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STS è l’acronimo di Scienza Tecnologia e Società, un tipo di ricerca dove c’è sempre una
sospensione di giudizio durante un’analisi.
La teoria utilizzata è l’ANT = ACTOR NETWORK THEORY dove il principio di base è la costruzione di
reti e relazioni che mettono in connessione una serie di attori umani e non.
I tipi di attori sono:
•Attori istituzionali
•Attori umani
•Attori non umani- artefatti
• Discorsi e narrazioni—> per narrazione si intende il punto di vista che adotti, ciò che metta in
evidenza il mio punto di vista, tutte le argomentazioni che lo sostengono, che non sempre
rispecchiano la realtà oggettiva. È importante specificare che durante un’analisi accurata è
opportuno non accontentarsi di una sola narrazione ma se ne devono analizzare molteplici.
Affinché la teoria sia efficace è opportuno che ci sia un’alleanza tra di essi; affinché ciò accada è
necessario un compromesso tra le parti, una negoziazione (componente politica).
Perdendo in considerazione la situazione pandemica, gli attori che hanno agito secondo l’ANT
sono:
•Attori istituzionali —> università, ministero della salute, servizi sanitari, governi nazionali)
•Attori umani —> giornalisti, medici, psicologi, cittadini
•Attori non umani- artefatti —> le tecnologie, il virus i tamponi, il green pass, i vaccini, le tv
• Discorsi e narrazioni —> vax, no vax …
La scienza è un sapere unico e condiviso, anche se non sempre quest’ultima può garantire il
successo. Essa è un’insieme di procedure e metodi valide solo in un preciso momento storico.
Di solito la politica ha un valore aggiunto per quanto riguarda l’aspetto decisionale, ma soprattutto
nel periodo pandemico, la politica può lasciare spazio alla scienza; infatti la scienza sale alla ribalta
e acquista sempre più spazio nella società.
Ma è importante specificare che la scienza in laboratorio vive d’incertezze, approssimazioni, prima
di arrivare ad una stabilizzazione della conoscenza.
Molto spesso però la società (la politica) chiede risposte certe ma la scienza non sempre può
fornirle.
Dunque sintetizzando nell’analisi della società attuale è fondamentale ricostruire una rete di attori
umani e non umani e dei loro ruoli.
Importante, soprattutto nel nostro periodo storico, il rapporto tra scienza e politica: il modo in cui
la politica si interfaccia con le scienze, le contestualizza o le strumentalizza.
Molto spesso la tecnologia è usata dalla scienza per informare un pubblico il più vasto possibile.
Anche le statistiche sono fondamentali perché hanno l’importante funzione di raccolta dati, per
fare un resoconto generale, anche se a volte può tralasciare alcune categorie, come le categorie
escluse (es. migranti e minoranze).
Per costruire le statistiche bisogna partire col capire quali sono i criteri di eleggibilità per i test,
ovvero chi può sottoporsi al test statistico, ovviamente questi criteri possono tralasciare una parte
della popolazione e renderli invisibili. Ogni paese utilizza criteri diversi per scegliere chi testare.
La scelta di uno scienziato per uno studio dipende da molteplici fattori:
- L’apparenza, ciò che può trasmette dall’esterno
- La sua fama, se lo scienziato è molto conosciuto in quel determinato ambito
- Colui che dimostra di avere più autorevolezza e sicurezza, molto spesso questo fattore
dipende anche dall’età
- Molto spesso non ci sono solo criteri scientifici alla base della scelta
12/10/21
INTRODUZIONE ALLA SOCIOLOGIA
La sociologia è una scienza che studia la società in tutte le sue parti, è lo studio scientifico della
vita umana, dei gruppi sociali, di intere società e del mondo in quanto tale. (Giddens)
L’ambito d’interesse della sociologia è estremamente vasto: dagli incontri casuali per strada, allo
studio delle relazioni internazionali e del terrorismo globale, infatti ogni sociologo è specializzato
in un campo specifico ed è questo che fa della sociologia una scienza.
La scienza si muove all’interno di un contesto costituito da credenze che influenzano il nostro
modo di fare scienza, dunque la scienza si è fusa con queste tematiche, che sembrano non
appartenere all’ambito scientifico ma che in realtà lo influenzano parecchio.
In genere concepiamo il mondo in termini di caratteristiche che ci risultano familiari; infatti la
sociologia ci insegna che gran parte di quel che consideriamo naturale, buono e vero, può anche
non essere tale; questo perché di solito noi guardiamo il mondo in base alla nostra routine e i
nostri pregiudizi.
Infatti la sociologia ha lo scopo di stanare i pregiudizi che possono influenzare negativamente lo
studio di qualsiasi fenomeno.
Ci sono stati eventi storici che hanno favorito la nascita della sociologia (fine ‘800):
-rivoluzione francese —> ha restituito dignità all’individuo, siccome prima di essa si parlava solo di
masse senza dignità e non si studiava l’individuo se non morto.
-rivoluzione industriale—> determina una differenziazione interna, prima erano tutti contadini,
c’era un’omogeneità tra gli individui, invece con la rivoluzione industriale le persone incominciano
a specializzarsi in settori diversi tra loro e a diversificarsi, dunque le persone incomincia ad avere
bisogno l’uno dell’altro (interdipendenza—> ognuno si rivolge alla persona che è specializzata in
quel determinato ambito). La diversità ha suscitato interesse e quindi uno studio verso l’individuo
-rivoluzione scientifica—> perché la sociologia ad oggi è considerata una scienza, con un vero e
proprio metodo d’indagine, assunto proprio in seguito a questo evento storico.
-Positivista: i positivisti utilizzano un tipo di metodo quantitativo, inoltre essi credono che la realtà
non sia modificabile dallo studioso.
Il positivismo è realista rispetto alla realtà sociale; è esterna all’individuo e oggettiva e quindi esiste
a prescindere dal soggetto (questione ontologica). Il positivismo considera il rapporto uomo-realtà
sociale come se fosse di non reciproca influenza (questione epistemologica). Il positivismo adotta
l’empirismo (osservazione diretta) come metodo di conoscenza (questione metodologica).
