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- IL PANORAMA GLOBALE
Dopo la seconda guerra mondiale e fino agli anni settanta i paesi occidentali hanno conosciuto una fase di crescita economica. Tale crescita
ha riguardato intense trasformazioni del lavoro e della vita quotidiana, in particolare il modello fordista è diventato dominante mentre la vita
quotidiana è diventata sempre più tecnologica. Nonostante i disastri delle due guerre mondiali e la crisi economica degli anni trenta, il
concetto di progresso non ha perso la sua importanza. Il progresso è ciò che porta il benessere. Sono gli anni della cosiddetta guerra fredda,
l’incapacità dei paesi guidati dall’Unione Sovietica, non genera benessere e libertà per l’individuo pertanto sarà la causa principale della
sconfitta del comunismo. Si assiste a un processo di decolonizzazione del Terzo mondo. Man mano che conquistano l’indipendenza, questi
paesi scoprono difficoltà sociali ed economiche inaspettate. Le scienze sociali sono in via di sviluppo, in particolare la sociologia cresce
nell’analisi delle problematiche poste dai nuovi sviluppi della società. La stratificazione sociale è oggetto di una grande attenzione,
affacciandosi anche nei paesi dell’est dove il regime sovietico, invece di abolire la classe, ha dato vita ad una nuova stratificazione sociale.
L’approccio di Parson non è in grado di descrivere il mutamento sociale e la vita quotidiana sembra chiusa entro un quadro deterministico,
motivo per cui la soggettività viene riscoperta e si fanno avanti le prime teorie incentrate proprio sulla vita quotidiana.
- IL SENSO COMUNE
Il pensiero in cui siamo immersi è il senso comune. Nella vita quotidiana sospendiamo ogni dubbio, il senso comune è un meccanismo
finalizzato a tenere lontani i dubbi. Tenere lontani i dubbi significa dare per scontate le tipizzazioni di cui facciamo uso, le intendiamo
come naturali anche se non lo sono, sono modi di interpretare la realtà che abbiamo appreso nella nostra esperienza e nella nostra
socializzazione. Il senso comune è una sorta di ricette per vivere. Schutz ha mostrato in un saggio dedicato allo straniero che alcune volte
risolvere dei problemi non è sufficiente rivolgersi al senso comune. Questo è il caso di un immigrato ad esempio che si trova in una
situazione in cui niente è scontato, ad iniziare dal linguaggio che può essere un altro. Quindi subentra una crisi per lo straniero che deve
abbandonare un senso comune e imparare a condividerne un altro. I contenuti del senso comune sono veri perché funzionano, funzionano
perché ciascuno li condivide cioè perché chi mi circonda condivide la mia stessa interpretazione della realtà. Il senso comune funziona
come un sistema condiviso di credenze, è quello che ciascuno crede che tutti gli altri credano. È il risultato di una sorta di accordo, un
accordo non esplicito che è costantemente riprodotto dall’attività di ciascuno, senza questo accordo all’interno di una determinata cerchia
sociale, il nostro mondo quotidiano precipiterebbe nel caos. Essendo un insieme di credenze, lo stesso vale per la realtà: ciò che intendiamo
per realtà è ciò che noi crediamo reale, la realtà è una costruzione sociale.
- ETNOMETODOLOGIA
Questo termine è stato coniato da Garfinkel per intendere lo studio dei modi con i quali i soggetti danno senso alla propria esperienza nei
vari contesti culturali. Egli parte dalla teoria di Schutz secondo cui il senso comune consiste nel sospendere ogni dubbio. Ma Garfinkel
sostiene che il pensiero quotidiano è costantemente minacciato. Per dimostrare come questo dubbio venga allontanato egli utilizza due
metodi:
1) propone di parlare agli altri ad una distanza di pochi centimetri dal naso dell’interlocutore, questo causa disagio e questo disagio è il
costante sforzo di pensare che il modo in cui ci si comporta sia l’unico possibile.
2) propone di interrompere costantemente l’interlocutore per chiedere il significato delle sue affermazioni.
Secondo l’autore ciò che permette di allontanare i dubbi è il fatto che noi decidiamo se ci siamo spiegati abbastanza, questo tipo di accordo
viene stabilito con i gesti o con i metamessaggi, quindi non comprende le norme che solitamente usiamo.
Secondo Garfinkel le norme non esistono, ad esempio in un teatro c’è la scritta “vietato fumare” e si immagini che sul palco salga un
illusionista e nel corso del suo spettacolo si accenda una sigaretta. Il fatto è che le regole cambiano da contesto a contesto.
- SOCIETÀ E COMUNICAZIONE
Il primo mezzo di comunicazione di massa è stato il libro stampato. Il procedimento della stampa in Occidente è stato messo a punto da
Gutenberg e da altri artigiani nel XV secolo. L’impatto sociale della stampa ha favorito la diffusione della capacità e dell’interesse per la
lettura, impatto che è cresciuto nel XIX secolo. La radio a partire dal 1920 è un mezzo di comunicazione che presuppone la capacità di
ascoltare mentre la televisione che presuppone entrambe le capacità (ascoltare e vedere) fa la sua comparsa verso la fine degli anni ‘40. Gli
studiosi di scienze sociali che fino ad allora erano stati poco attenti ai mezzi di comunicazione, adesso non possono fare a meno di tenerne
conto. Harold Innis e McLuhan sono due figure importanti. Innis avanzò l’idea che le epoche dell’umanità siano caratterizzate da una
successione di “modi di comunicazione” piuttosto che “modi di produzione”. McLuhan con “La galassia Gutenberg” e “Gli strumenti del
comunicare” descrive gli effetti che il passaggio da una cultura basata sulla stampa ad una basata sui media audiovisivi hanno sugli uomini
contemporanei. Egli propone anziché di guardare solo i contenuti dei messaggi, guardare i caratteri del medium in se stesso. A McLuhan
appartiene l’espressione “villaggio globale”. Con questo si intende la forza con cui i media istantanei come la radio e la televisione mettono
in comunicazione quotidianamente le parti più distanti del globo infatti dopo il predominio della scrittura e dei suoi effetti sulla società, il
mondo si sta avviando verso una fase in cui prevale l’oralità secondaria. Il tipo di mezzi di comunicazione che usiamo o a cui siamo esposti
ogni giorno, non può non influenzare la nostra percezione del mondo, la nostra sensibilità e i nostri pensieri. La costruzione della realtà è
sociale in quanto si realizza attraverso interazioni comunicative, nell’uso di un linguaggio, nei discorsi, etc. Negli anni ‘20 Lippman aveva
notato che i mezzi di comunicazione creano lo pseudoambiente. Lo pseudoambiente è la rappresentazione dell’ambiente di cui disponiamo,
questa rappresentazione dipende da ciò che gli altri dicono quindi nel mondo moderno la voce degli altri è la voce dei media. La teoria più
nota di questo periodo è l’agenda setting di McCombs e Shaw. Questa teoria evidenzia come gli attori sociali considerano importanti le
stesse cose che appaiono rilevanti nei discorsi dei media. Essi agiscono sul senso comune e dunque sui modi in cui la realtà è interpretata dai
soggetti coinvolti. Altra teoria importante è “La spirale del silenzio” elaborata da Elizabeth Neumann. Le sue ricerche riguardavano il
comportamento elettorale. Notava come i sondaggi pre-elettorali siano sbagliati dal momento che alcuni elettori modificano il loro pensiero
poco prima del voto, questo perché influenzati dai media. Se i media decidono che un partito avrà la maggioranza, il cittadino per paura di