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PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO

Bonino (2001), studio dell‟intero ciclo della vita, considerare lo sviluppo in maniera
profondamente differente e con una mutata prospettiva. Le funzioni psichiche subiscano dei
mutamenti evolutivi, in un processo incessante di modificazione, in cui momenti di continuità
si alternano a momenti, più o meno drammatici, di frattura e di discontinuità

Quando nasce la Psicologia dello Sviluppo?

Nasce a fine ‘800 all’ interno di un clima culturale particolare:

Fiducia positivistica nella scienza e nelle sue applicazioni ,Influssi derivanti dalle recenti
scoperte in ambito biologico, con l‟evoluzionismo di Darwin.

Nasce dalla crescente consapevolezza che il mondo mentale del bambino è qualitativamente
diverso da quello adulto. Hall (1844-1924) è stato il primo a rendersi conto che il mondo
mentale del bambino è diverso da quello dell‟adulto.

Teoria comportamentista di John Watson (1928) influenza il modo di pensare l‟infanzia.


Watson sostiene che il comportamento dei bambini possa essere trasformato in qualunque
cosa la società a cui essi appartengono desideri, attraverso l‟osservazione e la modificazione
dell‟ambiente

Il comportamentismo

La psicologia deve avere come unico oggetto di studio il comportamento. Ogni


apprendimento è frutto di processi di condizionamento. Solo descrizioni obiettive in termini di
stimolo risposta.

L‟apprendimento si basa innanzitutto su due tipi di condizionamento: classico e operante.

PAVLOV - Condizionamento classico - studi sui cani, condizionare la risposta di salivazione


sia alla vista dello stimolo cibo (stimolo incondizionato che produce un
riflesso incondizionato: la salivazione) sia dopo uno stimolo completamente
nuovo come un suono (stimolo condizionato e riflesso condizionato

Skinner – condizionamento operante - Apprendimento di risposte nuove studi sui ratti:


esperimento della scatola….il ratto dopo diverse prove «impara» che se preme
una leva posizionata all‟interno della scatola può ricevere cibo
I comportamentisti non sono interessati a comprendere ciò che avviene all‟interno della
mente, ma solo al comportamento osservabile dall‟esterno attraverso esperimenti.

L’ approccio comportamentalista manca della transizione da una fase all‟altra con il


trascorrere dell‟età, considerando l‟interazione fra dati biologici e influenze ambientali

Bandura: teoria apprendimento sociale

Si basa sull‟assunto che ambiente e comportamento siano in relazione reciproca attraverso il


sistema cognitivo della persona. Importanza apprendimento imitativo basato
sull‟osservazione del comportamento di altri. Costrutto centrale della teoria socio-cognitiva di
Bandura è il senso di Autoefficacia.

DOPO IL 1950 (Piaget , Bruner) si ha esigenza di spiegare e non solo più di descrivere i
fenomeni , introduzione della sperimentazione. Emerge un immagine di bambino che va oltre
la semplice conoscenza ingenua esplora l‟ambiente, capace di elaborare precocemente le
informazioni, dà spiegazioni, capace di costruire una sua rappresentazione della realtà

DAL 1970: Bowlby ( teoria dell‟attaccamento), Bandura (teoria apprendimento sociale),


Bruner (pensiero narrativo), Baltes e Reese (prospettiva del ciclo di vita) esigenza di andare
oltre l‟”artificialismo” delle situazioni di laboratorio, maggiore attenzione per lo studio dello
sviluppo in situazioni di vita reale equotidiana.

La psicologia del ciclo di vita

Verso la fine degli anni settanta, propone di studiare i cambiamenti psicologici che avvengono
negli individui dal momento della nascita sino alla morte (Baltes, Reese e Lipsitt 1980.

Gli approcci teorici allo sviluppo come ciclo di vita contemplano, tra l‟altro, la “teoria del
corso della vita” di Glen Elder, una nuova visione dei cambiamenti sociali, dei percorsi di vita e
dello sviluppo individuale, intendendoli come modi di continuità e cambiamento del
comportamento. Riconosce l'importanza delle "transizioni della vita" nel determinare lo
sviluppo e non ritiene che certi eventi siano caratteristici di determinati stadi evolutivi ma li
considera, come le diverse reazioni che essi provocano negli individui.

Come Bronfenbrenner mette in risalto l'interdipendenza dei cicli di vita degli individui
appartenenti agli stessi microsistemi

I MODELLI TEORICI ATTUALI DELLA PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO


MODELLO = un insieme di elementi che ci consente di descrivere un fenomeno e di spiegarne
i meccanismi del suo funzionamento

età evolutiva : ruolo attivo del bambino dalla nascita; percorso non lineare; età adulta: non è
un periodo di stabilità; sono possibili nuovi apprendimenti; non si raggiunge uno sviluppo
ottimale; età senile: grazie alla plasticità neuronale sono possibili nuove acquisizioni e nuovi
apprendimenti.

PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO NELLA PROSPETTIVA DEL CICLO DI VITA

Lo sviluppo riguarda tutta l’esistenza (Baltes e Reese,1986). Non c’è più solo attenzione per il
passato, ma anche per il presente ed il futuro; lo sviluppo avviene nel tempo.

