Modulo
La ricerca-azione a scuola e l’apprendimento collaborativo.
Sommario
Temi.
1. La ricerca-azione;
2. La logica della ricerca-azione;
3. Le dinamiche di gruppo e i ruoli;
4. L’apprendimento collaborativo;
5. La ricerca empirica;
6. La matrice di dati;
7. La ricerca qualitativa e interdisciplinarità nella scuola.
1. La ricerca-azione
“La ricerca azione nasce dalle riflessioni di Kurt Lewin nell’ambito della
psicologia sociale. Negli anni Quaranta del Novecento, egli muove una critica ai
metodi di ricerca basati sul riduzionismo e sugli approcci classificatori e
frequenziali allora in voga, in favore di metodi che comportino uno studio
analitico dei fattori situazionali e ambientali, all’interno dei quali i soggetti della
ricerca vivono e operano.
Già John Dewey, nei primi anni del Novecento, aveva sviluppato un’idea di
educazione in cui l’interazione attiva con il mondo aveva un ruolo centrale
nell’apprendimento” (R. Trinchero, I metodi della ricerca educativa, Roma-Bari,
laterza, 2004, p. 140).
“Tale approccio – scrive Maria Luisa Iavarone – si ricollega al modello
anglosassone dell’Action-learning che punta a realizzare un rapporto circolare tra
apprendimento e azione attraverso un potenziamento, allo stesso tempo, tanto
dell’apprendimento dall’esperienza quanto della sperimentazione in azione di ciò
che si è appreso; in altri termini è una modalità di promozione del cambiamento
basato sulla nozione dell’imparare facendo.
Essa si prospetta come alternativa alla ricerca sperimentale classica che si basava
su un modello teorico di stampo positivista, si sviluppava secondo un disegno
lineare, e faceva riferimento a metodi quantitativi per la verifica delle ipotesi. Al
contrario, la ricerca-azione, si basa su di un paradigma di carattere
fenomenologico, sistemico-relazionale.
1
Ivi, pp.. 34-35.
2. La logica della ricerca-azione.
Prerequisito indispensabile della ricerca azione è che gli operatori, che sono gli
attori principali della ricerca, abbiano un effettivo potere decisionale, ossia
abbiano la possibilità di mettere in atto interventi concreti sulla situazione in
oggetto, in accordo con quanto suggerito dai risultati della ricerca da loro stessi
condotta.
La ricerca azione non segue un disegno rigidamente predefinito. Essa può partire
da ipotesi, ma il suo obiettivo primario non è il loro controllo. La ricerca azione si
svolge come un processo ciclico in cui ogni nuovo elemento di evidenza empirica
raccolto può servire da base per costruire nuove ipotesi.
La verifica costante e attiva può assumere la forma del monitoraggio, ossia una
procedura di osservazione sistematica degli interventi e delle risposte, allo scopo
di rilevare le trasformazioni da essi prodotte, i parametri in grado di descriverle, di
tracciare le linee di evoluzione delle situazioni, gli ostacoli al raggiungimento
degli obiettivi, di mettere in luce i bisogni e le loro trasformazioni, le criticità, le
potenzialità della struttura e del gruppo di lavoro.
Sulla base dei dati di monitoraggio è possibile mettere in atto opportuni
aggiustamenti degli interventi” (R. Trinchero, I metodi della ricerca educativa,
Roma-Bari, laterza, 2004, p. 142/143).
Si tratta insomma di una concezione di ricerca e di metodologia strettamente
legata al farsi della conoscenza scolastica e che si realizza pienamente solo in
quanto indagine pratica di carattere conoscitivo, tesa a mutare in senso
migliorativo, le condizioni educative della classe:
“ il significato della metodologia non è solo quello di ricetta per fare ricerca, essa
è anche un modello di lettura di esperienze educative innovative: Può cioè
rivelarci i passaggi logici e cronologici di un determinato fatto o insieme di fatti in
modo da chiarirci l’andamento dell’insieme che analizziamo.
Da questo punto di vista la riflessione metodologica assume i caratteri di
un’analisi metacognitiva di un processo” (R. Gatti, Che cos’è la pedagogia
sperimentale, cit. pp. 45/47).
“La ricerca azione parte sempre da una situazione concreta, che gli operatori del
servizio percepiscono come problematica. È la comunità educativa a definire
quale situazione debba essere considerata situazione-problema. Gli operatori sul
campo, forti della conoscenza del contesto e delle potenzialità e dei limiti delle
risorse coinvolte, delineano il problema, lo analizzano e progettano strategie di
soluzione.
Il coinvolgimento di tutti i membri della comunità nelle varie fasi del processo è
importante per poter cogliere il maggior numero possibile di aspetti della
situazione sotto esame, per interrogarsi sulle contraddizioni che potrebbero
emergere durante la ricerca (…), per poter giungere a soluzioni condivise e per
poter avere effettive possibilità di cambiamento.
4.L’apprendimento collaborativo.
“Un altro approccio metodologico che fa leva sulla partecipazione attiva sia in
ambito di ricerca sia di formazione è quello relativo all’apprendimento
organizzativo: tale approccio appare particolarmente funzionale alla disciplina
non solo per meglio metterne a punto i dispositivi di indagine sui processi e sui
contesti di formazione, ma anche per la progettazione e la messa in opera di
itinerari formativi in cui l’apprendimento e il mutamento si diano come esiti di
negoziazione sociale attraverso pratiche condivise e finalizzate.
