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CAPITOLO 1
I padri fondatori della sociologia sono: Karl Marx, Èmile Durkheim, Max Weber.
Nel 1959, il sociologo americano C.Wright Mills fornì la più nota descrizione della
prospettiva sociologica.
Secondo Mills, “l’immaginazione sociologica ci consente di afferrare biografia e storia e
il loro mutuo rapporto nell’ambito della società”. La nostra condizione di individui
(biografia) dipende in parte da forze più ampie all’interno della società (la storia).
Come rileva Mills, con il mutare delle condizioni sociali cambia anche la nostra vita
personale. Mills e altri sociologi non ritengono che le persone siano semplicemente
soggetti passivi.
La prospettiva sociologica rivela che esiste un’interazione fra le condizioni sociali che
plasmano la nostra vita e le azioni che compiamo in quanto individui. Non abbiamo la
possibilità di scegliere le condizioni in cui viviamo, le opportunità che abbiamo o le
difficoltà che dobbiamo affrontare, ma possiamo decidere come rispondere a queste
circostanza, sia come persone sia come collettività.
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IMMAGINAZIONE SOCIOLOGICA capacità di guardare i fatti sociali da un punto di
vista diverso dal senso comune. La nostra identità o l’ambiente sociale in cui viviamo
influenza o condiziona il nostro comportamento.
Teorema di Thomas = se le persone definiscono certe situazioni come reali, queste
situazioni saranno reali nelle loro conseguenze effettive.
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Gli uomini attraverso le loro azioni mantengono vive le istituzioni della società o le
modificano. Da un lato le strutture sociali influenzano le azioni degli individui, dall’altro le
persone agiscono modificandole.
La struttura sociale definisce i limiti entro il quale l’uomo può agire. L’uomo per agire
deve tener conto delle risorse all’interno della struttura sociale.
CAPITOLO 2
TEORIE SOCIALI sono dei principi e affermazioni che spiegano il rapporto tra i
fenomeni sociali. Le teorie che funzionano meglio sono le teorie multifattoriali.
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Secondo Merton il ruolo delle disfunzioni nella società è sul fatto che non sempre esse
vengono reintegrate nel sistema, alcune restano e possono impedire e bloccare il
funzionamento del sistema. Le parti della società possono svolgere funzioni manifeste
(es. la scuola che insegna, educa e fornisce competenze) ma anche latenti (es. la scuola
che causa stress psicologico, un insegnante che trasmette valori a una religione, a un
orientamento politico, alla competizione…).
TEORIE DEL CONFLITTO (Karl Marx) sono teorie che studiano la società a partire dai
conflitti tra coloro che tengono il potere e tra coloro che ne sono esclusi (disuguaglianze).
Si basano sui seguenti principi:
La struttura sociale si basa sul dominio di alcuni gruppi su altri (es. datore di lavoro
con i dipendenti)
Ciascun gruppo sociale ha degli interessi comuni che si oppongono a quelli degli
altri gruppi
Quando gli individui acquisiscono coscienza dei propri interessi comuni, possono
diventare una classe sociale (es. possono organizzarsi in un movimento, partito
politico, sindacato etc…)
Intensità del conflitto tra classi dipende da vari fattori =
1. Quanto il potere è incentrato in mani di pochi
2. Quanta possibilità hanno gli esclusi di ottenere il potere
3. Quanta libertà c’è di creare gruppi politici
CAPITOLO 4
LA CULTURA
La cultura è uno dei concetti chiave della sociologia ed è parte essenziale anche della
definizione appunto di essa.
È un insieme di valori, credenze, conoscenze, norme, linguaggi,
comportamenti condivisi da persone che hanno in comune uno specifico
modo di vita e trasmessi da una generazione all’altra.
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La cultura esercita una forma di controllo sociale sulle persone.
La cultura è un insieme di meccanismi di controllo per governare un
comportamento. -In senso più ampio la cultura è un modo di vivere-
Un aspetto ben evidenziato è che l’acquisizione di una cultura è una questione di
apprendimento (processo di socializzazione): gli esseri umani si distinguono da tutte le
altre specie di esseri viventi perché il loro comportamento è solo in minima parte istintivo.
Il comportamento umano è esente dal controllo genetico, l’uomo può avere dei riflessi, ha
dei bisogni biologici; tuttavia, questi non seguono una programmazione genetica, ma per
soddisfare questi bisogni gli uomini mettono in atto una complessa serie di comportamenti.
Tra cultura e società (facciamo riferimento ad una popolazione che vive in un territorio e
condivide una certa cultura) c’è un rapporto bidirezionale (influenza reciproca).
Determinismo culturale sono emerse teorie deterministiche, cioè teorie che
dicevano che la cultura influenza la società (es. correnti come idealismo).
Determinismo sociale la società prevale sulla cultura (es. Marx sostiene questo
determinismo sociale: la cultura è il prodotto della struttura economica).
Selezione culturale
Una caratteristica della cultura è il fatto che essa seleziona solo certi aspetti del
comportamento e dell’esperienza.
LE CREDENZE convinzioni o opinioni che le persone credono che siano vere (teorema
di Thomas importanza delle credenze).
- Sanzioni interne: sanzioni che scattano il livello individuale (es. senso di colpa,
vergogna, pudore) nel momento in cui si deve scegliere se trasgredire o rispettare
una norma, funzionano se le norme sono state interiorizzate (nella maggior parte
dei casi bloccano la trasgressione delle norme).
- Sanzioni esterne: sanzioni generate dalla struttura sociale, derivano dalle norme
formali, scatta quando si viola una norma del Codice penale, civile, stradale.
Derivano anche da norme informali quindi in base ai propri comportamenti. Queste
sanzioni scattano raramente.
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Il linguaggio che usiamo per dare significato al mondo è una costruzione sociale (es.
maschiaccio). Ipotesi di Sapir-Whorf diversi linguaggi influenzano il modo di pensare di
chi li usa.
COMPORTAMENTI ci troviamo davanti ad una dissonanza di ciò che le persone
credono e fanno, si crea quindi una distinzione tra cultura normativa e cultura effettiva.
