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- dal latino socio (società) e dal greco logia (scienza/studio) ---> scienza della società
- Analizza la società che è costituita da individui e riconosce i collegamenti tra quest'ultimi e il contesto
sociale; dunque studia gli individui in quanto membri di una società
- E' una scienza esatta? Si serve di un metodo scientifico il cui obiettivo è quello di trovare nessi tra le
cose e modelli di comportamento. La sociologia non ha la pretesa di misurare fatti sociali in modo esatto
ma ciò non toglie che sia meno scienza di altre
- lo studio sistematico della società umana, come viene a prodursi tramite le relazioni sociali. Si tratta di
una forma di coscienza, un modo di pensare, una prospettiva critica sul sociale. Essa è in grado di saper
leggere i mutamenti sociali in atto, di saperli interpretare sia nella loro complessità, che in contesti sociali
e territoriali più piccoli e concreti
- fa parte delle scienze sociali, un gruppo di discipline basate sulla ricerca empirica che raccolgono e
valutano i dati al fine di studiare la società umana
- la prospettiva sociologica rivela che esiste un'interazione fra le condizioni sociali che modificano la
nostra vita e le azioni che compiamo
- un buon sociologo guarda le cose da diverse prospettive, spiega, interpreta e prevede per creare teorie,
stabilisce le cause di un fenomeno e come si ripresenta nel passato, presente e futuro + problematizza il
senso comune e lo critica
> Gran parte della nostra realtà è costruita socialmente. E' importante avere uno sguardo
macrosociologico e microsociologico. I percorsi di vita soggettivi sono comprensibili prendendo in
considerazione il contesto sociale in cui viviamo. Appartenenze e ambiente sociale (variabili culturali,
economiche, sociali...) influenzano chi siamo
> nel 700 la società europea entrò nella modernità, periodo storico caratterizzato dalla democrazia,
libertà personale, dipedenza dalla ragione e dalla sicenza, dalla diffuzione di un'economia industriale
urbana. Il Medioevo invece era dominato da spiegazioni religiose, da aristocratici proprietari terrieri ed
elite clericali, e l'economia poggiava su basi rurali e agricole
> Non c'è una data precisa in cui la sociologia è nata, bensì un periodo storico che è la seconda metà del
1800. Nasce in un contesto di cambiementi rivoluzionari (motivo per cui i primi sociologi studiarono
questi cambiamenti) sotto vari aspetti:
1. culturale: la sociologia nasce grazie a cambiamenti culturali avvenuti un secolo prima del 1800--->
ascesa dell'importanza della religione che viene sostituita con la ragione dell'uomo e dalla scienza (età
dell'illuminismo). Si sviluppa così un pensiero scientifico che si presta a studiare la natura. L'uomo ora si
sente consapevole di poter cambiare il mondo
2. politica: progressiva svolta da regimi politici monarchici a primi sistemi politici democratici. Si
rivendicano ora diritti individuali, si mette davanti a tutto la libertà delle persone. Le idee illuministe
furono la base ideologica della Rivoluzione Americana, Francese e di alcune sollegazioni del 1848
3. economica e sociale: dal 700 all'800 c'è un epoca pre moderna dove c'è una modalità di produrre
molto diversa rispetto a quella che sta nascendo tra 800 e 900 (industrializzazione). Si passa da
un'economia agricola a capitalista-industriale (nascono le fabbriche, nel corso dell'800). Le industrie
sono nelle città quindi le persone si spostano dalle campagne (società pre-moderna) alle città; parliamo
quindi di urbanizzazione dove il modello di produzione è quella industriale. L'industrializzazione andò di
pari passo all'ascesa dei capitalisti, attori economici che miravano al profitto tramite investimenti e
acquisizioni di aziende
- capitalismo: sistema economico in cui i macchinari per la produzione sono di proprietà privata, i
lavoratori ricevono un salario e i commercianti mediano lo scambio di beni e servizi. Creò disuguaglianze
perchè pochi imprenditori accumulavano grandi profitti derivanti dallo sfruttamento degli operai
sottopagati (diffusione di malattia a causa delle pessime condizioni + crimine). Questo comporta il
consumismo
- consumismo: sistema di vita che dipende dall'acquisto di beni e servizi messi in commercio. Le persone
si recano dai commercianti per comprare
---> la produzione in serie si basava su un rapporto tra lavoratori e proprietari: i lavoratori vendevano la
propria manodopera in cambio di un salario e utilizzavano i guadagni per acquistare diversamente dai
contadini che producevano in proprio
> La sociologia è modernità (oggi siamo nella post modernità). Si interessa ai cambiamenti della società
quali:
Post modernismo
> Fase storica che va da metà del XX secolo caratterizzara dall'ascesa di economie basate sulle
informazioni e dalla frammentazione delle ideologie politiche e dei metodi di conoscenza
- ruolo della donna nel mercato del lavoro: hanno più accesso
- nuove forme di religione: secolarizazione (porta la religione ad avere meno peso), fondamentalismo
religioso
> I sociologi contemporanei studiano il passaggio da modernità a post modernità ragionano sulla
struttura della società e una metafora più efficace per comprenderlo è quello della "società delle reti" ---
> sistema sociale (forse più individualistico) dove le connessioni tra le persone funzionano in modo
diverso rispetto alla modernità o alla pre modernità. Siamo sempre connessi, questo determina una
maggior facilità nell'avere legami sociali anche con persone molto distanti tra noi, seppur però più
deboli; prima c'era solidarietà. Questa società permette lo sviluppo di internet; viviamo nella società
delle piattafforme (platform society)----> teoria in evoluzione che supera l'idea di network society e che
mette al centro come nuovi attori sociali, le piattaforme. Esse non sono neutre: usano e sfruttano dati
delle persone attraverso algoritmi; non ci dicono cosa fare o pensare ma ci forniscono modalità di stare
su quello spazio.
l'ascesa della vita urbana che ha accompaganto l'industrializzazione + l'ascesa della scienza e della
razionalizzazione della vita moderna
COMTE (1798-1857): coniò nella prima metà del 19 secolo il termine "sociologia" considerata come fisica
sociale (scienza della società) che studia sinteticamente e universalmente i progressi dell'umanità al fine
di individuare le leggi che governano il comportamento umano. Si divide in dinamica sociale che studia il
cambiamento, il movimento, e la statica sociale che studia le forme sociali. La sociologia per Comte
studia ordine e progresso. Individua 3 stadi nella storia dell'umanità:
- teologico: retto dalla religione (animismo, politeismo, monoteismo) e dove prevalgono le credenze (in
epoca pre-moderna)
- metafisico: retto dalla filosofia, prevale la critica e si passa dalla religione divina a quella naturale
- positivo: retto dalla scienza e dalle analisi razionale della società. C'è una sintesi fra ordine e progresso.
Gli scienziati sono i nuovi sacerdoti della religione positiva + ritiene che il positivismo permetta di
comprendere la vita umana
SPENCER (1820-1903): utilizza per primo il termine di sociologia. Sostiene che la società sia un
organismo sociale simile a quello umano. La società è costituita da parti separate ognuna avente una
propria funzione e che operano insieme per mantenere in vita l'organismo (struttura globale della
società). Come un organismo la società cambia, cresce, si struttura, si adatta all'ambiente, ogni sua parte
ha una funzione e l'organismo vive più a lungo delle singole parti e si evolve. C'è un'idea di struttura
sociale. Più la società evolve, più diventa complessa e le singole unità si specializzano.
La teoria di Spencer ha ispirato Darwin tanto che in seguito si parlerà di darwinismo sociale
----> le teorie di Spencer e Comte sono legate all'illuminismo e si fondano sull'idea che il mondo sociale
potesse essere oggetto di indagini sistematiche e scientifiche
Alcune domande:
- Perché hanno teorie diverse della società, dell’azione sociale, delle forme di solidarietà?
- Perché non danno un unica definizione all'oggetto di studio? Perché ognuno porta il suo contributo, la
sociologia non era ancora nata ed è una scienza con esiti molto aperti
- la sociologia si deve occupare di fenomeni macro e generali o micro?
- A cosa deve aspirare la sociologia: a risolvere i problemi sociali o a spiegare, in maniera distaccata, i
fenomeni sociali?
DURKHEIM
> È il primo vero sociologo della storia perché insegna sociologia in alcune scuole e scopre un metodo
empirico e oggettivo durante lo studio sul suicidio. Temi chiave:
- il metodo
- la concezione della solidarietà
- la ricerca sul suicidio
> La società è un oggetto che esiste indipendentemente dagli individui che la compongono quindi è un
"meccanismo a sè", ha un suo funzionamento che determina il comportamento dei singoli, viene
paragonata a una macchina e di conseguenza si può studiare in maniera oggettiva. La società è costituita
da fatti sociali, modi di pensare, di agire indipendentemente dalla volontà dei singoli perché sono
cristallizzati nel tempo→ poichè i fatti sociali si possono studiare anche la società si può studiare.
> Il suo pensiero prende il nome di oggettivismo sociologico ---> i fatti sociali devono essere studiati
come se fossero cose con lo stesso stato d'animo dei fisici e dei chimici di fronte ai fenomeni fisico
chimici, cioè con metodo naturalistico.
> è possibile classificare, con il metodo scientifico, i fatti sociali:
- Normali: che si verificano sempre
- Eccezionali/patologici: non consueti
Osservare i fatti sociali attraverso le variazioni concomitanti fino a verificare le leggi di causalità ---> leggi
di causa ed effetto per comprendere come gli individui si comportano, per farlo devo rivolgere
l'attenzione alle strutture della società
> Prima…nelle società tradizionali (es. premoderne e agricole): persone legate da una solidarietà
meccanica---> coesione sociale basata su esperienze condivise e identità comune. Si tratta di una società
con valori comuni, costumi e modi di fare che si tramandano di generazione in generazione. Gli individui
sono solidali in maniera automatica, sono portati ad essere solidali con le altre persone
> Poi…nelle società moderne-industriali: vige la divisione sociale del lavoro(ogni persona fa una parte del
lavoro), maggiore specializzazione e frammentazione dei compiti e quindi tutti gli individui diventano
dipendenti dagli altri. La società comincia ad essere formata da parti e dunque si crea un collante che
prende il nome di solidarietà organica ---> nuova forma di coesione sociale che si basa
sull'interdipendenza reciproca e la cooperazione produttiva
DEVIANZA
- È un fenomeno normale e onnipresente in ogni tipo di società e indica tutto ci
3ò che si allontana dai canoni di liceità che una società prescrive
- È un fenomeno auspicabile perché permette l'evolversi della società, agevola il mutamento sociale.
- Non vanno ricercati fatti biologici della devianza (Lombroso), ma secondo Durkheim chi devia non ha
interiorizzato le norme (nei fattori sociali di poca integrazione sociale)
- Non esiste una devianza assoluta, ma relativa→ dipende da come la società attribuisce significato e
definisce un certo tipo di comportamento
- i crimini sono atti che offendono la coscienza collettiva, cioè i valori condivisi; la punizione invece è un
mezzo per rafforzare la solidarietà sociale di fronte ad azioni antisociali ---> in mancanza della costrizione
morale della coscienza collettiva, le persone cadono nell'anomia, cioè l'assenza di norme
SUICIDIO (1897)
- È un fatto sociale, quindi si può studiare scientificamente
- È la prima ricerca sociologica
- usa dati di seconda mano: le statistiche sui livelli di suicidio in diverse società e in diverse epoche
storiche
- il tasso di suicidio può essere spiegato dalla forza dei legami sociali che le persone creano con i propri
gruppi di riferimento
- adottando una prospettiva sociologica è necessario separare l'analisi dei tassi di suicidio dalla causa dei
singoli causa
> la domanda che guida Durkheim: quale legame esiste tra suicidio e solidarietà meccanica/organica o
integrazione nella società? Altri scienziati iniziano a studiarlo ma individuano le cause nei fattori biologici
e geografici. Mentre per Durkheim bisogna concentrarsi sui fattori sociali, che rendono meno frequente il
verificarsi di una scelta, e in particolare alla solidarietà sociale.
> Quali sono le cause sociali? Religione. Ci sono più suicidi nelle società protestanti che in quelle
cattoliche.
Protestanti: Rapporto tra uomo e dio molto più diretto e si crea meno l'integrazione tra l'uomo e il
gruppo di riferimento ---> meno solidarietà meccanica e integrale.
Nello studio risulta che in Europa esiste uno stretto rapporto fra tassi di suicidio e confessione religiosa. I
paesi a maggioranza cattolica hanno ovunque un tasso di suicidio più basso dei paesi a maggioranza
protestante.
MARX
> scrittore e attivista politico, vive prima di Weber e Durkheim, muore quando la sociologia doveva
ancora nascere. Quello che sappiamo di lui è frutto di censure ideologiche
> opera più importante: Il Capitale
> perchè è importante per la sociologia?
- è il primo che individua rapporti di dipendenza fra sfere diverse del sistema sociale, economia e cultura
- sottolinea il ruolo del potere economico nella riproduzione delle disuguaglianze sociali: chi detiene il
potere economico può controllare altre sfere della vita sociale
- mette in luce gli aspetti disumanizzanti della produzione industriale e culturale
- approccio: umanistico/critico ---> potenziale umano, presa di consapevolezzza, critica all'economia
politica classica. Attraverso la cultura si può arrivare ad una consapevolezza critica
- serve come strumento di conoscenza per cambiare le cose, per eliminare le disuguaglianze
> cos'è la società? è il prodotto dei rapporti di produzione (risposta materialista-storica)
> cos'è la cultura? può essere un'ideologia forgiata dalle classe dominante oppure uno strumento di
consapevolezza-coscienza
> cos'è il capitale? alienazione, forza lavoro, pulsvalore, accumulazione, lotta di classe
> cos'è il capitalismo?
- sistema basato sulla produzione di merci
- perchè il binomio benessere-produttività e poverà-miseria coincidono? perchè in ogni società ci sono
capitalisti che comprano i macchinari di produzione e fanno lavorare nelle loro fabbriche/industrie il
proletariato, cioè la classe operaia. Questo rapporto spingeva i capitalisti a sottopagare gli operai
tentando di arricchirsi arrivando ad una società dove il divario tra capitalisti e operai è enorme, tutto a
favore dei capitalisti che arrivano a controllare governi e istituzioni culturali.
- il lavoro produce alienazione. L'uomo nell'industria diventa oggetto del proprio oggetto. Si parla di
disumanizzazione poichè l'uomo vede la propria essenza separata da se, nel frutto del proprio lavoro.
- Con alienazione s'intende la perdita di controllo sul prodotto del proprio lavoro, che è tipico della
catena di montaggio, e la perdita di gratificazione del proprio lavoro
> gli stati totalitari che dicono di essersi inspirati al pensiero di marx non hanno nulla a che vedere con la
sua visione
----> EREDI DEL SUO PENSIERO che hanno sviluppato il pensiero critico: Bourdieu, Gramsci, Scuola di
Francoforte
WEBER
> come Durkheim si interroga sulle differenze tra società tradizionali e moderne
> come marx vuole comprendere le origini del capitalismo e indaga le dinamiche del mondo lavorativo
> vuole studiare l'azione sociale: i fenomeni sociali vanno compresi e spiegati a partire dal significato che
le azioni hanno per l'individuo---> si passa da un approccio macro ad una più individdualistica. L'azione è
sempre in relazione a qualcun'altro, è posizionata in un tessuto sociale
> la sociologia è la scienza che studia le azioni sociali cioè le azioni umane nel contesto sociale
studiandone le motivazioni. La sua sociologia si definisce ache comprendente: comprendere il significato
delle azioni dell'uomo e l'agire sociale a partirte da una procedimento interpretativo basato sullo studio
del senso soggettivo che gli attori attribuiscono alle loro azioni. Dall'azione sociale tradizionale all'azione
razionale rispetto allo scopo: l'uso del calcolo logico per arrivare a un obiettivo è il carattere della società
moderna
> razionalizzazione: è un processo storico a lungo termine atttraverso cui la razionalità ha sostituito la
tradizione come base organizzative della vita economica e sociale
- determina la nascita della burocrazia che governa organizzazioni, governi, partiti, aziende...
- porta ad una società più efficiente ma che diventa fredda e impersonale composta da procedure, regole
che l'uomo ha costruito e che divetano "gabbie d'acciaio". Questo spersonalizza l'incontro con le persone
e ogni individuo diventa un piccolo ingranaggio di una macchina in un mondo disumanizzato dalla
razionalizzazione
> opera più importante: Etica protestante e lo spirito del capitalismo, 1905
- spirito del capitalismo: cioè agire razionale che ha come scopo il raggiungimento del massimo profitto
attraverso il lavoro. Nell'epoca moderna tale ricerca del profitto dipende dall'organizzazione del lavoro
attraverso la razionalizzazione, una rigida disciplina, un senso del lavoro e una mentalità calcolatrice che
non spreca, capace di investire, non sperpera. Si basa su uno spirito razionale
- per la chiesa cattolica la vita eterna si conquista con il rispetto dei riti ecclesiastici e il rifiuto del puro
accumulo di ricchezza. L'etica protestante e in particolare il calvinismo, invece ha aiutato a promuovere
lo sviluppo del capitalismo: alcuni credenti ritenevano che le ricchezze accumulate grazie a un lavoro
rigoroso e uno stile di vita parsimonioso fossero segno del favore divino e indicassero la salvezza. Questo
incoraggiò l'organizzazione del lavoro, la disciplina, l'accumulo di ricchezza e quindi lo sviluppo del
capitalismo
> uomo blasè: tendenza generale del vivere moderno e post moderno dell'uomo che vive nelle grandi
città. Un uomo disinteressata e indifferente al mondo circostante. Disincantato e annoiato, surclassato
dagli stimoli, che non si stupisce più di niente. Atteggiamento che si ritrova nel mondo dei social
composto da relazioni informi, ignote, incerte che riduce la qualità delle relazioni con gli altri
05/10:
> Una teoria sociologica è un insieme di principi e affermazioni ricorrenti che spiegano il rapporto fra
fenomeni sociali.
- Le teorie non sono solo un’intuizione o un’opinione personale ma devono essere verificate da prove
empiriche
- le teorie evolvono, alcune di esse decadono lasciando sopravvivere soltanto le idee più utili
- Le teorie multi-fattoriali spesso forniscono un quadro più completo rispetto alle teorie mono-fattoriali
1. conflitto: presenza di tensioni e dispute nella società dovute a una distibuzione ineguale di risorse
scarse. Può produrre un certo grado di consenso
2. consenso: si riferisce alla solidarietà e alla coperazione determinate dalla presenza di valori e interessi
condivisi che contribuiscono alla stabilità sociale
3. condizioni oggettive: aspetti materiali della vita sociale che esistono al di fuori di noi (es. network,
istituzioni...)
4. dimensione soggettiva: riguarda il mondo delle idee che include la nostra coscienza di Sè, le norme
sociali, i valori e le credenze
5. analisi microsociologica: analisi delle interazioni quotidiane su piccola scala tra individui e il senso che
vi attribuiscono
6. analisi macrosociologica: utilizzata per le teorie incentrate su sistemi e processi sociali su larga scala
7. analisi mesosociologica: analisi delle strutture, sistemi, istituzioni, organizzazioni a larga scala come
economia, politica...
> Ogni approccio sociologico esprime una propria considerazione su 3 concetti chiave presenti in ogni
livello della società:
- Cultura: insieme di valori, credenze, conoscenze, norme, linguaggi , comportamenti, oggetti materiali
condivisi da un popolo e trasmessi socialmente da una generazione all’altra. Essa opera attraverso le
interazioni quotidiane fra individui, mediante norme organizzative e grazie a meccanismi diffusi in tutte
le società come religioni e media. La cultura è un modo di vivere, un fattore intrinseco alla vita sociale,
non è naturale ed è priva di una base biologica perchè deve va appresa tramite il processo di
socializzazione
- Struttura: modelli comportamentali ricorrenti nella vita sociale, restrizioni di comportamenti che ci
sono ma non ce ne rendiamo conto ( es. nessuno il primo giorno ha portato una bottiglia di prosecco x
festaggiare ). Le strutture devono essere riprodotte attraverso modelli di comportamento continuativi
oppure possono cambiare
- Potere: capacità di raggiungere un obiettivo prefissato malgrado l’opposizione degli altri. Le persone
talvolta possono ottenere da sè il potere di raggiungere un obiettivo, altre volte il potere viene usato per
influenzare pensieri e comportamenti altrui e per dominare gli altri. Il potere viene usato per distribuire
risorse, dettare regole e prendere decisioni e contribuire a definire la realtà. E' connesso alla
disuguaglianza, cioè la distribuzione inqua delle risorse tra gruppi diversi di persone
1. Teorie struttural-funzionaliste: Sono teorie incentrate sul consenso e l’interazione cooperativa nella
vita sociale sottolineando come gli elementi che formano la struttura sociale contribuiscono al suo
operato generale
- Nascono verso la metà del XX secolo negli USA quando il sostenitore era Parsons
- si sono ispirate alle opere di Durkheim e Spencer (la sociologia nasce funzionalista)
- l'autore di riferimento è Parsons che considera le società come sistemi complessi formati da parti
interdipendenti che operano insieme per produrre stabilità sociale. Tali sistemi si muovono nel normale
stato di equilibrio. Ritiene, come Durkheim, che la società rimanga unita grazie all'integrazione sociale:
processo mediante il quale le strutture e i valori sociali uniscono le persone all’interno di una società. Le
persone si integrano nel sistema attraverso la cultura, che fornisce alla società valori comuni, e la
condivisione di valori
- Metafora del corpo umano: ogni parte che costituisce un sistema ha un suo ruolo finalizzato ad
un suo scopo: funzionare
- Società viene percepita come un sistema sociale composto da sottoinsiemi integrati tra loro in
termini funzionali, stabili, e interdipendenti (famiglie, scuole, tribunali
- Tutte le parti svolgendo la loro funzione contribuiscono al suo funzionamento e per preservare
l’ordine sociale
- Lato negativo: persone non hanno un volto, ci interessa del gruppo, siamo tutti spersonalizzati
- Per la teoria funzionalista la scuola e la famiglia sono sotto-insiemi riconosciuti come istituzioni che
servono a far funzionare la società, interiorizzare le norme presenti nel sistema sociale, integrare i
bambini nella società, evitare la devianza: la personalità del bambino deve essere stabilizzata, altrimenti
tenderà all’instabilità e dunque alla devianza.
- la famiglia ha il compito di socializzare a norme valori del sistema sociale e stabilizzare la personalità del
bambino
- la scuola è un meccanismo di funzionamento che tende all’equilibrio del sistema sociale integrandosi
con le altre. L’espansione dell’accesso all’istruzione pubblica appiattisce le differenze di provenienza
familiare
2. Teorie del conflitto: Teorie incentrate sui conflitti, sul potere e sulle disuguaglianze che mettono in
luce la competizione per le scarse risorse disponibili nella società. Conflitti tra ricchi e poveri, dove i ricchi
sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri
- il potere, detenuto dalle classi più ricche a scapito di quelle più povere, è collocato al centro della vita
sociale
- focus macro-sociologico
- Per soddisfare i propri bisogni le persone competono per le risorse che sono limitate e formano gruppi
sociali portandoli al conflitto. Ogni classe/gruppo condivide specifici valori culturali portando così alla
nascita di culture dominanti e controculture. I gruppi in competizione possono manipolare idee e simboli
culturali a proprio vantaggio
- la scuola riproduce l’economia capitalistica socializzando al rispetto delle gerarchie che costituiscono il
sistema capitalistico, perpetuando così le necessità della cultura dominante. Così come gruppi e classi
hanno posizioni diverse per l'accesso alle risorse, lo stesso avviene per l'educazione. Nelle istituzioni
sociali a livello educativo, si riscontrano differenze di trattamento rispetto all’appartenenza di classe,
avvantaggiando quella dominante: la società americana degli anni 60 dimostrava che il ceto, la classe e
l'origine familiare non sono neutre ma influenzano il sistema scolastico, la mobilità sociale del sogno
americano non si avverava statisticamente, famiglie borghesi iscrivono figli nei licei, i figli di famiglie della
classe operaia invece in istituti tecnici
- studi critici sulla cultura moderna attraverso il concetto di “industria culturale” nella società di massa
- passività e omologazione delle scelte e dei gusti dei consumatori all’interno del sistema capitalistico
caratteristico dell’epoca contemporanea.
4. Interazionismo simbolico: teoria sociale che si concentra su come le persone utilizzano i simboli
condivisi e costruiscono la società come risultato delle proprie interazioni quotidiane
- fondamenta per questa teoria: verstehen di Weber (approccio in base al quale il ricercatore cerca di
comprendere l'azione osservandola dalla prospettiva dell'attore), Simmel, pragmatismo sociale,
psicologia sociale, ecologia sociale
- Autori di riferimento: Goffman che dimostrò che la vita somiglia ad un dramma teatrale e Mead che
analizzò il modo in cui sviluppiamo il nostro Sè grazie all'interazione e all'auto riflessione, Garfinkel,
Blumer
- la vita sociale viene spiegata partendo dal fatto che l'interazione fra gli individui avviene mediante
simboli culturali come parole e il linguaggio non verbale del corpo. Grazie all'interazione gli individui
sviluppano un senso di Sè e creano una comprensione della realtà condivisa con gli altri
> L'interazionismo non si concentra su delle strutture ma sugli individui, senza renderli un freddo oggetto
di studio scientifico
- L'oggetto di studio diventavano i significati che gli individui attribuiscono alle loro azioni: ogni individuo
attribuisce significato a un evento che dipende dal contesto sociale ed è soggetto all'interrogazione degli
individui coinvolti
- La società è di natura simbolica e i simboli vengono compresi attraverso l'interpretazione del significato:
non è possibile conoscere davvero un evento, possiamo solo considerare le differenti interpretazioni
> Analizzare come le persone utilizzano i simboli condivisi e costruiscono la società come risultato delle
proprie interazioni quotidiane.
- Le persone costruiscono significati e realtà sociali.
- Attenzione alla vita quotidiana
- Il lnguaggio gioca un ruolo fondamentale
- Sviluppo del sè: importante per l'interazione che dà luogo all'identità(es.sviluppo del bambino che
costruisce l'identità in relazione alla famiglia)
> La scuola di Chicago→è una metropoli, fratture nella società
- è un yheory metodo package
-usa metodi qualitativi ed etnografici: invito ai sociologi di sporcarsi le mani
-cosa studia? città,professioni,carriere devianti, gruppi etnici, processi di etichettamento
-scopo:dare voce a gruppi che non ce l'hanno
---> Studio di Becker: "Le carriere devianti" , Come si diventa un consumatore di marijuana?
