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LA RICERCA SOCIALE: METODOLOGIA E TECNICHE

Metodologia: o studio del metodo. Si riferisce a quella parte della logica che ha per oggetto
le regole, le condizioni formali che sono alla base della ricerca scientifica. Con metodologia
della ricerca si intende un discorso sul metodo, una critica della ricerca scientifica, non una
descrizione o presentazione dei metodi stessi, n una riflessione critica sulla coscienza
scientifica.
Nel titolo del libro si parla di tecniche al plurale, contro il singolare di metodologia, perch le
tecniche sono molte, ma la riflessione su di esse una sola. Le tecniche sono le specifiche
procedure operative di cui una disciplina scientifica si avvale per lacquisizione e il controllo
dei propri risultati empirici.
Il terreno che separa metodologie e tecniche non presenta fratture, ma pu essere
immaginato come una sorta di continuum. Se per esiste un prius temporale, questo va
assegnato alle tecniche. Infatti la riflessione sul metodo viene dopo lacquisizione della
consapevolezza tecnica. La ricerca sociale pu fare a meno della metodologia, la quale non
necessaria alla ricerca.

Rapporto tra ricerca quantitativa e ricerca qualitativa


Vi una radicale diversit tra i due tipi di ricerca, ma anche complementarit. Nel libro si da
pi spazio alla tecnica quantitativa, ma non perch questo approccio sia superiore allaltro.
Per due motivi:
1) La prospettiva qualitativa, per la sua soggettivit, pi difficile da trasformare in procedure
schematizzate trasmissibili con un manuale. Non possiede tecniche come la ricerca
quantitativa. Il suo modo di procedere resta sempre da inventare sul campo, nellinterazione
ogni volta nuova tra soggetto studiante e oggetto studiato.
2) Nellesperienza sociologica, la lunga tradizione di ricerca quantitativa, ha cumulato in un
secolo un imponente materiale fatto di tecniche ampiamente sperimentate. Invece lapproccio
qualitativo, dopo una ricca e produttiva fase iniziale, entrato in una fase di latenza, per poi
riprendere vigore solo in anni recenti.

Rapporto tra tecniche di rilevazione e analisi statistica dei dati


Non si pu isolare la teoria e la metodologia della ricerca dalla statistica. Bisogna presentare
al lettore una panoramica completa del processo di ricerca, altrimenti resta privo di aggancio
con la realt della concreta ricerca sociale, privo della visione dinsieme che permette la
coscienza.

In questo volume si vogliono illustrare i due fondamentali paradigmi della ricerca sociale,
il paradigma quantitativo e il paradigma qualitativo. I quadri di riferimento di fondo che
hanno orientato la ricerca sociale dal suo nascere sono la visione empirista (positivismo) e
la visione umanista (interpretativismo). Sono due visioni fortemente contrapposte
della realt sociale e dei modi per conoscerla, che hanno generato due blocchi
fortemente differenziati di tecniche della ricerca. Sono due approcci alla ricerca sociale, che
hanno generato le famiglie delle tecniche quantitative e qualitative.

Kuhn e i paradigmi delle scienze


La nozione di paradigma ha unorigine antica nella storia del pensiero filosofico (Platone,
Aristotele). Nelle scienze sociali il suo uso reso confuso dai diversi significati. Kuhn nel circa
1960 ripropone il concetto di paradigma.

Riflessione di Kuhn
Loggetto della sua riflessione lo sviluppo storico delle scienze.
Egli rifiuta la concezione tradizionale di scienza (scienza>accumulazione di nuove
acquisizioni. Le singole invenzioni e scoperte si aggiungono al corpo conoscitivo precedente,
come i mattono che si sovrappongono a una costruzione di un edificio a pi piani). Secondo
Kuhn esistono dei momenti rivoluzionari nei quali il rapporto di continuit col passato si
interrompe e si inizia una nuova costruzione. Il passaggio da una visione teorica allaltra
globale e ha conseguenze radicali sulla disciplina coinvolta (egli usa infatti il termine
rivoluzione scientifica).
Nelle discipline, a seguito di una di queste rivoluzioni, si produce un cambiamento dei
problemi da proporre allindagine scientifica. Si realizza un riorientamento della
disciplina, che consiste nella trasformazione della struttura concettuale (PARADIGMA)
attraverso la quale gli scienziati guardano al mondo. Un paradigma una prospettiva che
orienta una scienza.

Il paradigma, struttura concettuale e prospettiva teorica, ha le seguenti caratteristiche:

1) E condiviso e riconosciuto dalla comunit di scienziati di una determinata disciplina;


2) Si fonda sulle acquisizioni precedenti della disciplina stessa;
3) Opera indirizzando la ricerca in termini di
- Individuazione e scelta dei fatti rilevanti da studiare
- Formulazione di ipotesi entro le quali collocare la spiegazione del fenomeno osservato
- Approntamento delle tecniche di ricerca empirica necessarie

Senza un paradigma una scienza priva di criteri e orientamento di scelta. Tutti i problemi,
metodi e tecniche sono ugualmente legittimi. Quindi il paradigma una guida.
visione teorica che definisce la rilevanza dei fatti sociali, fornisce le ipotesi
interpretative, orienta le tecniche della ricerca

Scienza normale: Kuhn definisce cos quelle fasi di una disciplina scientifica durante le quali
predomina un determinato paradigma (fino a quando il paradigma non sar sostituito in
maniera rivoluzionaria da un altro). Durante la fase in cui vi un determinato paradigma la
disciplina si sviluppa secondo quel modo di procedere lineare e cumulativo dello sviluppo
scientifico. Il compito della scienza normale non scoprire nuovi fenomeni. La ricerca
nellambito della scienza normale rivolta allarticolazione di quei fenomeni e di quelle teorie
che sono gi fornite dal paradigma.