Positivisti della prima maniera, positivismo ingenuo=realtà non modificabile dallo studioso e
metodologia quantitativa.
-Interpretativista: vede la realtà sociale da un punto di vista costruttivista ( si base sulla
concezione che non c’è una verità oggettiva ma che le verità possono cambiare in base agli attori.).
È una corrente che è caratterizzata dall’intersoggettività, ovvero l’interazione e lo scambio di più
idee, valori o opinioni di più persone.
Dal punto di vista metodologico è intenta ad utilizzare il metodo qualitativo dove non si privilegia il
numero di casi, ma si privilegia la specificità, ovvero il tipo di informazione che raccogliamo. Qui la
realtà è modificabile come lo è lo studioso.
La realtà sociale è intersoggettiva, si crea dall’interazione anche di pensieri e non solo di fatti
(pregiudizi, preconcetti), realtà condivisa (questione ontologica).
L’interpretativismo ritiene che lo scienziato può modificare la realtà, l’oggetto di studio e lo
studioso stesso (questione epistemologica). L’interpretativismo privilegia la specificità
dell’informazione, usa metodi qualitativi (questione metodologica).
IL POSITIVISMO
La sociologia nasce come scienza positivista con Comte e Spencer (inventore della metafora della
società come corpo umano con ogni parte possedente di una funzione diversa, criticato da Marx ).
Invece il primo vero sociologo che utilizza questa prospettiva teorica in termini di ricerca empirica
è Emile Durkheim.
La sua teoria è chiamata teoria del “fatto sociale” (le regole del metodo sociologico)—> i fatti
sociali devono essere:
-devono essere considerati delle cose
-non sono oggetti che sono soggetti alla volontà dell’uomo ma lo condizionano (es. essere padre o
marito)
-hanno regole e possiedono una struttura deterministica che può essere scoperta, è possibile
spiegare i fatti sociali esattamente come se fossero elementi naturali, ovvero tramite osservazione
e deduzione; osservo prima e poi vado a trarre delle leggi generali. I fatti sociali interagiscono fra
loro e sono interconnessi da un rapporto di causa-effetto.
-devono essere spiegati esclusivamente facendo riferimento ad altri fatti sociali; i fatti sociali non
potevano essere dovuti a fattori casuali o sconosciuti.
Durkheim fece degli studi sui suicidi e sui svariati tipi che possono esistere per comprendere
meglio la disciplina della sociologia, scoprì che ci sono cause sociali, oltre che psicologiche dietro il
suicidio. (Possiede una matrice positivista)
Individuò due dimensioni fondamentali : integrazione (legame più o meno forte con la comunità in
cui si è inseriti) e regolazione sociale (quanti aspetti della vita quotidiana sono condizionati da
regole, una forte regolazione sociale indica che la società regolamenta tantissimi aspetti e impone
regole restrittive).
Individuò 4 tipi di suicidio, considerato un evento sì psicologico, ma particolarmente influenzato
dai fattori sociali:
1) Secondo questo studio si pensa che chi ha una bassa integrazione sociale tende a mettere in
atto un suicidio egoistico, siccome il mondo è percepito come intollerabile, dunque scelgo la via
più semplice, non considerando però le mie responsabilità e il ruolo che sto abbandonando sia
nella famiglia che nella società (assenza di integrazione sociale)
2) Le persone con un’alta interazione sociale tendono invece a mettere in atto un suicidio
altruistico —>es. i kamikaze che si sacrificano per uno scopo più grande, per il bene del loro paese.
(eccesso di integrazione sociale)
3) Regolamentazione sociale: quando gli aspetti della vita quotidiana sono condizionati da regole.
Quando le regole sono troppo pressanti e vigorose (regolamentazione sociale elevata) si assiste al
suicidio fatalista. (esempio di Socrate e Catone) (eccesso di regolazione sociale)
4)L'assenza di regolamentazione sociale provoca il suicidio anomico (assenza di regole e
prospettive, non avere una prospettiva sul futuro e sul presente) (assenza di regolazione sociale)
INTERPRETATIVISMO: Le radici
L’interpretativismo è costruttivista rispetto alla realtà sociale , la verità non è oggettiva ma cambia
in base agli attori, la realtà sociale è intersoggettiva, si crea dall’interazione di pensieri e di fatti.
L’interpretativismo ritiene che lo studioso può modificare la realtà, l’oggetto di studio e lo studioso
stesso, inoltre qui si privilegia la specificità dell’informazione e l’uso di metodi qualitativi.
• introduzione delle scienze dello spirito da parte di Dilthey —> nell’incontro prima dello studio
già c’è una modifica dell’oggetto. C’è un rigetto delle scienze naturali siccome ci si focalizza di più
sull’individuo, cosa che le scienze naturali non sono in grado di studiare.
Nelle scienze dello spirito bisogna spiegare la specificità degli individui ma sorge la domanda come
generalizzeremo i dati?
• critica del positivismo e dell’idealismo per la loro fede nella storia considerata un’evoluzione di
tappe necessarie
• distinzione scienze della natura che richiedono delle spiegazioni e scienze dello spirito che
richiedono comprensione
•riconoscimento della natura idrografica particolare e unica delle contingenze da studiare
Un altro tipo ideale, secondo weber, è l’agire dell’individuo. L’individuo agisce in maniera razionale
ma ci sono 2 tipi di razionalità (rispetto allo scopo—> è un’azione razionale fatta e condivisa anche
dagli altri e rispetto al valore—> per sacrificio, solidarietà, c’è una componente emotiva dietro
l’azione).