IDEOLOGIA è un insieme di assunti e di valori condivisi da gran parte della società (es.
uguaglianza). Che funzione hanno le ideologie nella società?
1. Le ideologie servono a ridurre le tensioni sociali, ridurre il divario che si creerebbe
se le persone fossero consapevoli delle diseguaglianze che esistono nelle società
(consumismo ci da una gratificazione, ci fa percepire meno la tensione tra valori
e realtà)
2. Espressione di interessi un’ideologia viene elaborata per difendere un certo
gruppo sociale, determinati interessi (ideologie politiche, di tipo socioeconomico)
3. L’ideologia per le persone è una fonte di significato permette di attribuire
significato a determinati comportamenti o valori (es. affirmative actions
programmi o leggi che prevedono che aziende o istituzioni si attivino per garantire
spazio alle minoranze discriminate (genere, razza)). Esprimono un’ideologia che
punta ad affermare la giustizia sociale.
PLURALISMO CULTURALE
Una società non è formata da una sola cultura, ma include anche:
- Una cultura dominante riflette i significati e le idee di coloro che sono in una
posizione di potere (consumismo, capitalismo)
- Subculture insieme di norme, valori e stili di vita che distinguono un gruppo da
una società più ampia, il far parte di una subcultura non implica un rifiuto dei valori
e delle norme della cultura dominante (es. minoranze etniche)
- Controculture si manifesta quando un gruppo sociale cerca di sviluppare valori,
norme e stili di vita che si oppongono alla cultura dominante
CAPITOLO 5
STRUTTURA SOCIALE
Ogni persona occupa molte posizioni nella società che vengono chiamati status, e
comporta diritti e doveri. Ad uno stesso status possono corrispondere diversi ruoli
rapporto tra singolo e struttura sociale.
Secondo Merton è la società stessa che suggerisce dei modi per attenuare il conflitto, una
strategia è la priorità di ruolo il fatto di attribuire una certa importanza ad un ruolo
rispetto ad un altro.
Un’altra strategia è la separazione dei ruoli le persone cercano di tenere separate le
aspettative contrastanti e individuare nuove soluzioni per ridurre il conflitto.
I ruoli cambiano a seconda del contesto culturale in cui si vive, all’interno di un gruppo
sociale si possono trovare diversi tipi di ruolo:
- Ruoli specifici sono un insieme di comportamenti ben definiti e circoscritti (es.
medico e paziente, due ruoli che agiscono ad aspetti che riguardano la salute).
- Ruoli diffusi presentano aspettative e comportamenti più indefiniti, mettono in
atto comportamenti che toccano più in alto molti aspetti della vita (es. padre, amico,
compagna...).
Il sociologo Garfinkel ha proposto il Breaching experiments situazioni sociali che
infrangono le regole sociali, violando i modelli di comportamento consolidati.
Ha introdotto l’ETNOMETODOLOGIA approccio che analizza i metodi usati dalle
persone comuni per dare senso alle attività della loro vita quotidiana. L’interazione sociale
è organizzata da regole implicite e da conoscenze condivise. L’approccio
dell’etnometodologia ci propone di studiare la struttura sociale a livello
microsociologico (la struttura sociale si incarna nei ruoli), macrosociologico, ma anche
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a livello mesosociologico studiare le strutture sociali che si creano nelle
organizzazioni intermedie tra individuo e società.
Nelle organizzazioni troviamo delle strutture sociali che sono incarnate nelle regole formali
e informali.
Struttura sociale a livello macrosociologico legame che unisce gli individui
all’interno di una società, rispettando norme e valori. Può produrre l’integrazione sociale:
prodotto della struttura sociale.
Secondo Smelser, l’ISTITUZIONE SOCIALE è un insieme di modelli di comportamento
che assumono un carattere normativo in una certa società.
Le strutture sociali e le istituzioni sociali non sono sempre funzionanti per la società.
Aspetto sociale elementi astratti presenti nella società
Organizzazione sociale istituzione, università, chiesa
AZIONE SOCIALE
Se da un lato il funzionalismo enfatizza il ruolo delle strutture sociali, che sono in grado di
influenzare il comportamento umano, dall’altro troviamo le teorie dell’azione sociale che
al contrario, pongono l’attenzione sulle azioni e le interazioni che producono le strutture.
Max Weber è il primo sociologo convinto che la sociologia debba concentrarsi sulle azioni
sociali che sulle strutture. Introduce una vera e propria teoria sull’azione sociale può
essere ricondotta a quattro tipi ideali:
1. Azione tradizionale: tutte quelle azioni che compiano sulla base della tradizione, usi
e costumi di una certa cultura di appartenenza.
2. Azione affettiva: basata su emozioni e sentimenti.
Questi due tipi di azione sempre secondo Weber non sono basati sulla razionalità.
3. Azione razionale rispetto ad un valore: pone come finalità un determinato valore
sono azioni motivate da ideali (es. rispetto verso una persona).
4. Azione razionale rispetto ad uno scopo: (azione dominante nelle società moderne)
le persone agiscono razionalmente perché vogliono raggiungere un obiettivo.
Questi due tipi invece sono basati sulla razionalità.
George Ritzer per spiegare questa dominanza delle azioni sociali usa la metafora di
McDonald, ci sono quattro principi di Mcdonaldizzazione, sono principi che vengono
applicati nelle organizzazioni del lavoro e anche nella nostra vita quotidiana, le nostre
azioni quotidiane sono sempre più improntate all’efficientismo.
1. Efficienza l’iper-efficientismo porta le persone a svolgere molte ore di lavoro
non retribuito
2. Calcolabilità
3. Prevedibilità
4. Controllo
La McDonaldizazzione è un esempio del modo in cui l’azione umana viene influenzata dai
modelli strutturali della società.
IL POTERE
È la capacità di conseguire un certo risultato anche andando contro la volontà degli altri. In
sociologia distinguiamo due aspetti diversi del potere:
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Potere “di...” capacità delle persone di ottenere degli obiettivi sviluppando le
proprie competenze, forma di empowerment = auto potenziamento.
