Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
agende mediali
Sociologia
Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA)
23 pag.
Processi culturali: cosa c’è dentro? Quando parliamo di processo parliamo di dinamica. La vita
collettiva dal punto di vista delle dinamiche la nostra cornice (frame) interpretativa è quella del
mutamento sociale. Tema più trattato dai sociologi che attraversa tutta la disciplina. È tanto
difficile permetrare il tema del mutamento, per studiarlo è necessario partire da come cambiano
le persone nel fare società la nostra vita vivere è convivere come cambiamo in relazione
agli altri e come modificano le basi dell’organizzazione sociale. Ci riusciamo a stare insieme?
Domanda sociologica Alain Touraine studia la società contemporanea così come si presentano i
processi globali/ culturali. Riusciremo a estirpare il razzismo? Mutamento quello che accade nei
nostri contesti di vita che risentono della globalizzazione, dello stare insieme. Organizzazione
sociale economica, politica può cambiare in funzione della storia che è lo scorrere del tempo. Lo
stare insieme e per sempre, l’uomo vive solo in relazione all’altro (vivere è convivere). Partire dal
coefficiente umanistico: le persone sono il soggetto principe della vita collettiva.
Noi studiamo le dinamiche sociali: processi culturali, comunicativi, dell’informazione fanno i conti
con il grande tema del mutamento. Lo stare insieme conta. Il mutamento a messo in difficoltà la
teoria sociale. Integrazionisti VS conflittualisti VS apocalittici. Il mutamento è possibile quando la
società precipita lotta tra le classi: Marx borghesia VS proletariatofase di passaggio.
Ogni volta che si fa teoria sul mutamento sociale si rischia di fare ideologia.
Wright Mills 1959 Opera è incentrata sul mutamento sociale: l’immaginazione sociologica
Noi siamo in difficoltà nel leggere i mutamenti sociali, i processi culturali in atto perché ci affidiamo
a una teoria che rischia di essere ideologia quando la voglio applicare senza confrontarmi con gli
altri.
Noi oggi per leggere il mutamento abbiamo a che fare con teorie ideologiche, sono tante le
variabili: il fattore umano, il contesto, la geopolitica che cambia. Un mutamento ha tante variabili
in corso, Non mi riesco a fidare a una teoria con una sola direzione oppure l’accetto perché
funzionale all’ingranaggio. Si danno per scontate delle dinamiche complesse verso un’ideologia
semplice/ funzionale.
Francofortesi più puri leggono il cambiamento solo attraverso le contraddizioni di un sistema.
Facciamo fatica a studiare i processi/ mutamento. Secondo Wright Mills non c’è solo la deriva
delle teorizzazioni che rischia di fare ideologia, ma si rischia anche di raccogliere troppi dati.
Empirismo astratto ossimoro contraddizione perché decontestualizzato dalla storia dati che
tolgo, frammentarietà dell’informazione (fake news).
Mills non gli basta la raccolta dei dati, la storia impatta sui processi di oggi, storia che mescola
grandi processi e biografia personale.
È difficile studiare il tema del mutamento perché impatta su tutti i sociologi. È difficile studiare i
processi di cambiamento perché la ricerca ha a che fare con noi (un soggetto che studia tanti
soggetti). Per studiare una variazione dovrei avere certezza dello status ante, poi introdurre uno
stimolo e vedere che reazione ho avuto. Dovrei tenere sotto controllo delle variabili. Nella ricerca
sociale manca la controprova.
1
La sociologia è una, tuttavia sono molti gli autori che dicono: “la casa è una, ma ci sono tante di
more”. (Boudon) Esiste una sociologia cognitiva-analitica che sia ancora alla vocazione di
spiegare i fatti.
Émile Durkheim crede nella spiegazione fenomeno causa-effetto (metodologia quantitativa).
Sociologia descrittiva che fa ricerca, ma non considera così necessario smuovere una grande
massa di dati e non considera affidabili i dati statistici tipo Istat. Al confronto di dati preferisce
descrivere andando in profondità di casi specifici Non tanti, solo per un caso significativo.
Sociologia espressiva il lavoro/lo studio dei processi mi aiuta per trovare nuove chiavi di lettura
per approfondire una riflessione. La drammaturgia sociale (Goffman) [considerato Shakespeare,
Pirandello della sociologia] È convinto che per capire tra innovazione e stagnazione - stiamo
interpretando un ruolo studente/ studente attento: espressione facciale che indica noia, la
scena alla Goffman – come tutte le scene ci impegna a essere persone. Studiamo gli ambienti
sociali, tenendo conto che come gli ambienti teatrali vivono di scena e retroscena – attori sociali-
importante ambiente istituzionale es. università orienta l’azione sforzo reciproco di controllo
delle espressioni, devo cercare di tenere a bada le mie espressioni, di cogliere l’espressione tipo la
noia, la faccia è un libro aperto. Istituzioni totali per Goffman carceri, ospedali psichiatrici,
conventi, ma non l’università.
Sociologia critica che si affida poco alle metodologie perché è una sociologia ancorata all’idea di
non spezzettare l’ideologia di studioFrancofortesi quando scrivono la dialettica
dell’Illuminismo studiando i media dicono: io non studio la comunicazione di massa guardando i
nuovi pubblici, perché perderei la visione d’insieme che esprime il media system. Non usano
l’espressione “comunicazione di massa”, ma industria culturale perché il sistema dei media
produce merci simboliche (prodotti audiovisivi) governate dall’economia o dal potere politico
controllo che passa per la distrazione, per il tempo libero. La sociologia critica non specula su
singole questioni non perdiamo la visione di insieme. Cultura voisir Edgar Morin, dal
disimpegno – non fa crescere l’esperienza.
Lezione 2
Newsmaking costruzione di notizie, negoziare il clima di opinione di notizie. Il fatto trattato in
maniera tale da diventare merce simbolica.
Processi culturali risentono di un tema più ampio: il Mutamento ha attraversato tutta l’area
sociologica.
Sociologia ha bisogno di induzione e deduzione. Quello che mi da la realtà empirica non posso
considerarlo sufficiente per comprendere la realtà.
