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Herbert Spencer(1820-1903)
Spencer come Comte pensa che la società sia un organismo ma, diversamente da
Comte a questo concetto gli aggiunge l’influenza di Darwin,l’evoluzionismo.
Darwin nel 1859 pubblica “l’origine della specie”, opera in cui l’autore chiarisce la
sua idea, applicata alla specie animale, gli animali attraverso un processo di
differenziazione e trasformazione dovevano adattarsi all’ambiente, e la “legge del più
forte” e l'eredità genetica.
Spencer prova ad applicare queste idee alla società ed è per questo che in seguito
si parlerà di darwinismo sociale.
Evoluzione e progresso sono diventano due sinonimi, Spencer invece ha preso
queste idee di Darwin e le ha applicate al credo individualista della sopravvivenza
del più adatto, e le applica al liberismo economico e alla libera concorrenza.
(Spencer pubblica delle opere che lo fanno diventare molto famoso infatti molte di
queste opere vengono tradotte in diverse lingue europee.)
La sociologia di Spencer si basa su una vasta raccolta di dati, etnografici,su
popolazioni primitive, osservazioni e commenti sulle statistiche relative alla società
civilizzate.In queste raccolte di dati distingue le socità in base al grado di
complessità della loro differenziazione interna e poi fa un'altra distinzione tra società
militari e società industriali.Il concetto di differenziazione è molto importante perché
in seguito verrà ripreso da Durkheim, Simmel, Weber e Parsons.
Alla base del pensiero di differenziazione è che le società sviluppano una rete di
organi e di funzioni sempre più specializzati e differenziati.
Un'altra distinzione che fa Spencer è quello tra le società militari ed industriali.
Nelle società militare l’ordine è garantito in modo coercitivo mentre in quelle
industriali l'ordine deriva dalla libera scelta degli individui.
Spenser le info che aveva non erano ricerche fatte in prima persona ma mandava
altri soggetti che poi gli recapitavano queste informazioni.
Statistiche morali e inchieste sociali
La sociologia non è solo teoria ma è anche un insieme di pratiche e di ricerca.
Infatti Spencer e Comte sono degli autori che hanno fatto delle ricerche sul campo.
La sociologia si avvale della raccolta di dati statistici per raccogliere dati sulla salute,
alimentazione, istruzione, criminalità e benessere della popolazione.
CAPITOLO 3
KARL MARX(1818-1883)
Le origini filosofiche del pensiero di marx e la concezione materialistica della
storia
La concezione filosofica di Marx deriva da Hegel.
Marx prende da hegel il termine dialettica(dialogo, discorso tra diversi
soggetti,percorso di un’argomentazione). Sia per hegel che per marx la dialettica è
un movimento(del pensiero o della realtà) che attraverso la negazione di una
precedente affermazione si arriva alla sintesi, che il superamento di entrambe (sia
dell’affermazione che della negazione).
Il superamento, in tedesco Aufhebung e aufheben(superare), che corrisponde a tre
momenti dialettici, conservare, far scomparire, portare a un livello superiore,questi 3
termini hegel gli associava all’essere, mentre marx gli associa alla società, infatti
parlerà di un superamento della società capitalistica per poi arrivare a una società
comunista senza classi sociali. Il superamento e dialettica sono due idee che prende
da hegel, ma un altro concetto che riprende è quello di alienazione.
Per hegel l'alienazione è un aspetto dell'oggettivazione, e questo è un elemento
essenziale della storia umana, Marx riprende questo suo concetto per spiegare le
condizioni dell’uomo all’interno delle fabbriche,l’uomo all’interno della fabbrica è
costretto a fare sempre gli stessi gesti e gli stessi oggetti per tutta la giornata
lavorativa ed è per questo che l’uomo di sente alienato ,ovvero perde la sua
essenza, non si riconosce in ciò che produce.
Un elemento economico e a fondamento della storia è la struttura, la struttura si
compone di due elementi: insieme delle forze produttive(forza lavoro,mezzi di
produzione e conoscenze tecniche) e rapporti di produzione(il modo in cui si
produce, l’uso della forza lavoro e dei mezzi di produzione, ripartizione della
ricchezza).
La struttura è soggetta ai mutamenti nel corso del tempo.
La struttura determina la sovrastruttura, che varia al variare della struttura.
La sovrastruttura è costituita da prodotti ideali, religiosi, culturali, artistici,filosofici,
giuridici e di teoria economica.
