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Psicologia generale;
Psicobiologia;
Psicometria;
Psicologia sociale;
Psicologia clinica, proprio nelle fasi di sviluppo del bambino.
Maturazione: processo comune a tutti gli individui, i quali maturano le strutture fisiche,
cerebrali;
Lo sviluppo è tutto quell’insieme di processi, grazie ai quali gli organismi crescono e cambiano nel
corso della loro vita.
La psicologia dello sviluppo studia proprio il cambiamento nel tempo, infatti una delle variabili più
importanti nella psicologia dello sviluppo è il tempo:
Fino a poco tempo fa si pensava alla psicologia dello sviluppo come qualcosa che era riferito in
maniera specifica solo ai bambini, invece poi recenti studi ci hanno dimostrato che in realtà non è
così ma che in realtà dobbiamo guardare allo sviluppo come all'intero proprio ciclo di vita.
Descrivere
spiegare
ottimizzare
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Es: la maggior parte dei bambini a 3 anni hanno un peso pari a x.
ES: un bambino di 9 anni che è alto 95 cm e un bambino di 5 anni che è alto 115 cm.
C’è una differenza tra il periodo di vita e l’arco approssimativo, cioè significa:
TABELLA
Il compito della psicologia dello sviluppo oltre a quello di spiegare i cambiamenti osservati, è
soprattutto OTTIMIZZARE LO SVILUPPO.
Ottimizzare significa che io devo provare a supportare le persone per evolversi le direzioni positive,
sia in ambito:
Applicativo
Prevenzione e benessere dell’individuo
La cosa importante è che lo sviluppo è un processo olistico, quindi biologia, cognizione, affettività
si influenzano proprio reciprocamente nel corso del tempo.
LA PLASTICITA’
Un termine molto molto diffuso e importante è il termine della plasticità.
Tale termine viene utilizzato per dimostrare che per quanto alcuni aspetti del nostro sviluppo siano
abbastanza solidi, l’uomo ha una capacità innata di adattarsi alle diverse situazioni e cambiare nel
tempo, a qualsiasi età. Ma comunque ci sono delle limitazioni per quanto riguarda per esempio il
linguaggio, cioè dopo un certo tempo diventa difficile andare ad acquisire poi delle capacità
linguistiche.
ES: un bambino di tre anni che nasce a Napoli a Roma molto probabilmente sarà saprà utilizzare
benissimo l'iPad un bambino di due anni tre anni che nasce in Ciad molto probabilmente saprà
arrampicarsi sugli alberi e saprà schivare qualche animale che ritiene pericoloso.
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lo guardiamo tenendo conto del contesto socio culturale all'interno del quale siamo
immersi
IL METODO SCIENTIFICO
La psicologia dello sviluppo si serve di metodi oggettivi e replicabili, per raccogliere dei dati allo
scopo di verificare un’ipotesi o una teoria, e non utilizza assolutamente delle opinioni.
Osservare i soggetti
Analizzare le informazioni raccolte
Usare i dati per formulare conclusioni sui modi in cui le persone si sviluppano.
Interna: i risultati ottenuti nella ricerca sono imputabili alle variabili che il ricercatore ha
manipolato intenzionalmente.
Esterna: i risultati ottenuti nella ricerca possono essere riscontrati anche da altri
ricercatori in contesti differenti.
ES: il bambino piange se fa un rumore forte anche un'altra persona a casa del bambino.
Ecologica: le conclusioni a cui si è giunti nella ricerca possono essere applicate al bambino
reale nel mondo reale.
ES: se io dico i rumori forti spaventano i bambini deve avere la certezza che questo rumore forte
spaventa veramente tutti i bambini.
Una cosa molto importante sulla validità interna è fare in modo che i risultati trovati rispecchiano
effettivamente il fenomeno studiato, quindi è importante che quel fenomeno studiato sia
veramente presente per quello che accade .
ES: io faccio il rumore forte, faccio andare via la madre, io non posso dire che il bambino piange
solo quando c'è un rumore forte, perché probabilmente non sono stato attento che mentre faceva
un rumore forte andava via la madre.
Quindi bisogna fare attenzione sempre a ciò che minaccia la validità interna.
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ES: Conoscenze del soggetto, caratteristiche della richiesta.
Osservare
Formulare una teoria, elaborare un’ipotesi.
Quindi una volta che ha definito l’oggetto d’indagine, deve definire l’aspetto specifico
dell’indagine e fare un’interpretazione di quel fenomeno, formulare delle sue ipotesi
specifiche e deve andare poi a verificare con degli esperimenti.
Infatti gli psicologi dello sviluppo studiano il cambiamento nel corso del tempo proprio attraverso
esperimenti e osservazioni.
METODI
Utilizzano strumenti di raccolta dei dati che sono appropriati per le varie fasce di età.
Un esempio sono appunto dei diari, chiamati self report, che sono tutti quei questionari dove il
soggetto risponde in autonomia a domande che gli vengono riportate dallo sperimentatore, però
non sempre queste metodologie di raccolte di dati (diari, questionari) possono essere considerati
attendibili.
Ci sono anche altri strumenti utilizzati dallo sperimentatore, ma sono metodologie più cliniche,
osservative.
ES: fare delle domande ad un bambino e andare ad approfondire la ragione delle sue risposte.
In sostanza sono metodologie che vanno ad indagare sul processo di ragionamento del bambino
stesso.
Contesto strutturato
Contesto non strutturato
Ambiente naturale (Ambiente familiare)
Ambiente artificiale ( attrezzando il laboratorio scientifico e inserendo il bambino con la
sua famiglia).
STRUMENTI
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Durante la ricerca scientifica, gli psicologi si avvalgono di strumenti specifici, tutti di natura
psicofisiologica.
TIPOLOGIE DI RICERCA
Nell’ambito della psicologia dello sviluppo si hanno differenti tipi di ricerca:
Il metodo sperimentale si basa sul rapporto tra variabili (dove per variabile si intendono attributi o
condizioni di persone o situazioni che possono variare a seconda delle condizioni):
Variabile indipendente X: quella che viene manipolata dallo sperimentatore, su cui egli
agisce;
Variabile dipendente Y: quella che subisce gli effetti dei cambiamenti agiti sulla variabile
indipendente;
Variabili intervenienti: ogni variabile interposta tra variabile indipendente e variabile
dipendente
I DISEGNI DI RICERCA
I disegni di ricerca vengono utilizzati in psicologia dello sviluppo per studiare come cambia il
tempo.
Disegno longitudinale: gli stessi soggetti vengono seguiti nel corso del tempo;
Disegno trasversale: confronto in un unico momento temporale, di individui di diverse
età;
Disegno longitudinale-sequenziale: gruppi di soggetti di età differenti, seguiti
longitudinalmente finchè l’età di ciascun gruppo non si sovrappone parzialmente all’età
degli altri gruppi, in modo da creare sequenzialità.
ETICA
Un aspetto importante è quello dell’etica. Psicologi, medici, devono sempre mostrare attenzione
verso il proprio senso etico e garantire:
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No rischio di danni permanenti o temporanei a chi partecipa alla ricerca;
Protezione di coloro che partecipano alla ricerca e quindi tutela del benessere.
Diffusione della ricerca in sede scientifica (no falsificazione dei dati).
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CAPITOLO 2: GENETICA E SVILUPPO
La psicologia generale, come abbiamo già detto, si serve di molti aspetti appartenenti alla
psicometria, psicobiologia, psicologia generale, clinica, e quindi ci si deve soffermare anche
sull’aspetto genetico e comprendere come il corredo genetico va ad influenzare lo sviluppo e
l’influenza da parte dell’ambiente.
La maggior parte delle caratteristiche umane complesse è il risultato di una lunga e complicata
interazione tra:
Attraverso uno scambio di natura genetica l’uomo è sempre soggetto ad una rimescolazione del
corredo genetico e ciò determina il fatto che per quanto possa esistere il concetto di ereditarietà,
una cosa è certa, siamo tutti quanti degli esseri unici.
ES: Il figlio di 2 genitori sordi non è detto che il bambino abbia le stesse caratteristiche fisiche dei
genitori.
Quindi, la genetica sostiene che, qualsiasi individuo deve essere visto per il suo corredo ereditario,
per il suo ambiente, ma lui si sviluppa sempre per una sua unicità.
Esistono:
Gemelli monozigoti: nascono da uno stesso zigote, però spesso, anche se hanno lo stesso
corredo genetico, non è detto che avranno la stessa esplicazione comportamentale.
Gemelli dizigoti: nascono da due zigoti.
Lo zigote è una cellula che si ottiene con la fecondazione, ovvero dalla fusione di due cellule.
Quando parliamo di genere parliamo anche di cariotipo, ovvero è l’insieme delle caratteristiche di
forma dimensione, numero e proprietà dei cromosomi di una cellula o di un organismo.
ES: Un bambino che ha una predisposizione ad una statura alta, ma ha problemi di malnutrizione,
non raggiungerà la statura genetica possibile. Ciò significa che è vero che esiste la predisposizione
genetica, ma sono fondamentali anche i fattori ambientali.
Quindi i fattori ambientali influenzano il modo in cui i geni funzionano, MA NON SOLO, possono
essere influenzati anche da ciò che accade all’interno del nostro organismo.
GENI E ALLELI
I geni sono costituiti perlopiù da DNA.
Sono responsabili dei caratteri ereditari e sono come gli anelli di una catena e si trovano sui
cromosomi.
Ogni carattere ereditario è controllato da una coppia di geni (uno materno e uno paterno).
Le differenti caratteristiche che può assumere lo stesso gene si chiamano alleli (forme alternative
dello stesso gene).
Mendel è stato uno di quegli studiosi che si è occupato dello studio dell’ereditarietà e soprattutto
ha portato alla luce attraverso i suoi esperimenti (quindi metodo scientifico), come queste
caratteristiche dei geni potessero essere dominanti o recessive (Ha osservato 7 caratteri diversi).
Fattore = è quello che noi chiamiamo gene mentre Mendel lo chiamò fattore.
Quando 2 alleli dominanti si incrociano, producono una sorta di fenotipo costituito da 2 geni.
A+0 = A
B+0 = B
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A+B = AB (CODOMINANZA) che determina un’unicità (caratteristica unica).
Questo determina l’ereditarietà poligenica, cioè la somma di 2 o più geni che caratterizzano una
determinata caratteristica fenotipica unica.
Infatti molte caratteristiche dell’essere umano (colore dei capelli, della pelle, degli occhi) variano
nel corso della popolazione, secondo una serie di suddivisioni senza presentare chiare suddivisioni
proprio a causa dell'elevata quantità di geni coinvolti la cui minima variazione comporta un lieve
cambiamento fenotipico.
Malattie ereditarie
Esistono anche malattie di natura ereditaria, quasi certa, altre di natura ereditaria meno
sicura. Questo è determinato da alcuni fattori genetici e da fattori che non conosciamo.
ES: Considerando Un bambino con autismo, ci sono buone probabilità che anche un fratellino
successivo possa nascere con problemi di autismo, ma non c’è la certezza che questo possa
accadere, ma invece c’è certezza che ci sono alcune malattie che sono quasi certamente verificate.
Invece ci sono altre malattie, invece, per le quali sono stati studiate delle percentuali di
esposizione, cioè che ci può essere una percentuale, una possibilità che quella malattia si
potrà trasmettere alla generazione successiva.
Così come ci sono anche delle spiegazioni (accade per alcuni studi mentali) che molto
spesso alcune malattie di carattere genetico saltano di generazione.
Anomalie cromosomiche
Esistono poi alcune malattie determinate da anomalie della struttura o del numero totale dei
cromosomi che si verificano al momento del concepimento.
Nei casi più gravi questi errori non consentono lo sviluppo di un embrione vitale e si verifica un
aborto spontaneo.
Però è possibile anche degli esami genetici pre-natali, anche a livello cromosomico, però non sono
del tutto attendibili.
ES: E’ stato esaminato che un bambino nascerà con la sindrome di down, ma ciò è una possibilità,
ma non è garantito al 100%.
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Gli psicologi studi nelle famiglie.
Quando si fanno gli studi sulle famiglie si vanno ad indagare alcuni aspetti che possono riguardare i
vari status che l’individuo può avere all’interno della famiglia.
La cosa più importante è che per gli psicologi è necessario andare a comprendere come i geni
possano essere influenzati dall’ambiente, perché permette loro di andare a tutelare la salute di un
individuo a seconda del contesto dove si sviluppa.
Ogni individuo reagisce in maniera diversa. E’ presente il principio della gamma di reazioni, cioè
un singolo genotipo stabilisce una gamma di possibili risposte a diversi tipi di esperienze di vita.
Per ambiente intendiamo le relazioni, posto dove viviamo, cultura e l’ambiente familiare.
Es: Le correlazioni passive sono più rilevanti nell’infanzia perché il bambino non è ancora in grado
di scegliere gli ambienti. Le correlazioni attive aumentano con la scolarizzazione, la pubertà e l’
adolescenza (primo giorno di scuola, “non è più quello di prima”).
La disciplina che studia ciò è L’etologia, la quale è lo studio scientifico delle basi evoluzionistiche
del comportamento.
Uno dei più famosi esperimenti è quello dell’etologo Lorenz, l’imprinting, un esperimento sulle
oche , le quali erano pronti a seguire quella figura in movimento, considerata da queste come la
loro madre effettiva.
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Nell’arco della vita ci sono dei periodi definiti:
Periodi critici, arco temporale limitato, durante il quale gli organismi sono biologicamente
preparati ad esibire schemi di sviluppo adattativi purchè ricevano l’input necessario.
ES: Bambino appena nasce che ha fame.
Periodi sensibili, tempo ottimale per l’emergere di competenze particolari nel quale
l’individuo è particolarmente sensibile alle influenze ambientali.
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CAPITOLO 3: FASE PRE-NATALE
Dal concepimento alla nascita si parla di 3 grandi periodi, che dal punto di vista biologico delle fasi
dello sviluppo vengono identificate come:
Periodo dello zigote: Uno degli aspetti più importanti di questa fase riguarda tutto ciò che
succede quando non è ancora sviluppato il feto ed è un periodo che ha uno sviluppo solo
di natura biologica; in questa fase avviene la fecondazione e poi ci sarà lo sviluppo.
