salute di un paese che
segna la sua grandezza o decadenza. Pezuna qualcosa che ti fa restare ancorato alla terra, mentre le ali
solo quelle che ti rendono libero, rappresentano la libertà .
Il teatro deve far pensare, deve rendere libere, appellarsi alla capacità del popolo di pensare
liberamente. Se il pubblico non fomenta, è moribondo. Era convinto che il teatro avesse una funzione
sociale, grazie ad esso si poteva donare cultura e capacità critica anche a persone analfabete, a persone
che non aveva istruzione.
Teatro che non rappresenta l’anima del popolo, il dramma della gente, non può essere chiamato teatro,
bensì una sala da giochi, luogo per fare quella orribile cosa chiamata ammazzare il tempo.
1936: il teatro è la poesia che si alza dal libro, che si fa umana e quindi acquisisce le facoltà dell’essere
umana, poesia umanizzata, fatta persona: il teatro si rappresenta, fatto da attori che sul palcoscenico
urlano, cantano, piangolo.
La drammaturgia Lorquiana ha un nucleo fondamentale che si ripete in tutte le sue opere: incontro
conflittuale tra due forze il principio di autorità e il principio di libertà. Queste due forze si
incarnano in concetti con ordine, collettività, traduzione e poi istinto, immaginazione e libertà .
Scontro fra queste due cose causa la sofferenza anche la morte. Il due poli della struttura drammatica
ed c’è anche una costellazione di simboli: occhio del poeta molto importante sugli astri, crea un
influsso sulla vita delle persone che rende loro conto che le loro tragedie sono osservate da questi
corpi celesti lontani, sono sempre lì, costanti.
1919 maleficio de la mariposa prima opera teatrale con clima romantico, pervasa di simbolismo
che contraddistingue la prima produzione poetica. L’opera è un opera che ha dei personaggi che non
sono umani, tratta di sentimenti umani ma trasfigura questi personaggi e sentimenti calandoli nel
mondo degli insetti. Il personaggio è uno scarafaggio: irrompe l’amore in una comunità. Julianito si
innamora di una farfalla agonizzante che arriva in comunità di insetti. La farfalla in questo mondo
drammatico rappresenta l’ideale della bellezza e della libertà , Jualinito è l’aspirazione all’ideale: essere
umano che cerca di raggiungere mete impossibili, impossibilità di unione, di antitesi che genera la
morte, impossibilità di comporre i due poli (autorità e libertà ) genera sofferenza e morte. Ci sono tutti
i tratti del teatro Lorquiano. Il suo teatro ha dei personaggi che sono anche funzionali. Impossibilità
dell’amore uno dei temi cari a Lorca, che vive anche quotidianamente lui: era omosessuale.
Mariana Pineda dramma storico. Moglio di un polito impegnato nelle guerre carliste. Donna
rappresentata come grande sostenitrice della libertà di espressione, di pensiero, che dopo la morte del
marito decide di perseguire la libertà per cui lui era morto ed aveva combattuto.
Individuo in quanto entità autonoma: non ha il potere né il potere, quando vuole affermare la libertà ,
irrompe nella tragedia.
In Mariana Pineda ci sono varie arti: Lorca era un artista a tutto tondo. Nel teatro riusciva a combinare
tutte le sue competenze, scultura, musica, arte. Il teatro gli permetteva di mettere insieme tutte queste
cose. L’opera ebbe successo anche per la sceneggiatura in sé. Ci deve essere armonia in tutte le
strutture.
Lorca scrive drammi, ma al contempo ne legge di altri autori, conosce ed entra il teatro attraverso la
letture e poi come direttore artistico.
Dopo queste opere, si apre il ciclo delle farsas teatro di rottura, originale, di innovazione.
1) farse per marionette: personaggi rappresentati come marionette. Poi anche personaggi
interpretati da attori in carne ed ossa.
A proposito del la zapatera prodigiosa Lorca dichiara nel 1933: storia di una giovane donna che
attende il ritorno del marito che era partito per gli States, rappresenta la frustrazione di un’attesa
interminabile, ma anche il dramma di una donna. Eroina del teatro Lorquiano, lui era un profondo
conoscitore dell’animo femminile.
Altro tema è la visione della realtà come amputazione dell’essere: individuo quando si mette in
contatto con la realtà , in qualche modo deve rinunciare alla propria individualità , abbiamo trovato
il concetto di menomazione.
Amor de don Perlimplin: amori con persone di diverse età. Il Don è un anziano che non può avere
questa donna giovane e si trasforma in un giovane personaggio che diventa la sua amante, in
questo modo realizza il suo desiderio, si libera del corpo vecchio, abbraccia un sogno, ma questa
trasformazione implica la morte. Finisce in dramma, questo Don si uccide.