Potere “su...” capacità delle persone di ottenere qualcosa andando contro gli
altri, potere di dominio.
Le strategie che le persone adottano per aumentare la propria capacità di azione sono tre:
1. Educazione azioni che le persone compiono per aumentare le proprie
competenze
2. Organizzazione capacità che le persone hanno di mettersi insieme per
raggiungere un obiettivo comune
3. Networking capacità di fare rete (mettere a disposizione le proprie risorse e
cercare risorse all’esterno dei gruppi sociali di appartenenza)
Come mettere in atto il potere?
Il primo modello proposto di strategie per metterle in atto prevede:
Persuasione: creare consenso intorno ad un’idea. Essa non è sempre positiva.
Ricompensa: ottengo il potere in cambio di qualcosa, offro alle persone un incentivo
positivo (qualcosa di materiale ad es. il denaro, o qualcosa di immateriale ad es.
l’elogio).
Costrizione: imposizione di dominio attraverso violenza, minaccia.
Il potere viene esercitato appunto nella nostra vita quotidiana e allo stesso tempo ognuno
di noi è soggetto al potere, queste tattiche di potere sono classificate in:
Hard e soft
Razionali e irrazionali
Unilaterali e bilaterali
POTERE MACROSOCIALE
Potere economico distribuzione delle risorse
Potere politico compito di assumere delle decisioni
Potere culturale definire la realtà, cioè capacità di elaborare dei sistemi di
significati e li impone alle persone.
L’autore e filosofo francese che si è occupato di studiare questo potere è Michelle
Foucault secondo lui produce realtà, cioè si basa su sistemi di conoscenza che
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lo legittimano. La conoscenza è basata su norme, categorie. Chi possiede una certa
conoscenza specialistica ha di fatto potere (es. medicina base scientifica si basa su
una conoscenza consolidata, i medici esercitano il potere). Se cambiamo il sistema di
sapere cambiamo la realtà.
CAPITOLO 6
INTERAZIONI SOCIALI, GRUPPI E PROCESSI DI SOCIALIZZAZIONE
Tutti gli esseri umani sono coinvolti in relazioni con gli altri. L’interazione sociale è la
relazione tra due o più persone finalizzata ad una interpretazione comune. È resa
possibile tra due elementi:
1. il linguaggio condiviso
2. conoscenza della realtà sociale
Quando interagiamo con gli altri mettiamo in gioco i nostri status e ruoli sociali.
Master status posizione più significativa occupata da una persona, attraverso cui
giudichiamo gli altri.
RETI SOCIALI
Gli studiosi che studiano le reti sociali studiano come esse si organizzano e che tipo di
influenza hanno sulle persone. Nelle rappresentazioni grafiche i pallini sono chiamati nodi
e le linee che li collegano legami.
Una delle caratteristiche delle reti sociali è data dalla forza dei legami. Più è forte il
legame tra due persone più è connessa una rete sociale.
Granovetter ha dimostrato la forza dei legami deboli. Ha dimostrato che anche essi
possono avere un grande potere. Mentre i legami forti tendono a chiudere la rete sociale,
i legami deboli tendono ad espanderla. Chi ha tanti legami deboli può spostarsi e fare
riferimento a tante reti sociali. Molte ricerche mostrano che circa la metà dei lavoratori è
riuscito a trovare lavoro grazie ai legami deboli.
GRUPPI SOCIALI
I gruppi sociali rappresentano uno dei meccanismi basilari attraverso cui il comportamento
delle persone viene strutturato. Secondo Merton un gruppo è un insieme di individui che
interagiscono secondo determinati modelli, che provano sentimenti di appartenenza al
gruppo e che vengono considerati parte del gruppo dagli altri membri.
CARATTERISTICHE:
Interazione strutturata le interazioni che avvengono all’interno di un gruppo
seguono dei modelli strutturati che definiscono i confini all’interno di un gruppo (es.
baby gang)
Senso di appartenenza il gruppo esiste perché gli affiliati percepiscono e
manifestano senso di appartenenza che rafforza l’identità del gruppo
Identità di gruppo è il riconoscimento reciproco dei membri di un gruppo; è un
elemento che condiziona il comportamento delle persone, che possono essere
influenzate a compiere azioni che altrimenti non farebbero per ribaltare e rafforzare
l’identità di gruppo.
Ognuno di noi fa parte di tanti tipi diversi di gruppi sociali. Esistono due tipi principali di
gruppi sociali:
1. GRUPPI PRIMARI: sono costituiti da un numero ristretto di persone che
interagiscono direttamente e intrattengono rapporti che coinvolgono molti aspetti
della vita e molti aspetti della propria personalità. Il primo sociologo che ha parlato
di gruppi primari è Cooley che ha creato questo concetto facendo riferimento alla
famiglia (i legami che vi si creano sono molto forti ed emotivi).
Hanno:
Stretti legami personali
Sono contraddistinti da ruoli sociali diffusi (non specializzati)
Obiettivi indifferenziati (si creano per il piacere di stare insieme no scopo)
2. GRUPPI SECONDARI: sono composti da persone che hanno scorsi vincoli emotivi
che interagiscono per raggiungere obiettivi specifici. Gli individui sono più importanti
per la funziona che svolgono (equipe medica…).
Talvolta ci sono gruppi sociali che hanno caratteristiche che attengono sia ai gruppi primari
che ai gruppi secondari (es. mafia).
Il gruppo di riferimento è il gruppo attraverso cui noi elaboriamo continui conforti sociali.
Lo prendiamo in considerazione quando valutiamo noi stessi. Può essere anche un
gruppo di cui non facciamo parte. Le persone tengono in considerazione più gruppi di
riferimento.
In-Group gruppo a cui si appartiene e con cui ci si identifica. I membri dell’In-
Group possono avere comportamenti discriminatori nei confronti dell’Out-Group. I
membri di questo gruppo si sentono superiori rispetto a quelli dell’out-group.
Out-Group gruppo a cui appartengono gli estranei dal punto di vista dell’Inter-
Group. Più membri ci sono in gruppo, più esso è stabile e ha legami più deboli;
meno membri ce ne sono, meno è stabile ma con legami più forti.
