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METODI E RICERCHE IN PSICOLOGIA

Caso 1

Per diversi decenni emozioni positive trascurate. Uno dei primi contributi è prodotto da Barbara
Fredrickson (1998). Propone un modello teorico distinguendo 4 categorie: gioia, interesse, appagamento e
amore. Per spiegare le manifestazioni di queste 4 categorie, occorre elaborare un modello teorico specifico
(modello dell’ampliare e del costruire) emozioni positive allargano gli orizzonti cognitivi (quando
proviamo emozioni negative no perché concentriamo le nostre risorse cognitive sull’oggetto della rabbia o
tristezza) e promuovono il benessere dell’individuo. Con un articolo in co-produzione con Losada, si evince
un legame matematico con la felicità ovvero che se, per ogni emozione negativa, si vivono almeno 3
emozioni positive, allora ci troviamo in uno stato di benessere psicologico o prosperità umana (stato di
felicità). Negli anni successivi a questa pubblicazione, i due autori hanno riscosso un grande successo.

Nel 2013, Brown, Sokal e Friedman dimostrano che il rapporto di positività (positivity ratio) di 3 a 1 è
totalmente privo di fondamento scientifico. Essi affermano che ci sono fallacie nel lavoro del 2005, in
particolare per quanto riguarda i calcoli matematici che portano alla stima del valore di 2,9013 come
rapporto di positività.

Nicholas Brown quando scrive questo articolo è semplicemente uno studente di un master di psicologia
applicata a Londra a 53 anni che durante una lezione dove veniva esposto il grafico a farfalla di Friedrickson,
si insospettisce e scrive un articolo critico condividendolo con Sokal (famoso fisico per aver scritto un
articolo deliberatamente sbagliato su una rivista scientifica sotto pseudonimo, solo per dimostrare la poca
affidabilità di queste riviste) e Friedman. Gli autori sottolineano come i valori 2,9013 (valore minimo di
felicità) e 11,6346 (valore massimo di felicità) sono stati presentati senza giustificazioni e senza considerare
categorie come età, genere, etnicità ecc…

Caso 2-the happiness pie

Nel 2005 Lyubomirsky, Sheldon e Schkade, affermano che, basandosi sulla letteratura del benessere, il
livello di felicità cronica (livello medio di felicità che caratterizza una persona) è governato da tre fattori
principali: una predisposizione ad essere felici (genetica), le circostanze (il caso) quindi fattori esterni e
infine una terza categoria ovvero le attività e le pratiche rilevanti per la felicità (sotto il controllo
dell’individuo). Essi assegnano un peso ai tre fattori tramite un grafico a torta dove le circostanze pesano il
10%, la genetica per il 50%, e le attività intenzionali pesano per il 40%. Quindi possiamo controllare la
nostra felicità per il 40% (impegnandoci abbiamo i pezzi per essere felici anche se è meno della metà
secondo Sonia Lyunomirsky).

Nel 2019 sempre Nicholas Brown, dimostra che le stime del lavoro di Lyunomirsky sono scorrette. Il 50%
riguardante la parte genetica è stato ottenuto da tre studi combinati che, secondo i calcoli di Brown danno
un’altra percentuale minima ovvero il 61%. La concettualizzazione della “torta della felicità” è sbagliata
perché i tre fattori sono indipendenti e di conseguenza non possono essere riportati su un grafico a torta
(complementare).

Caso 3-Diederik Stabel e la frode scientifica

Diedirik Stabel, nato nel 1996, è uno psicologo, professore e studioso olandese che nei primi anni 2000
raggiunge una popolarità scientifica notevole. Nel 2011 viene pubblicato un report in cui si parla delle
condotte fraudolente di questo studioso sociale. Queste indagini rivelano che Stabel aveva fabbricato e dati
scientifici per avvalorare le proprie tesi in almeno 30 pubblicazioni. Gli individui maggiormente influenzati
erano i suoi studenti che pubblicarono tesi di laurea basati su manipolazioni e fabbricazioni di dati, e
colleghi che scrivevano su dati raccolti da Stabel.
Stabel era conosciuto come un leader carismatico ma non tollerava domande sul mancato coinvolgimento
di altre persone all’interno della raccolta dei dati. La raccolta dati era totalmente a carico di Stabel senza
supervisioni e controlli esterni. Grazie a queste indagini, si dimostra che Stabel aveva fabbricato dati
inventandosi ricerche e risposte a questionari e interviste. Le conseguenze delle indagini hanno portato dei
cambiamenti nell’università di Tilburg quali la presenza di minimo due supervisori, un comitato che verifichi
le tesi di laurea e dottorato, i dati della ricerca devono essere disponibili per 5 anni. Stabel ha ammesso la
sua consapevolezza e riconsegnato il suo dottorato conseguito ad Amsterdam. Nel 2012, Stabel pubblica un
libro di pentimento intitolato Deragliamento.

Capitolo 4: diffusione della ricerca scientifica i ricercatori pubblicano i risultati delle loro ricerche su
riviste scientifiche che devono essere sottoposte a revisioni da colleghi periodicamente. Gli aspetti etici
riguardano il riconoscimento del lavoro degli altri, attraverso loro citazioni. Occorre prestare particolare
attenzione a non incorrere nel plagio come per Stabel.

LA PSICOLOGIA COME SCIENZA

La psicologia è “una scienza che cerca di scoprire regolarità nel caos della mente e delle emozioni, di
formulare e verificare modelli teorici miranti e cogliere il senso di ciò che avviene nelle relazioni tra
individui e gruppi; e di trovare affidabili e validi modi di intervento per migliorare il benessere e le qualità di
vita delle persone” - Di Nuovo.

COME NASCE E SI STRUTTURA UNA RICERCA IN PSICOLOGIA

La scelta dell’oggetto di indagine:

 Casualità.
 Curiosità e creatività.
 Bandi e finanziamenti per progetti di ricerca: finanziamenti locali erogati da
università/privati/comune/provincia/regione; finanziamenti a livello nazionale (MIUR);
finanziamenti europei; progetti di cooperazione internazionali.

La messa a fuoco dell’oggetto di indagine:

 È importante che il ricercatore focalizzi l’attenzione su un aspetto specifico del tema d’indagine che
vuole affrontare.
 Eccezioni alla strategia d’indagine descritta: ricerche interdisciplinari/ricerche legate alla teoria
della complessità.

Le risorse a disposizione per fare una ricerca:

 Denaro.
 Tempo.
 Strutture, attrezzature e strumenti.
 Risorse umane e rete di ricerca.

La struttura di un progetto di ricerca:

 Base di partenza scientifica: contiene tutti i lavori e le ricerche pregressi sull’argomento di ricerca;
analisi dei contributi teorici anche senza risvolti pratici.
- Sono note molte più cose di quelle che crediamo siano note; ricerca di manuali, saggi e articoli
pertinenti rispetto all’oggetto dell’indagine; la ricerca dovrebbe procedere dal generale al
particolare.
- Gli strumenti della ricerca bibliografica sono biblioteca tramite catalogo cartaceo o elettronico,
internet attraverso Google Scholar e banche dati bibliografiche (Psyclnfo).
- I rischi legati alla ricerca in rete sono presenti e occorre quindi controllare attentamente la fonte
consultata. Citare sempre fonte.
- Stesura di una rassegna della letteratura: sintesi e discussione dei contributi teorici ed empirici;
analisi della letteratura con il metodo dei box-score; meta-analisi (approccio quantitativo e
statistico).

 Obiettivi (e ipotesi): esistono ricerche esplorative e ricerche confermative/disconfermative


 Metodologia e strumenti: campione; procedura; misure.
 Risultati attesi.
 (Ricadute applicative).

LE CONDIZIONI CHE GARANTISCONO LA SCIENTIFICITA’ DELLA PSICOLOGIA

 Rigore metodologico nel disegno della ricerca e nel controllo delle variabili
 Uso di appropriate tecniche di raccolte dei dati
 Corretta analisi dei dati

CARATTERISTICHE DEGLI APPROCCI INGENUI E SCIENTIFICI ALLA CONOSCENZA

Parametri di confronto:

1. Orientamento generale Intuitivo/Empiricoapproccio che si avvale dell’osservazione diretta e


della sperimentazione per rispondere a quesiti di ricerca
2. AtteggiamentoAcritico/Critico, scetticoporta gli scienziati a essere più cauti nell’accettare
acriticamente affermazioni pseudoscientifiche o ingannevoli
3. ConcettiAmbigui/Definiti operativamenteuna definizione operativa spiega un costrutto
esclusivamente in termini di procedure utilizzate per produrlo e misurarlo; una definizione
operativa facilita la comunicazione ma spesso sono etnocentriche.
Capitolo 3: un costrutto è un concetto astratto che indica un complesso organizzato della vita
psichica non osservabile direttamente. Un costrutto non viene osservato ma bisogna trovare un
modo per renderlo operativo e quindi è possibile studiarlo attraverso l’individuazione di aspetti
osservabili e misurabili (es. comportamenti delle persone, descrizioni del proprio mondo interno,
neuroni ecc…). Un costrutto psicologico è qualcosa di insito nelle persone o nelle relazioni, che però
si può misurare direttamente. Da un lato, quindi, si deve passare dalla teoria ai costrutti, attraverso
definizioni teoriche; dall’altro dai costrutti alle variabili, attraverso definizioni operative, che ci
permettono di scegliere le variabili da utilizzare per poter osservare il costrutto.