- Studia come gli individui abbiano imparato ad assumere e a godere degli effetti attraverso le interazioni
con gli altri e il contesto sociale in cui hanno usato la sostanza
- cerca di apprendere le tecniche di tale "pratica" e ne attribuisce un significato
- Si diventa consumatore di marijuana quando si impara a percepire e gestire gli effetti così come sono
percepiti dal gruppo
- Bisogna "socializzarsi" alla pratica acquisendo i significati condivisi dal gruppi→per integrasi bisogna
capire i significati del gruppo e condividerli (es. Condividere un tipo di musica)
POSTMODERNITÀ
- Postmodernismo=tanta confusione
> 3 autori che individuarono la transizione dall'epoca moderna al postmoderno: Bauman, Beck,
Bourdieu. Uno dei temi ricorrenti nelle loro opere riguarda il problema della definizione e dell'analisi dei
processi di modernizzazione contemporanei
BAUMAN
Temi:
- moderno VS liquido che cambia forma in base al contenitore che lo ospita
- i legami sociali diventano liquidi (prima erano molto solidi e si tramandavano, appigli su cui avere
certezze)
- Assenza di punti di riferimento ---> perdita di stabilità lavorativa o dei legami affettivi, paura che
costringe gli individui all'autocostruzione a autoformazione. Parliamo di società dell'incertezza per
indicare un assetto sociale dominato dall'instabilità e dalla stigmatizzazione della marginalità (nuovi
poveri, immigrati...)
- Società individualizzata: società caratterizzata da individui più soli e dalla necessità di trovare da soli
una soluzione a problemi che non abbiamo creato
> s'interroga sulle caratteristiche della società contemporanea che vive una condizione di incertezza
derivata dal collasso dell'ordine razionale moderno e dove le leggi della natura sono state sostituite da
quelle del mercato
> si tratta di una società dove nulla è stabile, dove la precarietà e la competizione producono fratture
sociali e dove la globalizzazione opera come una macchina produttrice di cose e persone
> Questo cambiamento non ha interessato solamente le vite dei singoli individui ma ha mutato l’intera
organizzazione sociale
> la metafora che Bauman utilizza per descrivere questa società è quella di "fluidità". Parla di modernità
liquida per descrivere la fase più avanzata della modernità caratterizzata dalla dissoluzione delle vecchie
istituzioni e dell'affermazione di modi di vita più fluidi, instabili e mutevoli. Si è passati da una società di
produttori, caratterizzata da individui con un'identità stabile e un ruolo nel mondo definito, alla società
dei conusmatori che è alla ricerca di esperienze sempre nuove e di una gratificazione immediata, dove la
vita è organizzata intorno al consumo e gli individui vivono in uno stato di perenne eccitazione e
movimento
----> perchè nell'epoca moderna è importante consumare? perchè non abbiamo altra scelta. La vita è
organizzata attorno al consumo di “qui e adesso” cercando uno stato di perenne eccitazione
consumistica di beni e esperienze che servono per esorcizzare incertezza e insicurezza quotidiane. Chi
non può consumare è un escluso, non serve alla società e non si integra ad essa.
- Rapporti sempre più liquidi, noi ci rapportiamo con gli altri come delle merci, calcoliamo quanto ci
servono e quando non sono più una novità o ci portano ansie/aspettative e tendiamo a scappare. Cosi
come consumiamo delle cose, andiamo a consumare anche le relazioni
- Anche la tecnologia interviene nelle relazioni in termini mercificatori
> il vagabondo e il turista rappresentano per Buman le metafore di vita post-moderna:
- I turisti viaggiano perché lo vogliono, nessun controllo li ferma; si muovono perché trovano che il
mondo alla loro portata (globale) è attraente
- Turismo low cost/mordi e fuggi: nulla viene approfondito del viaggio, ci accontentiamo di esperienze
standardizzate a misura di turista
- Il fine è godersi la vita secondo i canoni del consumo da centro commerciale indirizzati dalle tentazioni
dello shopping, fisico o virtuale.
- Costante ricerca di una felicità fatta di nuove scoperte che possano meravigliarci ogni volta di più
- i vagabondi si muovono perché non hanno altra scelta sopportabile, perché trovano che il mondo alla
loro portata (locale) è inospitale.
- non è una scelta: è la precarietà stessa della vita ad imporgli questo stile di vita. Sono vagabondi, gli
immigrati con permesso di soggiorno a scadenza, i rifugiati, i profughi.
- in questo mondo temiamo ancora lo straniero, l’estraneo, il diverso.
LIVING IN AN AGE OF UNCERTANTY
- Situazione di incertezza generalizzata che coinvolge diversi ambiti della vita dell’uomo: il sentimento
principale che affligge l’uomo postmoderno è il disagio in quanto abbiamo un problema con il concetto
di identità che da stabile e delineata diventa anch’essa liquida
- l’identità nelle società premoderne non era un problema, la si dava per scontata; nelle società liquide
invece è de-strutturata: nessun individuo vuole/può più aderire a un’identità data fissa
- Assetto sociale dominato dall’instabilità e dalla stigmatizzazione della marginalità rappresentata dai
nuovi poveri come vagabondi, mendicanti, migranti e altri outsiders
- Criminalizzazione degli stranieri, della povertà e di chi viene da “posti diversi”: abbiamo timore di chi
vive ai “margini”, ai confini e “fuori posto”, rispetto all’ordine della nostra società
- Tutto ciò rende gli individui incapaci di impegnarsi responsabilmente nei confronti degli altri i quali
vengono “utilizzati” per interesse personali o stigmatizzati se rappresentano l’"altro pericoloso”
> Bauman invita a prenderci le nostre responsabilità, essere consapevoli della società liquida : «È
compito dell’individuo trovare un’uscita dall’incertezza"
---> La metafora della società liquida ha avuto grande successo nel descrivere:
- il passaggio alla post-modernità
- Il mondo post muro di Berlino
- La globalizzazione
- società del consumo
- società degli spostamenti
- precarietà lavorativa
- Dissoluzione dei legami sociali
- Incertezza del presente e del futuro
BECK
> Grande anticipatore dei nostri tempi: a metà degli ’80 aveva anticipato alcune dinamiche che si
sarebbe riviste nei giorni nostri:
- Pandemia
- Società del rischio: la società industriale finalizzata alla ricchezza porterà inevitabilmente la creazione di
rischi
- Globalizzazione e rischio: nella società contemporanea i rischi sono globalizzati non si fanno intimidire
dai confini nazionali (Cernobyl)
> il rischio è l'effetto emergente imprevisto e potenzialmente dannoso legato a un processo sociale. Non
è inteso come un evento incerto che potrà essere negativo o positivo, ma diviene l’orizzonte globale
entro cui l’individuo, la società e le organizzazioni si muovono.
- prima modernità o modernità lineare: fa riferimento ad una società statale e nazionale caratterizzata da
una rapida industrializzazione, da una continua modernizzazione e dal miglioramento delle condizioni di
vita grazie a scienza e tecnologia. Prometteva condizioni di vita più sicure rispetto a un epoca
premoderna dove le paure venivamo maggiormnte attribuite a dio, agli dei, alla natura
- seconda modernità: è la radicalizzazione del modello di sviluppo della prima modernità, capace di
produrre progresso ma in grado di generare nuovi rischi. Prende forma i questo contesto ciò che Beck
chiama "società mondiale del rischio" dove l'universalizzazione dei rischi pervade ogni aspetto della vita
sociale.
> quali sono i rischi? nucleare, climatico, catastrofi ambientali, virus, sostanze tossiche, terrorismo,
guerre
---> Ne segue la necessità di una modernità riflessiva cioè di una modernità chiamata ad un confronto
con se stessa e con i propri erroi, capace di mettere in discussione i fondamenti della modernità
- L'individuo contemporaneo è privo di qualsiasi certezza materiale per il futuro, ha perso l'orientamento,
ha maturato nuove preoccupazioni e non dispone delle garanzie necessarie per la costruzione del sé.
- Le incertezze della vita che prima venivano affrontate nell'ambito dell'unione familiare, della comunità
o delle classi sociali, oggi devono essere comprese e risolte dai singoli.
- Nulla è garantito: nel mercato del lavoro e nei rapporti sentimentali siamo sempre esposti alla
possibilità di essere disdetti.
- la "biografia normale" si trasforma in "biografia scelta, fai da te, riflessiva": gli individui devono
provvedere a se stessi, riconoscere le complessità della vita e adattarsi alle diverse circostanze
Globalizzazione
> I rischi che l'umanità deve affrontare hanno un impatto globale e spingono Beck a confrontarsi con il
fenomeno della globalizzazione che caratterizza l'epoca contemporanea.
> Il concetto di globalizzazione rinvia al processo in seguito al quale gli Stati nazionali perdono quote
sempre più importanti della loro sovranità a vantaggio di attori transazionali fortemente interconnessi e
capaci di dare vita a nuovi rapporti di potere e di concorrenza
> Il globalismo è la prospettiva secondo la quale il mondo è dominato dall'economia come dimensione
che prevale sulle altre (quella ecologica, culturale e politica). L'egemonia del mercato e dell'ideologia
neoliberale fanno accelerare il declino dell'azione politica dei singoli Stati, i quali perdono gran parte del
loro ruolo e delle loro funzioni a vantaggio dell'unica dimensione possibile e cioè quella economica. In
questa prospettiva la globalizzazione si riduce ad una dimensione economica
> Il termine globalità significa che "viviamo da tempo in una società mondiale" che sancisce il declino del
potere degli Stati nazione e dei confini aprendo alla consapevolezza che nulla di quel che accade sul
nostro pianeta può essere considerato come un avvenimento limitato localmente; al contrario "ogni
invenzione, conquista e catastrofe riguardano il mondo intero e noi dobbiamo riorientare e riorganizzare
la nostra vita e il nostro agire, le nostre organizzazioni e istituzioni, lungo l'asse "locale globale"
> Di fronte alla dimensione globale del rischio è necessario trascendere dai vincoli nazionali e locali e
dotarsi di uno sguardo cosmopolita: consapevolezza che in un mondo di crisi globali e di pericoli
generati dal progresso, le vecchi distinzioni tra dentro e fuori, nazionale e internazionale, noi e gli altri
perdono valore. E' la chiave della società che considera il mondo e non più lo stato-nazione come
sistema di riferimento per sviluppare le proprie analisi
BORDIEU
- Autore principale delle teorie del confilitto
> La distinzione. Critica sociale del gusto ---> opera più importante caratterizzata da un nuovo modo di
analizzare le disuguaglianze nella società e il loro rapporto con il consumo attraverso il collegamento tra
teoria e ricerca sul campo
> Ha studiato le disuguaglianze e il potere attraverso ricerche empiriche che hanno come oggetto (stili di
vita, educazione scolastica, mondo dell’arte, fotografia e violenza di genere)
> Le disuguaglianze non sono solo di natura economica ma anche culturale:
- la sua prospettiva teorico-metodologica elaborata nel corso degli anni è stata definita strutturalismo
genetico: il suo interesse è comprendere i meccanismi di riproduzione degli assetti socioculturali e dei
relativi rapporti di forza e disuguaglianza in una società
- Riproduzione culturale: trasmissione di valori culturali e norme esistenti. Meccanismi attraversi i quali
una cultura è
mantenuta nel tempo. Essa sfocia spesso in…
- Riproduzione sociale: trasmissione/trasferimenti di aspetti sociali come la classe sociale e le
disuguaglianze. La cultura svolge un ruolo fondamentale nei processi di riproduzione sociale
Esempio: le vittime del dominio possono non rendersi conto di essere tali rafforzando inconsciamente la
loro posizione di subalternità. Non si rendono conto di questa disuguaglianza, ma tendono a dire che è
normale. Per le vittime del dominio si parla di violenza simbolica: è quel meccanismo di interiorizzare di
un dato assettto sociale per cui disuguaglianze, marginalità e dominio vengono misconosciute e anzi
definite come naturali.
> la sociologia deve sviluppare un orientamento riflessivo, una "sociologia della sociologia" che analizzi i
condizionamenti della ricerca e del ricercatore in modo da rendere esplicite le possibili fonti di
distorsione che allontanano da una conoscenza obiettiva dei fenomeni
> L'analisi di Bourdieu è incentrata allo smasceramento della violenza simbolica:
- I meccanismi più sottili ed efficaci del potere sono quelli avvertiti come "naturale" perchè non
concepisce la violenza come tale ma la legittima. Non è facile rendersi conto di essere vittime di violenza
simbolica
- La cultura è un buon metodo per riprodurre queste disuguaglianze, perchè non è poi cosi diretta
- Simbolico non è in opposizione a fisico: ha effetti sul reale!!
2. Tecniche di ricerca qualitative: tecniche basate sull’utilizzo del linguaggio naturale e del linguaggio
oggettivo per analizzare e descrivere il mondo sociale, rinunciando all'uso della matematica. (Sono più
attaccabili perchè non riportano dati)
- Coinvoligimento di chi osserva: importanza del ricercatore
- Obiettivo: approffondire la conoscenza siginficati e pratiche
- Strumenti: osservazione partecipante, intervista qualitativa, focus group, ogni strumento offre
oppurtinità e rischi
- es. “studiare la vita quotidiana dei bambini”: dinamiche interne alle classe e del bambino-allievo,
attenzione a spazi ricreativi come il cortile, il corridoio e zone interstiziali
---> tecniche di ricerca:
- Osservazione partecipante: tecnica di rilevazione dei dati che si basa sul coinvolgimento diretto
dell'osservatore. Il ricercatore osserva e partecipa alla vita dei soggetti studiati, si immerge in un
contesto diverso da quello di appartenenza, entra in rapporto diretto con il gruppo oggetto della ricerca
condividendone gli atteggiamenti, le convinzioni e i comportamenti. E' utilizzata nelle ricerche sui gruppi
marginali e devianti o subculture. Può presentare delle limitazioni:
• difficoltà da parte del ricercatore di entrare nel gruppo oggetto di ricerca
• difficoltà per il ricercatore di mantenere il ruolo di osservatore esterno e contemporanemente
quello di memebro del gruppo
• impossibilità di annotare nell'immediato quanto osservato
- Intervista qualitativa: interazione tra due persone attraverso la quale è possibile acquisire dati circa
l'oggetto di un determinato studio. Si tratta di una conversazione guidata dall'intervistatore attraverso la
quale costruisce una dinamica comunicativa volta ad ottenere informazioni
- Intervista strutturata: condotta dal ricercatore sulla base di un preciso schema di argomenti tradotti in
domande che vengono poste allo stesso modo a tutti gli intervistati. Intervista altamente standardizzata
in cui l’intervistatore deve rigidamente seguire uno schema, mentre l’intervistato risponde liberamente
- Intervista semi-strutturata: Maggiore autonomia dell’intervistatore che ha a disposizione una
macrotraccia generica di argomenti da affrontare ma non è vincolato da ordine e specifico e può gestire
liberamente la conduzione dell’intervista in base ai soggetti
- Intervista non strutturata: Sono fissati solamente dei macro-temi di riferimento. Anche il contenuto
delle domande non è definito del tutto. L’intervistatore ha totale libertà di movimento e gestisce le
domande nel corso dell’intervista
- Focus group: intervista qualitativa di gruppo che si basa su uno schema di discussione e sulla presenza
di un moderatore. Nasce negli anni 80 ed è particolarmente utilizzato per ricerche di mercato e gusti dei
consumatori. Si tratta di discussioni di gruppo guidate (più o meno 10 persone). Prevede un gruppo di
persone che intervengono nella discussione (moderata dal ricercatore) riguardante un certo argomento.
Può partire dalla condivisione di un’esperienza comune come la visione di un film, video, un incontro,
ecc. Utilizzo di stimoli, come video, foto e altri materiali come “input” per la discussione. Lascia spazio di
parola a tutti i partecipanti
BOURDIEU
> “Sociologia della sociologia”: esercizio di riflessività del sociologo e della sociologia sui fondamenti
teorici-metodologici della sociologia
> Analizzare condizionamenti e posizionamenti del ricercatore e della ricerca: quali sono gli elementi che
possono distorcere i risultati dell’indagine?
> Ogni più piccola operazione empirica – come la scelta di una scala di misura, o l’inserimento di un item
in un questionario … - implica delle scelte teoriche coscienti o incoscienti.
ETNOGRAFIA
> Nasce come metodo opposto alle tecniche quantitative e in particolare alla survey
> Nasce da Malinowski che ha studiato nativi
> L'approccio etnografico si sposa con la scelta etnica di sviluppare la ricerca con i soggetti, e non su di
loro
> Tecniche dell'etnografia:
- osservazione diretta e partecipante: essere lo con loro per capire cosa fanno
- utilizzo di materiale audio visivo: filmati – uso critico della tecnologia le persone tendono a cambiare
atteggiamento se filmate
- visite casa per casa: dentro le case per vedere come i bambini giocavano
- interviste discorsive, autobiografiche, diario, storie di vita
- analisi di documenti primari (lettere, messaggi) e secondari (giornali, documenti)
> oggetto di studio:
- i diversi gruppi sociali che popolano la città (es. parkour)
- le relazioni razziali ed interetniche
- le subculture urbane
- la devianza urbana: le bande, i ghetti, le sale da ballo, i night club
- l’infanzia
- gli ospedali, le istituzioni totali
> tipi di osservazione:
1. coperta: viene utilizzata quando si ritiene che la presenza del ricercatore possa modificare il
comportamento usuale degli attori
- vantaggi: evita la negoziazione per l'accesso al campo
- svantaggi: se scoperti assimilati a spie; chiedere interviste formali; problemi etici e di privacy
2. semicoperta
3. scoperta: importante per studiare i bambini. Come farsi accettare dal gruppo e come ridurre
l'intrusività?
- l’ineliminabilità dell'influenza del ricercatore non va considerata un limite per l'osservazione, ma una
caratteristica costitutiva.
- l'adulto ricoprirà sempre un ruolo di "potere" sul bambino
- necessità di assumere una nuova posizione (anche di svantaggio)
> Ricerca etnografica (Satta, C. 2009): "I retroscena dei bambini negli spazidi Comunità"
- Osservazione scoperta e l'attenzione dell'osservatore è quella di apparire meno adulta possibile.
- Ricerca condotta in diverse strutture ospitanti attività extra-scolastiche ed
educative.
- Osservazione "scoperta" sia per le operatrici che per i bambini e i loro genitori o accompagnatori.
- “essere meno adulta possibile” come modalità etnografica di accesso al campo: tentativo di non essere
etichettato come adulto e come educatrice, tendenza al mimetismo e ad eliminarmi di dosso qualsiasi
segno, in senso semiotico, che mi poteva caratterizzare come adulta.
---> In questo modo lei riuscì a farsi accettare dagli adulti e questo le ha permesso di entrare a dei
retroscena che erano inaccessibili agli educatrici. Lei si definiva un adulta atipica.
> le persone e la società devono riprodurre e trasmettere la cultura, ma essa non rimane statica e uguale
a se stessa ma è in continuo processo di mutamento: la cultura è un processo
- Tale mutamento/evoluzione culturale può portare conflitti e resistenze all’interno della stessa cultura.
> La cultura è internamente differenziata
> Gli elementi della cultura sono socialmente situati: possono cambiare a seconda del contesto storico,
geografico, culturale, sociale.
---> la nostra cultura ci è talmente familiare da faticare a riconoscere i vari elementi che la compongono
e i loro significati. Lo sguardo sociologico ci aiuta a vedere e conoscere i diversi elementi che formano
una cultura e in che modo idee e pratiche culturali aiutano a definire le nostre identità e il nostro
rapporto con le varie comunità
> valori: principio profondamente radicato o standard utilizzati dalle persone per giudicare il mondo, in
particolare per decidere che cosa sia desiderabile o significativo.
- indicano ciò che è desiderabile, comportano cioè un dover essere
- possono orientare l’agire sociale
- possono tradursi in politiche pubbliche
- variano storicamente e geograficamente (es. dall’onore, alla dignità)
- valori diversi possono scandire le diverse posizioni politiche
- Conflitto/guerra culturale: definito da Hunter come disaccordo su valori fondamentali e posizioni
morali.
Es: il tema della famiglia, dei diritti delle coppie omosessuali, l’educazione sessuale nelle scuole, il valore
dell’umanità.
---> i valori variano tra le diverse culture ma la ricerca sociologica (Schwartz) ha mostrato che alcuni
possono essere condivisi e intesi con significato simile:
- potere - successo
- universalismo - edonismo
- benevolenza - tradizione
- auto affermazione - conformismo
- autodeterminazione - sicurezza
> credenze: specifiche convinzioni od opinioni che le persone accettano in genere come vere→grado di
accettazione maggiore
- se i valori possono essere definiti come insieme ampio di principi, le credenze sono
specifiche convinzioni che si accettano per vere.
- le persone si danno risposte diverse in base alle loro credenze culturali
- che rapporto c’è tra credenze religiose e livello di istruzione?
- che rapporto c’è tra credenze religiose e ricchezza? più ricchezza indica una minor importanza delle
credenze religiose
> Shock culturale: esperienza di disorientamento dovuta alla mancata conoscenza di una situazione
sociale non familiare.
In una cultura diversa dalla nostra ci rendiamo conto di una serie di norme,valori che entità non
conosciamo e che loro danno per scontato.
Es. Immigranti che quando vengono qua devono rispettare la nostra cultura =shock culturale.
> Netiquette: è un insieme di regole informali che disciplinano il buon comportamento di un utente sul
web di Internet, specie nel rapportarsi agli altri utenti attraverso risorse come newsgroup, mailing list,
forum, blog, reti sociali o e-mail in genere. Il mancato rispetto della netiquette comporta una generale
disapprovazione da parte degli altri utenti della Rete, solitamente seguita da un isolamento del soggetto
"maleducato" e talvolta dalla richiesta di sospensione di alcuni servizi utilizzati per compiere atti contrari
a essa.
> Ritardo culturale (Cultural Lag): espressione coniata da Ogburn per indicare una situazione strutturata
nella quale i nuovi sviluppi tecnologici sono più veloci delle norme che governano le esperienze collettive
associati a essi.
- certi aspetti della cultura materiale mutano con maggiore rapidità di quelli della cultura non materiale.
- la gente fa prima ad accettare nuovi prodotti materiali che ad adottare nuove norme e nuovi valori.
- le pratiche di utilizzo si diffondono prima delle leggi che devono governare tali pratiche
> Simboli: qualcosa che rappresenta qualcos’altro (simboli uguali possono avere significati diversi). Può
essere un gesto, una cosa, un oggetto, un suono, ecc. La cultura è simbolica ed è tramite i simboli che
comunichiamo e rafforziamo gli elementi della nostra cultura
Es.Svastica: per sempre collegata al nazismo, ha avuto significati differenti in passato collegati a culture
diverse: fu una variazione della croce cristiana, un simbolo Hindu e un simbolo Navajo riferito a rituali di
guarigione.
> linguaggio: sistema elaborato di simboli che consente alle persone di comunicare tra loro in modi
complessi. Primo veicolo di trasmissione culturale. Non necessariamente la comunanza del linguaggio
comporta la condivisione di cultura.
Dialetto o gergo: variante del linguaggio con un proprio accento distintivo, un proprio vocabolario e, in
alcuni casi, proprie caratteristiche grammatica
> oggetti culturali: Oggetti fisici creati da persone che condividono una cultura
- La cultura non è composta solo da cose immateriali, ma anche da oggetti che riempiono le nostre vite
quotidiane. Es. telefono ( espressione della nostra cultura contemporanea) o tipi di pane
- Sono spesso oggetti normali che si trovano nella vita quotidiana
- È un significato condiviso incorporato in una forma materiale
- Anche il cibo è un oggetto culturale che rappresenta nazioni e
culture diverse
- Solo consumo o anche espressione della propria identità?
Cultura, ideologia e potere ----> cultura e potere si incontrano nel concetto di ideologia
> ideologia: è molto difficile da definire —> visione generale del mondo
- Sistema di significati che aiuta a definire e spiegare il mondo e che fornisce giudizi di valore su quel
mondo.
- Specifico set di elementi culturali coerente che viene adottato dalle persone
---> Ideologia dominante: gruppo di affermazioni ampiamente condivise e regolarmente rafforzate che,
in genere sostengono il sistema sociale del momento e servono gli interessi delle autorità.
- Nonostante l’esistenza di una ideologia dominante, visioni alternative sono sempre possibili
- da forma a ciò che definiamo "naturale", permanente e difficile da
> E’ più comune la cultura/comunità bianca o afroamericana? si sente più spesso parlare di quella
afroamericana perchè devia dalla cultura dominante, che diamo per scontato che essere quella bianca
> La cultura è differenziata: non esiste un’unica cultura
1. Cultura dominante: cultura che permea una società e rappresenta le idee e la prassi di coloro che sono
nelle posizioni di potere. Non ce ne rendiamo conto
2. Sub-culture: culture associate ad un piccolo gruppo della società aventi norme, valori, stilli di vita
diversi che lo distinguono
- Sono spesso sub- culture giovanili
- Tratti culturali distinti (alcune cose possono essere in comune con quella dominante)
- condividono un'identità comune
- possono sviluppare uno specifico linguaggio, un modo di vestire, delle usanze e rituali particolari con
simboli e oggetti materiali propri. Es. skaters: coloro che si spostano nella città usando lo skateboard
3. controculture: particolari subculture che si batte per valori e stili di vita opposti a quelli della cultura
dominante che cercano di sfidare e opporsi. Sono difficili da trovare perchè la cultura dominante è molto
interessata alle controculture perchè vuole trasformare gli aspetti estetici per farli diventare commerciali
(per esempio i tatuaggi)
Fortissima rottura con la cultura dominante. Es. hippy e punk
4. cultura alta: insieme delle forme culturali associate all’elitè, riconosciute diffusamente come valide e
legittime.
- È di facile accesso per persone ricche e istruite
- Tutto ciò che storicamente è riferita a prodotti culturali che sono accessibili ad un piccola parte di
popolazione (piu ricchi, o con alto capitale culturale)
- Arricchimento dell’animo umano in termini alti
- es. comprare un biglietto della scala in prima fila
5. Cultura popolare: insieme delle forme cultuali diffuse e comunemente accettate in una società.
- Nascono negli anni 60 del 900. Ci si è resi conto che anche la cultura non doveva essere solo destinata
ai ricchi ma anche alla popolazione di massa
- Non richiede un livello economico e/o istruzione alta
- es. barbie, i Ferragnez, nazionale italiana
----> come afferma il sociologo Gans "i sostenitori della cultura alta attaccano la cultura popolare
definendola una cultura di massa che provoca effetti deleteri sia nelle eprosne che ne usufruiscono sia
sulla società. I consumatori della cultur popolare ignorano le critiche e rifiutano la cultura alta"
> Le tattiche di potere sono strategie, basate sul potere, che le persone usano per influenzare gli altri
nella vita quotidiana e variano su tre dimensioni:
- Hard e soft: le prime sono energiche, dirette o severe; le seconde si focalizzano sulle relazioni, usano la
collaborazione e l'amicizia per raggiungere uno scopo
- Razionali e irrazionali: le prime fanno appello alla logica e includono la negoziazione e la persuasione; le
seconde fanno leva sui sentimenti
- Unilaterali e bilaterali: le prime non richiedono la collaborazione ma includono imposizioni, ordini e la
negazione dell'altro; le seconde comportano concessioni reciproche
1. potere illegittimo: potere che si basa sulla forza opprimente e la coercizione per generare obbedienza.
