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Metodologia

I protagonisti della ricerca sociale


Sono sempre presenti due protagonisti: il ricercatore (chi possiede gli strumenti teorici e pratici per condurre un’indagine)
e il committente (chi incarica di svolgere una ricerca).
→ Ricercatore: dopo il rinnovamento della figura del ricercatore avvenuta nel Novecento per opera di Popper, Kuhn e
Feyerabend, non viene più considerato come un tecnico ben preparato che si comporta in maniera neutrale, ma piuttosto
viene visto come una mente creativa e coinvolta nel proprio lavoro, con i propri punti di vista; questi ultimi non possono
essere eliminati con la presunzione di non averne, ma possono essere gestiti nel processo di conoscenza della realtà se
trattati per quello che sono: precognizioni, che ci orientano nel nostro approccio alla realtà.
→ Committente: il principale ente promotore è l’università, dove la ricerca nasce dal dibattito teorico per approfondire la
conoscenza di fenomeni sociali emergenti o di verificare determinate ipotesi.
Sono promotori di ricerca anche gli istituti di ricerca pubblici, come l’ISTAT, o privati, che svolgono indagini
autonomamente o in collaborazione con altri soggetti.

L’oggetto della ricerca


Può trattarsi di un fatto o problema che coinvolge la società o una parte di essa, di un processo sociale (urbanizzazione)
o di un’entità collettiva (pubblico impiego), che però è sempre riconducibile all’interazione tra soggetti umani che danno
un preciso significato al loro agire.
All’interno degli oggetti di studio del ricercatore, troviamo gli elementi su cui si fondano tutti gli studi: le variabili, caratteri
con proprietà soggette a variazioni nel tempo e nello spazio; possono essere quantitative (quantificabili numericamente)
o qualitative.

Gli scopi della ricerca


Il fine generale è quello di approfondire la conoscenza di fenomeni sociali nuovi oppure poco chiari; possiamo
individuare tre scopi fondamentali della ricerca sociologica:
1) Descrivere un fenomeno sociale nuovo considerato rilevante e meritevole di indagine;
2) Rispondere ad interrogativi che sorgono dall’analisi dei fatti e dei comportamenti sociali; questi interrogativi possono
essere stimolati anche dalla ricerca stessa;
3) Individuare correlazioni, ossia variazioni tra diversi fenomeni sociali e approfondirli allo scopo di stabilire eventuali
rapporti di causa-effetto tra loro (disagio giovanile e crisi della famiglia di appartenenza).

Lo svolgimento della ricerca: un processo circolare


Si possono distinguere due fasi di indagine sociologica:
1) Fase ideativa, che comprende la scelta del problema, la definizione dell’ipotesi e formulare un disegno di ricerca;
2) Fase pratica, che coincide con l’indagine empirica vera e propria, dove si raccolgono i dati e si analizzano, per poi
interpretarli.
Queste fasi seguono un movimento circolare: teoricamente, la ricerca non ha mai fine, perché dall’interpretazione dei
risultati possono nascere nuovi stimoli per nuove analisi.
→ Fase ideativa: s sceglie l’oggetto su cui svolgere la propria indagine, consultando la letteratura scientifica circa
quell’argomento; successivamente si definisce l’ipotesi e si formula il progetto di indagine.
L’ipotesi è un’affermazione da verificare con la ricerca stessa; si dice monovariata quando riguarda una sola variabile, di
cui si considera la frequenza con cui si presenta; si dice invece multivariata o relazionale quando pone un rapporto tra
più variabili.
Nel disegno di ricerca, lo studioso individua il metodo più adatto per svolgere la propria ricerca e stabilisce l’ampiezza
dell’unità di analisi (piccolo gruppo o popolazione di quartiere); tra i metodi troviamo quelli di inchiesta (intervista e
questionario strutturato) che permettono di descrivere una situazione sociale, oppure quelli osservativi, che spiegano
fenomeni e prevedono il loro sviluppo nel futuro.
→ Fase pratica: è il cosiddetto fieldwork (lavoro sul campo), dove si raccolgono i dati necessari per verificare l’ipotesi
seguendo i metodi possibili (di inchiesta, intervista libera, storie di vita, analisi documenti).
Terminata questa fase, il ricercatore elabora i dati raccolti attraverso l’uso della statistica; infine, si passa ad interpretare
tali dati.