Kuhn fa notare che il paradigma un elemento che caratterizza le scienze mature. Ad


esempio prima della teoria corpuscolare di Newton, non esisteva un paradigma comune agli
scienziati del settore, ma si contrapponevano una serie di scuole in competizione tra loro,
ognuna col suo punto di vista e le sue teorie.

Paradigmi delle scienze sociali: le scienze sociali sono prive di un unico paradigma
condiviso dalla comunit scientifica, quindi si trovano in una collocazione preparadigmatica.
Questo vale anche per la sociologia. E difficile trovare un paradigma condiviso da tutti i
sociologi.
Per questo motivo, Kuhn fa una ridefinizione del concetto di paradigma, nel tentativo di
applicare le sue categorie alla sociologia. In questa nuova definizione del concetto di
paradigma, restano gli elementi della definizione originaria (visione teorica che definisce
la rilevanza dei fatti sociali, fornisce le ipotesi interpretative, orienta le tecniche
della ricerca), salvo uno: il carattere della condivisione da parte della comunit
scientifica. Cos si apre la possibilit di compresenza, allinterno di una determinata disciplina,
di pi paradigmi. La sociologia diventa da preparadigmatica, una disciplina
MULTIPARADIGMATICA. Anche in questa nuova definizione rimane il carattere pre-teorico del
concetto di paradigma.

3 questioni di fondo
Poniamoci la questione dei paradigmi della ricerca sociale, dai quali sono nate le prime
procedure operative che hanno guidato lo sviluppo della ricerca empirica (infatti tra le funzioni
di un paradigma abbiamo quella di definire metodi e tecniche di ricerca accettabili in una
disciplina).
Ci sono delle prospettive filosofiche che hanno generato e accompagnato nella sua crescita la
ricerca sociale. Tra queste prospettive ci sono delle visioni generali e coerenti alle quali
possiamo attribuire i caratteri di paradigma. Sono riconducibili a due i quadri di riferimento
che hanno storicamente orientato, fin dal suo nascere la ricerca sociale: la visione empirista
(positivismo) e la visione umanista (interpretativismo).

Sono due visioni contrapposte della realt sociale e dei modi per conoscerla, che hanno
generato due blocchi differenti di tecniche di ricerca.
E necessario esplorare le matrici di pensiero che le hanno generate. Questi paradigmi non
sono teorie sociologiche, ma concezioni generali sulla natura della realt sociale, sulla natura
delluomo.
Ci sono tre interrogativi, tre questioni fondamentali, di fronte ai quali si trova la ricerca sociale
(domande alle quali devono rispondere la visione empirista e umanista):

- Questione ontologica (essenza): la questione del che cosa. Riguarda la natura


della realt sociale. Ci si chiede se il mondo dei fatti sociali sia un mondo reale e
oggettivo dotato di una sua autonoma esistenza al di fuori della mente umana e
indipendentemente dallinterpretazione del soggetto. Ci si chiede se fenomeni sociali
sono cose in se stesse o rappresentazioni di cose.
- Questione epistemologica (conoscenza): la questione del rapporto tra il chi e il
cosa. Riguarda la conoscibilit della realt sociale. Pone laccento sulla relazione tra
lo studioso e la realt studiata (conoscere presuppone un rapporto delluomo col
mondo). Questa questione dipende dalla precedente. Se il mondo sociale esiste in
quanto tale, indipendentemente dallagire umano, legittima laspirazione a
raggiungerlo e conoscerlo, senza timore di alterarlo nel corso del processo conoscitivo.
- Questione metodologica (metodo): la questione del come. Anche questo
problema dipende dalle questioni precedenti. Una visione della realt sociale come
oggetto non influenzabile dal processo cognitivo dello scienziato accetter di pi
tecniche manipolative (per esempio esprimenti).

Bisogna capire come i due paradigmi rispondono a questi due interrogativi per confrontarli
adeguatamente.
Le tre questioni sono intrecciate tra loro ed difficile distinguere i loro confini.

Paradigmi alla base della ricerca sociale


Oltre al positivismo (visione che ha accompagnato la nascita delle scienze sociali, in
particolare della sociologia, visione originaria 800esca) e allinterpretativismo, abbiamo in
mezzo il postpositivismo (riformulazione della prima versione, 900esca).
Si confrontano questi paradigmi in merito alle 3 questioni fondamentali che abbiamo visto
prima.