2. potere legittimo o autorità: Potere spontaneamente e volontariamente accettato da coloro i quali ne
sono sottoposti (Weber)
---> 3 idel tipi (categorie ideali, non assolute) di autorità o potere legittimo individuati da Weber:
> Potere o autorità tradizionale: la legittimazione si fonda sul rispetto di pratiche culturali consolidate e
sul rispetto della tradizione: non si mettono in discussione, si è sempre fatto così, (tipico della pre-
modernità, es. monarchia). Le credenze religiose contribuiscono a giustificare l'autorità tradizionale
> Potere o autorità carismatica: la legittimazione deriva dalla credenza nelle caratteristiche straordinarie
di un singolo leader, che ispira lealtà e devozione, sacralità (nella storia: dai profeti ai leader dei
totalitarismi, ma anche la personalizzazione della politica). Tipico delle comunità emozionali. Il potere
carismatico può trasformarsi in legale. Questa forma di autorità è breve ed episodica per definizione
> Potere o autorità razionale-legale: la legittimazione deriva da leggi, regole e procedure codificate. È un
diritto esercitare potere perché tale è ottenuto in modo legale basato su norme legittime che ha previsto
una procedura politico/legale che porta affermazione e legittimità di quelle norme. È un potere
impersonale. Tale sistema nasce da una mentalità/azione razionale ed è tipo delle società moderne e
della burocrazia. Weber afferma che con l'ascesa della sicenza, dell'industrializzazione e dei processi
democratici, le forme razionali-legali di autorità avevano sostituito quelle tradizionali
> Potere dell'obbedienza: coloro che detengono il potere dipendono dall’obbedienza della maggioranza
che deve “accettare” di assoggettarsi al potere
- il potere opera all'interno delle relazioni sociali. Le persone non sono recettori passivi delle pretese di
chi esercita il potere, possono reagire in tanti modi, dall'adesione volontaria alla resistenza
- Sindrome di Stoccolma: particolare stato psicologico che può interessare le vittime di un sequestro o di
un abuso ripetuto, i quali, in maniera apparentemente paradossale, cominciano a nutrire sentimenti
positivi verso il proprio aguzzino (dalla solidarietà all’innamoramento). Il meccanismo che innesca tale
sindrome dipende dal tempo che i soggetti coinvolti hanno passato insieme: più è lungo, più è facile che
nascano sentimenti di affetto
- L’obbedienza non trasforma il potere da illegittimo a legittimo
- esperimento di Stanley Milgram: scosse finte che portano alla morte, il paziente si lamenta per finta, e
quello che da le scosse continua perchè obbligato da Millgram
- Obbedienza all’autorità (potere considerato legittimo) che supera i vincoli etici/morali delle singole
persone
- De-responsabilizzazione del soggetto di fronte all’obbedienza dell’autorità
- Legittimazione della violenza
- Importanza delle aspettative di ruolo attese dal contesto dell’esperimento
- quando viene meno l'obbedienza scoppia il conflitto
> Potere della disobbedienza: il potere di chi non ha potere (sulla carta). Solitamente si riferisce al
“potere di” e prevede strategie di empowerment finalizzate al mutamento sociale, delle strutture e dei
ruoli sociali. La disobbedienza è un mezzo per i promotori del cambiamento:
- Lavoratori coalizzati per avere più concessioni dai datori di lavoro
- Donne unite per modificare legge nelle istituzioni dominate dagli uomini
- Movimenti per i diritti civili e dimostrazioni di disobbedienza non violenta
- Attivismo studentesco: disobbedienza per aumento rette universitarie, situazione immobiliare, diritti
per gli studenti
> Privilegio: vantaggio o beneficio particolare che non è disponibile a tutti (es. uomo (genere) bianco
(entra) eterosessuale (orientamento di genere, ecc.)
- Non si tratta di colpevolizzare o auto-colpevolizzare, né di orientare il focus sull’alterità/chi ha meno
potere (né tantomeno ridurre i diritti)
- Il fatto che la maggior parte delle persone viva la propria vita quotidiana inconsapevole dei propri
privilegi, è di per sé indicatore di privilegio. Non è immediato rendersi conto dei propri privilegi.
- Prendere in considerazione genere, classe, età, … per individuare le relazioni di potere che uniscono
tutti i membri della società
- Smith ha sviluppato la teoria orientata dal punto di vista specifico, che sostiene di analizzare la società
da più punti di vista in particolare da quello che si trova in posizioni subordinate. Il punto di vista è il
luogo da cui una persona vede il mondo
> Potere economico: allocare le risorse a diversi livelli: in famiglia, in azienda a livello regionale o statale,
a livello governativo
> Potere culturale: i detentori del potere definiscono la realtà per indurre gli altri a condividere la propria
interpretazione, interiorizzare valori e credenze e tratti culturali specifici (genitori, scuole, cerchie di
amici, media tradizionali, algoritmi dei social, …).
- potere dei media di costruire socialmente la realtà, costruiti per vendere e trasmettere specifici valori e
credenze che possono essere al servizio di un'ideologia
> Potere politico: fissare le regole, leggi e prendere le decisioni che regolano la vita delle persone.
- Gramsci affermò che la classe al potere mantiene il predominio non solo grazie all'uso della forza, ma
anche tramite la manipolazione delle idee messa in atto tramite il controllo di istituzioni culturali (mass
media...) Questa situazione viene definità da Gramsci:
• egemonia: condizione che si crea quando i detentori del potere hanno diffuso con successo le proprie
idee, emarginando i punti di vista alternativi, in modo che le loro prospettive e i loro interessi vengano
ritenuti veri e universali. Si tratta di una condizione precaria che il potere costituito deve mantenere a
fronte delle minacce che la assediano costantemente. Manipolando le idee, i detentori del potere
riescono ad ottenere il consenso delle masse.
- dominio, influenza o autorità su un altro
- è una pratica del potere che si basa sul consenso raggiunto da gruppi che possiedono o cercano il
potere
- è un sistema basato sull'influenza in cui la classe dominante ci instilla in modo che tutti esibiamo
comportamenti simili.
- Il dominio degli Stati Uniti negli aspetti militari, economici e culturali su altre nazioni per dimostrare la
sua supremazia è noto come egemonia degli Stati Uniti.
• Ideologia: visione generale del mondo, un sistema di significati che aiuta a definire e spiegare il mondo
e che fornisce giudizi di valore su di esso. Specifico set di elementi culturali coerente che viene adottato
dalle persone. Insieme di credenze o principi appartenenti a un individuo o gruppo
- Ideologia dominante: esistente in ogni cultura. Si tratta di un gruppo di affermazioni ampiamente
condivise e regolarmente rafforzate che, in genere, sostengono il sistema sociale del momento e servono
gli interessi delle autorità. Nonostante l’esistenza di una ideologia dominante, visioni alternative sono
sempre possibili
- Il contenuto dei media è ideologico, e l’ideologia sarà quella della classe dominante trasmessa
attraverso i messaggi mediatici
• teoria pluralista: considera il potere politico frammentato fra diversi gruppi in competizione tra loro
che cercano di influenzare le politiche governative informando l'opinione pubblica, esercitando pressioni
sui funzionari eletti e sostenendo candidati in sintonia con le proprie idee. Questa teoria sostiene inoltre
che la politica consista in una negazione tra questi vari interessi e che le linee del governo cambino al
variare del gruppo di maggiore influenza (tradizione: funzionalismo)
• teoria delle elite: ritiene che il potere politico appartiene ad una ristretta cerchia di persone. In tutte le
organizzazioni sociali ci sono due classi di persone: governanti e governati. Il potere consiste
nell'esercizio del dominio da parte di una minoranza organizzata che impone la propria volontà sulla
maggioranza disorganizzata. Il sociologo Mills condusse una ricerca sulla distribuzione del potere nella
società americana degli anni 50 affermando che il potere è concentrato nelle mani di coloro che guidano
le principali istituzioni burocratiche della società (tradizione: teoria del conflitto)
• teoria della classe dominante: il potere politico è concentrato nelle mani dei ricchi che possiedono o
controllano gran parte delle risorse economiche nazionali. Basato sull'opera di Marx, questa teoria è una
forma di teoria del conflitto che considera il sistema economico la principale fonte di potere. (tradizione:
teoria del conflitto e Marx)
---> le società con un sistema democratico sano mostrano un'ampia partecipazione dei cittadini alla
politica. Il livello di partecipazione è legato sia a fattori strutturali, sia istituzionali, sia culturali. Pinozzo
sostiene che l'individuo di status socio-economico elevato ha capacità maggiori e più consapevolezza
delle tematiche politiche ed è più esposto ai flussi di comunicazione che riguardano la politica. Un altro
gruppo di studiosi ritengono che i giovani provenienti da famiglie colte e benestanti dell'alta società
godono di numerosi vantaggi che li incoraggiano ad interessarsi alla politica. Alcuni critici ritengono che
la concentrazione della ricchezza stia minando le istituzioni democratiche perchè chi ha denaro lo usa
per influenzare il sistema politico.
Foucault
- Strutturalismo e post-struttaralismo: paradigma filosofico che nasce in Francia
- Aperta polemica allo storicismo, soggettivismo e atomismo.
- Non siamo persone libere di crearci il nostro destino
- L’uomo è all’interno di strutture (scolastica, militare, lavorativa, medica, ecc) che definiscono la realtà,
che dominano la società e rendono l’uomo dissolto, influenzato, condizionato, perdendo la soggettività e
non ha un pensiero libero su queste strutture
- Si parte dalle strutture che definiscono l’uomo e le sue attività. Dobbiamo studiare l’uomo e la società a
partire dal suo inserimento dentro le strutture, non da un punto di vista soggettivo, ma oggettivo-
strutturale
> Da una teoria ad una “fisica del potere”: il potere non si limita (come per Freud e Marx) alla
repressione, ma produce conoscenza.
> il potere "produce la realtà"
• Potere/conoscenza: i sistemi di conoscenza ordinano, classificano, misurano e rendono visibili
aspetti diversi della realtà, mettendoci in condizione di controllarla con modalità specifiche: La
scienza, La religione, Il business, ecc
- Quando tali sistemi vengono accettati, diventano presupposti che si danno per scontati.
- Assumono potere e influenza: chi li contrasta, viene punito; chi li accetta, li incorpora.
- Quando applicati alle persone, fungono da meccanismi di controllo sociale
---> Gli individui (clero, psichiatri…) non necessariamente esercitano il potere, ma si muovono all’interno
di un sistema di conoscenza
LIBRO:
- storia del carcere, invenzione dell’uomo molto recente, prima si facevano soffrire fino alla morte. Era
giusto che le persone soffrivano cosi tanto da morire.
- Obiettivo carcere: salvare l’anima del criminare, cambiare la condotta del criminale
- Prigioni nate nel 1700 per trattare umanamente i criminali e ridurre il crimine, controllando i criminali
(non raggiunto)
- Il modello del carcere come forma di potere e controllo sociale: orari rigidi, restrizione degli spazi,
osservazione costante dei comportamenti
- Carcere moderno come metafore di molte strutture sciali applicato a fabbriche, ospedali, scuole
- panoticon: struttura di carcere circolare controllata da guardie cosi possono avere il controllo a 360
gradi di tutte le celle. Sono sempre sotto osservazione. Modello che nasce in carcere. Questa
sorveglianza è possibile vederla in altre struttura: es. la scuola in quanto istituzione di socializzazione
controllata da un autorita. Quanto siamo liberi ? Quanto c’è posto per la nostra soggettività?
- Siamo continuaente controllati per Foacault
Boudieau
> I meccanismi più sottili ed efficaci del potere non risiedono in un’azione di persuasione o violenza
diretta e manifesta
> Il dominio più efficace e potente è quello avvertito come “naturale” perché non concepisce la violenza
come tale e la legittima.
> La violenza simbolica è quel meccanismo di interiorizzazione di un dato assetto sociale per cui
disuguaglianze, marginalità e dominio vengono misconosciute e anzi definite come naturali.
- “Simbolico” non è in opposizione a fisico; né significa che non abbia effetti sul reale
> L’ineguale distribuzione di potere tra uomini e donne è tanto socializzata (sia dai dominanti che dai
dominati) da essere data per scontata. Di più: le donne rischiano di riprodurre esse stesse il dominio che
le subordina, poiché condividono con i dominanti la definizione di senso che definisce naturale la loro
subordinazione.
INTERAZIONI SOCIALI, GRUPPI E PROCESSI DI SOCIALIZZAZIONE
> due sociologi del primo 900 Cooley e Mead, sostennero che le interazioni sociali sono goìfondamentali
per lo sviluppo del nostro Sè. Grazie alla socializzazione siamo in grado di assumere le prospettive degli
altri e di determinare il significato delle loro azioni
> gli esseri umani creano lingue, immagini, gesti/simboli a cui si deve dare significato condiviso senza la
quale l'interazione sociale sarebbe disorientante.
> vita quotidiana: “Si intende con questo termine semplicemente il tessuto di abitudini familiari
all’interno delle quali noi agiamo e alle quali noi pensiamo, è il nostro habitat usuale ordinario per la
maggior parte del nostro tempo. Questo settore della esperienza è per noi il più reale…potremo
chiamare questo mondo della vita quotidiana il nostro mondo"(Peter Berger e Birgit Berger)
- mondo principale, la base abitudinaria dell’esperienza soggettiva, mondo dal quale discendono come
forme variate, tutti gli altri mondi.
- Il mondo della vita quotidiana è un mondo intersoggettivo, che preesiste all’esistenza individuale. Si
inizia a studiarlo dagli anni Sessanta, grazie ai movimenti giovanili e femministi.
- Due tradizioni: americana che studie le pratiche e le interazioni; europea che studia in modo critico le
strutture.
- l'atteggiamento che utilizziamo nella vita quotidiana è detto atteggiamento naturale
- Sua caratteristica è dare per scontato il mondo ed i suoi oggetti fino a che una controprova non li
smentiscano.
- L’uomo adotta una epoché ovvero una sospensione del dubbio: per interagire con gli oggetti non si ha
la necessità di conoscerne i processi interni, ma è sufficiente conoscere delle ricette di uso
> intersoggettività: condizione in cui le persone interpretano nello stesso modo la conoscenza, la realtà o
un’esperienza
- Condizione necessaria per la vita quotidiana in quanto consente di “funzionare” venendo data per
scontata.
- Interpretazione condivisa, prospettiva comune che consente di“accordarci”, “sintonizzarci” su realtà
condivise, non problematizzate
- Non va ridotta con l’empatia
- Possono cambiare quando ci allontaniamo dalla nostra cultura
---> come un'attività diventa routine?
> Il concetto di routines è stato introdotto in sociologia da Max Weber nel 1908 per indicare ciò che è
‘quotidiano’ (Alltag) e ciò che viene fatto diventare quotidiano tramite la pratica (Veralltaglichung).
- Ogni routine è soggettiva: la stessa situazione può apparire routinaria per chi ci lavora ed eccezionale
per chi la vive per la prima volta nella propria vita.
- è significativa per alcuni individui;
- si diffonde e diventa una pratica quotidiana
- viene considerata ‘naturale
---> cosa significa che la realtà è socialmente costruita?
> La realtà sociale è il risultato di ciò che impariamo dalla società in cui viviamo: la società/realtà è
socialmente costruita
- Attraverso la socializzazione, impariamo a vedere il «nostro» mondo da una prospettiva particolare, e
questa prospettiva diventa la nostra realtà
- La realtà sociale è l’insieme di interazioni, routine, stili di vita, istituzioni, consumi e quant’altro che
viene deciso dagli individui tramite un accordo (≠ realtà naturale).
- La realtà sociale si produce tramite la istituzionalizzazione progressiva dei significati condivisi (dal
linguaggio, agli universali simbolici).
- Dire che la realtà è una costruzione sociale non significa che ciascuno la immagina a suo piacimento: la
costruzione è sociale, cioè prodotta collettivamente, e trae la sua forza proprio dalla condivisione.
- La realtà sociale è il prodotto dell’interazione dialettica tra individuo e società.
- La società è il prodotto dell’attività umana collettiva, non esiste senza l’uomo (contrario di Durkheim)
Es. Idea di devianza: esiste in natura? No, esiste perchè gli uomni si sono messi d’accorso su cosa è
deviante in un determinato luogo e in un determinato periodo/secolo
---> Berger e Luckmann riassumono il processo attraverso il quale le persone costruiscono la realtà "la
società è un prodotto dell'uomo, è una realtà oggettiva e l'uomo è un prodotto sociale". Definiscono i 3
passi per costruire la realtà sociale:
1. Esternalizzazione: attività fisiche e mentale dei soggetti che costruiscono il proprio mondo sociale
attraverso le proprie azioni. L’ordine sociale è in tal senso un prodotto dell’uomo: sono i soggetti che
creano nuove realtà sociali
2. Oggettivazione: ciò che è stato esternalizzato appare oggettivo e reale. La vita quotidiana viene
percepita come realtà ordinata, che va oltre i soggetti ed è apparentemente autonoma da essi. La società
appare un’entità separata dalla creazione umana, una entità in sé, naturale, inevitabile, fuori dal controllo
delle persone
3. Interiorizzazione: le persone si fanno influenzare dai prodotti sociali che hanno contribuito, e
contribuiscono, a costruire. Le persone, così, divengono loro stesse prodotti sociali. Processo attraverso il
quale apprendiamo la cultura di riferimento determinando la nostra visione del mondo
---> l'interazione prende forma anche attraverso status sociali e ruoli
---> proprio perchè le persone costruiscono continuamente la società e ne sono influenzate, il mondo
sociale nella quale viviamo è in flusso costante
> il sociologo americano Thomas contribuì a sviluppare il concetto della necessità di interpretare una
situazione prima di agire. Questo processo, denominato "la definizione della situazione", prende in
considerazione la nostra interpretazione spontanea delle circostanze e ciò che la società ci ha insegnato
riguardo a queste
- la nostra interpretazione influenza la nostra azione
- teorema di thomas: “Se gli uomini definiscono reali certe situazioni, esse saranno reali nelle loro
conseguenze“
- Ricerche sul comportamento umano (indagini sui contadini polacchi trasferiti in America)
- Direttore della scuola di Chicago fino al 1918, anno in cui fu arrestato e costretto a dimettersi per
lasciare il posto a Robert Park.
- concetto di “definizione della situazione“
- Capacità degli individui di rendere reali le situazioni sociali che reputano tali mediante un
comportamento che si adegua a quelle situazioni.
- Capacità dell’essere umano di alterare (spesso inconsapevolmente) la “realtà”, dando vita a una catena
di conseguenze concrete, seppur figlie di una percezione.
- Considerata una delle “leggi” più importanti delle scienze sociali perché può essere applicata a diversi
contesti sociali e in diversi periodi.
- Non è un semplice calcolo razionale che ci guida nelle nostre azioni ma è un’interpretazione che può
formare gli stereotipi. Si tratta di generalizzazioni esagerate e distorte su categorie di persone che non
tengono conto della specificità di ogni individuo. Perpetuano immagini negative creando un senso di
realtà.
---> teorema applicato: distanza tra reale e percepito nel caso dell'immigrazione
- L’immigrazione e la presenza degli immigrati è percepita come ingombrante, pericolosa prendendo le
forme di una vera e propria invasione.
- In realtà tutto questo ha un nome: distorsione percettiva
- circa la metà della popolazione ellenica crede che i rifugiati siano più del triplo (200mila) rispetto a
quelli che si trovano realmente nel paese (circa 60mila).
1. profezia che si autoadempie: quando una supposizione, per il solo fatto di essere creduta vera, alla
fine si realizza, confermando la propria veridicità seppur inizialmente infondata
- Robert K. Merton nel 1948, nel suo libro Teoria e struttura sociale
- es: insieme di risparmiatori, temendo il crollo finanziario di una banca, si reca in pochi giorni a ritirare i
propri risparmi. Fino a quel momento la banca era un istituto solido e garantito, ma quando i
risparmiatori, oltre che credere, agiscono come se il fallimento fosse davvero imminente recandosi tutti
quanti a ritirare i depositi, allora essi fanno in modo che le loro aspettative diventino reali, ossia la banca
fallisce.
2. effetto Pigmalione o effetto Rosenthal
- Robert Rosenthal 1974
- es: esperimento da compiere all’interno di una scuola elementare. Fingendo di aver somministrato un
test alla classe, informò le maestre del fatto che i bambini del gruppo x erano risultati più predisposti allo
studio e più intelligenti rispetto a quelli del gruppo y. Il risultato finale fu il fatto che, a conclusione
dell’anno scolastico, i bambini del gruppo x ottennero valutazioni più elevate da parte degli insegnanti e
questo portò l’autore a ipotizzare che l’atteggiamento degli insegnanti, influenzato dalle previsioni,
avesse condotto alla realizzazione della previsione stessa.
GOFFMAN
> Interesse per la “micro-sociologia” o sociologia della vita quotidiana
> Esponente dell’Interazionismo simbolico: importanza dei significati che sono prodotti sociali che
nascono tra le interazioni e che sono costruiti e ri-costruiti attraverso un processo interpretativo
> Il principale contributo di Goffman alla teoria sociale è l’opera “La vita quotidiana come
rappresentazione" (1959). Anche Shakespeare scrisse "il mondo è un palcoscenico nel quale noi tutti
siamo solo attori"
- Nell’opera presenta l'approccio drammaturgico: approccio allo studio delle interazioni sociali che
utilizza la metafora della vita sociale come teatro. La vita sociale è una rappresentazione (un’opera
teatrale) che i gruppi sociali mettono in scena di fronte ad altri gruppi. "Tutto il mondo è un teatro: tutti
gli uomini e le donne sono soltanto attori: hanno le loro uscite e le loro entrate e un solo uomo recita,
nel tempo che gli è dato, molte parti"
- Studia le piccole scene quotidiane
- La metafora teatrale della vita quotidiana, esiste fin dall’antichità (le maschere di Pirandello (1900)
- Torna di moda nelle scienze sociali grazie al concetto di “ruolo”
- La vita sociale si divide in due spazi: spazi di ribalta e spazi di retroscena
- le persone sono degli attori sociali che recitano una rappresentazione teatrale. L'idea di maschera non
vuol dire che facciamo finta. Nella vita quotidiana dobbiamo scegliere tra le diverse maschere a seconda
del contesto in cui siamo inseriti.
- Prende in esame il modo in cui l’individuo, in normali situazioni di lavoro, presenta se stesso e le sue
attività agli altri, il modo in cui guida e controlla le impressioni che questi ne ricevono, ed il genere di
cose che può o non può fare mentre svolge la sua rappresentazione in loro presenza.
- Nello sviluppare lo schema concettuale adoperato in questo studio, è stato fatto uso di un linguaggio
teatrale. Ha parlato di attori e di pubblico (persone che guardano, giudicano e si aspettano certi
comportamenti e modi di vestire), di routine e di parti, di rappresentazioni che riescono e
rappresentazioni che si afflosciano, di "imbeccate", di ambientazione scenica e di retroscena, di esigenze,
capacità e di strategie drammaturgiche
- ognuno di noi ha un'identità che è attivita in base alla situazione che dobbiamo affrontare. Infatti
ognuno di noi, ogni giorno interpreta diversi parti (studentessa, figlia, sorella, fidanzata..) che prevedono
un palcoscenico con un pubblico diverso
- Concepisce il sé come un attaccapanni o un elemento residuo, a cui si attaccano delle maschere che son
disponibili nella situazione
- le aspettative associate ad un ruolo sono socialmente definite
- in quanto attori sociali siamo impegnati nella gestione delle impressioni: attraverso la nostra
interpretazione cerchiamo di controllare l'immagine che gli altri hanno di noi
- Impariamo il nostro copione al fine di stare dentro il nostro ruolo
- costume, accessori, linguaggio, emozioni sono risorse che gli attori utilizzano per rendere convincente
la propria performance
- in una commedia l'autore determina il ruolo dell'attore, nella vita reale sono le aspettative culturali a
determinare il contenuto di un ruolo sociale
> facciata: Quella parte della rappresentazione dell’individuo che di regola funziona in maniera fissa e
generalizzata. È un equipaggiamento espressivo standardizzato che si usa più o meno volontariamente
durante la rappresentazione.
> ribalta: è il luogo dove si svolge la rappresentazione e dove tutti noi vogliamo mostrare la parte
migliore di noi stessi, socialmente più acccetabile recitando il copione che abbiamo imparato nel
retrocescena. Si vuole mostrare caratteristiche socialmente desiderabili di se sessi al fine di controllare
l’idea che il pubblico si fa di loro
- Quando gli attori sono sulla ribalta trattano il pubblico seguendo il rituale della cortesia, il controllo dei
gesti e delle parole, contegno e deferenza, e si comportano seguendo le norme di decoro adeguate al
contesto
> retroscena: il luogo dove viene costruita la rappresentazione dove si custodiscono e preparano gli
arredi scenici, gli equipaggiamenti della facciata personale, dove si prepara e ripassa la parte, dove
l’attore può lasciare la maschera ed uscire dal ruolo, dove si prendono accordi sulla rappresentazione
- È fondamentale per la riuscita di una rappresentazione che il divisorio sia sufficientemente forte e che a
nessuno sia permesso di entrare
- Il pubblico deve rimanere estraneo al retroscena, nessuno dall’esterno può accedere alla ribalta
(segregazione pubblico).
- chiamarsi per nome, decidere, imprecare, fare commenti a sfondo sessuale, mugugnare, fumare,
vestire trasandati, scomporsi, non considerare la presenza del prossimo, etc.
---> esempio dei camerieri:
in un hotel dove ha svolto la sua ricerca, Goffman ha osservato che il gruppo di camerieri di fronte al
proprio pubblico (ovvero i clienti del ristorante), inscena una rappresentazione, mostrandosi deferente,
rispettoso, discreto. Questo accade in uno spazio di “palcoscenico” (cioè dove il pubblico è presente):
mentre nello spazio di “retroscena”, (la cucina dell’albergo) nascosto al pubblico, i camerieri hanno un
comportamento del tutto diverso, molto più informale e irrispettoso. Se un cameriere raccontasse al
pubblico dei clienti i segreti del gruppo (come i camerieri preparano le portate, il modo in cui mangiano
o in cui deridono i clienti) il gruppo stesso verrebbe distrutto, perché la sua rappresentazione
apparirebbe falsa e non credibile. I segreti devono quindi rimanere all’interno del gruppo: e per questo
motivo, il gruppo stesso deve comprendere, per definizione, tutte le persone che sono a conoscenza di
questi segreti. Quindi, appartenere ad un gruppo sociale significa soprattutto condividere i suoi segreti,
cioè il suo patrimonio di conoscenze. Secondo Goffman, quindi, la vita sociale si fonda sulla
demarcazione dei confini tra palcoscenico e retroscena. Il gruppo di audience non deve accedere alle
situazioni di retroscena che contraddicono il comportamento pubblico.
> "The Truman Show" (1998) - Diretto da Peter Weir, presenta Jim Carrey nel ruolo di Truman Burbank,
un uomo il cui intero mondo è una simulazione televisiva controllata.
- Truman vive la sua intera vita ignorando di essere filmato da telecamere nascoste, vivendo
inconsapevolmente un palcoscenico infinito dove tutte le persone attorno a lui gli sono in realtà degli
attori che recitano delle parti in una rappresentazione (lo show)
- è l’unico fra tutti i personaggi a non recitare una parte non essendo libero di separare ribalta e
retroscena (ma pensando di poterlo fare).
- L’intera città è la ribalta nella quale viene rappresentata la vita di Truman
- Il film esplora anche le dinamiche di potere e controllo sociale particolarmente presenti in una società
mediatizzata
Disattenzione civile
> Due passanti estranei camminando in una strada passano uno a fianco all’altro, si avvicinano, si
guardano, stabiliscono a cenni che lato della strada ciascuno dei due seguirà e, quando si incontrano,
abbassano lo sguardo affermando implicitamente di non aver nulla da temere dall’altro.
