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Capitolo 1

• Il senso comune sociologico


Disponiamo di un sapere che ci permette di sopravvivere in mezzo agli altri; è un sapere ingenuo e
quotidiano di cui va sempre verificata l’attendibilità, fornisce le conoscenze minime.
Limiti:
-legato all’esperienza diretta (circoscritta)
-porta a fare affidamento sul sentito dire, sulle esperienze altrui
-nella trasmissione tra individui è soggetta a deformazioni e può dar vita a pregiudizi
-l’esperienza è legata al presente, la società ha una dimensione temporale
Sociologia: scienza sociale che parte dalla sociologia ingenua del senso comune per oltrepassarne i limiti
(confermando/contraddicendo le sue opinioni); formula interrogativi e cerca risposte basandosi sulle
informazioni raccolte. Non dà certezze assolute ma ragionevoli certezze (provvisorie)

• L’oggetto della sociologia


L’ogg. della sociologia è la SOCIETA’ (=collettività stabilmente insediata su un territorio delimitato, i cui
rapporti sono abbastanza durevoli da consentire la riproduzione dell’esistenza, la soddisfazione dei bisogni
vitali e la sedimentazione di una comune cultura da cui discendono le norme che regolano la vita della
collettività)
Problema: il concetto di società è usato in vari contesti eterogenei
1. Con società si intendono varie cose
2. Altre scienze sociali si occupano di società (antropologia, psicologia sociale, economia)
Come si differenzia dalle altre scienze sociali?
1. SOLUZIONE GERARCHICA (Comte): nella scala gerarchica la sociologia ha il posto più alto, è nata per
ultima e completa il processo evolutivo che ha portato l’umanità ad affrontare concetti sempre più
complessi
2. SOLUZIONE RESIDUALE (Runciman, 1970): tutto ciò che non è oggetto di un’altra scienza sociale
specializzata è oggetto della sociologia; rimane il problema dei confini in quanto studia lo stesso
ambito di fenomeni delle altre scienze sociali: i confini stanno nel modo di guardare, non tanto nel
contenuto.
3. SOLUZIONE ANALITICA (Simmel): al centro dell’analisi sociologica c’è l’INTERAZIONE SOCIALE, per cui
la sociologia non studia una classe di oggetti ma le forme di associazione, dissociandole dal loro
contenuto particolare (es: forme di dominio, subordinazione, concorrenza); la sociologia è la
grammatica e la geometria della società e studia le forme pure di relazione (soluzione difficile da
applicare nel concreto)
Definizione tautologica: sociologia è l’insieme delle ricerche di coloro che si definiscono e sono riconosciuti
come sociologi.
I confini sociologia-altre scienze sociali sono sfumati e mutevoli

• Le origini
Metà del XIX sec; si sente l’esigenza di questa disciplina a partire dalle tre rivoluzioni (processo di radicale
trasformazione) alla base del mondo moderno; tenta di dare una risposta al caos
1. Riv. scientifica che si estende anche ai fatti sociali (la sociologia acquista autonomia) e applicando il
metodo sperimentale amplia i campi di indagine e scopre nuovi segreti. Gli stessi principi del metodo
scientifico vengono estesi allo studio dell’uomo
2. Riv. Industriale: l’economia politica acquista autonomia per prima (Adam Smith, economista e
sociologo che studia la società riducendola ai rapporti di scambio) e porta a riflettere sulle
trasformazioni sociali; alle categorie economiche corrispondono dei gruppi sociali (terra-prop.
Terrieri=rendita; capitale=imprenditori capitalisti=profitto; lavoro=salariati=salario) legati da rapporti
di scambio (mercato=elemento connettivo della società). La concorrenza anche se mossa da interessi
egoistici porta al benessere collettivo (la mano invisibile che opera per realizzare il benessere di tutti).
Nella società industriale dominano i rapporti di scambio impersonali, si dissolvono i legami sociali
autentici, ma è vista come una via verso il progresso e l’emancipazione sociale
3. Riv. Francese: segna la caduta del potere assoluto e del principio dinastico in favore del popolo,
principale fonte di legittimazione. I fondamenti della società vengono messi in discussione (cambiano
i rapporti tra gruppi, gli ordinamenti) e per questo si sente bisogno della sociologia.

Sociologia: è una scienza “formale” perché deve descrivere le forme che le relazioni reciproche (le
interazioni) assumono in tempi e luoghi differenti, attraverso la formazione di raggruppamenti o cerchie
sociali. È lo studio delle relazioni tra individui e società (come la società condiziona gli individui/come gli
individui condizionano la società)
Immaginazione sociologica: è un atteggiamento mentale che permette allo studioso di vedere oltre il
proprio ambiente e la propria personalità, al fine di meglio comprendere le strutture sociali e le relazioni;
porta a capire se i nostri problemi derivino da un handicap o dal contesto sociale

• Paradigmi e dilemmi teorici


Kuhn: i paradigmi scientifici assunti di base di natura teorica e metodologica sui quali una comunità di
scienziati di un determinato campo sviluppa un consenso storicamente accettato dai suoi membri (fase di
scienza normale)
Fase di rivoluzione scientifica: emerge un nuovo paradigma
Teoria difficilmente applicabile in ambito sociologico perché si ha una pluralità di paradigmi in conflitto e
l’egemonia è sempre parziale e temporanea

