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Appunti processi culturali e

agende mediali
Sociologia
Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA)
23 pag.

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Lezione 1
Lo scenario culturale impatta sullo scenario della comunicazione. I giornalisti parlano ai
consumatori dell’informazione. Le mode del linguaggio si impongono e si orientano nella scelta
delle notizie. L’ordine di priorità delle notizie risente dei contesti culturali.
Mimetismo mediatico stare sul fatto che già era rimbalzato sui social I fatti del giorno che
stavano anche su altri telegiornali che avevano generato più ascolto. La gente è più attenta
all’opinione sul fatto al personaggio che si espone sul fatto che non al fatto in sé.

Processi culturali: cosa c’è dentro? Quando parliamo di processo parliamo di dinamica. La vita
collettiva dal punto di vista delle dinamiche la nostra cornice (frame) interpretativa è quella del
mutamento sociale. Tema più trattato dai sociologi che attraversa tutta la disciplina. È tanto
difficile permetrare il tema del mutamento, per studiarlo è necessario partire da come cambiano
le persone nel fare società la nostra vita vivere è convivere come cambiamo in relazione
agli altri e come modificano le basi dell’organizzazione sociale. Ci riusciamo a stare insieme?
Domanda sociologica Alain Touraine studia la società contemporanea così come si presentano i
processi globali/ culturali. Riusciremo a estirpare il razzismo? Mutamento quello che accade nei
nostri contesti di vita che risentono della globalizzazione, dello stare insieme. Organizzazione
sociale economica, politica può cambiare in funzione della storia che è lo scorrere del tempo. Lo
stare insieme e per sempre, l’uomo vive solo in relazione all’altro (vivere è convivere). Partire dal
coefficiente umanistico: le persone sono il soggetto principe della vita collettiva.
Noi studiamo le dinamiche sociali: processi culturali, comunicativi, dell’informazione fanno i conti
con il grande tema del mutamento. Lo stare insieme conta. Il mutamento a messo in difficoltà la
teoria sociale. Integrazionisti VS conflittualisti VS apocalittici. Il mutamento è possibile quando la
società precipita lotta tra le classi: Marx borghesia VS proletariatofase di passaggio.

Ogni volta che si fa teoria sul mutamento sociale si rischia di fare ideologia.
Wright Mills 1959 Opera è incentrata sul mutamento sociale: l’immaginazione sociologica
Noi siamo in difficoltà nel leggere i mutamenti sociali, i processi culturali in atto perché ci affidiamo
a una teoria che rischia di essere ideologia quando la voglio applicare senza confrontarmi con gli
altri.
Noi oggi per leggere il mutamento abbiamo a che fare con teorie ideologiche, sono tante le
variabili: il fattore umano, il contesto, la geopolitica che cambia. Un mutamento ha tante variabili
in corso, Non mi riesco a fidare a una teoria con una sola direzione oppure l’accetto perché
funzionale all’ingranaggio. Si danno per scontate delle dinamiche complesse verso un’ideologia
semplice/ funzionale.
Francofortesi più puri leggono il cambiamento solo attraverso le contraddizioni di un sistema.
Facciamo fatica a studiare i processi/ mutamento. Secondo Wright Mills non c’è solo la deriva
delle teorizzazioni che rischia di fare ideologia, ma si rischia anche di raccogliere troppi dati.
Empirismo astratto ossimoro contraddizione  perché decontestualizzato dalla storia dati che
tolgo, frammentarietà dell’informazione (fake news).
Mills non gli basta la raccolta dei dati, la storia impatta sui processi di oggi, storia che mescola
grandi processi e biografia personale.

È difficile studiare il tema del mutamento perché impatta su tutti i sociologi. È difficile studiare i
processi di cambiamento perché la ricerca ha a che fare con noi (un soggetto che studia tanti
soggetti). Per studiare una variazione dovrei avere certezza dello status ante, poi introdurre uno
stimolo e vedere che reazione ho avuto. Dovrei tenere sotto controllo delle variabili. Nella ricerca
sociale manca la controprova.
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Diete mediatiche elevate hanno inibito confronti nella vita reale la persona, scenari culturali che
cambiano, innovazioni tecnologiche, società che altera stili di comunicazione.

Processi sociali e processi culturali. Il pluralismo del framework disciplinare


La conoscenza sociologica tra teoria e ricerca
“Una casa con molte dimore” (Boudon)
• - sociologia cognitiva-analitica
• - sociologia descrittiva
• - sociologia espressiva*
• - sociologia critica*
• Non per tutte le impostazioni la ricerca si sostanzia in raccolta di dati, a volte * il lavoro
approda a definire chiavi di lettura

La sociologia è una, tuttavia sono molti gli autori che dicono: “la casa è una, ma ci sono tante di
more”. (Boudon) Esiste una sociologia cognitiva-analitica che sia ancora alla vocazione di
spiegare i fatti.
Émile Durkheim crede nella spiegazione fenomeno causa-effetto (metodologia quantitativa).

Sociologia descrittiva che fa ricerca, ma non considera così necessario smuovere una grande
massa di dati e non considera affidabili i dati statistici tipo Istat. Al confronto di dati preferisce
descrivere andando in profondità di casi specifici Non tanti, solo per un caso significativo.
Sociologia espressiva il lavoro/lo studio dei processi mi aiuta per trovare nuove chiavi di lettura
per approfondire una riflessione. La drammaturgia sociale (Goffman) [considerato Shakespeare,
Pirandello della sociologia] È convinto che per capire tra innovazione e stagnazione - stiamo
interpretando un ruolo studente/ studente attento: espressione facciale che indica noia, la
scena  alla Goffman – come tutte le scene ci impegna a essere persone. Studiamo gli ambienti
sociali, tenendo conto che come gli ambienti teatrali vivono di scena e retroscena – attori sociali-
importante ambiente istituzionale es. università orienta l’azione sforzo reciproco di controllo
delle espressioni, devo cercare di tenere a bada le mie espressioni, di cogliere l’espressione tipo la
noia, la faccia è un libro aperto. Istituzioni totali per Goffman carceri, ospedali psichiatrici,
conventi, ma non l’università.
Sociologia critica che si affida poco alle metodologie perché è una sociologia ancorata all’idea di
non spezzettare l’ideologia di studioFrancofortesi quando scrivono la dialettica
dell’Illuminismo studiando i media dicono: io non studio la comunicazione di massa guardando i
nuovi pubblici, perché perderei la visione d’insieme che esprime il media system. Non usano
l’espressione “comunicazione di massa”, ma industria culturale perché il sistema dei media
produce merci simboliche (prodotti audiovisivi) governate dall’economia o dal potere politico
controllo che passa per la distrazione, per il tempo libero. La sociologia critica non specula su
singole questioni non perdiamo la visione di insieme. Cultura voisir Edgar Morin, dal
disimpegno – non fa crescere l’esperienza.

Lezione 2
Newsmaking costruzione di notizie, negoziare il clima di opinione di notizie. Il fatto trattato in
maniera tale da diventare merce simbolica.
Processi culturali risentono di un tema più ampio: il Mutamento ha attraversato tutta l’area
sociologica.
Sociologia ha bisogno di induzione e deduzione. Quello che mi da la realtà empirica non posso
considerarlo sufficiente per comprendere la realtà.
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Hikikomori: individui che si isolano, scappano dalla vita sociale.
I temi dei processi culturali sono complessi, rischiano una raccolta di dati che non sono esaustivi,
che fanno demagogia o empirismo e non ci aiutano (Franco Ferrarotti) c’è una grande
banalizzazione.
Il sondaggismo è pericoloso perché dà voce a chi ha i soldi per fare un sondaggio, i numeri sono
veri, ma danno voce solo a chi ha soldi pericoloso per orientare i processi.

Se il pubblico è raggiunto da tante informazioni che vanno dalla stessa direzione, perché a parlare
sono i potenti, la maggioranza, io che la penso diversamente non cambio opinione, tuttavia è facile
che si avvii un processo per cui io sentendomi impopolare quest’opinione la tengo per me. (spirale
del silenzioElisabeth Noelle-Neumann).
Grazie ai media posso sentire più posizioni, io finirò per farmi un’opinione che trasforma l’opinione
pubblica in maggioritaria. Chi sta nella minoranza ha meno elementi per sostenere le proprie
visioni, non cambia idea, ma a fronte di un’idea condivisa maggiormente elaboro la mia visione il
mio pensiero. Secondo Pollock io non espongo più le mie opinioni, non è solo quello che penso,
ma anche quello che sono disposto a dire in pubblico. Ci vorrebbe un io forte e una conoscenza
forte.

Le domande di ricerca e l’analisi di contesto


• Analizzare il significato di processi sociali e culturali comporta produrre risposte a
domande sulla realtà, più realisticamente formulare delle domande su specifiche realtà e
cercare di produrre delle risposte plausibili (Boudon,1984)
• Nell’attenzione mirata al contesto la ricerca sociale trova la sua cifra distintiva. L’analisi di
contesto giustifica la metodologia della ricerca come scienza di osservazione
• Nei contesti reali si osservano i processi e i fenomeni indagati e si evidenziano i fattori
intervenienti che concorrono a definirne il significato.