Quest’ultimo processo viene detto operazionalizzazione del costrutto ed è fondamentale per


passare dai concetti teorici alle variabili che costituiscono gli aspetti variabili. Queste variabili
osservabili vengono chiamati indicatori e possono essere indicatori riflettivi (riflettono il costrutto,
sono cioè manifestazioni osservabili del costrutto stesso; es. il sorriso può essere considerato
indicatore riflettivo del costrutto di felicità) o formativi (definiscono il costrutto stesso; la perdita di
lavoro può determinare stress).
Costruttosignificatovariabile.
4. IpotesiNon verificabili/Verificabiliun’ipotesi non è verificabile se si appella a idee o forze che
non sono riconosciute dalla scienza; la scienza ha a che fare con ciò che è osservabile, dimostrabile
ed empirico
5. StrumentiInaccurati/Accurati e precisianche per lo studio del comportamento
Capitolo 3: come si misura in psicologia gli strumenti che vengono utilizzati per misurare gli
indicatori possono essere di tipo diverso e possono fornire dati verbali come nelle interviste, così
come possono fornire numeri come in un questionario con scale di valutazione
6. MisureNon valide e non attendibili/Valide e attendibilicapacità di un test di misurare
esattamente ciò che si propone di misurare mantenendo un determinato grado di precisione
Capitolo 3: scale di misura modi per tradurre in numeri le caratteristiche che vengono osservate.

Le diverse scale di misurazione (Stevens):

 Scale nominali (scale discrete): permettono di classificare soggetti, oggetti ed eventi in categorie.
Le operazioni di classificazione rivestono notevole importanza nello studio del comportamento e
nell’elaborazione di leggi su quest’ultimo.
Es. genere, squadre di calcio, diagnosi clinica.
 Scale ordinali (scale discrete): permettono la formazione di graduatorie e ordinamenti tra soggetti,
oggetti ed eventi. Queste scale danno informazioni sull’ordine fra gli elementi, mentre non
forniscono indicazioni sull’entità delle differenze tra i diversi elementi.
Es. titolo di studio, fascia di reddito.
 Scale ad intervalli equivalenti (scale continue): le differenze tra i valori numerici sulla scala
corrispondono a differenze psicologiche tra gli oggetti e gli eventi.
Es. grado di preferenza su una scala da 1 a 7.
 Scale di rapporti (scale continue): hanno un punto zero significativo e ci forniscono rapporti tra
valori numerici sulla scala che corrispondono a rapporti psicologici tra oggetti ed eventi.
Es. età, peso, altezza.

Teorie sulla misurazione esistono diverse teorie sulla misurazione: la più utilizzata è la teoria
classica dell’errore. L’altra è quella dei tratti latenti. Esse stabiliscono la corrispondenza empirica tra
gli item di una scala e il costrutto psicologico che si ipotizza essi misurino.
Lo scaling consiste nella definizione di una scala per misurare la caratteristica psicologica in esame e
l’attribuzione a ogni soggetto di un numero che indica il grado in cui ciascun soggetto possiede la
proprietà che si sta rilevando.
La teoria classica dell’errore, conosciuta anche come teoria classica dei test o modello classico o
teoria dell’errore casuale. Concepita da Spearman e poi completata da Novick (1966).
La domanda centrale della teoria è: il punteggio (numero) assegnato a un individuo relativamente a
una certa caratteristica (il punteggio a un item, a un test, in una griglia di osservazione) rappresenta
perfettamente la quantità di tale caratteristica in un certo soggetto? Secondo la teoria classica
dell’errore, il punteggio X riportato dal soggetto è dato dalla somma di V (punteggio vero, la
quantità effettiva della caratteristica in quel soggetto) e di E (l’errore). La formula alla base di tale
teoria è: X= V + E. Due sono i tipi errore che concorrono a determinare la quantità di errore globale
nella misurazione: l’errore sistematico e l’errore casuale. L’errore sistematico è sempre lo stesso
per tutte le misurazioni e influenzerà allo stesso modo tutti i punteggi osservati; influenza
l’accuratezza della misura e se lo strumento è costruito bene, l’errore sistematico sarà pari a zero.
L’errore casuale varia in ogni misurazione: avremo quindi misurazioni che sottostimeranno o
sovrastimeranno la variabile considerata; però ripetendo la misurazione per un numero infinito di
volte, l’errore casuale tenderà a 0: il punteggio di un individuo misurato infinite volte non sarà
sempre uguale, ma varierà attorno ad un valore centrale che è considerato il punteggio vero.
La valutazione di una misura si basa sull’analisi dell’attendibilità e della validità.
L’attendibilità può essere valutata attraverso diversi indicatori statistici, quali: coefficiente di
attendibilità split-half, α di Cronbach, k di Cohen; riassumendo l’attendibilità è data da quanto una
misura è stabile nel tempo e da quanto sia precisa/accurata (le misurazioni indipendenti devono
essere coerenti e correlate tra loro quindi la convergenza di queste viene chiamata coerenza
interna.
La validità di una misura è stata definita come la capacità di misurare ciò che intende misurare. La
validità di un test può essere di diversi tipi: di facciata (grado in cui gli item sembrano misurare il
costrutto che intendono misurare nella percezione di chi compila e/o somministra il testtanto più
appare valido, tanto più seriamente verrà compilato), di contenuto (validità ricercata dai ricercatori
esperti e riguarda il fatto che gli indicatori scelti per misurare il costrutto siano rappresentativi e
rilevanti all’interno dell’universo di comportamenti implicato nella definizione del costrutto), di
criterio (grado di associazione tra la misurazione del costrutto tramite lo strumento e le misurazioni
di altre variabili non psicometriche; si divide in validità concorrente e validità predittiva), di
costrutto (riguarda l’appropriatezza delle inferenze circa ciò che misura il test che possono essere
fatte sulla base dei punteggi dei test e si divide in validità convergente e validità discriminante).
Campbell e Fiske hanno proposto di utilizzare la matrice multi-metodo per valutare la validità di
costrutto. Tale matrice si ottiene correlando i punteggi ottenuti dagli stessi strumenti (metodo) che
misurano costrutti diversi (tratti), da un lato, e i punteggi ottenuti da strumenti diversi (metodi) che
misurano lo stesso costrutto (tratto). Attraverso questo metodo è possibile valutare quanto uno
strumento stia misurando bene il costrutto: è infatti possibile differenziare quanto della
misurazione sia dovuto al particolare metodo e quanto al costrutto.
7. OsservazioneCasuale e non controllata/Sistematica e controllatacontrollo ingrediente
essenziale della scienza, e la distingue dalle procedure non scientifiche; in condizioni sperimentali, i
fattori sono manipolabili e a maggior ragione controllabili
8. ResocontoSoggettivo/Oggettivoi resoconti scientifici cercano di essere obiettivi evitando
distorsioni personali nella rilevazione dei dati

GLI SCOPI DELLA SCIENZA

Le finalità del metodo scientifico:

1. Descrivere: In quanto scienza giovane, la psicologia deve necessariamente tenere conto


dell’importante e imprescindibile funzione della descrizione dei fenomeni oggetti della ricerca.
Descrivere vuol dire definire, classificare, catalogare, categorizzare i fenomeni (per parlare della
depressione devo sapere in cosa consiste quest’ultima).
Gli approcci alla descrizione si dividono in approccio nomotetico ricerca quantitativa (studio di
gruppi: con tale approccio gli psicologi cercano di stabilire ampie generalizzazioni e leggi generali da
applicare a diverse popolazioni, quindi si presuppone che la descrizione media può o non può
descrivere il funzionamento di ogni singolo persona appartenente al gruppo indagato) e approccio
idiograficoricerca qualitativa (la principale forma di ricerca idiografica è il metodo dello studio del
caso singolo: ricercatori che usano l’approccio idiografico (es. Allport) sostengono che, sebbene le
persone si comportino in modi conformi alle leggi o ai principi generale, la loro unicità debba essere
descritta).
Esempio di descrizione: la diagnosi di PTSD (DSM-IV): disturbo da stress post-traumatico (vedi slide)
2. Predire: studiare la relazione tra due o più variabili: correlazione tra due variabili che co-variano
secondo un rapporto di associazione.
3. Spiegare: formulare delle INFERENZE CAUSALImetodo sperimentale: analisi relazione tra variabili
indipendenti e variabili dipendenti (distinguere le variabili confondenti ovvero quelle variabili che
covariano con la variabile indipendente). Tre condizioni per l’inferenza causale: (1) determinazione
della covariazione (se un evento è la causa dell’altro, i due eventi devono variare insieme, quando
varia uno anche l’altro deve cambiare, devono correlare), (2) determinazione della relazione
temporale (la causa presunta deve avvenire prima dell’effetto), (3) eliminazione delle cause
alternative (evitare variabili confondenti: quando ci sono è impossibile determinare quale variabile
sia responsabile dell’eventuale differenza ottenuta nella performance/esperimento).
Esempio di spiegazione: esperimenti per valutare l’efficacia di programmi di promozione della
felicità.
4. Applicare: knowledge transfer (trasferimento di conoscenze) è un termine usato per includere un
ampio spettro di attività che supportano delle collaborazioni positive tra università, aziende e
settore pubblico. Riguarda il trasferimento di proprietà intellettuali, competenze e capacità tra la
comunità accademica e non. Per Terza missione, si intende l’insieme delle attività con le quali
l’università entrano in interazione diretta con la società. (prima missione universitariafine
didattico) (seconda missione universitariaricerca). Si parla di ricerca applicata quando è
finalizzata a modificare la vita delle persone != ricerca pura, volta alla conoscenza fine a sé stessa.