1. Paradigma dell’ordine
Domanda: che cosa fonda l’ordine/disordine sociale?
Epoca premoderna: ordine garantito da un’entità trascende, fuori dalla società (prospettiva religiosa,
credenza della sacralità della tradizione)
Epoca moderna
Hobbes: l’uomo non è un animale sociale, è un pericolo per questo gli uomini stipulano un patto di
soggezione mediante il quale si privano della libertà/diritto attribuendola al Leviatano (sovrano con
tutto il potere=assolutismo) che la gestisce in nome dei cittadini evitando disgregazione e conflitti. È
un ordine artificiale. Risposta= lo Stato leviatano
Smith: l’elemento connettivo è la mano invisibile che regola gli scambi; gli individui sono lasciati liberi
di perseguire i propri interessi e si rapportano tra loro in termini di vantaggi e non di necessità (gioco
del reciproco vantaggio, interdipendenza). Risposta= mercato
Spencer e Comte: la società è un organismo le cui parti sono connesse tra loro svolgendo ognuna una
funzione specifica; c’è interdipendenza e DIFFERENZIAZIONE SOCIALE (processo infinito mosso dalla
COMPETIZIONE che seleziona le parti che si adattano meglio alle trasformazioni= dinamismo). La
società risponde alle sfide creando nuovi organismi, alimentando il processo di interdipendenza e
differenziazione.
risposta= modello organicistico di stampo evoluzionistico
Simmel: la DIFFERENZIAZIONE SOCIALE produce due effetti
-individualizzazione: l’individuo ha un margine di autonomia e si emancipa dal gruppo sociale.
L’individuo è libero ma allo stesso tempo è solo e ha il destino nelle proprie mani (fardello)
-eterogeneità: la diversità tra individui estende le relazioni di interdipendenza (fare affidamento sugli
altri per soddisfare le proprie esigenze)
INDIVIDUO BLASE’: indifferente verso i destini altrui a causa di una sovrastimolazione sociale
Durkheim: questo è il PROBLEMA CENTRALE DELLA SOCIOLOGIA. Individua un nesso tra divisione del
lavoro-solidarietà sociale
-Scarsa divisione, unità poco differenziate= solidarietà meccanica, fondata sulla credenza di un’origine
comune (epoca premoderna, vincolo di natura esterna). SANZIONE REPRESSIVA per ricostruire l’ordine
precedente
-divisione del lavoro, unità molto differenziate=solidarietà organica, fondata sui nessi di
interdipendenza tra le varie funzioni (epoca moderna, vincolo di natura interna). SANZIONE
RESTITUTIVA per restituire le condizioni di vita dell’individuo
Critica a Smith: la necessità del rapporto sociale non corrisponde sempre a forme economiche
Tonnies: affronta il PROBLEMA DEL MUTAMENTO con un MODELLO DICOTOMICO e nostalgia per il
passato
-comunità organica: rapporti di intimità, gli esseri umani si sentono uniti per fattori che li rendono
simili agli altri (individuo totale)
-società meccanica: rapporti di scambio, individui isolati e in relazione tra loro non nella loro totalità
(individuo parziale)

2. Paradigma del conflitto


Teorici del conflitto: l’ordine è casuale e non durevole, il conflitto è naturale
Marx: la struttura di classe è la struttura portante delle società ed è caratterizzata da rapporti di
dominio e sfruttamento che sono conflittuali perché le classi contrapposte hanno interessi
antagonistici. La storia si configura come STORIA DI LOTTE DI CLASSE (motore del mutamento sociale)
Weber: il conflitto non si riduce alla sfera economica ma si estende a tutte le altre sfere (visione non
materialistica) che sono reciprocamente connesse e allo stesso tempo autonome (i conflitti di una
sfera si ripercuotono sulle altre).
Es. IL CAPITALISMO che nasce da un CONFLITTO NELLA SFERA RELIGIOSA che si ripercuote nella sfera
economica.
Il conflitto porta alla creazione di ORDINAMENTI SOCIALI che regolano il conflitto; sono
provvisoriamente stabili (rappresentano l’ordine).
Società=insieme dei conflitti e degli ordinamenti

3. Paradigma della struttura


CONCEZIONE OLISTICA DELLA SOCIETA’= l’origine dell’agire degli individui deriva dalla società
L’individuo è libero di scegliere ma la libertà è confinata nei limiti consentiti dalla struttura sociale. È
la società la causa dei comportamenti del singolo individuo (es. cause sociali dei crimini)
Marx: i membri delle classi in conflitto occupano una posizione nella società che gli impone di agire in
un certo modo
Durkheim: la società viene prima degli individui; ogg. della sociologia sono i FATTI SOCIALI (fatti che
agiscono nella mente dell’individuo e che identificano la presenza della società nella mente del
singolo).
Es. suicidio, la più alta manifestazione del comportamento individuale: alla base vi stanno delle cause
sociali che spiegano come in certe condizioni sociali aumenti la probabilità di compiere questa
decisione
4 TIPOLOGIE DI SUICIDIO
-egoistico: scarsa integrazione sociali, eccessivo individualismo, non ci sono legami (s. moderna)
-altruistico: eccessiva integrazione sociale, appartenenza totale a un gruppo (s. premoderna)
-anomico: scarsa regolazione sociale, è la patologia della modernità, non si riesce a regolamentare la
vita (s. moderna)
-fatalistico: eccessiva regolazione sociale, le norme sono opprimenti (s. premoderna)
Teorie funzionalistiche: le parti sono spiegate in relazione alle funzioni che svolgono per il tutto (dal
tutto alle parti)
Teoria dei ruoli: spiega il comportamento degli individui in base allo status che occupano nel sistema
sociale. Sono i ruoli che determinano le aspettative, è la società che spiega gli individui, li forma per
un determinato ruolo.

4. Paradigma dell’azione
Per spiegare i fenomeni sociali bisogna ricondurli ai comportamenti individuali
Weber: principale teorico
-fenomeni macroscopici: ricondotti alle cause microscopiche=INDIVIDUALISMO METODOLOGICO
(non si possono attribuire azioni a entità astratte/collettive come la classe); si parla di agency= ente
che agisce attraverso l’individuo ma è dotato di una propria volontà indipendente da quella degli
individui che la compongono
-comprendere le motivazioni degli attori, sospendendo i giudizi di valore= SENSO INTENZIONATO (c’è
un senso dietro le azioni individuali, talvolta chi osserva non lo vede e per questo deve comprendere
le motivazioni altrui. Gli attori non sempre sono consapevoli del senso delle loro azioni e spesso si
autoingannano sulle vere ragioni delle azioni)
La comprensione raggiunge il massimo grado nelle azioni razionali
-razionale rispetto ad uno scopo: considera gli scopi in rapporto alle conseguenze facendo un’analisi
costi-benefici (es. azioni imprenditoriali)
-razionale rispetto al valore: non si guarda alle conseguenze ma si agisce perché guidati dal
dovere/dignità/onore (es. i primi imprenditori/l’attivista)
-affettivo: pura manifestazione affettiva stimolata dall’esterno (es. l’innamorato)
-tradizionale: comportamenti che si ripetono senza porsi il problema di cambiare modalità, senza
mettere in discussione (società premoderna, tutto è frutto della volontà divina)
La tipologia si coglie non nella forma dell’azione ma nel suo senso soggettivo
L’uomo non è un essere razionale ma un essere in grado di agire razionalmente