POSITIVISMO: PARADIGMA POSITIVSTA> lo studio della realt sociale utilizzando le tecniche


di osservazione e misurazione, gli strumenti di analisi matematici e procedimenti di inferenza
delle scienze naturali. La realt sociale nella met dell800 diventa oggetto di studio e per
studiarla si assume il paradigma delle scienze naturali. I fondatori della disciplina (ricordiamo
Comte e Spencer) avevano fede nei confronti dei metodi delle scienze naturali. Nasce la
sociologia, scienza positiva della societ. E evidente in questa visione lassunto
delluniversalit della scienza e dellunicit del metodo scientifico. Il modo di pensare positivo
che ha portato a grandi conquiste nel campo delle scienze della natura, destinato a trionfare
anche quando si passa da oggetti naturali a sociali (es. religione, politica).
Durkheim non daccordo con Comte. Denuncia questo di Comte: egli ha trattato di concetti,
non di cose. Anche se ha proclamato che i fenomeni sociali sono fatti naturali, sottoposti a
leggi naturali (e con ci ha quindi riconosciuto loro il carattere di cose), quando Comte cerca
di applicare il suo principio e di farne scaturire la scienza in esso contenuta, quelli che assume
come oggetti di studio sono le idee.
Durkheim il primo scienziato sociale, il primo psicologo positivista. Egli crive che la prima
regola (e fondamentale) considerare i fatti sociali come cose. I fatti sociali hanno le
stesse propriet delle cose del mondo naturale. Da ci deriva che i fatti sociali non sono
soggetti alla volont delluomo e che i fatti sociali, come i fenomeni del mondo naturale,
funzionano secondo proprie regole; allora il mondo sociale, come il mondo naturale, regolato
da leggi, studiabili oggettivamente.
Quindi esiste una realt sociale esterna allindividuo, oggettivamente conoscibile e
studiabile con gli stessi metodi di indagine delle scienze naturali.
Nel positivismo il metodo di conoscenza induttivo. Si arriva alla conoscenza per induzione
(passaggio dal particolare alluniversale, dallindividuazione di regolarit e ricorrenze, si
perviene a generalizzazioni).
Il positivismo nel corso del tempo vede varie articolazioni, ma rimane sempre una sorta di
entusiasmo per la conoscenza positivista di tipo scientifico e la considerazione del metodo
della scienza come unica conoscenza valida ed efficace in tutti i campi dello scibile umano.

RISPOSTE DEL POSITIVISMO ALLE 3 QUESTIONI FONDAMENTALI:


- ONTOLOGIA: REALISMO INGENUO: esiste una realt sociale oggettiva esterna alluomo,
conoscibile, come se si trattasse di una cosa.
- EPISTEMOLOGIA: DUALISTA E OGGETTIVISTA; LEGGE NATURALE. Viene affermata la
possibilit della conoscenza grazie a due fatti: 1) lo studioso e loggetto studiato sono
considerati entit indipendenti (dualismo). 2) lo studioso pu studiare loggetto senza
influenzarlo o essere influenzato (oggettivit). La conoscenza assume la forma di leggi
fondate sulle categorie di causa-effetto. Le leggi esistono nella realt esterna
indipendentemente dagli osservatori e la sovrintendono (leggi naturali): il compito dello
scienziato quello di scoprirle.
-METODOLOGIA: SPERIMENTALE E MANIPOLATIVA. I metodi e le tecniche della ricerca
positivista sono prelevati dalle scienze naturali. La tecnica ideale quella dellesperimento.

NEOPOSITIVISMO E POSTPOSITIVISMO
La visione positivista ha visto svilupparsi al suo interno un continuo processo di revisione e
aggiustamento, mosso dalla consapevolezza dei propri limiti e dal tentativo di superarli. Il
positivismo 800esco, di cui abbiamo parlato, lascia spazio al positivismo 900esco, pi
complesso e articolato (anche se alcuni presupposti di base non vengono meno, come il
realismo ontologico, ovvero il mondo esiste indipendentemente dalla nostra conoscenza). I
due momenti pi importanti del positivismo 900esco sono neopositivismo e postpositivismo.

NEOPOSITIVISMO: domina negli anni 30 e 60 del secolo scorso. La scuola che gli da origine
conosciuta col nome di positivismo logico. Nel neopositivismo ha un ruolo centrale la
critica della scienza. Si ridefinisce il compito della filosofia: essa deve abbandonare il terreno
delle grandi teorizzazioni per passare a quello dellanalisi critica di quanto viene elaborato
nelle teorie delle singole discipline. C un rifiuto delle grandi questioni, ma una massima
attenzione ai problemi metodologici di ogni scienza. Per il neopositivismo il senso di
affermazione deriva dalla sua verificabilit empirica. Per sintetizzare, il significato di una
proposizione il metodo della sua verifica. La principale conseguenza di questa concezione
di scienza fu lo sviluppo di un metodo di parlare della realt sociale nuovo, tramite un
linguaggio mutuato dalla matematica, detto linguaggio delle variabili. Ogni oggetto sociale,
a partire dallindividuo, veniva definito sulla base delle variabili (una serie di attributi e
propriet) e a queste ridotto. I fenomeni sociali invece erano analizzati in termini di relazioni
tra variabili. La variabile diventa la protagonista dellanalisi sociale.