CLASSIFICAZIONE DELLE SCIENZE:

 Scienze Teoretiche (scienze matematico-formali e scienze empiriche)


 Scienze Pratiche (scienze umane e scienze tecnologiche)

Psicologia doppio statuto epistemologico (sia teoretica sia pratica).

CHE COS’E’ UNA TEORIA SCIENTIFICA

Una teoria scientifica è una serie di proposizioni organizzate con logica, che servono a definire gli eventi
(descrizione), descrivere le relazioni tra gli eventi (predizione) e spiegare il verificarsi degli eventi
(spiegazione). FATTOLEGGETEORIA. Popper afferma che le teorie veramente creative provenissero
dalla combinazione di grande interesse per un problema e di immaginazione critica (pensare fuori dal coro).

Funzione delle teorie scientifiche:

 Struttura la conoscenza empirica: organizzare le conoscenze su un dato fenomeno e spiegare le


leggi proposte per descriverlo.
 Promuovere la verifica di nuove ipotesi e le scoperte di nuove leggi.
 Indirizzare la ricerca: guidare la ricerca all’interno di un quadro generale di riferimento, suggerendo
direzioni da seguire.

Caratteristiche distintive delle teorie scientifiche:

 Struttura logica: determinare se la teoria ha senso e se le sue proposizioni sono libere da


contraddizioni.
 Precisione e rigore.
 Criterio di Parsimonia: preferire teoria semplici per spiegare un fenomeno.

Caratteristica della scienza (psicologica) contemporanea:

 La scienza si autocorregge.
 Fa progressi.
 È interessata alla teoria.
 È falsificazionista.

PRIMI TENTATIVI DI APPLICAZIONE DEL METODO SCIENTIFICO IN PSICOLOGIA

Galton e lo studio delle associazioni mentali


Francis Galton, fondatore della psicometria come “quell’arte di imporre dei numeri alle operazioni della
nostra mente”.

ETICA DELLA RICERCA E DIRITTI DEI PARTECIPANTI (CAP.4)

Per approcciarsi alla ricerca è necessario fare riferimento a:

 American Psychological association (Ethical principles in the conduct of research with human
partecipants).
 Codice etico per la ricerca in psicologia (Associazione Italiana di Psicologia).
 Codice deontologico degli psicologi (Ordine Nazionale Degli Psicologi).

Il codice etico di Norimberga (1946), formalizzato a seguito delle procedure di sperimentazioni sui
prigionieri dei campi di concentramento nazisti, sottolineava l’importanza e la necessità del consenso della
persona a partecipare alla ricerca dopo essere stata adeguatamente informata. Successivamente la
riflessione è stata portata avanti con la Dichiarazione di Helsinki (1964).

In ambito psicologico l’APA ha stilato un codice etico accettato per la prima volta nel 1953 composto da 5
principi generali che sono la promozione del benessere e difesa dal malessere, fiducia e responsabilità,
integrità, giustizia e rispetto per i diritti e la dignità delle persone.

IL CODICE ETICO DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA DI PSICOLOGIA

“Il Codice etico della ricerca in psicologia definisce gli standard di comportamento che gli iscritti
all’associazione Italiana di Psicologia (AIP) condividono e osservano per garantire la corretta realizzazione
delle attività di ricerca e diffusione della conoscenza, proteggere i diritti dei partecipanti e delle persone
coinvolte”.

 Principi generali: definire responsabilità del ricercatore Integrità, Rispetto della dignità della
persona, Competenza, Responsabilità Sociale (non solo uno studioso ma una figura la cui attività
produrrà delle ricadute e delle conseguenze sulla società), Tutela del Benessere.
 Regole di condotta:
Il consenso informato è necessario richiederlo quasi sempre tranne quando le ricerche vengono
condotte con metodi osservativi in luoghi pubblici tutelando però l’anonimato dei partecipanti
oscurando volti e voci. È la volontà esplicita di una persona di partecipare alla ricerca dopo essere
stata informata della natura della ricerca. Va sempre ottenuto in forma scritta quando l’anonimato
non è garantito, quando vi è possibile violazione della privacy o quando i partecipanti sono esposti a
procedure potenzialmente dolorose o disturbanti.
Il rispetto del soggetto (1) il soggetto è libero di ritirarsi dalla ricerca in ogni momento, (2) per
nessuna ragione il soggetto deve vivere la sua partecipazione come una coercizione.
L’uso dell’inganno (1) l’uso dell’inganno nell’ambito di una ricerca è ammesso, (2) il modulo
informativo può contenere informazioni parziali o false per non rivelare i veri scopi dello studio, (3)
anche in caso di uso dell’inganno, i rischi al benessere psico-fisico dei partecipanti non possono mai
essere taciuti ma sono sempre correttamente e completamente riportati.
L’inganno contraddice per sua natura il principio del consenso informato e ingannare i soggetti è
sempre non etico.
Prima di usare l’inganno, un ricercatore deve prestare attenzione all’importanza dello studio per la
conoscenza scientifica, alle alternative all’inganno disponibili e al grado di nocività dell’inganno.

Accorgimenti da non dimenticare quando ci si avvale dell’uso dell’inganno:

 Debriefing: fase di spiegazione e “disinnesco”. Il ricercatore deve rimanere a disposizione per


eventuali chiarificazioni. Il debriefing è indispensabile per spiegare ai partecipanti perché è stato
necessario l’inganno, per ripristinare qualsiasi idea distorta che i partecipanti abbiano sviluppato
relativamente alla loro partecipazione e per rimuovere qualsiasi effetto dannoso dell’inganno. Il
debriefing serve anche a formare i partecipanti alla ricerca scientifica e di fare in modo che lascino il
contesto di ricerca con sensazioni positive relativamente alla propria partecipazione.
Il debriefing serve anche ai ricercatori per capire se i partecipanti interpretino le procedure dello
studio nello stesso modo in cui i ricercatori pensavano che le percepissero.
È importante condurre il debriefing in modo indiretto e informale

 Richiesta di un nuovo consenso all’uso dei dati

Il rischio ai danni per i partecipanti:

L’attività di ricerca non deve mai compromettere, in modo permanete o temporaneo, il benessere psico-
fisico delle persone. Allo stesso modo, l’attività di ricerca non deve recare danno al sistema di relazioni che
il partecipante intrattiene con colleghi, amici e familiari, né deve creare nocumento all’immagine di sé. Può
essere utile in alcuni casi raccogliere in maniera preliminare lo stato di salute del soggetto.

Incentivi alla partecipazione:

 Denaro.
 Cfu.
 Altri benefici legati al contesto della ricerca.

Esempio: problemi etici nello studio delle emozioni senza violare i diritti dei partecipanti in quanto
coinvolgendoli stiamo già disturbando il loro stato emotivo.

Come prendere decisioni etiche:

Un processo attraverso il quale si prendono decisioni etiche dovrebbe includere i seguenti passaggi:

1. Rivedere il disegno di ricerca (partecipanti, procedura);


2. Identificare i temi etici rilevanti, le linee guide e le leggi;
3. Considerare i diversi punti di vista;
4. Considerare i metodi alternativi o le procedure e le loro conseguenze, comprese quelle di non fare
la ricerca proposta.

OSSERVAZIONE (CAP.5)

L’osservazione scientifica è fatta in condizioni definite con precisione, in maniera sistematica e obiettiva e
tenendo delle registrazioni accurate.

Campionamento del comportamentoil possibile grado di generalizzazione delle osservazioni (validità


esterna) dipende da come è stato campionato il comportamento:

 Campionamento del tempo: i ricercatori cercano campioni rappresentativi scegliendo vari intervalli
di tempo per le loro osservazioni. Gli intervalli possono essere scelti o sistematicamente (es.
osservazione di 30 minuti ogni 2 ore) o casualmente (es. osservazione con quattro periodi di
osservazione casuali all’interno della giornata con durata di 30 minuti). ATTENZIONE,
campionamento del tempo poco utile per osservazione di un evento poco frequente (es. disastro
naturale) perché può mancare del tutto l’evento o tralasciare una porzione importante dell’evento.
Quindi quando i ricercatori sono interessate all’osservazione di eventi sporadici, si avvalgono del
campionamento dell’evento in cui si documenta l’evento in toto.
 Campionamento della situazione: richiede lo studio del comportamento in luoghi diversi e
circostanze diverse. In questo modo si riducono e le possibilità che i risultati si riferiscano
unicamente a circostanze e condizioni specifiche. Il campionamento della situazione aumenta la
validità esterna dei risultati in quanto si aumenta la diversità del campionamento dei soggetti e si
può quindi raggiungere una maggiore generalità dei risultati. Il campionamento dei soggetti può
essere usato, all’interno delle situazioni, per osservare le persone nel contesto.