• Compatibilità tra paradigmi: sono compatibili i p. struttura e azione? Si e vengono usati in modo
congiunto
Le strutture sociali sono aggregati di azioni consolidate nel tempo, modificabili da altre azioni.
Il passaggio dall’azione alla struttura è spiegato dal concetto di EFFETTO NON INTENZIONALE
Es. il dogma della predestinazione (calvinismo) che favorisce la nascita del capitalismo
Merton, la profezia che si autoavvera: un’idea falsa produce conseguenze vere
Gli eff. Non intenzionali mettono in luce:
1. Azioni individuali che producono effetti diversi alle intenzioni dell’attore
2. Da più azioni individuali si generano strutture istituzionali che nessun attore ha voluto
intenzionalmente ma che costituiscono un vincolo per loro (es. mercato generato dagli scambi)
I due paradigmi dunque sarebbero incompatibili solo se estremizzati (condizionamento deterministico
dei comportamenti umani da parte della struttura sociale o individuo attore svincolato dall’esterno).

• Teoria e ricerca empirica (divisione del lavoro)


Negativo: teoria e ricerca non si arricchiscono ma vanno per strade separate
positivo: la teoria è l’input per la ricerca empirica
scienze sociali: rapporto complesso
Parsons, definizione di teoria: corpus di concetti generalizzati, interdipendenti, dotati di un rif.
empirico. Molte teorie sono così astratte da non consentire traduzioni empiriche osservabili e
misurabili. Bisogna trasformare i CONCETTI IN INDICATORI sulla base dei quali compiere operazioni di
osservazione e misurazione. Una teoria è rilevante sul piano empirico se da essa possiamo trarre
CONGETTURE PASSIBILI DI CONFUTAZIONE.
La sociologia si deve orientare verso teorie di MEDIO RAGGIO (fenomeni specifici, coordinate spazio-
temporali definite)
Le ricerche possono essere
-descrittive (prive di rilevanza teorica), ricerche su opinioni/atteggiamenti; conduce alla costruzione di
TIPOLOGIE (si appoggia a tecniche della statistica descrittiva come la cluster analysis)
-esplicative (verifica di un’ipotesi teorica tra variabili dipendenti, fenomeni da spiegare, e indipendenti,
fenomeni che li spiegano)

Capitolo 2
• L’idea di mutamento
Società statica e società dinamica: concetti relativi che hanno senso solo se confrontati con i loro
opposti. Una società non è in sé statica o dinamica, ciò che cambia è la VELOCITA’ DEL MUTAMENTO
(che può essere anche globale)
• Le trasformazioni nella sfera economica (capitalismo)
Capitalismo (Marx): modo di produzione in cui dominano i detentori del capitale che hanno al loro
servizio i salariati. Nasce dalle contraddizioni interne al modo di produzione feudale e dalle sue
contraddizioni nascerà il comunismo.
-economia di scambio monetaria
-scambio di merci e prestazioni lavorative
-meta=accumulazione del profitto, reinvestito nell’impresa
-criterio di razionalità economica
FORMAZIONE SOCIALE CAPITALISTICA: il modo di produzione capitalistico è dominante ma non è il
solo.
1. Trasformazione agricola
Agricoltura feudale: famiglie contadine- proprietari terrieri. È un’agricoltura estensiva a basso livello
di produttività, scarse innovazioni. L’interesse dei signori feudali è quello di incrementare la rendita
ma i contadini non incrementano la resa delle coltivazioni perché andrebbe a vantaggio dei signori
(quadro statico).
ENCLOSURES: recinzione dei terreni comuni a favore dei proprietari terrieri. Disuguaglianze all’interno
delle classi crescono, i contadini vengono espulsi dalla terra
CAPITALISMO AGRARIO: protagoniste due classi, la gentry (nobiltà terriera) e gli yeomen (contadini
benestanti) che si trasformano in capitalisti agrari prendendo le terre abbandonate dai piccoli
contadini e trasformandoli in salariati agricoli, i braccianti (unica risorsa: le braccia). Nasce l’agricoltura
moderna e i capitalisti agrari per accrescere i profitti aumentano la produttività
2. Trasformazione mercantile
-ricco ceto di grandi mercanti e mercato di dimensioni mondiali= fattore di dissoluzione dell’economia
feudale, la trasformazione è nella circolazione delle merci
-le attività mercantili non sono incompatibili con l’economia feudale, la trasformazione è nella sfera di
produzione
Capitalismo mercantile: non sempre è il presupposto per il capitalismo industriale (es: Italia dove
rimane un’economia feudale)
Lavoro a domicilio (UK): forma di transizione all’impresa economica; il mercante fornisce il capitale di
esercizio e la famiglia contadina il lavoro. Quando i lavoranti sparsi vengono raccolti sotto un unico
tetto e in cambio del salario si crea una MANIFATTURA.
3. Trasformazione artigianato
Crisi delle cooperazioni: lo scopo di queste organizzazioni monopolistiche era assicurare l’esercizio
esclusivo di un mestiere e vigeva il divieto della concorrenza; ciò era possibile se la domanda di beni
era limitata. Quando diventa maggiore le botteghe si espandono e si creano le MANIFATTURE
INDUSTRIALI.