Produzione e divulgazione della conoscenza sociologica vs il senso comune


La produzione di conoscenza della teoria e della ricerca sociale è un processo cumulativo e
pubblico, grazie al linguaggio condiviso dalla comunità scientifica
• Termini/concetti: «occhi con cui vediamo il mondo» e costruiamo l’esperienza
conoscitiva….oltre il senso comune. Significato descrittivo
• Enunciati: sistemi di relazione tra termini che vanno oltre la descrizione, muovono dal
particolare al generale ma sempre nel rispetto delle condizioni poste dal contesto di
osservazione
• Teorie/paradigmi: sistemi enunciativi tra loro collegati ma anche tradizioni di studio e di
ricerca che si riconoscono in una visione del mondo

Per capirci dobbiamo dare più attenzione al linguaggio


Termini/concetti le uso come concetti dell’analisi sociologica per tipizzare qualcosa, ideal tipi di
cui ci parlava Weber. Vanno oltre il senso comune. Ideal type anche capitalismo
Weber la famiglia è un gruppo e un’istituzione. Oggi ci sono tanti scossoni, ma sa che c’è un
unicum nel concetto di famiglia come affettività e riconoscimento per quello che sei…
Famiglia luogo dove tu sei quello che sei, e quello che vorremmo, anche se non sempre vero
(tipo quando figlio gay viene cacciato di casa, in questo caso non viene accettato).
Gruppo in sociologia è quel ideal tipo di più persone che costituiscono un gruppo (almeno tre)
non c’è la casualità, tipo gente a caso che non si conosce attraversa la strada insieme, ma sono
persone che hanno una rete di rapporti, che hanno già condiviso un fine comune.
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Enunciati I gruppi politici sembrano orientarsi verso i movimenti (so cosa sono i gruppi politici e
movimenti), ho utilizzato termini condivisi ho detto qualcosa. Diversamente gli enunciati possono
portarmi una visione del mondo.
Teorie/paradigmi che attingo per la mia ricerca, ho visto quali termini/concetti far uso, ho visto
il fine per utilizzarli e sono arrivata allo studio di alcuni fenomeni, ci dà una visione del mondo
(Simmel).
Utile per
fare analisi
Processi di modernizzazione e frammentazione culturale
La ridefinizione dell’esperienza: persona, società, cultura: una triade complessa oltre il media
system sistema da rispettare, e parti di noi, rapporto a due vie tra cultura e media system, i
media possono fare cultura assorbono dalla cultura.
Analisi dei concetti per l’analisi del contesto
• Cultura madre e matrigna
• La modernità (come telos e come status)
• Multiculturalismo e modernità multiple
• Cultura politica e democrazia
• Modelli di organizzazione sociale tra «eterno umano e mutamento»

L’esperienza è un processo, una dinamica si ha o si fa? SI FA! Noi facciamo esperienza, non è
acquisita una volta per tutte. L’esperienza la facciamo come persona in un contesto culturale. Ha
tanti attori: persona, società, cultura ciascuno è un fattore complesso.
PERSONA Norberto Bobbio concetto, vedo un individuo elevato a valore cos’è che dà
valore all’individuo? La relazione, l’individuo riconosciuto nella relazione. Parlo del fattore umano
in particolare i termini se il soggetto sta dentro la relazione-il riconoscimento io mi sento
persona se sono riconosciuta in quanto tale (soggetto di valore). Riconoscimento del soggetto
come portatore di valore.

I media sono produttori di conoscenze che nascono dai contesti. Il modo in cui ci comportiamo
risente sia dei contesti online che off line linea molto labile. INFODEMIA I media sono
talmente una cassa di risonanza che hanno esasperato l’info sanitaria sulla pandemia. Esasperata
produzione di notizie per stare nel notiziabile, nuova fase di gloria: bollettini fase pandemica
hanno inchiodato il pubblico.

Lezione 3
L’esperienza è un vero concetto sociologico, esperienza di tante cose, esperienza delle relazioni. Io
faccio esperienza del sociale esperienza di incontro con l’altro, con l’ambiente (micro il
piccolo gruppo, meso gruppo più grande tipo associazione, macro contesto di geopolitica).
L’esperienza del sociale esperienza di tutti rispetto l’altro e l’ambiente (la cornice in cui
facciamo i conti), l’esperienza sociale si nutre di comunicazione.
Comunicazione e relazione viaggiano insieme, anche relazione con un testo o un film perché
prodotto di lavoro di persone  Shultz se l’esperienza è un fluire continuo, si colloca tra un
prima e un dopo che ci aiuterà a dare un significato con l’esperienza condivisa.
Esperienza dinamica fluida, mai fine a sé stessa, ci fa capire che mette insieme passato e
presente.
Alfred Schutz erede di Weber autore: fare musica insieme quante forme espressive
abbiamo per fare esperienza del sociale. Noi siamo soggetti culturali dotati della capacità di dare
senso alle cose. Schutz sociologo, filosofo massimo esponente sociologia fenomelogica: vicina al
concetto di esperienza.
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Shutz: quando siamo in grado di riconoscere il significato di esperienza? Ricordare, uno sguardo
all’indietro la memoria è arte di selezione io ricordo una cosa molto bella o molto brutta, le
cose che mi hanno colpito. Quando guardo al passato in alcuni casi ancora sto male o bene come
se ancora lo stessi vivendo. L’esperienza è un processo di ritenzione mi riporto al passato con
tutte le emozioni, c’è anche un altro processo di riproduzionecambia che hi fatto venire in aiuto
la razionalità, non solo ricordo emozioni, il tempo mi ha aiutato, ho metabolizzato quelle
emozioni allontanamento dall’esperienza, l’ho razionalizzata. In questo caso l’esperienza ha
bisogno di tempo e non riesco a interpretare bene le cose. Noi riusciamo a dare significato anche
alle cose che dobbiamo ancora fare perché non c’è un’azione improntata nel nostro progetto. Il
progetto permette di dare un significato a quanto sto per svolgere. Come la tesi, ho dato un senso
scrivendo l’indice anche se ancora non l’ho scritta.
Risultato con un percorso non si parte mai da zero, conoscere è sempre riconoscere (Nietzsche).
Esperienza mette insieme passato e presente, si nutre di molti elementi, le mie esperienze sono
anche quelle relazionali e quelle conoscitive filtrate dal media system (mass media).

Emergenza persona: problemi di riconoscimento, concetto di persona di interessa non solo per
concetti religiosi o altro, ma per capire l’esperienza collettiva, benessere delle persone.
L’emergenza persona esiste nelle nostre relazioni, io non riconosco nell’altro un valore (Bobbio),
quando non colgo la forza dei gravamenti delle persone, le complicazioni di tutti i giorni. Stiamo
dentro un’emergenza anche quando non ci sembra.

Sguardo globale ci rendiamo conto che ci sono diversi punti di vista sul benessere. Ci sono delle
situazioni che mettono a rischio il soggetto sul valore? Il rispetto non conosce né ordine né grado,
o riconosco l’altro come persona o no, non c’è una gradualità per cui uno l’accetto e l’altro no.
Simmel la relazione è un gioco etico, mettiamoci tutti sullo stesso piano.

p.22 Pardi sociologo nella contemporaneità spesso viene a mancare l’esperienza del sociale, viene
relegato nel privato.

Ambito autoreferenziale nel privato ci autolegittimiamo, senza intralciare il sistema.


Consumerismo  associazione dei consumatori, essi parlano a tutti, non pesandoci come cittadini.
Media separano riconoscimento cognitivo VS riconoscimento etico

Cultura non appartiene solo ai sociologi. Tutto ciò che permette di elevarci, attività della mente
(concetto ideale fronte umanistico) ciò che ci migliora. Concezione antropologica, non solo
quello che ci migliora, ma tutto quello che noi abbiamo appreso, modificato dall’ambiente in cui
viviamo per migliorare aspetti materiali, spirituali, non solo conoscenze che ci fanno elevare. Per
gli antropologi tutto è cultura. Es. anche gli utensili museo antico che hanno permesso all’uomo di
evolvere. Anche tutto ciò che appartiene al nostro mondo iper-tecnolgico.
La concezione sociologica fa un mix tra le varie idee di cultura la cultura è un complesso di cose
che include conoscenze, diverse credenze per produrre valori, arte, morale, qualsiasi capacità
umana acquisita dall’uomo come membro di una società.
Come forma di conoscenza, non solo mezzo espressivo di emozioni

Cultura madre e matrigna cultura madre (integrazionisti) è cio che permette di ritrovarsi in un
ambiente, integra un soggetto al sistema status quo (Alain Touraine)
VS Confittualisti  cultura elemento di trasmissione che permette al sistema di mantenere le
distanze. Cultura fatta per inibire la crescita e la creatività di individui per mantenere il sistema

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industriale (apocalittici). Umberto Eco li divide in integrati VS apocalittici. I media servono e
svolgono un’azione socializzante.
Dicotomia/contrapposizione: cultura madre e matrigna nel senso che ci può aiutare, come no.

