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La realtà come costruzione

sociale
Sociologia Comunicativa Di Massa
Università degli Studi di Napoli Federico II
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LA REALTA’ COME COSTRUZIONE SOCIALE
INTRODUZIONE: LA SOCIOLOGIA DELLA CONOSCENZA
La domanda da cui parte l'analisi degli autori è quali siano i processi attraverso i quali un complesso
di conoscenze si stabilisca come realtà'. partendo dall'approccio fenomenolgico di shutz possiamo dire
che l'uomo è in grado di muoversi attraverso sfere differenti di realtà, ma tra queste vi e' una realtà, il
mondo della vita quotidiana che appare autoevidente e indiscutibile in cui l'invidio agisce con un
atteggiamento naturale caratterizzato da routines o schemi di tipizzazione. gli autori partendo da
questa concezione di base sostengono che la realtà sociale sarebbe costruita in un processo dialettico.
l'uomo produce la realtà, che al contempo reagisce continuamente sul proprio produttore. Questa
dialettica è composta di tre momenti: l'esteriorizzazione, l'oggettivazione e l'interiorizzazione. altra
concezione alla base di questa analisi riguarda l'uomo, considerato un animale manchevole dal punto
di vista istintuale. Egli ha dunque bisogno della costruzione di un ordine culturale che compensi
questa sua manchevolezza.

Questo tipo di sociologia si occupa dell'analisi della costruzione sociale della realtà, si interessa della
relazione tra il pensiero umano e il contesto sociale da cui scaturisce. da marx questa sociologia
eredita l'idea secondo cui l'uomo e' determinato dalla sua esistenza sociale. possiamo porre agli
estremi della nostra concezione della sociologia weber e durkheim, per il secondo dobbiamo guardare
ai fatti sociali come cose, per il primo dobbiamo dare importanza al senso e al significato che gli attori
sociali attribuiscono alle loro azioni. la concezione degli autori unisce questi due pensieri in una
visione dialettica secondo cui la società' possiede una oggettiva fattualita' ed e' costruita da una
attività' che esprime significati soggettivi. il punto chiave e' capire come questi significati soggettivi
diventino fattualita' oggettive.

CAPITOLO PRIMO: I FONDAMENTI DELLA CONOSCENZA NELLA VITA QUOTIDIANA


1) LA REALTA' DELLA VITA QUOTIDIANA
La coscienza dell'uomo e' sempre intenzionale, e' sempre diretta verso qualcosa, non possiamo
considerare la coscienza in quanto tale, ma solo la coscienza di una cosa o di un'altra. la coscienza e'
in grado di muoversi tra diverse sfere di realtà, fra le diverse realtà c'e' quella della vita quotidiana
che e' dominante, indipendente da me condiviso con altri esseri. la vita quotidiana è strutturata sia
spazialmente che temporalmente.

2) L'INTERAZIONE SOCIALE NELLA VITA QUOTIDIANA


la realta' della vita quotidiana e' condivisa con altri con cui mi relaziono, nel relazionarmi vi e' un
continuo interscambio della espressività' con la sua. inoltre nell'incontro diretto l'altro mi appare più
reale di me stesso, poiché' mi e' immediatamente accessibile. per capire invece ciò che sono io devo
fermarmi e rivolgere la mia coscienza intenzionale verso me stesso. percepisco l'altro per mezzo di
schemi di tipizzazione. percepisco l'altro come un tipo e interagisco con lui in una situazione che e'
essa stessa tipica. la struttura sociale e' quindi la somma totale di queste tipizzazioni e dei modelli
ricorrenti di interazione stabiliti per il loro tramite.