2
Se il pubblico è raggiunto da tante informazioni che vanno dalla stessa direzione, perché a parlare
sono i potenti, la maggioranza, io che la penso diversamente non cambio opinione, tuttavia è facile
che si avvii un processo per cui io sentendomi impopolare quest’opinione la tengo per me. (spirale
del silenzioElisabeth Noelle-Neumann).
Grazie ai media posso sentire più posizioni, io finirò per farmi un’opinione che trasforma l’opinione
pubblica in maggioritaria. Chi sta nella minoranza ha meno elementi per sostenere le proprie
visioni, non cambia idea, ma a fronte di un’idea condivisa maggiormente elaboro la mia visione il
mio pensiero. Secondo Pollock io non espongo più le mie opinioni, non è solo quello che penso,
ma anche quello che sono disposto a dire in pubblico. Ci vorrebbe un io forte e una conoscenza
forte.
L’esperienza è un processo, una dinamica si ha o si fa? SI FA! Noi facciamo esperienza, non è
acquisita una volta per tutte. L’esperienza la facciamo come persona in un contesto culturale. Ha
tanti attori: persona, società, cultura ciascuno è un fattore complesso.
PERSONA Norberto Bobbio concetto, vedo un individuo elevato a valore cos’è che dà
valore all’individuo? La relazione, l’individuo riconosciuto nella relazione. Parlo del fattore umano
in particolare i termini se il soggetto sta dentro la relazione-il riconoscimento io mi sento
persona se sono riconosciuta in quanto tale (soggetto di valore). Riconoscimento del soggetto
come portatore di valore.
I media sono produttori di conoscenze che nascono dai contesti. Il modo in cui ci comportiamo
risente sia dei contesti online che off line linea molto labile. INFODEMIA I media sono
talmente una cassa di risonanza che hanno esasperato l’info sanitaria sulla pandemia. Esasperata
produzione di notizie per stare nel notiziabile, nuova fase di gloria: bollettini fase pandemica
hanno inchiodato il pubblico.
Lezione 3
L’esperienza è un vero concetto sociologico, esperienza di tante cose, esperienza delle relazioni. Io
faccio esperienza del sociale esperienza di incontro con l’altro, con l’ambiente (micro il
piccolo gruppo, meso gruppo più grande tipo associazione, macro contesto di geopolitica).
L’esperienza del sociale esperienza di tutti rispetto l’altro e l’ambiente (la cornice in cui
facciamo i conti), l’esperienza sociale si nutre di comunicazione.
Comunicazione e relazione viaggiano insieme, anche relazione con un testo o un film perché
prodotto di lavoro di persone Shultz se l’esperienza è un fluire continuo, si colloca tra un
prima e un dopo che ci aiuterà a dare un significato con l’esperienza condivisa.
Esperienza dinamica fluida, mai fine a sé stessa, ci fa capire che mette insieme passato e
presente.
Alfred Schutz erede di Weber autore: fare musica insieme quante forme espressive
abbiamo per fare esperienza del sociale. Noi siamo soggetti culturali dotati della capacità di dare
senso alle cose. Schutz sociologo, filosofo massimo esponente sociologia fenomelogica: vicina al
concetto di esperienza.
4
Emergenza persona: problemi di riconoscimento, concetto di persona di interessa non solo per
concetti religiosi o altro, ma per capire l’esperienza collettiva, benessere delle persone.
L’emergenza persona esiste nelle nostre relazioni, io non riconosco nell’altro un valore (Bobbio),
quando non colgo la forza dei gravamenti delle persone, le complicazioni di tutti i giorni. Stiamo
dentro un’emergenza anche quando non ci sembra.
Sguardo globale ci rendiamo conto che ci sono diversi punti di vista sul benessere. Ci sono delle
situazioni che mettono a rischio il soggetto sul valore? Il rispetto non conosce né ordine né grado,
o riconosco l’altro come persona o no, non c’è una gradualità per cui uno l’accetto e l’altro no.
Simmel la relazione è un gioco etico, mettiamoci tutti sullo stesso piano.
p.22 Pardi sociologo nella contemporaneità spesso viene a mancare l’esperienza del sociale, viene
relegato nel privato.
Cultura non appartiene solo ai sociologi. Tutto ciò che permette di elevarci, attività della mente
(concetto ideale fronte umanistico) ciò che ci migliora. Concezione antropologica, non solo
quello che ci migliora, ma tutto quello che noi abbiamo appreso, modificato dall’ambiente in cui
viviamo per migliorare aspetti materiali, spirituali, non solo conoscenze che ci fanno elevare. Per
gli antropologi tutto è cultura. Es. anche gli utensili museo antico che hanno permesso all’uomo di
evolvere. Anche tutto ciò che appartiene al nostro mondo iper-tecnolgico.
La concezione sociologica fa un mix tra le varie idee di cultura la cultura è un complesso di cose
che include conoscenze, diverse credenze per produrre valori, arte, morale, qualsiasi capacità
umana acquisita dall’uomo come membro di una società.
Come forma di conoscenza, non solo mezzo espressivo di emozioni
Cultura madre e matrigna cultura madre (integrazionisti) è cio che permette di ritrovarsi in un
ambiente, integra un soggetto al sistema status quo (Alain Touraine)
VS Confittualisti cultura elemento di trasmissione che permette al sistema di mantenere le
distanze. Cultura fatta per inibire la crescita e la creatività di individui per mantenere il sistema
Modernità: l’epoca che ha visto esplodere il dibattito sulla cultura, epoca più dinamica
(Baudelaire: che bella la modernità è tutto e il niente).
Pre-moderno epoca rivoluzione industriale mondo della comunità, sorta di solidarietà siamo
tutti =, ci aiutiamo. Modernità esplode quando la gente fa cose diverse, rivoluzione francese,
urbanizzazione, movimento delle masse, tuttavia è questa l’epoca della modernità che mette in
moto persone e idee, nei salotti si scambiano idee diverse, perché la gente faceva cose diverse.
L’epoca della società è l’epoca della divisione del lavoro. Diversi uni dagli altri (Durkheim). La
diversità fa crescere, ma diventa un problema.