Nascita del capitalismo: dovuta a uomini nuovi accumunati dall’orientamento delle loro mete,
vogliono fare cose nuove con metodi nuovi. IMPRENDITORE=INNOVATORE; l’innovazione è un
vantaggio: processo di distruzione creatrice: l’imprenditore ricerca sempre nuove innovazioni.
Weber: il capitalismo si identifica con l’aspirazione al guadagno nell’impresa capitalistica razionale,
continuativa e ad un guadagno sempre rinnovato ossia la redditività
Imprenditore razionale: profitto accumulato per essere reinvestito

Spirito del capitalismo (mentalità ed etica economica): a fondamento dello spirito del capitalismo c’è
un atteggiamento di tipo ascetico. È un’ascesi mondana (si opera nel mondo per trasformarlo). Le
origini di tale spirito sono da rintracciare nel DOGMA DELLA PREDESTINAZIONE (Dio ha già stabilito chi
si salverà, l’uomo non può influenzarlo perché non è al suo stesso livello): i credenti cercano nel
successo terreno i segni della salvezza
Primi imprenditori: gruppi marginali poco integrati nella società che si liberano più facilmente dai
vincoli della tradizione; la marginalità sociale favorisce l’innovazione.
• Le trasformazioni nella sfera politica (stato moderno)
Monopolio della violenza legittima: diritto esclusivo di usare la forza da parte del potere sovrano;
questo monopolio è il presupposto per la formazione dello stato moderno che nasce come regno (area
italiana e tedesca processo di unificazione tardi perché la tradizione cittadina è forte); i militari sono
formati ad hoc e con strumenti adeguati (professionalizzazione dell’esercito)
monopololio fiscale: dagli appalti si passa al mutamento del ruolo del funzionario la cui retribuzione è
a carico dell’erario e non dipende dalle somme ritirate; l’operato è regolamentato da norme applicate
in modo uniforme sul territorio
monopolio monetario: lo stato avoca a sé il diritto di battere moneta
monopolio della giustizia: lo stato garantisce la protezione giuridica, nasce il tribunale
legittimità: il potere è legittimo quando chi ubbidisce lo fa perché ritiene che chi comanda abbia il
titolo per farlo. (stato di diritto)
diritti di cittadinanza: si affermano con le rivoluzioni inglesi- americana- francese ed è prerogativa degli
individui in quanto membri di un popolo depositario della sovranità dello stato. Il rapporto tra
governante e governati è regolato dalla Costituzione, legge suprema, che li vincola nei diritti e nei
doveri. Nasce l’idea di STATO DI DIRITTO, forma di organizzazione in cui tutti gli organi dello stato sono
vincolati dalla legge.

• La cultura della modernità


-individualismo: l’individuo e la sua libertà sono al vertice della scala dei valori sociali. Viene
riconosciuta la libertà di AUTOREALIZZAZIONE DELL’INDIVIDUO, apprezzato nelle caratteristiche che
lo rendono unico; la religiosità individuale prevale su quella di chiesa.
Concetti di base: uguaglianza (tutti gli uomini hanno uguale dignità e diritti), libertà (autonomia e
indipendenza, l’unico vincolo è il rispetto delle libertà altrui), diritti che sono naturali, attribuiti alla
specie umana; gli uomini liberi attraverso un contratto sociale limitano la propria libertà per dare vita
allo stato.
-razionalismo: con la società moderna ragione e razionalità diventano valori sociali dominanti; la
ragione diventa una potenza rivoluzionaria, una luce che vince l’oscurantismo
Processo di razionalizzazione: in Occidente, investe globalmente sistemi e strutture, il sacro viene
posto su un piano trascendente rispetto al mondo e la realtà naturale e umana viene guardata in modo
oggettivo. La razionalizzazione degli ordinamenti è il prodotto della razionalità umana e il contesto
entro il quale la razionalità può operare
Riflessività: facoltà dell’essere umano di scindersi in un soggetto pensante e un soggetto pensato e
tenere sotto controllo le componenti irrazionali della propria personalità.
Razionalità degli ordinamenti: livello macro, struttura sociale
Razionalità dell’azione: livello micro, azione sociale
Razionalizzazione: processo storico che investe e trasforma gli ordinamenti sociali
Epoca premoderna: status ascritto>status acquisito= conta la posizione sociale determinata dalla
nascita; non è ammessa mobilità sociale
Epoca moderna: status ascritto<status acquisito= autorealizzazione come valore dominante

Capitolo 3
• Forme e proprietà delle relazioni sociali
Azione sociale: agire riferito, secondo il suo senso, al comportamento di altri individui (agire come fare
e subire). Non tutto ciò che facciamo è un’azione sociale perché per esserlo deve esserci intenzionalità
e occorre che il senso intenzionato sia rivolto ad altri.
Teorema di Thomas: una situazione definita reale dagli attori diventa reale nelle sue conseguenze
(teoria che si autoavvera di Merton)
Relazione sociale: stabili e profonde/transitorie e superficiali; cooperative o conflittuali
Interazione sociale: due o più persone in relazione fra loro agiscono reagendo alle azioni degli altri. La
relazione è la base dell’interazione. È la trama, la struttura della società
• I gruppi sociali e le loro proprietà
Gruppo sociale: insieme di persone in interazione fra loro con continuità seguendo schemi stabili, che
si definiscono membri del gruppo e sono riconosciuti tali da altri. Lo schema di interazione si basa su
relazioni cooperative, una relazione puramente conflittuale non dà luogo al gruppo.
Interazione: diretta (famiglia) o indiretta (azienda)
Diadi: se un membro esce, scompare, fragile e personalizzato
Triadi: mediatore, tertius gaudens (competizione), divide et impera (conflitto)
Gruppi formali: regole precise; Gruppi informali: gruppo di amici, regole taciute; Gruppo di
riferimento: gruppo al quale una persona non partecipa ma condivide i fini e regole
Ruolo: insieme di comportamenti che in un gruppo ci si aspetti adotti la persona del gruppo; contenuto
vario dei ruoli. Il ruolo è sempre interpretato da chi interagisce e la sua definizione può cambiare nel
tempo.
-diffuso: insieme di comportamenti più ampio e meno definito
-specifico: insieme di comportamenti limitato
-gruppi totalitari: impegnano quasi tutti i ruoli di una persona (es. in prigione, istituzione totale)
-gruppi segmentali: riguardano solo un ruolo o pochi
-gruppi primari: piccole dimensioni, ruoli diffusi, molto personalizzati
-gruppi secondari: grandi dimensioni, ruoli specifici, spersonalizzazione

