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Guardando la realtà abbiamo una prospettiva ricca di sapere. Un buon comunicatore non
deve dare la realtà per scontata e mettere in dubbio le proprie idee, per capire la propria
prospettiva e possibilmente cambiarla con quella di altri.
Per esempio durante la pandemia la logistica si è fermata a causa di uno stop della
produzione in Cina.
Una volta il problema era l’ignoranza, ora abbiamo tanta conoscenza e tecnologia con
l’ostacolo che sta nella presunzione di conoscere e saper fare. Lo squilibrio sociale,
economico, ambientale e relazionale sta diventando sempre più visibile ad ogni livello. Per
uscirne dobbiamo cambiare prospettiva e dubitare di quelle che crediamo certezze.
Il linguaggio è ambiguo, complica il legame e la comprensione tra persone dato che alcune
parole possono significare cose diverse dato che esistono sistemi di linguaggio diversi,
come quello di relazione.
Dobbiamo diminuire le nostre certezze nel disegnare strategie comunicative dato che
siamo di fronte a risposte non prevedibili.
Non possiamo fare a meno del senso, ma il senso è relativo. Siamo liberi di attribuire i
sensi che vogliamo, ma ne siamo anche responsabili. L’epistemologia, per esempio,
racconta i nostri limiti conoscitivi del mondo, i limiti che abbiamo della nostra conoscenza
del mondo. Oggi la consapevolezza è che ci costruiamo la realtà da noi e dal contesto
che ci circonda in base alle nostre opinioni e certezze: nulla è oggettivo e dipende
dalla singola persona in base a cosa ritiene più importante. Siamo liberi di decidere che
tipo di realtà costruirci con conseguenti risposte e reazioni diverse.
Nel rapporto tra mente interna e mondo esterno il passaggio epocale è quello della
modernità di Lamarck e Charles Darwin (prima il mondo era considerato come spiegazione
della mente). Con Lamarck abbiamo capito che per comprendere la mente dobbiamo
studiare il mondo e non il contrario.
- La vita si sviluppa come una rete: rete implica la cibernetica, una disciplina nata
negli anni 30/40/50 del ‘900 grazie all’apertura mentale di diversi studiosi che hanno
provato a trovare analogie tra diverse scienze. Nasce il concetto di sistema dove
possiamo analizzare diverse forme di vita come la cellula (forma molto semplice).
- È rigenerativa: il metabolismo ci permette la sostituzione delle nostre parti (ricambio
di cellule, nuovi stimoli da proporre).
- È creativa: la creatività cibernetica è la dinamica di continuo squilibrio che permette
di raggiungere un punto di rottura dell’equilibrio precedente e l’apertura verso un
nuovo equilibrio. Trovo la soluzione ad un determinato problema.
- È intelligente: ogni organismo si relazione con il proprio ambiente dove
condizioniamo l’ambiente che ci circonda con interdipendenza.
Questi 4 principi valgono per la biologia, valgono per l’antropologia, per le culture e
per la comunicazione.
Applichiamo ora questi concetti più ampi al mondo dei media, come fossero una
chiave interpretativa.
SUSAN LANGER E L’ECOLOGIA DELLE FORME: Concepisce i media a partire dalla loro
dimensione simbolica, come ambiente simbolico all'interno dei quali si formano
atteggiamenti ed esperienze peculiari della cultura umana. Studia un'ecologia della cultura
umana considerata a partire dalla sua dimensione simbolica, o anche un'ecologia della
mente umana osservata alla luce delle relazioni e delle interazioni esistenti tra organismo e
ambiente. La sua chiave consiste nel comprendere lo sviluppo del pensiero umano alla luce
della necessità di inventare significati, raggiungere livelli di senso alle forme dell'esperienza,
trasformare queste ultime in simboli, ovvero attribuire l'esperienza un significato concettuale,
ideale, appunto simbolico. E nell'attività simbolica che risiede l'elemento peculiare che
permette all'uomo di costituirsi all'interno di quel substrato prettamente umano che è la
cultura. E nota la definizione dell'uomo come animale simbolico proposta da Cassirer 1944.
