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Sociologia

Il funzionalismo

- Approccio sociologico che, ispirato a Durkheim, si basa sulla convinzione che la società è la realtà collettiva prodotta
dalle singole parti che si associano tra loro e svolgono precise funzioni all’interno della collettività.
- Spiega la corrispondenza tra le strutture che la società si da e i bisogni sociali a cui le strutture fanno capo.
- Ogni organo è necessario ma non sufficiente al funzionamento dell’intero sistema sociale = interdipendenza fra le parti.

§ Talcott Parsons (1902 – 1979)


La sua teoria si basa sul modello AGIL, dove si designano i principi sociali a cui ogni sistema è chiamato a rispondere:
1) Adaptation = reperire e trasformare le risorse per sopravvivere (→ istituzioni economiche);
2) Goal attainment = perseguire gli scopi a cui il sistema sociale tende (→ istituzioni politiche);
3) Integration = regolare i conflitti interni alla società (→ istituzioni giuridiche);
4) Latent pattern maintenance = conservare i valori impliciti (atteggiamenti, morale, simboli…) su cui la società si regge
(→ agenzie educative).
Ad ognuno di questi imperativi corrisponde una precisa classe di istituzioni sociali che hanno il compito di occuparsene.

Ruoli e variabili strutturali


All’interno di questi sistemi si svolgono le interazioni tra soggetti, i quali vi prendono parte come rappresentanti di una
specifica posizione, da cui derivano precisi ruoli sociali.
I ruoli sono classificabili in base alle variabili strutturali, descrivibili nella forma di una coppia di condizioni alternative:
1) affettività/neutralità affettiva = agire sulla base di sentimenti oppure prescindendo da qualsiasi riferimento affettivo;
2) realizzazione/attribuzione = persone valutate in base ai risultati ottenuti con il loro impegno, oppure per qualità
indipendenti dalle loro prestazioni e dalla loro volontà;
3) universalità/particolarismo = la condotta dell’individuo può essere ispirata a criteri universalistici (a seconda del
soggetto cui si rivolge) o particolaristici (= diversificata in base al soggetto);
4) specificità/diffusione = esistono ruoli che coinvolgono tutti gli aspetti delle personalità che vi sono implicate, altri
invece che riguardano settori molto specifici;
5) orientamento in vista dell’ego/in vista della collettività = a seconda del ruolo ci si aspetta che l’individuo agisca in
vista di interessi privati, oppure nell’interesse della collettività.

§ Robert K. Merton (1910 – 2003)


Maestro di Parsons, egli costruisce le “teorie a medio raggio” che si pongono in una posizione intermedia tra la
descrizione dei dati empirici e la generalizzazione troppo astratta.
Questa astrazione eccessiva è presente, nella sistemazione parsonsiana: lo studioso ritiene che occorra rivederla,
mettendone in discussione i tre postulati fondamentali:
1) postulato dell’unità funzionale = tutti gli elementi di un certo assetto cooperano alla sopravvivenza dello stesso
(assetti sociali più semplici e non quelli complessi);
2) postulato del funzionalismo universale = l’esistenza di una determinata realtà o pratica consolidata è sufficiente ad
ipotizzarne una funzione ed un’utilità sociale;
3) postulato dell’indipendenza funzionale = esiste una corrispondenza tra bisogni che emergono dal sistema sociale
ed istituzioni tenute a rispondere ad essi.

Può capitare che all’interno dell’assetto sociale uno stesso elemento svolga contemporaneamente più funzioni,
anche se alcune di queste non sono espressamente dichiarate o presenti alla consapevolezza dei membri della società.
Merton declina il funzionalismo in una più accurata analisi del sistema sociale, attenta a comprenderne anche le
disfunzioni, le dinamiche evolutive, la pluralità delle prospettive e la relatività dei significati funzionali.

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Le teorie del conflitto


- Prospettive sociologiche che, poste agli antipodi del funzionalismo, sono evidenziano la dimensione della conflittualità,
esprimendo tutti gli aspetti disfunzionali della società che ne minacciano la pace.
- L’assetto sociale non è un sistema in perfetto equilibrio, ma la risultante provvisoria di precise dinamiche conflittuali,
all’interno delle quali alcuni elementi si sono imposti su altri, escludendoli dal controllo sulle risorse della società.
- Del funzionalismo condividono l’approccio macrosociologico l’ispirazione marxista.

