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Temi E Prospettive Della Psicologia Dello Sviluppo

1. Concetti generali
Per sviluppo si intende il PROCESSO EVOLUTIVO di un organismo, con MODIFICAZIONI di struttura
funzione e organizzazione.
Tale processo avviene per:
 MATURAZIONE INTRINSECA (sviluppo di capacità innate)
 INFLUENZA DALL’AMBIENTE
 APPRENDIMENTO
La piena conoscenza delle fasi evolutive costituisce un obiettivo auspicabile dal punto di vista
pedagogico e clinico perché permetterebbe lo sviluppo di modelli educativi adeguati e la
definizione di protocolli terapeutici efficaci. Ad oggi si è ancora lontani dal raggiungimento di tale
obiettivo e i modelli finora proposti da vari autori hanno descritto solo parzialmente la complessità
dello sviluppo umano.
2. Campo d’indagine
Nell’ambito della PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO la prima distinzione è da operare tra due branche
con diverso oggetto d’indagine:
1. PSICOLOGIA EVOLUTIVA (studia le fasi evolutive)
Osserva ciò che avviene dall’ infanzia (0-12 anni) fino all’adolescenza (12-18, fino ai 25
anni, tarda adolescenza). Due periodi ricchi di cambiamenti e importanti acquisizioni da
un punto di vista COGNITIVO, AFFETTIVO, EMOTIVO e FISIOLOGICO. Tali cambiamenti
(non solo individuali) rappresentano momenti importanti per ogni fascia d’età. In
ambito FISIOLOGICO e PSICOLOGICO, in termini di una crescita armonica nei diversi
piani dello sviluppo.
2. PSICOLOGIA DEL CICLO DELLA VITA
Studia l’adattamento delle persone alle FASI EVOLUTIVE e come esse acquisiscono
consapevolezza del CALENDARIO BIOSOCIALE (insieme di scadenze che caratterizzano i
passaggi evolutivi quali: matrimonio, figli, ecc.).
Sostenitore di questa branca ERIK ERIKSON (1902-1980).
Per lui l’obiettivo è l’acquisizione di un senso d’identità: la vita pone l’uomo dinanzi a
dilemmi sempre nuovi la cui gestione e superamento di volta in volta, conducono
l’uomo allo sviluppo della propria identità.

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A queste due principali impostazioni teoriche di aggiunge una terza visione:
3. PSICOLOGIA DELL’ARCO DELLA VITA
Sostenuta da VYGOTSKIJ (1896-1934) secondo il quale bisogna considerare il contesto
sociale e culturale in cui la persona è inserita, in quanto l’età cronologica non è
sufficiente a spiegare i cambiamenti comportamentali. Lo sviluppo psicologico avviene
attraverso una CRESCITA CONTINUA dove la suddivisione in fasi non è più così netta.
Prima di affrontare le diverse teorie dello sviluppo bisogna fare una serie di precisazioni:
 Lo sviluppo umano è un processo DINAMICO, costituito da una serie di cambiamenti che si
susseguono nelle diverse fasi della vita;
 Individuo e ambiente sono strettamente correlati e i concetti di cambiamento e sviluppo
devono essere inquadrati in una prospettiva INTERAZIONISTA e COSTRUTTIVISTA.
 L’unità psicofisica dell’individuo è raggiunta attraverso l’azione delle diverse funzioni
psicologiche dello sviluppo ovvero lo sviluppo:
o FISICO-MOTORIO;
o COGNITIVO;
o AFFETTIVO-EMOZIONALE;
o SOCIALE E DELLA PERSONALITA’;
o MORALE;
 Bisogna sempre considerare l’esistenza della:
o VARIABILITA’ INTERINDIVIDUALE (tra soggetti della stessa età);
o VARIABILITA’ INTRAINDIVIDUALE (ogni soggetto vive a modo proprio le fasi
dell’esistenza);
 Il concetto di STADIO deve sempre essere analizzato considerando l’influenza ambientale e
dell’esperienza personale.
3. Tre domande sullo sviluppo psicologico
Le diverse teorie dello sviluppo infantile si basano su tre questioni di fondo:
1. Qual è la natura del cambiamento che caratterizza lo sviluppo?
 NATURA QUANTITATIVA.
Lo sviluppo avviene per accrescimento, come somma e accumulazione progressiva
di piccoli cambiamenti nel tempo.