Lezione 4
Cultura in termini dinamici. Negoziazione ricentralizzare la figura dei soggetti coinvolti. Idea di
dinamismo della cultura lo recupero io in relazione alla cultura. Se immagino che esiste un io che si
deve relazionare con l’ambiente. Io mi appoggio allo stato cuscinetto che chiamo cultura. Esseri
sociali in grado di interagire con l’ambiente trasmesso dagli agenti culturali. Condizioni di vita
come forma di condizionamento aperto, entro in negoziazione con una cultura.
Cultura dinamica richiama al fatto che io comunico con la cultura, quello che io dico smuove
l’azione, le parole non restano ininfluenti. La negoziazione con la cultura è un fatto di
comunicazione. Esiste una cultura dominante, ma è un discorso vecchio (non gli piace). La cultura
non la posso intendere solo come la dicotomia madre e matrigna, non basta perché oggi c’è anche
un dinamismo culturale che necessita una negoziazione. Non esiste una cultura alta, bassa, dei
media, ma è un mix di culture. Idea che la cultura di massa sia veicolata dai media regge poco.
La cultura dei media viaggia su 3 soglie:
1) Lo straordinario trasmissione tv, personaggio di grande carico (nei format)
2) L’ordinarietà/ ordinario
3) Banalità il più grande nemico della tv (reality non sanno più cosa inventarsi per fare
audience GF). Essere banali nel tempo comporta una noia, i programmi vengono chiusi
prima in questo caso.
Cultura e comunicazione messa in comunicazione dai media ci aiuta a vedere il pluralismo dei
drappi culturali, non più distinzione cultura di massa/ cultura dei media.
Cultura come telos e come status condizione imposta da acquisire forse anche da imporre.
Pier Paolo Donati autore che ha chiarito il concetto di società multietnica. È un’evidenza
empirica nella nostra società in metro trovi di tutto. Viviamo in una società che è multiculturale,
che è diventata anche multietnica. La cultura non è uguale nei secoli e che agisce uguale su tutti,
ma c’è un pluralismo culturale culture, subculture, mode (abbigliamento ecc..) che fanno la
differenza.
Società multiculturale è sempre multietnica? NO diverse etnie, portatrici di diversi tratti
culturali, valori, mode ecc…Società multietnica è sempre multiculturale? SI
Approccio politico dicono che si dovrebbe dare lo stesso riconoscimento vita pubblica e vita
privata delle diverse espressioni culturali. Quale posizione deve prendere lo stato? Rispetto a un
bambino ricoverato trasfusione? Devono essere valorizzate e riconosciute le differenze culturali
dal punto di vista politico.
tra
Multicultura separa, parliamo di inter-cultura. Le culture non entreranno mai in interazione tra di
loro, le persone si.
Ha tanti vantaggi
La modernità come progetto, che in base alle mie esigenze sviluppo con i miei tempi.
Civismo consapevolezza dei diritti e dei doveri, soggetto consapevole che esprime civismo (tipo
movimento di Greta T, nel passato la rivoluzione studentesca, battaglie femmimismo)
Il movimento ha una durata limitata è però rimasto nella storia/nella culturaha lasciato il segno.
Lezione 5
Modello a rete quello che succede da una parte del mondo ha ripercussioni anche sulle altre
parti.
La piramide di McQuail
II. Alcune premesse del processo esperienzale: Esperienza e persona: vivere e convivere….
• La maturazione della socievolezza verso la socialità (G.Simmel, 1917)
Il gioco relazionale dell’incontro socievole tra eticità e democrazia;
I limiti/soglie della socievolezza (autenticità vs strumentalità).
• L’equilibrio instabile fra identità e appartenenze (N. Elias, 1980)
L’io e il noi fra crescita personale e processo storico-culturale; L’effetto specchio
La consapevolezza delle cerchie del sistema di appartenenza: verso un noi globale?
• La mediazione fra persona e personaggio (E. Goffman, 1959)
Le comunicazioni che contraddicono il personaggio: il gioco delle parti fra scena e retroscena.
Possibile un ri-allineamento?
Lezione 6
Esperienza del sociale è esperienza relazionale (intra e impersonale), conoscitiva (segni, simboli)
altrimenti non riconosco i frame (sociologia aberrante).
Concetto di esperienza è anche memoria, non solo celebrativa. L’esperienza è possibile a partire
da un soggetto/persona che vive il proprio ambiente mettendo in campo dei fattori antropologici.
Simmel (1917) opera forme e giochi di società risponde bene al concetto di esperienza, alla
complessità dell’umano.
Vivere è convivere come può capire l’uomo che ha bisogno dell’altro
3 elementi com’è possibile la società? Dote di entrare in contatto con l’altro/aprirci all’altro
1) Apertura verso l’altro
2) Plasticità relazionale capacità di adattamento
3) Eccentricità tutti ci apriamo all’altro in modo diverso, tutti ci adattiamo, tutti lo facciamo
in maniera unica ed eccentrica, perché l’umano è eccentrico
Per Simmel impulso alla socievolezza bene per la socialità, passando attraverso un’educazione
ad avvicinarci all’altro. Socievolezza forma ludica di stare insieme, vivo un’esperienza se sono
gratificato dall’altro nella socievolezza. Il gioco per Simmel È una relazione che ha le sue regole, è
una cosa molto seria. Il gioco relazionale in cui si deve creare una situazione gradevole per tutti.
Esperienza dell’altro data dalla socievolezza, gioco etico (perché rispetta l’altro) e democratico
(perché mette tutti sullo stesso piano).
Socialità è uguale alla convivenza.
Simmel mette a tema la conversazione per studiare la socievolezza, la osserva nella conversazione
spontanea (p.51 libro prof). Affinchè sia autentica la socievolezza ci sono delle piccole regole da
rispettare. Secondo Simmel non posso svuotare le tensioni che mi agitano verso l’altro, l’altro non
può essere il mio serbatoio di tutti i miei nervosismi, stati d’animo.
La questione io e noi non è stata risolta. Si poteva creare maggiore equilibrio, purtroppo il noi del
passato è stato superato dall’individualismo. Il mio io non è fisso. Crescita personale (Elias) un
bambino dirà il suo nome e cognome se gli si chiede chi è, quello con cui abituato a dare come
risposta. L’immagine del proprio Self è uguale anche da adulti, ma è un’immagine diversa rispetto
a quando si aveva 5 o 10 anni.