I MODELLI DETERMINISTICI ED UNICAUSALI

Sono modelli che facevano risalire ad una o poche cause, in modo deterministico, la
spiegazione del comportamento umano. Le spiegazioni deterministiche ed unicausali hanno
ricercato la causa del comportamento e dello sviluppo umano nell’ambiente o nei fattori
biologici: CAUSALITÀ LINEARE ED INFLUENZA UNIDIREZIONALE

I MODELLI PROBABILISTICI E MULTICAUSALI

Introducono una visione sistemica. L’attenzione è per modificazioni ed interazioni delle


variabili lungo il tempo. Quando il numero delle variabili supera una soglia diventa impossibile
predire nel tempo le conseguenze di un mutamento all’interno di un sistema. L’ approccio è
centrato sull’individuo e sul sistema persona-ambiente

L’analisi e la previsione, impossibile in termini deterministici ed unilineari, può essere


effettuata in termini di probabilità. I modelli probabilistici pongono la sfida per una
conoscenza più approfondita dei fattori e dei processi

la relazione individuo-ambiente forma un sistema integrato e dinamico, di cui sia l’individuo


che l’ambiente sono elementi inseparabili e che si influenzano reciprocamente Magnusson,
Stattin, 1997

Non è possibile considerare isolatamente ed in modo deterministico ed unidirezionale


l’ambiente e l’individuo perché vi è un interazione dinamica tra essi.

Il principio dell’interazione dinamica riguarda:

- sia i processi che si realizzano all’interno delle strutture mentali dell’individuo


- sia i processi che avvengono all’interno dell’ambiente
- sia infine i processi che si realizzano nella relazione tra i fattori individuali e quelli
ambientali.

LA PERSONA
E’ un sistema che opera in modo attivo e finalizzato, che costruisce il proprio sviluppo e
si autoregola
L’ambiente
L’ambiente non è immobile nel tempo. L’individuo agisce sull’ambiente modificandolo
e selezionandolo. L’ottica interazionista privilegia l’analisi dell’ambiente così come esso
è percepito.

I DIVERSI TIPI DI AMBIENTE


 Ambiente prossimale, il contesto più prossimo, più vicino alla persona, ad esempio la
famiglia
 Ambiente distale (ad esempio il sistema sociale in cui la famiglia è inserita)
Vi è una continua interazione, rapporti di reciproca influenza
 Ambiente condiviso/non condiviso (Dunn e Plomin 1990): la famiglia è un ambiente
uguale per tutti (condiviso) solo in apparenza: esperienze di tutti sono vissute
diversamente da ciascuno (per esempio l’ arrivo di un nuovo fratellino)

La Teoria dei sistemi ecologici di Urie Bronfenbrenner (1979, 1992)


Bronfenbrenner (1917-2005) propone una visione ecologica più ampia di ambiente,
secondo la quale qualsiasi evento o condizione esterna all’organismo si presume
influenzi o sia influenzato dallo sviluppo della persona. Si rifà alla teoria di campo di
Kurt Lewin (1951)

L’ambiente ecologico è rappresentato da insiemi contenuti uno nell’altro che


rappresentano differenti livelli di analisi

MICROSISTEMA: È il livello in cui le unità interpersonali minime, le diadi (insieme due


elementi) si rapportano al loro interno e tra loro. È costituito dalle interazioni fra gli
attori che partecipano (es famiglia , classe scolastica)

MESOSISTEMA: “sistema di microsistemi” , relazioni tra due o più microsistemi. Due o


più contesti in cui il soggetto partecipa direttamente e alle loro connessioni ( relazione
tra amici e famiglia )
ESOSISTEMA : Interconnessione tra due o più contesti sociali, in cui almeno uno dei
due è esterno all’azione del soggetto ma esercita un’ influenza (esempio di esosistema
è la relazione tra vita familiare e lavoro dei genitori)

MACROSISTEMA Comprende le istituzioni politiche ed economiche ma anche i valori e


la cultura che vengono trasmessi da una generazione alla successiva.
Le risorse socioculturali di un contesto incidono significativamente sullo sviluppo degli
individui

il rapporto tra maturazione ed esperienza

• I fattori genetici delineano l’ambito delle potenzialità di sviluppo ma non la sua


realizzazione
I fattori biologici costituiscono l’insieme delle condizioni che rendono possibile un certo
funzionamento psichico lungo lo sviluppo.
Prima di una certa maturazione non è possibile anticipare con l’addestramento o con
l’apprendimento una certa acquisizione, la maturazione biologica non determina di per
sé la comparsa di un’acquisizione senza un ambiente adatto .Esistono dei periodi
sensibili nei quali alcuni nuovi apprendimenti e cambiamenti sono maggiormente
probabili.
IL CAMBIAMENTO È SEMPRE IL RISULTATO DI INFLUENZE MOLTEPLICI CHE AGISCONO
CONGIUNTAMENTE IN MODO NON LINEARE
Epigenesi: lo sviluppo comporta l’emergere sequenziale di nuove strutture e funzioni
che risultano dall’interazione dinamica tra le diverse componenti di un sistema

Continuità e discontinuità lungo lo sviluppo


La prospettiva del ciclo di vita introduce una dimensione temporale di sviluppo molto
ampia
Continuità e discontinuità riguardano la stabilità nel tempo di alcune caratteristiche,
cognitive o relazionali, di una persona . si riferiscono a due aspetti:

- comportamento manifesto, uno sviluppo è definito continuo quando la natura del


nuovo comportamento può essere prevista in base al comportamento precedente
- i processi, lo sviluppo è considerato continuo quando si ritiene che per tutto il suo
corso agiscano gli stessi processi, mentre è discontinuo quando si ritiene che agiscano
processi diversi.