ORGANIZZAZIONI LAVORATIVE
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Le organizzazioni lavorative sono gruppi secondari. Weber si è concentrato sullo studio
della burocrazia. Di fatto tutte le burocrazie rispecchiano quattro caratteristiche:
1. Divisione del lavoro le burocrazie richiedono specializzazione, non tutti
possono fare tutto.
2. Gerarchia le burocrazie hanno una struttura piramidale, l’autorità è
estremamente frammentata e il principale compito dei manager consiste nel far
rispettare le regole.
3. Impersonalità il potere risiede in un ufficio, non nella persona che occupa una
determinata posizione.
4. Regole scritte e archivi compiti e doveri di una burocrazia sono fissati in regole
scritte e in procedure formali.
All’interno dei gruppi si sviluppano due modelli di comportamento:
1. Conformità: esperimenti di Asch
2. Obbedienza: esperimenti di Milgram
Un altro modello di comportamento che si manifesta nei gruppi è quello di generare al suo
interno una leadership. Mikels ha studiato le burocrazie che si creano all’interno dei partiti
politici e ha coniato la legge ferrea dell’oligarchia: il potere tende a concentrarsi ai
vertici di un’organizzazione. Il potere è detenuto da pochi, che sono immuni da
qualunque tipo di controllo.
FAMIGLIA
I sociologi vedono la famiglia come un’istituzione sociale universale che è centrale per la
vita sociale. Una famiglia è un gruppo di persone legate direttamente da rapporti di
parentela all’interno del quale i membri adulti hanno la responsabilità di allevare i minori.
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Le teorie femministe si sono occupate di diversi aspetti critici della famiglia:
Divisione domestica del lavoro: il lavoro di cura (lavori domestici, accudimento
dei figli) è riversato sulle donne anziché sugli uomini.
Diseguaglianza dei rapporti di potere nelle famiglie: pongono l’attenzione alle
forme di violenza che si verificano all’interno dell’ambiente domestico (1 donna su
3). Le principali vittime della violenza domestica sono in primo luogo i bambini sotto
i 6 anni e poi le donne.
Attività di cura: le donne sono principalmente coinvolte nei lavori di cura
(accudimento di malati, persone anziane), il lavoro delle donne è stato definito un
lavoro emotivo; esse si fanno carico più di questo lavoro emotivo che di altro.
FAMIGLIA NUCLEARE: composta da due adulti che convivono con figli propri o adottivi.
FAMIGLIA ESTESA: insieme alla coppia e ai figli convivono sotto lo stesso tetto anche
altri parenti in un rapporto continuativo (nonni, fratelli e sorelle con i rispettivi coniugi…).
MATRIMONIO: unione sessuale socialmente riconosciuta e approvata tra due adulti.
CONVIVENZA: unione di due adulti senza riconoscimento giuridico.
Nel corso degli ultimi decenni la famiglia ha subito dei cambiamenti. Siamo partiti dalla
famiglia tradizionale con una chiara divisione dei ruoli (descritta da Parsons), tuttavia i
sociologi hanno puntato l’attenzione sul fatto che la famiglia si sta avvicinando al modello
della famiglia simmetrica c’è una paritaria distribuzione dei lavori di cura e dei lavori
domestici. Sta sempre più emergendo anche la famiglia a doppia carriera entrambi i
componenti della coppia sono coinvolti in una carriera professionale; arriviamo alle
famiglie di fatto nuovi modelli famigliari che comprendono le famiglie composte da
persone dello stesso sesso, famiglie che si creano senza vincoli, senza avere un
riconoscimento formale. Basate su un’uguaglianza tra i partner e da una maggiore
negoziazione all’interno della coppia rispetto alla divisione dei compiti.
LEGAME FAMIGLIARE
Il legame che tiene unito il legame famigliare è l’amore segnala un profondo
cambiamento culturale. I sociologi distinguono tra l’amore passionale: amore che ha un
esordio improvviso e implica l’idealizzazione del partner con durata breve; e l’amore
basato sull’affetto e sulla complicità, con più valutazioni razionali, rispetto alla persona
amata. Secondo Baumann in molti aspetti delle società contemporanee l’amore diventa
fugace, diventa sempre più un legame instabile. Vale per entrambi i tipi di amore.
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Matrimonio individualizzato: l’attenzione si sposta dalla coppia al singolo
individuo, cioè il singolo individuo deve trovare spazio per esprimere sé stesso, se
non lo trova allora tende a sciogliere la coppia.
Aumento delle separazioni e dei divorzi: figura del padre assente padre che tende
ad avere un rapporto più debole con i figli in conseguenza di un divorzio.
Fine dell’ordine (Fukuyama) la figura assente del padre provoca l’instabilità
sociale.
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Il primo è la famiglia, la socializzazione che avviene nella famiglia è influenzato
dalla classe sociale, ci sono molte ricerche che evidenziano come nelle famiglie
della classe operaia vengano trasmessi valori diversi alle famiglie della classe
medio/alta. In quella della classe operaia vengono trasmetti valori come
l’obbedienza, mentre in quelle agiate il valore della autodeterminazione. La famiglia
è il primo contesto in cui gli individui acquisiscono le aspettative legate al genere,
quindi i comportamenti appropriati per uomini e donne. Ci sono differenze nelle
famiglie di bassa estrazione sociale e di alta estrazione sociale.
Il secondo è la scuola, essa tende a rinforzare le diseguaglianze tra classi sociali,
soprattutto in contesti come Inghilterra o Stati Uniti molte ricerche evidenziano
come la socializzazione cambi a seconda del tipo di scuola (scuole pubbliche
classi povere; scuole private classi sociali alto reddito).
Nelle scuole frequentate da famiglie a basso reddito enfatizzano il valore
dell’obbedienza e autodisciplina. Invece nelle scuole frequentate da bambini che
provengono da famiglie agiate si trasmette lo spirito critico, l’idea che è possibile
rompere le regole. Certi bambini vengono orientati dalla scuola verso determinate
professioni; quelli di basso reddito fabbriche, pubblico impiego; alto reddito
imprenditori.