Self personalità individuale e sociale, è una dialettica. Cosa cambia quando cresciamo?
Capacità UNICUM degli umani portata a maturazione dell’effetto specchio nel crescere noi
impariamo a vederci come uno specchio ovvero riflessi come noi stessi. Io sono io, io sono per me
stesso, deve imparare a vedermi riflesso, io costruisco anche il me. Io soggetto, complemento
oggetto: me. Tener conto delle aspettative degli altri, non è solo come mi vedono gli altri,
equilibrio complesso tra io e me.
Situazione sbilanciata verso l’individualismo, perché si sono moltiplicate le cerchie di
appartenenza. Ci sarà una situazione in cui emerge più l’io altre il me. (ELIAS) noiFamiglia, noi
gruppo amicale, noi compagni di studio, noi professionale, noi lo Stato nazione, noi appartenenza
geografica, noi cosmopolita.
Elias dice che queste tante cerchi di appartenenza mettono a rischio il legame noi, i noi sono mai
indissolubili, a volte si subiscono situazioni che creano fatica del bisogno di riconoscimento
affettivo. Elias è molto attento sull’esperienza di vita collettiva, non chiude la sua riflessione con
pessimismo. Il noi può comunque costruire qualcosa anche se l’individualismo è più forte, questa è
l’epoca in cui si è più parlato dei diritti umani e progetti comuni per tutti. Contributo
all’attualizzazione dell’esperienza.
Lezione 7
Goffman (1959) Grande studioso di comunicazione. Premesse dell’io sociale diverso tra la persona
e il personaggio, io rimane unicum.
Drammaturgia sociale, libro: la vita quotidiana come rappresentazione. Dialettica tra scena e
retroscena. È tutto un gioco delle parti
Goffman fa ricerca qualitativa, metodi standard quantitativi e qualitativi. Forme di osservazione
partecipante, le spiega all’uso di contesti di grande criticità, parla della necessità di osservare
ascoltare i contesti che vuole analizzare, traendo tante informazioni senza far cogliere la sua
natura di osservatore. Ricerca trattamento internati ospedale Sant’Elisabeth (malati mentali), si è
fatto assumere come assistente di ginnastica attraverso quest’osservazione partecipante
seminascosto non dice di essere un ricercatore, ma si assume un ruolo diverso, non fingendo di
essere un malato mentale.
In ogni cerchia sociale assumiamo un ruolo con diritti e doveri, una serie di comportamenti che
devo mantenere verso l’altro. Vuol dire stare nelle regole della reciprocità. A volte altera il senso
che voglio dare alla comunicazione.
Sulla scena viviamo tutti una pressione sociale, tutti abbiamo bisogno di un pubblico, dell’altro,
tutti abbiamo bisogno di ascolto. Goffman utilizza espressioni del teatro.
10
4 situazioni che considera idealtipiche (tipologie di comunicazione che avvengono nei retroscena)/
mediazione tra persona e personaggio:
1) Trattamento degli assenti esprimersi al professore in un certo modo sia presente, se
non c’è siamo più liberi di esprimerci diversamente. Anche nei gruppi di amici uguale, in
assenza ci si esprime in maniera meno rispettosa.
2) Discussioni sulla messa in scena la comunicazione non è mai casuale. Uso continuo in
cui soggetti organizzano (la vita è tutta una messa in scena, performance e sempre da
costruire). Sono preparazioni che precedono la messa in scena anche una performance, chi
fa conferenze si prepara prima, tutto studiato e preparata finché la performance non te lo
del pubblico.
3) Cospirazioni rappresentano situazioni in cui scena retroscena non sono un prima e un
dopo, ma stanno uno dentro l’altro. Per esempio una cena di lavoro, decidono di portare
moglie e marito per creare una situazione più leggera. In questi casi Goffman dice che
all’interno della scena si crea un retroscena. Esempio gomitata o calcio sotto il tavolo ,
Frame principale rimane la scena, due personaggi senza uscire dalla scena con uno scambio
di battute tra coniugi che solo loro possono capire, come se ci fosse una spalla che incide
su una decisione che influisce sulla scena.
4) Reazioni di riallineamento soprattutto situazioni sentimentali, anche i reali inglesi per
esempio, diversità di status ha creato una scena sociale che ha impedito la relazione.
L’Europa non è una società di caste però per esempio l’India o il Pakistan sì, ci sono
matrimoni combinati, sparizioni di giovani donne che rifiutano il matrimonio combinato.
Noi sappiamo che in tutti gli ambienti una situazione che non sia dispari esiste, in alcuni
contesti si pone più drammatico. Riallineamento tra status? Goffman superiorità status
femminile rispetto al maschile, alle volte nella scena la subcultura maschile si riappropria di
aggressività che crea una situazione non paritaria nel retroscena. Effetto perverso del
riallenamento, superiorità maschile utilizza tutte le sue armi per riprendersi un ruolo
principale sulla scena.
È tutto un gioco delle parti, questione sociale seria. Attraverso la comunicazione è possibile
riallineare le disuguaglianze?
III. Simboli, linguaggi e controllo della realtà l’esperienza del sociale come processo culturale
• Mutamento e resistenze simboliche (Ferrero, 1893)
Una tassonomia ante litteram….sei categorie di simboli a confronto
• Linguaggi, significati e processo sociale (Mead, 1934)
perché l’interazionismo simbolico supera il behaviorismo….
• Il simbolo dimenticato (Fromm, 1951)
Una nuova tipologia di simboli vs le semantiche astratte della
modernità e il rifiuto del dubbio…
• Segni e ordini (Pross, 1981)
La violenza della comunicazione del potere e la ricerca di «intervalli»
11
Ferrero (1893) fisionomia ciò che comunica un volto, ricerca basata sulla Fisiognomica dei volti
femminili. Si interessa di simboli, tutta la vita risente di un’evoluzione dei segni e simboli che
hanno permesso l’umanità di esprimersi meglio.