> Non è un semplice ignorare l’altro, ma è mostrare deferenza e rispetto, riconoscendo il diritto degli altri
di essere lasciati soli e, nel farlo, rivendichiamo il nostro diritto allo stesso.
> “Affermiamo” che non c’è nulla di sbagliato, e che non c’è motivo di intervenire in ciò che l’altra
persona sta facendo. Inoltre, dimostriamo lo stesso di noi stessi.
> Rappresenta uno strumento importante per il mantenimento dell’ordine sociale in pubblico.
Interazione e sociologia
> Simmel: primo che si è interessato a come i gruppi si possono formare dal punto di vista delle
interazioni sociali. Sostiene che la dimensione di un gruppo ha essetti importanti sulle sue dinamiche
interne
• Individuo singolo:
- Ha come caratteristica la solitudine e la libertà.
- La solitudine è tipica delle grandi folle. ( nelle grandi metropoli)
• la diade: prima forma di relazione sociale, costituita da sole due persone. Interazione sociale molto
intensa questo perchè è molto paritaria. Lo scambio emotivo e intensivo scorre tra queste due persone,
non c’è una persona su cui scaricare
- Intensità: entrambi svolgono un ruolo cruciale l'uno per l'altro. È la relazione più soggetta a banalità e
ripetizione.
- Simmetria: la relazione è solitamente reciprocamente simmetrica (50 e 50 nella relazione)
- Segretezza: caratterizzate da una sorta di segretezza o esclusività (meno rischio che i contenuti possano
essere condivisi da altri)
- Tendenzialmente instabile visto che dipende solo da due persone (se uno si stanca non esiste più)
- Es.Matrimonio, coppia, relazione sessuale tradizionale, bestfriends, le partnership lavorative
• le triadi: relazione con 3 persone
- le dinamiche interne diventano più complesse: più relazioni e connessioni potenziali all'interno del
gruppo. La relazione non è più immediata, come lo era nella diade. Può prendere diverse direzioni
- Mediatore: uno dei membri può svolgere il ruolo di mediatore o arbitro tra gli altri due, influenzando
l'equilibrio di potere o le dinamiche di conflitto all'interno del gruppo. Si può creare la maggioranza, e il
terzo è il mediatore
- si creano delle dinamiche di potere e quindi delle condizioni di tensioni e conflitti: possono dar luogo a
coalizioni, in cui due membri del gruppo possono unirsi contro il terzo o in altre combinazioni. Questo
può portare a tensioni e alleanze in continuo mutamento all'interno del gruppo
- l'attenzione dei membri è divisa perchè il numero delle interazioni aumenta
→ Simmel ha studiato le triadi per comprendere meglio le dinamiche sociali, il potere, l'influenza e le reti
sociali. Le triadi possono essere trovate in una varietà di contesti sociali, come gruppi di amici, famiglie
(l’arrivo di un figlio) o gruppi di lavoro
→la dimensione del gruppo influenza i rapporti sociali che si sviluppano al suo interno
---> più persone: più stabilità perchè possono sopravvivere alla perditavdi singoli membri, ma meno
intensità dei legami
Reti sociali (studiate da Simmel): insieme dei legami sociali che collega le persone le une alle altre. Il
focus è sulle relazioni/legami/“fili” che connettono le persone che possono avere gradi diversi
- i legami sociali si formano attraverso la condivisione della cultura, dell'interpretazione della realtà,
tramite status e ruoli che assumiamo nelle interazioni
- tradizionalmente i legami e le reti sociali si basavano sull'interazione personale, oggi invece le nuove
tecnologie offrono più opportunità
- alcuni legami sociali possono influenzare chi siamo, altri possono servire da legami fra noi e nuovi
contatti o possono aprire opportunità in nuovi ambiti sociali. Comprendere i modelli di associazione
nelle reti sociali ci aiuta a capire come le persone sono integrate nella società
- le reti sociali sono di dimensioni diverse e variano per la forza dei loro legami, per le caratteristiche di
chi ne fa parte, per la distanza fisica di chi ne fa parte e per il tipo d'interazione fra loro. Più i gruppi sono
numerosi più l'intensita del legame tende ad essere basso (30 persone: poco legame)
- "la forza dei legami deboli", espressione di Granovetter: ci sono reti formate da persone con un debole
legame (conoscenti, colleghi di lavoro...) che tuttavia possono essere d'aiuto
> Nella post-modernità la nuova struttura sociale dominante è la Network society/Società delle reti: per
rete si intende l'nsieme di cambiamenti sociali, politici, economici e culturali, causati dalla diffusione
delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione sociali che fanno prevalere le connessioni (e
rendono possibile la diffusione di internet)
- molto più vasta, non solo grazie ad internet, ma per il mondo che grazie a diversi aspetti ci permette di
viaggiare molto di più e di relazionarci con persone geograficamente molto lontane da noi, in poco
tempo e con pochi soldi
> endogamia sociale: il contatto sociale avviene in percentuale maggiore tra persone «simili» che tra
persone diverse
- genere, età, religione e classe possono legare o separare le persone
- influenza ciò che sappiamo della nostra società perché tendiamo a condividere e rafforzare la nostra
visione del mondo con coloro che sono simili a noi; è una forza che ci porta a stringere dei legami con
persone con cui abbiamo qualcosa in comune
> echo chambers: pensiamo che tutti la pensano come noi, in realtà non è cosi
- es. le elezioni hanno ripercussioni su come si costruisce l’opinione pubblica. Siamo dentro a delle bolle
e i social ci propongono dei contenuti che ci piacciano perchè ci hanno “controllato”, abbiamo detto noi
cosa ci piace
---> quando si creano gruppi, in particolare organizzazioni, la struttura sociale diventa più formale.
Gruppi e organizzazioni sono definiti dai modelli di partecipazione dei loro membri. Si è parte integrante
di un gruppo grazie alla continua partecipazione
> Gruppi sociali: insieme di persone tra cui si è stabilizzato una relazione sociale stabile, duratura e
contraddistinta da un certo livello di intensità e consapevolezza del loro status di gruppo.
- la folla non è sociologicamente un gruppo perchè si tratta di persone che si riuniscono casualemnte una
sola volta e non si ritengono parte di un'identità collettiva; lo stesso vale per una categoria
- Vi è consciamente o inconsciamente la condivisione di un comune obiettivo, il raggiungimento del
quale darà soddisfazione a tutti i suoi partecipanti, di interessi, valori, nome e aspettative
- Più è numeroso il gruppo, più diventa stabile e può sopravvivere alla perdita dei singoli membri
- Forma più semplice di aggregazione sociale (famiglia è il primo gruppo)
- Più numeroso è il gruppo, meno è intensa la relazione/aggregazione tra i membri
- Omogeneità interna: i membri si percepiscono come un "noi".
- L'appartenenza ai gruppi sociali è molteplice
• gruppo primario: contatti regolari, relazioni durevoli nel tempo e un significativo legame emotivo. (es:
la famiglia, compagnia di amici: funzione di sostegno sociale)
- numero limitato di persone con interazioni immediate, affettive e prevalentemente faccia-a-faccia, stile
di vita comunitario, forte sentimento di identificazione e poche gerarchie formali (sono gruppi informali)
• gruppo secondario: solitamente più numeroso e guidato dall'adempimento di uno scopo. I membri
contano per la loro funzionalità, non per le persone in sé.
- Relazioni più impersonali, formali e gerarchiche.
- Possono essere gruppi non durevoli nel tempo e con scarsi legami emotivi.
- Non influiscono nella vita del singolo come i gruppi primari. (es: associazioni e organizzazioni, colleghi
di lavoro)
• Gruppi di appartenenza: può essere ascritto o acquisito e sono i gruppi che dettano le norme e i
comportamenti dell’individuo (es: la famiglia, la classe sociale, il gruppo professionale)
• Gruppi di riferimento: gruppi a cui un individuo aspira o vorrebbe appartenere. L'individuo può
imitare/adottare tali comportamenti, ma non è detto che ne diventa parte/ne appartenga (es.: gruppi dei
pari, gruppo di classe sociale, gruppo valoriale, specifico gruppo lavorativo, ecc). Possono influenzare le
nostre scelte in quanto ne teniamo conto quando valutiamo le nostre azioni. Possono essere sia
gruppiprimari che secondari
> organizzazioni: gruppo secondario avente una struttura formale e costituito per adempiere a
particolari compiti. Possono variamente enormemente per la dimensione, obiettivi, strutturazione
interna:
- Organizzazioni piccole possono avere poche regole formali ma prevedono di stabilire una procedura per
prendere decisioni. Può non esserci una rigida gerarchia (es:associazione di quartiere) e un leader
strutturato ma dei coordinatori a rotazione
- Organizzazione più grandi necessitano di molte regole formali, una struttura organizzativa interna (una
suddivisione degli incarichi)e una profonda gerarchia
- La sociologia delle organizzazioni è un campo interdisciplinare che attinge da diverse discipline, tra cui
la sociologia, la psicologia, l'economia e la teoria dell'organizzazione. È ampiamente utilizzata nelle
aziende, nelle istituzioni governative, nelle organizzazioni non profit e in altri contesti per comprendere e
migliorare le dinamiche organizzative e la gestione delle risorse umane
- possono avere culture ben distinte che influenzano il modo in cui sono strutturate
---> il suo ambiente organizzativo è costituito dai fattori esterni all'organizzazione che ne influenzano
l'operato: economia, norme politiche, fattori demografici, contesto legale, tecnologia, ambiente
culturale. Comprende anche il contesto giuridico nelle quali le organizzazioni operano; le leggi
definiscono la natura di alcune organizzazioni
---> weber rilevò che l'ascesa elle società industrializzate nel XIX secolo fu dovuta al passaggio dall'azione
tradizionale a quella razionale. Si rendevano necessarie nuove strutture e metodi che portarono alla
nascita della:
> burocrazia: sistema gerarchico amministrativo avente regole e procedure formali, utilizzato per gestire
le organizzazioni. Struttura organizzativa delle organizzazioni nell'era industriale. Presenta delle
caratteristiche:
1. Divisione del lavoro (dei doveri e poteri secondo norme previste): si richiede specializzazione, non tutti
possono fare tutto
2. Rigida gerarchia di autorità e responsabilità con relativi poteri di controllo dei superiori sugli inferiori:
le burocrazie hanno una struttura piramidale; il potere è concentrato al vertice
3. Impersonalità: si deve obbedienza non alla persona, ma alla legge. Gli individui sono trattati in base
alle regole e alle procedure, indipendentemente da considerazioni personali o preferenze.
4. regole scritte e archivi: compiti e doveri della burocrazia sono fissati in regole scritte e procedure
formali
- I funzionari vengono selezionati in base a concorsi che accertano determinate conoscenze ed essi
ricevono uno stipendio monetario fisso pagato dall’amministrazione per cui lavorano (non dagli utenti
della stessa).
- Si obbedisce solo fino a quando si è membri dell’organizzazione
- Superiorità tecnica della burocrazia: è il modo più efficace di gestire le organizzazioni essendo più
efficiente, economica e prevedibile.
- Meno arbitraria delle amministrazioni preburocratiche
- La burocrazia garantisce trattamenti uguali, imparziali, prevedibili
> nelle burocrazie formali le persone hanno il potere su chi è sotto di loro e sono soggette all'autorità di
chi sta sopra. A tal proposito Michels coniò il termine legge ferrea dell'oligarchia per descrivere ciò che
considerava l'ultimo consolidamento del potere al vertice delle organizzazioni burocratiche
- michels affermava che le burocrazie collocano troppo potere nelle mani di chi è al vertice e questi ne
fanno un pessimo uso e lo consolidano grazie a un accesso privilegiato ad informazioni e risorse. I leader
sono esclusi dal contatto con altre persone dell'organizzazione /pubblico e ciò permette loro di sfuggire a
qualsiasi controllo del loro operato
- la disuguaglianza tipica delle organizzazioni gerarchiche può portare i lavoratori a impegnarsi nel
modificare l'equilibrio del potere
---> aspetti negativi:
- ethos burocratico (Mills): comportamento dei funzionari di un'organizzazione che hanno un
comprotamento uguale per chiunque e perdono ogni componente soggettiva che possa influenzarli
- trasposizione delle mete (Merton)/processo di burocratizzazione: processo per cui i mezzi che
dovrebbero servire per raggiungere più facilmente il fine diventano essi stessi i mezzi più importanti
- La burocrazia si perfeziona rendendo man mano i rapporti impersonali ed anonimi: questo porta ad un
tendenziale tecnicismo, formalismo, accettazione indiscussa della gerarchia (diventa legittimo qualsiasi
comando purché rispetta una legalità formale).
- può portare a inefficienze e alienazione dei dipendenti.
- Lo sterminio degli Ebrei come perfetta macchina burocratica
---> potere nei gruppi e nelle organizzazioni:
- in group: gruppo sociale con il quale una persona si identifica e verso il quale ha sensazioni positive, i
suoi memebri hanno un senso collettivo del noi
- out group: gruppo sociale verso il quale una persona prova sensazioni negative e i cui membri sono
considerati inferiori
Il cameratismo può trasformarsi in superiorità nei confronti delle persone che non appartengono al
nostro gruppo. I due gruppi provocano tensioni e conflitti
> il conformismo è una forma di pensiero acritico tramite il quale le persone rafforzano il consenso.
Quanto più simili sono i membri di un gruppo tanto è più probabile che essi accettino le affermazioni
della maggioranza ignorando le prove o le idee che contraddicono quel pensiero
- questi gruppi tendono ad escludere sia pareri dissenzienti sia il mondo esterno
---> gestione scientifica e controllo sul luogo del lavoro
- l'industrializzazione diede origine alle prime aziende burocratizzate. I proprietar pretendevano di
controllare il luogo di lavoro limitando il potere dei lavoratori di chiedere salari o condizioni di lavoro
migliori. Le industrie però dovevano affidarsi a lavoratori specializzati. Per consolidare il proprio potere
sul luogo del lavoro, i proprietari dovevano trasferire la conoscenza del processo produttivo da questi
lavoratori specializzati ad un gruppo di dirigenti
- il processo di dequalificazione dei lavoratori generici e di ottimizzazione dell'efficienza del luogo di
lavoro mediante uno studio calcolato divenne noto come organizzazione scientifica del lavoro. Taylor fu
il maggior fautore di questo modello organizzativo e il suo approccio venne definito taylorismo ---> la cui
classica applicazione fu la catena di montaggio, impiegata per la prima volta nell'industria della
macellazione a Chicago
- con i principi di taylor il lavoro venne diviso in compiti individuali
> Socializzazione: processo mediante il quale le persone vengono a conoscere le norme basilari, i valori,
le credenze e i comportamenti appropriati nella loro cultura
- Processo ampio che comprende una diversità aspetti riguardanti la crescita sociale del bambino
- Dura per tutto il corso di vita diversamente dell'educazione.
- Concetto neutro: insieme di influenze formative che la comunità esercita sull'individuo
- Può essere intenzionale o meno tuttavia non è mai passiva ma ciascuno costruisce la propria
individualità cioè impara a distinguersi dagli altri in quanto persona
- Interiorizzazione e apprendimento sono processi tramite i quali l'individuo incorpora in sè i contenuti
della socializzazione
- Socializzandi e socializzati si socializzano a vicenda.
- La socializzazione non finisce mai e non è limitata ad attori\arene istituzionali
- non ci rendiamo conto di essere socializzati
- dialettica costante tra singolo e ambiente: grazie ad essa diventiamo membri di un gruppo e
sviluppiamo un senso del «noi», distinguendosi dagli altri (processo di individuazione)
- processo guidato da agenti di socializzazione, persone e gruppi che ci trasmettono la nostra cultura
> si differenzia dall'educazione:
- Rientra nel processo di socializzazione
- Concerne solamente gli aspetti/elementi formali e riguarda maggiormente la relazione tra chi
insegna e chi apprende.
- È un processo formale e connotato positivamente
- Vi è un grado di consapevolezza e intenzionalità (sia nel bambino che nell’educatore)
- Si realizza attraverso una sequenza ordinata di eventi con lo scopo di trasmettere valori morali e
culturali del gruppo e della società a cui appartengono
> La socializzazione ha come obiettivo la costruzione dell'identità personale e l'inserimento dei singoli
nella società attraverso la conciliazione tra variabilità personale e progetto sociale (Durkheim)
> Processo che porta un individuo a diventare "pienamente sociale". Processo di integrazione sociale, in
cui un individuo, crescendo, interiorizza le norme e i valori della società. Processo mediante il quale i
nuovi nati diventano membri della società (Parsons)
> Processo attraverso cui i bambini si adattano alla società e la interiorizzano (Corsaro)
> Processo che garantisce la sopravvivenza di ogni società attraverso la trasmissione e la modifica dei
suoi tratti culturali (Ribolzi)
> modello funzionalista:
- Con la socializzazione la personalità degli individui viene plasmata in funzione e in linea a quei tratti
strutturanti più tipici della cultura che sono considerati essenziali per il funzionamento del sistema
sociale.
- INTERIORIZZARE: processo che porta all'accettazione e adesione delle norme sociali.
- Integrazione sociale: è il fine della socializzazione attraverso il quale gli individui si integrano nel sistema
sociale organico
- Funzione della socializzazione: garantire all’intero sistema sociale di rimanere integrato e coerente.
- Sistema universale che varrebbe per tutte le società.
- "Quella che è stata talvolta chiamata l"invasione barbarica" dell'ondata dei nuovi nati costituisce senza
dubbio un aspetto critico della situazione di ogni società. Alla mancanza di maturità biologica si
accompagna il fatto importante che il bambino deve ancora apprendere i modelli di comportamento
attesi dalle persone che si trovano nei suoi status e nelle società".
- la personalità del bambino deve essere stabilizzata, altrimenti tenderà all’instabilità, al non equilibrio,
dunque alla devianza.
- Il modello funzionalista ha dato moto allo studio della (sociologia) della devianza. Tale approccio tende
a spiegare la devianza come un problema di socializzazione.
- Devianza: socializzazione non riuscita quindi una personalità non stabilizzata
---> Berger e Luckmann distinguono:
> socializzazione primaria: è la prima socializzazione che un individuo intraprende nell’infanzia,
attraverso la quale diventa un membro della società. Viene prima nel tempo ed è di importanza
“primaria”.
- Base di partenza per l'acquisizione delle competenze sociali. Acquisizione della grammatica
elementare della società
- avviene in famiglia. I più piccoli interiorizzano la realtà della vita quotidiana come l’unico mondo
possibile, tramite i genitori
- Centralità dei contenuti affettivi: non c'è finalità strategica di adempimento di obiettivi ma è
indispensabile l’attaccamento emotivo del bambino agli adulti di riferimento e l’identificazione del
bambino con le persone che si prendono cura di lui.
- Attraverso l'"appropriazione" delle persone importanti e della realtà che loro mediano, il bambino
potrà essere capace di identificare se stesso.
- Il sostegno essenziale all’intero processo è offerto dal linguaggio, che è allo stesso tempo contenuto e
strumento della socializzazione.
- Con la socializzazione primaria si acquisisce gradualmente la capacità di pensare in astratto i ruoli e le
norme che regolano la convivenza. Si arriva così alla formazione nella coscienza dell’altro generalizzato.
- Non avviene in un “vuoto sociale” ma è influenzata dalla classe sociale e dalla struttura familiare di
origine. Come afferma Bourdieu la socializzazione trasmette un habitus sociale cioè un sistema di
disposizioni, di gusti e di atteggiamenti che riproducono le disuguaglianze presenti nella società
- L’identità di genere è uno degli elementi primari e continui del processo di socializzazione.
> socializzazione secondaria: è ogni processo successivo che introduce un individuo già socializzato in
nuovi settori del mondo oggettivo della società
- Avviene al di fuori della famiglia con le altre agenzie di socializzazione in ambienti dove le interazioni
sono svariate e molto più complesse di quelle familiari
- Consiste nella scoperta di altri mondi possibili
- Dura per tutto l’arco di vita: non si smette mai di socializzarsi
- Carattere meno affettivo
- Si imparano i ruoli, i valori e norme esterne come sono definiti dalla società
- interiorizzazione di strutture sociali
- uno dei luoghi in cui viene maggiormanete sperimentata è quello di lavoro. La socializzazione
professionale è l'apprendimento delle norme informali associate ad un tipo di impiego
> la religione è l'agente di socializzazione dedito all'insegnamento di valori e credenze e che basa i propri
precetti su testi sacri. In passato esercitava un'influenza su ogni aspetto della vita. Oggi le istituzioni
religiose fanno uso dei mass media per divulgare il proprio messaggio
> Risocializzazione: Forma di socializzazione richiesta a seguito di un cambiamento radicale nella vita di
una persona che porta a una disgregazione di normi e valori di riferimento “tradizionali". Processo
mediante il quale gli individui che passano da un ruolo a un altro o da una fase di vita a un'altra
sostituiscono vecchie norme e passati co portamenti con altri nuovi
• Necessità di acquisizione di nuove conoscenze, competenze, orizzonti valoriali e norme diversi
da quelli vissuti fino a quel momento
• si verifica in ciò che Goffman definisce come istituzioni totali (struttura inglobante nella quale
un’autorità regola ogni aspetto dea via di una persona):
- Ambienti in cui la vita quotidiana è completamente strutturata e controllata.
- le attività quotidiane, le relazioni sociali e l'identità individuale sono fortemente regolamentate e
supervisionate.
- Controllo totale sulla vita degli individui, influenzando la loro identità (“mutilazione personale”) e il
modo in cui si relazionano con il mondo esterno
- tutti gli aspetti della vita quotidiana si svolgono nello stesso luogo e sotto la stessa autorità
- i suoi membri si dividono in staff e internati: i primi impongono un programma specifico, esercitano il
controllo attraverso l'applicazione di regole formali e irregimentano tutte le attività all'interno
dell'istituzione, i secondi sono tutti trattati allo stesso modo e subiscono il potere esercitato dai primi
- influenzino la percezione di sé e il comportamento degli individui
- non sempre riescono a risocializzare tutti i propri membri
---> 5 tipologie di istituzioni totali:
1. Orfanotrofi e case di riposo: istituzioni che si occupano di persone definite incapaci e innocue
2. Ospedali psichiatrici: istituzioni create per occuparsi di persone che non sono in grado di badare a se
stesse, me che, pur senza averne l’intenzione, possono rappresentare una minaccia alla comunità
3. Carceri, campi di prigionieri di guerra: istituzioni create per proteggere una comunità da coloro che le
autorità ritengono costituire un pericolo significativo. Il benessere del segregato non è considerato
4. Caserme, collegi: istituzioni fondate su un compito specifico che richiede l’impegno totale dei
partecipanti
5. Monasteri, conventi, abbazie: istituzioni intese come “staccate dal mondo” e dedicati a una
preparazione spirituale
---> Goffman ha analizzato le dinamiche di potere e le interazioni sociali all'interno di queste istituzioni
totali
> agenzie di socializzazione: Sono quelle istituzioni o agenzie sociali che "mediano" la socializzazione
(ovvero permettono di arrivare all'individuo):
1. famiglia: istituzione sociale fondamentale e primo agente di socializzazione primaria
• concezione naturalistica: moderno e tradizionale allo stesso tempo. Era naturale per un uomo e una
donna legarsi definitivamente l’uno all’altra mediante l’amore sessuale; naturale avere figli; naturale
rimanere sposati; naturale avere famiglie composte solo da genitori e figli. Questa concezione
corrisponde prevalentemente ai modelli di famiglia che conosciamo, mala realtà contemporanea è molto
più plurale e variegata.
• la famiglia, il modo di farla e intenderla, non è un fatto esclusivamente naturale a è un'istituzione
storico sociale, costruita da norme (culturali, religiose e giuridiche) e rapporti sociali e di potere
• definizione sociologica di famiglia: Sistema di alleanze relativamente stabile tra consanguinei e affini
che si costituisce su un sistema di norme riconosciute e legittimate dalla collettività. Due o più individui,
uniti per nascita o tramite un vincolo sociale, che condividono le risorse, si prendono cura delle persone
a loro carico e mantengono spesso un forte vincolo emotivo
- Sia vincoli di sangue che vincoli sociali danno vita a legami familiari
- Il significato della famiglia è definito culturalmente: le famiglie sono culturalmente e socialmente e
costruite ovvero diverse culture assegnano specifici valori e significati alle relazioni e ai
“funzionamenti” della famiglia.
- Agenzia di socializzazione attraverso la quale si sviluppano le prime conoscenze della società: dal
linguaggio al rispetto dei valori della società, i ruoli, a cose più complesse come la classe sociale e le
differenze etniche.
> Le famiglie variano enormemente (nel presente e nella storia) proprio perchè sono costruzioni sociali
che riflettono le norme e le credenze di culture diverse in periodi storici diversi
- le famiglie non spariscono, ma mutano e per comprenderle dobbiamo cambiare prospettiva (pluralismo
delle forme familiari)
- hanno un ruolo cruciale nel primo sviluppo del senso d'identità di un bambino e nell'insegnare ruoli di
genere appropriati. I metodi educativi possono variare in base alla cultura in modi che riproducono la
struttura sociale. Kohn ha scoperto che negli Stati Uniti i genitori appartenenti alla classe operaia
tendono a insegnare ai propri figli il valore dell'obbedienza, l'atteggiamento loro richiesto sul lavoro; i
genitori della classe media invece incoraggiano i figli a valorizzare l'autodeterminazione
- viene influenzata da forze sociali che possono contribuire a creare differenze di potere che perpetuano
le disuguaglianze sociali
- Non esiste mai una sola forma di famiglia
- Da sempre in ogni contesto/periodo storico coesistono diverse forme di famiglia
- La famiglia come processo: non è data una volta per tutte, ma viene costruita quotidianamente dai suoi
membri attraverso un fare (diverso dall'avere o essere famiglia), ovvero attraverso delle pratiche
- Si fa famiglia dentro allo spazio domestico ma anche fuori
- variano per composizione e dimensione:
• Famiglia nucleare o coniugale: composta dai genitori e i loro figli
• Famiglia estesa: composta dalla famiglia nucleare a cui si aggiungono altri parenti come i nonni
• Famiglie allargate o ricostituite: famiglia in cui uno degli adulti ha figli nati da una precedente relazione.
Diffusa in Europa e nel Nord America
• Convivenza: relazione sociale che può creare vincoli familiari e comporta l’intimità sessuale, i cui le
persone vivono insieme come partner sposati (può non essere considerata socialmente accettabile in
alcune culture, in altre è sempre più diffusa in alternativa al matrimonio).
• Matrimonio: relazione sociale che crea vincoli familiari, composta relazioni sessuali e viene
formalizzata da un contatto giuridico e/o cerimonia religiosa
- Endogamia: norme o tradizioni che limitano il matrimonio a persone della stessa categoria sociale: ci si
sposa all’interno dello stesso gruppo: (es. India, il matrimonio di casta)
- Esogamia: matrimonio tra persone di categorie sociali diverse, al di fuori del proprio gruppo. È l’istituto
più diffuso nell’Occidente.
- Monogamia: pratica che limita le relazioni sessuali a un solo partner
- Poligamia: sistema matrimoniale in cui una persona può avere più coniugi. La poliginia (un uomo con
più donne) è più diffusa della poliandria
- matrimoni combinati: decisi dai genitori sulla base di convenienze economiche e dello status sociale
---> in italia negli ultimi decenni:
- Diminuzione assoluta: da 243.000 all’anno nel 2006 a 203.000 nel 2016.