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Tale tesi è sostenuta dai comportamentisti quali PAVLOV, le cui teorie sono dette
anche STIMOLO-RISPOSTA (S-R), considerando il bambino un essere plasmabile, il
cui sviluppo e condizionato dall’ambiente.
 NATURA QUALITATIVA.
Il cambiamento è conseguenza di specifici cambiamenti evolutivi e costituisce una
trasformazione.
Tale tesi è sostenuta dalle TEORIE ORGANISMICHE (PIAGET, VIGOTSKIJ) secondo cui
l’individuo è costruttore delle proprie conoscenze e competenze e lo sviluppo è
determinato da fattori intrinseci, non tanto dall’ambiente.
2. Quali processi causano questo cambiamento?
 COMPORTAMENTISTI  le influenze ambientali determinano e modellano il
comportamento del bambino
 INNATISTI  lo sviluppo dipende dalla programmazione genetica, e l’ambiente può
solo modulare le fasi dello sviluppo.
 ORGANISMICI  vi è interazione tra fattori ambientali e genetici. L’esperienza
stimola competenze innate.
3. Si tratta di un cambiamento CONTINUO e GRADUALE o DISCONTINUO e IMPROVVISO?
 Teoria quantitativa (comportamentista)
Cambiamento graduale e continuo. L’individuo reagisce agli stimoli esterni e
all’esperienza mediante crescita e maturazione continua.
 Teoria qualitativa (organismica)
Il cambiamento è discontinuo; il passaggio da una fase all’altra avviene con
cambiamenti improvvisi che portano a nuove acquisizioni.
Esistono POSIZIONI INTERMEDIE che prevedono la compresenza di PROCESSI CONTINUI (all’interno
di ciascuno stadio) e DISCONTINUI (tra uno stadio e l’altro).
Anche nell’adulto possono verificarsi crisi di discontinuità evolutiva legate a momenti di profonde
trasformazioni (maternità/paternità, pensionamento, menopausa).
4. Concezioni scientifiche dello sviluppo nel corso del tempo
 VISIONE AMBIENTALISTA  John Locke (1632-1704)
Secondo questa visione il bambino nasce come una tabula rasa, non vi sono fattori
innati e lo sviluppo psicologico avviene mediante apprendimento dall’esterno.
 VISIONE NATURALISTA  Jean Jacque Rousseau (1712-1778)
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Esistono predisposizioni naturali su cui l’ambiente ha poca influenza. I bambini sono
buoni per natura, non hanno bisogno di guide morali né di imposizioni per uno
sviluppo normale, che avviene invece secondo il disegno della natura.
 VISIONE EVOLUZIONISTICA  Charles Darwin (1809-1882)
Con Darwin lo studio scientifico dell’infanzia diviene rigoroso. Egli era un assertore
dell’esistenza di ANALOGIE tra animali vertebrati e uomo. Punto chiave della sua
teoria è il concetto di ADATTAMENTO: ogni manifestazione psicologica è un
meccanismo di adattamento all’ambiente da parte dell’individuo.
Riguardo alle analogie tra uomo e animale, egli teorizzò l’esistenza di una
CONTINUITA’ BIOLOGICA tra vertebrati e uomini, dimostrabile attraverso le
DIFFERENZE INDIVIDUALI sono frutto dell’adattamento dell’uomo all’ambiente e
sono mantenute nel corso delle generazioni.
Darwin è dunque sostenitore della SELEZIONE NATURALE:
o In una 1a fase vi è lo sviluppo di una varietà di individui (fase regolata dalla
casualità);
o In una 2a fase gli individui vengono selezionati con il criterio della
sopravvivenza del più adatto (fase regolata dalla necessità).
Tale processo porta alla SPECIALIZZAZIONE cioè alla formazione di un gruppo di
individui diversi da quelli considerati all’inizio, in quanto hanno ereditato una
serie di caratteri maggiormente adattivi.
Gli assunti alla base del darwinismo:
 Metodo dell’osservazione e registrazione sistematica;
 Esistenza di variazioni tra individui della stessa specie;
 Analogie tra uomo e animale;
 Rapporto tra comportamento e ambiente, dallo studio del quale
nacquero:
 PSICOLOGIA COMPARATA  studio delle abitudini e
dell’intelligenza animale;
 ETOLOGIA  studio del comportamento animale nell’habitat
naturale;
 PSICOBIOLOGIA  basi biologiche del comportamento;
 NEUROFISIOLOGIA