3) IL LINGUAGGIO E LA CONOSCENZA NELLA VITA QUOTIDIANA


l'uomo attraverso il processo di oggettivazione produce elementi che sono accessibili sia a se stesso
che
al mondo comune. volendo precisare, la realtà' e' possibile solo grazie alle oggettivazioni. un caso di
oggettivazione e' la produzione di segni che svolgono la funzione di indice di significati soggettivi. una
loro caratteristica e' il grado con cui essi si possono distaccare dalla situazione dell'incontro diretto. il
linguaggio e' il più importante sistema di segni, e' infatti capace di un distacco dall'immediato hic e
nunc degli stati soggettivi. il linguaggio e' una sorta di cumulo di significati e di esperienze che
possono essere trasmessi alle generazioni successive. un' altra importante caratteristica del
linguaggio e' che rende in un certo senso più reale la mia soggettività, non solo per il mio
interlocutore, ma anche per me stesso. il linguaggio ha inoltre la qualità dell'oggettività. permette di
classificare le esperienze e incasellarle in categorie di significato che vengono condivise anche da tutti
gli altri.il linguaggio inoltre e' capace di prescindere del tutto la realtà della vita quotidiana. ll simbolo
e' una sorta di ponte tra diverse sfere di realtà'. il linguaggio costruisce immensi edifici di
rappresentazioni simboliche. tra quelle storicamente più' importanti ricordiamo la religione, la
filosofia, l'arte e la scienza. nonostante vi sia il massimo distacco tra queste rappresentazioni
simboliche e la vita quotidiana non possiamo non considerare l'influenza che hanno su di essa.
attraverso l'accumulazione selettiva di oggettivazioni linguistiche si costruisce un bagaglio sociale di
conoscenze. buona parte di questo linguaggio si impone di formule su come affrontare problemi di
ordinaria amministrazione e mette a disposizione tutti gli schemi di tipizzazione richiesti per le
routine della vita quotidiana, di ogni sorta di avvenimenti ed esperienze, sia sociali che naturali.la
validità della conoscenza della vita quotidiana puo' essere data per scontata fino a quando non si
presenti un problema che non può essere risolto nei suoi termini. la conoscenza di ogni uomo e'
dettata dai suoi interessi pratici e dalla situazione generale nella società. tuttavia e' importante che

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ogni uomo conosca anche i campi di interesse degli altri. la conoscenza infatti e'distribuita in modo
diverso da diversi individui. bisogna quindi sapere come e' socialmente distribuito bagaglio di
conoscenze.

CAPOTOLO DUE: LA SOCIETA' COME REALTA' OGGETIVA


1) L'ISTITUZIONALIZZAZIONE
A) ORGANISMO E ATTIVITA'
L'uomo non possiede un ambiente proprio della sua specie e un bagaglio istintuale adeguato, poiché
sottosviluppato rispetto alle altre specie. l'essere umano interagisce in un particolare ambiente
naturale e socioculturale che gli e' mediato dalle persone per lui importanti, che lo condizionano. il
periodo durante il quale l'uomo si sviluppa fino a completezza in relazione con l'ambiente coincide con
il periodo in cui si forma l'identità umana influenzata dal particolare contesto sociale in cui si forma.
l'uomo produce se stesso. poiché l'essere umano manca dei mezzi biologici per dare stabilita' alla sua
condotta egli dovrebbe vivere in una esistenza caotica. al contrario osserviamo che l'esistenza umana
si svolge in un contesto di ordine e stabilita'. l'instabilita' dell'organismo umano rende necessaria la
creazione di un ambiente in cui vengano direzionati i suoi impulsi.

B) ORIGINI DELL'ISTITUZIONALIZZAZIONE
Le azioni ripetute frequentemente vengono cristallizzate in schemi fissi che possono essere ripetute
anche in futuro e rappresentano quindi un notevole vantaggio psicologico dal momento che le
possibilità di scelta di azione vengono ridotte. questi processi di abitualizzazione precedono ogni
istituzionalizzazione. l'istituzione nasce nel momento in cui si trova una soluzione permanente ad un
problema condiviso.le istituzioni hanno sempre una storia della quale sono il prodotto ed appaiono
inalterabili ed autoevidenti agli occhi degli uomini. appaiono come realtà' oggettiva. hanno una storia
che precede la nascita dell'individuo e non e' quindi accessibile alla sua memoria biografica. la
volontà' dell'uomo appare impotente ad eliminarle. l'oggettività delle istituzioni e' un prodotto umano
che si costruisce attraverso il processo di oggettivazione (un oggetto e' autonomo rispetto al suo
produttore). la relazione tra uomo e mondo sociale rimane un rapporto dialettico. il prodotto agisce
sul produttore. all'esteriorizzazione, all'oggettivazione segue l'interiorizzazione, il processo con cui
l'uomo si riappropria del mondo sociale oggettivato da lui prodotto attraverso la socializzazione. la
società' e' un prodotto umano. la società' e' una realtà oggettiva. l'uomo e' un prodotto sociale. le
istituzioni richiedono una legittimazione, uno strumento attraverso cui queste possano essere spiegate
e giustificate, per poi essere trasmesse alle nuove generazioni. la legittimazione utilizza come suo
strumento il linguaggio. il corpo di conoscenze interiorizzate come realtà' soggettiva hanno il potere
di formare l'individuo e di produrre quindi un tipo specifico di persona.