Ma non si agisce solo in maniera razionale ma ci sono anche altre motivazione alla base come
l’affettività e la tradizione
Durheim parlò anche dell’etica protestante e dello spirito del capitalismo (l’utilizzo del capitale per
creare altro capitale💸)
L’intento era capire perché sono avvenuti questi fenomeni, parte con dire cosa fosse la religione
cattolica (se fai del bene in terra accedi al paradiso) e la differenza con il protestantesimo
(credevano che solo un numero prescelto di persone potessero andare in paradiso e queste
persone hanno anche successo in terra e le persone hanno accumulato ricchezze per far sì che
facessero parte di questa cerchia di prescelti, da qui nasce il capitalismo, se sei povero non sei
stato prescelto da Dio)
Consideriamo la rivoluzione scientifica (avvenuta tra le metà del XVI e la fine del XVII secolo) come
epoca di riferimento. Durante questo periodo alcune persone hanno deciso di separarsi dal resto
della società, hanno deciso di non aderire alle pratiche dominanti della società (es. l’esclusione di
Galileo Galilei). Questo perché un gruppo di persone adotta un visone del mondo diversa.
All’epoca c’era un sapere particolarmente praticato : l’Alchimia—> viaggio che ha lo scopo di
trovare sé stessi, di evolvere e di tendere verso Dio, era un modo di nascondere questo percorso,
tramite queste disciplina, e non essere perseguitati. Percorso verso il miglioramento individuale.
Questo pensiero alchemico oggi passa attraverso la tecnologia.
Questo gruppo ad un certo punto spingeva per essere legittimizzato e riconosciuto nel resto della
società —> L’istituzionalizzazione della scienza che avviene anche quando le persone che non
fanno parte del gruppo degli scienziati, riconoscono questa categoria.
Merton nella sua tesi di dottorato “Scienza, Tecnologia e Società”, considerava il rapporto tra
capitalismo e scienza indiretto:
-egli mise in evidenza come molti lavori non avessero una finalità pratica
-sistematicità, metodicità, il razionalismo e diligenza nello studio empirico e individualizzato nella
natura in quanto rivelatrice della grandezza di Dio —> La nascita della scienza però motivi religiosi,
siccome la natura è stata fatta da Dio.
L’istituzionalizzazione della scienza e la codificazione del ruolo dello scienziato non presuppongono
solo una serie di metodi e di attività, ma anche un nucleo di elementi sociali, cioè di valori e di
norme, tali da fondare la scienza in quanto sottosistema sociale in rapporto con il resto della
società e dotato, al contempo, di una propria autonomia.
IMPERATIVI FUNZIONALI (Le norme)—> ciò che gli individui pensavano degli scienziato e non le
caratteristiche che deve possedere effettivamente uno scienziato, non una prescrizione di come la
scienza dovrebbe essere.
• Universalismo: i risultati e le asserzioni devono essere giudicati indipendentemente dalle
caratteristiche del soggetto che li ha formulati (razza, classe, religione) devo giudicare ciò che si
dice e non il soggetto.
• Comunitarismo: i risultati e le scoperte non soni di proprietà del singolo ricercatore, ma
patrimonio della comunità scientifica e della società nel suo complesso
• Disinteresse: ogni ricercatore persegue l’obiettivo primario del progresso della conoscenza,
ottenendo indirettamente il riconoscimento individuale—> l’obiettivo non è esaltare la propria
figura ma l’intesse per la conoscenza
• Scetticismo organizzato: ogni ricercatore deve essere pronto a valutare in maniera critica
qualunque risultato, inclusi i propri, sospendendo il giudizio dino all’ottenimento delle necessarie
prove.
Scondo Merton se si è uno scienziato famoso è molto probabile che le proprie affermazioni
abbiano più credito rispetto ad uno meno famoso—> effetto San Matteo.
Effetto Matilda—> Matilda una studiosa che ha contributo ad una ricerca ma che non è stata mai
nominata perché donna.
All’interno dell’accademia ci sono dei professori che se non acconsentono non puoi pubblicare—>
“i guarda porta”.
Soltanto uno scienziato può giudicare un altro scienziato, e soprattuto chi occupa una posizione
più elevata avrà maggiori credito.
Il concetto di paradigma è frutto di una visione del mondo e consente di vedere cose o di non
vederne altre.
Ma una domanda che si pone Khun : “come mai certe idee e pratiche permangono anche se ci
sono prove e fatti che certificano il contrario?”
Evoluzione—> cambiamento di paradigma
Il processo di produzione della conoscenza possiede due stadi:
-Stadio di scienza normale—> capacità di sopravvivere adattandosi ai nuovi risultati o ignorandoli
selettivamente, e il loro essere destinati in ultimo a un’inevitabile estinzione.
-La possibilità, osservando attraverso apparati concettuali e interpretativi diversi, di vedere (o non
vedere) in modo completamente diverso uno stesso oggetto.
Il paradigma non è una teoria ma una prospettiva teorica, ovvero un insieme coerente di teorica:
-condivisa e riconosciuta dalla comunità di scienziati di una determinata disciplina
-fondata sulle acquisizioni precedenti della disciplina stessa
-che opera indirizzando la ricerca in termini sia di individuazione e scelta dei fatti rilevanti da
studiare, formulando ipotesi entro le quali collocare la spiegazione del fenomeno osservato,
approntamento delle tecniche di ricerca empiriche necessarie.
Confirmation bias: siamo abituati ad attribuire maggiore credito alle tendenze che sono concordi
con il nostro modo di pensare.
Ci sono diversi fattori sociali, e non scientifici, che contribuiscono al cambio di paradigma:
-interessi
-metafore
-metafore politiche
-coorti
-caratteristiche della comunità di riferimento
GRID—> “griglia”—> livello di gerarchica presenza di un gruppo, che può avere un basso o alto
gruppo di gerarchica. GROUP—> “quanto ti senti di appartenere al gruppo”, che può avere un
basso o alto gruppo di appartenenza.
Es. Militari—> alto gruppo di grid e group —> è più difficile che avvenga un cambio di paradigma
Gruppo di amici—> basso grid e altro group
Burocrazie—> alto grid e basso basso group
Nascenti gruppi di lavoro—> basso group e basso grid
SCUOLA DI EDIMBURGO
Avviata nel 1966 da Dvid Edge, è un’accademia dove i partecipanti condividono la stessa filosofia
del mondo.
I maggiori esponenti erano: Berry Barnes, David Bloor, Steven Shapin, Donald MacKenzie, Andrew
Pickering.