- Laicizzazione: 49% matrimoni civili nel 2016, 30% nel 2004.
- Indipendenza economica: 25% coppie con comunione dei beni nel 2016, contro il 45% del 2004
- Restano significative differenze territoriali
---> cambiamenti nella famiglia moderna:
- le famiglie stanno diventano sempre più piccole: da famiglie estese nella società preindustriale perchè i
figli diventavano manodopera, a famiglia nucleare perchè i figli diventano costosi
- Miglioramento nella condizione dei figli: pratiche di allevamento, tasso di abbandoni, autorità
genitoriale.
- Declino autorità patriarcale e dei matrimoni combinati: maggiore scelta del partner che scavalca anche
altre barriere sociali/etniche
- Trasformazione dei significati associati alla famiglia: maggiore autonomia del sé(Bauman,amore
liquido); maggiore parità fra i coniugi; maggiore flessibilità relazionale.
- Sempre più donne entrano nel mercato del lavoro
- Aumento dell’instabilità coniugale: le persone restano sposate meno anni
- Ci si sposa più tardi: tra i 25 e i 34 anni a causa dello studio. Questo contribuisce a ridurre le dimensioni
delle famiglie
- Aumento della situazioni per cui due persone vivono insieme come se fossero una famiglia, pur non
essendo sposati
- Aumento giovani single
- Le famiglie includono sempre più spesso gli anziani a causa dell'aumento della vita
- Propensione a vivere più a lungo a casa dei genitori
- Unioni civili tra omosessuali: uomini e donne omosessuali vivono oggi stabili rapporti di coppia
- Crescono le famiglie ricostituite
- Nel 2021 i matrimoni religiosi erano in calo (-5,1%) rispetto al periodo pre-pandemico
---> instabilità coniugale e divorzio:
- In passato il matrimonio è stato considerato un legame indissolubile: il divorzio venivaconcesso molto
raramente.
- Il divorzio fu introdotto in tutti i paesi industrializzati, ma sul principio del “sistema accusatorio”:
occorreva incolpare l’altro di qualcosa (adulterio, abbandono del tetto coniugale, ecc.).
- Dagli anni ’60 in poi, si è assistito ad una crescita imponente dell’instabilità coniugale.
- Ad oggi, i paesi in cui il numero dei divorzi supera quello dei matrimoni sono Svezia, Stati Uniti Belgio,
Lussemburgo, Finlandia (con oltre 50 divorzi ogni 100 matrimoni).
- In Italia, ci sono 13 divorzi ogni 100 matrimoni, ma se consideriamo anche le separazioni (che non
esistono altrove) il tasso raddoppia.
- I divorziati passano da 376.000 nel 1991 a 1.672.000 nel 2015, grazie anche al divorzio breve).
- i divorzi tendono ad aumentare perchè la donna è più indipendente da un punto di vista economico e la
soddisfazione personale diventa centrale per la decisione di continuare o interrompere le relazioni
affettive
---> famiglia e pandemia:
- La famiglia è sconfinata nel lavoro e dal lavoro è stata invasa. La scuola è entrata in casa.
- Conciliazione del lavoro all’interno dello spazio domestico: lavorare da remoto è difficile se ci sono spazi
piccoli e con i bambini a casa
- Il ruolo delle donne: accentuata iniquità del lavoro di cura (dei figli e della casa) sbilanciato sulle donne
lavoratrici; (Es: il padre si chiude in una stanza a lavorare, mentre la madre assiste alla didattica a
distanza dei figli mentre lavora: “doppia presenza concentrata”)
- Violenza domestica: dati ISTAT mostrano forte aumento della telefonate che denunciano violenza
domestica durante la pandemia rispetto a periodo pre-pandemici
---> visione funzionalista:
> Per il funzionalismo, la famiglia agisce per conto della società al fine di rendere i bambini più adatti alle
funzioni che ricopriranno da grandi. Per funzionare ed evitare esiti devianti, la famiglia deve adempiere
ai suoi due compiti:
- socializzare a norme valori del sistema sociale
- stabilizzare la personalità del bambino
> famiglia nucleare neolocale del male breadwinner: è la struttura meglio equipaggiata per affrontare le
richieste della società industriale. Il marito può lavorare fuori casa (ruolo strumentale di male
breadwinner) mentre la moglie si occupa della casa e dei figli (ruolo affettivo). Parson ritiene che le due
funzioni della famiglia sono:
- socializzazione primaria: processo attraverso cui i bambini apprendono le norme culturali della società
in cui sono
- stabilizzazione della persona: ruolo svolto dalla famiglia nel fornire supporto emotivo ai suoi membri
> ruolo della donna: Concezione di famiglia come l’interpretazione sociologica dominante fino agli anni
’70 e ’80:
- Divisione naturale del lavoro prevedeva le donne relegate nell’ambito domestico poiché queste ultime
tendono naturalmente a occuparsi degli altri, mentre gli uomini sono in grado di garantire il
sostentamento della famiglia con un impiego retribuito (modello di riferimento nelle società
industrializzate fino agli anni 50)
- le donne sono in grado di usare il proprio legame emotivo con i figli per farli diventare esseri umani
socializzati
> limiti del modello funzionalista:
- Sistema universale che varrebbe per tutte le società.
- Approccio opposto all’antropologia culturale che da importanza alla specificità di ogni cultura
- famiglia paradigmatica: famiglia nordamericana, bianca e di ceto medio
- come una fabbrica produce beni, ogni nucleo familiare produrrebbe individui funzionali al
funzionamento della società
- Idea superficiale di socializzazione come sola integrazione sociale
- La realtà è più complessa: non sempre ruoli e funzioni coincidono
- subordinazione della donna all’uomo come unica figura che lavora
---> trasformazione dei ruoli parentali:
- Cambiamenti demografici (natalità in diminuzione), lavorativi (donne sempre maggiormente inserite
nel mercato del lavoro), culturali (società multietnica) e tecnologici
- La famiglia è stata privata di alcune funzioni
- I genitori sono capaci di riformulare le loro strategie educative di fronte a un depotenziamento della
famiglia come agenzia di socializzazione??
> difficoltà della famiglia moderna come agenzia di socializzazione:
- rapidità del cambiamento: genitori faticano ad elaborare in tempi brevi capacità per spiegare e
trasmettere il mutamento mettendo in crisi la validità dei valori da trasmettere
- separazione generazionale: fin dalla scuola dell'infanzia i bambini vengono raggruppati tra loro loro
facendo venir meno la convivenza con adulti e anziani
- confronto interculturale: la diversificazione e l'incontro con culture diverse da quella di appartenenza
• La famiglia, indebolita e spesso depotenziata, si trova a interagire con la scuola, e spesso reagisce con
due atteggiamenti entrambi sbagliati, la delega totale o la difesa ad oltranza dei propri figli. È necessario
che ci sia il giusto equilibrio tra le diverse agenzie senza che scuola e famiglia diventano unici "detentori"
del processo di socializzazione.
---> 4 modelli storici di educazione familiare in Italia:
- Famiglia autoritaria (anni 30): ruoli, norme, fasi evolute ben definiti. Nessun progetto pedagogico da
parte della famiglia
- Famiglia autorevole (anni 50/60): i rapporti sono fondati sull'autorevolezza e c'è riconoscimento
dell'autorità familiare, ma tale comincia ad essere sfidata
- Famiglia negoziale (anni 70/80): ruoli chiari con comportamenti negoziali tra genitori e figli. Maggiore
parità
- Famiglia affettiva (dagli anni 90): prevale la dimensione dell'effetto con tendenza protettiva verso il
figlio che viene visto come soggetto da difendere dall'esterno
---> Modelli educativi parentali e riuscita scolastica:
Negli Stati Uniti Baumrid ha elaborato 3 modelli educativi parentali:
• Stile autoritario repressivo: Rispetto dell’autorità e modello educativo rigido, assoluto e indiscutibile.
Comunicazione unidirezionale e valorizzazione dell’obbedienza dei figli
- Effetti: assenza di autonomia personale, scarsa competenza sociale, sviluppo di ansia, passività e
comportamenti ossessivi
- Risultati scolastici: media competenza sociale e cognitiva
• Stile indulgente permissivo (dissuso in Italia): Assenza di limiti, di controllo nel reprimere gli impulsi
dei figli. Evitare l'autorità o imposizioni (orari, limiti ecc), mai esigenti nei loro confronti ma sempre molto
affettivi (mai negligenti)
- Effetti: facilita condotta aggressiva e ribelle e rallenta autonomia e responsabilità personale
- Risultati scolastici: bassa attenzione, atteggiamenti ostili verso i professori e compagni, assenza di
obiettivi, poca costanza
• Stile autorevole/democratico: Modello basato sul riconoscimento di diritto e doveri per tutti
(reciprocità). Regole chiare e definite per i figli. Bilanciamento tra controllo e stimolo all’indipendenza.
Comunicazione aperta e ascolto reciproco
- Effetti: indipendenza, fiducia in sè stessi, autonomia, autocontrollo, autostima e responsabilità, meno
aggressivi e maggiore cooperazione
- Risultati scolastici: alta competenza sociale e cognitiva
> una ricerca relativa a 300 famiglie ginevrine mostra come i valori siano diversi a seconda del gruppo
sociale di appartenenza:
- classi agiate: basato su caratteristiche individuale quali creatività, indipendenza e autocontrollo. Molta
importanza all'autonomia individuale
- classi popolari: basato su caratteristiche conformiste quali ordine, buone maniere, cura della persona,
obbedienza. Rrivilegiano la costrittività e la subordinazione alle regole
---> vengono così delineate 3 stili educativi che distinguono 3 tipi di famiglie:
- statuario/disciplinare: importanza all'obbedienza e al conformismo, il controllo dei genitori è di tipo
coercitivo , diffidenza verso le agenzie di socializzazione esterne, ruoli educativi di madre e padre ben
distinti
- maternalista: impostazione basata sul controllo, ruoli educativi di padre e madre ben distinti, e le
influenze esterne alla famiglia sono limitate
- contrattualista: importanza all'autonomia e all'autocontrollo, valore all'immaginazione e alla creatività,
scarsa insistenza su obblighi e costrizioni. Famiglia aperta alle influenze esterne e i ruoli educativi dei
genitori sono poco differenziati. Molti risultati positivi perchè è correlato ad un'alta sutostima che
favorisce l'apprendimento
2. la scuola: istituzione sociale con il compito di far acquisire competenze, conoscenze, abilità specifiche
attraverso il processo di scolarizzazione
- Riguarda la socializzazione secondaria e si occupa dell'insegnamento delle conoscenze culturali,
preparano i bambini ai futuri ruoli nella società e trasmettono, oltre al curriculum accademico formale, il
curriculum nascosto cioè le lezioni implicite sul comportamento corretto
- Istituzione specializzata
- studio sulla scuola come agenzia educativa
- Composta da attività specifiche regolamentate da norme e iter burocratici
- Luoghi, strutture e tempi prestabiliti
- la prima esperienza proungata a contatto con il mondo esterno ha luogo nell'asilo nido o nella scuola
per l'infanzia
- Ruoli prestabiliti: insegnante e allievo
- Funzionale a riprodurre il sistema sociale esistente a e tramandare il patrimonio culturale che
garantisce continuità della società
---> teorie sociologiche della scuola:
• teorie funzionaliste: Visione meritocratica, pari opportunità, l'agenzia scuola si integra perfettamente
con le altre. Parsons sostiene che la classe scolastica elementare costituisca il il luogo della prima uscita
dall'ambito familiare
- il bambino sarà preparato alla nuova situazione a seconda del grado di indipendenza rispetto agli adulti
ed al senso di responsabilità raggiunto
- nella scuola si realizza una suddivisione fra coloro che accettano come modello il ruolo del docente e
chi si identificato con il gruppo dei pari; quest'ultimi secondo Parsons hanno meno probabilità di
accedere all'università
- Parsons delinea 4 funzioni che la classe scolastica elementare dovrrebbe svolgere affinche l’agenzia
educativa possa svolgere a pieno il suo compito:
1. liberare il bambino dall’immedesimazione emotiva nella famiglia favorendo la costruzione di
un’identità autonoma
2. Assimilazione dei valori e delle norme sociali (in modo superiore a quanto fatto in famiglia)
3. Meccanismo meritocratico: differenziare gli alunni in base al rendimento scolastico
4. Selezionare le capacità dei bambini per quello che saranno le loro capacità future
- Scuola è meccanismo di funzionamento e tende all'equilibrio del sistema sociale, integrandosi con le
altre agenzie di socializzazione e le altre “parti”/sistemi sociali ed “educativi”
- la famiglia deve limitarsi alla socializzazione primaria e lasciare alla scuola il compito di formare
e socializzare l’individuo nell’inserimento della società e nel mercato del lavoro; tuttavia perchè tali
obiettivi possano essere raggiunti è necessario che ci sia consonanza tra famiglia e scuola sul valore
dell'acquisizione
- l’espansione dell’accesso all’istruzione pubblica appiattisce le differenze di provenienza familiare
- Meccanismo credenzialista e meritocratico della società: ognuno avrebbe ricoperto il posto giusto in
base alle credenziali acquisite dal sistema scolastico
- Visione positiva della scuola che rende la società più meritocratica
- scuola come una delle tante parti del sistema sociale che deve svolgere i propri compiti e deve
dialogare con le altre agenzie di educazioni in modo organico, si tende all’equilibrio
- l'espansione dell'istuzione ha prolungato il periodo di dipendenza e socializzazione dei giovani + con
l'allargamento dell'istruzione superiore si produce il fenomeno della studentry cioè la condizione
raggiunta dalla parte di ogni generazione che ha la fortuna di partecipare in modo ottimale alla società
- la scuola esisterebbe per produrre la socializzazione ai ruoli adulti e la selezione per l'occupazione
• teorie del conflitto: la scuola è la principale agenzia di riproduzione di disuguaglianze economiche, di
potere e sociali e della legittimità dell'ordine vigente. La scuola viene intesa come apparato
ideologico di stato
- Il sistema scolastico non è un'agenzia di socializzazione che combatte le disuguaglianze (anche se si
pone come tale), ma piuttosto le riproduce
- Assecondando l’ideologia dominante, la scuola rappresenta una apparato repressivo di stato che
consente il suo dominio
- Gruppi e classi hanno posizioni diverse nell'accesso alle risorse culturali come quelli relative
all'educazione
- secondo Althusser la riproduzione dei rapporti di produzione è possibile grazie all'esistenza degli
apparati repressivi e ideologici di stato. I primi si basano sulla forza e costituiscono un tutto centralizzato,
i secondi funzionano con l'ideologia cioè con il convincimento e sono autonomi
- fra gli apparati ideologici di stato ce ne sarà sempre uno che predomina: un tempo era la chiesa, poi
l'apparato politico o oggi la scuola
- Nelle istituzioni sociali a livello educativo, si riscontrano differenze di trattamento rispetto
all'appartenenza di classe, avvantaggiando quella dominante
- Il sistema educativo privilegia certi saperi, gusti e contenuti appartenenti alla classe borghese che
vengono “naturalmente” riprodotti nelle scuole rafforzando strutturalmente disuguaglianze con le classi
meno agiate che si sentono meno rappresentate e quindi marginalizzate
- la scuola ci vende l’idea che è un agenzia che potrebbe essere meritocratica e paritaria, ma in realta
non lo fa. Riproduce disuguaglianze, dimensioni che possono influenzare la valutazione che gli insegnanti
danno agli adulti: modo di vestire, modo di parlare, di muoversi, di presentarsi. Gli insegnanti sono
propensi a dare voti maggiori a quegli adulti che appartengono alla sua stessa classe sociale, come se
fossero dei figli dell’insegnante
es. scuole pubbliche vs scuola private: differenze di trattamento in base alla classe sociale (si dice che le
scuole private solitamente inglese insegnato meglio)
- Gramsci considera la scuola positivamente in quanto strumento di elevazione delle classi subalterne
• teorie della resistenza: reazione al funzionalismo di sinistra cioè all'affermazione che la scuola
riuscirebbe ad inculcare tutti i valori della borghesia
- Willis attraverso interviste ad adolescenti maschi di ambiente operaio in un quartiere povero di
Birmingham, fa emergere l'importanza dei comportamenti di opposizione rispetto ai valori presenti nella
scuola. Questi ragazzi si considerano dei duri agendo con disobbedienza, furto, violenza e con il rifiuto
dello studio e di tutto ciò che si avvicina alla cultura intellettuale. I duri ricercano l'insuccesso scolastico
dimostrando di aver compreso l'impossibilità per la classe operaia di accettare i valori culturali borghesi
- Willis parla di una controcultura antiscolastica che definirà poi come produzione culturale: esprime un
conflitto fra valori incompatibili
- i duri copntrappongono la cultura operaia tradizionale a quella scolastica caratterizzata da formalismo,
individualismo e intellettualismo
- la resistenza dei duri porta a scuola la visione antintellettuale e antiborghese dell'ambiente operaio
britannico ma diventa strumento di autocondanna che esclude ogni possibilità di uscita dalla condizione
operaia
---> il ruolo della scuola nella riproduzione sociale:
- la meritocrazia è una falsa rappresentazione del mondo: il figlio di un borghese capitalista ha a
disposizione capacità economiche che lo favorirà a scuola e dopo.
- La famiglia influenza i destini sociali ed economici dei figli e quindi della riproduzione delle
disuguaglianze
---> limiti del modello della riproduzione:
- Focus su esiti della socializzazione
- Modello astratto e semplificatorio
- Sottovalutare/ignorare ruolo attivo degli attori sociali
- Bambini irrilevanti o non-funzionali al fine nel mutamento/innovazione sociale
- Visione fortemente negativa
---> scuola e pandemia:
- La didattica a distanza ha portato in luce la necessità che docenti e studenti possiedano adeguata
padronanza nelle competenze digitali, che invece risultano ancora scarse, sopratutto per coloro che
provengono da strati sociali deboli.
- Rischio: indebolire ulteriormente gli allievi in condizioni più critiche sul fronte dell’abbandono
scolastico, che in Italia è faticosamente scesa al 14,5%(dato 2018), con il pericolo concreto che si torni ai
valori del 2008, sopra al 19%
Gruppo dei pari
> gruppo di persone, in genere di età simile che condividono status sociale e interessi
1. struttura egualitaria
2. ognuno partecipa democraticamente alle decisioni
3. l'appartenenza è volontaria per cui le relazioni tra i membri sono basate sulla reciprocità
4. il gruppo dei pari soddisfa il bisogno di sfuggire dal controllo degli adulti
- Agenzie di socializzazione secondaria che consente di interagire con la società: sperimentare valori,
credenze, conoscenze e emozioni diversi da quelli della famiglia
- Si attiva un processo di identificazione, appartenenza e fiducia all'interno del gruppo che influenza
sviluppo e comportamento.
- Al contempo influenzano le caratteristiche individuali e la costruzione della propria identità adulta
- amicizia basata sulla somiglianza di caratteristiche e bisogni
- Solitamente piccolo gruppo
- Omogeneo per genere, età e classe sociale
- È il primo gruppo a cui l'individuo "decide"di appartenere autonomamente
- Esiste (non necessariamente) un leader che amplifica le caratteristiche distintive del gruppo
- Riconoscimento: permette di cogliere caratteri comuni e condivisi con gli altri
- Condivisione di stili di consumo per separarsi dalla famiglia: moda, musica e abbigliamento
- Si esplorano i rapporti sessuali
- Differenziazione sociale, amicizia, genere e appartenenza etnica assumono maggiore valore
- Riproduzione collettiva di gerarchie interne, accettazione, popolarità, e solidarietà diventano centrali
- Sperimenta regole dell'amicizia, aspetto esteriore, modo di presentarsi, rapporti con l'altro sesso
- Sfidare l'autorità degli adulti
- Condivisione e bisogno di guadagnare controllo sulle scelte da compiere nella propria vita
---> sub cultura dei pari e differenze di genere:
- Differenze nella costruzione delle amicizie
- i confini di genere sono gestiti intenzionalmente: il genere è dicotomico, uomini e donne sono
radicalmente diversi e non interagiscono nel gioco.
- Pochi bambini possono muoversi nelle gender trasgression senza mettere in pericolo la propria
identitàdi genere
---> stereotipi di genere e aspettative di ruolo nei maschi (9-12 anni):
- costruzione di gruppi più ampi
- condivisione di forme di gioco più aggressive, competitive, strutturate e organizzate;
- costruzione di gerarchie nel gruppo basate sulle abilità fisicità/sportive: doti atletiche e desiderio di
vincere
- “culto della mascolinità”: esibire durezza e autocontrollo delle emozioni;
- Coltivare la popolarità dei membri delle gruppo che passa per “dirtyplay" di genere (trasgressioni,
discorsi sul sesso, distacco emozionale dalle ragazze, stigmatizzazione dei gay, comportamenti temerari).
- Possedere qualità considerate femminili può portare ad una perdita di status all’interno della scala di
gerarchie
---> stereotipi di genere e aspettative di ruolo nelle femmine:
- Processi di negoziazione di coalizione in cui viene data una importanza ai rapporti che si creano
(rapporti di amicizia: chi è amica di chi; popolarità tra gli altri,
- codici di comportamento precisi che riguardano il modo di vestire, i privilegi di cui godono, i
“fidanzatini"
- Le ragazze non si riconoscono in gruppi gerarchici che esprimono una egemonia di genere, ma in piccoli
gruppi che riflettono modelli di femminilità differenti
- Controllano reciprocamente le emozioni, si curano a vicenda, si scambiano gratificazioni, accentuano
comportamenti romantici
- Essere carine: socievoli, non aggressive, non egoiste
- I meccanismi di esclusione non si basano sull’aggressione fisica ma sull’isolamento
- il conformismo è più debole nelle ragazze rispetto ai ragazzi
> in molte ricerche americane si è rilevata la presenza tra i giovani studenti di 3 subculture:
- divertimento: basata sulle attività extracurriculari, sullo sport e sui gruppi informali
- accademica: legata ai valori della qualificazione e del successo scolastico
- delinquente: si pone come deviante
> esistono nei ragazzi modelli culturali autonomi dall'estrazione sociale, capaci di influire sui livelli di
apprendimento:
- modello maschile: caratterizzato da forme estese di socializzzazione spontanea esterne alla famiglia; è
definibile in relazione alla subcultura del divertimento. Tendenza a formare gruppi più ampi
- modello femminile: caratterizzato da una maggior presenza in casa, privilegia forme di espressività
individuali con elementi di creatività e riflessione; modello vicino alla subcultura accademica.
3. mass media
> i bambini e gli adolescenti di oggi sono definiti "Generazione M" a causa dell'uso dei media i quali,
grazie alla pubblicità, definiscono gusti e desideri della popolazione e presentano valori, modelli di
comportamento, credenze, norme che promuovono uno stile di vita consumistico (es. Disney e Viacom)
> hanno alterato la socializzazione dei bambini che per la prima volta hanno avuto accesso ad un mondo
di idee e situazioni tipiche degli adulti
> Non solo notizie o intrattenimento, ma una parte consistente della nostra vita quotidiana è veicolata
(mediata) dai media
> Trasmissione di informazioni che influenzano le nostre percezioni di ciò che è importante nella nostra
società.
> Interiorizzazione di tratti culturali: informazioni e conoscenze della cultura di riferimento permettendo
di interiorizzare valori e norme
> Influiscono la costruzione e stabilizzazione dell’identità (influencer ci danno modelli di comportamento,
stili di vita e di consumo, ecc). Cerchiamo di confermare la nostra immagine del mondo a partire dai
media
> Rappresentazioni mediali
> Influenzano, rafforzano o definiscono stereotipi di genere, pregiudizi etnici, di classe sociale
> per la loro immediatezza sono veicoli di autonomia
> Possono essere ambienti e strumenti di emancipazione
> I media sono protagonisti della costruzione della realtà, creando e diffondendo immagini e storie
concernenti tutti gli aspetti della vita umana;
> Il reiterarsi di queste narrazioni contribuisce alla strutturazione degli immaginari popolari, che sono
“repertori” di materiali simbolici (“pezzi” di conoscenza, cornici di significati, modelli di comportamento)
cui gli esseri umani attingono per:
- identificarsi, costruirsi spiegazioni dei fenomeni e degli accadimenti, elaborare regole e norme sociali.
- Nella vita quotidiana facciamo affidamento sulla rappresentazione dei fatti che ci forniscono queste
narrazioni tanto quanto sull’esperienza diretta, e nel far ciò ci costruiamo consapevolezze, opinioni,
credenze
> I media contribuiscono a un processo di pluralizzazione delle agenzie di socializzazione
> Quadro più complesso: cambiamento nel peso degli attori tradizionali (la famiglia, la scuola, il gruppo
dei pari, i mezzi di comunicazione di massa).
> La diffusione dei social ha modificato le relazioni e il ruolo delle altre agenzie di socializzazione
1. media come alternativa di socializzazione alla famiglia e alla scuola: offrono modelli di genere, di ruolo
e di valori indipendentemente rispetto a quelli che il bambino si possa vedere proposti dai propri genitori
o dagli insegnanti
2. le idee di infanzia e di età adulta sono modificate dalla presenza dei media: i media non consentono
all'adulto di decidere quando è tempo di parlare al figlio di certi temi, dato che molto probabilmente ne
sarà già venuto a conoscenza attraverso i media. Il risultato è un'adultizzazione precoce del bambino che
spiazza l'adulto
3. i media attivano il protagonismo didattico del bambino: da terminale passivo di informazioni a creativo
ricercatore di conoscenze
> di fronte ai mezzi di comunicazione di massa si adottano due atteggiamenti:
• apocalittici: la cultura di massa non segna una aberrazione transitoria e limitata, diventa il
segno di una caduta irrecuperabile, di fronte alla quale l’uomo di cultura (ultimo superstite della
preistoria destinato ad estinguersi) non può che dare una testimonianza estrema in termini di Apocalisse
- mezzi di comunicazione hanno causato la “scomparsa dell’infanzia”, a causa della loro “indifferenziata
accessibilità” che comporta una diffusione simultanea a tutti delle stesse informazioni
- la televisione è responsabile del cattivo funzionamento di famiglie e scuola a causa dei messaggi che
veicola, aggiungendo come i bambini molto piccoli vengono esposti a dei rischi a causa della loro non
ancora sviluppata capacità di distinguere le informazioni reali da quelle non reali
- Comparazione della televisione ai narcotici, affermando che “oscura il mondo reale” e distrugge le
capacità di pensiero intelligente, ritarda lo sviluppo intellettuale e favorisce la pigrizia fisica e
mentale, portando ad un
• integrati: stiamo vivendo un’epoca di allargamento dell’area culturale in cui finalmente si attua ad
ampio livello, col concorso dei migliori, la circolazione di un’arte euna cultura “popolare”
- posizione meno rappresentata rispetto all’apocalittica
- il bambino, quando si relaziona con la televisione, mette in campo la sua personalità, le
motivazioni e l’esperienza sociale: il bambino non è un soggetto passivo davanti a uno schermo
- l’accesso alle tecnologie multimediali, che presentano un’interfaccia interattiva, se utilizzate
adeguatamente, possono essere associate ad un uso attivo da parte del bambino.