Le scuole monitorano gli studenti in base alle loro capacità e alle aspettative. Gli
studenti non adatti all’università subiscono trattamenti diversi dagli altri. La scuola
rimarca le diseguaglianze sociali ed economiche già presenti nella società
La scuola trasmette quelli che sono considerati i comportamenti corretti, ad
esempio accade spesso che nelle scuole si svolgono attività divise tra maschi e
femmine. La divisione degli ambienti e delle attività sulla base del genere trasmette
ai ragazzi il messaggio che essi siano diversi per natura.
Il gruppo dei pari (amici) svolge una socializzazione di tipo informale. Quando
frequentiamo più spesso il gruppo dei pari, succede che la famiglia e la scuola entra
in conflitto con questo. È molto importante perché permette una socializzazione che
avviene anche nei gruppi sportivi. I bambini e ragazzi che tendono a praticare sport
di contatto (box, calcio) tendono ad essere più aggressivi nella vita quotidiana, a
confronto ragazzi che fanno sport di squadra (tennis, basket) che hanno una minore
propensione alla violenza.
I media: rispetto alla tv, ad esempio, una maggiore esposizione di immagini
violente innesca nei bambini reazioni aggressive. L’uso massiccio dei social media
provoca ansia, depressione, scarsa autostima… si è diffuso il fenomeno della Fit
Inspiration che mostra contenuti che propongono uno stile di vita sano, ma
l’esposizione continua a questi contenuti ha portato le persone a sviluppare
un’autostima ancora più bassa.
Luogo di lavoro o religione
ISTITUZIONI TOTALI
Nelle istituzioni totali avviene spesso una socializzazione totale, cioè le persone devono
modificare abitualmente il loro stile di vita e la loro personalità per adattarsi al nuovo
contesto. Gli orfanotrofi, ospedali psichiatrici, caserme e collegi… rappresentano un caso
di risocializzazione processo mediante il quale gli individui che passano da un ruolo a
un altro sostituiscono vecchie norme e comportamenti passati con altri nuovi.
IL SÉ SECONDO COOLEY
Cooley punta l’attenzione sull’interazione con gli altri, fondamentale per lo sviluppo della
nostra personalità. LOOKING GLASS SELF (Sé allo specchio) è l’idea di come esseri
umani sviluppiamo un’immagine di noi stessi che riflette come gli altri interagiscono con
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noi. Poiché la prima interazione che abbiamo nella nostra vita è con i genitori è cruciale
nella formazione dell’immagine che abbiamo di noi stessi. Questo processo viene spiegato
dai cosiddetti “umani senza cultura” bambini selvaggi, allevati nella deprivazione
sociale, questi bambini non riescono a sviluppare un’immagine di loro stessi, non riescono
a capire la loro identità. Di norma le persone sviluppano il senso del Sé in base al
modo in cui interagiscono con gli altri e Cooley individua tre passaggi:
1. Ogni persona immagina sé stesso attraverso gli occhi degli altri
2. Le persone immaginano che gli altri esprimano un giudizio su di loro
3. Le persone provano delle emozioni positive o negative che derivano dal giudizio
che immaginano degli altri.
MEAD autore considerato precursore dell’interazionismo simbolico che propone un
modello diverso di socializzazione. Mentre l’approccio funzionalista considera la
socializzazione come un processo diretto dell’interiorizzazione degli elementi della cultura,
l’approccio interazionista considera la socializzazione come un processo mediato dal
soggetto. Non c’è una trasmissione diretta degli elementi della cultura, ma il soggetto
viene socializzato a questi elementi, mette in atto un processo di auto-interazione; quindi,
interpreta questi elementi della cultura e successivamente agisce.
Il soggetto rielabora dentro di sé gli elementi della cultura a cui è stato socializzato, può
anche rifiutare, resistere a questi elementi.
Mead cerca di elaborare una teoria che spieghi come si costruisce la nostra identità
sociale, un elemento centrale della nostra personalità è il SÉ è la capacità che le
persone sviluppano nel tempo di considerare sé stessi come un oggetto: la nostra identità
sociale si sviluppa quando abbiamo la capacità di immaginare di essere al posto degli altri
e di guardare noi stessi con gli occhi degli altri. Le persone hanno bisogno di assumere il
ruolo degli altri per comprendere la propria identità.
Il SÉ è composto da due elementi che ci permette di capire la conformità e l’agire creativo.
l’IO: è la risposta non organizzata e spontanea agli atteggiamenti di altri, parte di
sé che è imprevedibile, inconscia, creativa; nessuno sa qual è la risposta dell’io. È
la parte di noi che provoca spesso conflitti e litigi. Secondo Mead l’io permette alle
persone di trovare nuove risposte e di mettere in atto comportamenti inaspettati.
il ME: è l’insieme organizzato degli atteggiamenti altrui assunto dall’individuo. Il
me comporta l’adozione da parte dell’individuo dell’altro generalizzato costituito
dal fatto che intorno a noi ci sono cose e persone che acquisiscono sempre di più
senso e significato per noi.
Altro generalizzato: insieme di valori e orientamenti di una comunità,
atteggiamento di un gruppo intero e non di un singolo individuo. Assumere l’altro
generalizzato significa guardare a sé stessi e a quello che si fa partendo dalla
prospettiva del gruppo o della comunità.
Questo processo secondo Mead si sviluppa in particolare durante l’infanzia, nel
quale i bambini attraversano delle fasi:
1. fase del pre-gioco anche detta “imitazione”: fino a circa 2 anni il bambino
non ha ancora interiorizzato l’atteggiamento degli altri, tende ad imitare il
comportamento degli altri senza capirne il senso.
2. fase del gioco libero: il bambino comincia un processo di assunzione del
ruolo degli altri (ad esempio cominciano a fare la mamma e a fare il papà),
assumendo gli atteggiamenti dei genitori. In questa fase il bambino ancora
non riesce a distinguere i diversi ruoli e a metterli in relazione tra di loro.