Periodo dell’embrione : va dalla 3° all’8° settimana.
Nell’arco di 1 mese si comincia già ad avere una maturazione abbastanza accelerata del bambino.
Dalla 3° settimana il tubo neurale dello zigote incomincia a diventare cervello e midollo spinale.
Dalla 4° settimana il cuore già inizia a battere. Subito dopo si iniziano a formare le orecchie, il naso,
la bocca ed inizia l’avvio delle braccia e delle gambe e nel 2° mese il feto è di 2,5 mm e di appena 6
g, che però gia ha in formazione tutti questi aspetti.
Periodo del feto: dalla 5° settimana in poi iniziano a formarsi gli occhi, il cristallino e dalla
7° settimana si arriva ad una formazione delle orecchie, che cominciano ad essere già ben
formate e si comincia a delineare già lo scheletro e poi tra la 7° e 8° settimana si verifica
già lo sviluppo degli organi genitali e quindi comincia già la fase di differenziazione
sessuale. Il feto comincia ad avere un impianto di natura sensoriale. Il feto comincia a
muoversi e questi organi di senso sviluppatosi cominciano ad affinarsi e si cominciano a
sviluppare quelli che sono i primi schemi di movimento ed espressioni facciali. Ciò è
importante perché oggi ci sono delle teorie, le quali sostengono che la coordinazione
senso-motoria può essere indicativa dello sviluppo cognitivo di un essere umano. Ciò che
succede nelle fasi di questo periodo fetale sicuramente è il fatto che tutti gli organi
(soprattutto il cuore, cervello) cominciano a rifinirsi e cominciano la loro
interconnessione. In maniera specifica, dal 4° e 5° mese la vista e l’udito cominciano ad
essere affini e contestualmente il bambino comincia a mettere in atto gesti come il
masticare, deglutire, succhiare, respirare. Dal 7° al 9° mese è quella fase in cui si viene a
conoscenza se il bambino sarà autosufficiente nella nascita.
Per la psicologia dello sviluppo nel momento in cui il bambino comincia ad essere ad uno stadio del
suo sviluppo, già comincia ad avere una percezione di ciò che accade all’esterno, e quindi significa
che in qualche modo il bambino comincia ad essere sollecitato da quelle che sono le informazioni
di natura sensoriale che arrivano dall’esterno.
In queste fasi l’interazione del bambino con l’ambiente inizia già ad avere un suo significato.
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I FATTORI TERATOGENI
Ci sono una serie di fattori che possono avere degli influssi sullo sviluppo del feto.
Ci sono dei fattori che possono influire e che sono dei semplici fattori esterni, i quali possono
danneggiare l’embrione, il feto e quindi andare a creare dei disordini di natura fisica, come la
cecità, sordità e persino la morte.
Ci possono essere delle infezioni, come la rosolia, herpes, virus… vanno ad influire sullo sviluppo
del bambino.
Ci sono altre tipologie di danni che possono essere arrecate all’embrione, come ad esempio le
sostanze nocive (alcol, sigarette) che possono danneggiare all’embrione.
Ciò che succede è che ci sono dei periodi di sviluppo del feto dove queste sostanze possono
arrecare maggior danno (PERIODI SENSIBILI).
A questa tipologia di fattori può essere esposto anche il padre, siccome portatore al livello
genetico proprio durante la fecondazione. Questi effetti di queste esposizioni possono avere danni
sia danni durante il periodo pre-natale, sia durante il periodo post-natale. Alcuni possono esporsi
più tardi anche durante la crescita.
Ci sono tutte una serie di malattie che possono danneggiare lo sviluppo del bambino, che poi si
verifica in differenti tipologie di problematiche, che poi il bambino da nato può andare a
manifestare e tra queste:
Rosolia
Toxoplasmosi: la più temuta dalle gestanti, perché può avere degli effetti sul sistema
cognitivo del bambino.
L’alcol è uno di quegli elementi che può compromettere la funzione della placenta, e quindi può
mettere a rischio l’intera gravidanza. Esiste proprio una sindrome, definita ‘sindrome fetale
alcolica’ (sindrome che si osservava proprio nelle madre alcoliste). Si può arrivare a :
Malformazione al cuore
Malformazione agli arti
Minore accrescimento
Irritabilità
Con l’assunzione di piccole quantità di alcol, i bambini non presentano deformità, ma possono
avere un ritardo dell’accrescimento, lentezza nell’elaborazione di un’informazione, QI più bassi
nell’infanzia.
Si possono avere anche effetti sulla motilità degli spermatozoi e anomalie negli spermatozoi stessi.
ES: Una mamma alcolista genera un bambino con difficoltà, di conseguenza l’ambiente in cui nasce
non è accudente, non è stimolante.
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E’ stato studiato che anche il fumo della sigaretta, come tutte le sostanze nocive e cancerogene,
può agire sulla placenta, si può assistere ad un funzionamento polmonare anomalo o ad
un’ipertensione del neonato, un ritardo nell’accrescimento e la nicotina può aumentare l’effetto
tossico di altre sostanze ingerite.
Degli influssi molto molto più seri sono dovuti all’assunzione di droghe, siccome l’utilizzo di queste
possono provocare danni fisici, ma nello stesso tempo possono portare a delle problematiche
rispetto alla regolazione emotiva del bambino, si possono determinare delle crisi di astinenza del
bambino alla nascita. Ciò non faciliterà un attaccamento con la madre e quindi quest’ultima si
allontanerà dal figlio.
Ci sono anche dei rischi di natura ambientale, come radiazioni, sostanze inquinanti…
Esistono degli aspetti che sono collegati alla nutrizione, anche se oggi ci sono degli integratori
(acido folico)
Importante è che il feto incomincia a risentire degli aspetti emotivi della madre, tant’è vero che lo
stress materno va ad influire sull’attività motoria del feto, perché gli ormoni attraversano la
placenta.
ES: se la donna ha un buon umore, quindi se c’è una carica adrenalinica molto alta, anche l’attività
motoria del feto aumenta, quindi il benessere emotivo della donna è fondamentale in tutte
queste fasi dello sviluppo.
AMBIENTE PERINATALE: tutto ciò che accade immediatamente dopo la nascita, cioè l’ambiente
sociale subito dopo.
Esistono diverse tipi di posizioni, che sono posizioni che sono di natura culturale.
Fondamentali sono le prime ore di vita del bambino. Le prime 6\12 ore dopo la nascita
permettono l’instaurarsi di un legame emotivo del bambino con la madre. Anche se il legame non
è così saldo, questo poi non resta a lungo termine e quindi si ha la possibilità di andarlo a
riconsolidare e a ritrattare.
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E’ un fenomeno naturale, siccome si verificano dei cambiamenti di natura ormonale, e si verificano
degli stress associati alla responsabilità genitoriale.
Ci sono, quindi, queste forme lievi, chiamate maternity blues, che sono caratterizzate da questa
depressione post partum . Però ci sono anche madri che sviluppano una depressione post-partum
molto più seria e quindi il suo comportamento diventa: ostile, distacco, rifiuto…
Nella relazione con il figlio, il papà diventa più periferico, e nel diventarlo, perché il bambino ha
questo legame simbiotico con la madre (per il nutrimento, per l’attaccamento…), la madre sente
maggiormente la responsabilità genitoriale verso il bambino, siccome la madre si sente tale sin da
quando scopre di aspettare un bambino, mentre il padre lo diventa al momento della nascita del
feto.
Quindi il ruolo del padre è costituito da questa fase di attrazione verso questo bambino.
I fratelli mettono in atto un comportamento più ostile nei confronti del nuovo nato, perché
comunque percepiscono l’arrivo di questo nuovo bambino che riserva per sé tutte le attenzioni dei
genitori e nella maggior parte dei casi si va incontro ad una sorta di regressione. Quindi il fratello
più grande prova a ritornare più piccolino.
ES: Vuole stare nel sediolone, vuole essere imboccato…
PREMATURITA’
Può essere un fattore di rischio siccome i bambini prematuri presentano una mancata reattività,
quindi sono dei bambini un po’ più reattivi, spesso hanno delle caratteristiche di irritabilità.
Ci sono stati degli studi che dicono che ci possono essere delle problematiche dal punto di vista
della memoria del lavoro dello sviluppo di competenze grammaticali e fonologiche di bambini nati
pre-termine.
Comunque ogni essere umano ha delle buone capacità di recupero o di compensazione. Questo sia
se sono nati pre termine, ma in generale.
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CAPITOLO 4: LA PRIMA INFANZIA
Secondo una citazione di John Locke, il bambino nasce come una tabula ras, ogni sua caratteristica
viene plasmata dall’esperienza. Il neonato è privo di strutture psicologiche ed estremamente
influenzabile dall’ambiente. La mente nasce vuota e priva di ogni conoscenza. Sono le esperienze
che si fanno nel corso della vita a riempirla.
Gli studiosi dello sviluppo sono molto attenti alla distinzione tra:
Apprendere
Ricordare
Contare sui riflessi
I riflessi funzionano piuttosto bene
Il neonato reagisce in modo adattivo a molte situazioni.
I riflessi dei neonati
Una delle forze più grandi del neonato è l’insieme dei riflessi a sua disposizione.
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Non tutti i riflessi perdurano nel corso del tempo, molti scompaiono quando maturano i centri
superiori della corteccia cerebrale , questo indica un normale sviluppo neurologico del
bambino.
Residui filogenetici
ES: Moro..
1. Sonno regolare (Non REM): il bimbo è fermo, con gli occhi chiusi e immobili;
2. Sonno irregolare (REM): il bimbo ha gli occhi socchiusi, con movimento degli arti
3. Sonnolenza: il bambino si sta svegliando oppure addormentando e gli occhi si aprono e si
chiudono
4. Veglia tranquilla: il bambino ha gli occhi spalancati e esplora qualche aspetto
dell’ambiente
5. Veglia attiva: il bambino ha gli occhi aperti, ma facilmente irritabile
6. Pianto
Nel corso del 1 mese, un neonato può passare rapidamente da uno stato all’altro.
I neonati dormono dalle 11 alle 21 ore al giorno e solo 2 o 3 ore in uno stato di veglia
tranquilla. I cicli del sonno sono brevi, dai 45 minuti alle 2 ore. Questi sonnellini frequenti
sono intervallati da periodi di sonnolenza, veglia tranquilla o attiva e pianto.
Dalle 2 alle 6 settimane di età, i neonati dormono solo dalle 14 alle 16 ore al giorno, ad un
certo punto però, tra i 3 e i 7 mesi di età, molti neonati cominciano a dormire di notte e
richiedono solo 2 o 3 sonnellini più brevi durante il giorno. Il sonno diminuisce con l’età e
anche la fase REM.
Da almeno 2 settimane prima di nascere e per tutto il 1 o 2 mese di vita , i neonati trascorrono
almeno metà delle loro ore di sonno in fase REM, che si accorcia dopo la nascita.
I primi pianti del bambino sono risposte spontanee e involontarie ad un qualche malessere
fisico. Esso è adattivo perché richiama l’attenzione dei caregiver (genitori). Il pianto
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diminuisce nei primi 3 mesi di vita , però ciò non accade in bambini con madri poco attente ai
loro bisogni (quando non sono responsive).
Quindi il pianto e il sonno sono dei riflessi adattivi che fanno parte dei regolari schemi di
sviluppo del bambino.
Potenziali evocati: un altro metodo per determinare ciò che i neonati percepiscono o
sentono è di presentare loro uno stimolo e registrare le loro onde cerebrali. Si
pongono degli elettrodi sul cranio del neonato, ciò significa che le risposte a stimoli
visivi sono registrate dalla parte posteriore del capo , sopra il lobo occipitale e se il
bambino avverte lo stimolo, ci sarà un cambiamento nella forma delle onde cerebrali
(Potenziali evocati). Questi possono anche dirci se i neonati sanno discriminare figure
e suoni diversi, poiché se sono percepiti come diversi producono schemi diversi di
attività elettrica.
Il metodo della suzione: consiste nel dare al bambino un ciuccio speciale, dotato di
circuito elettrico. Quando il neonato succhia più velocemente o più intensamente di
quanto non abbia fatto durante l’osservazione di baseline, avvia il circuito elettrico
nel ciuccio e attiva così un proiettore che introduce un certo tipo di stimolazione
sensoriale. Se il neonato dovesse trovare lo stimolo che a lui interessa, può esibire
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scatti di suzione più intensa. Se poi il ricercatore inserisce uno stimolo che il neonato
trova più interessante , produce un aumento della suzione. Così il neonato ha
discriminato il secondo stimolo dal primo.
LE CAPACITA’ SENSORIALI DEL NEONATO
Le capacità sensoriali del neonato sono:
1. Udito: Nelle prime ore di vita i neonati hanno un’insensibilità ai suoni più deboli, che
potrebbe essere dovuta, in parte, ai fluidi che sono colati nell’orecchio interno durante il
parto. I neonati possono sentire molto bene e possono discriminare i suoni verbali e
anche la voce della mamma, ma si calmano se sentono dei suoni ritmici (battito cardiaco).
Preferiscono già la voce della madre rispetto a quella di un’altra donna.
2. Gusto e olfatto: I neonati sviluppano alcune chiare preferenze di gusto. Al esempio
preferiscono i sapori dolci a quelli aspri. Gusti diversi suscitano anche espressioni facciali
diverse. Un neonato di 1-2 settimane nutrito al seno , è già in grado di riconoscere sua
madre da altre donne dall’odore del suo seno e delle ascelle. Infatti, ciascuno di noi ha
una ‘firma olfattiva’ unica che i neonati riescono a riconoscere.
3. Tatto: Il neonato reagisce alle stimolazioni tattili in quasi tutte le parti del corpo, specie
mani e contorno bocca. L’effetto terapeutico del tatto è anche dovuto al fatto che le
carezze e massaggi delicati richiamano l’attenzione di bambini disattenti e calmano quelli
agitati. Nel corso del tempo i bambini iniziano a usare il tatto per esplorare gli oggetti ,
prima con la bocca e poi con le mani. Il tatto è dunque un mezzo attraverso il quale i
neonati acquisiscono conoscenza dell’ambiente.