La sovrastruttura riflette il pensiero e le condizioni della classe dominante, la classe
dominante si avvale dell’ideologia cioè una falsa credenza che serve, agli operai per
non far capire il loro sfruttamento.
La critica dell’economia politica e il concetto di modo di produzione
capitalistico
Dei mezzi di produzione e dei rapporti di produzione ne parla nell’opera Il capitale,
sempre in quest’opera spiegherà cos’è il capitale, che sarà una definizione uguale
da quella che danno gli economisti. Il capitale corrisponde al lavoro accumulato che
viene utilizzato come mezzo per una nuova produzione.
Marx fa una distinzione tra i capitalisti ovvero coloro che possiedono i mezzi di
produzione e i proletari coloro che possiedono solo la forza lavoro. Il rapporto Tra
questi due è determinato dal denaro, i proletari ricevono il salario, attraverso il quale
possono soddisfare i propri bisogni, i lavoratori non sono pagati con una quota del
loro prodotto ma sono pagati con un salario che corrisponde a una certa quota del
loro tempo.
Le merci possiedono un duplice valore: valore d’uso, cioè rispondere alle esigenze ai
bisogni che servono a soddisfare dei bisogni , e un valore di scambio che esprime il
prezzo della merce stessa, a stabilire il valore in denaro di una determinata merce è
la quantità di lavoro che serve a produrre tale merce.
Il capitalista grazie al capitale riesce ad ottenere un profitto.
La nozione di classe
Secondo Marx la classe è un insieme di individui che si trovano nella stessa
posizione all’interno dei rapporti di produzione.
Marx dice nella storia sono sempre esistite queste classi e come sono esistite
queste classi è sempre esistito il conflitto, questo conflitto contrappone due figure, la
borghesia,proprietari di capitali investiti nell'industria e il proletariato,la classe
operaia che possiede solo la forza lavoro e quella dei figli.
In un'economia capitalista l’interesse della borghesia è quello di sfruttare il
proletariato per attrarre dei vantaggi.
La teoria marxiana del mutamento
Il capitalista vivendo in un'era industriale e di competizione vuole investire il suo
capitali in nuove macchine sempre più innovative,ed è per questo che affronta delle
spese, queste spese sono: il capitale costante cioè acquistare materie prime, merci,
macchine ecc, mentre il capitale variabile che sarebbe il salario degli operai.
Più aumentano le spese dei macchinari delle materie prime più il profitto del
capitalista diminuisce(sarebbe il rapporto tra il plusvalore, capitale costante più il
capitale variabile).
Il capitalista vuole sfruttare sempre di più l’operaio per produrre di più ed è per
questo che vuole aumentare le sue ore di lavoro sotto pagandolo.
Questa classe operaia cresce sempre di più e secondo Marx la classe operaia dovrà
capire il suo sfruttamento, dovranno riunirsi per fare una rivoluzione, con questa
rivoluzione si approda al comunismo,una società fatta senza classi sociali, senza
mezzi di produzione e che con una forma di rapporti sociali che elimini lo
sfruttamento.
Individui e società
Ogni pensatore da una definizione di società,e quindi anche Marx definisce la
parola società.
Parla di diverse società o diverse forme di società caratterizzate da diverse strutture
ed è per questo che Marx afferma che l’uomo è un essere sociale, in quanto vive
con altri uomini e la sua coscienza è prodotta dall'interazione sociale,alla base della
coscienza infatti vi è il linguaggio.
Alcune osservazioni
Marx aveva predetto che la rivoluzione sarebbe scoppiata nei paesi industrializzati
invece questo non accadde.
Marx in una società capitalistica individua due classi borghesia e proletariato, ma
parla anche di una terza classe cioè i proprietari terrieri, però questa classe ha un
importanza relativa che vive grazie allo sfruttamento della classe operaia e dall’altro
lato si unirebbe alla borghesia quando sarebbe dovuta scoppiare la rivoluzione.
Marx è cosciente che comunque anche se lui fa riferimento a due classi ne esistono
altre come artigiani,contadini,banchieri,tecnici e impiegati.
Il marxismo dopo Marx
La prima associazione fu fondata da Marx e Engels a Londra e a questa
associazione aderirono tutti gli operai.
In Europa il Marxismo di diffuse,in Russia era guidato da Lenin il quale legittimava la
dittatura del proletariato, in Germania nasce il partito socialdemocratico tedesco che
si ispirava al marxismo però era meno radicale rispetto a quello russo.