- Apprendimento di nozioni culturali attraverso programmi specifici
---> effetti dei media: psicocognitivi, sociali e culturali dei media nei bambini e adolescenti
---> la scuola, adottando un atteggiamento costruttivo, ha il dovere di educare le nuove generazioni ad
interpretare i simboli della cultura, preparare i cittadini ad integrarsi in modo riflessivo nella società
fornendo loro gli strumenti per fruire in modo critico dei media consapevoli dei rischi che possono
comportare ma anche delle loro potenzialità formative. Inoltre, dal momento che i cittadini sono
sommersi da un'enorme massa di immagini è essenziale che la scuola aiuti i giovani a uscire
dall'analfabetismo dell'immagine
Identità
> la formazione e “stabilizzazione" dell’identità avviene nel processo di socializzazione
> il senso del sè: insieme di pensieri e sensazioni che si provano considerando se stessi come un oggetto.
- Ognuno di noi presuppone di avere/possedere una identità essenziale (core identity)
- Gli esseri umani sono coscienti di sè
- il senso del sè si sviluppa nel corso del tempo come prodotto della cultura nella quale siamo socializzati
e attraverso le nostre esperienze d'interazione sociale
• Psicologia: il sé corrisponde alla personalità.
• Goffman: il sé viene indossato come una maschera.
• James: il sé è plurale, può ancorarsi a qualsiasi oggetto\persona\attività\corpo, quindi è sconfinato
> il sè-specchio elaborato da Cooley:
- L'elemento più importante nella formazione della personalità soggettiva è l'interazione con gli altri
- Nell'interazione degli individui con il mondo, le persone creano il sè allo specchio. L'idea che il nostro
senso del sè si sviluppi come riflesso del modo in cui riteniamo che gli altri ci vedano
- capacità empatica e molte risposte emotive, fattori centrali nel modello di Cooley, sono funzioni innate
del nostro cervello
- “È il modo in cui immaginiamo di apparire agli altri, il modo in cui immaginiamo che gli altri ci
giudichino sulla base di tale apparenza, e un certo sentimento di noi stessi, come l'orgoglio o la
mortificazione”
- La nostra concezione del Sé si basa sull’immaginazione di come gli altri ci vedono
---> 3 elementi/fasi che, ripetute in tutte le interazioni, compongono il nostro Sé:
1. immaginazione di come appariamo agli occhi degli altri (percezione)
2. immaginazione del giudizio altrui su di noi (lo percepiamo dal linguaggio verbale e non verbale degli
altri)
3. Proviamo una sensazione che deriva dal giudizio immaginato (es: orgoglio o vergogna)
> L’effetto è proporzionale all’importanza che diamo all’altro per noi
> il sè delle persone è determinato dalle loro interazioni con gli altri quindi varia in funzione delle
persone con le quali interagiscono
> Ogni agenzia di socializzazione ricopre un ruolo fondamentale nell’essere specchio dandoci feedback
rispetto a come appariamo, dandoci giudizi e facendoci provare delle sensazioni attraverso le quali
costruiamo e formiamo la nostra identità, il nostro sé.
> È attraverso questi “specchi” che interiorizziamo il nostro posto nella società: quale feedback riceviamo
dalla scuola e dagli insegnanti? Quanto questi feedback influenzano la nostra percezione di essere
“bravi” studenti?
> Specialmente quando ricopriamo un ruolo significativo nei confronti di qualcuno (ad es. l’educatrice)
con cui interagiamo, è necessario essere consapevoli che saremmo per lui\lei specchio della sua identità.
Una etichetta offensiva, o uno scherzo fuori luogo, possono avere effetti negativi sulla autostima
individuale, specie nei soggetti più vulnerabili
> fino a che punto le persone siano in sintonia con i giudizi altrui è un fattore che può variare:
- nelle società tradizionai e nei contesti sociali comunitati con un numero ristretto di persone dove il
controllo sociale è più forte e le interazioni più frequenti: ci si preoccupa del giudizio altrui tsnto che il
proprio comportamento viene inibito
- nelle società moderne e post moderne cioè nei contesti sociali urbani impersonali nei quali domina
l'anonimato e il controllo sociale è meno forte: poca preoccupazione tanto da diventare auto referenziali
Mead: io e me
> La mente umana ed il sé hanno origine all’interno della società, non sono preesistenti ad essa. Il Sè
viene costruito attraverso l'interazione sociale nel corso della maturazione biologica e sociale (es. la
capacità di assumere la prospettiva degli altri ha inizio con la maturazione biologica verso i 9-14 mesi
quando i bambini riescono a monitorare lo sguardo cioè seguire lo sguardo di qualcuno per guardare la
sua stessa cosa)
> Il Sé è composto da due parti che dialogano continuamente:
- L’Io: la parte più impulsiva, spontanea, biologica, autodiretta, creativa, imprevedibile dell’identità. Non
è riflessiva ed esiste solo nel presente. Risposta non organizzata agli atteggiamenti di altri
- Il Me: è il senso del Sé appreso dall’interazione con gli altri ovvero la parte “socializzata”, le norme
interiorizzate, le idee su se stesso che l'individuo impara dagli altri (è una rappresentazione del mondo in
cui mi vedono gli altri). Rappresenta una società in miniatura, riprodotta nella mente umana.
---> la socializzazione comporta la ricerca dell'equilibrio fra io e me
> Mead ipotizzava che i bambini, nel crescere, passassero attraverso fasi di sviluppo sociale:
• Fase pre-gioco e dell’imitazione: fino a 2 anni di età; agire imitativo degli altri privo di significato,
perché il bambino non ha ancora sviluppato la capacità di assumere l'atteggiamento dell'altro, cioè non
condivide con gli altri le stesse interpretazioni simboliche. Sono atti “privi di significato”, il bambino non
comprende appieno ciò che sta facendo
• Fase del gioco libero (3 anni): fase più avanzata dell'infanzia; il bambino riesce a mettersi nella
posizione di un altro, ma non a connettere tra loro i ruoli di molteplici attori. I bambini impersonano altri
ruoli in un processo di semplice assunzione, che comporta al massimo 2 partecipanti (spesso
riconoscendo ruolo di mamma e papà). Ciò consente comunque la formazione iniziale del sè
• Fase del gioco di squadra, organizzato (6-7 anni): Interpretare il proprio ruolo e collegarlo a quelli degli
altri (immaginazione più completa della realtà sociale). In questa tappa successiva, agiscono insieme
molti giocatori (Es. chi gioca a calcio in una certa posizione deve avere in mente i ruoli di tutti i
partecipanti, sia della propria squadra che di quella avversaria). Allo stesso modo, in un contesto più
ampio, le persone devono avere in mente gli atteggiamenti organizzati dell'intera comunità
• Fase dell’altro generalizzato: La tendenza dell’individuo a interiorizzare gli atteggiamenti degli altri nei
suoi confronti e ad agire secondo le loro aspettative fa sorgere l’Altro Generalizzato
- Capacità di considerare i valori e gli orientamenti di una comunità in generale e non dei suoi singoli
componenti. (Es: Interiorizzazione di valori e credenze della propria cultura)
- Capacità di orientare la propria condotta in modo generale –e appropriato –rispetto alle aspettative di
coloro con i quali interagisce (Mead 1934\1966: 154)”: preoccuparsi di quello che pensa la gente,
distinguere giusto/sbagliato)
- È il maggiore strumento di controllo sociale, è quel meccanismo attraverso cui la comunità ottiene il
controllo sulla condotta dei singoli individui.
- Può variare da cultura a cultura
Migrazioni ed etnie
"La sedentarietà non è che una breve parentesi nella storia dell’umanità. Nei momenti essenziali della
sua avventura, l’uomo è rimasto affascinato dal nomadismo e sta ritornando viaggiatore”. J. Attali,
L’homme nomade
- La capacità migratoria umana è una delle ragioni per cui la nostra specie si è affermata sulle altre
- Le migrazioni sono antiche quanto l’umanità
- Le migrazioni costituiscono per la sociologia uno dei motivi di più profonda revisione paradigmatica,
concettuale, metodologica
---> come vanno intese le migrazioni?
> Processo dotato di una propria dinamica evolutiva che comporta adattamenti e mutamenti nel tempo
> Processo fisiologico sociale che crescerà sempre di più: è un obbligo gestirle, non rifiutarle
> Fatto sociale totale: ha ripercussioni umane, sociali, demografiche, culturali, economiche
> Funzione specchio: parla anche di “noi”, rileva le contraddizioni della società “ospitante”, i suoi
pregiudizi e i dati per scontato
---> perchè si emigra?
> Push factors (fattori di espulsione): Insieme delle problematiche interne al Paese d’origine che
spingono le persone a emigrare nella speranza di trovare migliori condizioni di vita.
> Pull factors (Fattori di attrazione): Elementi tipici dei Paesi di destinazione (come la maggior ricchezza)
che contribuiscono ad attirare i migranti ( è comunque una distinzione di comodo)
> Motivi macro-sociali: cause economiche, guerre, persecuzioni, discriminazioni.
> Motivi micro-sociali: ricongiungimenti familiari, progetti di vita individuali
La combinazione di questi fattori ha prodotto i seguenti modelli di regolamentazione dell'immigrazione:
> Modello storico: paesi con necessità di immigranti dove la loro presenza era incoraggiata a causa di
scarsità di manodopera (nel dopo guerra: Stati Uniti, Canada, Australia). Veniva garantito diritto di
cittadinanza ai nuovi arrivati.
> Modello selettivo: adottato dagli ex imperi coloniali (es: Francia e Gran Bretagna) favorendo l’entrata
di persone proveniente dalle ex colonie per mantenerne un controllo indiretto.
> Modello dei lavoratori ospiti: incoraggiava l’accesso temporaneo di persone immigrate per soli scopi di
manodopera necessaria nel mercato del lavoro senza riconoscere diritti di cittadinanza (Svizzera, Belgio,
Germania)
> Modello della chiusura: politiche contemporanee che di fronte a fenomeni migratori provenienti da
paesi poveri o in via di sviluppo applicano misure restrittive, respingenti generando fenomeni di
clandestinità . L’UE si è messa d’accordo su come bloccare i flussi piuttosto che sui temi dell’accoglienza e
dell’interazione
> Diaspora: processo di dispersione nel mondo di un popolo che abbandona il paese d’origine. I diversi
gruppi mantengono la propria identità culturale e spesso i legami con gli altri gruppi della diaspora. In
senso sociologico la diaspora produce un forte vincolo identitario. Cohen individua 4 categorie di
diaspora in base alle cause che la determinano:
- Diaspora della vittime: causata da eventi negativi e drammatici (caso degli ebrei)
- Diaspora dell’imperialismo: causata da sviluppo di un impero che ha portato le persone a lasciare il
proprio paese
- Diaspora dei lavoratori: causata dalla ricerca di lavoro in diversi paesi
- Diaspora dei commercianti: causata dalla volontà di creare reti commerciali internazionali
---> Dall’età classica, al medioevo e al rinascimento:
> La Genesi e l’Esodo sono testi sacri che parlano di migrazioni di gruppi di popolazioni
> Nell’antica Grecia, i meteci erano un gruppo di lavoratori e commercianti forestieri ammessi come
residenti (ma privi di diritti politici).
> Le invasioni barbariche possono essere considerate come migrazioni di popolazioni germaniche verso
l’Impero Romano.
> La prima e la seconda persecuzione romana (70 e 135 d.C.) portano alla diaspora ebraica.
> Repubbliche marinare italiane e commercio internazionale: Genova e Venezia ospitano commercianti
stranieri, distinti per nazionalità e organizzati in maniera sistematica
---> processi in atto:
> Accelerazione > Diversificazione > Femminilizzazione
> Preferenza razziale verso migrazioni dall’Est Europa (lavoratori dell’est sono più accettati rispetto
persone del Sud del mondo)
> Clandestinizzazione delle migrazioni
> Dalla criminalizzazione dei migranti a quella dell’accoglienza
> Ritorno e esternalizzazione delle frontiere europee verso il nordAfrica
> Securizzazione delle politiche migratorie
---> momenti delle migrazioni italiane:
> La grande emigrazione: 1876-1920 ha interessato tutta l’Italia ma in particolare le regioni del sud che
emigravano in mete oltre oceano come US, Brasile, Argentina per sfuggire alla povertà
> Il periodo di chiusura 1930-1945.
> Le emigrazioni della ricostruzione 1946-1975: Caratterizzata da fini lavorativi in quanto vi erano
condizioni migliori ma spesso si viveva in povertà
- Interna (da sud verso Milano, Torino, Genova);
- Europea (Francia, Belgio, Svizzera, Germania, Paesi Bassi, Svezia, Lussemburgo e Gran Bretagna) e
Extraeuropea (Argentina, Brasile, Australia). Dal 1946 al 1956 emigrano 5,6 milioni di italiani.
> Le nuove migrazioni (2000): Lasciano l’Italia non solo giovani specializzati, ma anche nuovi cittadini e
lavoratori meno qualificati. Mete prevalenti: le grandi metropoli europee (Londra, Berlino, Madrid,
Barcellona).
Multiculturalismo e interculturalità
> Multiculturalismo: riconoscimento, valutazione e protezione delle distinte culture che formano una
società. Non si pretende che i modelli della cultura dominante vengano adottati da tutti (assimilazione).
La multiculturalità si può esprimere anche in organizzazioni (aziende e università).
- Critica al multiculturalismo: le diverse culture sono intese come solide, unitarie internamente e dunque
facile da individuare. In realtà ogni cultura presenta al suo interno una varietà di sfaccettature. Non
esistono culture unificate sopratutto nel mondo post-moderno
> Interculturalità: propensione/disponibilità di ogni cultura di aprirsi alle altre. Scambio dinamico in
grado di arricchire ogni cultura a partire all’incontro-scambio con le altre. Non è una mera convivenza di
più culture in uno stesso territorio, ma una propensione attiva a mettersi in gioco. Processo complesso
che porta a mettere in discussione elementi culturali propri. È più facile sperimentarlo in situazioni
sociali (io-tu) che promuoverlo attraverso istituzioni sociali. La scuola dovrebbe essere l’agenzia di
socializzazione maggiormente propensa a stimolare tale interculturalità favorendo la scambio e
l’apertura tra diverse culture
- secondo Abdallah-Pretcelle la pedagogia interculturale è un approccio che aiuta ad affrontare i
problemi in modo più corretto basandosi su 3 assi principali:
1. oggettività- intersoggettività: la cultura deve essere vista come qualcosa che muta continuamente
nell'interazione
2. indentità-alterità
3. differenza-universalità: necessità di elaborare un universalismo delle differenze in grado di riconoscere
le specificità di ciascuno
---> l'attuale società multietnica comporta implicazioni sul piano educativo:
> La scuola può costituire strumento essenziale di comunicazione tra culture e di costruzione di una
nuova compresenza/convivenza tra culture diverse
> Interscambio culturale prevede contrapposizioni, complementarità, paradossi ma rappresenta l’unica
possibilità di realizzare una coesistenza
> L’ingresso degli studenti stranieri nella scuola può assumere tre forme:
1. Assimilazione: le minoranza immigrate vengono assorbite dalla cultura della società ricevente
- La lingua si limita a quella della cultura maggioritaria che deve essere appresa e superato il gap
linguistico
- Presenza di pregiudizio etnocentrico che “pretende” che la cultura ospitante venga assimilata in quella
della società ricevente (ottica monoculturale).
- La scuola (attraverso interventi formativi) dovrebbe “aiutare” i ragazzi delle minoranza ad
“abbandonare” la propria cultura d’origine vista come svantaggio da superare.
- L’obiettivo è quello di riprodurre la cultura maggioritaria
2. Separazione: mantenere le diverse culture divise
- Modello scolastico che impone l’autochiusura in ghetti per preservare l’identità originaria di ogni
cultura
- Richiesta di reti scolastiche separate sulla base dell’appartenenza etnicoculturale-religiosa
- La coesistenza di diverse culture nella stessa classe porterebbe l’azzeramento di tutte le specificità o il
loro riassorbimento a favore della cultura maggioritaria
- Pluralismo come mero accostamento di culture separate che consolida pregiudizi.
3. Interculturalismo: interazione tra culture
- Accettazione attiva e positiva della diversità culturale.
- Tra universalismo e particolarità
- La scuola deve prevedere un’ampia pluralità attraverso l’arricchimento reciproco frutto dell’interazione
tra culture diverse.
- La scuola non cerca di nascondere conflittualità ma le affronta per una migliore comprensione
- È proposta pedagogica che vale per tutti: non è destinata solo agli immigrati
---> prospettiva inteculturale nella scuola italiana:
> Come è composta una classe scolastica utilmente eterogenea che consente un apprendimento di tutti
gli alunni?
- Gli stranieri non dovrebbero superare un quarto o un terzo del totale della classe.
- Pericolo ghettizzazione: concentrazione degli stranieri in poche scuole
> In Italia, fin dall’inizio dell’immigrazione non state realizzate classi speciali per alunni stranieri che è
stata una conseguenza dell’abolizione a metà anni 70 della classi differenziali e scuole speciali per alunni
in difficoltà o con disabilità.
- La scuola viene pensata come un’istituzione nella quale l’incontro tra culture è protetto e gestito
sopratutto se comparato con la situazione esterna.
- Il modello dell’educazione interculturale adottato è un quadro formativo volto a ripensare l’insieme
delle pratiche educative.
> Tuttavia, il ministero dell’istruzione pur facendo riferimento a direttive internazionali sulla questione ha
lasciato e continua a lasciare ampio spazio di interpretazione a singoli istituti e insegnanti.
- Mancano procedure standardizzate sul coordinamento delle prospettiva interculturale
- Mancano procedure di verifica e validazione delle scelte fatte
- L’iniziativa non può essere lasciata ai singoli
Alterità e l'Altro
> Alterità, come sinonimo di diversità, indica la differenza tra due entità. Derivato dal latino alter,
diverso.
- non è una dimensione assoluta ma sempre relazionale
- è in grado di criticare il dato per scontato del gruppo in cui entra.
> L’altro o lo straniero non è semplicemente l’immigrato, ma chiunque entra in un nuovo gruppo e cerca
di essere accettato in esso (le minoranze di genere e di orientamento sessuale, le persone disabili, le
differenze linguistiche e culturali, le differenze generazionali e quelle legate agli stili di vita, le differenze
di religione, ecc)
- definisce i confini del “Noi”: parlare degli altri è un modo di parlare di noi, dato che la narrazione non
può sfuggire alla polarità loro\noi che costituisce il suo framework ineliminabile.
> Urgenza classificatoria e definitoria attraverso categorie: la condizione del migrante/ immigrato
esercita sull’individuo dei vincoli e può rappresentare uno stigma, imprigionando le persone in
etichette/definizioni.
> Nel linguaggio comune c’è una valenza negativa della diversità/alterità che spesso è peggiorativa o
pietistica (immigrati, extracomunitari, clandestini, disperati, ecc)
> Tuttavia, il migrante ben incarna le contraddizioni della post-modernità rappresentando possibilità-
instabilità
---> Chiamiamo immigrati-extracomunitari dei giapponesi/coreani/svizzeri/canadesi e ecuadoriani?
> L’extracomunitario è una categoria da noi declinata rispetto alla ricchezza (paesi del nord-paesi del
Sud): tendiamo a non percepire/chiamare “immigrati” coloro che vengono da paesi sviluppati (nord del
mondo), o che sono benestanti, le persone famose (artisti, sportivi, ecc) i commercianti (anche se
vengono da paesi meno sviluppati)
> Chiamiamo immigrati gli stranieri che vivono nel nostro paese e che vediamo/definiamo come poveri.
Ciò comporta una doppia alterità (stranieri/poveri)
> Immigrati: tra pietismo e sicurezza: in ogni caso sono percepiti come meno moderni, meno civilizzati,
meno sviluppati, “inferiori” di noi
🠗
> Pregiudizio: opinioni o atteggiamenti pre-concetti costruiti socialmente nei confronti di un individuo o
di un gruppo. Stando all'ipotesi del contato di Allport, il contatto tra membri di gruppi diversi può ridurre
il pregiudizio se è protratto nel tempo, se coinvolge gruppi di uguale status aventi obiettivi comuni e se
viene approvvato dalle autorità
- si fondano su stereotipi: generalizzazioni distorte, infondate ma rigide e tendenzialmente immutabili di
un gruppo senza riconoscere specificità individuali. Fra pregiudizio e discriminazione non c’è una
correlazione lineare. Possono essere positivi o negativi e quest'ultimi possono essere alimentati dai mass
media
> Discriminazione: comportamento effettivo di esclusione, oppressione o limitazione all’accesso di
risorse nei confronti di un gruppo. Conferisce vantaggi a un gruppo senza causa giustificabile
🠗
> Etnia: una comunità caratterizzata da una tradizione culturale condivisa, che deriva spesso dalla
credenza in un’origine e una patria comuni. Comprende lingua, costumi, simboli, cibo, prodotti/oggetti
culturali. Si tratta di un costrutto culturale che esiste solo nella misura in cui viene accolta dalle persone.
All'interno di una società possono sviluppparrsi processi di etichettamento etnico che non trovano
consenso nel gruppo al quale sono rivolti
> Gruppo minoritario (o minoranza): un insieme di persone che subiscono degli svantaggi e hanno meno
potere per via di caratteristiche fisiche o culturali identificabili. Non corrisponde necessariamente ad una
minoranza numerica
- considerata come gruppo, una minoranza tende ad avere redditi più bassi , istruzione inferiore e
un'influenza politica minore
- sono consapevoli del proprio status
- potrebbero trovare piena accettazione e parità di status con il gruppo maggioritario oppure potrebbe
essere soggetta ad un diffuso pregiudizio e discriminazione
- possono reagire al predominio del gruppo maggioritario di diversi modi:
1. ritiro: allontanamento fisico volontario come risposta alle forme di oppressione e segregazione (es.
negli usa la grande migrazione degli afro americani da sud a nord del Midwest)
2. integrazione: fusione con il gruppo dominante e abbandono da parte dei migranti dei propri usi e
costumi per adeguarsi ai valori e stili di vita della maggioranza
3. adozione di un altro codice: espressione coniata da Anderson che consiste nell'adeguarsi alle
aspettative sociali della maggioranza creando un'autopresentazione di facciata pur mantenendo
un'identità segreta
4. resistenza: presa di posizione attiva contro la discriminazione operata dalla maggioranza
> Gruppo maggioritario: un insieme di persone che godono di privilegi e hanno un maggiore accesso al
potere per via di altre caratteristiche fisiche e culturali.
- come gruppo, le maggioranze dominano la società. Ha più risorse e più potere
- danno per scontato il proprio status e sono inconsapevoli dei privilegi che hanno
> in una società che adotta il pluralismo, gruppi etnici e razziali coesistono in parità di condizioni e hanno
la stessa dignità sociale
- ibridazione: processo con cui un gruppo maggioritario e minoritario si fondono per formare un nuovo
gruppo (avviene con i matrimoni misti)
- assimilazione: processo tramite il quale i membri di un gruppo minoritario adottano la cultura del
gruppo maggioritario. Spesso è parzialmente volontaria e coercitiva
- segregazione: consiste nel mantenere fisicamente e socialmente separati i diversi gruppi sociali
attribuendo loro grandi differenze di potere e prestigio. Bauman ha parlato di una strategia
antropoemica fondata sulla necessità di escludere gli stranieri da ogni contatto con i suoi abitanti
- genocidio: eliminazione sistematica di un gruppo di persone in base alla loro razza, etnia, nazionalità o
religione. Tentativo di un gruppo maggioritario di sterminare un gruppo minoritario
---> la split labor market theory afferma che i conflitti etnici e razziali emergono spesso quando due
gruppi di etnia o razza diverse competono per gli stessi posti di lavoro. I membri di un gruppo possono
vedere quelli di un altro una minaccia
- il capro espiatorio è un individuo o un gruppo falsamente accusato di aver creato una situazione
negativa. Tal volta le persone quando sono frustrate della propria incapacità di superare le difficoltà,
cercano spiegazioni semplicistiche dei propri problemi identificando un capro espiatorio
Etnie e minoranze
> Etnocentrismo: Atteggiamento per cui una cultura diversa viene giudicata con le categorie della
propria cultura come unico punto di riferimento per valutare e comprendere il mondo, ignorando o
sottovalutando le ricchezze e le complessità delle altre culture.
> Xenofobia: Irragionevole timore o odio per gli stranieri o per persone di una cultura diversa. Si
manifesta attraverso atteggiamenti negativi, paura, discriminazione o odio.
> Relativismo culturale: Atteggiamento per cui una cultura diversa viene giudicata attraverso le proprie
categorie/standard. Sforzo interpretativo di spogliarci nei nostri standard di riferimento per riconoscere i
loro.
🠗
> Razza: categorie di persone che hanno in comune delle caratteristiche fisiche socialmente significative
come il colore della pelle
- Non esistono razze ma una gamma continua di variazioni fra individui dei diversi gruppi
- La razza è un costrutto ideologico e culturale
- le teorie scientifiche della razza avanzarono tra la fine del 18 sec e l'inizio del 19 sec parallelamente al
rafforzamento del colonialismo e dell'imperialismo europeo
> Razzista: chi crede nella superiorità o inferiorità delle razza ovvero con una spiegazione biologica
> Razzismo: convinzione che una razza sia intrinsecamente superiore a un’altra
- nasce come pratica molto prima che ci sia un termine, una categoria che ne designi l’atto
- Termine usato per la prima volta nell’800 per designare le teorie biologiche e politiche che affermavano
una gerarchia razziale basata su caratteri fisici immutabili
- Di uso comune dagli anni’30, dal 1938 lo usa il fascismo come termine positivo.
- Si sviluppa soprattutto in Occidente per giustificare i processi di colonizzazione.
- Le teorie razziste insistono sul concetto di purezza: inclusione vs. esclusione e pericolo di
contaminazione.
- Alla costruzione delle teorie razziste contribuiscono religione, scienza e politica
- è un fenomeno complesso che si incrocia con altre forme di discriminazione
- In parte è socialmente legittimato
- L’Italia e l’Europa non hanno mai elaborato un trauma culturale relativo ai processi di colonizzazione,
mentre hanno definito sé stesse a partire dal trauma dei totalitarismi (Olocausto, stalinismo)
- Invito a decolonizzare il nostro punto di vista sull’alterità.
- fenomeno che evolve e si “adatta”
- la nozione scientifica di ‘razza’ ha legittimato scientificamente e ideologicamente il fenomeno del
razzismo.