Modernità: l’epoca che ha visto esplodere il dibattito sulla cultura, epoca più dinamica
(Baudelaire: che bella la modernità è tutto e il niente).
Pre-moderno epoca rivoluzione industriale mondo della comunità, sorta di solidarietà siamo
tutti =, ci aiutiamo. Modernità esplode quando la gente fa cose diverse, rivoluzione francese,
urbanizzazione, movimento delle masse, tuttavia è questa l’epoca della modernità che mette in
moto persone e idee, nei salotti si scambiano idee diverse, perché la gente faceva cose diverse.
L’epoca della società è l’epoca della divisione del lavoro. Diversi uni dagli altri (Durkheim). La
diversità fa crescere, ma diventa un problema.

Lezione 4
Cultura in termini dinamici. Negoziazione ricentralizzare la figura dei soggetti coinvolti. Idea di
dinamismo della cultura lo recupero io in relazione alla cultura. Se immagino che esiste un io che si
deve relazionare con l’ambiente. Io mi appoggio allo stato cuscinetto che chiamo cultura. Esseri
sociali in grado di interagire con l’ambiente trasmesso dagli agenti culturali. Condizioni di vita
come forma di condizionamento aperto, entro in negoziazione con una cultura.
Cultura dinamica richiama al fatto che io comunico con la cultura, quello che io dico smuove
l’azione, le parole non restano ininfluenti. La negoziazione con la cultura è un fatto di
comunicazione. Esiste una cultura dominante, ma è un discorso vecchio (non gli piace). La cultura
non la posso intendere solo come la dicotomia madre e matrigna, non basta perché oggi c’è anche
un dinamismo culturale che necessita una negoziazione. Non esiste una cultura alta, bassa, dei
media, ma è un mix di culture. Idea che la cultura di massa sia veicolata dai media regge poco.
La cultura dei media viaggia su 3 soglie:
1) Lo straordinario  trasmissione tv, personaggio di grande carico (nei format)
2) L’ordinarietà/ ordinario
3) Banalità il più grande nemico della tv (reality non sanno più cosa inventarsi per fare
audience GF). Essere banali nel tempo comporta una noia, i programmi vengono chiusi
prima in questo caso.
Cultura e comunicazione messa in comunicazione dai media ci aiuta a vedere il pluralismo dei
drappi culturali, non più distinzione cultura di massa/ cultura dei media.
Cultura come telos e come status condizione imposta da acquisire forse anche da imporre.

Progetto che mette in moto le diverse capacità di negoziare.

Multiculturalismo e modernità multiple


• La questione della compresenza/convivenza delle differenze (Touraine, Habermas: Si può
vivere insieme?)
• Globalizzazione vs frammentazione culturale: le contraddizioni emergenti (Habermas,
Wieviorka, Mattelart, ecc.)
• Il multi-culturalismo come evidenza empirica (società multi-culturale e multi-etnica) e
come approccio di politica pubblica (Donati)
• Le modernità multiple (Eisenstadt). Dal dominio del razionalismo occidentale all’ipotesi
dell’adattamento creativo

Pluralismi culturali: subculture, contro culture, culture giovanili, locali ecc…


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Non siamo tutti uguali. La globalizzazione ha messo in evidenza il problema delle diversità, sia nei
rapporti interpersonali sia a livello di stati. La globalizzazione poteva significare uguaglianza nel
mondo, ma i confini sono più controllati/marcati. Le differenze emergono e hanno fatto nascere
un dibattito sul multiculturalismo che ha generato confusione.
1957 La prima volta in cui si è parlato di multiculturalismo (svizzera i vari cantoni)
1971 Canada multiculturalismo, cosa precisa ovvero approccio di politica pubblica che
serve a gestire la diversità culturale, soprattutto se è dentro una società multietnica.

Pier Paolo Donati autore che ha chiarito il concetto di società multietnica. È un’evidenza
empirica nella nostra società in metro trovi di tutto. Viviamo in una società che è multiculturale,
che è diventata anche multietnica. La cultura non è uguale nei secoli e che agisce uguale su tutti,
ma c’è un pluralismo culturale culture, subculture, mode (abbigliamento ecc..) che fanno la
differenza.

Società multiculturale è sempre multietnica? NO diverse etnie, portatrici di diversi tratti
culturali, valori, mode ecc…Società multietnica è sempre multiculturale? SI

Approccio politico dicono che si dovrebbe dare lo stesso riconoscimento vita pubblica e vita
privata delle diverse espressioni culturali. Quale posizione deve prendere lo stato? Rispetto a un
bambino ricoverato trasfusione? Devono essere valorizzate e riconosciute le differenze culturali
dal punto di vista politico.
tra
Multicultura separa, parliamo di inter-cultura. Le culture non entreranno mai in interazione tra di
loro, le persone si.
Ha tanti vantaggi

1) Bisogna credere al primato della persona


2) Idea di libertà come autorealizzazione del sé nel rapporto con l’altro
3) Neutralità dello stato, non come indifferenza, ma come imparzialità, stato laico che
mantiene i valori irrinunciabili della persona- dialogo interreligioso

La modernità come progetto, che in base alle mie esigenze sviluppo con i miei tempi.
Civismo consapevolezza dei diritti e dei doveri, soggetto consapevole che esprime civismo (tipo
movimento di Greta T, nel passato la rivoluzione studentesca, battaglie femmimismo)
Il movimento ha una durata limitata è però rimasto nella storia/nella culturaha lasciato il segno.

Processi culturali e fenomeni politici


Società, cultura e politica «un ibrido interdisciplinare» fra scienza sociale e scienza politica
(Giovanni Sartori)
• Le interconnessioni fra relazioni, strutture, comunicazioni, idee ed ethos partecipativo.
• La politique e le politique: il tempio e la piazza (noi, la gentespitito partecipativo a volte
in contrasto con le istituzioni) (Georges Burdeau 1976). LA POLITIQUE: la politica
istituzionale, i palazzi, il tempio. LE POLITIQUE: il senso del politico che è diverso
• Decisioni/ Strategie/Azioni fra realtà e rappresentazione
• La politica fra le 6 istituzioni fondamentali (Durkheim) e il ruolo dei media
• La funzione del controllo sociale e l’esercizio di potere

Quando parliamo di processi culturali parliamo anche di processi politici.


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Le politique il bisogno di esserci senza entrare in una dimensione politica che ti porta a una
responsabilità, ma ti porta a partecipare. Nei processi culturali una buona parte influiscono i
media, ma non solo anche la politica.

6 istituzioni di Durkheim: famiglia, scuola, politica, economia, istituzioni religiose, i media.


L’istituzione del tempo libero. La banalità del male, film tratto dal libro di Hannah Arendt (1963).

Lezione 5
Modello a rete quello che succede da una parte del mondo ha ripercussioni anche sulle altre
parti.

La piramide di McQuail

La comunicazione istituzionale ha bisogno di stare a certe regole. Media e società coincidono. La


comunicazione deve essere affidata ai mass media istituzione con cui dialogano tutte le altre
istituzioni, ma l’istituzione attraverso cui si può parlare con tutta la società. I media non sono un
élite senza potere.

Democrazia e cultura moderna: la questione del potere


• la liberal democrazia della modernità come «unica forma storicamente realizzata e
osservabile in Occidente» (Sartori)
• Democrazia: un governo «in nome di…» affermatosi in presenza di strumenti di
rappresentanza, pluralismo, divisione dei poteri(Montesquieu),libertà civili, civismo,
circolazione delle idee….
• Le intuizioni e le preoccupazioni dei classici: Simmel (1908): Un gioco possibile solo nei
confini della relazione. Michels: Un aggettivo usato come ornamento etico ed estetico del
discorso politico.. è italiano, si legge come è scritto
• Wright Mills e Wirth: Partecipazione e consenso nella società di massa. Il ruolo dei media e
le Elites «senza potere»

Noi studiamo le ondate di democratizzazione, referendumstrumento di democrazia. Non


sempre consentono al popolo di esprimersi sui temi che conoscono bene. Il no x il si e vicevrsa,
domande criptiche.

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Legislativo, esecutivo, giudiziario (3 poteri). 4° potere stampa (film Orson Welles), 5° potere Tv
potere delle immagini (memoria visiva) ricordiamo più quello che vediamo. 6° potere social
media potere nostro spettatori e autori. Web 2.0 nuovi livelli di partecipazione della vita
collettiva.

II. Alcune premesse del processo esperienzale: Esperienza e persona: vivere e convivere….
• La maturazione della socievolezza verso la socialità (G.Simmel, 1917)
Il gioco relazionale dell’incontro socievole tra eticità e democrazia;
I limiti/soglie della socievolezza (autenticità vs strumentalità).
• L’equilibrio instabile fra identità e appartenenze (N. Elias, 1980)
L’io e il noi fra crescita personale e processo storico-culturale; L’effetto specchio
La consapevolezza delle cerchie del sistema di appartenenza: verso un noi globale?
• La mediazione fra persona e personaggio (E. Goffman, 1959)
Le comunicazioni che contraddicono il personaggio: il gioco delle parti fra scena e retroscena.
Possibile un ri-allineamento?