• Norme, valori, istituzioni= cultura


-norme sociali: regole di comportamento che ci si aspetta vengano seguite, la presenza di una sanzione
le distingue dalle norme tecniche
-valori: orientamenti astratti dai quali discendono le norme (vita=valore, non uccidere=norma che
discende dal valore attribuito alla vita), indicano un dover essere. Si ha un pluralismo di valori ma
spesso i conflitti non sono causati dai valori ma dal pluralismo delle norme. I valori universali fanno
aumentare la sensibilità delle persone in caso di una loro violazione.
Valori+ norme= vincoli all’azione ma definiscono anche il campo di libertà entro il quale si può agire
-istituzioni sociali: modelli di comportamento dotati di cogenza normativa (matrimonio)

• Potere e conflitto
Potere: la possibilità di trovare obbedienza ad un comando con un contenuto
Autorità: è il potere legittimo (genitori= ruolo diffuso= autorità diffusa). Quando si cerca di cambiare i
criteri di legittimazione si aprono i conflitti
Conflitto: affermare la propria volontà contro volontà e resistenza altrui
-stabilisce i confini del gruppo: si acquista consapevolezza della propria identità
-conflitti intensi: nei gruppi con impegno totale della personalità
-conflitto aumenta la coesione interna: il nemico fa dimenticare i dissidi interni, il nemico può essere
anche inventato (capro espiatorio)
-conflitto per generare nuovi tipi di interazione: è il modo in cui i bambini entrano in contatto
Weber: tre tipi di potere
-Potere tradizionale: quando il potere poggia sulla credenza del carattere sacro di tradizioni «ritenute
valide da sempre» (società premoderna)
-Potere carismatico: quando il potere poggia su un “segno di elezione”, come una “qualità personale”
verso un individuo particolare
-Potere legale-razionale: «poggia sulla credenza nella legalità di ordinamenti statuiti, e nel diritto di
coloro che sono chiamati ad esercitare il potere in base ad essi» (società moderna)

• Il comportamento collettivo
Insieme di individui sottoposti allo stesso stimolo che reagiscono ed interagiscono tra loro. È un campo
d’azione eterogeneo e poco sistematizzato. Tre tipi importanti:
-panico: reazione collettiva spontanea che porta alla fuga o all’immobilità. C’è una perdita del controllo
sulle proprie azioni in favore di comportamenti irrazionali e asociali; si pensa solo a sé stessi e gli altri
sono visti come nemici
-folla: insieme di persone riunite in un luogo che reagiscono ad uno stimolo sviluppando
comportamenti comuni, con un misto di azioni razionali e non. Esprime atteggiamenti solidaristici e si
distingue in ESPRESSIVA (sfogo di tensioni) e ATTIVA (orientata verso l’esterno). C’è più coinvolgimento
emotivo e fluidità e spontaneità; la personalità sociale dell’individuo tende a essere sospesa
-pubblico: comportamento collettivo organizzato e normale

• Le reti
Network analysis: campo di ricerca che considera le reti di relazione fra persone
A maglia larga/A maglia stretta: tanto più stretta quanto più le persone che un individuo conosce si
conoscono tra loro. I legami possono variare per intansità/durata/frequenza.
Contenuto: limitate ad un carattere (lavoro) o più caratteri (amicizia e famiglia)
Rete e gruppo: i concetti non si sovrappongono, hanno punti di vista diversi; le persone che fanno
parte di una rete possono non conoscersi e l’individuo di una rete può muoversi tra gruppi

• Il capitale sociale
Concetto che permette di capire il problema dell’organizzazione sociale
Definizione: È il patrimonio di relazioni di cui dispone una persona e che questa può impiegare per i
suoi scopi.
Il capitale sociale può essere considerato anche come una specie di bene pubblico, del quale
usufruisce l’insieme dei partecipanti, su cui si costruisce la cooperazione tra gli individui.
I tessuti di relazioni generano il capitale sociale per gli individui (es. credito a rotazione). La fiducia è
una componente essenziale e anche le relazioni più volatili possono costituire un capitale sociale.
Società moderne: depositato principalmente in organizzazioni formali che permettono una
cooperazione efficiente.
Se non viene usato il capitale si consuma; ci sono 3 tipi di capitale che insieme costituiscono il capitale
collettivo:
-economico: risorse materiali
-culturale: risorse immateriali
-sociale: rete di relazioni