4. Vista: è il senso meno sviluppato, ha una scarsa acuità visiva (capacità di vedere oggetti
piccoli), ma migliora nei primi 6 mesi. Discrimina alcuni colori, come il rosso, blu e verde e
anche i volti delle persone significative (sempre ad una certa distanza) ed è sensibile ai
cambiamenti di luminosità.
PERCEZIONE VISIVA
La prima percezione : 0-2 mesi
I bambini riescono a discriminare facce e non facce, che siano posizionati sempre ad una certa
distanza.
Un esperimento molto importante sulla percezione visiva è che i neonati sono affascinanti da ciò
che vedono meglio, ovvero forme moderatamente complesse, in movimento, con alto contrasto.
Facce disordinate, ma ugualmente interessanti. Quindi sono affascinati da stimoli molto ricchi .
Un esperimento è quello di Fantz, che mostrava ai bambini piccoli una faccia costituita da tante
caratteristiche e uno stimolo di una faccia semplice, costituite dalla stessa quantità di luce, ombre
e curvature. I bambini erano interessati a quella ricca tanto quanto alla faccia normale. Pertanto i
bambini molto piccoli preferiscono guardare stimoli ad alto contrasto con confini netti tra luce e
ombra, stimoli complessi con dettagli curvilinei, grandi, nuovi, in movimento e strutturati può
spiegare perché questi stimoli avevano la stessa quantità di contrasto, curvature e complessità.
Il bambino, quindi, è attratto dal volto umano, sicuramente per la simmetria, il movimento ,
contorni.
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Successiva percezione delle forme: 2-12 mesi
Tra i 2 e i 12 mesi , il sistema visivo del neonato matura rapidamente. Si incomincia ad organizzare
tutta la percezione, e si iniziano ad accomodare (focalizzare) le strutture oculari, così che a 6 anni il
bambino possa avere una visione totalmente sviluppata.
Tra i 4-5 mesi : inizia ad avere anche la percezione della grandezza e capiscono che lo
stesso oggetto non è diventato più piccolo, ma semplicemente si è allontanato.
Già dai 7 mesi iniziano già a utilizzare indizi visivi, quindi iniziano a capire che un oggetto
può essere interposto ad un altro , quindi nascosto.
dai 6 ai 14 mesi cominciano ad avere il concetto di profondità ed è stata studiata
attraverso il ‘precipizio visivo’, che consiste nel creare l’impressione illusoria che
superando un certo punto di una superficie di vetro, ci sia il baratro.
ES: La studiosa Gibson ha condotto un esperimento sul precipizio visivo. Il precipizio visivo è
costituito da una lastra di vetro trasparente sollevata da terra divisa in 2 sezioni da una tavola
centrale. Nella parte superficiale il disegno di una scacchiera è posizionato direttamente sotto il
lastro di vetro. Nella parte profonda , il disegno è posizionato ad una certa distanza sul pavimento,
creando l’illusione del baratro. I bambini venivano posizionati al centro della tavola e venivano
incoraggiati dalle madri di oltrepassare la zona profonda. Testando bambini tra i 6 mesi e mezzo e
oltre, Gibson trovò che il 90% dei bambini attraversava il lato superficiale e solo il 10% dei bambini
quello profondo. Quindi la maggior parte dei bambini, nel periodo in cui si gattona, ha paura dei
dislivelli e della profondità. Bambini di 2 mesi mostravano una diminuzione del battito cardiaco sul
lato profondo, mentre non mostravano variazioni su quello superficiale. Quindi bambini di 2 mesi
individuano una differenza tra i 2 lati, ma non hanno ancora paura dei precipizi.
La percezione transmodale
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Noi abbiamo anche la percezione transmodale, cioè l’abilità di usare una modalità sensoriale per
identificare uno stimolo che è già familiare attraverso un’altra modalità sensoriale.
tatto e vista: Lo studioso Bower ha esposto neonati fino al 1 mese di vita , facendo
indossare loro occhialini, ad un’esperienza virtuale. Questi occhialini creavano un oggetto
virtuale. Se un bambino si fosse avvicinato all’oggetto, la sua mano non avrebbe sentito
nulla. Bower si è trovato di fronte a bambini che volevano afferrare l’oggetto e che spesso
, frustrati, scoppiavano in un pianto fin quando non riuscivano a toccarlo. Quindi vista e
tatto sono integrati. Un’incongruenza tra vista e tatto crea disagio.
vista e udito : Aronson ha fornito un altro esperimento sulle incongruenze tra vista e
udito. Quest’esperimento rivela che spesso i bambini tra 1-2 mesi quando vedono la
propria mamma attraverso uno schermo e la sua voce provenire da un altoparlante crea
in loro un disagio. Quindi vista e udito sono integrati.
Sviluppo della percezione transmodale
Studi hanno dimostrato che i bambini di 1 mese erano in grado di riconoscere con la vista alcuni
degli oggetti che avevano precedentemente succhiato. In uno studio Gibson e Walker
consentivano ai bambini di succhiare o un cilindro rigido o uno spugnoso. Poi venivano mostrati
visivamente i due oggetti e i bambini che avevano succhiato il cilindro spugnoso preferivano
guardare il cilindro rigido e viceversa.
L’abbinamento transmodale tra vista e udito emerge intorno ai 5 mesi, quando i bambini
incominciano a girare volontariamente la testa in direzione dei suoni. Tuttavia mentre i sistemi
sensoriali separati maturano, la percezione transmodale permette di conoscere ed esplorare il
mondo. In alcune situazioni i bambini di 1 anno possono dimostrare una risposta più forte a stimoli
percepiti da più di un senso. Infatti durante la procedura del precipizio visivo, i bambini
attraversavano il precipizio più velocemente quando ricevevano sia indizi uditivi che visivi dalle
loro madri, più lentamente quando ricevevano solo indizi uditivi e molto più lentamente quando
ricevevano solo indizi visivi.
Quindi l’abilità tattile abbinata a quella visiva compare verso i 4-6 mesi d’età, mentre
l’abbinamento transmodale tra vista e udito compare anch’esso attorno ai 4 mesi.
22
ES: Mentre i bambini imparano a vedere, udire, odorare, sono in grado di distinguere e poi
reintegrare le modalità sensoriali che stanno diventando sempre più differenziate.
Ad esempio la musica è uno strumento culturale che influenza la nostra percezione uditiva.
Dei ricercatori fecero ascoltare a bambini di 6 mesi delle melodie occidentali sia indonesiane.
Inserita tra le melodie vi era una nota “ stonata” che violava la scala musicale. I bambini spesso
individuavano queste note stonate, dunque i bambini nascono col potenziale di percepire la
musicalità e di discriminare la buona dalla cattiva musica. La nostra cultura determina quali input
sensoriali sono distintivi e come dovrebbero essere interpretati, ed è per questo che impariamo a
non sentire certi fonemi se non sono distintivi della lingua che parliamo. Il modo in cui
percepiamo il mondo non dipende solo dall’APPRENDIMENTO PERCETTIVO, ma anche dalle
esperienze di apprendimento culturale che forniscono una struttura per interpretare questi input.
Il bambino si lamenta perché non vuole andare a scuola, il caregiver lo accontenta (rinforzo
negativo).
23
Il bambino non riordina i giocattoli, il caregiver lo sgrida (punizione positiva).
Il bambino fa cadere un vaso a terra giocando con il triciclo, il caregiver porta via il triciclo
(punizione negativa).
Ciò accade perché all’interno del nostro cervello sono presenti dei neuroni, chiamati neuroni
specchio. Questi neuroni fanno in modo di attivare gli stessi schemi motori che si stanno attivando
nell’altra persona che ci sta di fronte e attraverso questi neuroni noi riusciamo ad imitare tutto
quello che avviene dal punto di vista motorio nel bambino.
A 9 mesi, alcuni bambini sanno imitare azioni molto semplici fino a 24 ore dopo la prima
osservazione . Quest’imitazione è chiamata ‘imitazione differita’ ( abilità di riprodurre un’attività
di un modello, in un momento successivo) e si sviluppa più rapidamente intorno al 2 anno di età.
Alcuni ricercatori sostengono che l’apprendimento osservativo può avvenire anche senza un
modello. Chiamano questa particolare modalità di apprendimento osservativo ‘emulazione’.
24
CAPITOLO 5: LO SVILUPPO FISICO
I bambini crescono molto rapidamente nei primi 2 anni d’età, però con irregolarità, cioè
non è un percorso lineare, ma è un percorso che presenta degli scatti, momenti che sono
forti da un punto di vista evolutivo, si presentano momenti in cui si sviluppano abilità
specifiche, prima di allora sconosciute. Durante l’età scolare, invece, i bambini crescono
poco. La crescita fisica sono evidenti nella pubertà, quando gli adolescenti entrano in un
periodo che dura 2 o 3 anni di scatto di crescita (aumento di statura). Dopo questo
grande scatto di crescita, si registrano normalmente piccoli aumenti nell’altezza fino alla
statura adulta completa raggiunta a metà o fine dell’adolescenza.
I neonati nascono già con tutte le fibre muscolari di cui hanno bisogno. Esse si sviluppano
in senso cefalo-caudale e prossimo-distale . Anche in questo caso non tutti si sviluppano
con lo stesso ritmo: i muscoli della testa e del collo maturano prima di quelli del tronco e
25
degli arti. Come molti altri aspetti dello sviluppo fisico, la maturazione del tessuto
muscolare avviene molto gradualmente durante l’infanzia , per poi accelerare durante la
prima adolescenza.
ES: Persone provenienti dall’Africa e dall’Asia tendono ad essere più piccole rispetto alle
persone del Nord America e dell’Australia. Ciò dipende dall’ereditarietà della nostra
specie, ovvero il comune programma di maturazione che tutti gli esseri umani
condividono.
Il periodo che va dagli ultimi 3 mesi prenatali al compimento dei 2 anni d’età, è indicato
con il nome di scatto di crescita cerebrale, periodo in cui viene raggiunta più della metà
del peso del cervello finale del bambino.
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Questi fenomeni sono connessi alla plasticità del cervello del bambino, dovuto
all’esperienza. Quindi l’esperienza è fondamentale. I neuroni, invece, non stimolati,
vanno incontro a degenerazione.
Es: Un esperimento è quello degli scimpanzè neonati, che venivano allevati al buio per
periodi di tempo variabili. Gli scimpanzè allevati al buio andavano incontro ad atrofia
della retina e dei neuroni che costituiscono il nervo ottico.
Non tutte le parti del cervello si sviluppano alla stessa velocità. Alla nascita le aree più
sviluppate sono:
Aree subcorticali, che controllano gli stati di coscienza, i riflessi innati e le funzioni
biologiche vitali (digestione, respirazione);
Aree motorie primarie, che controllano semplici attività motorie;
Aree sensoriali primarie, che controllano i processi sensoriali
Questo è il motivo per cui i neonati sono degli esseri senso-motori.
Quando una lesione coinvolge un’area cerebrale, determina una plasticità cross modale,
termine utilizzato per descrivere un fenomeno per cui chi nasce cieco o sordo potrà
sfruttare, almeno in una certa misura, i neuroni di altre aree corticali destinati ad altre
funzioni.
Es: soggetti con sordità congenita utilizzano parte della corteccia uditiva per elaborare
stimoli visivi.
Le cellule gliali producono una sostanza chiamata ‘mielina ‘ , che forma una guaina
attorno ai singoli neuroni. Questa guaina mielinica funge da isolante per accelerare la
trasmissione degli impulsi nervosi , permettendo al cervello di comunicare in modo più
efficiente con le diverse parti del corpo. Anche se la mielinizzazione procede
rapidamente durante i primi anni di vita , per alcune aree avviene tardi, in adolescenza :
corteccia frontale
formazione reticolare
Ciò provoca una mancanza di attenzione.
Il cervello è costituito da 2 metà (emisferi) connesse dal corpo calloso ( fascio di fibre
nervose che connette i 2 emisferi e trasmette un’informazione da un emisfero all’altro,
commissura della neocorteccia, presente solo nei mammiferi placentati e particolarmente
sviluppata nei primati).
27
Ogni emisfero è ricoperto da una corteccia cerebrale , ovvero lo strato esterno del
cervello che controlla i processi sensoriali e motori, la percezione.
L’emisfero sinistro controlla la parte destra del corpo e le sue funzioni sono: pensiero
analitico, logica, linguaggio , scienze.
L’emisfero destro controlla la parte sinistra e le sue funzioni sono: pensiero olistico,
intuizione , creatività, arte.
I due emisferi sono alquanto simmetrici rispetto alle funzioni sensoriali e motorie
fondamentali;
Per molti decenni è stato sostenuto che l’emisfero l’emisfero sinistro fosse dominante,
mentre il destro meno importante. Ma negli anni ’60 si andarono accumulando prove,
sempre più significative, del fatto che anche l’emisfero destro è la sede di speciali funzioni
intellettive.
Il corpo calloso ha permesso un ampliamento delle capacità a costo zero, ma Visto che
collega i due emisferi permettendo uno scambio di informazioni, mutazioni specifiche
possono essere avvenute in un’area lateralizzata di un emisfero e rimanere assenti
nell’altra.
Es: (SPLIT-BRAIN) Le prove che i due emisferi sono specializzati in attività distinte
cominciarono ad emergere con grande evidenza negli anni ’60, quando Gazzaniga iniziò a
studiare soggetti sui quali, come rimedio estremo per trattare l’epilessia, era stato
sezionato chirurgicamente il corpo calloso.
Quindi, quando l’immagine appare nel campo visivo destro (quindi giunge all’emisfero
sinistro specializzato nella comprensione del linguaggio), il soggetto è in grado di
descriverla con la stessa precisione di qualsiasi persona dal cervello indiviso;
Se l’immagine appare nel campo visivo di sinistra (perciò arriva all’emisfero destro
specializzato nella comprensione delle relazioni spaziali), il paziente sostiene che non è
stata proiettata alcuna immagine, o tenta a caso d’indovinare.