IL METODO OSSERVATIVO può essere distinto in metodo osservativo diretto ed osservazione indiretta.

Metodo osservativo diretto:

 Osservazione non intrusiva o naturalistica: l’obiettivo è quello di descrivere il comportamento


come avviene normalmente ed esaminare le relazioni tra le variabili. L’osservazione naturalistica
aiuta a valutare la validità esterna dei risultati di laboratorio spostando il laboratorio nel “mondo
reale”. Inoltre, diventa un’importante strategia di ricerca quando le considerazioni etiche e morali
ostacolano il controllo sperimentale (es. osservazione su isolamento infantile che non può essere
indotto sperimentalmente).
 Osservazione diretta: la maggior parte della psicologia utilizza l’osservazione intrusiva, che si divide
in osservazione partecipata, osservazione strutturata e l’esperimento sul campo.
1. L’osservazione partecipata può essere in incognito o meno e permette ai ricercatori di osservare i
comportamenti e le situazioni che in genere non sono aperte all’osservazione scientifica. Se gli
individui sanno di essere osservati (reattività), il comportamento sotto osservazione può non essere
più rappresentativo del loro normale comportamento. Il ruolo dell’osservatore partecipante però
può subire seri problemi nel portare a termine lo studio come la perdita di obiettività scientifica
dovuta al coinvolgimento personale.
2.L’osservazione strutturata consiste nell’intervento dell’osservatore sull’ambiente al fine di
provocare un evento che difficilmente sarebbe osservabile con l’osservazione naturalistica (es.
clown-cecità da distrazione). Piaget era solito usare osservazioni strutturata nelle sue teorie sullo
sviluppo cognitivo dei bambini (es. si dava inizialmente un problema da risolvere e successivamente
si presentavano delle variazioni del problema. Questa osservazione si situa a metà tra la passività
de non intervento naturalistico e il controllo sistematico delle variabili indipendenti negli
esperimenti di laboratorio.
3.Esperimenti sul campo: i ricercatori manipolano una o più variabili indipendenti in una situazione
naturale per determinarne l’effetto sul comportamento.

Metodo osservativo indirettonon sono reattivi e possono essere svolti esaminando:

 Indizi fisici: sono le tracce, i frammenti e i prodotti del comportamento del passato e si dividono in
indizi d’uso (la prova fisica che deriva dall’uso o meno di un oggetto; es. mozziconi di sigarette) e i
prodotti (sono creazioni, costruzioni o altri artefatti del comportamento). Esaminando i prodotti che
le persone posseggono o i prodotti creati da una cultura, i ricercatori esaminano le ipotesi sugli
atteggiamenti, le preferenze e i comportamenti.
 Documenti d’archivio: sono documenti, pubblici e privati, che descrivono le attività degli individui,
dei gruppi, delle istituzioni, dei Governi e comprendono documenti in aggiornamento continuo e
documenti di eventi episodici specifici. I potenziali problemi sono il deposito selettivo (si verifica
quando vengono selezionate alcune informazioni, ma non altre, per essere depositate negli archivi),
la sopravvivenza selettiva (quando i documenti sono andati persi o sono incompleti) e la possibilità
di relazioni spurie.
Documentazione del comportamento:

 Documentazione esaustiva del comportamento: possono essere i racconti narrativi in forma di


descrizioni scritte del comportamento, le registrazioni video o quelle audio. Forniscono una
riproduzione del comportamento più o meno fedele all’originale. I racconti narrativi dovrebbero
essere fatti durante l’osservazione o subito dopo aver osservato un comportamento, e gli
osservatori devono essere attentamente addestrati a documentare il comportamento secondo
determinati criteri.
 Documentazioni selezionate del comportamento: quando i ricercatori cercano di descrivere
comportamenti o eventi specifici, spesso ottengono misure quantitative come la frequenza e la
durata della sua occorrenza. Le misure quantitative usano uno dei quattro livelli delle scale di
misurazione. Vengono utilizzate anche registrazioni elettroniche per monitorare il comportamento
La misurazione in psicologia consiste nell’attribuzione di valori numerici a fenomeni, processi ed
eventi psicologici secondo determinate regole che permettono di rappresentare proprietà di tali
fenomeni, processi ed eventi con proprietà del sistema numerico.
Il fatto che si possano assegnare dei numeri seguendo regole differenti porta a differenti tipi di
scala e differenti tipi di misurazione (Stevens). VEDI SOPRA LA DESCRIZIONE DELLE 4 SCALE.

Analisi dei dati osservati:

 Analisi qualitativa dei dati: un importante passaggio consiste nella riduzione dei dati, un processo
di astrazione e riepilogo dei dati sul comportamento che avviene tramite un riassunto narrativo
delle informazioni, l’identificazione dei temi, e la documentazione delle osservazioni sui racconti
narrativi. Riduzione datiprocesso di codifica che è l’identificazione di unità di
comportamentoricercatori in grado di determinare le relazioni tra tipi specifici di
comportamento.
Il contenuto delle analisi è utilizzato per esaminare i documenti d’archivio e include tre passaggi:
identificare una fonte utile, campionare selle sezioni dalla fonte e codificare le unità delle analisi.
 Analisi quantitativa dei dati: i dati vengono sintetizzati usando la statistica descrittiva attraverso le
frequenze, le medie e le deviazioni standard. L’attendibilità tra osservatori si riferisce al grado di
accordo di osservatori indipendenti nelle loro osservazioni, si accresce l’attendibilità se si
formulano definizioni chiare su comportamenti ed eventi da documentare, si addestrano gli
osservatori e si fornisce un feedback sull’accuratezza delle osservazioni. L’alta attendibilità fra
osservatori aumenta la fiducia dei ricercatori che le osservazioni sul comportamento siano accurate
(valide). L’attendibilità tra osservatori viene valutata dal calcolo della percentuale di accordo o della
correlazione, a seconda di come i comportamenti sono stati misurati e documentati.

Due problemi nella ricerca osservativa:

1. L’influenza dell’osservatore: il problema della reattività si pone quando le persone modificano il


loro comportamento perché sanno di essere osservate. Inoltre i partecipanti ad una ricerca cercano
di comportarsi come ritengono si aspetti il ricercatore. I metodi di controllo della reattività
comprendono il nascondere la presenza dell’osservatore, l’adattamento (tramite assuefazione alla
presenza dell’osservatore o desensibilizzazione) e l’osservazione indiretta (documenti d’archivio e
indizi fisici). I ricercatori, quando tentano di controllare la reattività devono prestare attenzione ai
problemi etici.
2. Il bias dell’osservatore: si verifica quando l’imparzialità dei ricercatori determina quali
comportamenti scegliere di osservare e quando le aspettative degli osservatori sul comportamento
conducono a errori sistematici nell’identificare e documentare il comportamentol’effetto
aspettativa può presentarsi quando gli osservatori conoscono le ipotesi di uno studio o i risultati di
studi precedenti. Il bias dell’osservatore può essere ridotto mantenendo l’osservatore all’oscuro
degli obiettivi e delle ipotesi e dello studio. Importante per controllare il bias è riconoscere che può
essere presente.

L’USO DELLE INCHIESTA (CAP.6)

 Raccogliere dati e informazioni su opinioni, atteggiamenti, abitudini, comportamenti e reazioni


emotive.
 Tutto ciò che ricaviamo dal partecipante è ciò che lui stesso ha deciso di dichiarare. Pone problemi
perché o dobbiamo fidarci o dobbiamo essere in grado di individuare e valutare la loro accuratezza.

LE FASI DI UNA RICERCA BASATA SULL’INCHIESTA

 Identificazione obiettivi.
 Scelta della tecnica di campionamento della popolazione.
 Costruzione del questionario o scelta di test o questionari standardizzate.
 Indagine pilota.
 Eventuale riformulazione del questionario.
 Raccolta dei dati.
 Analisi dei dati.
 Stesura del rapporto di ricerca.

Il campionamento della popolazione oggetto d’indagine:

 Universo o popolazione di riferimentocampione (rappresentativo (un campione è


rappresentativo della popolazione nella misura in cui mostra la stessa distribuzione di
caratteristiche della popolazione) in modo che poi i risultati possano essere estesi al generale). Un
campione distorto è quello in cui le caratteristiche sono sistematicamente diverse dalle
caratteristiche della popolazione. Una popolazione è l’insieme di tutti i casi/elementi di interesse.
Una lista di campionamento è invece una lista specifica degli elementi della popolazione
interessanti per l’indagine. Il sottoinsieme estratto dalla lista di campionamento si chiama
campione. Il bias della selezione si presenta quando le procedure utilizzate per selezionare il
campione portano a una sovra rappresentazione di alcuni segmenti della popolazione o, al
contrario, all’esclusione o sottorappresentazione di un segmento significativo.