• I gruppi organizzati
Gruppi progettati per raggiungere determinati obiettivi, ciò che cambia è il motivo della
partecipazione
-associazioni: si condividono i fini che corrispondono a interessi/ideali
-organizzazioni: si partecipa perché è un lavoro remunerato (motivazione strumentale)
Questi sono ATTORI ARTIFICIALI costruiti per raggiungere obiettivi che le persone reali da sole non
potrebbero raggiungere; hanno vita propria e prende delle decisioni che sono “del gruppo” (ATTORE
COLLETTIVO)
1. ASSOCIAZIONI (Tocqueville): in USA c’è più spinta ad associarsi mentre in Europa dietro ogni
azione c’è lo Stato; vede le associazioni come un antidoto alla democrazia perché quando i
cittadini sono lasciati soli davanti allo stato rischiano di essere soggetti ad un potere senza limiti e
ripiegati sui loro interessi (associazione=antidoto).
SOCIETA’ CIVILE: lo spazio delle associazioni. L’adesione ad associazioni aumenta in base al
reddito/istruzione mentre a livello di paese la loro presenza dipende da storia/cultura
2. ORGANIZZAZIONI (Weber): parla di BUROCRAZIA e ne individua le caratteristiche costruendo un
modello teorico (ideal tipo); si diffonde in quanto più efficiente rispetto ad altre forme di
organizzazione, si presta all’applicazione di tutti i compiti. Principali caratteri:
-divisione stabile e specializzata dei compiti: stabilita da regole, studiata per gli scopi
-struttura gerarchica: chi occupa una posizione ha i poteri per compiere gli atti che gli competono
-competenza specializzata: a ogni posizione corrispondono delle competenze
-remunerazione in denaro: pagata dall’organizzazione
È un’organizzazione razionale ma quella che più si avvicinano al modello puro non sempre sono le
più efficienti perché quando le regole sono troppo strette si diminuisce l’iniziativa (limiti della
burocrazia). L’organizzazione perfettamente razionalizzata è impossibile, non ci sarebbe potere
residuo e ogni azione sarebbe prevista; in realtà esistono ruoli più e meno prevedibili/regolabili:
dunque ogni incertezza a livello regolativo comporta l’esistenza del POTERE DISCREZIONALE per
contrattare la propria partecipazione nell’organizzazione (privilegiati=cercano di mantenere il
privilegio; danneggiati= cercano di sottomettere le fonti a vantaggio loro).
Sistema più burocratico= i mezzi tendono ad aumentare e precisare le regole, diminuendo la
capacità di adattamento.
Prevedibilità dei comportamenti: alla base della burocrazia di Weber, si ha con la
standardizzazione delle operazioni; si scontra con due principi:
-Gli individui non sono macchine ma interagiscono con l’organizzazione e non sono mai
totalmente prevedibili
-La standardizzazione funziona se i problemi riscontrati sono semplici e non variano
TEORIA DELLE CONFIGURAZIONI ORGANIZZATIVE (Mintzberg): si basa sulle differenze nel modo
in cui le diverse attività sono coordinate tra loro e la configurazione cambia in base a
dimensioni/tecnologia/previdibilità.
1. Struttura semplice: controllo dal vertice, funzioni nelle sue mani (piccola azienda artigiana)
2. Burocrazia meccanica: standardizzazione e gerarchia (Weber)
3. Burocrazia professionale: tirocinio di formazione, ampia discrezionalità, poco controllati, a
stretto contatto con il pubblico che è la fonte di controllo (insegnanti e scuola)
4. Struttura divisionale: obiettivi generali e compatibili fra loro, settori con funzioni diverse
(divisioni) e indipendenti nelle scelte (grande azienda)
5. Adhocrazia: gruppi di lavoro con compiti specifici (ad hoc) con persone che si conoscono bene
senza gerarchia, alta professionalità e capacità di inventarsi (gruppo di scienziati)
Non esiste un modo migliore e parti diverse si organizzano in modo diverso (integrare
configurazioni diverse rende l’organizzazione efficiente).

Capitolo 4
• Cultura
LA CULTURA E’ INCONCEPIBILE SENZA LINGUAGGIO: ma le lingue sono diverse, ipotesi
-monogenetica: differenziazione a partire da un’unica lingua
-poligenetica: pluralità di ceppi linguistici originari
L’ipotesi monogenetica rafforza la tesi del linguaggio come caratteristica innata (aristotele, Cartesio,
Chomsky: grammatica universale innata sulla quale si sviluppano le grammatiche delle singole lingue)

• Comunicazioni di massa
Definizione: comunicazioni che raggiungono in modo rapido e simultaneo una pluralità di individui che
vivono in luoghi diversi e distanti; la comunicazione parte da pochi emittenti per raggiungere tanti
riceventi
Massa: spesso definita in negativo (non è una cerchia ristretta) o con attributi negativi (amorfa,
anonima, passiva, manipolabile). Se protagonista, è perché c’è chi la influenza (regimi totalitari).
I mezzi di comunicazione creano i fenomeni di massa; spesso criticati perché strumenti di
manipolazione (creano falsi bisogni ed un consenso basato sulla passività) = TEORIA CRITICA DELLA
SOCIETA’ (Horkheimer, Adorno, Marcuse): non tiene conto che la massa è molto differenziata così
come gli effetti della comunicazione
Pubblico/audience: concetto neutro e preferibile
Selezione: trasformazioni che il messaggio subisce nelle varie fasi
1. Scelta dei fatti candidati a diventare notizia
2. Scelta dei fatti da trasmettere
3. Confezione del messaggio
4. Selezione da parte del destinatario: può scegliere tra una pluralità di testate e non leggerà il
giornale da cima a fondo e con la stessa attenzione; quello che viene letto subisce un processo di
decodifica
La stessa notizia non arriva allo stesso pubblico ma a pubblici diversi producendo effetti diversi: la
massa è un tessuto con trame molto differenziate che filtrano i messaggi in modo differente.
Per studiare i media bisogna cogliere le varie fonti di variabilità; metodo di Lasswell:
-chi?= emittente
-dice che cosa?= contenuti
-attraverso quale canale?= tipo di mezzo/linguaggio
-a chi?= destinatari
-con quale effetto?= risposte comportamentali dei destinatari
Gli effetti delle comunicazioni variano in base alla segmentazione del pubblico e in base alle reti di
relazioni (pubblico di individui che vivono in contesti di relazione, non è una massa anonima).
Flusso di comunicazione a due stadi (Katz-Lazarsfeld): tra emittente e ricevente c’è un elemento
intermedio (opinion leader, più informato) che le trasmette integrandole con i propri schemi
interpretativi.
Media e politica: problema aperto riguardo all’influenza nel comportamento elettorale (incide su chi
ha scarso interesse)
Media e pubblicità: influenza nelle decisioni di acquisto (le imprese investono nelle pubblicità)
Media e violenza: i meccanismi che legano la realtà rappresentata ai comportamenti sono complessi
e oscuri, ma sicuro la realtà rappresentata ha delle conseguenze.

• Nuove tecnologie
Ict: modificano i modi di comunicare e lavorare (telelavoro)
Telematica: rete di comunicazioni, infinita gamma di informazioni; con il world wide web (www) si
accede a tutto scegliendo e comunicando le proprie preferenze. Caratteristiche dei nuovi media:
-selettività: possibilità di selezionare
-interattività: possibilità di ricevere ed inviare
-multimedialità: possibilità di combinare i vari tipi di messaggi (parole/suoni/immagini)
-virtualità: mondi artificiali con i quali interagire

Capitolo 5
• Controllo sociale:
definizione: metodi usati per fare in modo che i membri di un gruppo rispettino le norme; si realizza
con due processi
1. Socializzazione: processo attraverso il quale la società trasmette la sua cultura. Primaria= nei primi
anni di vita, formazione delle competenze di base (nella famiglia); Secondaria= a scuola,
formazione delle competenze specifiche per i ruoli sociali. Si apprendono le norme e si
interiorizzano trasformandole in norme morali; la socializzazione assicura un buon grado di
conformità alle norme che vengono rispettate proprio perché interiorizzate e considerate giuste
e naturali.
2. Punizione e ricompense: processo esterno di controllo sociale, in atto quando quello interno di
socializzazione fallisce. La punizione tende a scoraggiare le violazioni, la ricompensa ad aumentare
l’adesione alle aspettative sociali