• 2/3 dei feti sono posizionati con l’orecchio dx verso l’esterno: linguaggio
28
• Quando sono coricati i neonati si girano a destra piuttosto che a sinistra
Lo sviluppo motorio
È uno sviluppo tra i più importanti del primo anno di vita.
Esistono forme fondamentali di movimento , superiori alle altre, che appaiono per primi
nello sviluppo dell’individuo e diventano patrimonio originario dell’adulto. Queste
funzione insieme vengono dette ‘tecnico tattiche’ ,cioè tecniche sia di coordinamento
(tecniche), sia cognitive (tattiche) permettono di arrivare ad un determinato scopo.
Scatto di crescita: è il rapido aumento nella crescita fisica che segna l’inizio
dell’adolescenza;
La pubertà: il momento in cui una persona raggiunge la maturità sessuale ed è
fisicamente in grado di concepire un bambino.
Quindi, lo scatto di crescita è la rapida accelerazione in altezza e peso che segna l’inizio
dell’adolescenza.
Le ragazze normalmente vanno incontro a questo scatto di crescita all’età di 10.5 anni e
raggiungono un picco di crescita a 12 anni, per poi ritornare ad una velocità di crescita
inferiore a 13\13.5 anni.
I ragazzi, invece, si distanziano dalle ragazze di 2\3 anni: iniziano il loro scatto a 13 anni,
hanno il picco a 14 e ritornano ad una velocità di crescita più graduale a 16 anni.
La maturazione sessuale avviene all’incirca allo stesso tempo in cui si verifica lo scatto di
crescita. Nelle ragazze, la maturazione sessuale inizia ai 9-11 anni, quando il tessuto
adiposo si accumula attorno ai capezzoli, formando piccoli ‘bottoni mammari’. Il completo
sviluppo dei seni, termina attorno ai 14 anni. Attorno ai 12 anni , la ragazza media
raggiunge il menarca, ovvero il momento della sua prima mestruazione. Le giovani
ragazze, spesso, hanno le mestruazioni senza ovulazione e quindi non possono riprodursi
per 12\18 mesi successivi. Per i ragazzi la maturazione sessuale inizia circa tra i 10-13
30
anni con l’allargamento dei testicoli. Tra i 13-14.5 anni inizia la produzione dello sperma e
tra i 14.5-15 anni la maggior parte dei ragazzi avrà raggiunto la pubertà e la possibilità di
diventare padre.
Però esistono anche delle differenze individuali tra persone, tra soggetti, ci sono anche
ragazzi o ragazze che maturano prima rispetto ad altre ed è una variazione biologica
perfettamente normale.
Oggi oltre a differenze tra ragazze e ragazzi, differenze individuali, si parla anche di
tendenze secolari, ovvero la tendenza nelle società industrializzate verso una
maturazione più precoce oggi rispetto al passato. Oggi per ‘pubertà precoce’ s’intende la
pubertà iniziata prima degli 8 anni per le bambine e prima dei 9 per i maschi.
Lo scatto di crescita
Ci sono 3 fasi che caratterizzano i cambiamenti somatici nell’adolescenza:
Fase postpuberale (1-2 anni prima della pubertà): iniziano a manifestarsi alcune
lievi modificazioni corporee caratterizzate da un arrotondamento delle forme e
da un leggero aumento di peso.
Nella pubertà le modificazioni osservabili si possono dividere in 2 categorie:
1. La prima si riferisce allo ‘scatto di crescita’, cioè un rapido e improvviso
aumento di altezza e peso;
2. La seconda riguarda la piena maturazione dei caratteri sessuali: nella
femmina si sviluppa il seno, si arrotondano i fianchi e compare il primo ciclo
mestruale (menarca), nei maschi, invece, cresce la barba e cambia la voce.
Nella fase postpuberale e della tarda adolescenza i mutamenti sono meno
evidenti e completano diffusione della peluria, lo sviluppo di tessuti sottocutanei
e lo stabilizzarsi della forza muscolare.
Influenze ambientali
Si verificano tipologie di influenze ambientali, che possono avere un effetto importante
sulla crescita e sullo sviluppo fisico:
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Alimentazione: una dieta non adeguata causa ‘problemi di denutrizione’ , però
se la denutrizione non è prolunga, né grave , i bambini riprendono la loro
normale crescita. Ciò è denominato ‘crescita di recupero’.
Quando i bambini sono gravemente denutriti , è probabile che soffrano di una
delle due malattie da nutrizione: Il marasma, una malattia che ritarda la crescita
che colpisce bambini che ricevono insufficienti proteine e troppe poche calorie,
oppure il ‘kwashiorkor’, una malattia che ritarda la crescita che colpisce bambini
che ricevono abbastanza calorie, ma troppe poche proteine.
Un problema nell’alimentazione è anche l’’iperalimentazione, cioè un eccesso di
nutrizione, che può avere numerose conseguenze a lungo termine, come diabete,
malattie del fegato, malattie cardiache, ipertensione..
Stress emotivo e mancanza di affetto: è probabile che bambini sani esposti a
troppo stress e troppo poco affetto siano esposti ad una sindrome di ritardo
della crescita e questa sindrome può comportare:
1. Ritardo di crescita non organico, ovvero un disturbo infantile della crescita,
causato da mancanza di affetto e attenzione, che fa sì che la crescita rallenti o
si fermi;
2. Nanismo da deprivazione, ovvero un disturbo infantile della crescita che è
causato da deprivazione emozionale ed è caratterizzato da una diminuita
produzione di GH, crescita rallentata e statura piccola.
32
CAPITOLO 6: SVILUPPO COGNITIVO: LA TEORIA DI
PIAGET E IL PUNTO DI VISTA SOCIOCULTURALE DI
VYGOTSKY
Per sviluppo cognitivo s’intendono i cambiamenti che avvengono nelle abilità mentali
dei bambini nel corso della loro vita.
JEAN PIAGET
Uno storico influente nella storia dello sviluppo infantile fu Piaget.
Egli ha formulato la sua teoria unendo i suoi primi interessi per la zoologia e
l’epistemologia, con lo scopo di sviluppare una nuova scienza , che chiamò Epistemologia
genetica, lo studio sperimentale dello sviluppo della conoscenza.
Piaget iniziò i suoi studi osservando attentamente i suoi 3 figli nella prima infanzia.
33
sperimentali” e le varia in funzione delle proprie ipotesi e delle risposte che
raccoglie.
2. Metodo clinico (Colloquio clinico):adottato per bambini più grandi e consiste
nell’avviare con i bambini una conversazione partendo da domande formulate.
Tale metodo è rappresentato nell’opera “La
rappresentazione del mondo del fanciullo” (1926). Il metodo consiste nell’avviare
con i bambini una
conversazione partendo da domande anche formulate spontaneamente dai
bambini stessi;
Consiste nel seguire il corso del pensiero del bambino senza forzarlo riuscendo
comunque a condurlo dove è interessato lo sperimentatore.
3. Metodo critico: Il metodo critico si differenzia dal clinico in quanto il bambino è
posto di fronte a una situazione sperimentale basata sull’utilizzo di materiali e
oggetti che è invitato ad utilizzare seguendo le istruzioni dello sperimentatore. Il
metodo critico ha in comune con il metodo clinico l’uso del colloquio clinico fra
bambino e adulto e la flessibilità dell’esperimento.
Una parola chiave della teoria di Piaget è equilibrio, secondo il quale gli individui cercano
tutta la vita di realizzare un equilibrio tra schemi di conoscenza e realtà. Si tratta sempre
di un equilibrio cognitivo e il processo che si attua per acquisirlo è chiamato
equilibrazione.
L’equilibrio viene raggiunto tramite l’attività intellettiva che consente di avere una
relazione armoniosa tra i processi di pensiero e l’ambiente.
Infatti, secondo Piaget l’intelligenza è una forma di equilibrio alla quale tendono tutte le
strutture cognitive.
Questi disequilibri tra schemi mentali interni e l’esterno sono il motore per la crescita
intellettiva.
Secondo Piaget, se i bambini devono imparare qualcosa di nuovo, devono costruire quella
conoscenza da soli. Infatti descrisse il bambino come un costruttivista, ovvero colui che
acquisisce conoscenza agendo o costruendo oggetti ed eventi per scoprirne le proprietà.
ES: Le cosiddette «fantasie» dei bambini sono il prodotto della loro «costruzione» della
realtà.
Uno schema è una struttura organizzata di pensiero o azione che costruiamo per
interpretare qualche aspetto dell’esperienza. È una rappresentazione delle realtà. Infatti, i
bambini conoscono il mondo proprio attraverso questi schemi.
34
Per Piaget lo sviluppo cognitivo è lo sviluppo di schemi o strutture (teoria strutturalista).
1) Equilibrio
2) Assimilazione
3) Accomodamento
4) Organizzazione
Il gioco per Piaget
Piaget mette in correlazione lo sviluppo del gioco con quello mentale, affermando che il
gioco è lo strumento primario per lo studio del processo cognitivo del bambino.
Piaget, infatti, parte dalla convinzione che il gioco sia la "più spontanea abitudine del
pensiero infantile".
Secondo Piaget si possono individuare tre stadi di sviluppo del comportamento ludico:
35
Gioco di esercizio: I giochi di esercizio prevalgono nel primo anno di vita, nella
fase cosiddetta "senso-motoria": il bambino, attraverso l'afferrare, il dondolare, il
portare alla bocca gli oggetti, l'aprire e chiudere le mani o gli occhi, impara a
controllare i movimenti e a coordinare i gesti. Il piacere che deriva da questi
giochi, spinge il bambino a ripeterli più volte. La fase di assimilazione, in questo
periodo, prevale su quella di accomodamento
Giochi simbolici: I giochi simbolici caratterizzano il periodo che va dai due ai sei
anni di vita. Si collocano nella fase detta "rappresentativa", in cui il bambino
acquisisce la capacità di rappresentare tramite gesti o oggetti una situazione non
attuale. Si sviluppa la capacità di immaginazione e di imitazione.
Giochi con regole: li troviamo nel periodo dai sette agli undici anni, nella fase
detta "sociale", in cui il bambino comincia a vivere il rapporto con gli altri.
Questa fase è caratterizzata da una maggiore aderenza alla realtà, anche se
continua a prevalere l'assimilazione sull'accomodamento.
Il bambino, sperimentando la vita di gruppo, si trova di fronte a determinate
"regole" che è tenuto a rispettare.
Gli stadi dello sviluppo cognitivo di Piaget
Secondo Piaget, il bambino ha delle abilità specifiche e in ogni stadio prevalgono
differenti conoscenze per ogni età, sempre più complesse.
Ogni stadio:
Ci furono delle critiche riguardo la teoria sull’infanzia di Piaget , mosse dai sostenitori del
neo-innatismo. Secondo i neoinnatisti il bambino nasce con competenze già acquisite e
la conoscenza non deve essere ‘costruita’ come sosteneva Piaget, ma fa parte dell’eredità
genetica del bambino. La capacità simbolica è più precoce di quanto afferma Piaget, sin
dai primissimi mesi di vita, i bambini sono esseri simbolici.
Ci furono altri teorici che fondano la teoria della teoria, una teoria in cui combinano il
costruttivismo di Piaget e il neo-innatismo, dicendo che i bambini sono preparati sin dalla
nascita ad acquisire la conoscenza (innatismo), ma questa conoscenza innata è
incompleta e necessita di esperienza (Piaget).
37
Lo stadio pre-operatorio (2-7 anni): In questo periodo si ha il passaggio da un
bambino curioso a bambino contemplativo\simbolico, proprio perché il bambino
in questa fase è in grado di utilizzare simboli (immagini, parole) per rappresentare
oggetti ed esperienze. Si sviluppa il linguaggio ( schemi verbali per rappresentare
la realtà) e si affina il gioco simbolico. Le azioni però non sono ancora coordinate
tra loro, il bambino considera un solo compito alla volta, non ha ancora acquisito
gli schemi operazionali che gli consentono di pensare logicamente (da ciò il titolo
dello stadio). Nel periodo pre-operatorio i bambini non sono ancora esperti nella
doppia codifica, cioè nella capacità di rappresentare un oggetto in più di un modo
alla volta.
Però in questo stadio vi sono degli ostacoli alle operazioni mentali, come:
Animismo: Tendenza ad estere le caratteristiche degli organismi viventi
anche ad oggetti inanimati e ciò porta all’incapacità da parte del bambino di
distinguere oggetti inanimati da esseri viventi.
Egocentrismo: Tendenza a percepire e pensare il mondo solo con la propria
prospettiva. Piaget lo dimostrò prima attraverso l’esperimento delle 3
montagne. In questo esperimento Piaget pone su di un tavolo 3 montagne,
chiedendo al bambino seduto da un lato del tavolo cosa avrebbe visto un
osservatore dall’altra parte del tavolo. I bambini di 3-4 anni spesso
rispondevano che l’osservatore avrebbe visto esattamente ciò che vedevano
loro, dimostrando così di non aver tenuto conto della prospettiva diversa
dell’altro. Ciò oltre all’incapacità di decentrarsi dalla propria visione, causa
anche conseguenze negative sulla capacità di ragionare sulle relazioni.
Questo stadio è caratterizzato dal ragionamento prelogico, cioè i bambini
non sanno compiere né induzioni né deduzioni, ma compiono ragionamenti
transdeduttivi, cioè tendono a vedere una relazione causale che non esiste
tra 2 elementi concreti, solo perché i 2 elementi si verificano insieme, oppure
invertono causa ed effetto. Questo ragionamento ostacola alcune nozioni
fondamentali, tra cui la conservazione, ovvero non si accorgono che alcune
proprietà rimangono invariate quando l’aspetto degli oggetti cambia.
ES: Una bambina di fronte a 2 contenitori uguali con lo stessa quantità
d’acqua. La bambina riconosce che i 2 contenitori contengono la stessa
quantità d’acqua. Quando l’acqua viene travasata in un recipiente alto e
stretto, la bambina afferma che in quest’ultimo la quantità d’acqua è
maggiore.