1) Il primo linguaggio è il gesto (simboli di prova)
2) Simboli descrittivi: c’è la parola oltre il gesto (normale evoluzione dei simboli di prova).
Pittografia: immagini, codici iconici Forza delle immagini. E’ meno faticosa e resta nella
moderna civiltà. Grafismi Forza di una comunicazione per immagini individuata già nel 1893 da
Ferrero. Precursore dei nostri tempi, intuizioni che nel 1893 non erano scontate.
Comunicazione pubblicitaria reclame comunicazione persuasiva per eccellenza, tecniche del
marketing.
Anche le sensazioni sono linguaggi.
3) Simboli mistici: unici in cui l’autore affronta la questione tra assegno il suo significato nel
mondo delle religioni e della politica e se la prende con il diritto. Ideologie democratiche
restano formule astratte.
Lezione 8
Quando un significato entra in azione riguarda anche la sociologia. Ferrero significato dei simboli
sotto l’aspetto sociologico. Nei simboli mistici: svuotamento dei simboli, tutto diventa vuoto non
c’è più la forza del significato che rinvia al segno. Rischia la religione, il diritto il potere politico.
Astrattismo dei simboli come resistenza al cambiamento.
Mead (1934) Opera: mente, sè e società. Sociologo che dialoga con i comportamentisti. Insieme a
Simmel è l’autore a cui possiamo attribuire la svolta comunicative dei processi culturali.
Interazionismo simbolico È il massimo esponente, studia la società dal punto di vista
comunicativo. Impegno nel sottolineare una società che non esisterebbe se non ci fosse un
sistema di segni condivisi. Esiste la comunicazione e di conseguenza esiste la società.
Meself (sé) Grazie alla comunicazione l’io capisce che può essere oggetto di aspettative altrui e quindi un me.
-gesto
Quando nascono i significati e come nascono? Se sono alla base della vita collettiva il significato
nasce dal gesto ripetuto e al quale risponde un altro membro della società. Fanno sì che si crei un
ambiente sociale che riconosce lo stesso significato. Il gesto e la reazione dell’altro al gesto fa
crescere una reazione di significati.
12
La società ha bisogno dell’integrazione riesci a far funzionare l’organismo società. Mead guarda
ai processi culturali in una cultura madre che aiuta l’integrazione.
Fromm (1951) morto nel 1980, era il più giovane Francofortese filosofi della scuola di
Francoforte.
L’uomo che non sa dialogare con sè stesso non riconosce il linguaggio simbolico, ha perso qualcosa
della conoscenza umana. Dimentica tutti quei simboli che parlano noi di noi. Ha inventato la
dicotomia essere o avere. L’uomo moderno ha tutto, non usa mai “essere” per raccontarsi, per
esempio essere in buona salute, non ci va di fare i conti con la dimensione esistenziale.
Umano che è in noi, umano delle emozioni, reciproco sintonizzarci Fromm la vede in una capacità
introspettiva e le emozioni anche il pianto nessuno insegna come fare.
Utopia: un’aspirazione ideale, non realizzabile in pratica.
Lezione 9
Pross (1981) tedesco, opera: violenza degli ordini sociali.
C’è sempre un segno che garantisce la visibilità di un potere. Il potere contrasta la minaccia sul
nulla, caos segni che danno significato, segni che esprimono il potere, segni della comunicazione
politica. Se tutto è contrassegnato dal potere, se questo mettere segni allora dal punto di vista
teorico la riflessione sul tema tempo e spazio riflessione sociologica. Sospensione dei segni del
potere, nazismo, fascismo si sono espressi attraverso i simboli tipo le bandiere segni funzionali al
controllo. Totalitarismi inventano il sentimento della paura.
13
Schutz (1951) Austriaco, appartiene alla corrente fenomenologica, corrente che dialoga con la
filosofia. Porta l’attenzione su ciò che osserva il fenomeno, considera il mondo tangibile. Il
mondo della vita quotidiana che fossero varie dinamiche che appartengono a tutti noi. Si occupa
della ricerca di senso dello straniero, dice che siam un po' tutti stranieri, paradigmatico il caso
dell’immigrato rinuncia al suo senso comune per integrarsi.
Opera Making music il senso del noi. Teoria del reciproco sintonizzarsi dobbiamo partire dal
noi. Il senso del noi è a rischio nella globalizzazione, il reciproco sintonizzarsi si rende possibile dal
linguaggio più trasversale del mondo: la musica. Il codice sonoro è evocativo come pochi. I media
utilizzano tutti i codici. Il codice ha un valore aggiunto se corredato dal sonoro. Nelle pubblicità
quello che ci resta in mente sono i jingle. Forza, impatto cognitivo ed emotivo spesso è affidata alla
musica e non funziona quando usa una colonna sonora errata. Shutz vedere la musica quel valore
aggiunto che serve al sociologo, la complessità dei sentimenti.
“Le società sono mortali, lo stare insieme è per sempre”. Le società sono mortali perché le
organizzazioni sociali, politiche eccetera sono storiche e quindi superabili.
Habermas (1985) maggior esponente della scuola di Francoforte. Il senso dei mondi vita. Parla di
una crisi della comunicazione, dobbiamo riscoprire il senso dei mondi di vita e ragionare in
maniera meno soggettocentrica. Mondo un po’ più decentrato che ci fa vedere anche il pensiero
degli altri.
Lezione 10
Luhmann tra processi sociali e processi comunicativi
• mondo, ambiente, sistema….e sistemi comunicativi
• riduzione e mantenimento della complessità come azione comunicativa: il contributo dei
sistemi comunicativi al sistema sociale globale
• la comunicazione come processo di selezione tripolare:
- raccolta informazioni
- atto del comunicare
- comprensione (partiamo da alter…..)
• sistemi mediali (aperti o chiusi?....comunque costruttori di secondo grado)
Luhmann (1982) tutta la comunicazione è selezione. Raccolta di informazioni non si parte mai da
zero. Diagramma di Schram. Ripartiamo da alter: ripartiamo da un sistema di comunicazione che
14
Goffmanetichettamento
Lezione 12
Opinione vedere le cose in un certo modo. Prima di diventare azione l’opinione ci interessa, il
coraggio di ammettere in pubblico.