Allorigine della nuova atmosfera filosofico-scientifica (dal positivismo al neopositivismo) ci


sono alcuni sviluppi delle scienze naturali che introducono elementi di probabilit e incertezza
su punti cruciali (es. loggettivit e limmutabilit del mondo esterno). Le teorie perdono
limpronta di leggi deterministiche e assumono il connotato della probabilit. Il momento
cruciale di questo cambiamento pu essere individuato nel passaggio dalla fisica classica a
quella quantistica. Viene cos meno la certezza della legge, tramonta lideale classico
della scienza come sistema compiuto di verit necessarie. Alle legge deterministica si viene a
sostituire la legge probabilistica. Questo assunto di indeterminismo probabilistico valido per
il mondo naturale e ancora di pi per il mondo sociale.

Un elemento importante introdotto col neopositivismo sono le categorie di falsificabilit.


Stabilisce che il confronto tra teoria e ritratto empirico non pu avvenire mediante la verifica
che la teoria confermata dai dati, ma si realizza solo in negativo, con la non falsificazione
della teoria da parte dei dati (cio con la constatazione che i dati non contraddicono lipotesi,
e che quindi sono con essa semplicemente compatibili). E la verifica positiva non avviene,
perch gli stessi dati potrebbero essere compatibili anche con alter ipotesi teoriche. Per
questa impostazione deriva un senso di provvisoriet di ogni ipotesi teorica, mai
definitivamente valida e sempre esposta a una possibile falsificazione. Crolla lidolo della
certezza.

POSTPOSITIVISMO: dalla fine degli anni 60 del secolo scorso. Vi era la convinzione che
losservazione empirica e la percezione della realt non fossero fotografie oggettive, ma che
dipendessero dalla teoria. Anche la semplice registrazione della realt dipende dalla mente
del ricercatore, dai suoi condizionamenti sociali e culturali.

Nei vari stadi del positivismo si perdono le certezze, ma non il fondamento empirista. Lo
spirito empirista rimane anche nel neopositivismo e postpositivismo. Rimane ferma la
centralit del metodo scientifico nella ricerca sociale e lanalogia tra il metodo delle scienze
sociali e naturali. Il modo di procedere empiricamente ha alla base il linguaggio osservativo di
sempre (fondato sui capisaldi della quantificazione e della generalizzazione). Quindi rimane
invariato limpianto operativo e procedurale.

Ci che cambia nel positivismo moderno sono le leggi (naturali sia sociali) che sono
probabili e aperte a revisione, la natura provvisoria della conoscenza scientifica, il
condizionamento teorico sullosservazione stessa.

RISPOSTE DEL PARADIGMA POSTPOSITIVISTA ALLE 3 QUESTIONI FONDAMENTALI:


- ONTOLOGIA: REALISMO CRITICO. Come nel positivismo, si presume lesistenza di una realt
esterna alluomo, ma a differenza del paradigma positivista, esso solo imperfettamente
conoscibile (sia per limprecisione di ogni conoscenza umana, sia per la natura delle leggi, che
hanno carattere probabilistico). Critico perch c una propensione alla messa in discussione
che lo scienziato deve avere nei confronti di ogni acquisizione della scienza.
- EPISTEMOLOGIA: DUALISMO-OGGETTIVITA MODIFICATI. LEGGI DI MEDIO RAGGIO,
PROBABILISTICHE E PROVVISORIE. Non pi sostenuta la questione della relazione tra
studioso e studiato (dualismo nel senso di separazione e non interferenza). Il soggetto
studiante introduce elementi di disturbo sulloggetto studiato. Lobiettivo ideale ancora
oggettivit della conoscenza ma pu essere raggiunto solo in maniera approssimativa. Nel
processo conoscitivo viene valorizzato il modo di procedere della deduzione, attraverso il
meccanismo di falsificazione delle ipotesi. Lintento resta quello di arrivare a generalizzazioni
nella forma di leggi, probabilistiche e provvisorie.
- METODOLOGIA: SPERIMENTALE-MANIPOLATIVA MODIFICATA. Le fasi operative della ricerca
sono ancora quelle che furono impostate dal neopositivismo, che volevano distacco tra
ricercatore e oggetto studiato (esperimenti, variabili, analisi statistiche). C apertura tuttavia
ai metodi qualitativi.