Tipologie di campionamento:

 Campionamento NON probabilistico: l’uso di campioni non probabilistici può comportare alcuni
errori (bias) legati alla selezione di soggetti facilmente reperibili (campionamento di convenienza)
quali ad esempiostudenti universitari, persone con alto grado di istruzione, persone che non
temono conseguenze personali legate alla partecipazione alla ricerca. Esiste anche il
campionamento a scelta ragionata dove la selezione è guidata da considerazioni sulla popolazione,
o il campionamento per quote dove si raccoglie un campione di soggetti che rappresenti
perfettamente il numero di soggetti con tali caratteristiche. Infine nel campionamento a palla di
neve si recluta un numero iniziale di partecipanti e poi si chiede loro di reclutarne altri.
 Campionamento probabilistico o casuale: ogni individuo selezionato ha la stessa probabilità di
essere estrattocampionamento casuale semplice o stratificato. Il campionamento casuale
semplice recluta soggetti che hanno la stessa possibilità di essere inclusi. Quello casuale stratificato,
invece, seleziona i soggetti casualmente all’interno di sottopopolazioni definite strati.

Metodi di inchiesta:

 Questionari postali: presentano un problema di percentuale di risposta se le persone non


restituiscono il questionario (percentuale bassa di risposte potrebbe indicare la presenza di una
distorsione della percentuale di risposta che minaccia la rappresentatività del
campionepercentuale minima di restituzione dei questionari è 30%), sebbene siano veloci e
pratici
 Interviste faccia a faccia: sebbene costose, permettono ai ricercatori di avere un controllo
maggiore su come viene condotta l’inchiesta. Il bias dell’intervistatore avvien quando quest’ultimo
sbagli a registrare le risposte o induce le risposte degli interpellati.
 Interviste telefoniche: spesso utilizzate nelle inchieste che comportano un minimo numero di
domande. Però soggetti a inconvenienti come mancata attenzione nelle risposte o il fatto che
rispondano diversamente perché parlano a una voce senza volto rispetto alla condizione in
presenza.
 Questionari via internet: vantaggioso perché è un metodo efficiente e a basso costo per ottenere
risposte da ampi campioni, potenzialmente diversi e sottorappresentati. Il rischio è collegato ai vari
bias nella selezione, nel tasso di risposta e ad una mancanza di controllo della ricerca.

Disegni di ricerca per l’inchiesta:

 Disegno trasversale: vengono estratti dalla popolazione, nello stesso momento, uno o più
campioni. Permettono ai ricercatori di descrivere le caratteristiche di una popolazione o le
differenze tra due o più popolazioni in un dato momento, e i risultati delle correlazioni dei disegni
trasversali permettono la formulazione di predizioni. Funzione descrittiva e predittiva.
 Disegno longitudinale indipendente (studio di trend): campioni diversi all’interno della stessa
popolazione partecipano alla ricerca per un periodo di tempo determinato. Questo disegno è
adatto a descrivere cambiamenti negli atteggiamenti nel tempo all’interno di una popolazione e
NON di descrivere cambiamenti nei singoli individui.
 Disegno longitudinale: vengono studiati i cambiamenti degli stessi soggetti nel tempo. Possibili
problemi possono essere la difficoltà a trovare soggetti disposti a partecipare allo studio nel tempo
e soprattutto l’attrito selettivo ovvero il fenomeno per cui il decrescere del campione nel tempo
(percentuale di partecipanti che abbandona) riduce la sua possibilità di rappresentare la
popolazione originale da cui era stato estratto.

La preparazione del questionario:

 Utile per misurare le variabili demografiche che descrivono le caratteristiche delle persone che
vengono selezionate dalla ricerca (etnia, età e stato socioeconomico). Scale self-report usate per
misurare preferenze e opinioni di persone sugli item presenti in una scala.
 Operazionalizzazione dei costrutti indagati.
 Scelta del contenuto e del formato delle domande sulla base di criteri quali conoscenza del tema
d’indagine, modalità di somministrazione del questionario, caratteristiche dei rispondenti, risorse a
disposizione per l’analisi dei dati.
FASE 1: decidere quali informazioni si vogliono cercare.
FASE 2: decidere se sarà autosomministrato o ci sarà la presenza di un intervistatore addestrato.
FASE 3: scrivere prima versione del questionario se non esistono strumenti disponibili adatti alle
proprie necessità (se esiste già uno strumento che misuri il pregiudizio razziale, non serve crearne
uno).
FASE 4: riesaminare e riscrivere con l’aiuto di esperti esterni.
FASE 5: pre-test o test pilota a un piccolo campione in condizioni simili a quelle che si
presenteranno nella somministrazione finale.
FASE 6: passaggio finale è redigere il questionario definitivo e specificare le procedure da seguire
per la somministrazione.
 La formulazione del questionario dovrebbe essere chiara e specifica e usare un linguaggio familiare,
semplice e diretto. Inoltre bisognerebbe evitare potenziali risposte distorte e non contenere
domande tendenziose.
 L’ordine delle domande deve essere seriamente considerato, perché può influenzare le risposte sui
soggetti. Uso domande filtro importante.

Il formato delle domande:

 Domande aperte (onerose in termini di tempo da revisionare).


 Domande chiuse (a scelta singola, multipla, con scala di valutazione).
 Domande filtro.

Tipologie di questionari:

 Strutturati.
 Semi-strutturati.
 Aperti.

Approccio critico all’inchiesta:

 L’inchiesta presuppone la reattività, perché gli individui sono consapevoli che le loro risposte
vengono registrate.
 La desiderabilità sociale si riferisce alla pressione, che gli interpellati qualche volta avvertono, di
rispondere ciò che si “dovrebbe” credere piuttosto che ciò che davvero si crede davvero.
 I ricercatori possono valutare l’accuratezza delle risposte all’inchiesta confrontando questi risultati
con dati archiviati o con l’osservazione di comportamenti.

Correlazione e casualità:

 Quando due variabili sono correlate, possiamo fare delle predizioni sulle variabili; tuttavia non
possiamo, semplicemente conoscendo una correlazione, determinare la causa della relazione.
 Quando una relazione tra due variabili può essere spiegata da una terza variabile, questa relazione
è denominata spuria.
 L’evidenza di correlazione, in combinazione con un approccio multimetodo, può aiutare i ricercatori
a identificare le cause potenziali del comportamento relazione indiretta, relazione moderata e
relazione circolare o reciproca.

DISEGNI A GRUPPI INDIPENDENTI (CAP.7)

Perché fare esperimenti?

I ricercatori conducono esperimenti per verificare delle ipotesi sulle cause di certi comportamenti. Gli
esperimenti permettono ai ricercatori di decidere se un trattamento o un programma riesca effettivamente
a cambiare un comportamento.
La logica della ricerca sperimentale

 I ricercatori manipolano una variabile indipendente in un esperimento per osservare l’effetto sul
comportamento, misurato per mezzo della variabile dipendente.
 Il controllo sperimentale permette ai ricercatori di fare un’inferenza causale: causa-effetto
(variabile indipendente-variabile dipendente).
 Il controllo è un elemento indispensabile negli esperimenti e si ottiene attraverso la manipolazione,
il mantenimento della costanza delle condizioni e il bilanciamento.
 Un esperimento ha validità interna quando soddisfa le tre condizioni richieste per l’inferenza
causale: la covariazione, la relazione temporale e l’eliminazione di plausibili cause alternative
(realizzabile grazie alle condizioni di controllo sopracitate).
 Quando ci sono fattori confondenti esiste una plausibile spiegazione alternativa per la covariazione
osservata, perciò l’esperimento manca di validità interna. Per impedire spiegazioni alternative
plausibili si ricorre alla costanza delle condizioni e al bilanciamento.

Disegno a gruppi casuali

 In un disegno a gruppi indipendenti o disegno tra soggetti, ogni gruppo di soggetti partecipa a una
sola condizione della variabile indipendente.
 Il disegno a gruppi indipendenti più efficace utilizza l’assegnazione causale dei soggetti alle
condizioni per ottenere gruppi equivalenti prima di manipolare la variabile indipendente.
 Quando si usa l’assegnazione casuale per formare gruppi indipendenti per i livelli della variabile
indipendente, l’esperimento prende il nome di disegno a gruppi casuali. (vedere sul libro esempio
bambola barbieinsoddisfazione verso il proprio corpo, pag. 205).
 Blocchi randomizzati: bilancia le caratteristiche soggettive e le possibili variabili confondenti, che si
presentano nel periodo in cui viene condotto l’esperimento, e crea gruppi di uguale misura.
 Minacce alla validità interna:
1. L’assegnazione casuale di gruppi interi a differenti condizioni della variabile indipendente
crea un potenziale fattore confondente dovuto alle differenze preesistenti tra i partecipanti
dei gruppi interni.
2. La randomizzazione a blocchi aumenta la validità interna attraverso il bilanciamento di
variabili estranee nelle diverse condizioni della variabile indipendente.
3. La perdita selettiva dei soggetti (si perdono soggetti nelle varie condizioni dell’esperimento,
e, responsabile di questa perdita è una caratteristica del soggetto), ma non la perdita
meccanica (si verifica quando un partecipante all’esperimento non riesce a portarlo a
termine a causa di problemi nel funzionamento dei dispositivi, tra cui anche lo
sperimentatore), minaccia la validità interna di un esperimento.
4. I gruppi placebo sono usati per controllare il problema delle caratteristiche della richiesta
(indizi ed altre informazioni che utilizzano i partecipanti per regolare il loro comportamento
in uno studio psicologico), e gli esperimenti in doppio cieco (né sperimentatore né
osservatore sono a conoscenza del trattamento somministrato) controllano sia le
caratteristiche della richiesta sia l’effetto sperimentatore (può essere confondente se lo
sperimentatore tratta i soggetti in modo diverso nei differenti gruppi dell’esperimento).