Loro definiscono il loro obiettivo come sociologia della conoscenza scientifica —> si occupano della
conoscenza scientifica e dei processi che portano alla conoscenza della scienza.
Gli studenti della scuola di Edimburgo ricostruiscono i passaggi dello sviluppo della conoscenza,
cosa che Merton non fece mai.
Degli studi di laboratorio ci informano che la conoscenza che viene riconosciuta in laboratorio, non
è la stessa di quella riportata sugli articoli scientifici —> consapevolezza che gli studiosi della
scuola di Edimburgo non avevano.
Questa scuola ha lo scopo di aprire la la “black box” della scienza, cosa che la sociologia non aveva
mai fatto.
Programma debole—> coloro che aderiscono alla visione tradizionale della scienza
Noi non andiamo a studiare i processi di conoscenza quando essi falliscono —> i rifiuti della
scienza, come il programma debole, che interviene solo per correggere ciò che la scienza ha
sbagliato.
La scuola di Edimburgo adotta un’approccio interdisciplinare—> cercano un dialogo critica con la
filosofia della scienza (Khun)
Utilizzano materiali provenienti dalla storia della scienza
Sviluppo studi di caso ovvero uno studio che si sviluppa su uno studio specifica che non si occupa
di ricavare regole generiche ma si occupa di scovare le caratteriste appartenenti solo a quel
contesto di studio che ho scelto.
Le persone producono conoscenza sulla base della conoscenza ereditata nell’ambito della propria
cultura (esperienza pregressa), dei propri scopi collettivamente situati (scopi e punti di vista
considerati importanti) e dall’informazione che ricevano dalla realtà naturale. Non si parla di una
scienza universalmente valida ma di una scienza posizionata nel tempo e nello spazio.
Il programma debole
-visione dei concetti di logica, razionalità e verità come spiegazioni autosufficienti di se stesse.
-utilizzare la sociologia per spiegare, utilizzando fattori di carattere religioso, politico e, in genere
culturale, le deviazioni del corso “automatico” della razionalità e del progresso verso la verità.
In sintesi:
-la conoscenza si identifica sempre più con la cultura che con l’esperienza, per cui non è possibile
distinguete tra “verità=esperienza individuale” ed “errore=influenza sociale”.
- è proprio la dimensione sociale (condizione di pratiche standardizzare, corso su criteri e
procedure, ripetibilità e controlli) che garantiscono il funzionamento della scienza al di là delle
possibili distorsioni della percezione individuale di ciascun ricercatore.
- non è l’esperienza o l’osservazione bruta al centro della scienza, ma l’esperienza socializzata,
ripetibile, pubblica, impersonale.
Es. Femmina (termine-N—> perché possiamo avere un modello di riferimento per capire se un
individuo è maschio o femmina)
Es. Femmina sposata (termine-S—> non possiamo capire se una donna è sposata o meno ma
possiamo basarci su esperienze pregresse o voci che abbiamo sentito)
Entrambi i termini vengono utilizzati sia nella scienza che nella società! Tendenzialmente nell’uso
quotidiano i termini N vengono utilizzati come termini S.
Es. infatti nessuno è in grado di riconoscere un elettrone, nemmeno gli scienziati stessi, la nostra
idea di elettrone si basa su un modello costruito in maniera indiretta—> questo tipo di modello è
S. Nonostante ciò il modello dell’elettrone non è stato intaccato, anche se non abbiamo un suo
modello di riferimento, la sua solidità e validità è un’istituzione che rimane invariata.
È necessaria una dimensione normativa (sociale: i nostri valori, le nostre idee) per categorizzare
cose nuove e notare le differenze, questo è possibile tramite un processo di socializzazione, magari
con chi ha più esperienza di noi. Il processo di socializzazione è ciò che consente di controllare
cosa avviene all’interno della scienza.
Viene meno una dimensione normativa siccome la conoscenza è sempre vera fino a prova
contraria, finché non viene smentita.
Bisogna lavorare in un’interazione reciproca con gli altri.
Dunque non ha più senso di parlare di una corretta o errata applicazione del termine N!
Dunque la possibilità di conoscere il mondo naturale si appoggia su una ringhiera sociale, solo essa
ci dà una dimensione normativa che permette al soggetto di distinguete tra applicazioni proprie e
improprie di un concetto.
Un elemento dotato di significato richiede un’istituzione sociale che lo rende possibile, una
convezione. Un modo di definire un programma forte nella sociologia della conoscenza è che tutti i
concetti hanno carattere di istituzioni, che tutti i termini di carattere naturale coinvolgono, come
elemento necessario, l’apparato autoreferenziale che è caratteristico dei termini sociali (cit. Bloor).
Secondo Merton il fatto che lo scienziato potrebbe avere un intesse personale, potrebbe minare la
sua credibilità .
CHIARIMENTO DI BLOOR:
Non tutte le affermazioni sono termini di tipo S. Tutti i predicati, però, hanno in sé aspetti di tipo S
e funzionano in virtù di una componente autoreferenziale. Funzionano in virtù del fatto che sono
istituzioni sociali.
Se si tolgono le istituzioni crolla ogni possibilità di significato condiviso. Quindi riconoscere una
dimensione sociale alla conoscenza, non indica il valore di quella conoscenza.
Gli individui normali (massimi esperti della società perché la vivano tutti i giorni).
“Ma chi considera la condizionatezza sociale come un male necessario, come un’insufficienza
umana che purtroppo esiste e che è necessario combattere non comprende che senza la
condizionatezza sociale non è in generale possibile nessuna conoscenza e che in generale il
termine conoscere acquista significato solo se connesso con un pensiero collettivo.”
La scienza come la conosciamo oggi è nata a fine 800, durante il positivismo, anche il contributo
della sociologia è stato fondamentale per la nascita del concetto di scienza come la intendiamo
oggi.
Le nostre conoscenze pregresse hanno un’influenza
Struttural-funzionalismo—> lo scopo era soddisfare i bisogni e l’economia e le istituzioni
soddisfacevano queste esigenze primarie.