INTERPRETATIVISMO
Sono visioni teoriche per le quali la realt non pu solo essere osservata, ma va interpretata.
Linterpretativismo viene alla luce nel contesto dello storicismo tedesco. La prima
formulazione critica nei confronti dello scientismo di Comte risale al filosofo tedesco Dilthey.
Fa una critica a Comte nel nome dellautonomia delle scienze umane, nel senso di non
omologabilit alle scienze naturali. Dilthey opera una celebre distinzione tra scienze della
natura e scienze dello spirito. La loro diversit sta nel rapporto che si instaura tra
ricercatore e realt studiata: loggetto delle scienze della natura costituito da una realt
esterna alluomo, che tale resta anche nel corso del processo conoscitivo. Per le scienze dello
spirito non c distacco tra osservatore e realt studiata. Allora la conoscenza pu avvenire
solo attraverso un processo totalmente diverso, quello della comprensione. Il mondo esterno,
quello dei fatti, giunge a noi attraverso le sensazioni. Il mondo interno ci viene rivelato
attraverso il senso interno delle attivit psichiche (riflessione).
Nella sua polemica Dilthey accomuna sia lidealismo di Hegel che il positivismo di Comte, che
hanno in comune la fede nella storia come necessario progresso attraverso fasi necessarie.
Per Dilthey lo storico si deve accostare alla sua materia con una sorta di identificazione
psicologica, tale da poter rivivere il passato in una esperienza interiore che sola pu condurlo
alla conoscenza.

Dilthey parla genericamente di scienze dello spirito, e tra queste privilegia la storiografia.
Weber trasporta questo concetto allinterno della sociologia, rivedendo limpostazione
originaria di Dilthey. Weber vuole salvare loggettivit della scienza sociale, sia nei termini
della sua avalutativit (indipendenza da giudizi di valore; capacit di realizzare la distinzione
tra il conoscere e il valutare) sia in quelli della possibilit di arrivare a enunciati che hanno un
qualche interesse di carattere di generalit. Queste sono le due condizioni per
loggettivit delle scienze sociali. Per Weber le scienze storico-sociali devono essere
libere da qualsiasi giudizio di valore.

Per Weber le scienze sociali (dello spirito) si distinguono da quelle naturali non per loggetto,
come diceva Dilthey, ma per il loro orientamento verso lindividualit. Orientamento
soprattutto di metodo, e per Weber il metodo quello del comprendere, comprensione
razionale delle motivazioni dellagire (scienze dello spirito). Non bisogna intuire, ma intendere
lo scopo dellazione. Anche la componente di immedesimazione nellaltro finalizzata a un
atto di interpretazione razionale. Ci si immedesima negli altri per capire le motivazioni delle
sue azioni, il significato soggettivo attribuito dallindividuo al suo comportamento.

Come si arriva alloggettivit da questo orientamento verso lindividualit? Come si arriva a


una conoscenza oggettiva e con caratteri di generalit se il punto di partenza lindividuo e il
senso soggettivo della sua azione?

A questo problema risponde la concezione di Weber del tipo ideale (forme di agire sociale che
possono venir riscontrate in maniera ricorrente nel modo di comportarsi degli individui umani.
Il tipo ideale unastrazione che nasce dalla rilevazione empirica di uniformit).
Il tipo ideale di Weber investe tutti i campi del sociale. Pu collocarsi a diversi livelli di
generalit nella scala che va dal singolo individuo alla societ nel suo complesso. I tipi ideali
non vanno confusi con la realt. Sono ideali nel senso che sono delle costruzioni mentali
delluomo. Svolgono una funzione euristica, cio ci indirizzano la conoscenza. Non hanno un
corrispettivo concreto nella realt, ma sono dei modelli teorici che aiutano il ricercatore a
interpretarla. Il tipo ideale una costruzione razionale chiara, coerente e priva di ambiguit.
La realt molto pi complessa e contraddittoria.
Il ricercatore, nella sua interpretazione della realt sociale, persegue e individua delle
uniformit. Queste uniformit non sono le leggi nel senso a esse attribuito dalla sociologia
positivista. Non parliamo di leggi, ma di connessioni causali o di enunciati di possibilit.
Quindi non raggiungibile lobiettivo di arrivare a stabilire i fattori che determinano un certo
evento o comportamento, ma si possono tracciare le condizioni che lo rendono possibile (non
leggi, ma connessioni causali). Allora alle leggi causali del positivismo, dotate di generalit e
obbligatoriet, si contrappongono enunciati e connessioni, con caratteri di specificit e
possibilit.

Quindi i caratteri fondamentali dellimportazione weberiana sono:


- Convincimento antideterministico
- Opposizione a ogni filosofia della storia
- Fondamentale differenza tra scienze naturali e sociali
- Irriducibilit delle scienze sociali ai metodi di ricerca delle scienze naturali
- Convinzione che al centro di ogni fenomeno sociale va posta lazione individuale dotata di
senso.

Al di l delle diverse accentuazioni, il programma soggettivista una reazione nei


confronti dellimpostazione oggettivista positivista. Limpostazione oggettivista
posivisita assimila la realt sociale e lazione umana a una cosa studiabile oggettivamente.
Mette a tacere la dimensione individuale. La dimensione soggettiva disturbava la ricerca
scientifica nellapproccio positivista. Proprio questa dimensione soggettiva diventa loggetto
primario della ricerca nel programma soggettivistico. Inoltre i sostenitori del paradigma
interpretativo ribadiscono lautonomia delle scienze storico-sociali da quelle naturali e ne
affermano la superiorit.

Inoltre, le scienze storico-sociali implicano una diversit di tecniche e di procedure di ricerca.