C) SEDIMENTAZIONE E TRADIZIONE
Tra tutte le esperienze umane viene trattenuta solo una piccola parte nella coscienza umana, quelle
trattenute si sedimentano nella memoria. Si parla di sedimentazione sociale solo nel caso in cui le
esperienze sono state condivise da unʼintera collettività e poi trasmesse ad una generazione
successiva. Il linguaggio è anche stavolta lo strumento utilizzato per la trasmissione e la costruzione
del bagaglio di conoscenze. I significati oggetivati delle istituzioni sono concepiti come conoscenza e
quindi trasmessi come tali, alcuni gruppi vengono designati come trasmettitori, altri come ricevitori
della conoscenza tradizionale.

D) I RUOLI
Anche le forme di azione, come le azioni specifiche sono tipizzate. Unʼazione e il suo senso possono
essere percepiti indipendentemente dalle esecuzioni individuali dellʼazione e dai processi soggettivi
variabili. Nel corso dellʼazione cʼè una identificazione dellʼio con il senso oggettivo dellʼazione.
Lʼattore sociale percepisce se stesso nellʼidentificazione con lʼazione socialmente oggetivata. Il
soggetto si identifica con lʼazione socialmente oggetivata ma ristabilisce la distanza da essa quando
riflette più tardi con la propria condotta. Sia il proprio io che gli altri vengono percepiti non come
individui unici, ma come tipi, che sono intercambiabili. Le istituzioni sono incorporate nellʼesperienza
individuale per mezzo dei ruoli che vengono interiorizzati dagli uomini. Nel bagaglio comune delle
conoscenze vi sono le norme per lo svolgimento dei ruoli, i quali appaiono nel momento in cui nascono
tipizzazioni reciproche di condotta. Ogni condotta istituzionalizzata implica dei ruoli. I ruoli
rappresentano lʼordine istituzionale, fanno si che le istituzioni possano esistere come reale presenza
nellʼesperienza degli individui viventi. Esistono alcuni ruoli che rappresentano lʼintero ordine
istituzionale, trovano storicamente la loro collocazione nelle istituzioni politiche e religiose. Ogni ruolo
introduce lʼindividuo in un campo specifico di conoscenza, correlato a norme, valori ed emozioni. Ciò
implica una distribuzione sociale della conoscenza.

E) PORTATA E MODI DELLʼISTITUZIONALIZZAZIONE


Vi sono alcune variazioni storiche del carattere delle istituzioni. Le diverse società lasciano uno spazio
diverso alle azioni istituzionalizzate. Bisogna capire quali fattori determinano una maggiore o minore

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portata dellʼistituzionalizzazione. Il fattore principale è la divisione del lavoro e la conseguente
differenziazione delle istituzioni. Altro fattore la possibilità di un surplus economico che fa si che
alcuni individui possano decidersi alla cosiddetta pura teoria, alla vita teoretica, a corpi specializzati
di conoscenza. Lʼistituzionalizzazione non è un processo irreversibile, la portata delle istituzioni può
infatti diminuire per una serie di ragioni storiche. Vi è un problema oggettivo di integrazione delle
diverse istituzioni e di conseguenza dei diversi ruoli. Cʼè bisogno della creazione di significati
integrativi che integrino la società nel suo complesso. Altra conseguenza di questa di questa
segmentazione delle istituzioni è la possibilità di sub universi di significato socialmente segregati che
cresce con la progressiva divisione del lavoro e con lʼincremento del surplus economico. Con la
creazione di questi sub universi compaiono numerosi punti di vista sulla società. Un corpo di
conoscenze prodotto da un sub universo ha la capacità di influire su di esso poiché la conoscenza el la
sua base sociale sono in rapporto dialettico.
Nascono problemi quando vi è una differenza tra la velocità di sviluppo dei settori specifici e quelle
generali. Ma qual è il modo in cui lʼordine istituzionale viene oggettivato e percepito come una
fattualità non umana? Questo problema viene chiamato reificazione della realtà sociale, ovvero la
percezione di fenomeni umani come se fossero cose sovrumane. Lʼuomo si dimentica di essere lui
stesso autore del mondo umano, dimentica dellʼesistenza del processo dialettico. Si sente impotente
davanti al mondo, incapace di modificarlo, la reificazione è la forma estrema di oggettivazione. Il
processo di dereificazione è un processo che ha uno sviluppo relativamente tardo nella storia e nelle
biografie individuali. Il nostro mondo viene considerato come una sorta di microcosmo che riflette il
macrocosmo dellʼuniverso totale. Istituzioni, ruoli ed identità subiscono questo processo, compito
della sociologia è capire quali sono le circostanze favorevoli alla comparsa di questo fenomeno.