Así que pasen en cinco anos: rimasta incompleta. Divisa in 3 atti e formata da una fitta rete di
simboli. Opera che ebbe scarso successo perché molto complessa, un po’ per il suo simbolismo,
perché il pubblico del teatro era un pubblico pigro, abituato ad un teatro di Benavente.
Giovane non identificato che aspetta di sposare 5 anni di sposare una donna: troviamo
l’aspirazione del protagonista affinché arrivi il momento del matrimonio. Arrivati al matrimonio,
lei lo tradisce. Tutte le aspirazioni restano incompiute.
È un mono-dramma perché si concentrano solo su di lui. Si avverte il modo di rappresentare i vari
aspetti della drammaturgia lorquiana.
Trilogia dramatica de la tierra espanola: ne aveva parlato nell’intervista con Rafael Nadal.
Che in bodas de sangre che in Yerma l’ordine stabilito tendono a inibire la passione amorosa. Quei
personaggi che rappresentano la società , tendono a reprimere l’affermazione individuale, la forza
dell’individuio, la sua aspirazione ad essere felice, a volere l’amore, anche a manifesta il proprio
istinto sessuale.
Ci sono due principi antagonisti: principio di autorità e libertà .
Bodas de Sangre: tragedia che mette in scena la morte e la fatalità. Intervengono la Luna e la morte.
Luna che ha tante significazione e fra le tante c’è la morte fatale.
Promessi sposi, ma la novia aveva amato un altro uomo, Leonardo. Il Novio e Leonardo si mette un
conflitto fra clan (gitani) dove predomina il coltello.
Prima delle nozze, la Novia fugge con Leonardo. Nel bosco Leonardo tira fuori il coltello e i due si
uccidono a vicenda. Questo amore impossibile termina con la morte, con la morte dei due
contendenti.
Archetipo della donna non madre, questo nell’ottica lorquiana.
Le nozze sono il fattore scatenante: quando lei sente che perde la sua libertà , lei fugge con
Leonardo dove troviamo la fantasia.
Potere dell’attrazione sessuale: trionfa sull’ordine costituito, ma genera annientamento dei
personaggi, genera morte.
Yerma: Lorca volle mettere in scena un tema della sterilità femminile. Tragedia si divide in 3 atti e
due scene.
Tempo che segna la frustrazione e disperazione della donna che non riesce a mettere al mondo un
figlio.
Trascorrere del tempo: il personaggio evolve. Attesa angosciosa della prima scena, mentre
nell’epilogo accetta la sterilità .
Yerma è sposata ad un uomo che è allevatore di bestiame e anche agricoltore, tragedia
nell’Andalisia rurale. Da due anni a 4 mesi, aspetta di concepire un figlio, non riesce. Questa
condizione di mamma frustrata, quasi la ragione di esistenza delle donne di quella realtà rurale,
era per lei motivo di grande sofferenza. Il marito, agricoltore benestante, non è per nulla
addolorato, invece fa notare che i figli sono spesa e preoccupazione. Juan, uomo interessato al
guadagno e al lavoro che non alla paternità e soprattutto alla felicità della moglie. Tra questo
conflitto di vedute nasce poi a poco a poco la disperazione di Yerma che all’inizio è ancora
affettuosa nei confronti del marito, ma poi si allontana sempre di più da lei, una vecchia mezzana le
consiglia di tradire…Si capisce da come Lorca presenta i personaggi che Yerma ha una forte
attrazione verso Victor, un atro agricoltore e amico di infanzia. A causa di questa sua ansia di
uscire e di incontrare nuove persone, il marito decide di chiuderla in casa e di farla controllare da
cognate e zitelle che fanno da vigilanti già dal secondo atto. Lavandaie che raccontano di come Juan
preoccupato dai comportamenti di Yerma, ha deciso di mettere questi vigilanti per controllare il
suo amore.
Yerma non vuole tradire il marito, ha una alto concetto delle fedeltà. Anche le tentazioni che
sottopone la vieja che le dice anche di unirsi a suo figlio per rimanere incinta, non le piace, voleva
essere fedele e pensava che la sterilità arrivasse dal poco amore di lui. Alla fine lei si appropria del
proprio destino e capisce che lui non le dà amore, lei uccide Juan. Quando Juan dice che lui voleva
lei, soltanto non voleva un figlio ma l’amava, allora Yerma lo uccide, lo strangola. trasfigurazione
poetica ed appropriazione del proprio destino.
He matado a mi hijo: uccide il marito, l’unica speranza di essere madre, in questo modo ho deciso io
di non essere madre perché il destino aveva segnato questa strada per me.
La casa de Barnarda alba: principio di libertà rappresentato dalle figlie, che hanno sorti infelici.