Limpostazione soggettivista non adotta il linguaggio delle variabili. Le componenti
intenzionali e soggettive sfuggono per definizione alla quantificazione oggettiva.
Limpostazione soggettivista elabora delle sue procedure di ricerca, delle sue tecniche di
osservazione e di analisi, che daranno luogo al corpo della ricerca qualitativa.

RISPOSTE DEL PARADIGMA INTERPRETATIVO ALLE 3 QUESTIONI FONDAMENTALI


- ONTOLOGIA: COSTRUTTIVISMO (il mondo conoscibile quello del significato attribuito dagli
individui. Esclude lesistenza di un mondo oggettivo, ogni individuo produce una sua realt) e
RELATIVISMO (queste costruzioni mentali variano tra gli individui o tra le culture. Non esiste
una realt sociale universale valida per tutti gli uomini, una realt assoluta, ma ne esistono
molteplici, realt multiple, in quanto sono molteplici le prospettive con le quali gli uomini
vedono e interpretano i fatti sociali.
- EPISTEMOLOGIA: NON DUALISMO E NON OGGETTIVITA. TIPI IDEALI, ENUNCIATI DI
POSSIBILITA. Tende a scomparire la separazione tra studioso e oggetto di studio. In
contrapposizione con la visione positivista, la ricerca sociale viene definita come una scienza
interpretativa in cerca di significato piuttosto che una scienza sperimentale in cerca di
leggi. Lobiettivo della scienza sociale la comprensione del comportamento individuale. Per
perseguire questo obiettivo la scienza sociale pu servirsi di astrazioni e generalizzazioni (i
tipi ideali e gli enunciati di possibilit).
- METODOLOGIA: INTERAZIONE EMPATICA TRA STUDIOSO E STUDIATO. Lo scopo quello di
pervenire alla comprensione del significato attribuito al soggetto alla propria azione, allora le
tecniche di ricerca non possono essere che qualitative e soggettive (nel senso variabili di volta
in volta a seconda della forma che linterazione studiante-studiato assume). La conoscenza
avviene mediante un processo di induzione, cio di scoperta nella realt da parte di uno
studioso che non ha pregiudizi e teorie pre-conosciute.
RADICALIZZAZIONI E CRITICHE
La radicalizzazione di entrambi gli approcci pu avere gravi conseguenze. Lestremizzazione
dellapproccio positivista pone le premesse per un processi di riduzione progressiva della
portata della ricerca, inaridendola sul dato empirico e limitandola a una pura descrizione dello
stesso. Mentre allopposto lestremo soggettivismo pone in discussione lesistenza stessa
della scienza sociale, escludendo la possibilit di generalizzazioni e affermando che la realt
una pura costruzione soggettiva.

RICERCA QUANTITATIVA E QUALITATIVA

Quantitativa: ricerca che si affida allanalisi statistica dei dati.


Qualitativa: ricerca basata su parole, osservazioni o immagini usate come dati.

Nella ricerca sociologica il dibattito tra ricerca qualitativa e quantitativa ha avuto vicende
alterne lungo tutto il corso del secolo (anni 20/30>entrambi gli approcci hanno fornito prodotti
di valore e contribuirono allavanzamento della disciplina; anni 40 fino 60>dominio della
prospettiva quantitativa; seconda met anni 80>approccio qualitativo ha affermato con forza
la sua presenza sul piano della ricerca empirica).

Queste due ricerche sono condotte luna sotto lispirazione del paradigma neopositivista,
laltra sotto lispirazione del paradigma interpretativo.
Fra i due estremi esistono molteplici posizioni intermedie.

Lapproccio interpretativo, nel quale il ricercatore cerca di vedere il mondo con gli occhi del
soggetto studiato, richiede unimmedesimazione e un coinvolgimento maggiore rispetto
allapproccio quantitativo.

Confronto tra tecnica quantitativa e qualitativa


1 differenza: OBIETTIVO DELLA RICERCA-> Paradigma neopositivista: validazione empirica
delle ipotesi
Paradigma interpretativo: scoperta del punto
di vista dellattore sociale.

- Impostazione della ricerca


ricerca quantitativa, ispirata al paradigma positivista: ricerca geometrica.
Geometria circolare che parte dalla teoria e alla teoria ritorna. Ci sono sempre 4 fasi
(quadro teorico, rilevazioni empiriche, risultati dellanalisi e conclusioni teoriche).
ricerca qualitativa, ispirata al paradigma interpretativo: manca una parte
iniziale che introduce le acquisizioni della letteratura, che proponga lelaborazione di
una teoria e di ipotesi controllabili. Il capitolo teorico iniziale gi un impasto con le
conclusioni. A differenza dellaltra ricerca, qui non si parte con chiare ipotesi in mente,
ma si costruiscono mano a mano, per strada.

DIVERSO RAPPORTO TRA TEORIA E RICERCA


ricerca quantitativa: rapporto strutturato in fasi logicamente sequenziali (assume
importanza lanalisi della letteratura, che fornisce le ipotesi teoriche da cui partire).
ricerca quantitativa: la relazione teoria-ricerca aperta e interattiva. Il ricercatore
qualitativo respinge volutamente la formulazione di teorie prima di cominciare a
lavorare sul campo, vedendo in ci un condizionamento. Elaborazione teorica e ricerca
empirica procedono intrecciate e da ci deriva minor importanza della riflessione sulla
letteratura (perch perde importanza la teoria).