L'uomo forma le proprie forme culturali, i propri simboli, e al tempo stesso ne è informato. I
simboli, una volta informati, una volta cioè che in essi sia sedimentata una forma culturale
condivisa, contribuiscono a strutturare una visione del mondo, modificando la percezione
stessa della realtà in funzione di questa visione. Tuttavia il linguaggio, per la sua natura
discorsiva, non può esprimere appieno la dimensione simbolica della sfera emozionale
umana, che è evidente in altre forme espressive, come l'arte. “Mi mancano le parole”, la
poesia per esempio cerca di superare i limiti della prosa.
Quello della metafora è un pensiero abduttivo o analogico: socrate è mortale, i fili d’erba
sono mortali, socrate è un filo d’erba.
NEIL POSTMAN: concepisce media come ambienti per capire come questi condizionano la
nostra cultura. Sviluppa un approccio specifico che concepisce i media in quanto ambienti, o
più genericamente orientato a comprendere le modalità attraverso cui gli esseri umani
interagiscono con i media, come da questa interazione emergano i tratti peculiari di una
cultura. Approfondisce l'educazione e la pedagogia. L'interesse nei confronti dei processi di
formazione e apprendimento lo porta a volgere lo sguardo alle dinamiche di sviluppo delle
forme linguistiche e comunicative filtrate attraverso i media. Fonda la media Education,
come educazione per capire come un mezzo funziona (cosa sta dietro Instagram per
esempio e non solo come usarlo al meglio).
Analizza a fondo l'impatto che il mezzo televisivo ha avuto sul sistema educativo
statunitense e sulle forme della lingua e della letteratura del tempo. Sempre considerando
che il linguaggio non è concepito come un semplice veicolo espressivo del pensiero umano,
bensì come l'elemento che guida e determina lo svolgersi dei processi cognitivi. Il linguaggio
determina il pensiero e struttura la percezione della realtà. Esso non si limita a
rappresentare il mondo, lo crea. in questo quadro, in cui i mass-media hanno una funzione
omologante del linguaggio e dunque delle visioni del mondo, la scuola dovrebbe fornire
un'occasione di riflessione critica e sovversiva, volta a sviluppare una consapevolezza di
quei meccanismi linguistici veicolati dai media che incidono in maniera invisibile sui modelli
umani di comportamento. Bisogna tentare di comprendere l'effetto percettivo e cognitivo che
la forma di questi nuovi linguaggi mediali esercita su di noi. 1969. Osservarsi è essenziale
per sovvertire l'omologazione linguistica dominante e facilitare l'emergere di nuove
dinamiche comunicative. La scuola dovrebbe servire per favorire un nuovo tipo di pensiero,
flessibile, creativo, innovativo, nuovi modi di apprendimento: critico, partecipativo,
propositivo, che diventano delle vere e proprie strategie di sopravvivenza in un mondo che
cambia rapidamente. La funzione termostatica e conservatrice dell'insegnamento: equilibrio
come perpetuo movimento di stati diversi intorno ad uno stesso equilibrio.
Analizza le forme del potere in connessione alle forme del sapere. Giunge alla conclusione
che viviamo in un tecnopolio: L'uomo contemporaneo è completamente e
inconsapevolmente assoggettato. Una delle caratteristiche di chi vive nel tecnopolio è
quella di essere completamente all'oscuro degli effetti delle sue tecnologie.