Contenuto di una coscienza (Pollock) coraggiosamente si manifesta in pubblico,
indipendentemente dagli altri, qualcosa di coraggioso che attiene alla sfera pubblica, che difendo
indipendentemente.emotive e cognitive disposizione dei fatti.
La formazione dell’opinione come effetto dei media: il potere di strutturare i problemi (anni 50 e
anni ’70)
• La predisposizione e il cambiamento di opinione (J. Klapper)
• La scelta elettorale in un piccolo centro: le variabili intervenienti e la costruzione della
fiducia (P. Lazarsfeld)
• Le agende dell’informazione e la costruzione del dibattito pubblico (Mc Combs e Shaw )
• La spirale del silenzio: Il rapporto fra le opinioni della maggioranza e la voce delle
minoranze (E. Noelle-Neumann)
• Le variabili osservate «direzione, intensità, rilevanza, coerenza»…..negli ambienti della
socializzazione
Relazione due fenomeni: azione dei media e generazione delle opinioni. Dopo l’ascolto devo
ragionare, decodificare interpretare e interiorizzare.
Come Luhmann
15
I media devono stare dentro discorsi sulla costruzione delle opinioni, i media concorrono alla
formazione dell’opinione (teoria del flusso).
Teoria del flusso: doppio passaggio, i media arrivano a noi, ma noi ci confrontiamo anche con altri
non solo con i media, c’è alla base la fiducia, anche il rapporto tra leader e non leader, rapporto
con quelli che noi consideriamo opinion leader.
Lazarsfeld azione più controllabile porta esprimere un voto, risente dell’azione dei media, ma
non solo.
Opinioni pubbliche sono una sorta di sintesi della maggioranza e le opinioni minoritarie. Le
opinioni minoritarie si portano meno, si tengono nella sfera privata, per cui non cambio idea, ma a
volte non le esprimo proprio. Noelle-Neumann avere elementi di rapporto più le
argomentazioni funzionali verso una direzione fa si che dove si dibbattono meno le altre posizioni
io non ho altri elementi in merito, non avendo altrettanti argomenti a sostegno le opinioni
minoritarie restano, ma concorrono meno. L’opinione dà voce a chi è già forte. Le opinioni della
maggioranza appaiono più maggioritarie rispetto a quelle minoritarie.
Gli effetti dei media sono sociali o culturali che si possono registrare nel breve o nel lungo periodo.
Aggressività delle immagini, per esempio ora guerra è difficile misurare gli effetti. Mobilitazione
delle masse che non sono volute, panico collettivo Covid, guerre. Il giornalismo fa comunicazione
sociale. Per esempio il giornalismo d’inchiesta vere e proprie campagne sociali, fanno luce su
dinamiche, producono informazioni e conoscenza.
16
Golding esistono degli effetti che possiamo verificare, quelli a breve termine (interessano al
marketing), ma anche effetti potenziali che potrebbero verificarsi nel lungo termine.
Lezione 13
Mappa di Golding si studiano i media per capire che impatto hanno. Effetti nel medio e nel
lungo periodo, possono essere effetti perversi in sociologia, cioè effetti non voluti. Il giornalismo
deve mettersi di servizio delle campagne sociali.
Ideologie come forme storiche del condizionamento sociale, culturale, politico (Mannheim,
1929/36) parola chiave per l’analisi sociologica secondo Mannheim
• Il condizionamento macro: ideologia totale (lo spirito del tempo e il contesto geopolitico di
riferimento…)
• Il condizionamento micro: ideologia parziale (gli interessi che si vogliono difendere…)
• L’utopia: Ia visione socialmente condizionata della classe subalterna
• Fra lo status quo del pensiero conservatore e il dinamismo del pensiero utopico…La
mediazione degli intellettuali per distogliere la politica dall’irrazionale
• La pianificazione democratica come progetto politico
Il passaggio dall’ideologia alla conoscenza? Tramite assunzione di consapevolezza del
condizionamento e la capacità di processare non solo il punto di vista dell’avversario
Mannheim considera il condizionamento non solo di quello che facciamo, ma anche quello che
pensiamo anche la comunicazione la avviamo in una maniera condizionata.
Condizionamento aperto ci dice Mannheim, contesto con norme sociali, abitudini che dettano
le condizioni che io interiorizzo per parlare, pensare ecc…
All’umanità non è dato modo di pensare, vivere, agire, comunicare se non in maniera che risente
del proprio contesto. Noi studiamo i contesti perché gli spazi non sono mai neutri dove ci
muoviamo. Quando parliamo del contesto lo individuiamo attraverso le coordinate spazio-tempo,
per esempio vivo in occidente, appartengo a questa parte del mondo.
17
Tema della stratificazione sociale oggi è più frastagliato, è un sistema che si è creato nella
società, non tutti sullo stesso piano per status, acquisti o ascritti, perché abbiamo poteri differenti.
Tetto di cristallo sociologia di genere, discorso di genere. C’è quell’ingiustizia sociale che fa si
che una donna capace all’interno di una struttura economica, c’è una sorta di tetto oltre il quale
non può andare. E’ di cristallo perché è trasparente, non è scritto da nessuna parte, in quanto
donna avrà un avanzamento più lento, anche se non c’è scritto nel contratto, perché sarebbe
anticostituzionale. Parlo di posizioni di vantaggio/svantaggio.
Ideologia parziale riporta al tema della stratificazione, una sezione della società che ha posizioni
da difendere. C’è un’altra che non ha privilegi da difendere?
Status quo rassicurante, coloro che hanno qualcosa da difendere, Mannheim mette anche gli
intellettuali, sono dei privilegiati, condizionati da voler mantenere questa situazione. Intellettuali
sono privilegiati, ma sono. Cresciuti attraverso la risorsa conoscenza, condizionati dal pensiero
dell’avversario, ma non solo. Condizionamento parziale, condizionamento macro e micro che
risente della stratificazione.