2) LA LEGITTIMAZIONE
A) ORIGINI DEGLI UNIVERSI SIMBOLICI
La legittimazione in quanto processo può essere definito come una sorta di oggettivazione di secondo
grado. Lʼintero ordine istituzionale deve avere un senso per i diversi partecipanti di processi
istituzionali inoltre ogni biografia individuale deve acquisire senso e significato nelle varie fasi
istituzionalmente predefinite. Il problema della legittimazione si presenta quando le oggettivazioni
vanno trasmesse a una nuova generazione. La legittimazione è quel processo di spiegazione e
giustificazione dellʼordine istituzionale. Ha quindi un elemento sia normativo che cognitivo, sia occupa
di valori e di conoscenza. È possibile distinguere diversi livelli di legittimazione. Al primo livello, pre
teorico, vi sono le semplici affermazioni tradizionali “così vengono fatte queste cose”. Al secondo
livello vi sono affermazioni teoretiche in forma rudimentale, come proverbi, massime, leggende e
racconti popolari. Al terzo livello vi sono teorie esplicite grazie alle quali un settore istituzionale viene
legittimato e i corpi di conoscenza quindi vengono differenziati per poi essere affidato ad un personale
specializzato. Gli universi simbolici costituiscono il quarto livello di legittimazione, sono corpi di
tradizione teoretica che integrano diverse sfere di significato e abbracciano lʼordine istituzionale in
una totalità simbolica. I processi simbolici sono processi di significazione che si riferiscono a realtà
diverse da quella dellʼesperienza quotidiana. In questo modo viene superata la sfera della applicazione
pragmatica. Tutti i settori dellʼordine istituzionale sono integrati in una struttura di riferimento. Gli
universi simbolici sono prodotti sociali che hanno una storia, per comprenderne il significato va
compresa la storia che li ha creati. Lʼuniverso simbolico organizza, legittima i ruoli, le priorità le
modalità di azione della vita comune, permette di creare un ordine nelle diverse fasi della biografia
contribuendo a creare un sentimento di sicurezza e appartenenza. Quando ci si allontana dalla
consapevolezza di questo ordine, lʼuniverso simbolico ci permette di ritornare alla realtà. Lʼidentità
riceve la sua legittimazione definitiva quando viene posta nel contesto di un universo simbolico.
Grande problema degli universi simbolici è la collocazione della morte. Lʼuniverso simbolico deve
rappresentare uno scudo contro il terrore. Gli universi simbolici devono dare i conti con la continua
necessità di tenere lontano il caos.

B) MECCANISMI CONCETTUALI DI CONSERVAZIONE DEGLI UNIVERSI


Gli universi simbolici vengono anche definiti come una legittimazione di secondo grado. Sorge il
problema di come legittimare gli universi simbolici per mezzo di meccanismi concettuali di
mantenimento. Alcuni individui sono più integrati di altri allʼinterno dellʼuniverso simbolico proprio
perché questo prescinde dallʼesperienza della vita quotidiana e quindi non è facile imprimere il suo
significato come per i contenuti della vita quotidiana. Esistono quindi alcuni individui che condividono
versioni divergenti dellʼuniverso simbolico. Lʼuniverso simbolico crea dei meccanismi concettuali di
protezione da questi gruppi modificando se stesso. Può accadere inoltre che vi si presenti una società
con un universo simbolico alternativo e davanti a questa situazione si tratta di mostrare quale delle
due visioni prevarrà nella società. Storicamente distinguiamo diversi tipi di universi simbolici. La fase
della mitologia si trova al livello più basso e consiste in una concezione della realtà che prevede una
continua penetrazione di forze sacre nel mondo dellʼesperienza quotidiana. Ad livello superiore
troviamo la teologia che prevede ancora forze sacre, ma esse sono poste ad una distanza maggiore
dalla vita quotidiana. Lʼultimo livello è quello della scienza che elimina completamente la visione del