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 APPROCCIO SOCIOLOGICO  Emile Durkheim (1858-1917)
In contrapposizione all’approccio evoluzionistico.
La società condiziona lo sviluppo psicologico, influenzando obiettivi e bisogni. Essa
fornisce i mezzi di assistenza e orienta le azioni individuali.
La personalità del singolo individuo si forma a partire dalla sua appartenenza a un
GRUPPO SOCIALE, in quanto egli è condizionato dalle leggi che regolano la vita
comunitaria.
La nascita della PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO come disciplina autonoma avvenne nel 1882 con
Wilhelm Preyer (1803-1889) che pubblicò il volume “LA MENTE DEL FANCIULLO”, basato
sull’osservazione di sua figlia (da 0 a 4 anni).
La sua teoria rappresenta una sintesi tra primato biologico e sociale.
5. Le principali teorie dello sviluppo
Vi sono 3 grandi filoni della psicologia dello sviluppo:
 IL COMPORTAMENTISMO e IL CONDIZIONAMENTO OPERANTE
Il cambiamento dipende da stimoli proposti dall’ambiente per cui il comportamento del
bambino è influenzato dall’ambiente esterno. Egli tenderà a ripetere comportamenti che
ottengono rinforzi positivi e a eliminare quelli che ottengono rinforzi negativi.
Il FOCUS D’INDAGINE è rappresentato dai processi di apprendimento, la metodologia usata
è la sperimentazione in laboratorio e l’osservazione sistematica. L’apprendimento è di tipo
ASSOCIATIVO, PER STIMOLO-RISPOSTA e comprende il condizionamento classico, quello
operante e l’apprendimento di risposte combinate:
 CONDIZIONAMENTO CLASSICO: (Pavlov 1849-1936)
Pavlov osservò il legame tra stimoli e risposta nei cani sottoposti a determinate
stimolazioni: l’ASSUNZIONE DI CIBO (stimolo incondizionato) produceva aumento
della salivazione (risposta incondizionata). Inserendo uno stimolo neutro come il
SUONO DI UN CAMPANELLO (stimolo condizionato) ottenne comunque un aumento
della salivazione (risposta condizionata) anche eliminando la somministrazione del
cibo. Questo a conferma dell’avvenuto apprendimento della risposta incondizionata
per via associativa.
 CONDIZIONAMENTO OPERANTE: (Torndike 1874-1936, Skinner 1904-1990)
L’apprendimento avviene mediante il RINFORZO di una delle risposte presenti nel
contesto.
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Esperimento: se un topo in gabbia otteneva cibo (rinforzo) premendo casualmente
una leva, apprendeva e l’abbassava di nuovo per ottenere ancora cibo.
Da ciò deriva l’assunto che RINFORZI POSITIVI portano alla ripetizione del
comportamento, RINFORZI NEGATIVI lo estinguono.
I rinforzi si distinguono in:
 PRIMARI soddisfano i bisogni primari come fame e sete
 SECONDARI
Nella moderna psicologia dello sviluppo si è passati allo studio dui bambini e sono
state fatte osservazioni sul RIFLESSO DELLA SUZIONE per capire se il
condizionamento classico è applicabile.
 TEORIA DELL’APPRENDIMENTO SOCIALE (Albert Bandura 1925)
Effettuò esperimenti sui bambini. Osservò che l’apprendimento avviene attraverso
l’osservazione di altre persone e l’imitazione di comportamenti di un altro individuo che ha
la funzione di modello, mediante il PROCESSO DI RINFORZO VICARIANTE (osservando e
ricordando qualcuno che viene premiato per un comportamento, l’osservatore è
incoraggiato a imitarlo, al contrario, guardare qualcuno che viene punito provoca
comportamento opposto).
I rinforzi non derivano più dall’ambiente esterno, ma dall’elaborazione individuale degli
stessi (RINFORZI INTRINSECI).
 APPROCCIO ORGANISMICO (PIAGET, VYGOTSKIJ, WERNER, BRUNER)
Il bambino è attivo costruttore delle proprie conoscenze e competenze e lo fa attraverso un
continuo interscambio con l’ambiente. Vi è interazione tra fattori genetici e ambientali;
l’esperienza stimola competenze già presenti.
 TEORIA STADIALE  PIAGET (1896-1980)
In tale teoria Piaget ha descritto in modo preciso e dettagliato le singole fasi dello
sviluppo (che nasce da interazione tra individuo e ambiente).
L’individuo migliora la propria organizzazione di pensiero mediante GLI INVARIANTI
FUNZIONALI ovvero:
 ORGANIZZAZIONE
 ADATTAMENTO
 EQUILIBRAZIONE
 VIGOTSKIJ (1896-1937)