3. gioco organizzato o di squadra: il bambino comincia ad assumere il ruolo
di un gruppo di persone contemporaneamente, riuscendo così a sviluppare il
proprio sé. Permette al bambino di distinguere il proprio sé grazie al fatto che
ha assunto tutti i ruoli degli altri.
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4. fase dell’altro generalizzato: il sé maturo emerge quando l’altro
generalizzato viene interiorizzato in modo tale che la comunità esercita un
controllo sulla condotta dei suoi membri, la struttura in cui si fonda il sé è
questa risposta comune a tutti, in quanto bisogna essere membri di una
comunità per sviluppare il sé.
CAPITOLO 7
MIGRAZIONI ED ETNIE
RAZZA: oggi molte persone credono che gli esseri umani possano essere classificati in
razze biologicamente differenti. Le teorie scientifiche sulle razze umane prendono piede
tra la fine del XVIII e XIX secolo.
De Gobineau sostenne che esistevano razze superiori e razze inferiori, per lui la razza
bianca era la razza superiore, mentre la razza nera “negroide” e la razza gialla
“mongoloide”, che erano razze inferiori (Hitler si è ispirato a lui per legittimare le sue
azioni).
Durante la Seconda guerra mondiale gli studi della scienza della razza è stata
completamente screditata. In termini biologici non esistono razze umane ben definite
ma esistono solo gamme di variazioni tra le popolazioni, che possono derivare dal
contatto con società e culture diverse. I gruppi umani costituiscono un continuum. Le
differenze genetiche all’interno di uno stesso gruppo sono le stesse che possiamo trovare
a quelle tra gruppi diversi. Secondo molti sociologi il concetto di razza, non avendo basi
scientifiche, è solo un costrutto ideologico che alimenta l’idea che queste razze esistano.
Da un punto di vista sociologico la razza può essere intesa come un insieme di relazioni
sociali che permette di classificare individui e gruppi assegnando loro attributi o
competenze sulla base delle loro caratteristiche biologiche.
Questo concetto viene utilizzato per alimentare e riprodurre modelli di potere e
diseguaglianza, all’interno della società. Il processo attraverso cui il concetto di razza
viene usato per classificare le persone è detto processo di razzializzazione, che può
arrivare all’essenzialismo razziale, questo alimenta stereotipi e pregiudizi verso un certo
gruppo sociale e sostiene che ci sono delle differenze inconciliabili tra le razze e quindi
devono essere separate.
ETNIA: è un concetto che ha una dimensione solo culturale e sociale, si riferisce ai tratti
culturali che contraddistinguono una determinata comunità di persone (lingua, religione...)
L’uso del concetto di etnia viene usato in modo improprio perché tende ad individuare dei
gruppi specifici, delle minoranze che hanno dei tratti distinti rispetto ad una certa norma
etnica. Le differenze culturali che esistono tra le diverse popolazioni vengono considerate
spesso come qualcosa di naturale, che in realtà sono differenze costruite socialmente.
si verifica quando
diversi gruppi
svantaggiati entrano
in competizione
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La sociologia invece ha dato diverse risposte attraverso dei concetti:
Etnocentrismo: diffidenza verso i membri di altre culture giudicate nei termini della
propria cultura e della sua presunta superiorità. Può sfociare in atteggiamenti
irrazionali come la xenofobia: atteggiamento di odio verso i membri di una cultura
diversa da quella di appartenenza.
Chiusura di gruppo: processi tramite i quali un gruppo preserva i confini che lo
separano da altri gruppi e sono creati attraverso meccanismi di esclusione: ad
esempio ghetti nelle città, leggi che proibiscono matrimoni tra membri di gruppi
diversi.
Allocazione differenziale delle risorse: i membri di un gruppo hanno una
posizione di potere su altri gruppi, e grazie a questo si crea una distribuzione
diseguale dei beni materiali.
Relativismo culturale: si cerca di comprendere una cultura a partire dagli standard
di quella stessa cultura.
CAPITOLO 8
GENERE E SESSUALITA’
GENERE
Rispetto al genere possiamo individuare 3 approcci, che hanno cercato di spiegare cos’è il
genere:
1. il genere è il prodotto di una differenza naturale tra uomini e donne, fondata su una
base biologica: quindi differenze biologiche innate spiegano differenze
comportamentali tra uomini e donne. L’interazione sociale esercita un ruolo decisivo
nella definizione del comportamento umano.
3. sia il genere che il sesso sono privi di una base biologica e sono considerati come il
prodotto di una costruzione sociale: se è vero che le differenze sessuali
condizionano le identità di genere, anche le identità di genere contribuiscono a
modellare le differenze sessuali. Una concezione di ciò porta gli uomini e modellare
il loro corpo in un certo modo.
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DEFINIZIONI
MASCHILITA’ E FEMMINILITA’
Connell ha proposto il concetto dell’ORDINE DI GENERE e questa teoria la definisce un
ambito organizzato di pratiche umane e relazioni sociali. L’ordine di genere definisce le
forme di maschilità e di femminilità che non possono essere comprese al di fuori
dell’ordine di genere. Secondo Connell è composto da 3 dimensioni:
1. lavoro: divisione sessuale delle attività, sia in ambito familiare (attività domestiche
e cura dei figli), sia in ambito professionale. segregazione
occupazionale:
in determinati settori troviamo una
maggiore presenza di donne o di
uomini (es. medici uomini, infermiere
donne)
2. potere: riguarda le relazioni basate sulle autorità, sulla violenza o sull’ideologia sia
nelle istituzioni sociali, che nella vita domestica.
3. catessi: concerne il piano dei rapporti intimi, delle emozioni e dei rapporti affettivi.