Anche in Cina si sviluppò il marxismo però sotto la guida Mao che è diversa da
quella sovietica, perché la cina aveva una cultura diversa e l’ha dovuta adattare.
Molti studiosi hanno letto e interpretato questi movimenti marxisti come i membri
della scuola di francoforte, Gramsci, Lefebvre.
CAPITOLO 4
Emile Durkheim(1858-1917)
Fu uno dei primi sociologi a insegnare questa disciplina all'università Bordeaux,
insegna la sua materia attraverso anche sue opere e alla sua rivista.
Fonda la prima rivista di sociologia “L'Année sociologique”.
Durkheim ha influenzato la sociologia del ‘900 e altre scienze dell’uomo.
La prima opera fu “La divisione del lavoro sociale”(1893), “Le regole del metodo
sociologico”(1895),”Il suicidio”(1897).
Il primo pensiero di Durkheim fu quello della coesione della società, ciò che spingeva
la società a stare insieme era la morale,la morale unisce tutti i membri
della società, e questi individui stando insieme portando al sentimento della
solidarietà.
Durk si ispira a Comt, Durk intende studiare come la società influisce sulla vita dei
singoli.
Jurgen Habermas
Hab fa parte della seconda generazione della scuola di francoforte.
Nasce nel 1929, la sua filosofia si base soprattutto sul pensiero di Hegel.
La sua fama arriva soprattutto con “Storia e critica dell'opinione pubblica” pubblicato
nel 1962. Il libro riguarda il concetto di sfera pubblica, dalla sua nascita fino alla sua
trasformazioni recenti.
La sfera pubblica è uno spazio di discorsi e di pratiche discorsive pubblicamente
accessibili, in questo spazio i cittadini potevano discutere di politica liberamente,
quindi la sfera pubblica è dove si forma l’opinione pubblica. Successivamente con
l’avvento dei mezzi di comunicazione di massa la sfera pubblica si trasforma, invasa
da interessi economici e politici, attraverso il controllo che essi esercitano viene
colonizzata e perde le sue caratteristiche.
Ii ragionamenti di Hab vengono sottoposti a delle critiche, parte di queste sono state
accolte da Hab.
Tra i lavori successivi vanna citati “La crisi della razionalità nel capitalismo maturo”,
“Teoria dell’agire comunicativo” e “Fatti e norme”.
Hab si allontana molto dal pensiero della prima scuola di francoforte.
Ora Hab parla dei risultati di ricerche scientifiche, in particolar modo su quelli della
linguistica e della filosofia del linguaggio. Oltre al riconoscimento di una svolta
linguistica , lo conduce a una critica del “riduzionismo” in cui sarebbe caduto il
marxismo. Hab sostiene che la società non può essere descritta solo basandosi
sulle dimensioni del lavoro ma anche sotto l’aspetto del linguaggio e della
comprensioni reciproca.
In “Teoria dell’agire comunicativo” Hab associa al lavoro e all’interazione linguistica
anche due diverse forme di razionalità: la razionalità strumentale e la razionalità
comunicativa. Mentre la razionalità comunicativa si evolve accumulando saperi di
tipo tecnico, la razionalità comunicativa si evolve attraverso l’emancipazione
progressiva dai vincoli che impediscono la comunicazione libera, autoconsapevole e
responsabili fra gli uomini.
La modernità per Hab è un progetto incompiuto.
Norbert Elias
Elias non appartiene alla scuola di francoforte anche se studiò lo stesso nella scuola.
La sua opera più importante è “Il processo di civilizzazione” pubblicata nel 1939.
La sua fama si consolida negli anni 70 quando viene pubblicata la sua opera e altri
saggi scritti.
Elias di ispira a Weber, Simmel e Freud, quindi cerca di ricostruire i processi di
civilizzazione.
Elias intende studiare i rapporti tra civilizzazione e violenza, elias osserva che
nell'europa del medioevo gli stati avevano il monopolio della violenza, in una
seconda fase dopo le guerre di religione la violenza diventa interiore infatti si parta di
una vita civile dove gli individui devono imparare a controllare i propri impulsi.
Nascono spazi sociali pacificati, il processo di civilizzazione riguarda sia il mondo
esterno, formazione degli stati e diritto, sia il mondo interno, la costituzione psichica
degli individui ed è una conseguenza di questo processo che si parla di buone
maniere, gli uomini devono comportarsi in maniera diligente la passione diventa un
oggetto di discusso, si alza la soglia del pudore e gli individui devono imparare a
controllarsi.