I CONCETTI DI STADIO (ES. PIAGET) E DI FASE (ES. FREUD)

Individuano dei modi diversi di affrontare il mondo, caratteristici di un’età e diversi lungo il
tempo.

SECONDO IL MODELLO COSTRUTTIVISTA E STADIALE DI PIAGET: lo sviluppo cognitivo non è


affatto continuo; bensì esso è strutturalmente discontinuo, organizzato in stadi
qualitativamente differenziati sulla base della maturazione;la sequenza degli stadi è invariante

SECONDO IL MODELLO FREUDIANO: lo sviluppo psicosessuale avviene per una spinta


maturativa, in modo sequenziale, attraverso fasi discontinue tra loro, che introducono dei
mutamenti qualitativi

Riguardo allo sviluppo cognitivo in particolare: no décalages orizzontali (differenze nelle


prestazioni fra compiti differenti ad un certo periodo dello sviluppo. Si ai décalages verticali
( cambiamenti qualitativi tra uno stadio e l’altro)

 La variabilità interindividuale è l’insieme delle variazioni che una certa funzione


psichica presenta in individui diversi della stessa età;
 intraindividuale è l’insieme delle variazioni che, all’interno dello stesso individuo,
riguardano le varie funzioni psichiche

Tali concezioni sono state messe in discussione da Vygotskij, che sottolineavano


l’importanza della cultura e dell’ambiente sociale nello sviluppo, lo sviluppo biologico
definisce solo l’ambito delle possibilità e non la loro concreta realizzazione

• Per Vygotskij, la zona di sviluppo prossimale definisce: «quell’area che si colloca tra il
livello di sviluppo di un individuo, in un momento definito, ed il suo livello potenziale non
ancora raggiunto ma raggiungibile con l’aiuto dell’adulto che rende disponibili gli
strumenti della cultura».

• Per Bruner, importanza dei fattori sociali, culturali e storici, lo sviluppo biologico quindi,
«non è la causa dello sviluppo psichico o del comportamento, ma rappresenta soltanto
l’insieme delle condizioni e dei vincoli per lo sviluppo e per l’azione umana
CONFLITTO SOCIO-COGNITIVO (Doise e Mugny, 1981): a certe condizioni in un certo
ambito (ad esempio nella conservazione dei liquidi) è possibile anticipare modalità di
ragionamento più evolute quando si è costretti a prenderle in considerazione all’interno di
un’interazione sociale.

VERSO I PERCORSI DI SVILUPPO INDIVIDUALIZZATI E DIFFERENZIATI

Lo stadio può essere definito come una possibile successione, legata allo sviluppo biologico,
che segue una certa progressione. Il passaggio da uno stadio all’altro non è indipendente
dall’esperienza e dalle influenze ambientali. Oggi si utilizza il concetto di percorsi di sviluppo =
si tratta di percorsi possibili, fortemente individualizzati e differenziati, che sono il risultato
della complessa interazione, lungo il tempo, dell’individuo e del suo ambiente.

PUNTI DI SVOLTA (eventi significativi che possono imprimere una svolta allo sviluppo)
possibilità di cambiare la nostra traiettoria di vita , cambiamento più o meno brusco in un
particolare momento dello sviluppo.

Qual è l’obiettivo della psicologia dello sviluppo?

DUE OBIETTIVI:

 identificare i fattori che operano nel funzionamento psichico umano lungo il ciclo di
vita
 identificare e comprendere i meccanismi attraverso i quali tali fattori operano
 Comprendere come maturazione ed esperienza portano a strutture e modelli di
comportamento nuovi

Sviluppo e cambiamento non sono sinonimi: non tutto ciò che rappresenta un cambiamento
in un’acquisizione o in un processo psichico, è uno sviluppo. Lo sviluppo comporta
cambiamenti relativamente duraturi, e tali da incrementare o rendere più complessa
l’articolazione dei tratti strutturali e funzionali della persona mantenendo al tempo stesso
un’organizzazione coerente .

Ambiente ottimale = quello che riesce ad offrire ad ogni soggetto, in relazione alle sue
potenzialità, le migliori condizioni di sviluppo, nei vari momenti del ciclo di vita

CICLO DI VITA

Baltes, Reese, Lipsitt (1980) sono gli autori della prospettiva teorica del ciclo di vita (Life-Span),
secondo cui lo sviluppo degli individui ha luogo lungo tutta la loro esistenza.
Sostengono che le tendenze relative all’età, punto forte della psicologia dello sviluppo
tradizionale, costituiscono solo uno dei tre tipi di influenza che operano per tutto il ciclo della
vita:

 Le influenze normative secondo l’età, riguardano i fattori che hanno stretta relazione
con l’età cronologica ( es pubertà)
 Le influenze normative secondo la storia sono quelle che dipendono dalle condizioni
storiche, in cui hanno vissuto la maggioranza delle persone di una data generazione
(coorte, es carestia)
 Gli eventi non normativi non sono né correlati all’età, né alla storia. Si tratta di eventi
che possono accadere nella vita di un singolo individuo a qualunque età ed in
qualunque condizione storica (es incidente)

LA RICERCA SCIENTIFICA E LO STUDIO DELLO SVILUPPO


LA RICERCA SCIENTIFICA E LO STUDIO DELLO SVILUPPO

Approccio basato sulla ricerca scientifica:

TEORIA , insieme di idee legate tra loro in maniera coerente

IPOTESI, supposizione che può essere verificata

METODO DI RICERCA ,riferimento al processo della ricerca ed è strettamente legato alla teoria della ricerca
stessa

IL DISEGNO DI RICERCA è la descrizione formale del modo in cui sono trattate le variabili prese in esame.