Lezione 6
Esperienza del sociale è esperienza relazionale (intra e impersonale), conoscitiva (segni, simboli)
altrimenti non riconosco i frame (sociologia aberrante).
Concetto di esperienza è anche memoria, non solo celebrativa. L’esperienza è possibile a partire
da un soggetto/persona che vive il proprio ambiente mettendo in campo dei fattori antropologici.

Simmel (1917) opera forme e giochi di società risponde bene al concetto di esperienza, alla
complessità dell’umano.
Vivere è convivere come può capire l’uomo che ha bisogno dell’altro
3 elementi com’è possibile la società? Dote di entrare in contatto con l’altro/aprirci all’altro
1) Apertura verso l’altro
2) Plasticità relazionale capacità di adattamento
3) Eccentricità tutti ci apriamo all’altro in modo diverso, tutti ci adattiamo, tutti lo facciamo
in maniera unica ed eccentrica, perché l’umano è eccentrico

“oltre da” mettere in comunicazione e condividere e preservare


Intimità quello che ho nel profondo e non voglio condividere
Relazione simmeliana intimità preservare tra amici e amanti, rapporto tra due sessi

Per Simmel impulso alla socievolezza bene per la socialità, passando attraverso un’educazione
ad avvicinarci all’altro. Socievolezza forma ludica di stare insieme, vivo un’esperienza se sono
gratificato dall’altro nella socievolezza. Il gioco per Simmel È una relazione che ha le sue regole, è
una cosa molto seria. Il gioco relazionale in cui si deve creare una situazione gradevole per tutti.
Esperienza dell’altro data dalla socievolezza, gioco etico (perché rispetta l’altro) e democratico
(perché mette tutti sullo stesso piano).
Socialità è uguale alla convivenza.
Simmel mette a tema la conversazione per studiare la socievolezza, la osserva nella conversazione
spontanea (p.51 libro prof). Affinchè sia autentica la socievolezza ci sono delle piccole regole da
rispettare. Secondo Simmel non posso svuotare le tensioni che mi agitano verso l’altro, l’altro non
può essere il mio serbatoio di tutti i miei nervosismi, stati d’animo.

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N. Elias (1980) costruzione dell’identità processo dinamico
Opera la società degli individui contemporaneità anni ’80- esacerbato individualismo.
Tanti parlano di un narcisismo del soggetto, la società degli individui processo individualizzante,
elementi che danno forza all’io, sociologo attento alla variabilità culturale della società. In
un’epoca antica era più forte il senso del noi, era un elemento identificativo forte, per esempio se
eri di una stirpe importante, altrimenti no (elemento identitario). Donna nella stirpe esisteva in
quanto figlia di, moglie di madre di…

La questione io e noi non è stata risolta. Si poteva creare maggiore equilibrio, purtroppo il noi del
passato è stato superato dall’individualismo. Il mio io non è fisso. Crescita personale (Elias) un
bambino dirà il suo nome e cognome se gli si chiede chi è, quello con cui abituato a dare come
risposta. L’immagine del proprio Self è uguale anche da adulti, ma è un’immagine diversa rispetto
a quando si aveva 5 o 10 anni.
Self personalità individuale e sociale, è una dialettica. Cosa cambia quando cresciamo?
Capacità UNICUM degli umani portata a maturazione dell’effetto specchio nel crescere noi
impariamo a vederci come uno specchio ovvero riflessi come noi stessi. Io sono io, io sono per me
stesso, deve imparare a vedermi riflesso, io costruisco anche il me. Io soggetto, complemento
oggetto: me. Tener conto delle aspettative degli altri, non è solo come mi vedono gli altri,
equilibrio complesso tra io e me.
Situazione sbilanciata verso l’individualismo, perché si sono moltiplicate le cerchie di
appartenenza. Ci sarà una situazione in cui emerge più l’io altre il me. (ELIAS) noiFamiglia, noi
gruppo amicale, noi compagni di studio, noi professionale, noi lo Stato nazione, noi appartenenza
geografica, noi cosmopolita.
Elias dice che queste tante cerchi di appartenenza mettono a rischio il legame noi, i noi sono mai
indissolubili, a volte si subiscono situazioni che creano fatica del bisogno di riconoscimento
affettivo. Elias è molto attento sull’esperienza di vita collettiva, non chiude la sua riflessione con
pessimismo. Il noi può comunque costruire qualcosa anche se l’individualismo è più forte, questa è
l’epoca in cui si è più parlato dei diritti umani e progetti comuni per tutti. Contributo
all’attualizzazione dell’esperienza.

Lezione 7
Goffman (1959) Grande studioso di comunicazione. Premesse dell’io sociale diverso tra la persona
e il personaggio, io rimane unicum.
Drammaturgia sociale, libro: la vita quotidiana come rappresentazione. Dialettica tra scena e
retroscena. È tutto un gioco delle parti
Goffman fa ricerca qualitativa, metodi standard quantitativi e qualitativi. Forme di osservazione
partecipante, le spiega all’uso di contesti di grande criticità, parla della necessità di osservare
ascoltare i contesti che vuole analizzare, traendo tante informazioni senza far cogliere la sua
natura di osservatore. Ricerca trattamento internati ospedale Sant’Elisabeth (malati mentali), si è
fatto assumere come assistente di ginnastica attraverso quest’osservazione partecipante
seminascosto non dice di essere un ricercatore, ma si assume un ruolo diverso, non fingendo di
essere un malato mentale.

In ogni cerchia sociale assumiamo un ruolo con diritti e doveri, una serie di comportamenti che
devo mantenere verso l’altro. Vuol dire stare nelle regole della reciprocità. A volte altera il senso
che voglio dare alla comunicazione.
Sulla scena viviamo tutti una pressione sociale, tutti abbiamo bisogno di un pubblico, dell’altro,
tutti abbiamo bisogno di ascolto. Goffman utilizza espressioni del teatro.
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Io sono io solo per me stesso, ma ho bisogno di un riconoscimento nell’altro. Mimica facciale le
impressioni che provoco sull’altro, controllo delle impressioni che penso di cogliere di me negli
occhi di altri. Abbiamo bisogno di pubblico (scena) e retroscena formule che alleggeriscono la
pressione aula tipo scena, aula- lezione retroscena. Parliamo tra di noi e ci diciamo “che pesante
sta lezione”.

4 situazioni che considera idealtipiche (tipologie di comunicazione che avvengono nei retroscena)/
mediazione tra persona e personaggio:
1) Trattamento degli assenti esprimersi al professore in un certo modo sia presente, se
non c’è siamo più liberi di esprimerci diversamente. Anche nei gruppi di amici uguale, in
assenza ci si esprime in maniera meno rispettosa.
2) Discussioni sulla messa in scena la comunicazione non è mai casuale. Uso continuo in
cui soggetti organizzano (la vita è tutta una messa in scena, performance e sempre da
costruire). Sono preparazioni che precedono la messa in scena anche una performance, chi
fa conferenze si prepara prima, tutto studiato e preparata finché la performance non te lo
del pubblico.
3) Cospirazioni rappresentano situazioni in cui scena retroscena non sono un prima e un
dopo, ma stanno uno dentro l’altro. Per esempio una cena di lavoro, decidono di portare
moglie e marito per creare una situazione più leggera. In questi casi Goffman dice che
all’interno della scena si crea un retroscena. Esempio gomitata o calcio sotto il tavolo ,
Frame principale rimane la scena, due personaggi senza uscire dalla scena con uno scambio
di battute tra coniugi che solo loro possono capire, come se ci fosse una spalla che incide
su una decisione che influisce sulla scena.
4) Reazioni di riallineamento soprattutto situazioni sentimentali, anche i reali inglesi per
esempio, diversità di status ha creato una scena sociale che ha impedito la relazione.
L’Europa non è una società di caste però per esempio l’India o il Pakistan sì, ci sono
matrimoni combinati, sparizioni di giovani donne che rifiutano il matrimonio combinato.
Noi sappiamo che in tutti gli ambienti una situazione che non sia dispari esiste, in alcuni
contesti si pone più drammatico. Riallineamento tra status? Goffman superiorità status
femminile rispetto al maschile, alle volte nella scena la subcultura maschile si riappropria di
aggressività che crea una situazione non paritaria nel retroscena. Effetto perverso del
riallenamento, superiorità maschile utilizza tutte le sue armi per riprendersi un ruolo
principale sulla scena.

È tutto un gioco delle parti, questione sociale seria. Attraverso la comunicazione è possibile
riallineare le disuguaglianze?