- Sistema di classificazione biologica fortemente etnocentrico e occidentale che individua 4 sotto specie
di homo sapiens (inventati da Linnaeus) contraddistinti da tratti somatici e da particolarità caratteriali:
• Europeanus: pelle bianca, creativo, rispettoso delle leggi
• Americanus: pelle ambrata, ostinato, facile all’irà e legato alle tradizioni
• Asiaticus: pelle giallognola, avido e schiavo delle opinioni
• Africanus: pelle scura, pigro, negligente, governato dall’impulso
---> razzismo moderno, democratico, del senso comune:
> Il nuovo razzismo è un razzismo dell'epoca della "decolonizzazione" [...] [Si inserisce] nel quadro del
"razzismo senza razze" [...] È un razzismo il cui tema dominante non è l'ereditarietà biologica, ma
l'insormontabilità delle differenze culturali, un razzismo che, a prima vista, non postula la superiorità di
certi gruppi o popoli rispetto ad altri, ma "solo" la dannosità dell'abolizione delle frontiere,
l'incompatibilità degli stili di vita e delle tradizioni; in breve, è quello che P. A. Taguieff ha giustamente
chiamato razzismo differenzialista (Balibar e Wallerstein 1991, 21)
> In contrasto con ciò che viene definito il razzismo ‘vecchia maniera’ (old-fashioned), contraddistinto da
forme dirette di espressione e azione, le nuove forme di razzismo hanno progressivamente assunto le
caratteristiche del razzismo democratico, ovvero discorsi e pratiche discriminanti spesso non intenzionali,
che provengono da soggetti convinti della loro adesione a valori democratici di eguaglianza e che non
credono di avere pregiudizi (Dovidio, Gaertner 1998)
• razzismo vecchio stile:
- sono a favore di una forte apertura delle leggi sulla casa che permetta alle minoranze di affittare o
acquistare, anche quando il proprietario non vuole affittare o vendere
- è una cattiva idea per i neri e per i bianchi sposarsi l'uno con l'altro
- è stato sbagliato per la Suprema Corte degli Stati Uniti mettere fuori legge la segregazione nella sua
decisione del 1954
- sono a favore di una piena integrazione razziale
- la gente di colore non è intelligente come i bianchi
• razzismo moderno:
- il padre è considerato Arthur che distingue 3 tipologie di razze umane: pelle bianca, nera e gialla.
Gobineau sostiene la superiorità dei bianchi; Blumenbach sostiene che ad essere stati creati da dio sono
stati i caucasi, termine usato anche oggi come sinonimo di bianco
- questi sistemi di classificazione andavano a braccetto con l'essenzialismo razziale ovvero l'idea che
differenze naturali separino le razze
- è facile comprendere la rabbia della gente di colore negli Stati Uniti
- i neri hanno maggiore influenza sulla disgregazione scolastica di quanto dovrebbero avere
- le strade non sono sicure in questi giorni senza un poliziotto in giro
- i neri stanno diventando troppo pressanti nelle loro richieste per eguali diritti
- nel corso degli ultimi anni i neri hanno ricevuto concessioni economiche che non meritavano
- nel corso degli ultimi anni il governi e i giornali hanno tenuto nei confronti dei neri un atteggiamento
più rispettoso del dovuto
---> l'inuguaglianza etnica e razziale si produce con la discriminazione istituzionale che deriva
dall'organizzazione strutturale, dalle politiche e dalle procedure di istituzioni
Genere e sessualità
- Le donne non hanno potuto partecipare ufficialmente alle maratone degli Stati Uniti fino al 1971 e alle
maratone olimpiche fino al 1984
> Sesso: distinzione biologica tra maschi e femmine.
• È determinato dalle specificità nei caratteri che, all’interno della specie umana, contraddistinguono
soggetti diversamente preposti alla funzione riproduttiva: l’apparato genitale (maschile e femminile) e i
livelli ormonali. Gli attributi dell’uomo e della donna riconducibili alle loro caratteristiche biologiche.
• una combinazione XX produce una femmina, XY un maschio
• caratteri sessuali primari: genitali e organi riproduttivi; caratteri sessuali secondari: pelosità sviluppo
del seno
• differenze sessuali assolute: includono quelle che hano a che fare con la riproduzione; le differenze
sessuali relative riguardano il fattoc he sia uomini che donne hanno gli stesi ormoni ma in misura diversa
• persone intersessuate: individui nati con un'anatomia riproduttiva o sessuale mista
• la sessualità indica i desideri, comportamenti e l'identità sessuale di una persona
- Foucault affermò che gli scienziati iniziarono a studiare i comportamenti sessuali verso la metà del 19
sec per la concentrazione nelle grandi città neoindustrializzate di popolazioni sempre più eterogenee
- da un lato possiamo considerare gli esseri umani come animali superdotati per i quali il sesso è
un'attività biologica naturale necessaria alla riproduzione; dunque in quest'ottica si chiama in causa la
natura per emettere giudizi su ciò che sarebbe un'attività sessuale normale
- dall'altra parte il comportamento umano è il prodotto della cultura oltre che della biologia e in questo
senso la sessualità umana è un insieme di pratiche socialmente regolate che variano da una cultura
all'altra
- tutte le culture tuttavia hanno una qualche forma di tabù dell'incesto, una norma che vieta relazioni
sessuali tra determinati parenti per evitare il rischio di tare fisiche e mentali. Il tabù promuove
l'integrazione sociale e riduce il conflitto all'interno della famiglia
---> i sociologi dunque sostengono che la sessualità ha una base biologica ma varia da una cultura
all'altra
- teoria queer: afferma che le identità sessuali sono socialmente costruite e quindi durante la vita di una
perosna si evolvono e possono essere modificate
- identità sessuale: designa il nostro Sè in relazione al tipo di attrazzione sessuale che proviamo nei
confronti degli altri
1. eterosessuali: attratti da persone del sesso opposto
2. omosessuali: attratti da persone dello stesso sesso
3. bisessuali: attratti da persone di entrambi i sessi
4. asessuali: non sono attratti sessualmente da nessuno
> eterosessismo: atteggiamenti che indicano la convinzione che tutti siano eterosessuali
> omofobia: disapprovazione, paura, ostilità e discriminazione verso LGBT
> Genere: l’insieme delle aspettative culturali, socialmente costruite, che si associano agli uomini e alla
donne. Si tratta di un costrutto sociale che si forma nella cultura am che viene a far parte del Sè di una
persona
• Processi con i quali la società trasforma i corpi sessuati in identità, ruoli e compiti, differenziando
socialmente le donne dagli uomini anche attraverso l’imposizione e la legittimazione di comportamenti
distinti, “appropriati”, “culturalmente approvati”.
• evidenzia il modo in cui la base sessuale viene elaborata, riconosciuta socialmente, storicamente e
culturalmente. Il genere è una costruzione sociale
---> I due elementi interagiscono, ma non coincidono: essenzialismo vs. costruttivismo
---> il genere come costruzione sociale:
> Naturalizzazione delle differenze: trasformazione della differenza biologica in differenze di ruoli e
sociali: ciò ha sancito il diverso coinvolgimento dei due sessi nelle sfera del lavoro familiare e delle
attività produttive.
> Dato che la differenza sessuale è considerata naturale, la società proietta sui soggetti definizioni della
situazione che a partire dagli attribuiti sessuali assegnano ai soggetti caratteristiche più ampie relative ad
aspetti culturali come le competenze e capacità, aspetti emotivi o inclinazioni
> La maggior parte delle differenze che associamo agli uomini e alle donne sono prodotte culturalmente e
non hanno una base biologica. I bambini nascono con le caratteristiche biologiche di un sesso o di un
altro, ma non ereditano una comprensione "naturale" di come agire "maschile" o "femminile".
> Il ruolo delle agenzie di socializzazione: interiorizziamo aspettative riguardo al genere che ci portano a
vedere il mondo con categorie che ci appaiono “naturali”. Dalla nascita, i genitori socializzano bambine e
bambini in ruoli di genere separati attraverso differenze di tatto, risposta emotiva, attività di gioco, sport,
scelte di giocattoli e libri. I bambini sono guidati da sanzioni positive e negative, che agiscono per
ricompensare o reprimere determinati comportamenti. Mascolinità e femminilità si apprendono a
scuola, nei discorsi, nelle attività di gioco, in famiglia, nelle relazioni con i fratelli e con i pari.
---> identità di genere: Identificazione di una persona in una donna o in un uomo o in una combinazione
dei due
> Il genere non coincide con il sesso: la biologia non determina l’identità di genere la quale è appresa e
può variare da cultura a cultura
> Espressività di genere: modo in cui una persona comunica la propria identità di genere agli altri tramite
il comportamento, l’abbigliamento, l’acconciatura e altre forme comunicative
> La differenziazione tra sesso e genere è ben espressa dalle persone Transgender ovvero da una
persona che s’identifica in un genere diverso da quello associato al suo sesso.
> Transessuale: persona che si sottopone a interventi di ricostruzione degli organi sessuali (assieme a
trattamenti ormonali) per modificare il proprio aspetto fisico (da transgender a transessuale)
> ordine di genere: insieme delle relazioni, norme e rappresentazioni che danno forma a determinati
modi di essere del maschile e del femminile in una società. Connell individua 3 dimensioni che nella loro
interazione danno vita a diversi ordini di genere:
1. lavoro: riguarda la divisione sessuale del lavoro nella sfera pubblica e privata
2. potere: rapporti di autorità e gerarchie che si costruiscono nelle istituzioni sociali
3. catessi: dinamica dei rapporti intimi, affettivi, sessuali
Connel sottolinea come in ogni società si produca una maschilità egemone, una femminilità enfatizzata e
una maschilità e femminilità subordinata
> Ruolo di genere: serie di aspettative sociali relative ai comportamenti e agli atteggiamenti che si
basano sul sesso di una persona e contribuiscono a formare la nostra identità. Differenzia uomini e
donne in base a:
- aspetto: acconciatore, abbigliamento, gioielli
- attività: cucinare, pulizie domestiche, cucire, usare il martello, attrezzo elettrici
- comportamento/emozioni: durezzasensibilità
- aspirazioni: a quale futuro lavorativo/professionale ambire?
---> il genere tra potere e disuguaglianze:
- Come l’etnia e la classe sociale anche il genere comporta relazioni sociali e dinamiche di potere tra
uomini e donne sancendo la superiorità maschile
- Le differenze di genere e la posizione privilegiata degli uomini non è messa in discussione e quando
visibili vengono percepite come immodificabili in quanto legato al sesso.
- Sessismo: l’ideologia secondo la quale un sesso è superiore all’altro
> il genere viene creato attraverso il processo di costruzione dell'identità di genere, cioè la produzione
del genere tramite le interazioni che prendono forma in determinati ambiti sociali; quindi le idee sul
genere possono essere modificate sia nelle interazioni individuali che nei contesti istituzionali.
- Le persone costruiscono socialmente l'identità di genere ma quest'ultimo viene anche imposto nel
contesto delle strutture sociali e delle istituzioni
- la socializzazione di genere inizia con la nascita
- la socializzazione tra pari può rafforzare le distinzioni di genere inducendo una persona a sviluppare un
sesnso del Sè correlato ad un gruppo di persone dello stesso genere e a prendere le distanze dall'altro
> Le differenze biologiche fra uomini e donne hanno assunto, nella società umana, un significato
culturale, segnato da una diseguale distribuzione delle risorse materiali e simboliche. Le disuguaglianze
di genere si verificano:
- nella distribuzione del tempo (time budget),
- nell’accesso al mondo del lavoro (mansioni, reddito, forme d’impiego),
- nell’esercizio della violenza,
- nel linguaggio,
- nella socializzazione a modelli di mascolinità e femminilità dominanti
Dati statistici
- Inattività: 25% uomini, 44,6% donne.
- Le donne svolgono il 71% del lavoro non retribuito, contro il 29% degli uomini.
- Accettano più spesso congedi, part-time, forme precarie.
- Quando lavorano entrambi i coniugi, il 67% dei lavori domestici comuni è svolto dalle donne. Quando
lavora solo l’uomo l’80, 6% dei l.d.c. è svolto dalle donne (era l’89,6% nel 1989).
- Nel 2016, 30.000 donne si sono dimesse per impegni famigliari
---> scuola e genere:
> Educazione sessista. Stereotipi di genere nei libri delle elementari testimoniati da un'analisi linguistica
dei libri di testo di 4° elementare che mostrano focus su aggettivi utilizzati per i personaggi maschili e per
quelli femminili.
- Gli uomini sono “audaci”, “coraggiosi”, ma anche “irosi” e “violenti” che è una componente negativa
ma, il concetto dominante è la forza. I personaggi maschili si muovono in spazi aperti e liberi, lavorano e
si mostrano in pubblico.
- Le donne sono “vanitose”, “pettegole”, oppure “dolci”, “sensibili” e “fragili””. La dimensione per la sfera
femminile è la debolezza. I personaggi femminili tendono a stare “in casa con il grembiule”
- Martin ha scoperto che le scuole dell'infanzia aiutano i bambini a sviluppare un'identità di genere
modificando il loro rapporto con il prorpio corpo. La scuola inoltre rinforza le differenze di genere
attraverso la scelta del programma
---> media e genere:
> Pubblicità che non presentano solo giocattoli ma suggeriscono modalità e modelli di gioco,
ambientazioni e stili di vita, riproducendo stereotipi di genere
> pubblicità sessiste in cui il corpo femminile viene usato come oggetto per sponsorizzare dei prodotti
- #DlInfrastrutture vieta qualsiasi cartellone di stampo sessist
> Pubblicità e fiction si adattano a stereotipi di genere o li rafforzano. Nei confronti delle donne
sottolineano: magrezza, debolezza, emotività
- Relative Size. Il peso sociale è espresso tramite le differenti “dimensioni” e ruolo dei protagonisti.
- Tocco femminile. le donne accarezzano, toccano gli oggetti, gli uomini li usano
- Function Ranking: quando si rappresentano uomini e donne che collaborano a un computo, l’uomo
occupa la posizione gerarchica più importante.
- Ritualization of Subordination: la donna è rappresentata in posture del corpo e del viso di
sottomissione, ringraziamento, richiesta di protezione.
- Licensed Withdrawal: le donne vengono più spesso rappresentate come spaesate, distratte, distaccate
dalla situazioni, in termini fisici o mentali
> ambito sportivo: estetizzazione del corpo maschile che si concentra sulla performance
> i mezzi d'informazione tendono a rappresentare il maschio associato a dimensioni economiche e
politiche
> il modello di mascolinità è unico e acerbato
Asimettria di potere di genere
---> Si definisce stratificazione di genere la distribuzione sistematica e ineguale di potere risorse tra
uomini e donne all'interno della società
> Il patriarcato: un sistema sociale dominato dagli uomini dove questi occupano quasi tutte le posizioni
di potere politico-economico, giuridico, amministrative (macro) e familiari (micro) e beneficiano di
aspettative sociali che limitano il ruolo delle donne. La famiglia è costruita sul ruolo centrale dell’uomo-
padre, mentre la donna è funzionale alla figure del padre.
- Viviamo in una società nella quale il maschio ha descritto e delineato la donna: la scienza, la filosofia, la
politica, l’arte, lo sport, l’economia, ecc. sono dominati dagli uomini.
- Il patriarcato è radicato dentro di noi, è ovunque e dato per scontato, ne siamo immersi e non
riusciamo a prenderne consapevolezza se non nei momenti di rottura
- Huber afferma che il predominio maschile è dovuto alle differenze legate al sesso (al ruolo tradizionale
delle donne) definito dal rapporto con la maternità
> matriarcato: sistema sociale dominato dalle donne che non si traduce però in una forma di dominio o
sopraffazione del femminile sul maschile, ma va inteso come "origine delle madri", una società fondata
sulla collaborazione e l'equilibrio tra i generi
> il differenziale retributivo di genere è un indice che misura la differenza tra lo stipendio degli uommini
e delle donne che svolgono un lavoro dipendente. Si distingue tra Unadjusted gender pay gap quando
viene considerato solo il salario medio, Adjusted gender pay gap quando vengono considerati anche i
fattori che influenzano il salario come le mansioni svolte, il numero di ore lavorate...
- la discriminazione nei luoghi di lavoro è un dato di fatto; risultato di questa discriminazione è il soffitto
di cristallo, la barriera creata dal sessismo individuale e istituzionale che impedisce a donne qualificate di
raggiungere livelli elevati nella struttura manageriale
- il pregiudizio di genere si determina a livello inconscio
- Laura Balbo coniò nel 1978 l'espressione "doppia presenza" per indicare la duplice responsabilità che
grava sulle donne nelle società contemporanee: verso lavoro e famiglia. Hoschschild e Machung
rilevarono che le donne che lavorano a tempo pieno, al loto ritorno fanno un secondo turno dovendosi
occupare di casa e figli
- Fuwa ha scoperto che il livello delle disuguaglianze di genere in una società tende ad influenzare il
modo in cui le coppie negoziano la suddivisione dei propri compiti
- recentemente si sta passando ad un approccio basato sulla condivisione, processo tramite il quale le
donne e gli uomini vengono messi nella condizione di assumersi compiti di cura. Inoltre, con il termine
gender mainstreaming si fa riferimento all'approccio promosso dall'Unione Europea per indicare la
necessità di tenere conto, nelle politiche pubbliche, della dimensione di genere e quindi della necessità
di promuovere la condivisione
---> conseguenza e causa di queste disuguagglianze è la violenza sulle donne:
- la violenza domestica può essere definita come un comportamento violento che viene usato da una
persona per acquisire o mantenere il potere e il controllo sul proprio partner sessuale. Include
qualunque comportamento che intimida, manipola, isola, umilia, costringe, minaccia, speventa qualcuno
- Lacan e Bordieu sottolineano come la radice della violenza sulla donna sia la sua oggettivazione da
parte dell'uomo che la concepisce come oggetto di sua proprietà; la violenza scatta nel momento in cui la
donna si sottrae a tale rappresentazione e "non si fa trovare dove l'uomo la posiziona"
- un'altra forma di violenza organizzata contro le donne è il traffico di esseri umani, in cui una rete
criminale recluta, sequestra e trasporta persone trattenendole contro la loro volontà per sfruttarle
sessualmente o come manodopera coatta
- rientra tra le forme di violenza anche la mutilazione dei genitali femminili che implica una serie di
procedure volte a rimuovere parzialmente o totalmente i genitali esterni delle donne senza anestesia
- i governi, ignorando l'aggressione sessuale, evitando di far approvare o applicare leggi che la evitano,
rientrano in questo crimine
---> altra forma di discriminazione legata al genere è costituita dalle molestie sessuali:
- si tratta di proposte, ricieste di favori sessuali e molestie verbali di varia natura
- alcune forme di molestie coinvolgono l'abuso di potere: casi di scambio in cui si propone qualche
beneficio in cambio di favori sessuali
Genere in sociologia
> il genere ha avuto un ruolo marginale nella prima sociologia; un eccezzione è rappresentata dalla
teoria critica della stratificazione di genere sviluppata da Engels che collegò la stratificazione di genere
all'ascesa della proprietà privata e delle classi sociali. Egli definì ingiusta la disuguaglianza di genere;
grazie al suo lavoro l'emancipazione delle donne divenne un obiettivo per molti movimenti politici di
orientamento socialista
> verso la metà del XX sec, Parsons si interessò ai ruoli sessuali. Evidenziò la tensione esistente tra i
diversi ruoli che la donna americana della classe media ricopriva. Parsons accettava l'idea che la
specializzazione dei ruoli tra i sessi avesse un'importante funzione.
- Il lavoro retribuito riteneva avesse un a funzione strumentale e la famiglia una funzione espressiva.
- Parsons ritiene che la separazione dei ruoli tra i sessi riduce la competizione tra mrito e moglie per il
primato all'interno della famiglia
> le teoriche del femminismo ritenevano non ci fosse motivo per cui un individuo non potesse svolgere
sia funzioni strumentali che espressive. Ritenevano inoltre che le argomentazioni funzionaliste
ignoravano la realtà: in primo luogo molte donne facevano già parte della forza lavoro, in secondo luogo
il modello di vita familiare a cui Parsons faceva riferimento, si limitava alla classe media che dominava
negli Stati Uniti a metà del XX sec.
> il femminismo è una filosofia che promuove l'uguaglianza sociale, politica ed economica tra uomini e
donne.
- femminismo di prima ondata: si concentra negli stati uniti e nel regno unito tra la fine del XIX sec e
l'inizio del XX sec, quando le attiviste che lottavano per i diritti politici e civili delle donne ottennero il
diritto di voto. Obiettivi: abrogazione delle leggi discriminatorie, più accesso all'istruzione superiore,
controllo delle nascite
- femminismo di seconda ondata: fase di intenso attivismo degli anni 60 e 70 quando le femministe
affrontarpono problemi legati alle disuguaglianze di genere, tra cui la discriminazione nell'ambiente di
lavoro e nell'educazione, gli stereotipi di genere nella cultura popolare, i ruoli restrittivi di genere, diritti
riproduttivi e la libertà sessuale. Queste attiviste formarono la National Organization for Woman
- femminismo di terza ondata: attivismo iniziato negli anni 90. Oggi promuove l'autoemancipazione e
l'autostima sessuale, enfatizza l'eterogeneità nelle esperienze delle donne e include una sovversione
ironica della cultura popolare
> Stonewall Riots: i gay erano scesi in piazza per rivendicare i propri diritti: Tale vicenda coinvolse i gay di
pelle bianca
Media e consumi
> Media è il plurale di medium ovvero "ciò che sta in mezzo": processi tecnologici che permettono di
comunicare tra chi invia e chi riceve il messaggio
- I media permettono la comunicazione individuale, solitamente tra persone che si conoscono, dove il
contenuto tra chi produce e riceve è privato.
i media digitli sono strumenti in cui e con cui i diversi attori costruiscono la propria identità
- Mass media (Blumer 1939, il termine entra nell'uso comune solo negli anni 60' in Italia): quando
raggiungiamo pubblici molto vasti, anonimi e spersonalizzati, dove il contenuto è pubblico ovvero a
disposizione di tutti. Es. televisione, film , riviste, usati da 50 milioni di utenti
---> Le caratteristiche dei mass media tradizionali (libri, quotidiani, riviste, film,programmi televisivi,
radio):
- comunicazione da un emittente (singola fonte) a molti (a un pubblico chimato target): si parla di
broadcasting
- destinatari anonimi: non sappiamo niente dei destinatari, sono spersonalizzati
- comunicazione monodirezionale: fonte produce un messaggio lo trasmette e il pubblico, in modo
passivo lo può solo ricevere, non può replicare, rispondere. Non c'è interattività tra fonte e ricevente
- distinzione tra produttori e fruitori: ruoli sono fissi e immobili
---> Le caratteristiche dei “nuovi” media (contenuti audio, video, testo di diversa natura che sfruttano
solitamente la connessione internet):
- comunicazioni da molti a molti: socialcasting. Rete ampia di comunicazione dove ognuno può
trasmettere a tante fonti diverse ed è difficile distinguere chi produce e chi riceve
- destinatari diventano ibridi e molteplici: emittente noto, pubblico anonimo non è più applicabile ma gli
spettatori sono attivi (ognuno di noi può creare musica, creare video su youtube, possiamo interagire
con i politici)
- comunicazione interattiva: si può commentare ecc.
- meno distinzione tra produttori e fruitori
> Le teorie sugli effetti dei media: questione che ha origine tra le due guerre
- influenza delle teorie comportamentiste: il rapporto tra il messaggio e il suo destinatario viene pensato
nei termini di uno stimolorisposta;
- la società è un aggregato di individui omologati e allo stesso tempo isolati, cioè incapaci di reciproca
determinazione nella scelta dei comportamenti.
• anni 20-40: medi onnipotenti in grado di piegare qualsiasi volontà. Breve termini ma effetti potenti.
Comunicazione univoca e trasmissiva
• anni 40-60: studi empirici sull'effetto dei media. Breve termini ed effetti limitati
• anni 70: riscoperta dei media potenti. Studi su effetti cognitivi, influenza dell'opinione, credenze,
ideologie e schemi culturali. Effetti a lungo termine
• anni 80: capire come le persone utilizzavano i media. Influenza negoziata dei media. Cpacità del
pubblico di negoziare significati
---> tutte queste fasi, tranne l’ultima che è qualitativa, avevano una metodologia quantitativa per capire
gli effetti dei media.
> Teoria dell'ago ipodermico (Stati Uniti nel primo dopoguerra, Lasswell)
- i media possono "inoculare" specifiche idee/valori nei pubblici che in questo caso sono pensati come
passivi.
- Effetti diretti sugli individui: media come potenti strumenti persuasivi che agiscono direttamente su di
una massa passiva e inerte, modificando opinioni e comportamenti
> Teoria dell'agenda setting (McCombs e Shaw, anni 70)
- I media non ci indicano come pensare ma suggeriscono/scelgono specifici temi attraverso un'agenda
- Esclusione degli aspetti valutati
- Effetti intenzionali a lungo termine. Ancora attuale per l'analisi del giornalismo e delle campagne
elettorali
> Teoria della coltivazione
- I media mostrano il loro potere "coltivando" i loro pubblici proponendo una esposizione prolungata e
ripetuta verso i contenuti.
- Effetti a lungo termine
- Le rappresentazioni dei media diventano quindi "più vere" solo attraverso una esposizione prolungata e
ripetuta. Tali rappresentazioni sono spesso legate a "brutte notizie" provocando una cultura della paura e
una sovra-rappresentazione dei rischi
> Teoria del framing
- i media e i pubblici incorniciano i contenuti. Le notizie sono di facile comprensione se costruite
all'interno di cornici di significato pregresse, che il pubblico ha in modo da poter fare una codifica
anticipatoria
- Il campo del giornalismo e della politica decide quali aspetti di una notizia/fatto/racconto vuole
enfatizzare o marginalizzare
- Nasce la frame analysi
> Spirale del silenzio
- Effetti non intenzionali e a lungo termine
- Il timore dell'isolamento sociale porta gli individui a conformarsi con la posizione/clima d'opinione
dominante. Le idee percepite come dominanti si diffondono a spirale
- Conseguenze individuali: progressivo silenziamento delle proprie opinioni se in minoranza
- Conseguenze collettive: progressivo esposizione delle proprie tesi se in maggioranza
---> limiti delle teorie e degli effetti dei media:
- Approccio deterministico "stimolo-risposta": relazione automatica tra esposizione a contenuti e
adesione del comportamento
- Processo di comunicazione asimmetrico: l'iniziativa è comunque sempre e solo dell'emittente, mentre
al destinatario viene ritagliato un ruolo di terminale puramente passivo;
- Idea semplificante del pubblico: Di fatto non esiste la massa intesa come insieme anonimo, ma esistono
gli individui con le loro differenze singolari;
- Incapacità di considerare il peso delle variabili di contesto (culturale, sociale, familiare) sugli effetti della
comunicazione. Non si considera il contesto sociale
- Metodologie discutibili con casi studio "da laboratorio"
- Modello semplicistico e "tranquillizzante" perchè colpevolizza i media
> Cultural Studies:
- Nascono a Birmingham negli anni ‘50
- Focus sull’importanza della cultura delle classi popolari (romanzi, fumetti, musica leggera..)
- Critica alla concezione univoca di cultura “alta” o d’elite
- Centralità dei contesti
- Studio delle subculture giovanili
---> processi che intervengono tra produzione e ricezione:
- Le caratteristiche del pubblico: passivo o attivo? (Un pubblico attivo opera delle scelte su come
utilizzare i media e su come interpretarne autonomamente i contenuti)
- Il contenuto è soggettivo: potrebbe apparire preoccupante e poco piacevole per alcuni e il contrario per
altri
- Contesto: i messaggi possono assumere significati differenti nellesituazioni in cui essi sono veicolati e
fruiti. L’individuo, non vive isolato nella propria asettica autonomia, ma appartiene a contesti reali, tutti
differenti
- Non esistono messaggi mediali "assoluti", ma interpretazioni e significati multipli
---> cosa fanno le persone con i media?