DIVERSO USO DEI CONCETTI (elementi costitutivi della teoria. Operativizzazione die
concetti: trasformati in variabili osservabili. Attraverso questo processo la teoria
sottoposta a controllo empirico)
ricerca quantitativa: la chiarificazione dei concetti e la loro operativizzazione in
variabili avviene prima di iniziare la ricerca.
ricerca qualitativa: concetti orientativi, che predispongono alla percezione, da rifinire
sia in termini operativi che teorici nel corso della ricerca. Concetti orientativi, aperti e in
costruzione. Forniscono una guida di avvicinamento alla realt empirica.

RAPPORTO RICERCATORE-CONTESTO/AMBIENTE STUDIATO


ricerca quantitativa: approccio neopositivista. Non preoccupato dal fatto che se le
persone sanno di essere osservate probabile che si comportino in maniera diversa.
Non ritengono che il problema della reattivit del soggetto possa rappresentare un
ostacolo. APPROCCIO MANIPOLATIVO. Negli esperimenti il ricercatore manipola la realt
sociale arrivando a costruire una situazione artificiale, innaturale. La ricerca
quantitativa non mai perfettamente manipolativa, in quanto ad esempio unintervista
a domande aperte pi rispettosa del contesto naturale di un questionario a domande
chiuse.
ricerca qualitativa: alla base del modo di fare ricerca empirica pone lAPPROCCIO
NATURALISTICO (intervento sulla realt nella quale il ricercatore si astiene da qualsiasi
manipolazione, interferenza o disturbo nei confronti della realt stessa, la quale viene
studiata nel suo naturale svolgersi. Il ricercatore osserva quello che accade nella realt
sociale: OSSERVAZIONE PARTECIPANTE. La stessa osservazione partecipante di rado
perfettamente naturalistica (la sola presenza di un osservatore estraneo non lascia
indifferenti i soggetti).

RAPPORTO RICERCATORE-SOGGETTI STUDIATI


ricerca quantitativa: il ricercatore quantitativo osserva il soggetto studiato da un
punto esterno, neutrale e distaccato.
ricerca qualitativa: il ricercatore qualitativo si colloca il pi possibile internamente al
soggetto danalisi. Vuole vedere la realt sociale con gli occhi dei soggetti studiati. Non
mai neutrale o indifferente.

PROBLEMA DELLOGGETTIVITA DELLA RICERCA


ricerca quantitativa: meno marcato ma c. Quello che il ricercatore vede nel mondo
risulta filtrato dalla sua prospettiva.
ricerca qualitativa: pi marcato. Il ricercatore esposto a rischi di coinvolgimento
emotivo.

INTERAZIONE FISICA STUDIOSO-STUDIATO


ricerca quantitativa: distanza e separazione. La ricerca quantitativa non prevede
alcun contatto fisico tra studioso e studiati.
ricerca qualitativa: prossimit e contatto. La ricerca qualitativa prevede
uninterazione profonda tra studioso e studiato, che precondizione per la
comprensione.

RUOLO DEL SOGGETTO STUDIATO


ricerca quantitativa: individuo considerato come passivo. Considerazione oggettuale
degli individui studiati.
ricerca qualitativa: ruolo attivo del soggetto studiato perch c interazione.

- Rilevazione
DISEGNO DELLA RICERCA (scelte con le quali si decide dove, come e quando si
raccolgono i dati, si scelgono gli strumenti di rilevazioni,)
ricerca quantitativa: costruito prima dellinizio della rilevazione ed rigidamente
strutturato e chiuso
ricerca quantitativa: destrutturato, aperto allimprevisto e viene modellato nel
corso della rilevazione.

RAPPRESENTATIVITA DEI SOGGETTI STUDIATI


ricerca quantitativa: il ricercatore preoccupato della generalizzabilit dei risultati.
E preoccupato della rappresentativit del pezzo di societ che sta studiando pi che
della sua capacit di comprenderla (CAMPIONE STATISTICAMENTE RAPPRESENTATIVO)
ricerca qualitativa: il ricercatore qualitativo mette al primo posto la comprensione,
anche a costo di perdersi nellinseguimento di situazioni atipiche e meccanismi non
generalizzabili. Al ricercatore qualitativvo non interessa la rappresentativit statistica.
Sceglie i casi da approfondire non per la loro tipicit ma per linteresse che gli
sembrano esprimere. Interesse che nel corpo della ricerca pu modificarsi, perci il
campionamento va condotto sulla base della evoluzione della rilevanza teorica dei
concetti (SINGOLI CASI NON STATISTICAMENTE RAPPRESENTATIVI).

STRUMENTO DI RILEVAZIONE
ricerca quantitativa: tutti i soggetti ricevono lo stesso trattamento. Strumento di
rilevazione uniforme per tutti i casi (es questionario)
ricerca qualitativa: diverso livello di approfondimento a seconda della convenienza.
Varia a seconda dellinteresse dei soggetti.