Analisi e interpretazione dei risultati sperimentali:

 L’analisi dei dati e la statistica: giocano un ruolo importante nell’analisi e nell’interpretazione dei
risultati sperimentali. Inoltre il modo migliore per determinare se i risultati di un esperimento siano
attendibili è replicare l’esperimento.
 Descrizione dei risultati: Le due statistiche descrittive più comuni, utilizzate per riassumere i
risultati sono la media (misura della tendenza centrale) e la deviazione standard (una misura della
variabilità).
Le misure dell’ampiezza dell’effetto indicano la forza della relazione tra variabile indipendente e la
variabile dipendente, e non sono influenzate dalla dimensione del campione.
Una misura particolarmente utilizzata è la d di Cohen, che analizza le differenze tra le medie di due
gruppi rispetto alla deviazione standard nell’esperimento.
La meta-analisi usa le misure dell’ampiezza dell’effetto per riassumere i risultati di molti
esperimenti che hanno analizzato la stessa variabile dipendente o indipendente.
 Replicazione dei risultati: Due metodi, per trarre delle conclusioni dai dati campionati, sono
l’ipotesi nulla e gli intervalli di confidenza.
I ricercatori usano l’ipotesi nulla per determinare se le differenze delle medie tra i gruppi di un
esperimento siano maggiori delle differenze che ci si sarebbe aspettati a causa di una semplice
variazione casuale. Un risultato è statisticamente significativo se ha una piccola probabilità di
verificarsi se l’ipotesi nulla è vera. Nell’analisi dati quando un risultato è statisticamente
significativo, concludiamo che la variabile indipendente ha prodotto un effetto sul comportamento.
I ricercatori usano il grado di sovrapposizione degli intervalli di confidenza (probabilità che
l’intervallo contenga la vera media della popolazione) per confermare che si parla di medie diverse
di diverse popolazioni.

Validità esterna dei risultati sperimentali:

 I risultati hanno validità esterna quando possono essere esti ad altri individui, situazione e
condizioni al di là dello scopo dell’esperimento scientifico.
 Condurre esperimenti sul campo consente ai ricercatori di aumentare la validità esterna della
ricerca in situazioni reali.
 La replica parziale di un esperimento è un metodo utile per stabilire la validità esterna dei risultati
di ricerca.
 I ricercatori spesso cercano di generalizzare i risultati relativi alle relazioni teoriche tra le variabili
piuttosto che alle condizioni specifiche, manipolazioni, situazioni e campioni.

Disegno a gruppi appaiati:

 Quando i soggetti a disposizione sono troppi pochi per attuare un’assegnazione casuale, si può
utilizzare un disegno a gruppi appaiati per creare gruppi equivalenti.
 L’approccio migliore per creare dei gruppi appaiati è abbinare i soggetti sulla base del compito della
variabile dipendente, ma la prestazione di ogni compito di abbinamento deve essere correlata con
il compito della variabile dipendente.

Riassumendo il disegno a gruppi appaiati è un ‘alternativa migliore del disegno a gruppi casuali quando
è disponibile un buon compito di abbinamento che richiede gruppi diversi per ogni condizione.

Disegno a gruppi naturali:

 Per utilizzare i disegni a gruppi naturali vengono selezionate, piuttosto che manipolate, variabili
individuali (o variabili soggettivetratto distintivo come l’affiliazione religiosa).

DISEGNI A MISURE RIPETUTE (CAP.8)


I ricercatori scelgono di usare il disegno a misure ripetute per:

 condurre un esperimento quando sono disponibili pochi partecipanti (1);


 esaminare ogni partecipante su più condizioni, per fornire agli sperimentatori un modo più utile ed
efficiente per rispondere al quesito dell’esperimento (2);
 aumentare la sensibilità dell’esperimento che si riferisce all’abilità nel rilevare l’effetto della
variabile indipendente anche se questi è piccoloun esperimento è più sensibile quando c’è meno
varianza d’errore (3);
 studiare i cambiamenti del comportamento dei partecipanti nel corso del tempoogni volta che i
partecipanti confrontano tra di loro degli stimoli è necessario (4).

Il ruolo degli effetti dell’ordine nei disegni a misure ripetute:

 Le variabili inerenti alle differenze individuali non possono rappresentare un fattore confondente
nei disegni a misure ripetute, poiché gli stessi individui partecipano ad ogni condizione della
variabile indipendente.
 Le prestazioni dei partecipanti possono cambiare tra le varie condizioni semplicemente a causa
della ripetizione della misura; questi cambiamenti sono definiti effetti dell’ordine.
Quest’ultimi possono minacciare la validità interna di un esperimento a misure ripetute quando le
diverse condizioni della variabile indipendente sono presentate nello stesso ordine a tutti i
partecipanti.
 Ci sono due tipi di disegni a misure ripetute (completi e incompleti), che differiscono nei modi
specifici in cui si controllano gli effetti dell’ordine.

Bilanciare gli effetti dell’ordine nel disegno completo:

 Gli effetti dell’ordine sono bilanciati nei disegni completi per ogni partecipante attraverso l’uso della
randomizzazione a blocchi o del controbilanciamento AB-BA.
 Nella randomizzazione a blocchi, tutte le condizioni dell’esperimento sono ordinate casualmente
ogni volta che vengono presentate.
 Nel controbilanciamento AB-BA, viene presentata una sequenza casuale di tutte le condizioni,
seguita dalla sequenza inversa.
 Quando gli effetti dell’ordine non sono lineari, o quando la prestazione dei partecipanti può subire
gli effetti dell’anticipazione, si preferisce la randomizzazione a blocchi al controbilanciamento AB-
BA.

Bilanciare gli effetti dell’ordine nel disegno incompleto:

 Nel disegno incompleto gli effetti dell’ordine sono bilanciati tra i soggetti piuttosto che per ogni
soggetto, come nel disegno completo.
 La regola del bilanciamento degli effetti dell’ordine nel disegno incompleto prevede che ogni
condizione dell’esperimento debba essere ugualmente frequente in ogni posizione ordinale.
 Il metodo migliore per bilanciare gli effetti dell’ordine nel disegno incompleto con quattro o meno
condizioni è quello di usare tutti gli ordini possibili delle condizioni.
 Due metodi per selezionare ordini specifici sono il quadro latino e l’ordine di inizio casuale con
rotazione.
 Sia che si utilizzino tutti gli ordini possibili sia che si utilizzino gli ordini selezionati, i partecipanti
dovrebbero essere assegnati casualmente a sequenze diverse

Analisi dei dati nei disegni a misure ripetute:


 L’analisi dei dati di un disegno completo inizia con il calcolo del punteggio riassuntivo per ogni
partecipante in ogni condizione (media, mediana ecc…)
 La statistica descrittiva è utilizzata per riassumere la prestazione di tutti i partecipanti per ogni
condizione della variabile indipendente.
 Replicazione dei risultati: le procedure generale e la logica per verificare l’ipotesi nulla e gli
intervalli di confidenza per i disegni a misure ripetute sono simili a quelle usate per i disegni a
gruppi casuali.

Il problema dell’effetto della sequenza

 L’effetto della sequenza avviene quando gli effetti di una condizione persistono e influenzano la
prestazione nelle condizioni successive
 Le variabili che possono portare a un effetto della sequenza dovrebbero essere esaminate
utilizzando un disegno a gruppi casuali, poiché l’effetto della sequenza minaccia la validità interna.
 L’effetto sequenza può essere identificato confrontando i risultati della stessa variabile
indipendente quando viene esaminata in un disegno a misure ripetute e in un disegno a gruppi
casuali.

DISEGNI FATTORIALI (CAP.9)

Descrizione degli effetti in un disegno fattoriale:

 I ricercatori utilizzano i disegni fattoriale per studiare gli effetti di due o più variabili indipendenti in
un esperimento.
Quando un disegno fattoriale ha almeno una variabile a gruppi indipendenti e almeno una variabile
a misure ripetute, viene definito disegno misto.
 Nei disegni fattoriali, ogni variabile indipendente può essere studiata con un disegno a gruppi
indipendenti o con un disegno a misure ripetute.
 Il disegno fattoriale più semplice è il 2X2: due variabili indipendenti, ciascuna con due livelli.
 Il numero di condizioni diverse in un disegno fattoriale può essere calcolato moltiplicando il numero
dei livelli di ogni variabile indipendente (per esempio 2X2=4).
 Disegni fattoriali più efficaci ed efficienti possono essere creati inserendo più livelli di una variabile
indipendente o inserendo nel disegno più variabile indipendente.