Ideologia e utopia appartenente a coloro che non hanno nulla da difendere (info povero,
marginati). Non vuole lo status quo, vuole cambiare. La classe subalterna che vuole cambiare ha
bisogno della mediazione degli intellettuali in grado di processare diversi punti di vista. (la prof
dice che non esistono più). Pensiero utopico è dinamico per Mannheim. La politica non può stare
in balia dell’irrazionale.
Ideologia era uno strumento per costruirsi un’identità generazione prof anni ’60. Ideologia Real
orienta verso valori di un certo tipo/visione al mondo che ti permette di reagire emotivamente al politique
mondo. Non ha più valore di un tempo, la modernità ha frammentato l’ideologia, anche la politica
vera politica realistica che prende decisioni oltra la diversità ideologia.
18
Lezione 14
V. l’esperienza situata: contesti e condizionamenti tra valori e ideologie (Mannheim, ideologie come
sistemi di idee che permettono di gettare l’azione)
• La grande città (Simmel, 1903) torna nella società di massa di wirth in modo diverso
Luogo di socialità o regno dell’economia monetaria?
• La società di massa (Wirth, 1948)città media nord americana, esemplificatrice di massificazione in positivo e
negativo
Democratizzazione e costruzione del consenso: il ruolo dei media?
• Lo sviluppo tecnologico (Fromm, 1964) il contesto, imperativi della tecnologia
Ciò che è tecnicamente realizzabile è sempre migliorativo per l’umanità?
• L’esperienza conoscitiva tramite il cinema [saggio] (Kracauer, 1960)sociologo che si occupa di
cinema, allievo di Simmel.
Il realismo dei frammenti visivi vs l’astrazione di scienza e politica
• La cultura del presente [opera] (Morin, 1962) si dice moren
L’industria culturale tra loisir, sincretismo ed emulazione: nuove strategie di controllo
Disimpegno
Il contesto è la parola chiave della sociologia. Nel contesto si matura la nostra crescita personale,
la capacità di negoziare con continuità di informazione e comunicazione (2 processi diversi), in
questo contesto capiamo cosa fa la differenza. Conoscenza e capacità di avvicinarsi ai network. In
questi contesti troviamo tante cose, anche un modus pensandi non solo agendi.
Gli autori di questa slide sono autori che guardano agli aspetti tangibili del contesto, ma anche
visione del mondo. Oggi diamo per scontato che esista una dimensione globale, ma molte volte
non sappiamo a cosa corrisponde. Il globale fa problema non costruisce globalizzazione dei
diritti, ma solo delle economie.
Per parlare di contesto ripartono dalle caratteristiche di un mondo che si riconosce moderno.
Tuttavia ha avuto successo la lettura dei processi culturali perché ci siamo appoggiati a un
processo storico.
19
Società pre-industriale – società industriale – società post industriale anche dal punto di vista
industriale, rivoluzione tecnologica. So cosa dico quando parlo di queste società.
Società industriale emblema di progresso, urbanizzazione, lavoro, diversi stili di vita, catene di
montaggio (mondo dell’industria). Quando parlo di società dà correttezza perché ho ancoraggi
storici. Post-modernità non è semplicemente società post-industriale, ha dei limiti, ha fatto capire
che il progresso non è un processo lineare.
Simmel (1903) parla delle cornici reali della vita, parla delle città città moderna
Contesto progresso materiale
Gabbie d’acciaio (Webber) nuovo coercitivo che a volte l’organizzazione capillare che la vita ha.
Simmel opera: metropoli e vita dello spirito, porta il suo sguardo sulle luci e le ombre di una
grande città (Berlino 1903). Cosa c’è in queste città che altera i processi culturali e le esperienze
degli uomini? Parla di una metropoli che altera la vita degli uomini in modo spirituale Berlino
diversa da oggi. Legge tratti di modernità che ci cambiano dal punto di vista emotivo, spirituale.
Descrive bene Berlino, sembra di starci dentro, percepisce razionalizzazione dell’esistenza, lo trova
in un atteggiamento degli uomini atteggiamento blasè si usa per indicare indifferenza,
scetticismo, atteggiamento distaccato, non facilmente catturabile, volutamente distratto.
Questa società moderna vede che quella socievolezza spontanea non venga utilizzata con tanta
naturalezza. Prende piede una personalità/prototipo sociale che mette da parte la socievolezza,
perché crede nel rispetto, per cui non disturbo per non essere disturbato.
La grande città è il regno del quantitativo, della quantità monetaria, offre tanti stimoli, non
sappiamo rispondere a questi stimoli. L’uomo si difende cercando di assumere questo
atteggiamento blasé, la strada più facile è il riserbo. L’uomo metropolitano vive relazioni sociali
legati all’ambiente professionale, piuttosto che quello sentimentale.
Nella città tutto parla per immagini: cartelloni, colori ecc… stimolazione delle capacità sensoriali.
Iper-comunicazione che favorisce più indifferenza che stimolo del messaggio che viene dato.
L’inizio del saggio è molto critico.
Metropoli simmeliana idea di un mondo trasformato in un problema matematico. Mondo
guidato da un’economia monetaria, questo impatta a livello macro e anche micro perché è un
mondo di interessi dove quantum sono tanti e impattano sulle persone.
Dentro lo scorrere del tempo riusciamo a fare sempre meno cose. Noi oggi abbiamo le tecnologie
salva tempo, eppure noi abbiamo la sensazione della scarsità del tempo noi scegliamo, facciamo
troppe cose, è un modus vivendi che si è affermato.
ma è una scelta, non scelta
Il tempo è vita viviamo tutti i nostri tempi, ma dobbiamo scegliere, altrimenti il tempo sarebbe
una prigione – mentalità intellettualistica che cerca di far quadrare il cerchio.
20
Cultura moderna: sede del cosmopolitismo e dice che il mondo sta andando in questa direzione
(già nel 1903). La città insegna a vivere con gli altri, a proteggere l’intimità, a selezionare.
Lezione 15
Wirth (1948) più maturo rispetto al saggio del “GHETTO”, austriaco-ebreo che vive la
segregazione. Dice che chi ha subito la segregazione sviluppa autosegregazione, poca tolleranza
verso gli altri, non sviluppa forme di dialogo il danno è tanto grande che si manifesta così.