III. Simboli, linguaggi e controllo della realtà l’esperienza del sociale come processo culturale
• Mutamento e resistenze simboliche (Ferrero, 1893)
Una tassonomia ante litteram….sei categorie di simboli a confronto
• Linguaggi, significati e processo sociale (Mead, 1934)
perché l’interazionismo simbolico supera il behaviorismo….
• Il simbolo dimenticato (Fromm, 1951)
Una nuova tipologia di simboli vs le semantiche astratte della
modernità e il rifiuto del dubbio…
• Segni e ordini (Pross, 1981)
La violenza della comunicazione del potere e la ricerca di «intervalli»
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Si parte dal linguaggio verbale. Competenze che bisogna assumere per quanto riguarda i simboli, i
linguaggi, le forme espressive che ci permettono di controllare la realtà.
Linguaggiotrasmette il mondo e lo presuppone, codice che noi utilizziamo, culturalmente
accettato, socialmente condiviso altrimenti l’altro non ci capirebbe. Indica solo cose, presuppone
pure il mondo, linguaggio e anche identitario.
Simbolo cos’è? quello che vedo e quello che significa, quello a cui vuole rinviare. Una cosa che sta
al posto di un’altra, il simbolo rappresenta, richiama dei significati. Il segno indica e descrive. Molti
usano questi due termini come se fossero la stessa cosa, ma non è così.

Ferrero (1893) fisionomia ciò che comunica un volto, ricerca basata sulla Fisiognomica dei volti
femminili. Si interessa di simboli, tutta la vita risente di un’evoluzione dei segni e simboli che
hanno permesso l’umanità di esprimersi meglio.
1) Il primo linguaggio è il gesto (simboli di prova)
2) Simboli descrittivi: c’è la parola oltre il gesto (normale evoluzione dei simboli di prova).
Pittografia: immagini, codici iconici Forza delle immagini. E’ meno faticosa e resta nella
moderna civiltà. Grafismi Forza di una comunicazione per immagini individuata già nel 1893 da
Ferrero. Precursore dei nostri tempi, intuizioni che nel 1893 non erano scontate.
Comunicazione pubblicitaria reclame comunicazione persuasiva per eccellenza, tecniche del
marketing.
Anche le sensazioni sono linguaggi.
3) Simboli mistici: unici in cui l’autore affronta la questione tra assegno il suo significato nel
mondo delle religioni e della politica e se la prende con il diritto. Ideologie democratiche
restano formule astratte.

Lezione 8
Quando un significato entra in azione riguarda anche la sociologia. Ferrero significato dei simboli
sotto l’aspetto sociologico. Nei simboli mistici: svuotamento dei simboli, tutto diventa vuoto non
c’è più la forza del significato che rinvia al segno. Rischia la religione, il diritto il potere politico.
Astrattismo dei simboli come resistenza al cambiamento.

Mead (1934) Opera: mente, sè e società. Sociologo che dialoga con i comportamentisti. Insieme a
Simmel è l’autore a cui possiamo attribuire la svolta comunicative dei processi culturali.
Interazionismo simbolico È il massimo esponente, studia la società dal punto di vista
comunicativo. Impegno nel sottolineare una società che non esisterebbe se non ci fosse un
sistema di segni condivisi. Esiste la comunicazione e di conseguenza esiste la società.

Meself (sé) Grazie alla comunicazione l’io capisce che può essere oggetto di aspettative altrui e quindi un me.

-gesto
Quando nascono i significati e come nascono? Se sono alla base della vita collettiva il significato
nasce dal gesto ripetuto e al quale risponde un altro membro della società. Fanno sì che si crei un
ambiente sociale che riconosce lo stesso significato. Il gesto e la reazione dell’altro al gesto fa
crescere una reazione di significati.

La società al di là di quello che conosceva Mead, è un sistema di comunicazione.


Thomson contemporaneo, cerca di capire cosa è diverso tra interazione tra soggetti.

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Interazione face to face diversa da parte. Interazione che vede ego e alter nella stessa unità spazio
tempo, interazione che mantiene circolarità della comunicazione, interazione che parla di tanti
indizi. Il detto non detto, prossemica, silenzio, pause.
Oggi abbiamo anche un’interazione mediata, filtrata da altri elementi. Online: entro
comunicazione attraverso l’intermediazione tecnologica. Si ridimensiona autenticità comunicativa,
ma c’è solo con chi parlo.
Esiste un altro contesto, ambiente comunicativo con cui fare i conti:
- Quasi interazione mediata È arrischio l’interazione, chiama in causa il media system,
soprattutto i media di prima generazione tipo la televisione che ha riacquistato forza
nonostante la crisi. Non è una vera interazione perché è costruita a monte. Non è più
circolare, ma è lineare, non è più solo giornalismo informazione processo attraverso cui
si dà forma ai contenuti. In-formazione dall’alto in basso.
Chi c’è tra lo stimolo e la risposta? Noi. Stimolo-organismo-risposta.

La società ha bisogno dell’integrazione riesci a far funzionare l’organismo società. Mead guarda
ai processi culturali in una cultura madre che aiuta l’integrazione.

Fromm (1951) morto nel 1980, era il più giovane Francofortese filosofi della scuola di
Francoforte.
L’uomo che non sa dialogare con sè stesso non riconosce il linguaggio simbolico, ha perso qualcosa
della conoscenza umana. Dimentica tutti quei simboli che parlano noi di noi. Ha inventato la
dicotomia essere o avere. L’uomo moderno ha tutto, non usa mai “essere” per raccontarsi, per
esempio essere in buona salute, non ci va di fare i conti con la dimensione esistenziale.

Opera: il linguaggio dimenticato, parte da:


- Simbolo convenzionale: linguaggio che utilizziamo, alla conversazione diamo un oggettivo,
TV, telecomando, cattedra, tavolo.
- Simbolo accidentale: casualità della correlazione è soggettiva, pensa di stare in una città e
ti capita una cosa bella, quella città mi fa sorridere, quella città simbolo di qualcosa di bello,
ma è soggettivo.
- Simbolo universale: riconoscere i significati dell’umano. C’è universalità dell’umano, fa
emergere le emozioni che appartengono a tutti sia per bambini che per adulti, nessuno ci
insegna il significato lo sappiamo già che cosa significa. Per esempio il fuoco scoppiettante
e acqua esprime dinamismo.

Umano che è in noi, umano delle emozioni, reciproco sintonizzarci Fromm la vede in una capacità
introspettiva e le emozioni anche il pianto nessuno insegna come fare.
Utopia: un’aspirazione ideale, non realizzabile in pratica.

Lezione 9
Pross (1981) tedesco, opera: violenza degli ordini sociali.
C’è sempre un segno che garantisce la visibilità di un potere. Il potere contrasta la minaccia sul
nulla, caos segni che danno significato, segni che esprimono il potere, segni della comunicazione
politica. Se tutto è contrassegnato dal potere, se questo mettere segni allora dal punto di vista
teorico la riflessione sul tema tempo e spazio riflessione sociologica. Sospensione dei segni del
potere, nazismo, fascismo si sono espressi attraverso i simboli tipo le bandiere segni funzionali al
controllo. Totalitarismi inventano il sentimento della paura.

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IV. L’esperienza del sociale dall’intersoggettività alla progettualità sociale: la ricerca di senso
• La teoria del reciproco sintonizzarsi (Schutz, 1951)
Il ruolo della musica nella condivisione del «tempo interiore» e nell’orchestrazione della vita
collettiva: il senso del noi
• La ragione soggettocentrica e la ragione comunicativa (Habermas, 1985)
L’intersoggettività vs la spaccatura tra ragione e sentimento.
E’ possibile una costruzione di senso «decentrata»?
• Comunicazione e riduzione della complessità (Luhmann, 1982)
Il senso come selezione di comunicazione/i

Metterli nella condizione dell’ascolto. Facciamo una selezione.

Schutz (1951) Austriaco, appartiene alla corrente fenomenologica, corrente che dialoga con la
filosofia. Porta l’attenzione su ciò che osserva il fenomeno, considera il mondo tangibile. Il
mondo della vita quotidiana che fossero varie dinamiche che appartengono a tutti noi. Si occupa
della ricerca di senso dello straniero, dice che siam un po' tutti stranieri, paradigmatico il caso
dell’immigrato rinuncia al suo senso comune per integrarsi.

Opera Making music il senso del noi. Teoria del reciproco sintonizzarsi dobbiamo partire dal
noi. Il senso del noi è a rischio nella globalizzazione, il reciproco sintonizzarsi si rende possibile dal
linguaggio più trasversale del mondo: la musica. Il codice sonoro è evocativo come pochi. I media
utilizzano tutti i codici. Il codice ha un valore aggiunto se corredato dal sonoro. Nelle pubblicità
quello che ci resta in mente sono i jingle. Forza, impatto cognitivo ed emotivo spesso è affidata alla
musica e non funziona quando usa una colonna sonora errata. Shutz vedere la musica quel valore
aggiunto che serve al sociologo, la complessità dei sentimenti.

“Le società sono mortali, lo stare insieme è per sempre”. Le società sono mortali perché le
organizzazioni sociali, politiche eccetera sono storiche e quindi superabili.