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sacro dal mondo. Esistono due applicazioni del meccanismo concettuale di conservazione degli
universi: la terapia e lʼannichilazione. La terapia comporta che i devianti reali rimangano entro le
definizioni istituzionalizzate della realtà, risocializza il deviante nella realtà oggettiva dellʼuniverso
simbolico della società. Lʼannichilazione invece consiste nellʼassegnare a tutte le definizioni esistenti
al di fuori dellʼuniverso simbolico uno stato ontologico inferiore e quindi non degno di essere preso sul
serio, spiegando quindi tutte le definizioni devianti della realtà in termini appartenenti al proprio
universo, incorporando le concezioni divergenti nel proprio universo per liquidarle. Lʼuniverso
simbolico mom pio permettere che qualcosa resti al di fuori della sua realtà concettuale.

C) LʼORGANIZZAZIONE SOCIALE PER LA CONSERVAZIONE DEGLI UNIVERSI


La specializzazione della conoscenza e lʼorganizzazione dei corpi specializzati di conoscenza nascono
dalla divisione del lavoro. Gli esperti, grazie ad un surplus economico iniziano a dedicarsi a pieno
tempo
allʼattività di cui sono esperti, distaccandosi dalla necessità di azioni pragmatiche della vita quotidiana
e dedicandosi alla teoria pura. Per quanto riguarda invece il mantenimento di una situazione
monopolistica dellʼordine istituzionale, ma più in generale della realtà oggettiva, esso può non essere
mantenuto per diverse ragioni storiche, sia internazionali che interne. È possibile infatti uno scontro
tra diverse definizioni della realtà. Quando una particolare definizione della realtà viene ad essere
legata ad un interesse concreto di potere, può essere chiamata ideologia. Spesso una ideologia viene
assunta da un gruppo a causa di particolari elementi teoretici che promuovono i suoi interessi. Ogni
gruppo impegnati un un conflitto ha bisogno di solidarietà che le ideologie generano. Dopo che una
dottrina diventa ideologia di un gruppo questa viene modificata in conformità con gli interessi che
deve ora legittimare. La maggior parte delle società sono pluralistiche. Cʼè quindi un universo nucleo
comune a tutti dato per scontato e diversi universi parziali che coesistono. Questa visione pluralista va
contro le definizioni tradizionali della realtà e promuove il cambiamento e lʼinnovazione. Un tipo di
esperto storicamente importante è lʼintellettuale, che rifiuta di integrarsi nella società e al contrario si
rifugia in un gruppo di intellettuali che condividono la sua visione della realtà. Il gruppo di
intellettuali ha la possibilità di realizzare il suo modello di società nella società attraverso la
rivoluzione.

CAPITOLO TERZO: LA SOCIETÀ COME REALTÀ SOGGETTIVA


1) LʼINTERIORIZZAZIONE DELLA REALTÀ
A) LA SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA
Lʼinteriorizzazione costituisce il terzo momento della dialettica tra lʼuomo e la realtà. È il processo alla
base della comprensione dei propri simili e della percezione del mondo come una realtà significativa
e sociale. Il processo attraverso cui avviene è la socializzazione, che consiste Nellʼinsediamento di un
individuo nel mondo oggettivo di una società o di un suo settore. La socializzazione primaria inizia
nellʼinfanzia, attraverso la quale diventa un membro della società. La socializzazione secondaria
invece introduce un individuo già socializzato in nuovi settori specifici del mondo oggettivo della
società. Nella socializzazione primaria lʼindividuo ha a che fare con le persone che si occupano della
sua socializzazione che ovviamente gli sono imposte, il bambino si identifica con le persone che
influiscono su di lui. Interiorizzazione avviene solo quando avviene lʼidentificazione. Grazie questa
identificazione il bambino diventa capace di identificare se stesso, di acquistare unʼidentità
soggettivamente coerente e plausibile. Lʼindividuo diventa ciò che lo chiamano le persone per lui
importanti. Anche in questo caso possiamo parlare di una dialettica, tra lʼidentificazione da parte degli
altri e lʼauto identificazione, tra lʼidentità oggettivamente assegnata e quella soggettivamente fatta
propria. Il fatto che lʼindividuo venga assegnata unʼidentità implica che lʼindividuo venga assegnato
un posto specifico nel mondo. La socializzazione primaria crea nella coscienza del bambino una
progressiva astrazione dai ruoli e degli atteggiamenti degli altri in particolare ai ruoli e atteggiamenti
in generale. Dal momento che il bambino non alcuna scelta nella selezione delle persone che hanno
valore per lui il bambino interiorizza il mondo come lʼunico mondo esistente concepibile. Linguaggio
ovviamente è il principale di vicolo di questo processo.