DISEGNI DI RICERCA LONGITUDINALI


prendono in esame un soggetto o un gruppo di soggetti e li esaminano lungo un periodo temporale.

VANTAGGIO: consentono di individuare relazioni tra eventi antecedenti e conseguenti; ci informano


sull’andamento nel tempo del cambiamento, sulla sua stabilità e sul modo in cui le variabili cambiano

SVANTAGGIO: tempi lunghi, perdita di soggetti, necessità di adattare gli strumenti

DISEGNI DI RICERCA TRASVERSALI


confrontano i dati, ottenuti contemporaneamente, di soggetti appartenenti a gruppi di età diverse

VANTAGGI • producono risultati in tempi brevi; meno impegnativi e

SVANTAGGI •ci informano sui prodotti più che sui processi

• non permettono di conoscere il modo in cui gli individui cambiano nel tempo
NON permettono quindi di controllare: la continuità o discontinuità dello sviluppo; l’ effetto storia e quello
coorte ( individui che condividono stesse esperienze)

DISEGNI DI RICERCA LONGITUDINALI-SEQUENZIALI

Gruppi di soggetti di età diverse sono seguiti longitudinalmente sino a che l‟età di ciascun gruppo non si
sovrappone, se non ci fosse alcun effetto del tempo i due gruppi della stessa età (anche se nati in anni diversi)
dovrebbero risultare omogenei.

1) IL METODO SPERIMENTALE (‘900)

introduce il problema della ricerca dell‟obiettività. un fenomeno non viene solo osservato e descritto,
entrano in gioco i concetti di: MANIPOLAZIONE, cioè lo sperimentatore organizza attivamente la situazione
sperimentale

V.I. = variabile indipendente, quando viene assunta come causa o come concausa (es. feste natalizia,
stanchezza,…) rispetto a una o più variabili dipendenti.

V.D. = variabile dipendente, quando è considerata come effetto o come conseguenza di una o più variabili
indipendenti (es. diminuzione dell‟impegno scolastico)

ESPERIMENTO : si vuole indagare se l’esposizione dei bambini ad un clima di tensione e di violenza possa
contribuire ad aumentare il loro livello di aggressività.

I risultati mostrano che un’esposizione a situazioni interattive di conflitto possono incrementare i


comportamenti aggressivi dei bambini. La modificazione del comportamento che si presume sia influenzata
dalla variabile indipendente è definita VARIABILE DIPENDENTE

METODO SPERIMENTALE (sintesi

• Scopo: spiegare la relazione causa-effetto tra due fenomeni.

• Modalità: introdurre alcune variazioni intenzionali e controllarne sistematicamente gli effetti

• manipolazione della variabile indipendente(esperimento)

VARIABILI INTERVENIENTI: tutti i fattori che possono influenzare il fenomeno e che non vengono
manipolati. le procedure per controllare le variabili intervenienti sono:

-casualizzazione (assegnazione casuale dei soggetti al GS e al GdC)

-il disegno tra i soggetti (confronto tra due gruppi omogenei)

-il disegno entro i soggetti (sottoponendo lo stesso gruppo sia alla condizione sperimentale, sia a quella di
controllo)

METODO QUASI SPERIMENTALE


Nel METODO QUASI SPERIMENTALE il ricercatore prende le condizioni così come compaiono in natura
IN SINTESI :

• Scopo: spiegare la relazione causa-effetto tra due fenomeni.

• Modalità: utilizzare le condizioni così come si presentano in natura per valutarne gli effetti sullo sviluppo.

Il quasi esperimento non raggiunge la stessa validità interna degli esperimenti veri e propri

LE RICERCHE CORRELAZIONALI

Con il METODO CORRELAZIONALE il ricercatore non cerca di individuare nessi causali tra le variabili, ma
semplicemente considera le loro associazioni. Diversi tipi di correlazione

Correlazione positiva: le due variabili cambiano nella stessa direzione (ad esempio, livello di aggressività dei
bambini e quantità di spettacoli televisivi violenti).

Correlazione negativa: all’ aumentare di una variabile, l‟altra diminuisce (ad esempio, livello di ansia e
prestazione)

. Correlazione nulla: quando tra le due variabili non c‟è relazione (ad esempio, livello di intelligenza e
dimensioni craniche).

IN SINTESI

Scopo: spiegare se e in che misura le variabili sono associate fra loro.