Inoltre nel bambino predomina la rigidità di pensiero, ovvero il bambino usa
un pensiero rappresentativo irreversibile, cioè non riescono ad invertire
mentalmente le sequenze.
I bambini non conservano perché mancano di:
39
adolescenti credono che tutti intorno a loro siano interessati ai loro pensieri e
comportamenti quanto essi stessi.
Questo stadio è stato studiato da Piaget attraverso esperimenti, in cui i soggetti
sono posti dinanzi a situazioni problematiche . Confrontando le loro prestazioni e
le loro risposte si sono evidenziate le differenze rispetto al pensiero operatorio
concreto.
La teoria di Piaget respinge sia la teoria innatista, sia quella ambientalista. Quella dello
psicologo è una teoria organismica, ovvero l’individuo non è un passivo recettore di
influenze ambientali, né un veicolo di idee innate, ma un attivo costruttore delle
proprie conoscenze.
Critiche a Piaget
I critici hanno individuato numerosi aspetti problematici nella teoria di Piaget.
40
Vygotsky ritiene che esistono 4 livelli di interazione con l’ambiente:
Dal punto di vista educativo, l’apprendimento è attivo perché il bambino (anche secondo
piaget) deve attivamente interessare il protagonista dello sviluppo . Gli educatori
dovrebbero indirizzare a partecipazioni guidate (partecipando attivamente in attività
insieme a compagni più esperti). Il gioco indirizza i bambini nella zona di sviluppo
prossimale, così che il bambino riesca a raggiungere una tappa più complessa che può
raggiungere solo con l’aiuto di un esperto. Inoltre favorisce l’apprendimento
collaborativo.
Piaget ha utilizzato il termine linguaggio egocentrico per indicare dei discorsi, dei
monologhi di bambini piccoli che non sono sociali , ovvero non sono diretti ad
altri. Piaget osservò che il linguaggio egocentrico diventava progressivamente più
sociale verso la fine dello stadio pre-operatorio. Pertanto lo sviluppo cognitivo
promuove lo sviluppo del linguaggio.
Vygotsky sosteneva che il pensiero e il linguaggio si fondessero e che i discorsi
non sociali che Piaget chiamava ‘egocentrici’ in realtà fossero solo il passaggio dal
ragionamento prelinguistico a quello verbale. Vygotsky aveva notato che i
monologhi diretti a sé, tipici dei bambini prescolari avvengono più spesso in certi
contesti anzicchè in altri, soprattutto quando i bambini cercano di risolvere dei
problemi o raggiungere importanti obiettivi. Egli concluse, inoltre, che il
linguaggio non sociale, non è egocentrico (come affermava Piaget), ma
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comunicativo, è un linguaggio per se stessi, linguaggio privato, che aiuta i
bambini piccoli a pianificare strategie per raggiungere i propri obiettivi. Vygotsky
ha anche osservato che il linguaggio privato, con il tempo diviene più breve ,
progredendo da frasi intere, a delle semplici parole, fino ad arrivare a semplici
movimenti labiali (7-9 anni). La sua visione era che il linguaggio privato non
scomparisse del tutto, ma funge da sistema cognitivo di guida del sé (guida del
comportamento) , e poi diventa linguaggio interiore, ovvero il pensiero verbale di
cui ci serviamo per organizzare le nostre attività quotidiane.
Vygotsky considerava i bambini dei partecipanti attivi nei dialoghi con altri , in grado di
acquisire gli strumenti di pensiero appropriati per la loro cultura di appartenenza.
Successivamente è arrivato il computer digitale, una nuova invenzione , con la capacità di
convertire rapidamente un input (informazione sensoriale) in un output (risposte e
soluzioni). Si pensava che la mente umana fosse un computer, infatti sia la mente che il
computer hanno una capacità limitata di elaborare le informazioni , connesso a hardware
e software .
Anche la mente ha il suo software , ovvero regole, strategie e altri ‘programmi mentali’.
Questo modello nasce negli anni ’50 , alla base degli studi dell’intelligenza artificiale, per
riconsiderare il ruolo della mente nell’elaborazione degli stimoli, nello stesso tempo viene
criticata la concezione comportamentista della mente come una ‘tabula rasa’ .
Il modello multimagazzino
Secondo il modello di Shiffrin e Atkinson , il sistema cognitivo è un modello
multimagazzino, un modello di elaborazioni di informazioni, che considera l’informazione
come se scorresse tra 3 unità di elaborazione (magazzini), utile a capire come pensano le
persone:
Regolano l’attenzione
Selezionano i processi di memoria appropriati
Monitorano la qualità delle risposte e soluzioni
Spesso definiamo queste funzioni con il termine ‘metacognizione’, ovvero la conoscenza
che una persona possiede delle proprie abilità cognitive .
ES. Uno studio confrontando studenti laureati e bambini di 10 anni , esperti di scacchi.
Sono stati presentati loro una scacchiera con pedine, il loro compito era posizionare le
pedine nelle loro posizioni precedenti. I bambini esperti hanno fatto meglio degli adulti.
Tuttavia nei domini in cui non sono esperti , i bambini più grandi tendono ad elaborare
maggiori informazioni più rapidamente dei bambini più piccoli.
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ES: Il bambino ricorda i nomi dei compagni di classe, a caso oppure in base a come sono
seduti.
Metacognizione
Gran parte della nostra cognizione giornaliera è implicita, cioè un pensiero
inconsapevole, ma naturalmente le nostre scelte sono frutto di una cognizione esplicita,
cioè pensieri e processi di pensiero di cui siamo consapevoli.
Le conoscenza, invece, delle strategie e processi che regolano i nostri pensieri è chiamata
metacognizione, cioè l’essere consapevoli dei processi e delle strategie di pensiero
utilizzate.
Sviluppo dell’attenzione
Quando i bambini crescono diventano più bravi a mantenere l’attenzione.
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Infatti bambini piccoli hanno span attentivi molto brevi. Essi non riescono a sostenere
l’attenzione o concentrarsi su una singola attività per molto tempo. Lo span attentivo è la
capacità di sostenere l’attenzione verso un particolare stimolo o attività. La capacità di
sostenere l’attenzione migliora gradualmente durante l’infanzia e la prima adolescenza.
Mantengono l’attenzione
Selezionano quello a cui devono prestare attenzione
Hanno consapevolezza dell’attenzione
Miglioramenti nel controllo inibitorio, che favoriscono la crescita intellettiva.
Lo sviluppo della memoria
Molto spesso la maggior parte degli individui, nei primi anni di vita, manifesta un’amnesia
infantile, ovvero un vuoto di memoria nei primi anni di vita di un bambino.
Le strategie di memoria
I ricercatori hanno studiato delle varie strategie di memoria, o mnemotecniche.
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Recupero: un’informazione inserita all’interno della MLT deve essere poi
recuperata. I bambini non sono molto bravi a recuperare da soli le informazioni,
quindi diviene importante la distinzione ta:
1. Rievocazione libera: rievocazione senza alcun suggerimento.
2. Rievocazione con suggerimenti: rievocazione favorita da suggerimenti.
Metamemoria
Un aspetto importante legato alla metacognizione è la metamemoria, ovvero la
conoscenza che una persona ha della memoria e dei processi di memoria. I bambini
mostrano metamemoria se riconoscono che alcune cose sono più facili di altre o che ci
sono strategie più efficaci di altre per aiutarli a ricordare. Anche la metamemoria cresce
con l’età.
Ragionamento analogico
Il ragionamento è un particolare tipo di problem solving, che implica l’andare oltre
l’informazione data.
ES: 1,2,3,4,5..
In realtà, i bambini a qualsiasi età usano una varietà di strategie per risolvere problemi
matematici.
47
CAPITOLO 8: L'intelligenza
I teorici psicometrici sono coloro che hanno sviluppato test standardizzati di intelligenza.
Binet
Simon
Entrambi idearono e introdussero una scala di intelligenza per misurare l'età mentale.
48
Quindi un modo per capire se l'intelligenza è data da un solo attributo o da molti diversi
attributi è sottoporre le persone ad un analisi fattoriale.
Questa tecnica permette di individuare uno più fattori collegati l'uno all'altro e slegati da
altri elementi del test. Ogni fattore rappresenta un'abilità mentale.
L'abilità spaziale;
La velocità percettiva;
Il ragionamento numerico;
Il significato verbale;
La fluenza verbale (Velocità nel riconoscere le parole)
Memoria;
Ragionamento individuale.
L'intelligenza come unico fattore non soddisfava I criteri necessariper definire le capacità d
ell’individuo.
(5x6x6=180)
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Cattell invece , sostiene che il fattore g di Spearman e le abilità mentali di Thurstone
possono essere ridotti a 2 dimensioni dell’intelletto:
Gardner e un altro teorico che critica gli psico me tristi perché tentano di descrivere
l'intelligenza di una persona con un unico fattore.
Ciò che distingue questa teoria da altre è che non esiste un fattore g dotato di sottocomp
onenti ma
è l’individuo ad essere dotato di intelligenze multiple che si correlano tra loro ma sono dei
moduli di per sè separati.
Gardner parlava di intelligenze multiple e sostenne che gli esseri umani possiedono9 tipi
di intelligenza,7 delle quali non misurate dai test di QI: intelligenza linguistica, spaziale,
logico- matematica, musicale, cinetica, interpersonale, intrapersonale, naturalistica,
spirituale).
Ripresa poi da Gohleman che parla di intelligenza emotiva. L'intelligenza non è qualcosa d
i asettico ma è anche la capacità di interfacciarsi con gli altri poichè l’uomo è
un animale sociale.Questo tipo di intelligenza viene anche richiesta nei luoghi di lavoro.
La scala Binet consisteva in testa graduati per età, progettati per misurare le performance
dell'intelligenza media di bambini dai tre ai 13 anni. Diversamente da Binet, che
classificava i bambini secondo età mentali, Terman introdusse il quoziente intellettivo. Il
QI Di un bambino veniva calcolato dividendo La sua età mentale per l'età cronologica e
moltiplicando poi per 100.
Oggi non si usa più il concetto di età mentale per calcolare il quoziente intellettivo nei test
d'intelligenza. Al contrario, gli individui ricevono punteggi QI dì deviazione, ovvero
punteggi che riflettono quanto bene o male una persona faccia paragonata ad altre
persone della sua stessa età.
La scala di intelligenza Wechsler per bambini (WISC-IV) è Adatta a bambini dai sei ai 16
anni, mentre la scala di intelligenza Wechsler per bambini (WPPSI-III) è realizzata per
bambini dai 3 agli 8 anni.
Una ragione per la quale wechsler costruì suoi test di intelligenza e che riteneva che le
prime versioni della scala Stanford-binet fossero sovraccariche di abilità verbali.
Per superare questo problema, le scale di wechsler Non sono basate solo sulle capacità
verbali ma anche su altre abilità. Più complete.
51
Proprio per questo al bambino viene assegnato un quoziente di sviluppo (DQ) , piuttosto
che un QI, che riassume quanto bene o male il bambino faccia in confronto a un grande
gruppo di bambini della stessa età.
Scala motoria
scala mentale
Infant Behavioral Record, indice del comportamento di un bambino sulle
dimensioni come l’immediatezza dell’obiettivo, assenza di paura.
Predizione del QI
Il DQ non predice il QI. Per la predizione del QI sono importanti: attenzione e memoria
(specialmente MBT, e memoria di lavoro).
Tempo di reazione visiva, La velocità con cui i bambini piccoli guardano stimolo
visivo
Ritmo abituazionale, il ritmo con cui si abituano a stimoli ripetuti
preferenza per la novità
Infanzia e adolescenza
Nell’adolescenza , per alcuni il quoziente intellettivo e stabile, mentre per altri fluttua.
Esiti professionali (importanti nel contesto lavorativo sono le soft skills, capacità
comportamentali importanti nella vita lavorativa). Le persone differiscono nell
intelligenza tacita, ovvero la capacità di affrontare e risolvere i problemi quotidiani, che
non è legata al quoziente intellettivo, ma che predice la prestazione lavorativa.
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Riassunti di Teresa Cantone
La genetica (studi fatti sui gemelli dicono che gemelli omozigoti condividono il 99% del
genoma. Genitori con un buon QI hanno maggior facilità di avere figli con maggiori
capacità. Disturbi come DSA si presentano in famiglie con un grado socioculturale
inferiore).
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Per migliorare la prestazione era importante:
La creatività è l’abilità di generare nuove idee che siano utili e apprezzate da altri.
Molti ricercatori oggi, considerano che la creatività sia frutto della convergenza di molti
fattori :risorse intellettive, conoscenze, stile cognitivo, personalità, motivazione,
ambiente supportivo (TEORIA DI INVESTIMENTO DELLA CREATIVITÀ).
Sembra che la creatività sia il risultato di più fattori , piuttosto che il possesso di un
attributo cognitivo dominante, come il pensiero divergente.
54
CAPITOLO 9: LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO
Ciò che distingue gli esseri umani dagli animali è l’uso del linguaggio.
1. Emittente
2. Codifica\codice
3. Messaggio
4. Canale
5. Decodifica
6. Ricevente
La comunicazione si articola in 3 livelli:
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Fonologia: studio del sistema di suoni che costituiscono un linguaggio. Le unità
base del suono sono chiamati fonemi (non sono suoni).
Morfologia: è quella parte della linguistica che contiene regole che specificano
come formare parole partendo da suoni.
Semantica: è quella parte della linguistica che studia il significato delle parole. Le
piccole unità linguistiche dotate di significato sono i morfemi, e ce ne sono di 2
tipi: morfemi liberi, che hanno un significato autonomo e morfemi legati che sono
senza significato, ma che modificano il significato dei morfemi liberi.
Sintassi: studio della grammatica della lingua, ossia l’insieme di regole che
vengono utilizzate per combinare le parole in frasi dotate di significato;
Pragmatica: i principi che stabiliscono come la lingua debba essere usata in
diversi contesti sociali.