Merton—> norme e valori sono collanti per tenerci insieme
Collins dice: “non è la regolarità del mondo che si impone ai nostri sensi ma la regolarità delle
nostre credenze istituzionalizzare che si impone sul mondo”.
Non è chiaro quanto questo relativismo metodologico estremo si trasformi in relativismo
epistemologico (influenza del mondo naturale sulla conoscenza acquisita).
Collins aveva bisogno di studiare solo una conoscenza scientifica frutto di una controversia.
Il ruolo degli attori esterni.
LABORATORY STUDIES
La domanda principale che ci si deve porre è: “ Come si costruisce un fatto scientifico all’interno
del laboratorio?”
Gli studi di laboratorio si propongono di studiare «la scienza in azione» nel contesto che più la
rappresenta, ovvero il laboratorio e ci si prefigge di comprendere quali sono le procedure
utilizzate.
Studiare la scienza dove la si fa, cioè nei laboratori, osservando il lavoro di chi la
fa, ovvero gli scienziati - «la scienza dove accade».
I metodi e gli strumenti utilizzati durante questo tipo d’indagine sono:
-Questionari
-Interviste
-Ma soprattutto il metodo osservativo —> osservare ciò che accade in laboratorio. Durante
l’osservazione ciò a cui si deve prestare particolarmente attenzione sono: le pratiche di lavoro
quotidiane (Ciò che osservo deve essere un contesto naturale, senza condizionamenti), gli
strumenti utilizzati e le modalità di comunicazione dei risultati degli esperimenti (è importante che
queste ultime sia corrette siccome questi dati verranno trasformati in affermazioni scientifiche
oggettive e quindi informazioni date per scontate—> creazione di una scienza consolidata).
Le ricerche che studiano le pratiche concrete di produzione di fatti scientifici utilizzano soprattutto
un approccio e strumenti di ricerca di tipo etnografico (la ricerca etnografica è un metodo
scientifico che le scienze sociali quali antropologia e sociologia utilizzano per approcciare e
descrivere il loro oggetto di studio).
I punti che segue lo scienziato che utilizza il metodo etnografico sono:
•Recarsi sul luogo (di lavoro) da osservare (negoziare accesso al campo)
•Osservare in situ le pratiche quotidiane «naturali» non sperimentali
•Prendere appunti - le note di campo - fare foto – fare videoregistrazioni
•Intavolare conversazioni con gli attori di cui si osservano le pratiche
•Analisi delle note di campo (dati del ricercatore sul campo)
•Scrittura di un articolo con i risultati della ricerca
Il ricercatore è allo stesso tempo sia un outsider (persona esterna dal contesto che è intento a
studiare) sia un insider (un attore che costruisce insieme agli altri attori la realtà da studiare).
I processi di «traduzione»
Latour e Woolgar, si concentrano sulla descrizione dettagliata delle attività che caratterizzano il
lavoro nel laboratorio sottolineando che i fatti scientifici diventano tali non nel momento in
cui vengono osservati in laboratorio, ma solo dopo vari processi di «traduzione» di quanto
osservato - mediante gli strumenti - in testi, discorsi, grafici, immagini...
Mediante anche un lavoro di negoziazione che avviene costantemente fra gli scienziati.
«literary inscription»
Latour e Woolgar usano l'espressione «literary inscription» per sottolinearne la funzione
rappresentativa ovvero il fatto che una volta avvenuta una trasformazione materia-
documento (o literary inscription) quest'ultimo viene considerato come se fosse la materia che
rappresenta.
Oggetti epistemici
Gli scienziati, -raramente lavorano con oggetti allo stato naturale- bensì
quasi sempre con la loro «versione purificata-, io già li ho resi scientificamente osservabili. [Knorr
Cetina 1995, 145).
Le particelle subatomiche osservate dai fisici sono sollecitate - mediante gli acceleratori - per
diventare visibili. Ciò che i fisici osservano non sono nemmeno le particelle, ma le tracce lasciate
dalla loro collisione e riportate su una tabella, su un grafico o su un'immagine ricostruita al
computer.
I topolini nei laboratori di ricerca biomedica, difficoltà a sopravvivere al di fuori degli stabulari
dove sono nati e cresciuti, sono stati allevati e geneticamente modificati per avere caratteristiche
più adatte alla ricerca.
Le cellule esaminate al microscopio sono state precedentemente trattate.
Gli apparati sperimentali dei laboratori creano i fenomeni che gli scienziati studiano e lo fanno
attraverso un lungo processo di trasformazione e di purificazione affinché un «fenomeno
naturale» possa diventare una «entità sperimentale ».
Costruzionismo
Se qualcosa è costruito non è per questo meno solido. Una casa è forse meno solida se la
consideriamo il risultato di un processo di costruzione, invece che trattarla come un dato di fatto?
Se la considero cioè come un punto di arrivo anziché come un punto di partenza? Né risulta meno
solido qualcosa di ancora più evidentemente costruito come l'affitto: come suggerisce Hacking
[1999], è sufficiente provare a non pagarlo per accorgersene.
Per uscire da questo circolo vizioso e far si che la ricerca scientifica possa proseguire e approdare a
un risultato, Collins affermò che gli scienziati fanno ricorso a criteri di valutazione extra-scientifici,
non ascrivibili a dati sperimentali:
La reputazione scientifica dei ricercatori che hanno costruito lo strumento e che ne hanno
interpretato gli output:
-assunti teorici e metodologici a cui fare riferimento
-opinioni sull'intelligenza degli sperimentatori
-prestigio dell'istituzione accademica dove lavorano
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L'introduzione di una nuova entità: il microbo
La ricerca di Latour sfrutta la sociologia e la storia della scienza.
La «scoperta dei microbi» di Louis Pasteur nel 1870.
Latour segue il lavoro di Pasteur e dei suoi seguaci tra il 1870 e il 1914.
La batteriologia e la società francese dell'epoca sono trasformate dall'introduzione di una nuova
entità: il microbo.
Pasteur riesce ad introdurre un nuovo attore - il microbo - nel mondo sociale, anche i batteri
partecipano, pur essendo invisibili.