Modalità: indagare se al variare di una variabile si associa il variare di un‟altra ed in che modo

La validità della ricerca riguarda la verità o l‟esattezza delle conclusioni a cui il ricercatore arriva

VALIDITÀ INTERNA, riguarda la logica delle relazioni tra variabili indipendente e dipendente

VALIDITÀ ESTERNA , riguarda l‟applicabilità dei risultati ad un‟altra situazione

La validità esterna è in relazione al concetto di validità ecologica di Bronfenbrenner: deve esserci


corrispondenza tra la percezione della situazione che ha il soggetto della ricerca/l’osservato e quella che ha
il ricercatore/osservatore

METODO OSSERVATIVO

E‟ il primo metodo usato in psicologia, fine ‘800

L‟osservazione quotidiana NON E‟ SCIENTIFICA perché: • sporadica, • occasionale

Viene utilizzata per dare un‟interpretazione in relazioni ai fini della vita quotidiana

IN SINTESI

Scopo: descrivere la complessità dello sviluppo in situazioni reali o il più possibile vicine alla realtà
Modalità: condizioni naturalistiche e controllata in ambiente artificiale e naturale

L‟OSSERVAZIONE NATURALISTICA

Vantaggi: consente di osservare i comportamenti così come accadono in natura

Svantaggi: Richiede molto tempo. Non è detto che nelle sessioni di osservazione si manifestino i
comportamenti oggetto di indagine

OSSERVAZIONE CONTROLLATA

sperimentatore interviene attivamente a stimolare i comportamenti oggetto di osservazione, sia in ambienti


naturali che in laboratorio

Vantaggi: consente di «controllare» alcune variabili che possono influenzare la situazione di indagine e di
stimolare la comparsa dei comportamenti che si vogliono osservare.

Svantaggi: Ambiente non naturale; I soggetti sanno di essere osservati; comportamenti non del tutto spontanei

DIFFERENZE TRA METODO SPERIMENTALE E OSSERVATIVO


il metodo sperimentale privilegia l‟ambiente artificiale, ha una minore validità esterna, maggiore controllo.

VANTAGGI:

• possibilità di eliminare parte dei fattori di disturbo;

• possibilità di ripetizione per verificare la correttezza dei risultati ottenuti

SVANTAGGI:

• nelle scienze sociali può essere impossibile manipolare alcune variabili;

• è sempre necessario rispettare le regole etiche di una disciplina

Validità interna ed esterna nelle e ricerche quasi-sperimentali o correlazionali

Non raggiungono la stessa validità interna delle ricerche che utilizzano il metodo sperimentale, dal momento
che non permettono di :

• escludere altre possibili spiegazioni (concause)

• individuare la direzione della relazione

IL METODO CLINICO-CRITICO DI PIAGET


Il metodo clinico-critico di Piaget combina

 osservazione (condizioni libere di rilevazione);


 sperimentazione (intervento attivo e manipolazione delle condizioni che provocano il comportamento);
 colloquio clinico (colloquio libero dove il ricercatore non segue un piano preordinato di domande, ma
si lascia guidare dalla risposte del bambino, orientandolo progressivamente verso argomenti critici)

permette di: registrare il comportamento nella ricchezza e variabilità con cui si manifesta; introdurre
controlli sistematici per fare emergere certe azioni e verificare la correttezza. L‟interesse è per l‟indagine
del funzionamento mentale più che per il numero di soluzioni corrette e scorrette

Il metodo critico è una rielaborazione di questa forma di colloquio, le domande vertono su prove
standardizzate. Svantaggio: la validità è affidata interamente alla capacità del ricercatore,rischio guidare
troppo il bambino.

Per quanto riguarda gli strumenti, sono importanti:

- ATTENDIBILITÀ (stabilità dello strumento)


- VALIDITÀ DELLO STRUMENTO ( capacità di misurare ciò che realmente si vuole)
Gli strumenti non danno mai misure assolute ma sempre relative
Alcuni strumenti prevedono :

autovalutazione, come il questionario o l‟intervista, sono le rappresentazioni e le costruzioni mentali


dell‟individuo a guidare la sua azione . Criteri validi : • spiegazione obiettivi, • sottolineare importanza
del suo contributo, • restituzione almeno di una parte dei risultati • evitare le risposte suggerite
(checklist)

una eterovalutazione , permettono di cogliere il punto di vista di altri soggetti, come insegnanti,
genitori, riferiscono come si «comporta» il soggetto in determinate situazioni. Un esempio particolare
sono le scale di nomina tra pari, che permettono di valutare la posizione di un individuo all‟interno di
un gruppo. È un adattamento della Tecnica Sociometrica di Moreno .Consistono nel chiedere ai
componenti di un gruppo di indicare con chi vorrebbero o non vorrebbero condividere una certa
attività
JEAN PIAGET Svizzera 1896-1980
Piaget ipotizza che: lo sviluppo proceda senza improvvise modificazioni, ma attraverso un
lento e graduale processo di adattamento del bambino

Le strutture interne dell’organismo si modificano continuamente per assolvere a bisogni nuovi


o anche vecchi, ma in condizioni mutate; Tali modificazioni sono il risultato dell’interazione
continua tra due processi che presiedono agli scambi tra il soggetto e l’ambiente:
assimilazione e accomodamento

ORGANIZZAZIONE relazioni tra l’organismo e le sue parti;

ADATTAMENTO relazioni tra l’organismo e l’ambiente; comprende due processi:

• assimilazione, azione con cui l’organismo incorpora qualcosa


• accomodamento, azione con cui l’ambiente costringe l’individuo a cambiare le sue azioni
(materiali o mentali) su di esso

Processo di sviluppo : CONTINUITA = funzioni invarianti ( adattamento, organizzazione)


DISCONTINUITA = stadi di sviluppo

STADI DI SVILUPPO

Attraverso gli stadi vengono descritti modi diversi di affrontare il mondo. Lo sviluppo è
considerato un processo di maturazione, intrinseco all’organismo stesso

Secondo Piaget lo sviluppo avviene attraverso una successione di stadi.