• Devianza
Definizione: atto di persona/gruppo che viola le norme di una comunità e che va incontro a forme di
sanzione; un atto è criminale perché urta la coscienza comune. Un atto è deviante solo in riferimento
al contesto socioculturale e talvolta è considerato tale solo in una situazione mentre in un’altra no.
concezione relativistica della devianza: da Pascal ai teorici del positivismo giuridico, non esistono mala
in se ma solo mala quia prohibita (atti illeciti perché proibiti). Non vale per tutte le forme di devianza
(es. atti universalmente condannati come l’incesto).

• Studio della devianza


Statistiche giudiziarie: basso grado di attendibilità perché i reati ufficiali sono solo una parte di quelli
reali.
Numero oscuro dei delitti: delitti non registrati, molti non sporgono denuncia
Inchiesta di vittimizzazione: per individuare chi ha subito reati, ma è indicativo solo per quelli di cui
l’individuo è a conoscenza

• Teorie della criminalità


-spiegazioni biologiche (Lombroso): i criminali sono individui anormale e inferiori; la costituzione fisica
è la più potente causa di criminalità: studia il cranio del criminale Vilella ed individua l’occipitale
mediana (invece di una cresta c’è una fossa nell’occipite). Il delinquente nato ha: testa piccola/fronte
sfuggente/zigomi pronunciati/occhi errabondi/sopracciglia folte/naso torto/viso pallido/barba rada.
Viene influenzato dalle teorie di Darwin (caratteristiche ataviche, simile all’uomo primitivo, ciò rende
difficile l’adattamento in società)
Oggi: forme di anormalità genetica, sindrome XYY (se il cromosoma in più è X, dalla madre, niente; se
è Y, dal padre, più facile che compia reati)

-teoria della tensione (si rispetta la legge perché moralmente obbligati a farlo)
Merton. Riprende l’idea di Durkheim, la devianza è provocata dall’anomia che nasce da una tensione
tra struttura culturale e sociale: la prima definisce le mete culturali e i mezzi istituzionalizzati con i
quali raggiungerle; la seconda è la distribuzione delle opportunità necessarie per arrivare alle mete
con i mezzi. Per far fronte a ciò ci sono 5 regole di adattamento:
1. Conformità: accettazione sia delle mete culturali che dei mezzi
2. Innovazione: adesione alle mete ma non ai mezzi (scelta da chi ruba)
3. Ritualismo: adesione ai mezzi ma non alle mete (mi accontento di quello che ho)
4. Rinuncia: rinuncia a mete e ai mezzi (mendicante)
5. Ribellione: rifiuto di mete e mezzi, sostituendoli con altri

-teoria del controllo sociale


Concezione pessimistica della natura umana: l’uomo è portato a violare le regole, bisogna capire
perché le rispetta. Tipi di controllo sociale che impediscono di violare le norme:
-esterni: sorveglianza esercitata dagli altri
-interni diretti: sentimenti di imbarazzo/colpa/vergogna
-interni indiretti: attaccamento emotivo verso gli altri, per non perdere la loro stima
Hirschi: una persona compie reato quando il vincolo che lo lega alla società è debole (si spezza)

-teoria della subcultura


Una persona commette reato perché si è formato in una subcultura criminale con norme e valori
diversi dalla società e che vengono trasmessi da una generazione all’altra. La devianza si apprende
nell’ambiente sociale in cui si vive e ci si forma
Scuola di Chicago (Shaw e McKay): calcolano il tasso di delinquenza
Sutherland: il comportamento deviante è appreso attraverso la comunicazione con gli altri (processo
di socializzazione), in piccoli gruppi. Chi commette reato lo fa perché si conforma alle aspettative del
suo ambiente; ad essere deviante non è l’individuo ma il gruppo a cui appartiene che viola le norme
della società generale.

-teoria dell’etichettamento
Per capire la devianza è necessario tenere conto della creazione e dell’applicazione delle norme, del
sistema giudiziario e delle forme di controllo sociale.
Reato: prodotto dell’interazione tra chi crea/attua le norme e chi le infrange. Tra i due non ci sono
differenze (nemmeno dal punto di vista dei valori): tutti violiamo norme ma non si è devianti; lo si è
quando si suscita una reazione sociale e si viene accusati di essere devianti.
Etichettato con il ruolo di deviante/criminale: i comportamenti passati vengono rivisti e ci si aspetta
che si comporti sempre così
1. Devianza primaria: violazioni con rilievo marginale, non si viene considerati devianti
2. Devianza secondaria: suscita una reazione di condanna, la persona riorganizza la sua identità sul
ruolo assegnatogli
Stigmatizzazione: isola l’individuo dalla società, tenderà a proseguire la carriera di deviante

-teoria della scelta razionale


I reati sono il risultato di un’azione intenzionale: l’individuo è un essere razionale che agisce con un
calcolo costi-benefici e non sono quindi diversi dagli altri
I motivi che portano all’attività illecita sono gli stessi che spingono a quella lecita: guadagno, prestigio,
potere (pensatori: Cesare Beccaria, Bentham, Tsutomi)
I costi di chi trasgredisce la legge:
-esterni pubblici: sanzioni legali inflitte dallo stato, conseguenze sulla reputazione
-esterni privati: costi di attaccamento, critiche e condanne degli altri
-interni: colpa e vergogna del trasgressore