B) LA SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA
La socializzazione secondaria è Lʼinteriorizzazione di sotto mondi istituzionali. Essa è quindi
lʼacquisizione della conoscenza legata ad un ruolo, i ruoli allora volta sono direttamente o
indirettamente connessi alla divisione del lavoro. La socializzazione secondaria richiede lʼacquisizione
di vocabolari legate ai ruoli. Forniscono inoltre le regole di condotta di routine allʼinterno di unʼarea
istituzionale. Si acquisiscono le tacite intese, i valori e le colorazioni affettive legate ai ruoli e alle

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istituzioni. Il carattere della socializzazione secondaria dipende dallo stato del corpo di conoscenze in
questione nellʼuniverso simbolico complessivo. Nella socializzazione secondaria, i limiti biologici
diventano sempre meno importanti per la successione dellʼapprendimento. I ruoli dei socializzatori
della socializzazione secondaria sono facilmente staccabili da coloro che li compiono. Sono infatti
funzionari istituzionali che hanno il compito ufficiale di trasmettere una specifica conoscenza. In linea
di principio sono quindi intercambiabili. Al contrario della socializzazione primaria (la conoscenza
acquisita appare inconfutabile) nella socializzazione secondaria la conoscenza acquisita deve essere
rafforzata con particolari tecniche pedagogiche per renderla convincente allʼindividuo. La realtà
infatti interiorizzata nella socializzazione primaria, ostacola in un certo senso le nuove
interiorizzazioni.