I microbi: guerra e pace (1991)
Come il generale russo Kutuzoy in Guerra e pace di Tolstoj, il 'generale' Pasteur passa di vittoria in
vittoria, fino a promuovere l'avvento della batteriologia e la diffusione della vaccinazione.
Il suo trionfo, nella scienza e nella società, non si deve (sol)tanto alla genialità dello scienziato, ma
anche alla capacità di tessere una complessa rete di alleanze e di truppe pronte a sostenere le sue
battaglie.
Per vincere l'avversione dei colleghi nei confronti della spiegazione delle malattie infettive e
dell'ipotesi, ritenuta assurda, che potessero essere prevenute attraverso un'inoculazione della
malattia stessa.
Pasteur deve costruire il suo fatto scientifico ottenendo il supporto di veterinari, igienisti e
allevatori, nonché degli stessi batteri.
«fatti» e «fattizi»
Il libro si apre con la dedica "A chi ha attraversato il Passaggio a Nord-Ovest" (riferimento al
volume di Michel Serres, 1980 su Ermes, il dio degli incroci).
La metafora marinara che rievoca la ricerca del varco nel Nord del Canada fra l'Atlantico e il
Pacifico indicava l'esigenza di varcare il fossato fra natura e cultura, fra cultura scientifica e
umanistica, fra noi e il mondo.
Non ci sono da un lato la scienza e dall'altro la società: la scienza, per Latour, persegue i suoi fini
scientifici socialmente, le sue pratiche sono forme particolari di socialità, costruzioni di reti e di
operazioni istituzionali.
La scienza non scopre il mondo, lo costruisce: i suoi oggetti non sono dei "fatti" ma dei "fattizi", a
ricordarci quanto di costruito, di artefatto si conserva in quel che lo scienziato produce.
Ciò non significa mettere in discussione la validità della scienza, ma accettare la sfida di provare a
descriverla in termini non garantiti preventivamente da "rotture epistemologiche" che la
separerebbero da altre forme di sapere.
La tecnoscienza
Il termine «tecnoscienza» proposto da Bruno Latour [1987], per definire l'insieme dei prodotti dei
processi scientifici e dei processi tecnologici caratteristici della società contemporanea eliminando
la distinzione concettuale tra le scoperte e i fatti scientifici (intesi come forme astratte di
conoscenza) e la creazione di strumenti e artefatti tecnologici, attribuiti al lavoro degli ingegneri.
Concetto di tecnoscienza; sottolinea l'interdipendenza tra i progressi della scienza e gli sviluppi
della tecnologia, che non sono due sfere distinte e separate.
Le innovazioni tecnologiche non sono possibili senza un lavoro scientifico basato su teorie, ipotesi
ed esperimenti e lo stesso lavoro della scienza è possibile grazie all'uso di una serie di strumenti e
dispositivi tecnologici (microscopi, cannocchiali, banche dati informatiche).
Come si sviluppa e si afferma un artefatto tecnologico? —>Domanda che si pone il modello SCOT.
Pinch T & Bijker W sono i due autori che si occuperanno di rispondere a questa domanda.
Biker W, (1998), La bicicletta e altre innovazioni.
• Bicicletta—> c’è stata un’evoluzione che ha attraversato diversi prototipi, fino ad arrivare al
modello di bicicletta che conosciamo oggi (Boneshaker Velocipede—> Biciclo Ordinary a ruota alta
—> La bicicletta a ruota bassa (safety bycicle)—> Triciclo —> Bicyclette di Lawson «la prima
bicicletta moderna»).
• Lampadina elettrica
• Bakelite
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ANT —> si esce dai laboratori e si va a edere tutto ciò che esiste, all’inizio si chiamava “sociologia
della traslazione”.
VS
SCOT—> si interessa delle innovazioni tecnologiche.
Nascono insieme (SCOT e sociologia della traslazione che ancora non si chiamava ANT) e sono
collegate. Hanno in comune il fatto di considerare la rete degli attori e che lo stesso fattore può
essere interpretato in modi diversi.
I limiti dell'approccio SCOT; ruolo degli user nel riaprire «la scatola nera»
Il concetto di «chiusura interpretativa» appare come troppo rigido non descrive abbastanza bene il
ruolo attivo degli user nel modificare tecnologie stabilizzate e nel riaprire la «scatola nera» a
nuove possibilità, diverse da quelle progettate dagli ingegneri.
Questi tre limiti corrispondono in realtà alle tre tappe di sviluppo del modello SCOT
Come studiare l'innovazione da una prospettiva STS?
•Seguire gli attori - cioè guardare le pratiche d'uso dell'artefatto dal loro punto di vista,
cogliendole le caratteristiche e le specificità.
•Procedere a «palla di neve» - dapprima intervistando o comunque ricostruendo i punti di vista di
alcuni attori e poi includendone altri man mano che vengono segnalati dai primi direttamente o
indirettamente.
•Attori che entrano in gioco quando l'artefatto si rompe (meccanico) Perché ha bisogno di essere
alimentato da una forma di energia (carburante, elettricità).
Utilizzatori e tecnologie
Non distinguere tra sfera della produzione e sfera dell'uso.
Dinamiche di co-costruzione nel corso dell'appropriazione degli oggetti tecnici da parte degli
utilizzatori - quattro filoni di ricerca:
a) modalità in cui designer e ingegneri configurano gli utilizzatori.
b) forme di innovazione che emergono dall'uso e il ruolo degli utilizzatori come agenti di
cambiamento tecnologico. Gli utenti non sono passivi ma loro stessi possono contribuire
all’innovazione tecnologica.
e) forme di resistenza e di non-uso da parte degli utilizzatori.
d) ruolo degli utilizzatori nella manutenzione e riparazione degli oggetti tecnici.
Innovation studies
Riconoscere la capacità innovativa degli utilizzatori, contrastando la visione dominante che vedeva
l'innovazione come il prodotto esclusivo del lavoro del personale tecnico - ingegneri e designer
operante nella sfera della produzione.
Eric von Hippel (1976) ha evidenziato come molte Innovazioni emergano “dal basso”, a partire
dalle pratiche innovative degli users.