Le teorie dello sviluppo del linguaggio
Esistono 3 teorie dello sviluppo del linguaggio:
Punto di vista empiristico: sostiene che i bambini imitano ciò che sentono,
vengono rafforzati quando usano la grammatica in maniera appropriata e corretti
quando fanno errori. Quindi In accordo con l’ipotesi comportamentista, i bambini
apprendono una lingua attraverso i principi del condizionamento classico e di
quello operante; Inoltre, gli empiristi sostengono che gli adulti ‘insegnano’ la
lingua modellando e rinforzando il discorso grammaticale. Questa teoria fu
ampiamente criticata, siccome non è vero che i bambini imparano regole
grammaticali imitando gli adulti, perché le prime parole pronunciate dai bambini
sono affermazioni creative che non compaiono nei discorsi degli adulti e quindi
non possono essere appresi per imitazione. E quando i bambini provano
effettivamente ad imitare un’affermazione di un adulto , lo fa condensandola al
loro livello di competenza grammaticale.
Punto di vista innatista: Differentemente da quanto ipotizzato dai
comportamentisti, secondo cui il linguaggio si apprende attraverso una serie di
condizionamenti e rinforzi, Chomsky e altri linguisti sostengono che l’uomo abbia
una tendenza biologicamente innata ad apprendere il linguaggio.
Il cervello è dotato del LAD (dispositivo di acquisizione del linguaggio), che
consente di attuare una serie di processi per facilitare l’acquisizione del
linguaggio; e di LMC, ovvero una capacità innata di elaborazione linguistica. Gli
innatisti dimostrano ciò, sostenendo il fatto che i bambini raggiungono
competenze linguistiche tutti alla stessa età, indipendentemente dai contesti
culturali. Affermano che noi abbiamo un cervello lateralizzato, con maggiori
centri linguistici localizzati nella parte sinistra. Danni ad una di queste aree
comportano un’afasia, la perdita di una o più funzioni del linguaggio. Si possono
verificare lesioni all’area di Broca, nel lobo centrale dell’emisfero sinistro, e
colpiscono l’espressione, oppure lesioni all’area di Wernicke, nel lobo temporale
dell’emisfero sinistro e colpiscono la comprensione. Inoltre l’emisfero sinistro è
sensibile al linguaggio sin dalla nascita. L’innatista Lenneberg suggerì che le
lingue vengono apprese più facilmente nel periodo sensibile prima della pubertà.
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Egli sostiene che i bambini afasici di solito recuperano facoltà linguistiche
perdute senza alcuna terapia, a differenza degli adulti. Nei bambini, prima della
pubertà, l’emisfero destro del cervello, anche se non specializzato, può
recuperare qualsiasi funzione linguistica compromessa, nel caso che l’emisfero
sinistro sia danneggiato. Invece il cervello di una persona che ha già superato la
pubertà, è già specializzato nel linguaggio e quindi l’afasia potrebbe persistere in
adolescenti e adulti, perché l’emisfero destro non è più in grado di acquisire
abilità linguistiche perse per un trauma all’emisfero sinistro.
Punto di vista interazionista: gli interazionisti propongono una integrazione tra
innatismo ed esperienza. Pongono l’accento sul fatto che anche l’ambiente ha un
ruolo nell’acquisizione del linguaggio. Sostengono che il linguaggio sia il frutto di
un interazione tra fattori biologici e influenze ambientali e ciò che abbiamo di
innato non è un processore linguistico specializzato e innato, ma abbiamo
solamente un cervello che matura molto lentamente e predispone i bambini ad
apprendere tutti alla stessa età. I genitori e i fratelli più grandi, per comunicare
efficacemente con i propri bambini, utilizzano frasi brevi e semplici, chiamate
child-directed speech. Man mano che il bambino cresce, i genitori elaborano frasi
sempre più lunghe e complesse. Inoltre i genitori rispondono agli enunciati
grammaticalmente scorretti dei bambini con enunciati grammaticalmente
corretti in modo implicito. Potrebbe rispondere con un’espansione, ovvero agli
enunciati scorretti con una forma corretta dello stesso enunciato, oppure il
genitore potrebbe rispondere con un rilancio, ovvero agli enunciati scorretti con
enunciati corretti con una forma grammaticale nuova. Quindi gli interazionisti
sottolineano, come Vygotsky, che le conversazioni con persone più grandi
stimolino lo sviluppo cognitivo e il linguaggio del bambino.
Il periodo prelinguistico: Per i primi 10-13 mesi di vita, i bambini si trovano nella
fase prelinguistica dello sviluppo del linguaggio. E’ il periodo che precede le loro
prime parole dotate di significato. I neonati sono reattivi al linguaggio sin dalla
nascita. Posseggono la capacità innata di distinguere suoni diversi. Inoltre i
genitori possono influenzare l’umore dei propri bambini cambiando l’intonazione
della voce quando parlano, e i bambini riconoscono che determinati toni di voce
hanno un significato particolare. Intorno ai 2 mesi, i bambini emettono suoni
vocalici quando sono contenti e appagati, questi sono detti cooing, compresi i
bambini sordi. Tra i 4 e i 6 mesi, aggiungono anche suoni consonantici e questi
nuovi suoni sono chiamati balbettii, oppure babbling, ovvero la combinazione di
vocali e consonanti prive di significato. Tra i 7-8 mesi, i bambini hanno imparato
già la pragmatica, cioè stanno in silenzio quando qualcuno parla con loro ed
aspettano che questi rimanga in silenzio prima di rispondere con vocalizzazioni.
Tra gli 8-10 mesi utilizzano la comunicazione non verbale per comunicare . I gesti
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utilizzati sono: gesti dichiarativi , con cui i bambini richiamano l’attenzione di
qualcuno verso un oggetto indicandolo o toccandolo, e i gesti imperativi, con cui i
bambini cercano di convincere qualcuno attraverso azioni, come ad esempio
tirare i pantaloni di un adulto per farsi prendere in braccio. Tra i 12 e i 17 mesi i
bambini iniziano a comprendere alcuni verbi, ben prima di usarli per comunicare.
In questa fase il linguaggio ricettivo (quello che il bambino recepisce ma non sa
comunicare) precede quello produttivo (quello che il bambino è capace di
esprimere con proprie parole).
Periodo olofrastico: Questo periodo va dai 13-18 mesi. In questa fase i bambini
per comunicare utilizzano olofrasi, cioè singole parole che spesso rappresentano
il significato di un’intera frase.
1. Il bambino utilizza singole parole per un’intera frase;
2. Lo sviluppo fonologico si verifica molto rapidamente;
3. La velocità di apprendimento aumenta, tanto che arrivano ad apprendere
10\20 vocaboli a settimana. Quest’incremento del vocabolario è
chiamato ‘naming explosion’;
4. Due terzi di questi primi vocabili sono riferiti ad oggetti, i quali vengono
manipolati dai bambini;
5. Le prime parole dei bambini spesso sono anche riferite ad azioni abituali;
6. I bambini parlano di quelle cose che hanno imparato a conoscere
attraverso l’attività sensoriale (motherese multimodale);
7. I bambini mostrano stili individuali nella tipologia di parole prodotte. La
maggior parte dei bambini mostrava uno stile referenziale, uno stile con
cui i bambini utilizzano parole riferite ad oggetti. Un numero minore di
bambini mostrava uno stile espressivo, uno stile che i bambini usano per
richiamare l’attenzione verso stati d’animo propri per regolare interazioni
sociali. Questa differenza individuale nasce anche dall’ordine di nascita
dei bambini. Per esempio primogeniti adottano uno stile referenziale,
mentre i secondogeniti uno stile espressivo, siccome i bambini nati dopo
sentono molti discorsi rivolti al primogenito.
8. I bambini intuiscono il significato delle parole attraverso un processo di
mappazione veloce, ovvero il fast mapping, cioè un processo di
acquisizione di una parola dopo averla sentita applicata al referente un
numero limitato di volte.
9. Alcuni errori dovuti al fast mapping sono: l’iperestensione, cioè i bambini
usano un vocabolo per indicare un’ampia gamma di oggetti o eventi, e
l’ipoestensione, che sarebbe l’opposto dell’iperestensione, cioè i bambini
utilizzano vocaboli generici per indicare una ristretta gamma di oggetti.
10. Oltre al fast mapping, i bambini di 2 anni utilizzano anche altre strategie ,
chiamate vincoli di elaborazione, per comprendere il significato delle
parole, come: object scope (l’ipotesi che le parole si riferiscano ad interi
oggetti piuttosto che a parti di essi), la mutua esclusività (l’idea che ogni
oggetto ha una definizione) , contrasto lessicale (l’idea che ogni parola ha
un unico significato), bootstrapping sintattico (l’ipotesi che parole
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definiscono categorie simili e che hanno caratteristiche percettive in
comune).
Periodo telegrafico: Questo periodo va dai 18 ai 24 mesi. In questo periodo i bambini
iniziano a combinare parole in piccole frasi . Queste prime frasi sono chiamate
‘discorso telegrafico’, perché i bambini parlano proprio come telegrammi ,
compongono prime frasi omettendo le parti meno significative del discorso, come
articoli, preposizioni, pronomi. Però questo discorso non è universale. I bambini
acquisiscono prima le regole dell’ordine e della combinazione delle parole
(Semantica) e poi via via integrano anche le parole accompagnate da gesti e indizi
intonazionali per assicurarsi che i loro messaggi vengano compresi (pragmatica).
Periodo pre-scolare: Questo periodo va dai 2 ai 5 anni. I bambini imparano a
produrre frasi complesse e ‘da adulti’. In questo periodo i bambini:
1. Utilizzano morfemi grammaticali(suffissi, prefissi, preposizioni), modificatori
che danno un significato più preciso alle frasi costruite. L’uso di questi
modificatori compare al 3 anno di età, quando i bambini iniziano a
pluralizzare i sostantivi;
2. Fenomeno dell’iperregolarizzazione, cioè l’estensione di regole grammaticali
anche a termini a cui non servono. ES: Uova, al plurale uovi.
3. Imparano le regole della grammatica trasformazionale, cioè trasformare frasi
in interrogative, esclamative, imperative…
4. Iniziano ad utilizzare contrasti semantici, cioè iniziano a capire ed esprime
contrasti relazionali, come grande\piccolo, alto\basso…
5. Acquisiscono abilità di comunicazione referenziale, cioè abilità di produrre
messaggi chiari, capire quando i messaggi degli altri non sono chiari .
Periodo scolare e adolescenza: Questo periodo va dai 6 ai 14 anni, il periodo
della scuola primaria e secondaria di primo grado. In questo periodo i bambini
utilizzano frasi lunghe e complesse, ma iniziano anche a riflettere sul linguaggio e
a manipolarlo in modi prima impossibili. Si ha:
1. Consapevolezza meta-linguistica: l’abilità di riflettere sul linguaggio;
2. Migliora la sintassi e la semantica;
Il ruolo di fratelli e sorelle è importante nella crescita di abilità comunicative,
perché comunicare con fratelli linguisticamente immaturi contribuiscono allo
sviluppo comunicativo.
Bilinguismo
Nel mondo molti bambini crescono bilingui, acquisendo 2 o più lingue entro la pubertà. Il
bilinguismo comporta vantaggi cognitivi e comporta una maggiore capacità di
simbolizzazione.
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CAPITOLO 10: SVILUPPO EMOTIVO, TEMPERAMENTO
E ATTACCAMENTO
Izard e studiosi hanno studiato le emozioni espresse dai neonati filmando le loro reazioni
a stimoli.
Il metodo di Izard consiste nel chiedere a valutatori, ignari degli stimoli a cui sono stati
posti i neonati, di riferirgli quale emozione i neonati esprimessero basandosi solo sulle
loro espressioni facciali. Questi studi rivelano che gli adulti riescono ad interpretare
emozioni positive, mentre quelle negative sono più difficili da interpretare basandosi
solo su espressioni facciali.
Alla nascita i neonati presentano emozioni primarie, la gamma di emozioni presenti alla
nascita , che alcuni studiosi ritengono biologicamente programmate, perché emergono in
tutti i neonati sani all’incirca nello stesso periodo. Sono:
Interesse
Angoscia
Disgusto
Soddisfazione
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Entro la fine del 2 mese, i bambini iniziano a mostrare sorrisi sociali, solitamente nelle
interazioni con gli adulti di riferimento.
Rabbia
Tristezza
Gioia
Sorpresa
Paura
Prima che i bambini possano esprimere emozioni complesse ( emozioni non presenti alla
nascita) può essere necessario l’apprendimento.
Imbarazzo
Vergogna
Colpa
Invidia
Orgoglio
Alcuni studiosi sostengono che l’imbarazzo non emerga finché il bambino non è in grado
di riconoscere se stesso allo specchio o in una fotografia.
Intorno ai 3 anni , quando i bambini sono capaci di valutare i propri atti come positivi o
negativi, iniziano a mostrare segni di orgoglio.
Ogni società possiede una vasta gamma di norme sull’espressione delle emozioni, cioè
un insieme di regole che specificano quali emozioni dovrebbero o non dovrebbero essere
messe in atto in determinate circostanze.
Tra gli 8-10 mesi riescono ad utilizzare il riferimento sociale, la capacità dei bambini di
osservare reazioni emotive dei genitori ed utilizzare le informazioni ricavate per regolare
il proprio comportamento. Questo atteggiamento viene messo in pratica con i genitori e
poi successivamente a persone diverse dai genitori.
Entro i 4-5 anni i bambini riescono a dedurre correttamente le emozioni di una persona
dai movimenti del suo corpo. Capire le cause delle emozioni altrui è importante per
l’empatia, la capacità di provare le stesse emozioni che sta vivendo l’altra persona. Tra i
6-9 anni iniziano anche a capire che una persona può provare più emozioni
contemporaneamente.