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Egli afferma che lo sviluppo mentale origina dall’ INTERIORIZZAZIONE DELLE NORME
CULTURALI. Il bambino sin dalle prime modalità di comunicazione possiede un’attività
intellettiva condizionata dal contesto.
Gli studi di Vigotskij si basano su:
 ACQUISIZIONE DEL LINGUAGGIO
 COSTUZIONE DI CONCETTI la quale si evolve attraverso l’osservazione di come dei
bambini procedevano nel riordinare pezzetti di legno su cui scrivevano sillabe.
Tali fasi sono:
 FASE DEI MUCCHI materiale assemblato senza differenziazioni;
 FASE DEI COMPLESSI (età scolare)  organizzazione basata su legami irrilevanti;
 FASE DEGLI PSEUDOCONCETTI (fino all’adolescenza) classificazione in base a
caratteristiche esterne;
 FASE DEI CONCETTI capacità di organizzazione in base ad ASTRAZIONE e
GENERALIZZAZIONE.
 WERNER (1890-1964)
Secondo Werner lo sviluppo psicologico avviene secondo il PRINCIPIO DELLA
CRESCENTE ORGANIZZAZIONE. Si parte da un insieme indifferenziato procedendo per
tappe alla differenziazione e organizzazione gerarchica. Le nuove acquisizioni nei diversi
periodi di vita si affiancano a quanto il bambino ha già appreso ma a un livello
gerarchico superiore. Lo sviluppo psicologico procede da una COMPRENSIONE GLOBALE
della realtà e della sfera intrapsichica (emozioni e sensazioni) a una COMPRENSIONE
ANALITICA.
 BRUNER (1915-2016)
Per sviluppo egli intende lo SVILUPPO COGNITIVO, legato alle strategie messe in atto
per affrontare le situazioni in determinati contesti. Secondo Bruner i processi mentali
hanno fondamento seriale. La prima modalità di conoscenza è l’AZIONE
(rappresentazione esecutiva), consistente nell’esplorazione che il bimbo fa
dell’ambiente per ottenere la conoscenza di esso e della realtà.
Fino a 7 anni la rappresentazione è ICONICA e corrisponde alle IMMAGINI MENTALI che
il bambino si costruisce in base all’esperienza (riorganizzazione della realtà).
La RAPPRESENTAZIONE SIMBOLICA invece subentra con l’acquisizione del LINGUAGGIO,
che rappresenta lo strumento di CODIFICA e DECODIFICA della realtà.

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 APPROCCIO PSICANALITICO
 FREUD (1856-1939)
L’individuo è considerato un ORGANISMO SIMBOLICO capace di attribuire significato a
se stesso e all’ambiente. Tale approccio vede il cambiamento come l’ESITO DI CONFLITTI
INTERNI (amore/odio, serenità/ansia).
Freud ha elaborato la teoria psicoanalitica, secondo la quale lo sviluppo è un susseguirsi
di FASI PSICOSESSUALI.
 ERIKSON
Aggiunge alla dimensione psicosessuale, quella sociale dividendo il ciclo di vita in 8 età
e secondo lui lo sviluppo dura per l’intero arco della vita.

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