• Devianza e sanzioni
-positive: ricompensano chi rispetta la norma
-negative: puniscono chi non rispetta la norma;
-sanzioni informali: da familiari e amici
-sanzioni formali: da gruppi/organi specializzati che devono assicurare il rispetto delle norme
Severità delle sanzioni: dipende dalla gravità dell’infrazione (norma d’uso= si ride/insulti; norma di
legge=sanzione forte). Ci sono leggi di vario tipo con sanzioni diverse:
-diritto penale=reato=pena
-altre leggi=illecito civile-amministrativo= multa/risarcimento
Tipi di sanzioni: variano di società in società (faida=vendetta da parte della vittima del reato; taglione=
nel diritto romano; sanzioni pecuniarie; pena di morte; espulsione; tortura=abolita per ultima in
Russia)
-pena di morte: ora ridotta (1826 Finlandia, la prima). In Italia abrogata nel 1889 con Codice Zanardelli,
reintrodotta nel 1926 (Fascismo) e abolita nel 1948. In 57 paesi ancora esiste
-carcere: prima del 1750 circa era un luogo dove stavano i delinquenti prima del processo; implica la
privazione della libertà individuale

Capitolo 8
• Cromosomi e differenziazione sessuale
Uomini e donne sono sessualmente dimorfi: hanno differenze di carattere anatomico
Da cosa è data la dimorfia: il ventitreesimo paio di cromosomi (XX=femmina; XY=maschio); è l’apporto
del padre a determinare il sesso ed il processo di differenziazione inizia alla sesta settimana
caratteri sessuali primari: testicoli e ovaie
caratteri sessuali secondari: determinati dagli ormoni sessuali

• Essenzialismo e costruttivismo
Essenzialismo: dualismo assoluto tra i due sessi, uomini e donne si nasce, differenze immodificabili
(spesso teorie di tipo biologico, ma non solo)
Costruttivismo: somiglianza dei generi, uomini e donne si diventa, le differenze sono un costrutto
sociale
1. Ormoni
2. Cervello
3. Ovuli e spermatozoi
4. Essenzialismo femminista: il genere è una qualità che esiste indipendentemente dalla definizione
culturale; alle donne sono assegnate qualità superiori. Uomini e donne hanno tratti
completamente diversi, differenze che dipendono da fattori biologici/diversa esperienza della
maternità
Chodorow: uomini e donne hanno personalità di base diverse in tutte le culture e società perché
diverse sono le prime esperienze relazionali. Figura chiave: madre, quindi le femmine hanno il
primo rapporto con lo stesso sesso, i maschi con il sesso opposto, percorrendo percorsi diversi
per acquisire una propria identità di genere. Le femmine imparano a essere donne dall’interazione
quotidiana con la madre (non rifiutano l’iniziale identificazione), i maschi devono distaccarsi dalla
madre e identificarsi con il padre (assente: identificazione con un ruolo sociale). Conseguenze:
femmine con relazioni forti, di dipendenza/ maschi emotivamente distaccati

• Genere e cultura
Sesso: attributi dell’uomo e della donna (caratteristiche biologiche) realtà fisica
Genere: qualità distintive definite culturalmente (mascolinità-femminilità) costrutto sociale appreso
durante un processo di socializzazione
La divisione sessuale del lavoro è un universale culturale: esiste in ogni società con la differenza che
compiti principalmente svolti dall’uomo in alcune società sono propri della donna. Varie ipotesi:
-maggiore forza fisica maschile
-ipotesi della compatibilità con l’allevamento dei bambini: le donne svolgono compiti che possono
interrompere e riprendere facilmente per occuparsi dei bambini
-ipotesi della spendibilità: gli uomini svolgono compiti più pericolosi perché dal punto di vista della
riproduzione sono più sacrificabili delle donne
Status delle donne concetto multidimensionale che comprende aspetti diversi (risorse economiche,
autonomia, potere politico).
Matriarcato/ginecrazia: mai esistito, ma sono esistite società in cui le donne avevano un potere non
trascurabile
Società di caccia e raccolta: mancanza di classi, uguaglianza nelle relazioni uomo-donna
Società orticole-agricole: lo status della donna è diminuito, condannate a svolgere lavori domestici,
massimo grado di subordinazione (l’agricoltura intensiva accentua la divisione sessuale del lavoro;
donne dipendenti dagli uomini). Il tasso di fecondità aumenta e si crea una netta divisione tra sfera
pubblica (maschile) e sfera privata (femminile, isolamento per mantenerle vergini/fedeli); vengono
elaborate ideologie che giustificano le forti disuguaglianze di genere (donna debole, uomo mancato…)
Variazioni dello status dovute a:
-sistema parentale: importanza maggiore con sistema di parentela matrilaterale, residenza
matrilocale (sostegno della madre e delle sorelle, se marito e fratello non sono d’accordo si
neutralizzano dando più autonomia alla donna)
-frequenza delle guerre: più guerre=più relazioni androcentriche; se la guerra è lontano da casa=
cresce l’autonomia e il potere delle donne
-contributo economico delle donne: l’importanza sociale aumenta con l’aumentare delle donne che
lavorano e sono retribuite

• Genere nelle società contemporanee


Lavoro: segregazione occupazionale per sesso= fisica (edifici, luoghi separati) e divisi da classificazioni
sociali che attribuiscono certe mansioni ai maschi e altre alle femmine (segregazione occupazionale
orizzontale rispetto al sesso), con concentrazione di uomini e donne in lavori diversi. È misurata attraverso
l’indice di dissimilarità (0-100)
politica: diritto di voto (prima fra tutte la Norvegia nel 1893). Inizialmente le donne votavano in misura
minore rispetto agli uomini, poi è arrivato a superare l’elettorato maschile. Le donne sono
sottorappresentate ai vertici delle organizzazioni/istituzioni politiche.
uso del tempo nelle società contemporanea: gli uomini impiegano più tempo nel lavoro retribuito mentre
le donne impiegano più tempo nel lavoro non retribuito (lavori domestici) che di rado gli uomini svolgono.
Gli uomini hanno in media più tempo libero, cosa che le donne non hanno perché in media lavorano più
degli uomini.
1998-2003: aumento di 15 minuti al giorno del tempo che gli uomini dedicano alle attività familiari,
riduzione di 52 minuti al giorno del tempo che le donne dedicano alle attività familiari. Nei paesi
industrializzati il lavoro è più equamente distribuito ma differenze nette si hanno in Italia e Spagna. Il
mutamento è dovuto a:
-flessione della fecondità
-uso degli elettrodomestici
-aumento donne con lavoro retribuito

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