Habermas (1985) maggior esponente della scuola di Francoforte. Il senso dei mondi vita. Parla di
una crisi della comunicazione, dobbiamo riscoprire il senso dei mondi di vita e ragionare in
maniera meno soggettocentrica. Mondo un po’ più decentrato che ci fa vedere anche il pensiero
degli altri.

Lezione 10
Luhmann tra processi sociali e processi comunicativi
• mondo, ambiente, sistema….e sistemi comunicativi
• riduzione e mantenimento della complessità come azione comunicativa: il contributo dei
sistemi comunicativi al sistema sociale globale
• la comunicazione come processo di selezione tripolare:
- raccolta informazioni
- atto del comunicare
- comprensione (partiamo da alter…..)
• sistemi mediali (aperti o chiusi?....comunque costruttori di secondo grado)

Luhmann (1982) tutta la comunicazione è selezione. Raccolta di informazioni non si parte mai da
zero. Diagramma di Schram. Ripartiamo da alter: ripartiamo da un sistema di comunicazione che
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impatta sul sociale che informa l’intera società. Cosa sono i sistemi mediali per Luhmann. In
un'altra opera lo chiarirà. I testi dei media sono aperti o chiusi?
Lezione 11
McLuhan anni ’60 aveva creato frasi ad effetto, un’attenzione sul fatto che i media avevano
creato un rinnovamento dell’umanità per come avevano modificato la nostra percezione del
mondo. Villaggio globale. Secondo McLuhan la televisione è un mezzo freddo perché ci da processi
incompleti, offre poco e richiede da parte nostra una grande contributo per tirare le fila di quanto
trasmesso. Il cinema è diverso è caldo perché siamo immersi nel film. I social abbiamo a che fare
con ambienti e cambiano includono.

Goffmanetichettamento

Lezione 12

Opinione e Opinione pubblica


• Orientamenti valoriali, atteggiamenti e opinione:
verso la disposizione ad agire e l’ammissione in pubblico.
• Contenuto di «coscienza» di una persona…indipendentemente dal giudizio sulla sua verità
o falsità (Pollock)
• Opinione specializzata; opinione informata; opinione pubblica
• Circolazione delle idee e sfera pubblica: il risultato illuminante della riflessione comune e
pubblica sui fondamenti dell’ordine sociale (Habermas)

Opinione vedere le cose in un certo modo. Prima di diventare azione l’opinione ci interessa, il
coraggio di ammettere in pubblico.
Contenuto di una coscienza (Pollock) coraggiosamente si manifesta in pubblico,
indipendentemente dagli altri, qualcosa di coraggioso che attiene alla sfera pubblica, che difendo
indipendentemente.emotive e cognitive disposizione dei fatti.

La formazione dell’opinione come effetto dei media: il potere di strutturare i problemi (anni 50 e
anni ’70)
• La predisposizione e il cambiamento di opinione (J. Klapper)
• La scelta elettorale in un piccolo centro: le variabili intervenienti e la costruzione della
fiducia (P. Lazarsfeld)
• Le agende dell’informazione e la costruzione del dibattito pubblico (Mc Combs e Shaw )
• La spirale del silenzio: Il rapporto fra le opinioni della maggioranza e la voce delle
minoranze (E. Noelle-Neumann)
• Le variabili osservate «direzione, intensità, rilevanza, coerenza»…..negli ambienti della
socializzazione

Relazione due fenomeni: azione dei media e generazione delle opinioni. Dopo l’ascolto devo
ragionare, decodificare interpretare e interiorizzare.
Come Luhmann

Klapper processo di lezione. L’ascolto è selettivo:


1) Ascolto, interpretazione e decodifica risente delle competenze linguistiche.
2) Decodifica, ma anche lì c’è la nostra predisposizione che ci porta piccole interpretazioni,

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3) Memorizzazione guidati dalle nostre predisposizioni. Sente della nostra selezione
nell’ascolto, nella decodifica e interpretazione e la nostra selezione (metabolizzare poi
ricordare).

La memoria è arte di selezione, Klapper mette al centro noi.

I media devono stare dentro discorsi sulla costruzione delle opinioni, i media concorrono alla
formazione dell’opinione (teoria del flusso).
Teoria del flusso: doppio passaggio, i media arrivano a noi, ma noi ci confrontiamo anche con altri
non solo con i media, c’è alla base la fiducia, anche il rapporto tra leader e non leader, rapporto
con quelli che noi consideriamo opinion leader.

Lazarsfeld azione più controllabile porta esprimere un voto, risente dell’azione dei media, ma
non solo.

Agende concorrono alla costruzione del dibattito pubblico:


- Agenda intrapersonale mi orienta a concordare o non concordare (Klapper)
- Agende nascoste delle priorità che non sappiamo più se sono le vere priorità, istruzioni
simbolica degli eventi.

La spirale del silenzio Noelle-Neumann (donna, si pronuncia noiman). Autonomia di giudizio e


far emergere la propria opinione a volte è difficile, a volte preferisco non espormi in pubblico
perché temo l’impopolarità di quello che è la mia opinione sulle cose, paura anche di Harry
contrasto ed essere divisivo.

Opinioni pubbliche sono una sorta di sintesi della maggioranza e le opinioni minoritarie. Le
opinioni minoritarie si portano meno, si tengono nella sfera privata, per cui non cambio idea, ma a
volte non le esprimo proprio. Noelle-Neumann avere elementi di rapporto più le
argomentazioni funzionali verso una direzione fa si che dove si dibbattono meno le altre posizioni
io non ho altri elementi in merito, non avendo altrettanti argomenti a sostegno le opinioni
minoritarie restano, ma concorrono meno. L’opinione dà voce a chi è già forte. Le opinioni della
maggioranza appaiono più maggioritarie rispetto a quelle minoritarie.

Effetti potenziali ed effettivi nella mappa di Golding (1981)


• Le due variabili determinanti: il fattore tempo e il livello di intenzionalità
• Conseguenze a breve e a lungo termine…volute o non volute
• campagne sociali, propaganda politica e distribuzione della conoscenza….
• Le risposte e le reazioni individuali o collettive e gli effetti perversi
Una tipologia per distinguere tra la produzione di informazione e le sue possibili conseguenze.
La difficoltà di misurare la variazione dello stato ante nella sua correlazione con l’azione
comunicativa

Gli effetti dei media sono sociali o culturali che si possono registrare nel breve o nel lungo periodo.
Aggressività delle immagini, per esempio ora guerra è difficile misurare gli effetti. Mobilitazione
delle masse che non sono volute, panico collettivo Covid, guerre. Il giornalismo fa comunicazione
sociale. Per esempio il giornalismo d’inchiesta vere e proprie campagne sociali, fanno luce su
dinamiche, producono informazioni e conoscenza.

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Media mainstream contengono il digital divide, ridistribuiscono le conoscenze, possibilità di
accesso all’informazione ai pubblici “info poveri”.

Golding esistono degli effetti che possiamo verificare, quelli a breve termine (interessano al
marketing), ma anche effetti potenziali che potrebbero verificarsi nel lungo termine.

Lezione 13
Mappa di Golding si studiano i media per capire che impatto hanno. Effetti nel medio e nel
lungo periodo, possono essere effetti perversi in sociologia, cioè effetti non voluti. Il giornalismo
deve mettersi di servizio delle campagne sociali.

Media e politica nella Communication Research


Modelli interpretativi a confronto
• Media presentazionali, media rappresentazionali e media meccanici: la questione
dell’interferenza del rumore meccanico e semantico (Shannon e Weaver)
• La comunicazione come processo tripolare: raccolta informazione, scelta di comunicazione,
comprensione (Luhmann)
• L’interazione mediata: la progressiva contrazione degli indizi (Thompson)
• Il recupero della teoria del flusso (Lazarsfeld) e l’importanza dei contenuti (Lasswell)
Si legge Mannaim (tedesco)

Ideologie come forme storiche del condizionamento sociale, culturale, politico (Mannheim,
1929/36) parola chiave per l’analisi sociologica secondo Mannheim
• Il condizionamento macro: ideologia totale (lo spirito del tempo e il contesto geopolitico di
riferimento…)
• Il condizionamento micro: ideologia parziale (gli interessi che si vogliono difendere…)
• L’utopia: Ia visione socialmente condizionata della classe subalterna
• Fra lo status quo del pensiero conservatore e il dinamismo del pensiero utopico…La
mediazione degli intellettuali per distogliere la politica dall’irrazionale
• La pianificazione democratica come progetto politico
Il passaggio dall’ideologia alla conoscenza? Tramite assunzione di consapevolezza del
condizionamento e la capacità di processare non solo il punto di vista dell’avversario

Mannheim considera il condizionamento non solo di quello che facciamo, ma anche quello che
pensiamo anche la comunicazione la avviamo in una maniera condizionata.
Condizionamento aperto ci dice Mannheim, contesto con norme sociali, abitudini che dettano
le condizioni che io interiorizzo per parlare, pensare ecc…
All’umanità non è dato modo di pensare, vivere, agire, comunicare se non in maniera che risente
del proprio contesto. Noi studiamo i contesti perché gli spazi non sono mai neutri dove ci
muoviamo. Quando parliamo del contesto lo individuiamo attraverso le coordinate spazio-tempo,
per esempio vivo in occidente, appartengo a questa parte del mondo.