Gli studiosi dell’età evolutiva che si occupano di queste tematiche ritengono che è
importante acquisire una competenza emotiva per la competenza sociale dei bambini,
cioè la loro capacità di raggiungere scopi personali in interazioni sociali continuando a
mantenere rapporti positivi con gli altri. La competenza emotiva è legata al concetto di
intelligenza emotiva (EQ). La competenza emotiva ha 3 componenti:
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2. Conoscenza emozionale competente: la capacità di individuare correttamente i
sentimenti delle altre persone;
3. Regolazione emozionale competente: la capacità di autoregolare le proprie
emozioni per poter raggiungere i propri obiettivi.
ES: I bambini che esprimono frequentemente sentimenti positivi e poca rabbia e tristezza
tendono a stabilire rapporti più positivi con i compagni. Invece bambini che hanno
difficoltà a regolare le proprie emozioni negative tendono ad essere rifiutati dai
compagni.
Temperamento
Il temperamento è la tendenza di una persona a reagire in modi prevedibili a eventi
esterni.
Ci sono stati degli studi sul temperamento, che si sono susseguiti nel corso degli anni, i
quali hanno portato alla TEORIA DI THOMAS E CHESS , che parla di temperamenti facili,
difficili, o lenti a scaldarsi.
Il temperamento subisce:
Molte componenti del temperamento sono stabili nel corso della prima infanzia e
adolescenza.
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Non tutti gli individui, però sono caratterialmente stabili. Molti studiosi hanno studiato un
attributo del temperamento, definito ‘inibizione comportamentale’, cioè la tendenza ad
evitare persone o situazioni sconosciute.
L’attaccamento
L’attaccamento sono forti legami affettivi con figure di riferimento nel primo anno di vita.
Questi attaccamenti sono relazioni reciproche.
BONDING: E’ il forte legame affettivo che i genitori possono sentire nei confronti dei loro
bambini appena nati. Il legame più forte si sviluppa poco dopo la nascita, in un periodo
critico. Il periodo critico è la fase temporale in cui il bambino è predisposto
biologicamente a manifestare determinati schemi di sviluppo, se riceve l’input necessario.
Attraversano queste 2 fasi prima di formare i loro primi veri attaccamenti, tra i 7\9 mesi.
Fase asociale (Dalla nascita fino alle 6 settimane): Il neonato è ‘asociale’, perché
reagisce in maniera ugualmente favorevole a stimoli sociali o non sociali
interessanti;
Fase degli attaccamenti indiscriminati (dalle 6 settimane a 6-7 mesi): i bambini
preferiscono le stimolazioni sociali a quelle non sociali, infatti sorridono a persone
reali, anzicchè ad oggetti. Protestano ogni qual volta un adulto li lascia soli o li
appoggia. Si lasciano tranquillizzare più da adulti abituali.
Fase dell’attaccamento specifico (tra 7 e 9 mesi): i bambini manifestano
attaccamento a una figura di riferimento (di solito la madre). Secondo Mary
Ainsworth la figura di attaccamento (madre) è considerata dai bambini una base
sicura da cui ritornare in cerca di sostegno emotivo. Infatti in questa fase iniziano
a protestare solo quando separati da un particolare individuo (madre).
Fase degli attaccamenti multipli (tra i 9-18 mesi): il periodo in cui i bambini
formano attaccamenti e figure di riferimento diverse dall’oggetto
dell’attaccamento primario.
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Teoria psicoanalitica: ti amo perché mi nutri= Secondo Freud i neonati sono
creature ‘orali’ e per questo attratti da qualunque persona in grado di fornire
piacere orale.
Teoria dell’apprendimento: ti amo perché mi premi= ritenevano che i neonati
sviluppassero attaccamento verso coloro che li nutrivano. Importante è
soprattutto l’ambiente, oltre al nutrimento (coccole, calore, sicurezza). Es: è
l’esperimento dei Macachi di Harlow, le quali tendevano a stare con la madre di
metallo solo nel momento del nutrimento, poi preferivano la madre di stoffa,
perché era morbida, accogliente, appunto perché queste sono le condizioni che
permettono l’instaurarsi di un attaccamento vero e proprio.
Teoria cognitivo-evolutiva: Secondo la quale l’attaccamento dipende dallo
sviluppo cognitivo del bambino. Prima che un attaccamento si sviluppi, il bambino
deve essere in grado di distinguere tra figure di riferimento abituali ed estranei.
Ma anche saper riconoscere che le figure familiari sono caratterizzati da
permanenza.
Teoria etologica: teoria contemporanea= Tale teoria è stata suggerita dalla
ricerca con gli animali. Lorenz introdusse il comportamento dell’imprinting, cioè
una forma di apprendimento innata, in cui i piccoli di una specie svilupperanno
forme di attaccamento verso qualsiasi cosa si muova. L’imprinting è: automatico,
si verifica in un momento critico limitato, è irreversibile. Esso è una risposta
adattiva e una caratteristica preadattata, che li predispongono a formare legami
di attaccamento.
Anche se gli umani non si legano attraverso l’imprinting, essi hanno ereditato
diversi attributi che li aiuta a sollecitare cure e attenzioni, per esempio secondo
Lorenz, l’aspetto da ‘bambola kewpie’ (guance paffute, fronte ampia, tratti
arrontondati) fa sì che il bambino appaia tenero agli adulti di riferimento.
Queste 2 paure di solito declinano nel 2 anno di vita, quando i bambini maturano
intellettivamente e iniziano ad esplorare allontanandosi dalle loro basi sicure.
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Secondo il punto di vista etologico, nel corso della storia dell’evoluzione, i bambini hanno
sviluppato una diffidenza verso gli sconosciuti, i quali vengono associati a pericolo, e nei
confronti anche di ambienti sconosciuti, che associano ad ansia da prestazione. Secondo
il punto di vista cognitivo-evolutivo, la paura dell’estraneo e l’ansia da separazione sono
le conseguenze della loro incapacità di spiegarsi chi siano gli estranei, quindi dipende
dallo sviluppo cognitivo.
Attaccamento sicuro: i bambini esplorano attivamente solo quando sono soli con
la madre e possono essere turbati da separazioni. Accoglie positivamente il
contatto con la madre che la utilizza come base sicura. Il bambino è estroverso
con gli estranei solo in presenza della madre.
Attaccamento insicuro-resistente: Esplorano poco in presenza con la madre. Si
disperano quando la madre si allontana, ma al suo ritorno appaiono ambivalenti,
cioè appaiono arrabbiati e oppongono resistenza al contatto fisico con lei. Sono
diffidenti verso gli estranei, anche in presenza della madre.
Attaccamento insicuro-evitante: Mostrano poca angoscia quando si separano
dalla madre. Sono spesso socievoli con gli estranei, ma a volte li evitano, come
con la madre.
Attaccamento disorientato\disorganizzato: questo schema caratterizza quei
bambini che potrebbero essere più insicuri. Questi quando riuniti con le madri,
appaiono confusi, a volte si avvicinano alla madre, per poi allontanarsi
bruscamente quando la madre si avvicina a sua volta.
Mary Ainsworth crede che la qualità dell’attaccamento di un bambino alla madre dipenda
dal tipo di attenzione che ha ricevuto. Quest’ipotesi è chiamata ipotesi dell’accudimento.
ES: Le madri di bambini con attaccamento sicuro sembrano accudirli in maniera sensibile
e reattiva dall’inizio.
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Molti attaccamenti insicuri da parte dei bambini nei confronti dei caregiver sono dovuti a
caratteristiche personali dei caregiver, che trasformano questi ultimi in caregiver
insensibili. L’insensibilità spesso è dovuta da depressione da parte dei caregiver, genitori
che a loro volta sono stati trascurati, si sono sentiti non amati, maltrattati da piccoli,
quindi con esperienze traumatiche, oppure gravidanze non desiderate. L’accudimento
insensibile si verifica con più frequenza fra genitori che stanno attraversando problemi di
salute, legali o finanziari, ma anche il rapporto coniugale fra genitori può avere un effetto.
Kagan fa un ipotesi del temperamento e ritiene che la Strange Situation registri in realtà
le differenze nei temperamenti dei bambini, anzicchè la qualità dei loro attaccamenti.
Sostiene che i responsabili della tipologia di attaccamento siano i bambini e non i genitori
e che gli atteggiamenti ad esso collegati riflettano il loro temperamento.
Gli etologi (Bowlby) credono che i bambini, nell’agire con figure di riferimento, sviluppino
modelli operativi interni. Il MOI è proprio quell'atteggiamento che io internamente ho, e
che mi dice come comportarmi nelle relazioni future (mi porterò dietro questo tipo di
attaccamento.
Alcuni studiosi dello sviluppo ritengono che persino i bambini appena nati abbiano la
capacità di distinguere il sé dall’ambiente circostante. Una prova è che i neonati si
affliggono se sentono la registrazione del pianto di un bambino, ma non se sentono la
registrazione del proprio pianto.
Inoltre i neonati sembrano saper utilizzare un feedback propriocettivo per mimare alcune
espressioni facciali dei loro caregiver.
Neonati di 2-3 mesi hanno un limitato senso personale di essere agenti, ovvvero hanno
una capacità limitata di riconoscere se stessi come i responsabili di un effetto.
Verso i 12-24 mesi i bambini arrivano all’autoriconoscimento del sé, ovvero la capacità di
riconoscersi in uno specchio o in una fotografia, però bambini così piccoli non sono
completamente consapevoli che il sé è un’entità stabile nel tempo.
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Verso i 2-3 anni sviluppano un sé presente, una precoce rappresentazione del sé, nella
quale i bambini riconoscono rappresentazioni del sé attuali, ma non sono consapevoli che
rappresentazioni del sé passate hanno implicazioni nel presente.
Il concetto del sé presente evolve gradualmente in un sé esteso, verso i 4-5 anni, ovvero
un sé che è stabile nel tempo, una rappresentazione del sé più matura, nella quale i
bambini sono in grado di integrare rappresentazioni del sé passato, presente e futuro.
Utile al riconoscimento del sé, oltre allo sviluppo cognitivo, sono molto utili anche:
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Autostima
L’autostima è la valutazione che un individuo fa del proprio sé ed è differente dal
concetto del sé.
Importante per l’autostima è il looking-glass self, termine coniato per spiegare come
costruiamo un immagine di noi stessi, basandoci anche sull’importanza di come gli altri ci
considerano. Nella prima adolescenza si sviluppa il valore del sé relazionale, gli
adolescenti iniziano a percepire il sè in modo diverso a seconda dei diversi contesti
relazionali. Questi concetti sono importanti per la formazione dell’autostima globale.
L’autostima è stabile nel tempo, tranne che in adolescenza e in vecchia, dove subisce un
evidente calo ed è più evidente nelle ragazze.
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1. FASE 1: Gioia nella padronanza: Prima dei 2 anni i bambini sono guidati da una
motivazione di padronanza e provano piacere nelle loro imprese quotidiane.
2. FASE 2: Ricerca nell’approvazione: I bambini di 2 anni iniziano già ad anticipare
l’approvazione o la disapprovazione degli altri rispetto alle loro imprese.
3. FASE 3: Uso degli standard: Bambini di 3 anni o più valutano le loro riuscite
secondo standard di prestazione e sono capaci di provare orgoglio o vergogna a
seconda di come si avvicinano con successo a quegli standard.
I ricercatori hanno identificato influenze particolarmente forti sulla motivazione alla
padronanza e alla riuscita:
Influenze familiari: I genitori devono avere uno stile genitoriale autorevole, nel
senso che devono essere tolleranti, affettuosi, offrire loro guida e controllo,
incoraggiare i loro bambini a fare cose da soli (ALLENAMENTO
ALL’INDIPENDENZA).
Influenze del gruppo dei pari: i compagni possono sia compromettere che
promuovere gli sforzi dei genitori per incoraggiare il rendimento scolastico.
MODELLO DI WEINAR: ATTRIBUZIONI DI SUCCESSO
Molti ricercatori riconoscono che il concetto di motivazione alla riuscita abbia un certo
valore, ma ritengono che sia impossibile che essa possa spiegare ogni comportamento in
ogni situazione. Essi hanno scoperto che il comportamento dei bambini nel rendimento e
in ambito scolastico dipendono dalle loro attribuzioni di successo, delle spiegazioni
causali che un individuo fornisce per i suoi successi e i fallimenti.
Weiner ha scoperto che gli adolescenti e i giovani adulti tendono ad attribuire i loro
successi e fallimenti a 4 possibili cause:
Abilità
Impegno
Difficoltà del compito
Fortuna
Abilità e difficoltà del compito sono cause stabili , che sostengono forti aspettative di
successo, mentre impegno e fortuna sono cause instabili e sostengono deboli aspettative
di successo.
ES. se fai male un test e attribuisci la causa a poca abilità (causa stabile), è probabile che
tu ti senta meno sicuro di te rispetto ad un successo futuro , mentre se attribuisci la causa
al poco impegno (causa instabile ) , penseremmo che studiando di più la prossima volta
potremmo superarlo.
Difficoltà del compito e fortuna sono cause esterne, cioè caratteristiche della situazione.
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Interiorità/ esteriorità di un esito condiziona il valore che diamo a quell’esito, mentre la
stabilità /instabilità condizionano le nostre aspettative di successo.
Alcuni bambini sono orientati alla padronanza, cioè la tendenza a persistere in compiti
impegnativi poiché si crede di avere grande abilità e che i precedenti fallimenti possono
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essere superati impegnandosi di piu. Quindi i ragazzi orientati alla padronanza sono molto
motivati a intraprendere nuove sfide senza tener conto dei loro precedenti fallimenti.
Secondo Dweck i bambini che sono spesso criticati per la loro mancanza di capacità
adottano obiettivi di prestazione, situazione in cui il principale obiettivo di una persona, è
quello di mostrare le proprie competenze e di evitare di essere incompetente, piuttosto
che obiettivi di padronanza, situazione in cui il principale obiettivo di una persona , è
quello di aumentare le proprie competenze .
I bambini con impotenza appresa possono orientarsi di più verso la padronanza se gli si
insegna, attraverso la riqualificazione dell’attribuzione, che i loro fallimenti possono
essere attribuiti a cause instabili che possono superare se si impegnano di più.