La teoria di Connell parla anche del fatto che tra uomini e donne si crei una gerarchia di
genere. A livello sociale, maschilità e femminilità sono ordinati secondo una gerarchia
basata su alcuni tipi ideali, su macrocategorie. In questa scala gerarchica pone in alto un
modello ideale di maschilità che ha il nome di maschilità egemone: domina su tutto ed
esercita una supremazia che è di tipo culturale, non viene esercitata con la violenza, ma
con la DOMINANZA CULTURALE, cioè una dominanza che pervade la vita pubblica e la
vita privata. I mezzi di comunicazione, le ideologie e i sistemi di istruzione… possono
rafforzare questa maschilità egemone. I tratti tipici della maschilità egemone sono
l’eterosessualità, la forza fisica, l’autorità, il lavoro retribuito. Molti uomini che non rientrano
nel modello della maschilità egemone traggono comunque vantaggio dalla posizione
dominante della maschilità egemone. Questo vantaggio Connell lo chiama DIVIDENDO
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PATRIARCALE che raccoglie la maschilità complice: è composta da uomini che
riescono a godere dei vantaggi creati dalla maschilità egemone.
MASCHILITA’
EGEMONE
MASCHILITA’
COMPLICE
Al di sotto di questa scala gerarchica maschilità e femminilità subordinate:
MASCHILITA’ E
in questo
ordine di genere la maschilità omosessuale è stigmatizzata (x gli uomini).
FEMMINILITA’
SUBORDINATE
I tipi di femminilità sono sempre subordinate, quindi subiscono sempre il potere delle
maschilità. La prima forma di femminilità che Connell individua si chiama:
femminilità enfatizzata: perfetto complemento della maschilità di genere,
caratterizzata da qualità come l’empatia, l’amorevolezza. Essa è orientata a
soddisfare gli interessi e i desideri maschili. Nelle donne giovani si manifesta nella
disponibilità sessuale. Nella fase più avanzata delle donne invece tramite la
maternità (Marilyn Monroe incarna questa femminilità).
femminilità resistenti: sono quelle donne attiviste, omosessuali, single, prostitute,
lavoratrici manuali. Sono tutte femminilità resistenti ma anche ignorate.
LA SESSUALITA’
Tanto il genere quanto il sesso sono costruzioni sociali.
Identità sessuale è l’orientamento sessuale, ovvero le preferenze e il tipo di attrazione
sessuale che le persone hanno nei confronti degli altri.
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Influenze sociali che si verificano sul comportamento sessuale
Tutti i bambini/e sono socializzati all’eterosessualità. Molte ricerche, hanno rivelato che,
nel corso della storia, ciò che è stato considerano un comportamento sessuale normale è
variabile, sia storicamente che culturalmente.
Femminilità enfatizzata: donna che ha un aspetto attrattivo per gli uomini, questa idea si
sta inclinando, cioè l’idea della donna come oggetto sessuale.
DOPPIA MORALE SESSUALE: è il diverso atteggiamento sociale nei confronti delle
attività sessuali di uomini e donne, soprattutto nelle culture dove la maschilità egemone è
dominante.
ETEROSESSISMO: fenomeno per cui gli individui non eterosessuali, sono discriminati in
base al loro orientamento sessuale. Oltre a questo, un altro atteggiamento che si
manifesta nelle persone è l’OMOFOBIA: atteggiamento di paura e disprezzo, nei confronti
delle persone omosessuali.
Negli stati democratici gli atteggiamenti nei confronti delle persone omosessuali sono
cambiati. In Italia negli anni 80 le persone che ritenevano l’omosessualità socialmente
accettabile e moralmente giustificabile erano il 10%. Nel 1999 erano saliti al 40%. Oggi
invece il 71%.
Rispetto alla sessualità ci sono molti cambiamenti:
Affrancamento della sessualità dalla riproduzione (oggi le persone esercitano la
propria sessualità senza avere come obiettivo la riproduzione)
Piu si va avanti nel tempo, più aumenta la tolleranza rispetto alle scelte
dell’orientamento sessuale
Differenza tra sessualità e affettività, chiamata “relazione pura”: le persone oggi,
sono spesso coinvolte in relazioni di tipo sessuale che non comportano per forza
una componente affettiva (es. app come tinder, dating hanno incrementato questa
cosa)
Più si va avanti più declinano alcuni stereotipi sociali, quindi c’è una crisi di senso
tra maschile e femminile (i ruoli materni e paterni sono interscambiabili)
Pluralizzazione delle forme in cui gli individui auto-definiscono la propria identità
sessuale.
LA SCALA KINSEY
Kinsey fa uno studio sulla sessualità umana e intervista 18.000 americani arrivando a
definire il rapporto Kinsey. Da questi dati emerse il fatto che il 70% degli americani aveva
avuto rapporti con prostitute, l’80% aveva avuto rapporti prematrimoniali. Il 40% di questi
uomini pretendevano di sposare una donna vergine (doppia morale sessuale). Oltre il 40%
praticava la masturbazione, nelle donne il 60%; mentre il 50% aveva avuto rapporti
prematrimoniali.
Kinsey si rese conto che molte persone raccontavano di aver avuto comportamenti di
natura omossessuale durante l’adolescenza o prima del matrimonio. L’8% degli uomini
avevano dichiarato di aver avuto almeno un’esperienza omosessuale e il 13% l’avevano
solo desiderato. Questi uomini però conducevano vite eterosessuali.
Kinsey capì che la sessualità non è una cosa binaria, definita, ma è un comportamento
che può cambiare nel tempo. La sessualità è un comportamento fluido. Le persone
possono essere etero o omosessuali, ma possono anche avere occasionali tendenze
differenti dal loro orientamento.
CAPITOLO 9
25
Quando si parla di disuguaglianza, parliamo di una distribuzione diseguale di risorse
di vario tipo, materiali o immateriali (risorse economiche e di tipo culturale). Il prodotto
delle disuguaglianze sociale è la stratificazione, cioè l’insieme delle strutture sociali e
delle norme che producono e mantengono le disuguaglianze, è il risultato della
trasmissione delle disuguaglianze di generazione in generazione.