L'innovazione sviluppata da ingegneri e designer è più orientata all'introduzione di funzionalità che
soddisfano bisogni già conosciuti, mentre l'innovazione sviluppata dagli utilizzatori introduce
funzioni nuove e ha un maggior potenziale innovativo.
Reinterpretazione
Trasformazione semantica che non apporta modifiche sostanziali all'uso o alla struttura degli
oggetti tecnici.
Dumbphone, i vecchi telefonini che offrivano connettività limitata e poche funzioni digitali, come il
celebre brick della Nokia.
Caduti in disuso in seguito alla diffusione degli smartphone, sono ritornati in auge grazie a una
nicchia di utilizzatori che, per «disintossicarsi » dall'iperconnettività dei dispositivi mobili, si sono
riappropriati di questa «vecchia» tecnologia, ridefinendone il significato in opposizione ai più
-evoluti- strumenti contemporanei.
Diversi produttori hanno poi iniziato a rivolgersi a questa nicchia, introducendo nuovi modelli di
dumbphone.
Quindi l'innovazione può emergere anche da una reinterpretazione del significato di un oggetto
tecnico da parte degli users. Dare un altro senso alla tecnologia.
Adattamento
Gli utilizzatori modificano il significato e l'uso di una tecnologia.
Scoperta delle funzioni latenti di una tecnologia non previste dai progettisti.
Uso innovativo che la popolazione rurale degli Stati Uniti fece del telefono all'inizio del Novecento.
Le compagnie telefoniche si rivolgevano alle classi agiate delle zone urbane e promuovevano i
propri dispositivi come mezzi per la comunicazione destinati a chi operava nel mondo degli affari.
Nelle zone rurali, gli utilizzatori adattarono il telefono alle loro necessità: per trasmettere musica e
per intercettare e ascoltare le comunicazioni del vicinato, in modo da tenersi aggiornati su ciò che
succedeva nei dintorni senza visitare fisicamente i propri vicini.
Le compagnie telefoniche adottarono strategie per impedire agli utenti di inserirsi nelle telefonate
altrui. Alla lunga, però, l'uso del telefono come mezzo per mantenere le relazioni sociali prevalse
sull'uso nel settore commerciale previsto inizialmente.
Reinvezione
Trasformazione di significato, uso e struttura fisica di una tecnologia.
Creazione di nuove funzioni attraverso la modifica strutturale della tecnologia.
Vetture lowrider, le sospensioni originali sono sostituite da altre di tipo idraulico, o connesse a
pompe pneumatiche, per consentire l'abbassamento dell'automobile e fargli compiere movimenti
ritmici.
Sviluppata negli Stati Uniti da meccanici di origine ispanica, questa pratica mostra come le
tecnologie possano essere reinventate dal basso, attraverso modifiche strutturali che consentono
lo sviluppo di nuove funzioni e di nuovi significati che violano le originarie intenzioni dei
progettisti.
Ricerca sulla resistenza nei confronti dell'automobile nel contesto rurale degli USA
Studio condotto da Ronald Kline e Trevor Pinch [1996] sull'introduzione dell'automobile nelle zone
rurali degli Stati Uniti all'inizio del Novecento.
Si interessano alla «sfera d'uso» per mostrare come gli utilizzatori possano contribuire attivamente
al cambiamento sociotecnico.
Introduzione dell'automobile nel contesto rurale provoco a una forte resistenza (al contrario di
quello che era avvenuto nei centri urbani).
Percezione dei veicoli a motore come una minaccia (velocità e rumorosità)
per gli abitanti delle campagne.
“crociata antiauto” con atti di sabotaggio e attacchi ai veicoli e ai loro conducenti.
Infrastruttura —> rete virtuale eterogenea, che a differenza di una semplice rete di attori, ha
anche una componete fisica e strutturale.
Infrastrutture e standard
Due concetti che nascono dall'approccio ecologico degli STS:
1) reti: le relazioni multiple e diversificate che costituiscono la trama delle infrastrutture, sia le
relazioni ecologiche situate all'interno delle reti, fra reti diverse e intorno ad esse
2) standard: sistemi di classificazione che consentono la trasmissione di informazioni o
l'interazione fra elementi connessi da una rete, e che permettono alle infrastrutture di mantenere
una struttura stabile.
Convergenza
Infrastrutture non solo artefatti tecnologici ma assemblano tali artefatti con attori umani, pratiche
sociali, organizzazioni e conoscenze intorno a un'attività [Star 1999].
Convergenza: intrecciarsi di infrastrutture, piattaforme, individui e gruppi che condividono
convenzioni, linguaggi, tecnologie e pratiche.
Membri appartenenti a comunità, gruppi, reti riconoscibili o che si formano intorno all'uso delle
piattaforme (comunità fra gli utilizzatori di videogiochi).
Stabilità garantita dagli elementi standardizzati nei dispositivi tecnici, cui corrisponde una
«costellazione di pratiche»» usi e manipolazioni diverse [Wenger 1998] che richiedono un
apprendimento da parte dei partecipanti.
Da Infrastrutture a «Infrastructuring»
Non induzione passiva di comportamenti umani.
Processi continui di creazione, implementazione, articolazione e uso delle infrastrutture -
Infrastrutturazione (infrastructuring).
Interventi: cambio di elementi, correzione e riparazione/ progettazione e sviluppo, superando la
distinzione tra progettazione e uso.
Standard e standardizzazione
Digitalizzazione delle infrastrutture dell'informazione richiede enorme processo di raccolta e
organizzazione dei dati per garantire flusso continuo di attività e informazioni nel mondo digitale
(cap. 12).
Dati con origine e forme diverse che bisogna far confluire nella stessa struttura informativa.
Nella ricerca scientifica costituzione di database sui fenomeni studiati studio sui dati inerenti alla
biodiversità, Bawker [2000] mostra le difficolta dei ricercatori nell'uso di diversi database, costruiti
secondo diverse classificazioni delle specie studiate.
Desrosieres e Thevenot (2002]; processo che ha condotto alla definizione delle categorie
statistiche e amministrative, classificazione socio-professionale delle popolazioni.