Effetti principali e gli effetti di interazione:

 L’effetto complessivo di ogni variabile indipendente in un disegno fattoriale prende il nome di


effetto principale, e rappresenta le differenze tra le prestazioni medie di ogni livello di una variabile
indipendente a prescindere dai livelli dell’altra variabile indipendente
 Un effetto di interazione tra le variabili indipendenti si presenta quando l’effetto di una variabile
indipendente differisce a seconda dei livelli assunti dalla seconda variabile indipendente.

Descrizione degli effetti di interazione:

 Le prove per gli effetti di interazione possono essere identificate usando le statistiche descrittive
presentate nei grafici o nelle tabelle.
 La presenza di un effetto di interazione viene confermata impiegando la statistica inferenziale.
 Quando in un disegno fattoriale ci sono tre variabili indipendenti, si presenta un effetto di
interazione a tre vie quando l’interazione di due variabili indipendente differisce a seconda del
livello della terza variabile indipendente.

Analisi dei disegni fattoriali:


 In un disegno fattoriale con due variabili indipendenti, la statistica inferenziale viene impiegata per
esaminare tre effetti: gli effetti principali per ogni variabile indipendente e l’effetto di interazione tra
le due variabili indipendenti. Un effetto semplice è l’effetto di una variabile indipendente a un livello
di una seconda variabile indipendente.
 La statistica descrittiva è necessaria per interpretare i risultati della statistica inferenziale
 Il modo di interpretare i risultati di un disegno fattoriale da parte dei ricercatori cambia a seconda
che nei dati sia presente o assente un effetto di interazione statisticamente significativo.
1. Se l’analisi di un disegno fattoriale indica che l’effetto di interazione tra le variabili
indipendenti non è statisticamente significativo, il passaggio successivo nel piano di analisi
è determinante se gli effetti principali delle variabili siano statisticamente significativi.
2. La fonte di un effetto principale statisticamente significativo può essere specificata con più
precisione effettuando i confronti tra due medie o usando gli intervalli di confidenza per
confrontare le medie a due a due.

Interpretazione degli effetti di interazione:

 Le teorie spesso predicono che due o più variabili indipendenti interagiscono per influenzare il
comportamento; perciò, i disegni fattoriali sono necessari per verificare le teorie.
 Gli esperimenti condotti per verificare delle teorie possono qualche volta produrre risultati
contraddittori. Gli effetti di interazione possono essere utili per risolvere queste contraddizioni.
 Quando non c’è l’effetto di interazione in un disegno fattoriale, gli effetti di ogni variabile
indipendente possono essere generalizzati tra i livelli dell’altra variabile indipendente, aumentando
così la validità esterna delle variabili indipendenti.
 La presenza di un effetto di interazione identifica i limiti per la validità esterna di un risultato,
specificando le condizioni in cui avviene un effetto di una variabile indipendente.
 Quando la prestazione dei partecipanti raggiunge un massimo (effetto soffitto o ceiling effect) o un
minimo (effetto pavimento o floor effect) in una o più condizioni di un esperimento, i risultati per un
effetto di interazione non sono interpretabili.
 I ricercatori usano i disegni fattoriali per poter trarre inferenze causali sulle variabili dei gruppi
naturali quando verificano una teoria sul perché i gruppi naturali differiscono.
 I tre passaggi necessari per poter trarre un’inferenza causale con una variabile dei gruppi naturali
sono: esporre una teoria del perché esistono differenze di gruppo (1); identificare una variabile
rilevante da manipolare (2); verificare l’effetto di interazione (3)

STUDIO DI CASO E DISEGNI SPERIMENTALI SU SINGOLO SOGGETTO (CAP.10)

Metodo per lo studio di caso:

 Gli studi di caso, descrizioni e analisi approfondite di singoli individui, mancano di un alto grado di
controllo.
 Gli studi di caso sono una fonte di ipotesi e idee sul comportamento normale e anomalo.

Vantaggi del metodo di studio del caso:

 Gli studi di caso forniscono nuove idee e ipotesi, opportunità per sviluppare nuove tecniche cliniche
e la possibilità di studiare fenomeni rari.
 Le teorie scientifiche possono essere confutate quando il comportamento di un singolo caso
contraddice i principi teorici o le affermazioni, e le teorie possono ricevere un supporto preliminare
grazie all’uso di prove derivanti dagli studi di caso.
 La ricerca idiografica (lo studio degli individui per identificare ciò che è unico) integra la ricerca
nomotetica (lo studio dei gruppi per identificare ciò che è tipico).
Svantaggi del metodo di studio del caso:

 I ricercatori non riescono a trarre valide inferenze causali usando il metodo dello studio del caso,
poiché le variabili estranee non sono controllate e possono essere applicati simultaneamente vari
trattamenti.
 La distorsione dell’osservatore e le distorsioni nella raccolta dati possono portare a interpretazioni
non corrette dei risultati degli studi di caso.
 La possibilità di generalizzare i risultati dello studio di caso dipende dalla variabilità all’interno della
popolazione da cui il caso è stato selezionato; alcune caratteristiche (la personalità) variano più di
altri (l’acuità visiva, può bastare un caso per comprendere come lavora il sistema visivo, c’è poca
variabilità del sistema visivo tra gli umani) tra gli individui.
 Gli studi di caso possono aiutare il progresso della scienza quando inducono i ricercatori a
riconsiderare le proprie teorie, a partire da nuovi e insoliti risultati. Allo stesso tempo è utile essere
consapevoli dei limiti di questo metodo e quindi evitare di accettare acriticamente i suoi risultati
che possono talvolta sembrare rivoluzionari.

Disegni sperimentali su singolo soggetto (small-n)

 Nell’analisi comportamentale applicata, i metodi sviluppati all’interno dell’analisi sperimentale del


comportamento sono applicati a problemi socialmente rilevantisi parla di terapia
comportamentale quando queste applicazioni sono rivolte alla popolazione clinica: anziché cercare
di comprendere le radice inconsce dei problemi, la terapia comportamentale si focalizza sul
comportamento osservabile (ad esempio comportamenti auto-stimolanti come il dondolio del
corpo o ruotare su se stessi che possono segnalare presenza di autismo).
 Caratteristiche degli esperimenti su singolo soggetto:
1. I ricercatori, negli esperimenti su singolo soggetto, manipolano una variabile indipendente,
ottenendo così un controllo più rigoroso rispetto agli studi di caso.
2. Negli esperimenti su singolo soggetto, vengono dapprima registrate le osservazioni di base
per descrivere com’è un comportamento dell’individuo (e predire come sarà in futuro)
senza trattamento (fase di baseline).
3. Il comportamento registrato prima dell’intervento (baseline) e quello successivo
all’intervento (trattamento) vengono confrontati osservando le differenze tra le
osservazioni registrate.
 Disegni sperimentali specifici:
1. Nel disegno AB-AB, le fasi di baseline (A) e trattamento (B) sono alternate per determinare
l’effetto del trattamento sul comportamento.
2. I ricercatori concludono che il trattamento causa il cambiamento del comportamento
quando il comportamento cambia sistematicamente con l’introduzione e la sospensione
del trattamento.
3. È difficile interpretare l’effetto causale del trattamento nel disegno AB-AB se il
comportamento non inverte le posizioni della baseline quando il trattamento viene
sospeso.
4. Considerazioni etiche possono ostacolare l’uso da parte degli psicologi del disegno AB-AB.
5. Nei disegni a baseline multiple, si dimostra un effetto del trattamento quando i
comportamenti in più di una baseline cambiano solo in seguito all’introduzione di un
trattamento.
6. Le baseline multiple possono essere osservate tra gli individui (le diverse baseline sono i
diversi individui a cui viene somministrato il trattamento in diverse tempistiche), tra i
comportamenti (es. bambini autisticile diverse baseline sono determinati
comportamenti target come ridere di assurdità o mostrare apprezzamento, il trattamento
è il rinforzo con premi) o tra le situazioni (es. mostrare un determinato comportamento in
diverse situazioni (casa, scuola, lavoro)).
7. È difficile interpretare l’effetto causale del trattamento nei disegni a baseline multiple
quando si vedono cambiamenti in una baseline prima dell’intervento sperimentale; questo
può accadere quando gli effetti del trattamento sono generalizzati.

Problemi e limiti comuni a tutti i disegni sperimentali su singolo soggetto:

 Interpretare l’effetto di un trattamento può essere difficile se la fase di baseline mostra eccessiva
variabilità o tendenze crescenti o decrescenti nel comportamento.
 Il problema della bassa validità esterna con esperimenti su singoli soggetti può essere controllato
coinvolgendo nell’esperimento un piccolo gruppo di soggetti.