“Tale ricerca può essere condotta secondo due finalità. Se l’obiettivo del
ricercatore è quello di far luce su una data realtà educativa, spazialmente,
temporalmente e culturalmente situata, allo scopo di avere una comprensione
approfondita della situazione considerata nella sua unicità e specificità, la ricerca
viene detta ricerca idiografica. È il caso, ad esempio, di un insegnante o di un
educatore che voglia utilizzare i metodi della ricerca educativa per conoscere
aspetti particolari dei giovani che segue e delle dinamiche che si instaurano nel
suo particolare contesto educativo.
2
Cfr. L. Iavarone, La formazione come processo e come organizzazione,cit..
3
Cfr. E. Corbi, La formazione a distanza e nuove tecnologie nella formazione continua, in M. L. Iavarone, V.
Sarracino, M. Striano, (a cura di), Questioni di pedagogia sociale, cit..
Se l’obiettivo del ricercatore è invece quello di astrarre, dalla situazione oggetto di
studio, leggi e regole di portata più generale, applicabili anche a contesti e
situazioni diverse da quelle in cui sono state prodotte, la ricerca viene detta
nomotetica. È il caso, ad esempio, del ricercatore accademico che studia il
problema dell’abbandono scolastico, individuando i fattori che, sulla base dei dati
raccolti, sembrano maggiormente legati all’abbandono. (…)
Chi ritiene che le situazioni siano conoscibili in modo deterministico (date tali
premesse CERTAMETTE si verificheranno tali esiti secondo la prospettiva
positivista che fonda il sapere scientifico sul riduzionismo e, appunto, sul
determinismo) e che SOLO questa conoscenza può essere considerata scientifica
in quanto certa e prevedibile, interpreta un atteggiamento cognitivo che potremo
definire di realismo ingenuo.
Ma è indispensabile che fra questi sintetici nuclei del processo euristico sia
riscontrabile coerenza, di conseguenza il docente-ricercatore terrà sotto costante
esame le relazioni fra le fasi, gli strumenti, le strategie, le prospettive, gli obiettivi,
le verifiche del suo agire.
La ricerca che fa leva sulla matrice dei dati rappresenta un esempio classico di
ricerca empirica. Essa trae inizialmente origine da quella che prima abbiamo
definito come un atteggiamento realista che punta alla descrizione-spiegazione dei
fenomeni, alla luce, appunto, di dati che si ritiene possano quasi “fotografare”
almeno alcuni aspetti salienti della realtà.
Si tratta di una ricerca guidata da precise ipotesi che si avvale di procedure di
rilevazione (attraverso schemi e griglie che diano conto dell’ evidenza empirica),
catalogazione e analisi dei dati altamente formalizzata.
“Viene presentata una ricerca in corso, iniziata nell’anno scolastico 1982-83, nella
scuola elementare di S. Fili (Cosenza).
Si vuole indagare quale modello di tempo pieno venga in esso attuato. Il campione
è formato da 28 insegnanti; lo strumento utilizzato è un questionario che intende
sondare:
a)motivazione della scelta, atteggiamento della scuola a tempo pieno, rapporto
pieno-curriculum, rapporti fra insegnanti; b) aggiornamento; c) programmazione-
valutazione-verifica; d) modello organizzativo-pedagogico-didattico; e) rapporto
scuola-famiglia e scuola-comunità esterna. Sono riportate in dettaglio le risposte
ottenute dagli insegnanti, dalle quali emergono alcune linee caratterizzanti il
modello considerato.
La scelta di partecipare al tempo pieno è determinata principalmente
dall’insegnare nel comune di residenza, dalla possibilità di fare una nuova
esperienza e di applicare metodi nuovi.
Il modello organizzativo utilizzato risulta essere L’interazione globale
(collaborazione degli insegnanti per l’intero arco del tempo scolastico e
programmazione collegiale delle attività didattiche)” (F. Costabile, Modellistica
della scuola a tempo pieno: analisi di una esperienza in ambiente cosentino, in
“Qualeducazione”, a. 4, n. 2, fasc. 10, apr-giu 1985, pp. 35).
• questionario;
• intervista;
• tests cognitivi e di personalità;
• prove oggettive di profitto;
• osservazione strutturata
L’analisi dei dati quantitativi prevede tecniche statistiche di elaborazione di tipo
monovariato (se l’obiettivo è descrivere l’andamento dei fattori nel campione),
bivariato (se l’obiettivo è individuare nessi tra fattori all’interno del campione).
La validità dei risultati di una ricerca si misura attraverso la loro rispondenza nei
confronti della realtà empirica (validità interna), la quale, a sua volta, rimanda
all’incrocio con altre tecniche di rilevazione e di analisi, in breve, con punti
visuale differenti che convergono sullo stesso oggetto. La possibilità di
generalizzare i risultati ottenuti dall’analisi sul campio a tutta la popolazione
segna il grado della validità esterna.
In sintesi possiamo affermare che l’attendibilità di una ricerca dipende dal rigore
metodologico nei confronti delle procedure dell’investigazione, il rispetto delle
quali rende possibile la ripetibilità ed il confronto delle esperienze.