Caratteristiche della successione:

• Fra stadi si verificano cambiamenti qualitativi

• I cambiamenti sono lenti, graduali e quantitativi

• Gli stadi si integrano fra loro in modo gerarchico: gli stadi precedenti vengono integrati in
quelli successivi.

• La sequenza stadiale è invariante: i comportamenti associati agli stadi emergono in un


ordine che non può essere mutato.

• La sequenza stadiale è universale: è la stessa per tutti i bambini.

La conoscenza non deriva dalla ricezione di stimoli o informazioni, ma dall’azione

AZIONI MOTORIE = percezioni immediate e movimenti del corpo

AZIONI MENTALI = riproduzione del pensiero immagini o eventi; operazione su essi con
confronti

Per rappresentare e interpretare le esperienze l’individuo crea delle strutture


mentali/cognitive

SCHEMI= modello di pensiero o di azione . 3 tipi di schema :

d’azione o senso-motori simbolico operatorio

STADIO ETA ORGANIZZAZIONE

Stadio dei riflessi Alla nascita Riflesso


Stadio sensomotorio Fino a 18/24 mesi Schema
mentali

Stadio preoperatorio Età prescolare 2-6/7 anni


Rappresentazione

Stadio operatorio concreto Da 6/7-11/12 anni Operazioni


concrete

Stadio operatorio formale Da 11/12 anni Operazioni formali

STADIO SENSIMOTORIO 0-2 ANNI

1 RIFLESSI 2. INTERAZIONE CON L’AMBIENTE ATTRAVERSO PERCEZIONI E AZIONI 3.


REAZIONI CIRCOLARI PRIMARIE, SECONDARIE E TERZIARIE 4. PROGRESSIVA PERMANENZA
DELL’OGGETTO 5. EMERGERE DELLA CAPACITÀ RAPPRESENTATIVA

La risposta del bambino alla realtà è di tipo sensoriale e motorio. Il bambino reagisce
all’immediato, non fa progetti, non ha scopi Queste rappresentazioni interne compaiono alla
fine del periodo sensomotorio (18 mesi).

nozione di permanenza dell’oggetto = comprensione del fatto che gli oggetti e gli eventi
continuano ad esistere anche quando non possono essere rilevati dagli organi di senso

Nel secondo anno di vita fa la sua comparsa il gioco simbolico in cui il bambino agisce “come
se”: egli simula eventi, azioni, circostanze del mondo reale. È necessario un distaccamento dal
mondo reale che consente al bambino di tenere separate realtà e finzione

PASSAGGIO AL PENSIERO PREOPERATORIO (18-24 mesi)

Principali manifestazioni : - Imitazione differita - Gioco simbolico - Linguaggio

Si riferiscono a una realtà non percepita in quel momento e la evocano

STADIO PREOPERATORIO 2 - 7 ANNI

1. CAPACITÀ RAPPRESENTATIVA 2. PENSIERTO INTUITIVO 3. EGOCENTRISMO

4. EMERGERE DELLA CAPACITÀ DI REVERSIBILITÀ

l pensiero non è in grado di andare oltre all’apparenza e al dato percettivo


Il pensiero è intuitivo e pre-logico.

La caratteristica principale del pensiero è quella di affrontare i problemi focalizzandosi su un


solo elemento per volta. È sostanzialmente caratterizzato da egocentrismo: incapacità di
distanziarsi dal proprio punto di vista e non è ancora reversibile

EGOCENTRISMO = Caratteristica di funzionamento della mente che spinge il soggetto a


guardare la realtà unicamente dal suo punto di vista

FASI DELL’ EGOCENTRISMO

• 0-2 anni (e. assoluto) incapacità del bambino di dissociare tra le proprie azioni e le
trasformazioni dell’oggetto.
• 2-7anni periodo preoperatorio (e. intellettuale) incapacità di differenziare tra il proprio
punto di vista e quello degli altri.
• 10 anni in poi (e. adolescenziale) indifferenziazione tra il proprio punto di vista di persona
e il gruppo sociale

SVILUPPO CONOSCENZE
1 Fenomenismo: capacità di rilevare solo ciò che è immediatamente evidente
2 Sincretismo: collegare concetti e contenuti diversi in un unico schema
3 Realismo: attribuire esistenza reale a fatti ed eventi
4 Animismo: attribuire a oggetti caratteristiche psicologiche
5 Artificialismo: il mondo fisico creato dall’uomo

PENSIERO INTUITIVO , sottostadio 4 - 7 anni

IRREVERSIBILITÀ DEL PENSIERO Ogni percezione, ogni atto e ogni giudizio è separato dagli
altri e non si coordina per dar luogo ad una sintesi. Le azioni mentali sono isolate e non
coordinate in un sistema