Saggio la società di massa, città nord americane fine anni ’40. Guarda alle città per esemplificare
un processo che è andato di pari passo con la modernizzazione. Qui la città non è culla
dell’economia monetaria, ma è la sede di fenomeni che parlano del concetto di massa.
Qui parla di comunicazione processo che favorisce democratizzazione e costruzione del
consenso.
Noi cosa intendiamo per massa? Che accezione diamo al termine? Lo usiamo più come aggettivo o
sostantivo?
Massa è un fenomeno culturale, non è una cosa tangibile, esistono i consumi di massa.
Wirth cosa dice sulle masse? La massa è un fenomeno al quale non potevamo rinunciare,
fenomeni che stanno nella storia. Le masse alterano il volto delle città, ma non solo, anche i
gruppi, i partiti vivono problemi di anonimato (tendenza che tocca tutti i fenomeni di
aggregazione).
Nei media ci possono essere degli alleati per aggregazione. Più c’è comunicazione, più abbiamo la
possibilità di raggiungere l’idea di società di massa e avere le basi di un dibattito pubblico dove le
persone si esprimono, formano un’opinione, così le masse possono partecipare alla vita pubblica.
Le società di massa hanno il problema di creare il consenso. CONSENSO com-sentire, non vuol
dire essere d’accordo, ma sentire insieme, avere tutti gli elementi.
I media creano le basi per il confronto, può essere un consenso attivo. Per avere una società di
massa dove il consenso fa partecipazione abbiamo bisogno di una divulgazione che rende il
soggetto sociale attivo e partecipativo.
E’ un consenso però più vicino alla conformità secondo Wirth. Non assumo un ruolo da soggetto
civico, il consenso stanco delle nostre democrazie, non esprimo dissenso, però mi astengo (oggi è
così in politica quando si va a votare c’è astensione). Poi c’è il consenso delle dittature azioni
manipolatorie.
21
Fromm (1964) tra i più giovani francofortesi. Libro: La rivoluzione della speranza, lo sviluppo
tecnologico (opera).
Contesto caratterizzato dagli imperativi dello sviluppo tecnologico critico a tratti apocalittico.
Non perde mai di vista un umano che sa reagire (un risveglio etico).
Non è nemico della modernità ma delude Fromm che parla di questa caratteristica della società
moderna (sviluppo tec) che ha obbligato a osservare 2 principi:
1) Fascinazione verso lo sviluppo tecnologico impattano sulla nostra esperienza e ci ispira
a fare quello che è tecnicamente possibile, senza porci particolari interrogativi.
Ripudio del dubbio prima dubitare era fonte di saggezza, ora poca capacità di riflettere e non ci
si mette in discussione di fronte la tecnica semplificazione della vita.
2) Utilizzare come chiave di lettura solo il principio della massima efficienza e massima
produzione va a discapito delle conquiste dell’umano nell’ambito del lavoro
(impoverimento dell’umano). Attenzione critica nei confronti del mondo del lavoro.
Questione della privacy significato diverso, non tutela dalle invasioni dell’altro, ma
indebolimento del contatto umano.
Anni guerra fredda altra preoccupazione della tecnica robotizzazione della politica, mancanza
di dialogo tra i potenti della terra.
Fromm è preoccupato parla di età tecnotronica robot, calcolatori, intelligenza artificiale, riesce
a definire le sorti della geopolitica, politica che si affida a questo è una politica che fa paura.
Etica delle responsabilità che ci deve far dialogare, se veramente tutto ciò che è tecnicamente
possibile vada bene per l’umanità. Lui pensa che la tecnologia non potrà sostituirsi all’etica
dell’uomo.
Kracauer (1960) nasce francofortese, allievo di Simmel. Conoscenza del mondo. Libro: teoria del
film. Opera: l’esperienza conoscitiva tramite il cinema.
L’esperienza conoscitiva è a rischio perché il mondo moderno ha enfatizzato ciò che ha concorso a
fare un salto dalla realtà. La realtà vera sembra che non la riusciamo a ravvicinare perché diamo
poca fiducia alle nostre risorse interiori. Il progresso ha creato distanza, ha decodificato la realtà,
noi non sappiamo decodificare abbiamo bisogno di strumenti che ci facciano avvicinare alla
realtà.
A Kracauer piace la strategia simmeliana del frammento di realtà piccole cose a cui a volte non prestiamo
la giusta attenzione.
Vedere l’importanza di un frammento di realtà il tutto, dare fiducia alla capacità di comprendere
attraverso ciò che è osservabile a quello che vediamo con i nostri occhi o ciò che stimola i nostri
sensi, forse ciò ci permette di conoscerci.
Kracauer da fiducia al cinema, forse il cinema ci riavvicina alla realtà, ritoccare la realtà con le
nostre mani. Lui dice basta con le astrazioni. Gli piace il neorealismo italiano. Quando parla di
22
Morin (1962) Francese ancora è vivo. Opera: La cultura del presente i media sono responsabili
di questa cultura del presente. Industria culturale ha agito in un contesto che già era orientato a
fare della cultura del presente, cultura madre e matrigna. Forse la cultura di massa si sarebbe
affermata anche senza i media.
Cultura del presente cultura del just in time si parla di una cultura che ha perso lo spirito di
guardarsi indietro, della memoria. Ci permette di ricostruire continuità tra passato, presente e
futuro. Dialogare con il passato ci dà senso al presente e guardare al futuro.
Idea del loisir disimpegno, utilizzato per dare ai media la responsabilità di creare etica del
disimpegno che ci accomuna, siamo tutti consumatori di prodotti culturali, pacchetti viaggio
ecc…, in una formula che crea più disimpegno che impegno.
Sincretismo operazione che mette insieme qualcosa che non è nato per stare insieme, li mette
insieme e ci riesce. Per esempio media hanno costruito la perfetta fusione tra realtà e costruzione
della realtà che in questo modo costruisce nuove strategie di controllo. Il controllo viene
esercitato facendo leva a 2 universali dell’umano:
1- Affettività dell’umano tipo fiction: portano strategie di emulazione
2- Le guardiamo quando abbiamo bisogno di confort e relax intellettuale
Questa distrazione che creano è una strategia di controllo.
23