ERICK ERIKSON
Secondo Erikson l’ostacolo maggiore che incontrano gli adolescenti nel loro sviluppo è
stabilire un’identità, una matura definizione del sè, un senso di chi si è, dove si andrà
nella vita è qual è il proprio posto nella società.
Erikson utilizzo il termine ‘crisi d’indentità’ per catturare la confusione e l’incertezza che
gli adolescenti possono sentire quando pensano a chi sono oggi e pensano ai propri ruoli
nella vita attuali e futuri.
JAMES MARCIA
Ha elaborato un’intervista strutturata che consente ai ricercatori di classificare gli
adolescenti in uno dei 4 Stati d’identità:
Diffusione d’identità: uno stato di identità che caratterizza gli individui che non
hanno ancora riflettuto o risolto questioni di identità e non hanno ancora
pianificato le direzioni future della loro vita.
Blocco di identità: uno stato di identità che caratterizza gli individui che si sono
prematuramente impegnati in occupazioni senza in realtà averci pensato.
Moratoria di identità: uno stato di identità che caratterizza gli individui che
stanno attualmente sperimentando una crisi di identità e stanno cercando
impegni occupazionali nei quali poter investire se stessi.
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Identità realizzata: gli individui con un’identità realizzata hanno risolto le
questioni sull’identità assumendo responsabilità personali verso particolari
obiettivi , credenze e valori.
Dagli Stati di identità diffusa e bloccata molti giovani negli anni dell’università
progrediscono verso lo stato di moratoria e infine di identità realizzata.
Gli adolescenti fermi allo stato diffuso spesso assumono un’identità negativa.
Queste impressioni che gli adolescenti hanno degli altri diventano anche più astratte
quando cominciano a fare confronti psicologici tra i loro amici e conoscenti, la tendenza a
crearsi impressioni sugli altri confrontando le persone in base a dimensioni psicologiche
astratte.
Specialmente i contatti con amici e compagni dello stesso status sono essenziali allo
sviluppo socio-cognitivo.
Molti anni fa, Piaget, sosteneva che i bambini assumendo ruoli diversi mentre giocano
insieme, i bambini diventano più consapevoli del divario tra le loro prospettive e quelle
dei loro compagni di gioco.
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CAPITOLO 12: DIFFERENZE TRA I SESSI E
SVILUPPO DEL RUOLO DI GENERE
Per categorizzare maschi e femmine viene utilizzato uno standard del ruolo di
genere , una motivazione, un valore o un comportamento che sono considerati
più appropriati per i membri di un sesso ma non per l’altro.
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superano i ragazzi in abilità di calcolo. I ragazzi si sentono più sicuri in
matematica di quanto non facciano le ragazze e hanno acquisito più
strategie di problem solving che consentono loro di superare le ragazze in
problemi complessi.
Le ragazze sono emotivamente più espressive , accondiscendenti e timide
dei ragazzi, mentre questi sono più attivi e aggressivi verbalmente.
In generale maschi e femmine sono psicologicamente molto più simili di quanto
non siano diversi.
La persistenza di questi ‘miti culturali’ può dar vita alle profezie che si
autoavverano, promuovendo le differenze tra i sessi e guidano maschi e femmine
verso diverse prospettive di carriera.
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1. Teoria evoluzionistica: Secondo la teoria evoluzionistica, maschi e
femmine hanno affrontato diverse pressioni evoluzionistiche durante il
corso della storia umana e il processo di selezione naturale ha creato
differenze fondamentali tra maschi e femmine.
La teoria evoluzionistica è stata ampiamente criticata, siccome le
differenze tra i sessi non sono dovute alla genetica.
2. La teoria bisociale di Money e Ehrhardt: evidenzia gli sviluppi biologici che
hanno luogo prima della nascita e che influenzano il modo in cui un
bambino è socializzato. Differenze ormonali prenatali possono contribuire
alle differenze sessuali negli stili di gioco e nell’aggressione.
3. La teoria psicobiosociale: viene utilizzata per spiegare come la natura e
l’educazione possano influenzare lo sviluppo della tipizzazione di genere. E’
una prospettiva sul rapporto natura\ambiente che specifica che alcune
delle prime esperienze condizionano l’organizzazione del cervello, il quale,
a sua volta, influenza la reattività di un individuo ad esperienze simili in
futuro.
4. La teoria di Freud: Freud pensava che la sessualità fosse innata. Tuttavia,
credeva che l’identità di genere di un individuo e la sua preferenza per il
ruolo di genere emergessero durante la fase fallica (3-6 anni), il terzo
stadio dello sviluppo psicosessuale, nel quale i bambini tendono ad
emulare e a identificarsi col genitore dello stesso sesso, per risolvere il
complesso di edipi\elettra. Questa teoria non è stata supportata da dati
sperimentali.
5. La teoria dell’apprendimento sociale: secondo alcuni teorici sociali come
Albert Bandura, i bambini acquisiscono la loro identità di genere e le loro
preferenze nei ruoli di genere in 2 modi: attraverso l’insegnamento
indiretto, insegnare ai bambini come comportarsi, rinforzando
comportamenti appropriati e punendo condotte inappropriate, e
attraverso l’apprendimento osservativo, un apprendimento che risulta
dall’osservare il comportamento degli altri.
6. La teoria dello sviluppo cognitivo di Kohlberg: Kohlberg sostiene che lo
sviluppo del ruolo di genere dipende dallo sviluppo cognitivo, nel senso
che i bambini devono acquisire una certa comprensione del genere prima
di essere condizionare dalle loro esperienze sociali. Kohlberg propose una
teoria cognitiva completamente opposta alla teoria dell’apprendimento
sociale e psicoanalitica, le quali sostengono che i bambini dapprima
imparano a fare cose da maschio o da femmina e poi successivamente si
identificano con i modelli dello stesso sesso, acquisendo così un’identità di
genere stabile. Kohlberg sostiene che i bambini prima acquisiscono
un’identità di genere stabile, poi dopo attivamente cercano modelli dello
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stesso sesso e agiscono da maschio o da femmina. Kohlberg crede che i
bambini passino attraverso 3 stadi , mentre acquisiscono una
comprensione matura di ciò che significa essere maschio o femmina:
identità di genere di base, entro i 3 anni di età i bambini si
autodefiniscono maschi o femmine.
Stabilità del genere: più tardi, il bambino riconosce che il genere è
stabile nel tempo
Continuità del genere: il concetto di genere è completo quando i
bambini si rendono conto che il proprio sesso non solo è stabile nel
tempo, ma che rimane stabile anche nelle diverse situazioni o
aspetti.
L’autosocializzazione, cioè i bambini cercano modelli dello stesso sesso
e imparano ad agire come maschi e femmine, solo dopo che hanno
acquisito la continuità di genere.
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CAPITOLO 13: AGGRESSIVITA’, ALTRUISMO E
SVILUPPO MORALE
Differenze sessuali
Le ragazze presentano un’aggressività relazionale, come snobbare, escludere,
diffondere maldicenze, che hanno lo scopo di danneggiare l’autostima, le amicizie
o lo status sociale dell’avversario. Quest’aggressività durante gli anni
dell’adolescenza, diventa più sottile e malevola.
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premeditazione, rivelandosi perciò pianificata e calcolata. Sono abbastanza
sicuri che la loro aggressività sarà ‘ricompensata’ con benefici tangibili
(come il controllo di un giocattolo oggetto di disputa) e sono propensi a
credere che possono accrescere la loro autostima prevaricando altri
bambini. Possono diventare bulli e le vittime di bullismo possono diventare
vittime passive, bambini socialmente esclusi, ansiosi, con bassa autostima,
relazione materna troppo protettiva tormentati da bulli.
1. Hanno aspettative positive riguardo gli esiti del loro
comportamento
2. Sono contenti quando aggrediscono
3. Predisposizione alla criminalità
4. Spesso sono visti dai pari come leaders
5. Si aggregano a soggetti simili
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Secondo Dodge, gli individui aggressivi tendono a fallire in una delle suddette
fasi. Essi sono contraddistinti da:
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Bambini di 12-18 mesi mostrano piccoli comportamenti prosociali,
offrono giocattoli ai compagni, aiutano i loro genitori.
Bambini tra i 2-3 anni mostrano simpatia e compassione verso i compagni
infelici.
Bambini tra i 4-6 anni mostrano dei veri e propri comportamenti
prosociali, eseguono atti servizievoli più veri e raramente recitano il ruolo
di un altruista.
Processi che condizionano l’altruismo sono:
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1. Il periodo premorale (5 anni): i bambini mostrano poco interesse e
consapevolezza per le regole.
2. Moralità eteronoma (5-10 anni): il primo stadio dello sviluppo
morale di Piaget, nel quale i bambini considerano le regole come
sacre e inalterabili.
3. Moralità autonoma (10-11 anni): il secondo stadio dello sviluppo di
Piaget, nel quale i bambini si accorgono che le regole sono degli
accordi arbitrari e possono essere cambiate con il consenso delle
persone che governano.
Successivamente anche Kohlberg sostiene che il ragionamento morale
si sviluppi attraverso 3 livelli, ognuno dei quali è composto da 2 stadi:
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che veramente facciamo quando siamo sottoposti a tentazione.
Sostengono che i comportamenti morali si apprendono nello stesso modo
degli altri comportamenti sociali, cioè attraverso rinforzo, punizione e
osservazione. Pensano anche che il comportamento morale sia influenzato
dalla specifiche situazioni nelle quali le persone si trovano, quindi piegano
come i bambini imparano a resistere alla tentazione e ad inibire( esibire
una condotta accettabile resistendo alla tentazione di compiere un atto
proibito) le azioni che violano le norme morali. Analisi più moderne hanno
sfidato la dottrina della specificità di May , un punto di vista secondo il
quale l’affetto morale, ragionamento morale, comportamento sociale
possono dipendere dalla situazione che uno si trova ad affrontare.
Tra i fattori che promuovono lo sviluppo del controllo inibitorio vi sono le
lodi date ad una condotta, ma anche le punizioni.
Parker per spiegare gli effetti della punizione utilizza il paradigma del
giocattolo proibito. La ricerca suggerisce che punizioni ferme,
somministrate immediatamente da un educatore affettuoso sono efficaci
ad inibire la condotta indesiderabile di un bambino. La più importante
scoperta di Parker fu che tutte le forme di punizione diventano più efficaci
se chiarite logicamente al trasgressore. Quindi quando i bambini
penseranno di compiere l’atto proibito in futuro, dovrebbero sperimentare
un disagio generale ed essere inclini a dare un’attribuzione interna a
questo disagio.
Spesso si verificano dei dilemmi morali. Un dilemma morale è una situazione in
cui entrano in conflitto almeno 2 interessi che implica un contrasto tra norme
giuridico-sociali e il soddisfacimento di bisogni individuali. Questa
contrapposizione, secondo Kohlberg, genera un conflitto cognitivo , che
l’individuo è stimolato a superare attraverso modalità di ragionamento morale.
Giustificazione morale
Confronto vantaggioso
Diffusione della responsabilità
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Attribuzioni di colpe alla vittima
Bronfenbrenner introduce la teoria dei sistemi ecologici, dando una nuova visione
e definizione di ambiente, differente dai precedenti comportamentisti. La teoria di
Bronfenbrenner sottolinea che la persona in via di sviluppo è integrata in una serie di
sistemi ambientali che interagiscono l’un l’altro e con la persona stessa, per
influenzarne lo sviluppo.
Egli ha proposto che l’ambient naturale in realtà consiste in contesti o sistemi che
interagiscono:
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ES: Se un divorzio colpisce i giovani di tutte le età, è meno probabile che gli
adolescenti, rispetto ai ragazzi più giovani si sentano in colpa di essere stati
loro la causa della rottura.
La socializzazione
La socializzazione è il processo attraverso il quale i bambini acquisiscono credenze,
atteggiamenti, valori e comportamenti considerati appropriati nelle loro società.
Le famiglie, sia che si tratta di famiglia nucleare, o estesa, sono dei sistemi sociali, nel
senso che, la famiglia, come il corpo umano è una struttura olistica. Consiste in parti
correlate tra loro, ognuna delle quali condiziona e a sua volta è condizionata da ogni
altra parte.
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Esiste una strategia, attraverso la quale i genitori guidano o sostengono la capacità di
un adolescente di prendere decisioni , chiamata promozione del funzionamento
intenzionale (PVF).
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CAPITOLO 15: IL CONTESTO DI SVILUPPO II: PARI,
SCUOLA E TECNOLOGIA
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Nella prima adolescenza , i ragazzi trascorrono più tempo con i compagni,
specialmente con gli amici più stretti, formando delle clique, un piccolo
gruppo di amici che interagiscono frequentemente. Spesso numerose clique,
con norme e valori simili si uniranno a formare gruppi più ampi, conosciuti
con il nome di crowd (compagnie). Clique e crowd aiutano gli adolescenti a
forgiare un’identità al di fuori della famiglia e aprono la strada alla formazione
di relazioni sentimentali.
1. Bambini popolari
2. Bambini rifiutati
3. Bambini controversi: piacciono a molti e non piacciono a molti
4. Bambini trascurati: raramente indicati dagli altri come piacevoli o
meno
5. Bambini di status medio: piacciono o non piacciono ad un moderato
numero di pari
La scuola come agente di socializzazione
Le scuole sono degli agenti di socializzazione.
Le scuole efficaci sono quelle scuole che hanno successo nel perseguire
obiettivi curriculari ed extracurriculari, indipendentemente dalle provenienze
etniche e socioeconomiche della popolazione degli studenti.
sostegno finanziario
dimensioni della scuola e della classe
un’atmosfera scolastica positiva e insicura
lavoro di squadra
Gli effetti della televisione sullo sviluppo dei bambini
Benché i bambini guardino molta tv e questa possa influenzare il loro
comportamento , la ricerca suggerisce che guardare la tv con moderazione
probabilmente non danneggia la crescita cognitiva dei bambini.
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viene trasmessa nei programmi televisivi e di interpretarla in modo
appropriato.
La violenza in televisione può favorire un comportamento aggressivo.
Lo sviluppo del bambino nell’era digitale
I bambini traggono benefici sia intellettualmente che socialmente dai
computer.
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