LA RIGIDITÀ DEL PENSIERO ostacola l’acquisizione di numerose nozioni fondamentali fra


cui quella di:

• CENTRAZIONE Concentrazione dell’attenzione su una sola caratteristica escludendo


tutte le altre. C
• CONSERVAZIONE Comprensione che le caratteristiche di base della materia non
vengono modificate da cambiamenti nel loro aspetto esteriore
• IRREVERSIBILITÀ

STADIO OPERATIVO CONCRETO

1. REVERSIBILITÀ

2. OPERAZIONI MENTALI ( • LOGICHE • SPAZIO-TEMPORALI • DI SERIAZIONE • DI


CLASSIFICAZIONE )

3. EMERGERE DELLA CAPACITÀ DI ASTRAZIONE

Per Piaget e’ possibile parlare di operazioni logiche solo dopo i 7 anni quando le azioni mentali
sono coordinate in un sistema reversibile.

REVERSIBILITÀ: saper operare mentalmente allo stesso tempo su due rappresentazioni in


modo bidirezionale

Questo stadio il passaggio dal dominio della percezione a quello della logica. Ciò che stabilisce
il passaggio a questo stadio è la comparsa delle operazioni mentali

LE AZIONI MENTALI isolate si coordinano tra loro e diventano operazioni concrete

Le operazioni mentali o logiche dopo i 7 anni permettono di:

• Classificare

• Seriare: capacità di ordinare gli oggetti in base ad una proprietà

• Transitività: capacità di ragionamento logico e di combinazioni di relazioni

• Addizionare: collegando più relazioni simmetriche tra loro.

• Moltiplicare: coordinando oggetti che variano lungo più dimensioni

. • Conservare aspetti di oggetti ed eventi al mutare di altri

STADIO OPERATIVO FORMALE 11 ANNI

1. CAPACITÀ DI ASTRAZIONE (pensiero astratto)


2. Operazioni di COMBINAZIONE

3. Primato del POSSIBILE sul reale (ventaglio di possibilità)

4. Scoperta di leggi fisiche mediante il CONTROLLO e la VARIAZIONE SISTEMATICA delle


variabili

IL PENSIERO IPOTETICO – deduttivo consente di compiere operazioni logiche su premesse


ipotetiche e di ricavarne le conseguenze . Una volta individuati i potenziali fattori coinvolti in
un fenomeno, li varia in modo sistematico per verificare quali causino quel fenomeno

IL PENSIERO OPERATORIO FORMALE PERMETTE :

 Ragionamento sulle astrazioni: capacità di ragionare sulle cose mai sperimentate


direttamente (futuro)
 Applicare la logica: capacità di prendere una proposizione generica e calcolare le
conseguenze
 Problem- solving : capacità di costruire ipotesi, elaborare risultati e prospettare varie
soluzioni
APPLICAZIONI E LIMITI DELLA TEORIA DI PIAGET

-I bambini sono pensatori attivi e costruttivi.

-I bambini hanno bisogno di far calzare le loro esperienze nei loro schemi

- I cambiamenti cognitivi avvengono più facilmente se il contesto è strutturato in modo da


permettere un graduale movimento al livello successivo

CONFLITTO SOCIO-COGNITIVO (DUNN E PLOMIN): l’interazione sociale tra coetanei può


favorire lo sviluppo cognitivo attraverso il confronto tra soluzioni divergenti. La situazione
di disequilibrio cognitivo che si realizza tra centrazioni opposte di uno stesso tipo di
ragionamento, induce la ricerca di un’organizzazione mentale di ordine superiore

VYGOTSKIJ Russia 1896-1934

LA TEORIA DELLO SVILUPPO COGNITIVO DI VYGOTSKIJ

TEORIA SOCIO-CULTURALE: importanza delle interazioni (dialogo) tra bambini e


componenti della società che possiedono maggiori nozioni. I bambini imparano come
pensare e come comportarsi dalla cultura dalla loro comunità, e attraverso tali interazioni
costruiscono attivamente la loro conoscenza

PROCESSI CO-COSTRUITI, processi in cui le persone interagiscono, negoziano per


sviluppare conoscenze, per risolvere problemi

l’evoluzione della mente avviene tramite l’acquisizione di strutture psichiche a complessità


crescente:

 Funzioni psichiche inferiori: percezione, motricità, emozioni, attenzione


spontanea, memoria non volontaria;
 Funzioni psichiche superiori: attenzione volontaria, pensiero, calcolo,
memoria logica, ragionamento. ( emergono esperienze )

Vygotskij presenta la teoria concentrandosi soprattutto sul livello interindividuale Le


interazioni sociali formano il contesto primario nel quale il bambino viene avviato alle
modalità di pensiero più mature presenti in ogni società. BAMBINO = APPRENDISTA

Il linguaggio:

• E’ lo strumento più importante per trasmettere la cultura.

• Consente ai bambini di regolare la propria attività.