C) CONSERVAZIONE E TRASFORMAZIONE DELLA REALTÀ SOGGETTIVA


La socializzazione primaria interiorizza una realtà che viene percepita come inevitabile. Questa realtà
e minacciata dalle situazioni marginali dellʼesperienza umana. La socializzazione secondaria prende la
realtà soggettiva ancora più vulnerabile di fronte alle definizioni rivali della realtà, non perché le
interiorizzazioni non vengono date per scontate o percepite come meno reali nella vita quotidiana, ma
perché la loro realtà è meno profondamente radicata nella coscienza. La realtà delle interiorizzazione
secondarie è meno minacciata dalle situazioni marginali, perché di solito non a rapporto con esse. È
possibile distinguere tra due tipi generali di preservazione della realtà: quella comune e quella di
emergenza. La prima consiste nel conservare la realtà interiorizzata nella vita quotidiana, la seconda
nei momenti di crisi. Le persone importanti nella vita dellʼindividuo sono i principali agenti per la
preservazione della sua realtà soggettiva, ma sullʼindividuo influiscono anche gli incontri occasionali
che possono confermare la identificazione di se stesso. La relazione tra le persone significative il coro
nella preservazione della realtà è dialettica. La preservazione della realtà e la sua conferma
coinvolgono così la totalità della situazione sociale dellʼindividuo, anche se le persone per lui
importanti occupano una posizione privilegiata in questi processi. La conversazione della vita
quotidiana di un individuo con altri individui, mantiene, modifica e ricostruisce in continuazione la sua
realtà soggettiva. La conversazione, mentre preserva continuamente la realtà, allo stesso tempo la
modifica continuamente. Inoltre parlando ci si comincia dei propri dubbi, essi vengono oggettivata e
come realtà nella coscienza. Il linguaggio realizza un mondo, nel doppio senso di percepirlo e di
produrlo. Tutti coloro che utilizzano linguaggio svolgono la funzione di preserva Turi della realtà di
fronte allʼindividuo. Per poter preservare efficiente mente la realtà soggettiva la conversazione deve
essere continua e coerente. Le fratture nella continuità o nella coerenza costituiscono una minaccia
alla realtà soggettiva in questione. Per affrontare la minaccia dellʼincoerenza ci si deve soffermare
sulla frequenza della conversazione e sulla sua intensità. Nelle situazioni di crisi il procedimento per
la conservazione la realtà di routine sono conferme esplicite e intense. La società stessa crea specifici
procedimenti per le situazioni in cui si ravvisa il rischio di un crollo della realtà. Se contatti con la
realtà alternativa diventano frequenti, i procedimenti difensivi possono naturalmente perdere il loro
carattere straordinario e diventare anche se è una routine. Capita che alcuni individui abbiano
bisogno di una ristrutturazione, ovvero un processo di risocializzazione, che consiste nel ridistribuire
radicalmente i valori di realtà Al fine di ricostruire un legame tra lʼindividuo e lʼambiente familiare.
Questo processo spesso richiede la segregazione dellʼindividuo dagli abitanti di altri mondi,
soprattutto dai qua abitanti del mondo che appena lasciato. Le persone e le idee in disaccordo con le
nuove definizioni della realtà sono da evitare sistematicamente. La vecchia realtà e le persone
significative che in precedenza la vediamo allʼindividuo, devono venire interpretate allʼinterno
dellʼapparato legittimante del nuovo mondo. Oltre a questa reinterpretazione in toto ci devono essere
particolari interpretazioni di avvenimenti passati e di persone che in passato sono state importanti.
Lʼindividuo può costruire inserire avvenimenti dove siano necessari per armonizzare il passato
ricordato con quello reinterpretato.
2) INTERIORIZZAZIONE E STRUTTURA SOCIALE
La socializzazione avviene sempre nel contesto di una struttura sociale. Il suo contenuto e del suo
esito hanno condizioni e conseguenze socio strutturali. Si può parlare di socializzazione riuscita
quando vi è un alto grado di simmetria tra realtà oggettiva e realtà soggettiva. Una socializzazione
totalmente riuscita è antropologicamente impossibile. Una totalmente fallita è estremamente rara. La
socializzazione ottiene il massimo del successo delle società in cui cʼè una divisione del lavoro molto
semplice è una distribuzione minima della conoscenza. In questi casi lʼidentità rappresenta
pienamente la realtà oggettiva in cui è collocata. Tutti sono più o meno quello che devono essere.
Questo non implica assolutamente che lʼindividuo sia felice della propria identità. Una socializzazione
non riuscita capita soltanto come risultato di un incidente biografico, o biologico, o sociale. In questi
casi ci sarà un alto grado di asimmetria tra la realtà socialmente definita la sua propria realtà
soggettiva. Individui di questo genere si raccolgono in gruppi socialmente durevoli. Il gruppo istituirà
i propri processi di socializzazione. La socializzazione non riuscita in un mondo sociale può essere
accompagnata da una socializzazione riuscita in un altro mondo. Una socializzazione non riuscita
inoltre può essere risultato del fatto che diverse persone significative mediano diverse realtà
oggettive allʼindividuo. Può essere quindi dovuta a unʼeterogeneità del personale socializzante. Tutte

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le persone significative per lʼindividuo nella socializzazione primaria, mediano una comune realtà, ma
da punti di vista differenti. La società fornirà delle terapie che curano questi casi anormali. Quando
mondi nettamente divergenti sono mediati nella socializzazione primaria, lʼindividuo si trova davanti
una scelta identità ben delineate che vengono percepite da lui come autentiche possibilità di vita. Una
simile situazione favorisce enormemente lʼinsorgere di un senso di colpa e di conflitti interni dʼogni
genere. Ogni tradimento è allo stesso tempo un tradimento di se stesso nella misura in cui egli si è
identificato con i due mondi divergenti. La possibilità dellʼindividualismo, cioè di una scelta personale
tra realtà identità discrepanti, è direttamente legata alla possibilità di una socializzazione non
riuscita. La domanda chi sono io? È la stessa domanda che si presenta allʼindividuo la cui
socializzazione è riuscita in seguito alle sue riflessioni su coloro che non si sono integrati. Una terza
importante situazione che provoca lʼinsuccesso della socializzazione si presenta quando ci sono
divergenze tra la socializzazione primaria e quella secondaria. Lʼunità della socializzazione primaria
viene conservata, ma in quella secondaria le realtà e lʼidentità alternative sono viste come scelte
soggettive. Quando la struttura sociale non permette la realizzazione dellʼidentità soggettivamente
prescelta, essa diventa unʼidentità nellʼimmaginazione, oggettivata nella coscienza dellʼindividuo come
il suo vero io.