Le classificazioni traducono la realtà in dati - processo di dataficazione che crea problemi quando
raccolte diverse di dati devono essere interconnesse per renderle disponibili per usi differenti.
LA COMUNICAZIONE SCIENTIFICA
I processi comunicativi precedentemente venivano dati per scontati.
Presupposti:
• Istituzionalizzazione della scienza, professionalizzazione della ricerca (si riconosce la figura dello
scienziato come figura più alta), crescente specializzazione —> tutto ciò determina una
comunicazione che può avvenire con un ristretta cerchia di persone, anche i temi diventano più
complessi.
• Sviluppo dei mass media —> siccome non c’è un canale diretto tra scienziati e popolazione,
l’istituzionalizzazione dei mass media si assume l’incarico di diffondere i concetti scientifici alla
massa.
Comunicazione scientifica —> prospettiva diffusionista o prospettiva del deficit perché considera la
massa incapaci “deficienti”.
Assunti di base:
• I risultati scientifici sono troppo complessi per essere compresi dal grande pubblico
• Necessità di una mediazione tra scienziati e grande pubblico
• Individuazione di una categoria di professionisti e istituzioni responsabili di questa mediazione
• Introduzione della metafora della «traduzione»
I media (concezione pedagogica e paternalistica) vengono considerati uno «specchio sporco» (non
trasmettono mai l’effettiva scoperta scientifica) della scienza e:
• I media diventano il canale deputato a trasmettere le notizie scientifiche ma incapace di farlo in
maniera soddisfacente.
• Il pubblico è considerato passivo, la cui ignoranza può essere contrastata dall'intervento
comunicativo della scienza —> dei giornalisti che comunicano la scienza.
• Comunicazione intesa come trasferimento di conoscenza
• Conoscenza come trasferibile senza «alterazioni» o distorsioni —> non c’è un’effettiva
negoziazione tra scienza e mass media, il concetto viene solo semplificato per renderlo più
digeribile, la distorsione consiste solo nella semplificazione del concetto, semplificazione della
grammatica ecc…
Ma
• Il pubblico è veramente analfabeta?
• Gli specialisti sono veramente avulsi dai processi di comunicazione?
Iscrizioni : materiale visivo che aggiungiamo al testo (foto, grafici…) esse favoriscono la
comprensione della conoscenza, ma hanno anche lo scopo di rendere le cose più credibili, più
vere. Proprio perché secondo l’oggettivizzazione è l’esistenza stessa di una cosa che favorisce il
processo di leggittimizzazione.
La rilevanza del tema è un altro fattore che spinge l’individuo ad informarsi, siccome lo riguarda in
prima persona. La rilevanza rende la massa meno passiva, dunque non è detto che la massa sia
ignorante al 100%. Inoltre gli scienziati si mettono in prima linea comunicativa, ci comunicano le
loro scoperte, quando le comunicazioni dello scienziato vengono appoggiate da personaggi
pubblici, le masse tendono maggiormente a crederci.
Modelli: quando un concetto viene detto da qualcuno di affidabile (es. Piero Angela) allora si dà
per scontato che sia vero, dunque il modello incomincia a diffondersi come vero e viene diffuso ad
un gruppo molti più ampio.
Questi processi non riguardano direttamente i processi di costruzione scientifica ma i processi di
diffusione della conoscenza scientifica.
Modello di continuità: (Cloitre & Shinn) —> pensano il processo di comunicazione in maniera
diversa. Questi sono i 4 livelli tramite cui passa la conoscenza:
• Livello intraspecialistico: livello esoterico (livello degli esperti di un settore). Output = paper
(l’articolo scientifico, unico mezzo di comunicazione tra gli specialisti). Nel paper troveremo
l’utilizzo di dati empirici e grafici che vengono diffusi solo tramite gli esperti e gli specializzati.
• Livello interspecialistico: livello esoterico multidisciplinare (comunicazione tra specializzazioni
diverse, dove ci sono collaborazioni tra scienziati, ma il discorso rimane sempre complesso).
Output = articoli ponte tra discipline temi differenti di una stessa disciplina.
• Livello pedagogico: livello della manualistica (libri specialistici . Il paradigma è consolidato e
presentato sotto forma storica e cumulativa.
• Livello popolare: media divulgativi, pieni di metafore e «semplificazioni», sono fatti accertati e
autoevidenti.
Nel primo e secondo livello ci possono essere delle discussioni, delle controversie, invece nel
livello pedagogico ciò non avviene siccome nei manuali viene raccontato solo il modello
dominante.
Questi livelli vengono chiami filtri perché ogni livello “trattiene” delle informazioni prima di
passarle al livello successivo, è come se ci fosse una sorta di semplificazione. Già nel paper c’è una
riduzione di informazioni, siccome non si racconta tutto quello che accade nel laboratorio. Tutto
ciò viene fatto sempre di più fino ad arrivare alla semplificazione massima che si ha al livello
popolare.
Si tratta di un continuum in cui le differenze tra i vari livelli sono solo graduali—> perdita di
complessità ad ogni livello.
Il modello è compatibile con le teorie di costruzione del fatto scientifico formulate da Fleck, fino a
Latour: l'esposizione specialistica è caratterizzata da dubbi e incertezze, che via via, nel livello del
manuale, lasciano spazio a postulati e sicurezze. La conoscenza diventa un «fatto». A livello
popolare il «fatto» diventa autoevidente.….. diviene realtà, il fatto è così e non può essere al
contrario.
Quando c’è una dissonanza cognitiva, quando ci accorgiamo che una credenza viene a messa in
dubbio due sono le strade: o cambio idea o resto sulla mia posizione.
La vera innovazione di questo modello sono i processi di azioni e reazioni, quindi di feedback,
ovvero quando c’è un passaggio tra un livello all’altro si tengono conto anche dei feedback che
quel livello emana.
Il livello popolare è considerato come stadio ultimo di quel processo di stilizzazione che rende la
scienza fattuale e «dogmatica». In poche parole si costituisce la cosiddetta evidenza scientifica!