• Si acquisisce nelle interazioni sociali e poi viene internalizzato

SECONDO PIAGET Il linguaggio dipende dal pensiero, è un sottosistema all’interno di una più
generale capacità cognitiva, quella simbolica. Prima egocentrico (monologhi) , poi socializzato
con la reversibilità operatoria

SECONDO VYGOTSKIJ il linguaggio e pensiero hanno origini diverse, ma poi si integrano ed


influenzano reciprocamente, prima interpsichico e poi intrapsichico

LA ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE/POTENZIALE (ZPD)

la differenza tra il livello di sviluppo effettivo di un individuo e il suo livello di sviluppo


potenziale se fosse aiutato. Definisce i limiti cognitivi entro cui l’insegnamento può
considerarsi efficace. Stimola un valutazione dinamica dell’intelligenza potenziale di
apprendimento

La prestazione cognitiva cresce in funzione della maturazione biologica


Avviene in tre fasi:

1. La prestazione è controllata dall’adulto/esperto

2. La prestazione è controllata dal bambino

3. La prestazione è automatizzata

SCAFFOLDING, significa graduare il livello di supporto, modulandolo sul bambino, l’adulto


tenta di far agire il bambino ad un livello al di sopra delle sue attuali abilità e di distoglierlo dai
comportamenti ad un livello inferiore. MODALITÀ: Coinvolgere il bambino, Ridurre le
difficoltà, Mantenere l’obiettivo, Segnalare le caratteristiche specifiche dell’attività ,
Controllare la frustrazione.

TEORIA DELLA MENTE= MODO ORGANIZZATO E SUFFICIENTEMENTE STRUTTURATO DA PARTE


DEL BAMBINO DI RAPPRESENTARSI LA MENTE

Riguarda la conoscenza degli stati mentali altrui. Richiede la capacità di rappresentare sé e gli
altri come esseri che hanno stati mentali. Include la capacità di raffigurarsi mentalmente
come la rappresentazione di una persona si pone nei confronti della realtà .

Avere una teoria della mente permette di predire, inferire e spiegare stati mentali propri ed
altrui sulla base di elementi della situazione e del comportamento dell’individuo, e di
manifestare comportamenti sulla base di stati mentali.

La Teoria della mente coinvolge ed influenza:

• abilità cognitive: comprendere se una persona conosce un’informazione

• abilità sociali e socio-cognitive: comprendere il legame causale tra intenzione e azione

• abilità comunicative: comprendere che dare un messaggio errato per assenza di


informazione corretta è diverso da mentire

SOLO VERSO 4-5 ANNI È IN GRADO DI POSSEDERE UNA TEORIA DELLA MENTE

Al di sotto dei 4/5 anni gli stati mentali aderiscono alla realtà del mondo. Oltre i 4-5 anni si
può parlare di comprensione di rappresentazioni non più come copia della realtà ma come
interpretazioni

LA TERORIA DELLA MENTE IN SINTESI

acquisita a 4-5 anni;


• conoscenza degli stati mentali altrui: desideri, credenze, intenzioni, percezioni, sentimenti;

• richiede le capacità di rappresentare:

1) sé e gli altri come esseri che hanno stati mentali (rappresentazioni sulle rappresentazioni);

2) la relazione causale tra questi stati e il mondo.

• permette di: 1) predire, inferire e spiegare stati mentali propri ed altrui sulla base di
elementi della situazione e del comportamento dell’individuo;

2) manifestare comportamenti sulla base di tali stati mentali.

LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO DI BOWLBY


John Bowlby psichiatra inglese di formazione psicoanalitica, propone l’idea di base che l’uomo ha una
tendenza innata a cercare vicinanza e contatto con un individuo della sua specie; propone la sua
concettualizzazione (1969) dello sviluppo affettivo

ATTACCAMENTO = relazione individualizzata con la persona che si prende cura del bambino

Caratteristiche: persistenza e profondità del legame, non spiegabile in termini di apprendimento

Il legame è il risultato di schemi comportamentali a base innata, il cui significato ha valore adattivo.
Attaccamento alla madre è riconducibile ad una motivazione intrinseca primaria al contatto sociale

Requisiti per la costruzione del legame di attaccamento: figura stabile, sensibile e responsiva

SVILUPPO DELL’ ATTACCAMENTO

0 - 2 mesi: comportamenti di attaccamento a base innata

3 - 6/8 mesi: comportamenti di attaccamento verso una o più persone discriminate

6/8 - 13/18 mesi: il bambino mantiene un contatto preferenziale con la madre

E’ durante questa fase che si struttura il legame di attaccamento vero e proprio e gli schemi si organizzano
intorno ad una particolare figura

TIPI DI ATTACAMENTO:

ATTACCAMENTO SICURO, la madre è sensibile, supportiva e responsiva durante il primo anno di vita.

ATTACCAMENTO INSICURO ANSIOSO-AMBIVALENTE, la madre è imprevedibile alle risposte del bambino e alle
sue richieste
ATTACCAMENTO INSICURO ANSIOSO-EVITANTE , la madre rifiuta il contatto fisico con il bambino, anche in
situazioni che per lui possono mostrarsi molto stressanti

ATTACCAMENTO INSICURO ANSIOSO-DISORGANIZZATO, questo tipo di attaccamento è generalmente associato


a situazioni di violenza e di abuso.

MODELLI OPERATIVI : sono schemi mentali, copioni, che guidano e organizzano l’azione del bambino nei
confronti del genitore, ma anche dei coetanei e di situazioni nuove. Questo può avvenire al di fuori della
consapevolezza. I M.O.I. hanno componenti sociali, cognitive, affettive.

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