LA VALIDITA DELLA RICERCA NEI VERI ESPERIMENTI E NEI QUASI ESPERIMENTI IN CONTESTI NATURALI
(CAP.11)

Veri esperimenti sono quelli che portano a risultati chiari per quel che riguarda ciò che ha causato un
evento/i:

 Nei veri esperimenti devono essere soddisfatte tre condizioni:


1. In un vero esperimento viene attuato un qualche tipo di trattamento;
2. Sono caratterizzati da un alto grado di controllo dello sperimentatore sull’organizzazione delle
condizioni sperimentali (l’assegnazione casuale dei partecipanti alle condizioni sperimentali è
considerata la caratteristica più importante che definisce il vero esperimento);
3. Sono caratterizzati da un confronto appropriato. Lo sperimentatore esercita un controllo della
situazione per stabilire un confronto appropriato al fine di valutare l’efficacia di un trattamento.
 I ricercatori possono avere delle difficoltà a ottenere i permessi per condurre veri esperimenti.

Le minacce alla validità interna sono fattori confondenti che si prestano come plausibili spiegazioni
alternative per un risultato della ricerca:

 Le più frequenti minacce includono:


1. gli effetti della storia (il verificarsi di un evento diverso dal trattamento che può produrre
cambiamenti nel comportamento dei partecipanti alla ricerca);
2. la maturazione (cambiamento associato al passare del tempo in sé);
3. gli effetti dovuti alle prove (fare una prova ha degli effetti sulle prove successivi come può
accadere con i pre-test nei disegni sperimentali in psicologia);
4. la strumentazione (cambiamenti nel tempo degli strumenti usati per misurare il
comportamento: può essere anche la distorsione dell’osservatore se lo strumento è
l’osservatore umano);
5. la regressione verso la media (costituisce un problema quando i soggetti vengono
selezionati per l’esperimento in base ai loro punteggi estremi);
6. la perdita dei soggetti;
7. la selezione (quando esistono fin dall’inizio dello studio delle differenze tra i tipi di un
gruppo e di un altro);
8. gli ulteriori effetti che si possono presentare con la selezione (effetti congiunti tra selezione,
storia, maturazione e strumentazione).

Problemi che i veri esperimenti non possono controllare:


 Effetti di diffusione: avvengono quando i gruppi di partecipanti si comunicano informazioni
sull’esperimento che possono portare a risentimenti e rivalità o a diffondere notizie sulla natura del
trattamento.
 Effetti novità: si presentano quando il comportamento delle persone cambia semplicemente perché
un’innovazione (es. trattamento) produce eccitazione, energia ed entusiasmoeffetto Hawthorne:
cambiamenti nel comportamento delle persone indotti dall’interesse che “altri significativi”
mostrano per esse.
 Le minacce alla validità esterna avvengono quando gli effetti del trattamento non possono essere
generalizzati al di là dei particolari soggetti, della situazione, del trattamento e dei risultati
dell’esperimento: la miglior verifica per la validità esterna è replicare un esperimento.

I QUASI esperimenti:

 Forniscono un’alternativa quando non sono possibili i veri esperimenti.


 Mancano del grado di controllo dei veri esperimenti, in particolare non hanno l’assegnazione
casuale.
 Il disegno pre-test/post-test a un gruppo (O 1 X O2) è chiamato disegno presperimentale o cattivo
esperimento, perché ha una validità interna molto ridotta.
 In un disegno con gruppo di controllo non equivalente, vengono comprati un gruppo in
trattamento e un gruppo di confronto, usando le misure pre-test e post-test: sei due gruppi sono
simili nei punteggi pre-test, ma differiscono nei punteggi post-test, i ricercatori possono con più
sicurezza fare delle affermazioni sull’effetto del trattamento. Le minacce alla validità interna
possono essere controllate.
Le minacce alla validità interna, che devono essere considerate quando si usa il disegno a gruppo di
controllo non equivalente, comprendono: gli effetti congiunti con la selezione, la regressione
differenziale verso la media, la distorsione dell’osservatore (effetto aspettativa), gli effetti di
diffusione e di novità.
 Il problema della validità esterna deve essere esaminato criticamente al pari di quello della validità
interna e replicare l’esperimento con diversi contesti e popolazioni è la prova migliore di validità
esterna.
 Il disegno semplice a serie temporali interrotte comporta che i ricercatori esaminino una serie di
osservazioni prima e dopo un trattamento. Le prove per gli effetti del trattamento si presentano
quando ci sono cambiamenti repentini (discontinuità) nei dati a serie temporali nel momento in cui
viene attuato il trattamento.
Le minacce maggiori alla validità interna nel disegno semplice a serie temporali interrotte sono gli
effetti della storia e i cambiamenti nelle misurazioni che avvengono contemporaneamente al
trattamento.
 In un disegno a serie temporali di controllo non equivalenti, i ricercatori fanno una serie di
osservazioni prima e dopo il trattamento sia per il gruppo in trattamento sia per il gruppo di
controllo.

Valutazione di programma

 È una metodologia che viene usata per valutare l’efficacia delle organizzazioni di servizi alla persona
e fornisce dei feedback agli amministratori sui loro servizi.
 I valutatori di programma valutano i bisogni (è realmente necessario fornire determinato servizio),
il processo (come viene portato avanti il servizio), il risultato (il programma ha raggiunto gli obiettivi
prefissati?) e l’efficienza dei servizi sociali (costo del programma).
DESCRIVERE E ANALIZZARE I DATI E LA COMUNICAZIONE IN PSICOLOGIA (CAP.12.1-12.2-13)

Analisi dei dati si compone di quattro fasi distinte: organizzare i datiesaminare i datisintetizzare i
dativalutare ciò che i dati rivelano.

Organizzare i dati:

 I dati prodotti durante la fase di raccolta devono essere organizzati in una matrice dati casi (C) X
variabili (V). Convenzionalmente i casi sono inseriti nelle righe e le variabili nelle colonne.

Esaminare i dati:

 La statistica descrittiva è uno strumento utile per esaminare i propri dati.


 Prima di procedere con l’analisi, il ricercatore deve pulire la matrice dei dati da eventuali dati
inseriti in modo errato e/o decidere come gestire gli outliers (sono i valori estremi che in una serie
di dati non sembra essere affine al corpo principale dei dati, anche se rientra nei valori possibili).
 La distribuzione di frequenza consente di riassumere in una tabella la distribuzione dei valori delle
variabili della ricerca.
 I grafici sono un buon strumento per rappresentare i dati della ricerca.

Linee guide per una scrittura efficace:

 Conoscere audience
 Identificare l’obiettivo: gli articoli scientifici e la conseguente scrittura espositiva hanno come
obiettivo quelli di descrivere e convincere che l’interpretazione dei risultati è adeguata.
 Scrivere con chiarezza: la base per una buona scrittura espositiva è la chiarezza di pensiero e di
espressione.
 Essere concisi
 Essere precisi: previsione nell’uso del linguaggio. In argomenti scientifici è indispensabile
(sentimenti != sensazioni)
 Seguire le regole grammaticali
 Scrivere onestamente: il publication manual fornisce informazioni importanti per raggiungere una
comunicazione imparziale (descrivere le persone con un appropriato livello di specificità; essere
sensibili alle etichette)
 Scrivere un rapporto interessante

Struttura di una comunicazione di ricerca:

1. Pagina del titolo: indica il nome dell’autore/i, l’istituzione a cui appartiene e il titolo della
ricerca.
2. Abstract: riassunto conciso del contenuto e dello scopo della comunicazione di ricerca.
Evidenzia i punti importanti tramite parole chiave delle sezioni successive (introduzione,
metodo, risultati).
3. Introduzionedeve soddisfare tre obiettivi principali:
 Introdurre il problema che è stato studiato e indicare perché il problema è così
importante da essere studiato;
 Riassumere brevemente la letteratura importante precedente pertinente allo
studio e descrivere le implicazioni teoriche dello studio;
 Descrivere lo scopo, la logica e il disegno dello studio con uno sviluppo logico delle
predizioni o delle ipotesi che guidano la ricerca.
 I riferimenti ai lavori di altri ricercatori vengono fatti citando i due cognomi e tra
parentesi la data e specificando nella bibliografia la ricerca.

4. Metodo: si descrivono il numero e la natura dei partecipanti che prendono parte allo
studio, i materiali particolari, la strumentazione e come si sia condotto esattamente lo
studio.
5. Risultati: si utilizza per rispondere alle domande sollevate nell’introduzione. I dati grezzi
dello studio (come i punteggi individuali) non dovrebbero essere inclusi; piuttosto va usata
la statistica descrittiva e quella inferenziale. Si possono presentare anche i dati in tabelle e
in grafici (tipicamente in psicologia vengono usati i grafici a barre o i grafici a linee).
6. Discussione: vengono tratte le conclusioni della ricerca, enfatizzati risultati particolari,
implicazioni pratiche e commentati in maniera critica tutti i risultati che non sostengono la
tesi dimostrata. Inoltre in questa sezione possono essere presenti suggerimenti per una
futura ricerca e commenti sui limiti dello studio.
7. Bibliografia
8. Note a piè di pagina
9. Tabelle e figure
10. Appendici

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