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Il rapporto tra società e cultura

Paradigmi
Non esiste un unico paradigma, tuttavia a seconda delle fasi storiche c’è un paradigma dominante, che poi
può andare in crisi.

Modello funzionalista
Questo modello è già presente nell’antropologia dell’800. Questa prospettiva funzionalista trae origine dalla
scuola francese (Durkheim).
Questa prospettiva esamina la società come un sistema che per sopravvivere ha bisogno di svolgere delle
attività, le quali hanno una funzione (metafora del corpo umano: la società è come il corpo umano> il sistema
si divide in parti e ognuna di queste parti svolge delle attività).
La società è un organismo comparabile ad un sistema diviso in varie parte che svolgono delle funzioni e
queste funzioni sono svolte dagli uomini.

Abbiamo visto che Durkheim parla di solidarietà (il modo in cui la società si organizza per sopravvivere e
riprodursi nel tempo; si distingue in solidarietà organica e meccanica).
Con Durkheim c’è l’idea di funzione. Egli ci dice che la cultura deriva dalla realtà, però egli da molta
importanza a questo parallelismo che rende possibile l’esistenza della sociale > l’ordine sociale ha bisogno di
un ordine cognitivo (questi principi per funzionare hanno bisogno che gli individui abbiano delle conoscenze
che siano in linea con quei principi).
Durkheim attribuisce alla cultura una funzione importante, nomica (che da ordine ed orienta i comportamenti
umani, affinché ci sia cooperazione perché essa serve alla società per sopravvivere).
Egli va ad esaminare le anomalie della società industrializzata.

Parsons: idea di cultura come chiave di orientamento. Egli accentua molto l’idea di funzione della società e
diventa il massimo sociologo americano e quasi mondiale a cavallo tra gli anni 30 e 50 del 900.
Parsons riprende Freud ed individua diversi stadi della socializzazione (processo attraverso il quale
l’individuo diventa membro esperto della società).
Parsons parla di cultura che ha una funzione adattiva. Egli ci spiega come si organizza la società, la quale per
lui è un sistema.
Parsons arriva a rappresentare la società attraverso lo schema AGIL > egli ci dice che la società è un sistema
ed una prima grande funzione che deve avere la società è quella dell’adattamento (‘A’) attraverso la
produzione di beni e servizi.
Le istituzioni economiche servono a produrre beni e servizi e allo svolgimento di attività economiche che
hanno la funzione di adattamento (l’economia svolge una funzione adattiva).
Parsons ci dice che sono le istituzioni politiche che prendono decisioni collettive e stabiliscono come
ripartire le risorse che il sistema produce (Goal= stabilire obiettivi) > ‘G’
Le istituzioni giuridiche stabiliscono come devono convivere le persone e quindi hanno una funzione
integrativa, tenendo insieme le persone e la società (‘I’).
Dopodiché, esistono le istituzioni culturali che hanno la funzione di latency (funzione latente, vuol dire che
la cultura non si tocca e sembra un po’ nascosta; la cultura veicola l’uomo) > ‘L’
La famiglia, ad esempio, esiste perché è la società che vuole la sua esistenza.
Anche i mas media hanno una funzione latente, veicolano il comportamento.
Lo schema AGIL presuppone questi 4 sottosistemi e Parsons vede questi sottosistemi analizzati a loro volta
secondo il modello AGIL.

Per Parsons la cultura ha la funzione di orientamento (è come se la società fosse un’auto e la cultura fosse la
benzina, motiva l’individuo all’azione e fa funzionare la società).
Parsons, inoltre, considera la cultura come una bussola poiché orienta l’azione individuale.
C’è un parallelismo con il sistema di Saussure: l’azione concreta è manifestazione del sistema astratto.

Per Parsons, l’organismo è un sistema che ha un livello di energia elevato, quindi sono gli uomini che
agiscono e non è la società che si muove.
L’organismo è un sistema che ha tanta energia ma scarse informazioni, in quanto esse sono frutto della
cultura.
C’è un altro sistema, la personalità (o psiche), ossia la mente che emerge dal cervello. Essa è vista come un
prodotto individuale, possiede molte più informazioni ma ha meno energia dell’organismo.
C’è una gerarchia: la psiche controlla la biologia (l’organismo).
In ultimo c’è il sistema culturale, che veicola le motivazioni e controlla l’organismo e la personalità. È quello
più scarso di energia però possiede più informazioni.

Il superamento del modello parsonsiano


Dagli anni 50 si assistono a vari cambiamenti.
Negli anni 60-70 del 900 la sociologia funzionalista è criticata per il suo forte orientamento prescrittivo (dice
cosa è giusto o no, piuttosto che esaminare la realtà) e conservatore (giustifica l’ordine sociale esistente,
ritenendolo il migliore possibile: esaltazione società americana, capitalismo,…).

Il marxismo in sociologia
Un’altro paradigma è l’approccio marxiano: si basa sul materialismo storico di Marx, ossia sull’idea che la
società è un insieme di rapporti di produzione.
Per lui la società è una struttura, mentre la cultura è una sovrastruttura.

Il marxismo e la dimensione culturale


Marx dice che l’essere umano si differenzia dagli animali perché l’uomo produce gli strumenti per la sua
sopravvivenza (l’animale per sopravvivere caccia a zampe nude, mentre l’uomo costruisce continuamente i
mezzi per la sua sussistenza e produce i mezzi di produzione).
L’uomo è un ente generico, egli è produttore di sé stesso e la sua identità è data dalla sua identità > l’uomo è
il tempo che dedica a fare le cose, egli crea attraverso il suo lavoro.
Con questo Marx ci sta dicendo che la società cambia continuamente.
Pian piano l’uomo sviluppa le proprie forze produttive, le quali entrano in contrasto tra di loro.
Secondo Marx, l’uomo vive in una realtà che è fatta di contraddizioni, ma quando queste contraddizioni
raggiungono l’apice il sistema si rompe e si apre la possibilità per il cambiamento.

Per Marx la storia è una continua lotta tra classi sociali.


La sovrastruttura nasce dalla struttura.

Marxismo: oltre la banalizzazione


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Approccio strumentale di Pareto


Per Pareto, l’azione sociale è frutto di residui (stati affettivi, impulsi, sentimenti), ma consciamente e
inconsciamente queste azioni tramite le derivazioni.
L’uomo costruisce le derivazioni (credenze e valori).
La cultura è quindi un insieme di derivazioni, risultato di un processo di razionalizzazione a posteriori dei
residui.
Es. la credenza in un’entità sovrannaturale è una razionalizzazione di un istinto di conservazione, oppure la
credenza nell’autorità è il riflesso dell’istinto umano alla socialità che presuppone gerarchia e bisogno di
uniformità.

La teoria della scelta razionale


C’è l’idea che gli essere umani siano individui razionali e l’idea che la cultura sia uno strumento che serve
per far raggiungere obiettivi.
In sociologia, c’è l’idea dell’attore che calcola costi/benefici e della cultura come risposta all’azione
strategica dell’attore.
Es. mutilazione genitale femminile come risultato dell’azione strategica degli uomini che così possono
controllare le mogli vs la nascita dei figli fuori dal matrimonio in seguito ad adulterio e paradossalmente in
una società così organizzata questa pratica conviene anche alle donne per ottenere un buon marito.

Gli approcci interazionisti


Mettono in evidenza il rapporto bidirezionale tra società e cultura.
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