NATURA DEI DATI


ricerca quantitativa: dati affidabili, precisi e rigorosi, oggettivi e standardizzati
(confrontabili)
ricerca qualitativa: non si pone il problema delloggettivit dei dati, ma si preoccupa
della loro ricchezza e profondit.

- Analisi dei dati


Fase nella quale la differenza tra i due approcci pi visibile.

OGGETTO DELLANALISI
Ricerca quantitativa: la variabile (analisi per variabili). Lunitariet dellindividuo
viene frammentata in tanti elementi quante sono le variabili che lo descrivono.
ricerca qualitativa: lindividuo (analisi per soggetti). Per loro non si pu ridurre luomo
a una serie di variabili, ma c la necessit di una prospettiva globale e olistica
nellanalisi del comportamento umano. Si sottolinea che lindividuo qualcosa di pi
della somma delle parti, non pu essere ridotto alla relazione tra alcune variabili.

OBIETTIVO DELLANALISI
ricerca quantitativa: trovare le cause che provocano il variare delle variabili
dipendenti tra i soggetti. Spiegare la variazione delle variabili.
ricerca qualitativa: comprendere i soggetti, interpretare il punto di vista dellattore
sociale.

TECNICHE MATEMATICHE E STATISTICHE


ricerca quantitativa: massima utilizzazione delle tecniche statistiche per analizzare i
dati e per inferire generalizzazioni dal campione alla popolazione, quindi uso intenso
ricerca qualitativa: la formulazione matematica viene considerata inutile e dannosa,
quindi viene ignorata, nessun uso.
- Risultati
PRESENTAZIONE DEI DATI
ricerca quantitativa: tabella (informazioni fornite compatte), prospettiva relazionale
ricerca qualitativa: narrazione. Serve per esemplificare i risultati, far capire meglio al
lettore luniverso reale che sta dietro al dato numerico. Brani di interviste, testi,
prospettiva narrativa.

GENERALIZZAZIONI: la conclusione di una ricerca deve saper instaurare delle


relazioni fra le variabili o delle connessioni fra i casi. Serve fare delle sintesi di ordine
superiore, in modo da connettere la ricerca alla teoria.
ricerca quantitativa: enunciazione di rapporti causali tra le variabili. Dopo aver fatto
una sintesi nella correlazione delle variabili si arriva a ununit concettuale o
formulazione di espressioni sintetiche che assumono una forma prossima a quelle delle
leggi delle scienze naturali. Scopo ultimo: individuazione del meccanismo causale.
ricerca qualitativa: difficile trovare gli itinerari di sintesi delle informazioni
sufficientemente generali e condivisi dai ricercatori. Molti autori indicano
nellindividuazione di tipi la via per raggiungere questi obiettivi di sintesi (la stessa
soluzione suggerita allapproccio interpretativo da Weber, con la formulazione del
concetto di tipo ideale). Non c traccia si interrogativi sui meccanismi causali che
hanno portato a differenze ti atteggiamenti, comportamenti, stili di vita emersi
dallanalisi dei dati.

PORTATA DEI RISULTATI


ricerca quantitativa: generalizzabilit. Non profondit, ma ampiezza. Ricerca pi
ampia implica maggior numero di soggetti, quindi il suo campionamento sar
rappresentativo della situazione reale. Allora i suoi risultati saranno estendibili allintera
popolazione in modo legittimo.
ricerca qualitativa: date le sue esigenze di approfondimento e immedesimazione
nelloggetto studiato, la ricerca qualitativa non pu operare su un numero rilevante di
casi. Una ricerca condotta su pochi casi potr andare pi in profondit, ma questo non
potr non andare a scapito della generalizzabilit dei suoi risultati (specificit, puntano
ad andare in profondit).

DUE DIVERSI MODI PER CONOSCERE LA REALTA SOCIALE


Si pu affermare che uno dei due approcci sia scientificamente superiore allaltro?
Si individuano 3 posizioni:

1) Coloro che sostengono che i due approcci (paradigma neopositivista e paradigma


interpretativo) siano incompatibili, in quanto caratterizzati da diverse impostazioni
filosofiche di fondo. I rispettivi sostenitori delle due posizioni affermano che la propria
esatta e lantagonista sbagliata.
2) Diffusa allinterno della componente quantitativa degli scienziati sociali. Corrisponde
alla posizione di chi, avendo fatto una scelta per il paradigma neopositivista, non nega
che un valido contributo possa venire anche dalle tecniche qualitative. I sostenitori di
una piena prospettiva qualitativa respingono questa posizione.
3) Sostiene la piena legittimit, utilit e pari dignit dei due metodi. Auspica lo sviluppo di
una ricerca sociale che a seconda delle circostanze e delle opportunit scelga per luno
o per laltro approccio, o per entrambi.

La scelta dellapproccio dipende dallobiettivo della ricerca. I due approcci portano a


conoscenze diverse. Questo non un limite, ma un arricchimento. Infatti per poter conoscere
la realt sociale c necessit di un approccio multiplo e differenziato.

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