MARSHALL MCLUHAN E L’ESTETICA DEI MEDIA: Intuisce che i media vanno considerati
in quanto ambienti capaci di plasmare le strutture percettive e cognitive con cui l'uomo
agisce e fa esperienza del mondo. Gli ambienti non sono solo dei contenitori, sono
processi che cambiano totalmente il contenuto. I nuovi media sono i nuovi ambienti. ecco
perché "i media sono il messaggio". Ogni comprensione del cambiamento sociale e culturale
è impossibile senza una conoscenza del modo in cui i media funzionano come ambienti. Per
capire il rapporto fra media e sensi, parte dalla convinzione che l'azione delle forme dei
media sulla sensorialità e sulla consapevolezza umana rappresenta una situazione
osservabile e comprensibile. Il frutto di questa relazione è un'estetica dinamica, così risolve
l'apparente conflitto fra sensi e intelletto, intuizione e ragione, soggetto e oggetto,
comprendendo la reciprocità dei legami tra la sfera sensoriale e quella cognitiva. Ognuno
sente assai più di quanto capisca. Ma è l'esperienza, più che la comprensione, a influire sul
comportamento, specialmente quando entrano in ballo questioni collettive come i media e le
tecnologie, dove è quasi inevitabile che l'individuo non si renda conto degli effetti che
subisce. In galassia Gutenberg nel 1962, ricostruisce i modi attraverso i quali le forme
dell'esperienza e della mente sono state modificate prima dell'alfabeto fonetico e poi dalla
stampa. Il medium forma l'esperienza umana. si tratta di una vera e propria rivoluzione delle
forme, intuizione derivata dagli studi su oralità e scrittura. I media, primo tra tutti i linguaggi,
sono la forma suprema di relazione tra uomo e l'ambiente. Il linguaggio è frutto della
relazione tra noi e ambiente. Il senso di un'opera d'arte non ha nulla a che vedere con ciò
che ne pensiamo. Ha a che fare invece con l'azione che esercita su di noi. E una forma:
agisce su di noi. invade i nostri sensi. Ristruttura la nostra prospettiva. Cambia i nostri
comportamenti, le nostre lunghezze d'onda. Siamo completamente alterati dalle nuove
forme a prescindere da ciò che ne pensiamo. Le forme del sensorio non riguardano solo
l'individualità umana, piuttosto sono storicamente e culturalmente determinate. Si tratta di
definire un'ecologia culturale, in cui l'elemento tecnologico ha un ruolo di crescente portata,
nel realizzare nuovi rapporti tra i sensi e l'ambiente. Nel 1962 afferma “Ogni tecnologia tende
a creare un nuovo ambiente umano.” 1962. Ogni forma mediale interagisce con le altre
secondo la logica di coesistenza. Nessuna forma è isolata dalle altre. Nessun medium
agisce in totale autonomia. la natura ecosistemica delle forme segue una logica di
interdipendenza dinamica, in continua trasformazione. Esplorare i media in quanto ambienti
consente di cogliere l'essenza stessa della funzione formante di cui è dotato ogni ambiente,
culturale, sociale, umano, e individuare una chiave per comprendere qualcosa in più
dell'uomo contemporaneo, plasmato e forgiato dalle forme sempre nuove dell'ecologia dei
media.
Con ogni nuova fase muta anche il sistema sensorio umano, in relazione alle forme
comunicative prevalenti. E ogni rivoluzione del sensorio è capace di incidere sui
caratteri del sapere che vengono tramandati. L'epoca dell'oralità è anche un'epoca di
comunità, unico ambiente attraverso il quale la parola si propaga e significa per
il gruppo. l'epoca della scrittura apre la profondità della mente individuale, apre alla
coscienza interiore del singolo. Il segno e la vista diventano dominanti, non
più l'udito. Ognuno dei cosiddetti media rende possibili processi mentali finora inconcepibili. I
media hanno maggiore importanza all'interno della mente che al di fuori di essa. L'uomo,
ogni qualvolta l'ambiente dei media cambia, e subentra un nuovo
medium, è costretto ad adattarsi percettivamente ad esso, riorientando il proprio apparato
sensorio. Questo sforzo incide sulle strutture del pensiero umano che a loro volta
determineranno nuovi orientamenti di carattere culturale nelle forme comunicative esistenti.
anche le culture infatti variano grandemente nel modo in cui si servono dei diversi sensi e li
pongono in relazione con i loro sistemi concettuali. Un'epoca in cui la vita umana interagisce
così massicciamente e intimamente con la tecnologia va compresa non solo in quanto
epoca dell'informazione della comunicazione, ma forse, in maniera ancora più inclusiva,
come un'epoca ecologica, in linea di principio un'epoca di interconnessione totale, come in
passato la teologia e la spiritualità.
APPROFONDIMENTI EXTRA
L’obiettivo è quello di stilare un ranking della diffusione della digitalizzazione nella società
Si misurano le competenze in ambito digitale,
interazione, digitalizzazione dei servizi
pubblici, L’Italia sta migliorando e per
migliorare le proprie statistiche interne deve
fare numerosi sforzi essendo un paese
relativamente grande. La crescita relativa
dell’Italia è considerevole. Questo significa che relativamente stiamo crescendo rispetto agli
altri paesi. Un nostro problema è dato dalle competenze digitali basic e avanzate che sono
molto basse a livello nazionale.