Gli strumenti di indagine del sociologo_______________________________________________________

Metodi qualitativi → analizzano gli aspetti qualitativi della realtà sociale partendo dall’analisi di casi esemplari;
producono resoconti, analisi approfondite, descrizioni e valutazioni della realtà sociale in cui la quantificazione numerica
è modesta o del tutto assente; è centrale capire come e perché si verificano certi fenomeni sociali; appartengono ai
metodi qualitativi: l’osservazione partecipante, l’intervista libera non strutturata, le storie di vita.
Metodi quantitativi → consentono lo screening di ampie quote di popolazione e misurazione numerica di dati fenomeni
sociali sotto forma di tabelle statistiche o rappresentazioni grafiche; sono ricerche standardizzate.
Tipi di osservazione
1) Partecipante = l’osservatore si mescola ai soggetti osservati e ne condivide le abitudini di vita (l’indagine è sul campo,
intensiva, su pochi soggetti e per periodi di tempo prolungati);
→ studio dettagliato e non produce modificazioni nella situazione osservata limiti: sono lunghe e dispendiose;
2) Non partecipante = l’osservatore mantiene una posizione distaccata o fa in modo che i soggetti osservati non si
accorgano della sua presenza (l’indagine è sul campo o in laboratorio);
→ tiene sotto controllo le variabili prescelte; limiti: impossibilità di stabilire rapporti di causa-effetto tra due variabili, le
dimensioni modeste del campione preso in esame e la difficoltà di ottenere una completa quantificazione dei dati.

L’inchiesta e il survey
Nella lingua inglese si definisce survey l’inchiesta che serve per conoscere comportamenti, opinioni di ampie quote di
popolazione. Entrambi si compongono di una lista di domande:
Questionario -> per posta compilato senza bisogno di assistenza
Intervista -> presenza dell’intervistatore

Il questionario: è una lista di domande strutturate o aperte; devono essere brevi, chiare, semplici, prive di ambiguità e
non tendenziose. È lo strumento più indicato per raccogliere velocemente una grande quantità di dati sulle abitudini e le
opinioni dei cittadini (Fotografare).
Un vantaggio del questionario è la possibilità che offre di elaborare statisticamente le domande strutturate chiuse.
Il limite: Il questionario pone a tutti gli interpellati le stesse domande

L intervista: è uno strumento più duttile e flessibile del questionario. L’intervistatore leggere domande scritte annota le
risposte. Esistono forme intermedie ristrutturazione. L’intervistatore può essere direttivo o non direttivo:
Direttivo: l’intervistatore pretende risposte precise lascia poca libertà all’intervistato
Non direttivo: l’intervistatore stimola l’interlocutore cerca di metterlo a suo agio per farlo parlare liberamente.

L’intervista-> tempi di attuazione piuttosto lenti; la sua riuscita è legata alla competenza e all’esperienza
dell’intervistatore.
La tecnica non direttiva è indicata nei dettagliati resoconti di vicende biografiche individuali che prendono il nome di
storie di vita = sono narrazioni che tratteggiano le condizioni di vita di grande interesse sociologico, spesso marginali
come quelle dei senzatetto etc. La storia di vita si presenta come la registrazione fedele di un resoconto orale.