§ Louis Althusser (1918 – 1990)


Approfondisce la nozione marxiana di “ideologia”, analizzando gli apparati sociali di cui gli USA si servono per rafforzare
e conservare le ideologie funzionali a rapporti di dominio esistenti (= scuola, chiese, media, istituzioni culturali).
Queste strutture le chiama AIS (Apparati Ideologici di Stato) e affiancano strumenti di repressione del dissenso di cui lo
Stato dispone al fine di tramandare le norme e i valori su cui la società si regge e garantire la sopravvivenza delle
strutture socioeconomiche che ne sono il fondamento.
§ Pierre Bourdieu (1930 – 2002)
Negli anni Settanta del Novecento, la ricerca del sociologo francese stimola ricerche empiriche sui temi della scuola e
della conservazione delle disuguaglianze sociali.
La scuola, dietro un’apparente uguaglianza di opportunità offerte agli studenti, trasmette in realtà la cultura e il linguaggio
delle classi dominanti, permettendo solo ai ragazzi che vi appartengono di mettere a profitto il proprio titolo di studio;
premiare gli alunni migliori significa ratificare quella capacità che in realtà è un fatto sociale, ossia il “capitale culturale”
ricevuto dalla famiglia.

§ Le sociologie critiche statunitensi (vedi “Sociologia Nordamericana”)


Sono una serie di studi sulla società americana condotti da diversi autori (Lynd, Riesman, Wright Mills) in un arco di
tempo che va dalla Grande Depressione del ’29 alla fine degli anni Cinquanta.
Questi studi erano volti a contraddire all’immagine idealizzata degli USA promossa al pubblico mondiale: quella di un
Paese libero, democratico in grado di offrire pari opportunità a tutti i suoi cittadini.

§ La Scuola di Francoforte
Una prospettiva originale all’interno delle teorie del conflitto è quella elaborata dalla Scuola di Francoforte, i cui
esponenti principali sono Max Horkheimer, Theodor Adorno, Herbert Marcuse e Fromm.
Gli autori della Scuola di Francoforte elaborano una lucida analisi della civiltà industriale avanzata, nella quale
nascono nuove e sottili pratiche di controllo sociale.

§ Marcuse: sostiene che la società occidentale sia una “confortevole e ragionevole” democrazia che appiattisce l’uomo
alla pura dimensione di consumatore (euforico e ottuso) la cui libertà è solo la possibilità di scegliere tra molti prodotti
diversi.
Si tratta di una libertà fittizia, poiché i bisogni che spingono l’uomo a consumare sono in realtà indotti dal sistema
produttivo stesso; l’uomo insegue beni che perpetuano la sua infelicità ed è spinto a lavorare solo per l’ossessione di
produrre, manipolato da forze estranee che ne comandano i consumi in maniera studiata e quasi meccanica.

La Scuola di Francoforte ha prodotto differenti studi interdisciplinari, coinvolgendo ambiti come la psicologia, la
psicoanalisi e la psicologia sociale.
Ad esempio, Adorno cerca di delineare il tipo sociologico che fornisce la base potenziale del consenso ai regimi
totalitari, individuandone i tratti tipici come il conformismo morale, l’intolleranza e la cieca subordinazione al potere.
il legame tra critica della società e analisi psicologica è elemento forte nell’opera di Fromm, per cui lo smascheramento
degli inganni della coscienza perseguita dalla psicoanalisi diventa denuncia della frustrazione, dell’inautenticità e
dell’infelicità a cui lo condanna la società capitalista, dominata dalla logica dell’acquisizione e del possesso.

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Le sociologie comprendenti (vedi “Interazionismo Simbolico”)


- Espressione risalente a Weber, comprende tutte le teorie che vedono l’azione sociale come oggetto proprio
dell’indagine sociologica.
- Analizzano le micro-realtà sociali (come le interazioni e le esperienze quotidiane delle persone).

Interazionismo simbolico
Caratteristica di questo approccio è la centralità dell'analisi dell'interazione sociale e dell'interpretazione che di questa
danno coloro che vi partecipano (approccio microsociologico).
Influenza del Pragmatismo: nella priorità data dall’interazionismo simbolico all’azione si rivela l’influenza del
Pragmatismo, movimento filosofico che nasce negli Stati Uniti negli ultimi decenni dell'Ottocento, dove la
conoscenza non è risultato di un’osservazione distaccata del reale, ma di un processo interattivo tra organismo e
ambiente determinata da necessità pratiche.

A coniare il termine «interazionismo simbolico» è stato Herbert Blumer (1900 - 1987), che ne offre questa descrizione
essenziale: «l’interazionismo simbolico si basa in ultima analisi su tre semplici premesse. La prima [...] è quella secondo
cui gli uomini agiscono nei confronti delle cose sulla base dei significati che tali cose hanno per loro. [...] La
seconda premessa è che il significato di tali cose è derivato dall’interazione sociale che il singolo ha con i suoi simili
o sorge da essa. La terza premessa è che questi significati sono elaborati e trasformati in un processo
interpretativo messo in atto da una persona nell’affrontare le cose in cui si imbatte».

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