Molti dei tratti dell’esistenza umana vengono rimossi, una di questi è la morte, la
rimozione della rappresentazione della morte corrisponde all'isolamento del
moribondo.
Quando si parla dell’età moderna il moribondo muore solo, nel medioevo morire era
frequente però il moribondo aveva i suoi famigliari accanto.Elias considera la morte
un rituale che serve al processo di civilizzazione.
Elias è un sociologo che non concepisce la sociologia separata dalla storia, dallo
studio attento del passato e dei processi che hanno riportato sul presente.
CAPITOLO 12
Vita quotidiana e costruzione sociale della realtà
Panorama globale
Dopo la seconda guerra mondiale fino agli anni 70 i paesi occidentali hanno
riconosciuto una fase di crescita economica senza precedenti.
Questa crescita è dovuta alle trasformazione del lavoro e della vita quotidiana dei
cittadini, in occidente si afferma la democrazia liberale che garantisce i diritti ai
cittadini, la libertà ecc.
L’economia di questo periodi si basa sulla teoria di keynes.
Dal punto di vista delle scienze sociali sono diventate delle vere e proprie discipline
insegnate nelle università.
In questo periodo in europa si afferma una corrente sociologia che prende il nome di
struttural-funzionalismo americano, però sono sempre presenti le correnti
Weberiane, marxiste ecc.
Alfred Schutz e la sociologia fenomenologica
Il suo pensiero è nato dalla fusione del pensiero weberiano con la filosofia di
Edmund Husserl. La sfera alla quale si interessa maggiormente è quella quotidiana,
fatta da routine, cioè da corsi di azione attualizzati sui quali non ci fermiamo a
riflettere; ogni sfera di vita sociale è composta da costruzioni di tipologie, dette anche
sotto universi. Il pensiero in cui siamo immersi è del senso comune, ossia il pensiero
dell'ovvio, di conseguenza pensare senza porsi troppe domande. Schütz si affianca
alla fenomenologia: cioè allo studio di ciò che appare; il soggetto non è
semplicemente nel mondo, ma costituisce il mondo, dunque ciò che accade nel
mondo è compreso attraverso categorie, questo comporta un risparmio a livello
cognitivo.
Schütz analizza l'azione come progetto e a tal proposito porta avanti una critica nei
confronti della teoria weberiana dell'azione accusandolo di aver puntato l'attenzione
esclusivamente sull'agire razionale.
Il senso comune
E’ un pensiero dell’ovvio, come scrive Schu pensare secondo il senso comune è
pensare come al solito, pensare senza domande.
Il senso comune è dunque un insieme di: Fin, mezzi e situazioni della vita quotidiana
che vengono compresi come ovvi.
Il senso comune funziona come un sistema condiviso di credenze ,“il senso comune
è quello che ciascuno crede che tutti gli altri credono”, è una sorta di accordo non
esplicito che si basa in parte sulla tradizione di ogni gruppo sociale e in parte è
costantemente riprodotto dall’attività di ciascuno, se non ci fosse questo senso
comune ci sarebbe solo caos.
Il pensiero quotidiano e la scienza
Schutz era considerato un esponente della microsociologia in quanto i occupava
della vita quotidiana, il suo compito è quello di distinguere i concetti fondamentali
delle scienze sociali al pensiero quotidiano, Sch basandosi sul pensiero di Weber
parte per fare la sua riflessione parte dal senso delle azioni dagli individui.
Per capire l’interpretazione scientifica dell’azione, si tratta di investigare prima di
tutto l’interpretazione spontanea che gli attori svolgono reciprocamente nel corso
della propria vita quotidiana al fine di coordinare tra loro le proprie condotte. E’ dopo
aver riconosciuto questo tipo di interpretazione che il metodo delle scienze sociali
viene chiarito.
La differenza tra le scienze sociali e quello quotidiano riguarda i criteri nei due casi è
costruito il sapere: Mentre il pensiero quotidiano è orientato in senso pragmatico e
non teme ne l'incoerenza ne l’approssimazione, quello scientifico cerca la coerenza
logica e si interroga a proposito dell'adeguatezza delle sue informazioni. Quindi la
sociologia di schu è una sociologia comprendente come quella di Weber. Non a caso
i suoi risultati, nella sociologia contemporanea finiranno per combinarsi con quella
dell’ermeneutica(filosofia che si occupa delle modalità del comprendere o
interpretare).