- Fruizione = interpretazione: il pubblico non è terminale passivo/anonimo della comunicazione ma
interlocutore attivo con un volto, un profilo psicologico, dei bisogni e delle caratteristiche culturali
specifiche.
- Il significato del messaggio non è qualcosa che semplicemente si riceve, ma è qualcosa con cui il
pubblico "gioca"
- Parola ai pubblici: gli audience studies
- Liberazione dei pubblici?
- Codifica: L'interpretazione del messaggio può modificare il significato con il quale il messaggio era stato
pensato 3 modalità di decodifica:
1. lettura preferita: decodifica del destinatario coincide con la codifica di chi ha prodotto il messaggio
2. lettura negoziata: destinatario accetto il codice dominante ma lo rielabora tentando di fornire
interpretazioni autonome
3. lettura oppositiva: si comprende l'interpretazione preferita del produttore, ma si ridefinisce il
messaggio
Media digitali
> sono stati osservati 3 paradigmi:
• information Society: Beniger, Castelles; fino al 1999
• network society: Castelles, Wellman; 2000-2012
- nuova struttura sociale dominante. Insieme di cambiamenti sociali, politici, economici e culturali,
causati dalla diffusione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione che fanno prevalere le
connessioni (e rendono possibile la diffusione di internet)
- L'individuo al centro della rete
- Nuova forma di stare insieme dove ognuno crea network personali formato da legami che vengono
attivati quando vi è necessità (legami solitamente piùmdebole)
- Mutamento del legame sociale che si basava sulla vicinanza fisica tra le persone: con i media digitali
questo legame cambia, svincolando i soggetti dal luogo di appartenenza e ponendo come elemento
fondante della connessione sociale non più il gruppo, ma piuttosto l'individuo e la sua rete di contatti
- web sociale/web 2.0: Indica quelle piattaforme che permettono agli individui di interagire utilizzando le
tecnologie come il cellulare connesso alla rete, il computer, il tablet ecc. Si differenzia dal web classico o
web 1.0 poiché questo consentiva solo di visionare i contenuti delle pagine e non una vera e propria
interazione tra gli utenti
- social network site (2007, boyd ed Ellison): piattaforme presenti all'interno del gruppo dei social media
che hanno una natura e una nomenclatura che possono variare da sito a sito e che permettono agli
individui di: creare un profilo pubblico o semi-pubblico, costruire una lista di altri utenti con cui essi
possono condividere le connessioni, guardare e scorrere la propria lista di contatti e cosa essi fanno con
gli altri attraverso la piattaforma.
- networked publics (dana boyd, 2008): Modello di socialità digitale che definisce gli utenti dei media
digitali e dei social:condizione di connessione che definisce una nuova logica di partecipazione mediale
dove i pubblici connessi “possono reagire, rifare, ridistribuire, partecipando alla condivisione di cultura e
conoscenza attraverso le logiche del discorso e dello scambio oltre che attraverso quelle della ricezione.
I membri che appartengono a reti costruite mediante i media digitali non si conoscono direttamente e,
spesso, gli interessi o i comportamenti condivisi sono limitati. I legami di questi gruppi
sono talvolta (ma non sempre) effimeri e più deboli rispetto a quelli tradizionali e la comunicazione
avviene con il pubblico che circonda chi comunica e con il quale si creano opinioni e informazioni
comuni.
---> "Tutti i media sono sociali" (Zizi Papacharissi): "...la categoria stra-abusata di social media ci fa
credere che ci siano delle piattaforme social (FB, Instagram, Twitter, TikTok) e altri media che non sono
sociali o anti-social e che non hanno alcuni proprietà sociale. Non c’è niente di più sbagliato.
• platform society: van Dijck, Gillespie; 2013--
- Supera l'idea di network society (e la centralità degli individui)
- Piattaforme influenzano la struttura sociale e definisconoil nostro modo di stare insieme
- Le piattaforme non sono neutre: usano e sfruttano dati delle persone attraverso algoritmi. Non ci
dicono cosa fare/pensare, ma ci danno dei binari sulla forma e sulla modalità di stare in quello spazio
- Sono orientate alla raccolta sistematica, all'elaborazione algoritmica, alla circolazione e alla
monetizzazione dei dati degli utenti
> convergenza dei media: fusione di media diversi
- uno degli sviluppi più significativi degli ultimi anni
- In passato i media sono stati divisi da confini netti
- La tecnologia digitale ha facilitato il trasferimento delle informazioni da una piattaforma all'altra
- alcuni continuano a mantenere delle caratteristiche distintive (i quotidiani non hanno suono e la radio
non ha immagini)
- prosumer: producer + consumer---> Utente del web 2.0 e dei social che (allo stesso tempo) crea e
consuma contenuti mediali
> user generated content
- UGC: contenuto creati dagli utenti comuni e che è potenzialmente fruibile a un pubblico di massa.
- Superamento del modello Broadcasting: non ci sono più poche organizzazioni mediali a creare i
contenuti dei media
- sintomo di democratizzazione della produzione di contenuti
- persistenza: ciò che si esprime online è automaticamente registrato e archiviato
- replicabilità: i contenuti possono essere facilmente duplicati
- scalabilità: la visibilità potenziale dei contenuti è molto grande
- ricercabilità: nei pubblici connessi si può avere accesso ai contenuti mediante un sistema di ricerca
> capitalismo delle piattaforme
- Modello economico basato sulla sorveglianza automatizzata dei comportamenti degli utenti in rete per
fini commerciali
- Big Tech mirano a mercificare e controllare ogni esperienza umana per trasformarla in dato grezzo da
utilizzare per accrescere i propri profitti e il proprio potere, investendo in mercati interessati a saperein
anticipo cosa faranno le persone.
- Mercato dei comportamenti futuri: il capitalismo della sorveglianza si appropria dell’esperienza umana,
usandola come materia prima da trasformare in dati sui comportament
> algoritmo: “formula informatica” che decide ciò che verrà mostrato sulla base delle tue attività e delle
tue preferenze. In base a come uso la piattaforma, vedrò determinati risultati e ne escluderò altri. La
funzione di un algoritmo sociale è quella di monetizzare cioè di mantenere il pubblico quanto più tempo
possibile sulla piattaforma
> termini di servizio: firmiamo un contratto legale tra noi e il fornitore di servizi online che
sottoscriviamo senza avere la possibilità di negoziare il contenuto. Clicchiamo ciecamente senza
comprendere obblighi contrattuali ai quali ci stiamo impegnando. Sono “muri” di testo legale scritto con
un linguaggio incomprensibile
> echo chambers: accesso costante a pensieri e idee concredenze simili in conseguenza delle proprietà
strutturali della loro rete di connessioni. Si tratta di un ambiente in cui una persona incontra solo
credenze o opinioni che coincidono con le proprie, in modo che le sue opinioni esistenti siano rafforzate
e le idee alternative non siano prese in considerazione
> Media ed emozioni
- Ragione vs. Emozione: contenuti emotivo-affettivi contraddistinguono lo stare online e superano il
pensiero razionale basato sul contenuto argomentativo.
- Priorità all’esposizione dei propri stati d'animo che in passato venivano filtrati, controllati e moderati
dai mass media tradizionali.
- I toni si scaldano presto, le emozioni prevalgono assieme a un lessico elementare capace di arrivare
direttamente al pubblico generalista.
- Contenuti che suscitano un alto livello emotivo hanno maggiori probabilità di diventare virali,
coinvolgono le persone più velocemente, più spesso e più a lungo.
- Utilizzare le emozioni permette di trasformare l'attenzione sui contenuti in possibile engagement
- capitalismo affettivo: l’estrazione del valore emotivo dei soggetti si traduce in “moneta”
---> stiamo entrando nell'era post-social media: i social sono morti. I social media sono pensati per
consumo e pubblicità, non per le persone. Ora che stanno crollando, come si crea un'alternativa vera? Le
piattaforme stanno rimpiazzano la struttura plurale e democratica delle conversazioni multidirezionali
con un approccio unidirezionale: torniamo ad essere un pubblico passivo
> I concetti di «ciberspazio» o di «mondo virtuale» contraddistinguono l'esperienza di navigazione. Spazi
all'interno dei quali si potevano vivere esperienze distinte dalla vita reale
- In passato c'era la tendenza a tracciare una linea di demarcazione tra il mondo online e quello offline;
reale e virtuale sono stati infatti descritti come mondi separati e aventi qualità del tutto differenti
- Il virtuale rappresentava una vita parallela in cui potevano venire sospese le regole di comportamento
valide offline e all'interno della quale era presente persino un rischio di scissione psicologica della
personalità.
- lo spazio virtuale è un luogo privo di materialità in cui vi è un'iper realizzazione del reale, una zona ricca
di libertà e isolata dalla realtà esteriore
> onlife: continuum tra online e offline
- La campagna elettorale
- L'odio online e il cyberbullismo
- Continuo rinvio e fusione tra forme di rappresentazione online e vissuti offline
- Codici, logiche, linguaggi dei media che vengono ibridati con quelli della vita quotidiana offline
- I media digitali sono tecnologie e ambienti di relazione sociale utili per ampliare le reti che costruiscono
fuori dagli spazi digitali.
Moral panic
> panico collettivo ingiustificato su una questione ritenuta una minaccia o un pericolo. Esso può derivare
da un'esposizione sproporzionata di un fenomeno reale o fittizio
- Tale fenomeno viene spesso causato da notizie più o meno distorte a scopo sensazionalistico dai vari
media.
- Sproporzionalità della minaccia-pericolo percepiti rispetto alle stime concerete del fenomeno
(Thompson 1998, 9).
- "atto di alterazione" (Petros et al., 2006)
- legato al ruolo dei media nel creare stereotipi e distorsioni rispetto al fenomeno della devianza (Cohen
2002)
> nuove tecnologie e panico morale nel discorso pubblico: insieme di preoccupazioni collettive legate a
sfide più ampie come:
- i rapporti familiari - l'educazione - le interazioni con i pari - i valori collettivi
- es. Presunti 130 suicidi avvenuti solo nel 2016 tra i giovanissimi in Russia, (potenzialmente in tutta
Europa) come conseguenza di un gioco perverso diffuso dal Facebook russo. 50 step che i giovani
dovevano affrontate e l’ultima era il suicidio La notizia è stata resa credibile anche dalle IENE (che non ha
fatto controllo sistematico delle fonti).
La Russia ha un problema di suicidi degli adolescenti: tale dato di partenza ha permesso una
legittimazione della tesi di blue whale che ha trovato un terreno fertile per rendersi credibile e
diffondersi. È una teoria che funziona anche nel versante dei social network che “possono essere luoghi
molto pericolosi per i giovani”
> Sherry Turkle insegna sociologia della scienza e della tecnologia alla MIT di Boston. Psicologa e
sociologa che da 30 anni studia la relazione degli individui con l'uso quotidiano della tecnologia
- Da oltre 15 anni Turkle offre un approccio nel pensare criticamente all’uso quotidiano delle tecnologie
- Conseguenze che i media digitali hanno prodotto sui giovani come una diminuzione della capacità di
dialogare e interagire profondamente con altre persone.
- Turkle si inserisce in una «lunga narrazione sulla perdita di senso della comunità e delle relazioni sociali
"calde" che ha accompagnato il processo di modernizzazione, e l'arrivo di nuove tecnologie della
comunicazione almeno dalla fine del XIX secolo
- «insieme ma soli» vuole descrivere soggetti che, pur se fisicamente compresenti, si rintanano nei loro
mondi privati.
- La quotidianizzazione dei media digitali inficerebbe sulle modalità di relazionarsi degli individui
favorendo una minore interazione perché sempre maggiormente assorbiti da uno spazio parallelo
- La persone vogliono stare assieme altri, stare connessi e comunicare, ma allo stesso tempo vogliono
stare anche “altrove”
- "La dipendenza che stiamo sviluppando con i nostri dispositivi non riguarda solamente le cose che essi
ci consentono di fare, le possibilità che ci offrono in più, ma riguardano anche ciò che i dispositivi ci
consentono di evitare" (Sherry Turkle)
---> assorbire i giovani in un mondo parallelo:
- Fuggiamo da contesti di comunicazione che possono aprirsi a qualsiasi esito
- Ci rivolgiamo alla tecnologia perché ci aiuti a sentirci connessi in modo che possiamo agilmente
controllare la distanza: né troppo vicino, né troppo lontano.
- Avere un potenziale altro posto dove andare se sperimentiamo noia, fastidio, imbarazzo, paura, ecc
- Se pensiamo di poter essere interrotti in qualsiasi momento tendiamo a mantenere la conversazione su
un livello superficiale che ci impedisce di esplorare la complessità e i conflitti bloccando ogni legame
empatico
> studio sperimentale: se un partecipante ha posizionato sul tavolo uno smartphone o lo ha tenuto in
mano durante la conversazione di 10 minuti, la qualità della conversazione è stata giudicata meno
soddisfacente rispetto alle conversazioni che hanno avuto luogo in assenza di dispositivi. Gli stessi
partecipanti che hanno conversato nella presenza di dispositivi di comunicazione mobile hanno anche
riferito di sperimentare una minore preoccupazione empatica rispetto ai partecipanti che hanno
interagito senza sottrarre gli stimoli digitali nel loro campo visivo. Quali sono le difficoltà che incontriamo
faccia a faccia?
- succede in un tempo reale
- non possiamo editare il contenuto dei nostri messaggi e quindi di avere il controllo sulla presentazione
di noi stessi.
- Sacrifichiamo la complessità e la durezza di una “vera” conversazione con la facilità della connessione.
- Ci aspettiamo sempre di più dalla tecnologia e sempre meno dagli altri? (AI)
"Internet e i social non stanno causando la caduta dei valori dell'umanità, semmai sono le persone
responsabili di ciò ma non le tecnologie" (Papacharissi)
> Dagli anni 90 ricerche empiriche mostrano come coloro che utilizzano internet tendono ad avere reti
sociali più ampie e differenziate rispetto a chi non fa uso delle tecnologie digitali.
- Internet non allontana gli individui dallo spazio pubblico, ma piuttosto arricchisce il capitale sociale
delle persone (Raine e Wellman, 2012),
- Statisticamente, le persone che diventano dipendenti dall’uso delle tecnologie sono una % bassa.
- Dopo un periodo di innamoramento con una piattaforma o con una tecnologia le persone tendono a
riacquistare i loro usuali pattern di interazione sociale e/o di integrare queste tecnologie in tali pattern
quotidiani.
> Danah Boyd, studiosa di tecnologia e social media, ricercatrice presso Microsoft Research sostiene che
"i ragazzi sono alla continua ricerca di costruire e vivere luoghi (anche online) che sentono propri,
vogliono creare i loro spazi, dove gli adulti non hanno sempre un facile accesso". I loro spazi sono delle
finestre attraverso le quali possiamo conoscere il mondo
> Le piattaforme, i social, i videogiochi e le nuove tecnologie in generale “sono strumenti della cultura
giovanile […]. Oggi i ragazzi crescono, combattono pre la propria autonomia e identità come i loro
predecessori, ma lo fanno all’interno di nuovi mondi di comunicazione, amicizia, gioco e altre forme di
auto-espressività» (Ito et al, 2008). I media sono luoghi dell'esperienza contemporanea per i giovani e
fanno parte della cultura dei giovani
> Il panico da "stranger danger": con chi parlano i ragazzi quando vanno online?
- I ragazzi "fanno le solite cose che hanno sempre fatto":
- stare con gli amici, "sparlare", filtrare, ecc
- ascoltare musica e altri prodotti della cultura giovanile
- mantenere rapporti a distanza
- Capacità dei giovani di ricreare interazioni sociali significative attraverso dispositivi digitali.
> ricerca empirica:
- Obiettivo: ricomposizione delle pratiche sociali connesse allo smartphone
- Ricerca qualitativa: 26 interviste a adolescenti utenti di smartphone in Italia
- I risultati si concentrano su 4 contesti sociali:
1. relazioni sentimentali: le app di incontri online e i social
2. relazioni con gli amici: consapevolezza che lo smartphone può influenzare interazioni e relazioni faccia
a faccia
3. relazioni familiari a casa: lo smartphone è al centro di un processo di negoziazione su quando può
essere utilizzato e come tenerlo fuori da alcune situazioni domestiche
4. durante lo studio: lo smartphone è considerato vantaggioso nelle attività di apprendimento,
soprattutto nei casi che prevedono l'utilizzo della fotocamera e dei servizi di messaggistica istantanea
> Pratiche e relazioni sociali "offline" già esistenti non sono state sconvolte o radicalmente riconfigurate
dallo smartphone
- si parla di integrazione e normalizzazione dello smartphone nelle interazioni e nelle attività degli
adolescenti
- Essi sono attivamente coinvolti in un processo di addomesticamento dello smartphone volto ad
armonizzarne gli usi all'interno delle loro pratiche relazionali
> Nuovi media sono spazi, luoghi e territori da abitare: "I media non vanno semplicemente intesi come
strumenti di mediazione del mondo ma come veri e propri luoghi dell'esperienza contemporanea,
territori dell'abitare, mondi che costituiscono un terreno di sperimentazione per le forme dell'identità
nella modernità" (Boccia Artieri, 2012)
La devianza
> la devianza è definita come un comportamento non conforme alle norme e alle aspettative culturali di
base nonchè sul suo rapporto con con il sè e l'identità
- come dimostra Durkheim affinchè si possa assumere una prospettiva sociologica sulla devianza è
necessario concentrarsi sul rapporto dei comportamenti con le norme sociali. Il crimine infatti si definisce
in relazione alle norme sociali che esso viola
- l'atto deviante/crimine offende le norme sociali di base che contribuiscono a quella che Durkheim
definiva coscienza collettiva, norme, credenze e valori condivisi in una ocmunità
- varia nel corso del tempo e da una cultura all'altra. Il comportamento deviante si verifica entro un
contesto sociale specifico
- un comportamento viene definito deviante quando è pubblicamente qualificato come tale da coloro
che hanno il potere di consolidare tale etichetta
> teoria dell'etichettamento: la devianza è il risultato di come altri interpretano un comportamento e gli
individui etichettati come devianti interiorizzano questo giudizio come parte della propria identità
- Erikson spiega "la devianza non è una caratteristica innata di qualsiasi tipo di comportamento, è una
proprietà assegnata a un comportamento dalle persone che vengono a contatto diretto o indiretto con
esso"
- un comportamento dunque è deviante se viene etichettato come tale
- chi viene etichettato come deviante deve affrontare lo stigma sociale associato all'etichetta. Lo stigma
sociale si riferisce alla vergogna associata ad un comportamento o ad uno status considerati socialmente
inacettabili; può essere motivo di disuguaglianza perchè spesso chi viene stigmatizzato subisce un
isolamento o una discriminazione che può ridurre la sua reputazione sociale, economica o politica
- la stigmatizzazione può costituire una forma di controllo sociale
- etichettare una persona come deviante potrebbe far cadere nella devianza secondaria, un
comportamento deviante adottato in risposta alle conseguenze negative dell'etichettamento
- l'etichettamento crea una sorta di profezia che si autorealizza + sehna i confini sociali fra normale e
deviante
> Durkheim affermò che il comportamento deviante è una caratteristica di tutte le società e può anche
essere funzionale:
1. la devinza aiuta a definire i confini del gruppo:
- il comportamento deviante aiuta a chiarire i limiti di un comportamento accettabile all'interno di una
società
- nelle organizzazioni formali, regole scritte definiscono quale tipo di comportamento è tollerato e quale
no
- gran parte della vita sociale tuttavia non è soggetta a regole e politiche formali. I confini tra normale e
deviante spesso rimangono implicite
2. la devianza aiuta a creare solidarietà sociale:
- la devianza unisce fra loro le persone nel contrastare un nemico comune. Il comportamento deviante
rafforza la conformità all'interno di una struttura sociale oltre a rafforzare i legami fra coloro che provano
indignazione di fronte alle dimostrazioni di devianza
- concentrarsi su un comportamento deviante può unire una comunità e l'isteria collettiva causata dalla
devianza può far rivolgere la pubblica vendetta su coloro che vengono etichettati come devianti
- il modo in cui le persone rispondono alla devianza può generare una solidarietà di gruppo
3. la devianza è fonte d'innovazione:
- la devianza è una fonte di creatività e innovazione nella vita sociale
- Durkheim riteneva che le società avessero bisogno della devianza per essere sane perchè quelle
totalmente conformiste sono repressive e limitano le possibilità dell'uomo
- i devianti premono sui confini e così facendo possono facilitare la crescita e il cambiamento delle
strutture sociali
> la devianza è il prodotto del rapporto sociale fra coloro che sostengono i confini della normalità e
coloro che li superano
1. alcune spiegazioni si concentrano sulle cause individuali della devianza sottolineando difetti e
debolezze di chi è considerato deviante. Queste interpretazioni, che circolano nel senso comune,
descrivono la devianza in termini di immoralità individuale o come sintomo di una malattia.
- immoralità individuale: quando le persone non riescono a spiegare un comportamento deviante
orribile, lo etichettano come malvagio
- malattia/patologia: gli individui che hanno un comportamento deviante sono malati e soffrono di un
disturbo psicologico o biologico. Trattare il comportamento deviante come disturbo può modificare lo
stigma sociale associato ad esso. Questo processo viene definito dai sociolgi come medicalizzazione
della devianza, e questa comprende 5 stadi:
• primo stadio: un comportamento o attività vengono definiti devianti
• secondo stadio: viene scoperta una concezione medica di questo comp. deviante
• terzo stadio: si incita alla definizione emdica del comportamento deviante
• quarto stadio: chi avanza rivendicazioni mediche si appella ai funzioanri governativi per
legittimare la definizione medica della devianza
• quinto stadio: la definizione medica della devianza viene istituzionalizzata come parte dels
istema di classificazione emdico e legale
La medicalizzazione può essere fermata mediante un processo che i sociologi definiscono
demedicalizzazione
2. un altro approccio enfatizza le dinamiche sociali che fanno da sfondo alla devianza spiegandola come
scelta razionale in risposta ad una socializzazione erronea
- la devianza deriva da un processo decisionale razionale: le persone sono inclini a coportamenti devianti
nei casi in cui la devianza ha ricompense significative. Le persone dunque calcolano stategicamente come
agire ma alla base c'è la struttura di incentivi e pene per la devianza
- un altro approccio si focalizza sull'inadeguata socializzazione: le persone impegnate in un
comportamento deviante non sono riuscite ad interiorizzare le norme sociali e non sono quindi regolate
dalla struttura morale della società. La prima causa alla base di questa devianza è l'incapacità degli attori
di base della socializzazione di trasmettere i valori fondamentali
- un altro approccio si considera la devianza il risultato delle interazioni sociali. La teoria
dell'associazione differenziale di Sutherland suggerisce che la devianza è appresa attraverso
l'interazione con altre persone coinvolte nel comportamento deviante. Secondo tale prospettiva, le
persone si socializzano in una subcultura deviante e quando il comportamento deviante diventa parte
dell'identità collettiva di un gruppo, fra i suoi membri si creano forti legami sociali
• subculture devianti: la devianza a lungo termine richiede il sosstegno sociale di una subcultura
deviante, un gruppo che pretende da tutti i propri membri l'impegno a sostenere credenze o
comportamenti anticonformisti
• devianza individuale: non sempre la devianza è collegata ad una subcultura; in alcuni casi il
comportamento deviante è individuale e le relazioni con coloro che ne hanno di simili sono
scarse o nulle. I sociologi deifniscono questo comportamento devianza individuale, cioè attività
devianti che un individuo compie senza il sostegno sociale di altri partecipanti (es.
autolesionisti).
> un'altra spiegazione della devianza sottolinea come le contraddizioni vigenti nell'ambiente sociale o
economico possono spingere le persone alla devianza. La non confromità è causata dalla disuguaglianza
insita nella struttura sociale: un accesso iniquo a potere, istruzione, denaro porta alcuni ad un
comportamento deviante volto a perseguire questi beni sociali
- Merton suggerì che la devianza deriva dal conflitto fra le norme e gli obiettivi che dominano la società
americana, e i mezzi a disposizioni per raggiungere quegli obiettivi. Il suo approccio è definito teoria
della tensione che mette in evidenza la tensione sperimentta da coloro che non hanno i mezzi per
raggiungere obiettivi culturalmente definiti e che sono portati a seguire strade devianti nella loro ricerca
del successo. Una risposta deviante è quella che Merton definisce "innovazione" cioè una via per il
successo socialmente inaccettabile. La teoria della tensione intende la devianza come risposta alle
contraddizioni della struttura sociale
- ritualismo: coloro che hanno i mezzi legittimi per raggiungere il successo, ma respingono gli obiettivi
apprezzati nella propria cultura. Eseguono i loro compiti ma senza credere nel proprio lavoro
rinuncia: quando una persona non ha accesso ai mezzi e respinge glli obiettivi finendo nell'isolamento
sociale ribellione: chi si ribella crea nuovi
obiettivi e adotta nuovi mezzi per raggiugerli divenendo attore di cambiamento sociale
> il potere è significativo, per comprendere l'impatto della devianza sulla società, per 4 motivi principali:
1. ll potere è legato alle nostre concezioni di base riguardo a ciò che è normale e/o deviante: alcuni
grupppi della società hanno il potere di definire norme, creare regole e decidere che comportamenti
debbano essere devianti
2. il potere determina come le autorità fanno rispettare le norme e puniscono la devianza: i principali
attori del controllo sociale hanno l'autorità ncessaria ad imporre la conformità e grazie al loro potere
possono punire chi infrange le regole
3. l'accesso al potere consente ad alcuni gruppi privilegiati di attuare forme ben precise di
comportamento deviante: la corruzzione politica e altre forme di devianza d'elite richiedono che si abbia
accesso al potere. Sutherland definì crimini dei colletti bianchi i crimini commessi da persone di elevato
status sociale nll'ambito del loro lavoro
4. il potere permette a qualcuno di evitare l'etichetta di deviante o la punizione che ne deriva
> tutti siamo soggetti al controllo sociale, cioè agli incentivi e alle punizioni che promuovono la
conformità nella vita sociale
- interiorizzando le norme sociali di base attraverso la socializzazione, la società diviene parte di noi,
forgia il nostro modo di vedere il mondo, di prendere decisioni e valutare gli altri. Secondo Durkheim
l'interiorizzazione delle norme sociali è uno degli aspetti fondamentali per comprendere la società
questo perchè egli credeva che questa fosse l'unica in grado di limitare i desideri dell'uomo e
controllarne le passioni dandoci un senso di soddisfazione
- Foucault delineò il nostro ruolo di attori nell'autocontrollo. Descrisse la società contemporanea come
una prospettiva in costante sorveglianza, ovvero sotto il monitoraggio da parte delle autorità che vigilano
sui limiti di ciò che è normale
> il processo di socilizzazione implica una varietà di attori tra cui gli attori del controllo sociale, cioè le
autorità e le istituzioni sociali che fanno rispettare le norme e regole tentando di prevenirne le violazioni
e identificano e puniscono i trasgressori
- la teoria del controllo istituzionale suggerisce che il nostro comportamento è regolato dalla forza del
nostro attaccamento alle grandi istituzioni socili come scuola e famiglia. Hirschi suggerì che il controllo so
iale operi attraverso il nsotro attaccamento ai nostri genitori, alal scuola e ai pari e questo intenso
coinvolgimento in tali reti sociali primarie fa si che trasgredirne le regole abbia un costo elevato