3) TEORIE SULLʼIDENTITÀ
Lʼidentità è anche essa in rapporto dialettico con la società essa è formata da processi sociali, una
volta cristallizzata, viene mantenuta, modificata o anche rimodellata dalle relazioni sociali. Le identità
prodotte dallʼazione reciproca di organismo, coscienza individuale e struttura sociale alloro volta si
ripercuotono sulla struttura sociale, conservandola, modificandola o anche rimodellandola
completamente. Per quanto riguarda i problemi di Stato psicologico essi non possono essere risolti
senza riconoscere le definizioni della realtà che vengono date per scontate nella situazione sociale
dellʼindividuo. Lo stato psicologico è relativo alle definizioni sociali della realtà ed è esso stesso
definitivo socialmente. Le teorie psicologiche servono a legittimare il procedimento di conservazione
e di ricostruzione dellʼidentità instaurato nella società, fornendo lʼanello di congiunzione tra identità il
mondo. Per quale motivo una psicologia dovrebbe sostituire unʼaltra nella storia? Mutamenti radicali
nella struttura sociale possono causare mutamenti nella realtà psicologica. nuove teorie psicologiche
servono a spiegare ciò che le vecchie teorie non sono più in grado di spiegare in maniera
soddisfacente.

4) ORGANISMO E IDENTITÀ
Lʼanimalità dellʼuomo è trasformata nella socializzazione, ma non annullata. Anche in questo caso
possiamo parlare di dialettica tra natura e società. Esteriormente, è una dialettica tra lʼanimale
individuale e il mondo sociale. Interiormente, è una dialettica tra il substrato biologico dellʼindividuo
e la sua identità socialmente prodotta. Lʼorganismo posto là dei limiti a ciò che socialmente possibile.
Il mondo sociale, impone dei limiti a ciò che biologicamente possibile allʼorganismo. La dialettica si
manifesta dunque nella reciproca restrizione dellʼorganismo e società. La società determina per
quanto tempo e in che modo vivrà lʼorganismo umano. La società penetra direttamente nellʼorganismo
soprattutto per quel che riguarda la sua sessualità e lʼalimentazione. Questo incanalamento influisce
direttamente sulle funzioni dellʼorganismo. In conclusione possiamo dire che la società pone dei limiti
allʼorganismo, come lʼorganismo pone dei limiti alla società. Nella dialettica tra la natura il mondo
socialmente costruito lo stesso organismo umano viene trasformato in questo modo lʼuomo produce la
realtà e se stesso.

CONCLUSIONE
In conclusione di tutto possiamo dire che le posizioni teoriche di Webber e Durkheim possono essere
combinate in una teoria complessiva dellʼazione sociale senza perdere la logica interna di nessuna
delle due. Una tale integrazione richiede una sistematica spiegazione del rapporto dialettico tra le
realtà strutturali e lʼiniziativa umana della costruzione della realtà nella storia. Questo tipo di
sociologia si occupa dell'analisi della costruzione sociale della realtà, si interessa della relazione tra il
pensiero umano e il contesto sociale da cui scaturisce. da marx questa sociologia eredita l'idea
secondo cui l'uomo e' determinato dalla sua esistenza sociale. possiamo porre agli estremi della
nostra concezione della sociologia weber e durkheim, per il secondo dobbiamo guardare ai fatti sociali
come cose, per il primo dobbiamo dare importanza al senso e al significato che gli attori sociali
attribuiscono alle loro azioni. la concezione degli autori unisce questi due pensieri in una visione
dialettica secondo cui la società' possiede una oggettiva fattualita' ed è costruita da una attività' che
esprime significati soggettivi. il punto chiave è capire come questi significati soggettivi diventino
fattualita' oggettive.

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