Peter Berger e Thomas Luckmann: La realtà come costruzione sociale
Sono due continuatori dell’opera di shu, sebbene entrambi sono interessati alla
sociologia delle religioni, i due hanno una produzione differenziata Luck si è
interessato a questioni concernenti la comunicazioni e l'intersoggettività, Berger
invece si è interessato alla modernizzazione e sui rapporti su cultura e economia.
Il libro che ha reso entrambi famosi è “La realtà come costruzione sociale”.
Le Argomentazioni del libro è divisa in tre teorie.
La prima è una lettura del pensiero di schu e della sociologia quotidiana.
La seconda è l’affermazione che la sociologia della conoscenza quotidiana e la
pietra fondamentale del pensiero sociologico.
La terza è la tesi secondo cui questo approccio permette di combinare il pensiero di
Weber(l’agire sociale) e quella di Durk (fatti sociali).
Questo libro è molto complesso e l’argomentazione comporta due momenti, da un
lato si tratta di vedere come la realtà sua prodotta dagli individui in interazione tra di
loro come una realtà oggettiva, dall’altro come questa realtà sia interiorizzata dagli
stessi individui. Si tratta dunque di fare un’analisi di oggettivazione e di
socializzazione.
ESEMPIO: Immaginiamo un primo uomo in un ambiente, egli dovrà risolvere dei
problemi(cibo e proteggersi), il superamento di questi problemi diventa abitudine.
Successivamente arriva un secondo uomo e si chiede che fa questo? Il compito di
questi due uomini è quello di comunicare, alla fine quando si stabilirà una
comunicazione e avranno tipizzato reciprocante i loro comportamenti l’insieme delle
azioni diventa una routine(azione che si ripete tutti i giorni, abitudine condivisa).
Immaginiamo un terzo uomo il suo problema è quello di comunicare con gli altri
due,una volta risolto questo problema tutte le azioni che i primi due uomini avevano
tipizzati a quest’ultimo gli appariranno come qualcosa che già esiste, quindi un
istituzione(PROCESSO DI SOCIALIZZAZIONE).
Si parla pure di mutamento sociale, la realtà è una costruzione sociale che noi diamo
per scontato ma è pur sempre una costruzione, in linea di principio ciò che è stato
istituzionalizzato può essere istituzionalizzato, ed è da questo che si generano dei
movimenti sociali, ciò quando alcuni membri della società avvertono il bisogno di
interpretare in modo diverso il mondo.
L'etnometodologia
Garfinkel parla di etnometodologia che è una linea di ricerca che indaga i metodi di
ragionamento pratico che la gente usa nella vita quotidiana (metodi pratici:
ragionamenti popolari con cui spiegare le cose della vita di tutti i giorni); implicita
critica verso la sociologia ufficiale che tende a d astratte costruzioni teoriche.
La realtà sociale: insieme di gesti e conversazioni quotidiane, pratiche coerenti, gesti
minuti e microeventi che costituiscono il nostro mondo; la realtà sociale non
nasconde sistemi di regole o principi di spiegazione. La realtà è il tacito consenso
con cui gli attori sociali accettano i sistemi di convenzione in cui sono immersi e con
cui affrontano i problemi della loro esistenza. Nasce da una convenzione tra soggetti
che si accordano sul modo di interpretare gli oggetti e situazioni.
Solo ciò che avviene sulla scena esiste, importanza del contesto per comprendere i
modi con cui la gente cerca di rendere comprensibile il mondo in cui vive.
Anche shul parla di vita quotidiana, di conseguenza il dubbio viene sospeso.
Se il dubbio viene sospeso significa che da qualche parte esiste, il pensiero
quotidiano ne è costantemente minacciato. La riflessione di Gar prosegue verso due
direzioni: da un lato si tratta di mostrare davvero come il dubbio sia costantemente in
agguato, di analizzare in quali modi esso e di volta in volta concretamente fugato.
Esercizio:parlare a 5 cm di distanza e interrompere le persone durante un discorso,
le conseguenze sono, disagio, fastidio, panico.
Il disagio è la paura che il dubbio riemerga, la percezione di una minaccia all'ordine
del nostro universo.
Un’altro degli esercizi che sta a cuore a Gar è, come di fugano i dubbi? come si
stabilisce la credenza di quello che diciamo e pensiamo sia condivisibile per altri?