Lorca volle rappresentare il dramma delle donne, visione tragica della terra.
Presentazione
14/12/22
30 Ottobre 1910 Nasce Miguel Hernandez. Lui grande amico di Neruda. Il padre di Miguel era violento.
Costringe Miguel ad accudire il pascolo e ad entrare in contatto con la natura, conosce la stagione delle
nascite e degli accoppiamenti degli animali. Studia nel collegio dei Gesuiti a Santo Domingo.
Abbandona presto il collegio costretto dal padre. Avrà due figli, scrive una ninna nanna della cipolla.
Lui segue la cultura cattolica del posto, della provincia. Nel 31 abbandona Oriuela e va a Madrid,
povero. Rincasa e inizia a scrivere varie opere. Ha una formazione neo-cattolica. Anni 30 poco dopo
ci sarà la guerra civile. Miguel partecipa alla guerra, entra volontario alla guerra. A Manuel Ramon
dedica la ninna nanna della cipolla.
Conosce Lorca, Alberti, Neruda. Lorca lo incoraggio alla pubblicazione di Lorca. Il modello di Miguel
era quello di Gongora.
Lo imprigionano e trascorrerà un tempo in carcere. Soffre tanto, ma nonostante tutto era sempre
positivo.
Cancionero y Romancero de Aucensias scrive questo libro, a volte lo ha scritto nella carta igienica
perché non aveva carta, si adattò a ciò che aveva.
1945 muore a soli 32 anni. Sposa la moglie per darle possibilità economiche affinché potesse
acculturarsi. Lui era tanto malato, anche tubercolosi.
Amore per la natura e la lotta per la libertà dell’uomo in lui. Nella guerra trova il suo
sbocco/formazione naturale.
Lui porta la lingua a livelli altissimi. Quando comincia a scrivere aveva solamente 22 anni e a 26 aveva
già scritto tantissimo.
21/12/22
Yerma tragedia che ha un unico tema: donna sterile. Lo stesso nome incarna il tema dell’opera, in
spagnolo, yermo, significa arido e nell’archetipo lorquiano è qualcosa di non fertile.
Cuadro primero: Yerma addormentata con un cestino da cucito ai suoi piedi. Si vuole rappresentare
una scena onirica, un sogno che fa in quel momento. Sogna un pastore che in punta di piedi si avvicina
a lei e la guarda fisso e porta con sé un bambino vestito di bianco. Sogno che incarna questa
frustrazione/desiderio che Yerma ha. Suona l’orologio, il pastore esce di scena, entra una luce, che
sembra essere quella della mattina.
Canto: Yerma canta una ninna nanna, canzone infantile e ci introduce nel tema dell’opera.
Yerma si rivolge al marito e lo chiama per nome. Juan era un allevatore di bestiame, dedicato
all’attività agricola, molto impegnato. Yuntas sono le bestie, bovini.
Yerma è ancora piuttosto accudente, premurosa nei confronti del marito.
Yerma insiste nel consigliare/persuadere che Juan debba avere più cura di sé stesso.
Yerma fa notare a Juan che è cambiato e gli dice che vorrebbe che fosse invaso dall’elemento
acqueo, si riferisce ad un’acqua corrente e nell’immaginario lorquiano è fertile, rappresenta la
vita. Introducendo questa simbologia naturale con l’acqua, auspica a Juan che lo rendano un
uomo fertile, forte.
Lei ha a cuore il benessere del marito.
Juan introduce l’elemento del tempo che passa, che lui sta invecchiando. Cada ano tu y yo,
Yerma soffre per qualcosa. Juan ha una prospettiva diversa. No temenos hijos questo è il
tema dolente.
Yerma vuole far capire a Juan che lo ama e lo ha sposato volentieri. Yerma sembra fare una
sorta di equazione fra amore, fertilità , come se inevitabilmente lei dovesse procreare solo
perché stavano insieme.
Yerma è la rappresentazione di una donna che accetta il ruolo di moglie e madre, che la donna
deve svolgere all’interno della società .
Yerma fa riferimento alla natura e dice che in qualsiasi cosa si può riprodurre, basta acqua e
terra, addirittura le erbacce delle strade crescono, ma lei non riesce.
Nella società rurale la donna è relegata alla funzione di donna e madre e non può uscire di
casa sempre (concetto di onore). Yerma era invece già propensa a distrarsi perché la casa
priva di figli era qualcosa che cominciava ad inquetarla tanto. Juan ribadisce il concetto
dell’onore (ya sabes que no me guasta que salgas).
Yerma torna a cucire.
Lorca introduce una canzone ispirata alla maternità in versi. Yerma tragedia scritta in prosa
ma abbondano componimenti poetici, in versi, non rinunciò alla vocazione poetica. Canzone
scritta da Lorca totalemente originale. Testo etero-metrico con versi di varia misura sillabica.