L’analisi dei documenti


Si definisce documento ogni testimonianza registrata su supporti di vario tipo allo scopo di trasmettere o conservare
informazioni. La classificazione dei documenti si distingue in:
• Personali: lettere diari per uso privato
• Pubblici: verbale di riunione, pagelle e registri scolastici
• Statistici: pubblicazioni curati da enti specializzati come l’Istat
• Scientifici: studi e resoconti di ricerche già svolte in ambito delle scienze sociali
Le prime ricerche empiriche sono state condotte su documenti es. l’indagine sul suicidio di Durkheim Che utilizzò studi
precedenti e documenti tratti dagli archivi del ministero della giustizia o anche Thomas e Znaniecki Che utilizzarono
materiale privato

Per Ricavare informazioni dai documenti si possono usare tecniche qualitative o quantitative:
• Qualitativi: portano descrizioni, valutazioni, le costruzioni di abitudini e mentalità
• Quantitative: ricavare dati numerici elenchi misure come per esempio l’analisi del contenuto.
Quest’ultima è usato nelle ricerche sui contenuti dei mass-media che attraverso una serie di procedure arriva a tracciare
una mappatura del campione preso in esame

Il vantaggio dell’esame dei documenti e la sua praticità: risparmiare tutto il lavoro di produzione dei dati; interviste e
questionari eccetera
Lo svantaggio: Non è facile ricavare informazioni dai documenti E sia spesso l’impressione di non cogliere la situazione
sociale nella sua immediatezza
Un altro limite è la parzialità dei documenti stessi: i documenti scritti privati parlano soltanto di coloro che sapevano
leggere e scrivere (quindi delle classi privilegiate)

Gli imprevisti della ricerca sociologica


Ogni indagine sociologica richiede un’attività complessa ed è quindi importante che il ricercatore sia consapevole fin
dall’inizio della possibilità che si verificano situazioni imprevisti e perturbanti che possono modificare il quadro prestabilito
e sono definiti “elementi di perturbazione dell’indagine scientifica“

L’effetto Hawthorne
L’effetto Hawthorne deriva dal nome degli stabilimenti di un’azienda produttrice di telefoni situato a Chicago all’interno
della quale Elton Mayo condusse a partire dal 1927 delle ricerche sull’organizzazione del lavoro. Mayo E i suoi
collaboratori proposero di verificare l’influenza del Kuhn e condizioni materiali sulla produttività di un gruppo di operai
(illuminazione dei locali, ritmi di lavoro, Posey, rumori). Si accorsero che la produttività aumentava sia nel gruppo di
prova vincolo di controllo poiché l’unico stimolo esterno era la presenza dei ricercatori impegnati a rivelare gli effetti delle
variabili introdotte. Si comprese che essere oggetto di osservazione aveva prodotto degli effetti imprevisti di
responsabilizzazione, coesione ed efficienza assai più evidenti e le risposte degli stimoli dati dei ricercatori stessi.
Questo effetto fu imprevisto e di conseguenza rivelò la presenza di un feedback tra osservatori e osservanti. Il
comportamento inatteso dei soggetti sperimentali arrivo a modificare l’orientamento della ricerca stessa si trasforma in
una delle prime ricerche accurate di psicologia sociale sull’interazione dei gruppi e ciò conferma l’esistenza di un effetto
ricercatore.

Serendipity
Horace Walpole 1754 significa “possibilità di fare piacevoli scoperte per puro caso“ come accadeva i tre principi di
Serendip i quali quando viaggiavano scoprivano cose che non stavano assolutamente cercando.
Questo concetto fu caro sociologo Robert Merton che li dedico quarant’anni di ricerche e studi. Secondo lui infatti la
ricerca empirica della solo il compito passivo ma può anche dare origine a nuove ipotesi “in corso d’opera” ciò avvenne
perché non mi ricerca di sociologia empirica è insita una competenti di serendipity ovvero la possibilità di scoprire delle
novità le quali non si pensava affatto. Così fecero anche Alexander Fleming all’epoca della scoperta della penicillina e
Sigmund Freud.

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