Ideologie idee messe al servizio dell’azione, le ideologie come sistemi di idee.


Ideologia totale tempo e spazio che vivo (lo spirito del tempo e il contesto geopolitico di
riferimento). Perché è totalizzante la visione del mondo.
Ideologia parziale una sorta di condizionamento che vivo nel contesto di vita, perché io ricopro
una posizione nello spazio sociale, posizioni sociali che ricopriamo. Il contesto a cui ci riferiamo è

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quello spazio sociale a cui tutti i sociologi hanno dato una forma piramidale, pochi al vertice, molti
in mezzo e in basso.

Tema della stratificazione sociale oggi è più frastagliato, è un sistema che si è creato nella
società, non tutti sullo stesso piano per status, acquisti o ascritti, perché abbiamo poteri differenti.

Nascere maschio o femmina, bianco o nero, malato o sano, questioni di


nascita.

Tetto di cristallo sociologia di genere, discorso di genere. C’è quell’ingiustizia sociale che fa si
che una donna capace all’interno di una struttura economica, c’è una sorta di tetto oltre il quale
non può andare. E’ di cristallo perché è trasparente, non è scritto da nessuna parte, in quanto
donna avrà un avanzamento più lento, anche se non c’è scritto nel contratto, perché sarebbe
anticostituzionale. Parlo di posizioni di vantaggio/svantaggio.

Ideologia parziale riporta al tema della stratificazione, una sezione della società che ha posizioni
da difendere. C’è un’altra che non ha privilegi da difendere?
Status quo rassicurante, coloro che hanno qualcosa da difendere, Mannheim mette anche gli
intellettuali, sono dei privilegiati, condizionati da voler mantenere questa situazione. Intellettuali
sono privilegiati, ma sono. Cresciuti attraverso la risorsa conoscenza, condizionati dal pensiero
dell’avversario, ma non solo. Condizionamento parziale, condizionamento macro e micro che
risente della stratificazione.

Ideologia e utopia appartenente a coloro che non hanno nulla da difendere (info povero,
marginati). Non vuole lo status quo, vuole cambiare. La classe subalterna che vuole cambiare ha
bisogno della mediazione degli intellettuali in grado di processare diversi punti di vista. (la prof
dice che non esistono più). Pensiero utopico è dinamico per Mannheim. La politica non può stare
in balia dell’irrazionale.

L’ideologia nel dibattito contemporaneo


• Le funzioni dell’ideologia come strumento per la costruzione di identità e appartenenza, e
per la definizione di una visione che permette di reagire emotivamente e cognitivamente al
mondo.
• è ancora una leva per l’azione politica? Dovrebbe esserlo
Fattori intervenienti sul sistema culturale/ideologico:  La modernità ha frammentato l’ideologia
Ø La fine delle grandi narrazioni (Lyotard)
Ø La progressiva depoliticizzazione operata dalla real politik
Due processi contrastanti:
• La fine delle ideologie (D. Bell, 1960/ 1988) et al.
• Lo scontro di civiltà e il fondamentalismo contemporaneo paradosso

Ideologia era uno strumento per costruirsi un’identità generazione prof anni ’60. Ideologia Real

orienta verso valori di un certo tipo/visione al mondo che ti permette di reagire emotivamente al politique

mondo. Non ha più valore di un tempo, la modernità ha frammentato l’ideologia, anche la politica
vera politica realistica che prende decisioni oltra la diversità ideologia.

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Tanti processi storici hanno indebolito l’ideologia tanti eventi hanno portato a parlare di fine
delle ideologie (Bell) il titolo ha orientato in maniera sbagliata, lui intende il loro mancato
utilizzo nello scontro politico perché motivi economici.
Lo scontro di civiltà nostra epoca revival di fondamentalismo, reazione alla globalizzazione
che uniforma tutti.

Lezione 14

V. l’esperienza situata: contesti e condizionamenti tra valori e ideologie (Mannheim, ideologie come
sistemi di idee che permettono di gettare l’azione)
• La grande città (Simmel, 1903) torna nella società di massa di wirth in modo diverso
Luogo di socialità o regno dell’economia monetaria?
• La società di massa (Wirth, 1948)città media nord americana, esemplificatrice di massificazione in positivo e
negativo
Democratizzazione e costruzione del consenso: il ruolo dei media?
• Lo sviluppo tecnologico (Fromm, 1964) il contesto, imperativi della tecnologia
Ciò che è tecnicamente realizzabile è sempre migliorativo per l’umanità?
• L’esperienza conoscitiva tramite il cinema [saggio] (Kracauer, 1960)sociologo che si occupa di
cinema, allievo di Simmel.
Il realismo dei frammenti visivi vs l’astrazione di scienza e politica
• La cultura del presente [opera] (Morin, 1962) si dice moren
L’industria culturale tra loisir, sincretismo ed emulazione: nuove strategie di controllo

Disimpegno

Persona si fa riferimento ai contesti di vita all’interno dei quali comunica.


L’esperienza si fa abbraccia il deja vù, il già detto, si rimodula nei contesti di vita vera che
spostano i significati. L’esperienza è situata. Io sono io solo per me stesso (Elias).

Il contesto è la parola chiave della sociologia. Nel contesto si matura la nostra crescita personale,
la capacità di negoziare con continuità di informazione e comunicazione (2 processi diversi), in
questo contesto capiamo cosa fa la differenza. Conoscenza e capacità di avvicinarsi ai network. In
questi contesti troviamo tante cose, anche un modus pensandi non solo agendi.

Gli autori di questa slide sono autori che guardano agli aspetti tangibili del contesto, ma anche
visione del mondo. Oggi diamo per scontato che esista una dimensione globale, ma molte volte
non sappiamo a cosa corrisponde. Il globale fa problema non costruisce globalizzazione dei
diritti, ma solo delle economie.
Per parlare di contesto ripartono dalle caratteristiche di un mondo che si riconosce moderno.

PRE – POST  questione che tiene vivo il dibattito.

Pre-modernità – modernità – post modernità anche in ambito artistico corrente post-moderno.


Modo illusivo per dire quello che non c’è più post-modernità non è più moderno, ma non dico
cos’è, è un non-nome.

Tuttavia ha avuto successo la lettura dei processi culturali perché ci siamo appoggiati a un
processo storico.

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Cambiamento quando noi parliamo di un arco temporale, parliamo di qualcosa che presenta
tratti disomogenei, mettiamo pre o post.

Società pre-industriale – società industriale – società post industriale  anche dal punto di vista
industriale, rivoluzione tecnologica. So cosa dico quando parlo di queste società.
Società industriale emblema di progresso, urbanizzazione, lavoro, diversi stili di vita, catene di
montaggio (mondo dell’industria). Quando parlo di società dà correttezza perché ho ancoraggi
storici. Post-modernità non è semplicemente società post-industriale, ha dei limiti, ha fatto capire
che il progresso non è un processo lineare.

Simmel (1903) parla delle cornici reali della vita, parla delle città città moderna
Contesto progresso materiale
Gabbie d’acciaio (Webber) nuovo coercitivo che a volte l’organizzazione capillare che la vita ha.
Simmel opera: metropoli e vita dello spirito, porta il suo sguardo sulle luci e le ombre di una
grande città (Berlino 1903). Cosa c’è in queste città che altera i processi culturali e le esperienze
degli uomini? Parla di una metropoli che altera la vita degli uomini in modo spirituale Berlino
diversa da oggi. Legge tratti di modernità che ci cambiano dal punto di vista emotivo, spirituale.
Descrive bene Berlino, sembra di starci dentro, percepisce razionalizzazione dell’esistenza, lo trova
in un atteggiamento degli uomini  atteggiamento blasè si usa per indicare indifferenza,
scetticismo, atteggiamento distaccato, non facilmente catturabile, volutamente distratto.

Questa società moderna vede che quella socievolezza spontanea non venga utilizzata con tanta
naturalezza. Prende piede una personalità/prototipo sociale che mette da parte la socievolezza,
perché crede nel rispetto, per cui non disturbo per non essere disturbato.
La grande città è il regno del quantitativo, della quantità monetaria, offre tanti stimoli, non
sappiamo rispondere a questi stimoli. L’uomo si difende cercando di assumere questo
atteggiamento blasé, la strada più facile è il riserbo. L’uomo metropolitano vive relazioni sociali
legati all’ambiente professionale, piuttosto che quello sentimentale.

Nella città tutto parla per immagini: cartelloni, colori ecc… stimolazione delle capacità sensoriali.
Iper-comunicazione che favorisce più indifferenza che stimolo del messaggio che viene dato.
L’inizio del saggio è molto critico.
Metropoli simmeliana idea di un mondo trasformato in un problema matematico. Mondo
guidato da un’economia monetaria, questo impatta a livello macro e anche micro perché è un
mondo di interessi dove quantum sono tanti e impattano sulle persone.