Abbiamo un espediente metrico: assonanza I-O, assonanza di O tonica, assonanza E-O,
assonanza I tonica.
Dilogo tra una donna (futura madre) e il bambino (futuro figlio). C’è un’apostrofe al bambino.
È un dialogo surreale. Testo che ci fa capire l’inquetudine della donna, immagina di dialogare
col figlio. Questo bimbo viene da un mondo freddo, vuole il vestito (che indica il corpo della
donna), vuole il calore. Rami non si muovono spontaneamento, ma rappresentati col
dinamismo sotto al sole che è un agente vitale che dà forza. Sorgenti quasi come se fossero
capretti nell’acqua, immagina che celebra l’esplosione della vita.
Elementi naturali, animali, anche la luna e che l’essere umano vede intorno a sé. Descrive una
natura serena che funziona come giusto che sia.
Los blancos montes: serbatoi di latte, mammelle bambino che manifesta la volontà di
nascere.
Yerma si sta dilaniando per lui, per un figlio che non stava arrivando. La cintura (ventre)
diventa la prima culla del bimbo perché è nel ventre della madre che ha il primo rifugio.
Canzone che contiene questa grande ansia di maternità .
Carne che profuma di gelsomino tutto ciò che è fertile ed ha una forte connotazione erotica,
di maternità , dietro c’è un riferimento ad una soddisfazione sessuale di Yerma, se ci dovesse
essere l’atto sessuale, io nascerò .
Si cerca di rafforzare un determinato tema o anticiparne qualche altro nei testi di Lorca, i
testi hanno sempre una funzione di corroborare e abbellire un contenuto appena esposto.
Maria è un’amica di Yerma, giovane donna che si è sposata 5 mesi prima con l’incontro di
Yerma. Viene con delle stoffe perché deve cominciare a preparare il corredo per il nascituro.
Lo dice a Yerma, lei si rallegra ma questo fatto la inquieta ancor di più e le fa capire che ha un
problema, che ancora non ha avuto un figlio. Yerma si presenta affettuosa, apprensiva nei
confronti di Maria. Yerma le dà dei consigli: rosa fra i denti qualcosa di delicato. Yerma si
rende conto che la maternità è corporale: donare il proprio corpo che cresce all’interno.
Compare la terra: esco scalza nel cortile per calpestare la terra. Terra rappresenta il contatto
con la natura, come se lei camminando scalza cerchi di prendere la terra quella fertilità che
non riesce ad avere. Fa ancora riferimento all’inquetudine: si sigo asi, acabare volviendome
mala.
Maria cerca di consolarla che lei non è l’unica che non ha ancora procreato.
Sangue è linfa vitale, simbolo di vita, però metà va via dando alla luce un figlio.
Entra in scena il pastore, Victor, rappresenta l’uomo virile, che l’ha fatta emozionare. Ideale di
uomo fertile che Yerma non ha. Sogno che Yerma ha nell’apertura, sebbene quel pastore non
sia esattamente Victor, in questa opera è incarnata da Victor. Nell’inconscio di Yerma c’era già
la sicurezza che un figlio sarebbe arrivato da un altro personaggio, o comunque l’unico che
potesse portare un figlio.
Yerma dopo aver ascoltato le parole di Victor, rimane un po’ pensosa. Yerma si alza a va dove
è stato Victor e respira profondamente, l’aria rappresenta la virilità maschile. Aspirare l’aria
maschile come se vuole aspirare la sua virilità al fine di poter avere figli.
Nonostante l’età avanzata della vecchia, lei è ancora vitale dei piaceri della vita.
Yerma è sconvolta da questa inquietudine di conoscere il motivo per cui non riesce a generare
figli.
Nel terzo atto la vecchia ricompare nel rito pagano nel luogo in cui le donne sterili cercavano
di procreare. In questo primo incontro la vecchia non essere subito esplicita alla soluzione del
problema: che il marito non potesse procreare. Ritorna l’elemento dell’acqua: elemento di
fertilità .
Cavallo: rappresentazione della virilità maschile.
Si torna a quel discorso implicito all’inizio del testo: che aveva sposato con piacere il marito.
Nella memoria di Yerma, ricompare Victor. Con lui aveva avuto quell’emozione di tremolio.
Torna ancora il concetto iniziale dell’accettazione del matrimonio con felicità . Voleva Juan per
procreare.
La vecchia dice che gli uomini ci devono emozionare, ci devono far sentire parte di noi stessi.
Yerma va col marito perché auspica di avere un figlio.
Nell’ultima parte della seconda scena, ricompare Victor che canta una canzone che ha tema un
pastore che dorme sotto le stelle.