Tutti i sistemi di stratificazione si basano su 3 elementi:
1. Diseguale distribuzione delle risorse
2. Ci sono gruppi che formano diversi strati sociali (chi ha più o meno risorse)
3. C’è un’ideologia che giustifica il sistema di stratificazione
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Il sistema di stratificazione deriva dal modo di produzione del sistema capitalistico e in
altre forme sociali (feudalismo), in questo sistema c’è una classe dominante che controlla
i mezzi di produzione e le classi sociali subordinate, cioè quelle classi escluse dalla
proprietà dei mezzi di produzione. L’economia di una società̀ è il sistema mediante il quale
si soddisfano questi e altri bisogni. Per Marx la struttura fondamentale di una società̀ è la
netta divisione tra chi possiede i mezzi di produzione e chi non li possiede pur essendo
parte necessaria del processo produttivo. Nell’economie industriali, la risorsa principale
non è più̀ la terra ma il capitale (denaro da investire in fabbriche, terreni e altre imprese).
Nel capitalismo la divisione è tra due classi continuamente in conflitto:
Classe capitalista (borghesia): classe che controlla il capitale e possiede i messi di
produzione
Classe lavoratrice (proletariato): classe che vive del proprio salario.
Max Weber invece, propone il concetto di “chances di vita” che indica la possibilità di
accesso a risorse economiche e culturali. Weber critica la teoria Marxista e secondo lui
esistono altre dimensioni che creano le disuguaglianze e non solo i fattori economici.
Nella dimensione economica, secondo Weber, ciò che spiega le disuguaglianze è
1. la differente posizione di mercato, che non coincide con la proprietà dei mezzi di
produzione, quindi un soggetto può avere un’ottima posizione di mercato anche
senza avere i mezzi di produzione. È definita dalla possessione di capacità e
credenziali professionali spendibili sul mercato del lavoro. Le classi che si
definiscono nella dimensione economica sono formate da soggetti che hanno la
stessa posizione di mercato.
2. data dallo status, che è fondato su differenze sociali relative a una diversa
distribuzione di prestigio, stima, onore. Individua delle differenze di status che
danno origine ai ceti sociali (chi appartiene ad un certo ceto sociale ha un
determinato stile di vita).
Davis e Moore hanno dato una risposta positiva, di fatto la stratificazione è meritocratica,
ovvero che le posizioni più prestigiose sono ricoperte dalle persone più qualificate. Sono
stati criticati perché non tutte le persone riescono a competere dato che non hanno le
stesse risorse. La stratificazione avvantaggia alcuni ostacoli e altri, quindi non è mai
veramente meritocratica.
LE CLASSI SOCIALI
Mobilità sociale: si intende la possibilità di movimento degli individui e dei gruppi sociali
tra diverse posizioni socioeconomiche. Permette alle persone di migliorare o peggiorare la
propria posizione di mercato.
Ci sono diverse tipologie di mobilità sociale:
1. verticale: movimento verso l’alto o verso il basso nella scala delle posizioni
socioeconomiche. Può essere:
- ascendente: la persona migliora la propria posizione socioeconomica
quindi, la propria ricchezza e lo status.
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- discendente: la persona peggiora il proprio status, quindi, perde ricchezza
e posizione di mercato.
2. orizzontale: spostamento da pari posizioni sociali
3. intragenerazionale: cambiamento della posizione socioeconomica di un solo
individuo nell’arco della sua vita
4. intergenerazionale: cambiamento della posizione socioeconomica rispetto alla
generazione precedente
La mobilità sociale si può analizzare sia dal punto di vista macro e micro-sociale:
- mobilità strutturale (macro): macro-cambiamenti che avvengono nella struttura
occupazionale di una società
- mobilità individuale (micro): cambiamenti che avvengono nella posizione di un
singolo individuo
C’è un notevole divario socioeconomico, come si può rimediare a questa
situazione?
Tramite il SISTEMA DI WELFARE, che sono politiche pubbliche volte a ridurre le
disuguaglianze socioeconomiche e a proteggere le persone da alcuni rischi, come il
rischio di malattia, di invalidità e di disoccupazione. I sistemi di Welfare si occupano di
garantire alle persone assistenza sanitaria, pensioni (di vecchiaia e invalidità), assistenza
sociale, assistenza nel caso si perda il lavoro.
Espring e Anderson individuarono 4 modelli di Welfare State:
1. modello socialdemocratico: tipico dei paesi del Nord Europa, generoso e
improntato all’università, è un sistema che riconosce un forte sostegno alle persone
e tende ad estendere a tutti l’accesso a questi sostegni (es. il congedo parentale
per un uomo può arrivare a 240gg, mentre in Italia danno solo 10gg)
2. modello corporativo: rappresentato dai paesi come la Germania e la Francia
3. modello mediterraneo: quello italiano è quello di Welfare familista, fa leva sul
ruolo delle famiglie, è un sistema meno generoso e maggiormente categoriale, i
sussidi sono minori e alcune categorie di lavoratori sono più protetti rispetto ad altri.
4. modello liberale: rappresentato dalla Gran Bretagna
La questione delle disuguaglianze socioeconomiche riguarda le società sia su scala
globale ma anche all’interno di un singolo paese; queste disuguaglianze hanno impatto su
molti aspetti della vita come la salute, l’abitazione, l’istruzione…
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CAPITOLO 11
LE DEVIANZE
Cos’è la devianza?
La devianza è un comportamento non conforme alle norme culturali e ai valori di base di
una società.
- È un fenomeno relativo, cioè che un atto deviante in una certa cultura può non
essere considerato tale in un’altra cultura, quando riguarda degli standard
ambigui, cioè azioni e comportamenti verso i quali esistono opinioni divergenti.
Quali sono le mete culturali nella nostra società? Un lavoro a tempo indeterminato, un
lavoro ben retribuito, ottenere un alto livello di istruzione…
Le mete culturali possono essere raggiunte tramite dei mezzi istituzionalizzati, cioè mezzi
legittimati dalla struttura.
Le persone, rispetto a questa tensione, possono adottare comportamenti diversi.
POTERE E DEVIANZA
Il potere è connesso alla produzione\riproduzione dei nostri assunti di base relativi a ciò
che è normale e ciò che è deviante. Determina se e come le norme sono applicate e i
comportamenti devianti repressi. L’accesso al potere consente ad alcuni gruppi privilegiati
di impegnarsi in specifiche forme di devianza.
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