Dentro lo scorrere del tempo riusciamo a fare sempre meno cose. Noi oggi abbiamo le tecnologie
salva tempo, eppure noi abbiamo la sensazione della scarsità del tempo noi scegliamo, facciamo
troppe cose, è un modus vivendi che si è affermato.
ma è una scelta, non scelta
Il tempo è vita viviamo tutti i nostri tempi, ma dobbiamo scegliere, altrimenti il tempo sarebbe
una prigione – mentalità intellettualistica che cerca di far quadrare il cerchio.

Simmel ci mette in guardia su come non dobbiamo stressarci nell’organizzazione. Se noi


rispondessimo a tutti i contatti con la stessa tranquillità, noi non riusciremmo a difenderci dalle
pressioni che questi rapporti andrebbero a creare.

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Il saggio si chiude: non vuole guardare solo negativamente al progresso, vede le ombre, però vede
anche le opportunità del mondo che si è trasformato e ci invita a familiarizzare con questo mondo.

L’organismo metropoli è un meccanismo complesso che ha bisogno di organizzazione capillare, sta


a noi trovare i giusti equilibri. Per Simmel la città è la sede del cosmopolitismo dal basso però.

Cultura moderna: sede del cosmopolitismo e dice che il mondo sta andando in questa direzione
(già nel 1903). La città insegna a vivere con gli altri, a proteggere l’intimità, a selezionare.

Lezione 15

Wirth (1948) più maturo rispetto al saggio del “GHETTO”, austriaco-ebreo che vive la
segregazione. Dice che chi ha subito la segregazione sviluppa autosegregazione, poca tolleranza
verso gli altri, non sviluppa forme di dialogo il danno è tanto grande che si manifesta così.

Saggio la società di massa, città nord americane fine anni ’40. Guarda alle città per esemplificare
un processo che è andato di pari passo con la modernizzazione. Qui la città non è culla
dell’economia monetaria, ma è la sede di fenomeni che parlano del concetto di massa.
Qui parla di comunicazione processo che favorisce democratizzazione e costruzione del
consenso.
Noi cosa intendiamo per massa? Che accezione diamo al termine? Lo usiamo più come aggettivo o
sostantivo?
Massa è un fenomeno culturale, non è una cosa tangibile, esistono i consumi di massa.

Massa VS Folla letteratura ‘800 si parlava in maniera sovrapponibile. Massa gruppo di


persone, da sfruttamento maturano conoscenza che li fa agire.
In Francia Gustav Le Bon massa applicazione al pubblico dei media. Folla insieme
disomogeneo che permette all’individuo di coprire le proprie responsabilità, ciascuno è protetto
dall’anonimato.

Wirth cosa dice sulle masse? La massa è un fenomeno al quale non potevamo rinunciare,
fenomeni che stanno nella storia. Le masse alterano il volto delle città, ma non solo, anche i
gruppi, i partiti vivono problemi di anonimato (tendenza che tocca tutti i fenomeni di
aggregazione).
Nei media ci possono essere degli alleati per aggregazione. Più c’è comunicazione, più abbiamo la
possibilità di raggiungere l’idea di società di massa e avere le basi di un dibattito pubblico dove le
persone si esprimono, formano un’opinione, così le masse possono partecipare alla vita pubblica.

Le società di massa hanno il problema di creare il consenso. CONSENSO com-sentire, non vuol
dire essere d’accordo, ma sentire insieme, avere tutti gli elementi.
I media creano le basi per il confronto, può essere un consenso attivo. Per avere una società di
massa dove il consenso fa partecipazione abbiamo bisogno di una divulgazione che rende il
soggetto sociale attivo e partecipativo.
E’ un consenso però più vicino alla conformità secondo Wirth. Non assumo un ruolo da soggetto
civico, il consenso stanco delle nostre democrazie, non esprimo dissenso, però mi astengo (oggi è
così in politica quando si va a votare c’è astensione). Poi c’è il consenso delle dittature azioni
manipolatorie.

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Wirth confida in un consenso attivo e partecipativo, è ottimista sullo sviluppo dei mezzi di
comunicazione di massa, ma è preoccupato della gestione dei media e soprattutto del potere di
coloro che li gestiscono (chi gestisce le agende).

Fromm (1964) tra i più giovani francofortesi. Libro: La rivoluzione della speranza, lo sviluppo
tecnologico (opera).
Contesto caratterizzato dagli imperativi dello sviluppo tecnologico critico a tratti apocalittico.
Non perde mai di vista un umano che sa reagire (un risveglio etico).

Non è nemico della modernità ma delude Fromm che parla di questa caratteristica della società
moderna (sviluppo tec) che ha obbligato a osservare 2 principi:
1) Fascinazione verso lo sviluppo tecnologico impattano sulla nostra esperienza e ci ispira
a fare quello che è tecnicamente possibile, senza porci particolari interrogativi.
Ripudio del dubbio prima dubitare era fonte di saggezza, ora poca capacità di riflettere e non ci
si mette in discussione di fronte la tecnica semplificazione della vita.
2) Utilizzare come chiave di lettura solo il principio della massima efficienza e massima
produzione va a discapito delle conquiste dell’umano nell’ambito del lavoro
(impoverimento dell’umano). Attenzione critica nei confronti del mondo del lavoro.

Questione della privacy significato diverso, non tutela dalle invasioni dell’altro, ma
indebolimento del contatto umano.

Anni guerra fredda altra preoccupazione della tecnica robotizzazione della politica, mancanza
di dialogo tra i potenti della terra.
Fromm è preoccupato parla di età tecnotronica robot, calcolatori, intelligenza artificiale, riesce
a definire le sorti della geopolitica, politica che si affida a questo è una politica che fa paura.

Etica delle responsabilità che ci deve far dialogare, se veramente tutto ciò che è tecnicamente
possibile vada bene per l’umanità. Lui pensa che la tecnologia non potrà sostituirsi all’etica
dell’uomo.

Kracauer (1960) nasce francofortese, allievo di Simmel. Conoscenza del mondo. Libro: teoria del
film. Opera: l’esperienza conoscitiva tramite il cinema.
L’esperienza conoscitiva è a rischio perché il mondo moderno ha enfatizzato ciò che ha concorso a
fare un salto dalla realtà. La realtà vera sembra che non la riusciamo a ravvicinare perché diamo
poca fiducia alle nostre risorse interiori. Il progresso ha creato distanza, ha decodificato la realtà,
noi non sappiamo decodificare abbiamo bisogno di strumenti che ci facciano avvicinare alla
realtà.

A Kracauer piace la strategia simmeliana del frammento di realtà piccole cose a cui a volte non prestiamo
la giusta attenzione.
Vedere l’importanza di un frammento di realtà il tutto, dare fiducia alla capacità di comprendere
attraverso ciò che è osservabile a quello che vediamo con i nostri occhi o ciò che stimola i nostri
sensi, forse ciò ci permette di conoscerci.

Kracauer da fiducia al cinema, forse il cinema ci riavvicina alla realtà, ritoccare la realtà con le
nostre mani. Lui dice basta con le astrazioni. Gli piace il neorealismo italiano. Quando parla di
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cinema che ci può riavvicinare al mondo, lui parla del film che meglio della fotografia può aiutarci a
cogliere il frammento del reale. La macchina da presa è come una macchina fotografica con il
vantaggio del movimento.
Apprezza Fellini di 8 e mezzo, se la prende con lo starsystem di Hollywood soprattutto con
boghart. E’ d’accordo con McLuhan  cinema caldo perché ti accoglie, abbraccia. Apprezza i film
sulle città, le strade queste sono le ambientazioni che gli interessano.

Morin (1962) Francese ancora è vivo. Opera: La cultura del presente i media sono responsabili
di questa cultura del presente. Industria culturale ha agito in un contesto che già era orientato a
fare della cultura del presente, cultura madre e matrigna. Forse la cultura di massa si sarebbe
affermata anche senza i media.
Cultura del presente cultura del just in time si parla di una cultura che ha perso lo spirito di
guardarsi indietro, della memoria. Ci permette di ricostruire continuità tra passato, presente e
futuro. Dialogare con il passato ci dà senso al presente e guardare al futuro.

Idea del loisir disimpegno, utilizzato per dare ai media la responsabilità di creare etica del
disimpegno che ci accomuna, siamo tutti consumatori di prodotti culturali, pacchetti viaggio
ecc…, in una formula che crea più disimpegno che impegno.

Sincretismo operazione che mette insieme qualcosa che non è nato per stare insieme, li mette
insieme e ci riesce. Per esempio media hanno costruito la perfetta fusione tra realtà e costruzione
della realtà che in questo modo costruisce nuove strategie di controllo. Il controllo viene
esercitato facendo leva a 2 universali dell’umano:
1- Affettività dell’umano tipo fiction: portano strategie di emulazione
2- Le guardiamo quando abbiamo bisogno di confort e relax intellettuale
Questa distrazione che creano è una strategia di controllo.

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