Questo Esercizio mostra che, anche quando noi cerchiamo di spiegarci, una
spiegazione esaustiva è fuori discussione, per spiegarci dobbiamo far uso di segni e
di parole, ma chi garantisce che quello che noi diciamo è uguale anche per gli altri?
Tutto quello che noi diciamo in base al contesto in cui ci troviamo ha un significato
diverso, e non sono norme generali valide di volta in volta.
Le norme per Gar non esistono. E’ la ricorrenza dei nostri accordi a generare
l’apparenza di norme consolidate.
Anche quando ci sono norme esplicite, la loro applicazione comporta sempre “delle
istruzioni per l’uso” che variano a seconda dei diversi contesti (non fumare).
Le regole anche quando sono dichiarate vanno sapute usare, come usarle varia di
contesto in contesto.
Per Gar la realtà e le normi apparenti sono una costruzione che si riproduce
costantemente, ma anche piuttosto precariamente. Il compito dell'etnometodologia è
la descrizione dei modi in cui questa costruzione è riprodotta.
L'interazionismo simbolico e la teoria dell’etichettamento
L’is è un termine coniato dal sociologo Blumer sta ad indicare un approccio teorico
che si concentra sull’interazione ( ciò sull’azione sociale reciprocamente rintata da
due o più individui in contatto tra loro) e il suo carattere simbolicamente
mediato(comprensibile solo attraverso il riferimento all’interpretazione che gli attori
stessi danno della situazione in cui sono coinvolti).
L'interazionismo simbolico sviluppa enfatizzando il ruolo che le parole che usiamo
quotidianamente hanno nel dar forma alla nostra realtà e nell’influenzare la
percezione che abbiamo di noi stessi e il nostro comportamento.
Per questo si previene quella che è stata chiamata la teoria dell’etichettamento, una
teoria utilizzata soprattutto negli studi sulla devianza.
La chiave di questa teoria è che la devianza sia piuttosto che un fenomeno dotato di
una sua indiscutibile oggettività, un processo di interpretazione di determinati
comportamenti.
La devianza non è una teoria che viene attribuita a determinati gruppi o individui, ma
è una condizione che si viene a creare in seguito a determinati meccanismo di
attribuzione e definizione delle situazioni che si sviluppano nel corso dell’interazione
sociale.
Le persone considerate devianti sono: i ladri, vagabondi, omicidi ecc.
Nei confronti di queste persone scatta un meccanismo di etichettamento, sono
considerati dei devianti e trattati come tali, questo processo cambia la visione
dell’individuo all’interno della società.
L’aspirare inescata dall’etichettamento sociale può essere ricondotta al meccanismo
che Merton definisce profezia che si autoadempie, ossia il fenomeno per cui i
processi attribuzione sociale spesso riescono ad orientare il corso degli eventi in
direzione perfettamente conforme al significato conferito.
Chi è giudicato e trattato da deviante finirà per esserlo davvero.
Erving Goffman
Goffman si colloca l'approccio drammaturgico, l’autore paragone la vita sociale con
le sue quotidiane interazione tra le persone un palcoscenico teatrale, in cui gli
individui sono destinati a recitare delle parti e a interpretare ruoli diversi.
Come in teatro, dietro la ribalta c’è la retroscena ciò gli spazi privati dove le persone
non recitano, dove spesso mettono in atto comportamenti che sono in
contraddizione con il ruolo che hanno in pubblico.
Il centro dell’attenzione di Goff è l'interazione sociale , in particolare quella che si
realizza negli incontri faccia a faccia tra due o più persone.
Le Interazioni possiedono una logica ed è proprio questo quello che interessa a Goff.
Tale logica implica una ripetitività o elementi di ritualità. I rituali sono forme di azione
che comportano la presenza di elementi ripetitivi e codificati che hanno una valenza
simbolica(salutare, come teniamo una conversazione).
La metafora drammaturgica è presente nell’opera “La vita quotidiana come
rappresentazione” ed è il libro dove sono espressi i concetti fondamentali di Goff.
Nel 1961 scrive “Asylum” le ricerche riportate su questo libro sono empiriche, Goff si
fece assumere per un anno come infermiere in un ospedale psichiatrico per studiare
il funzionamento.
Il manicomio è un’istituzione totale, le istituzioni totali sono: carceri, manicomi,
caserme, campi di concentramento ecc, che si fanno carico della vita degli individui,
appropriandosi in modo totale del loro tempo e delle proprie attività.
Gli internati vengono privati della propria personalità infatti quando il prigioniero entra
in un’istituzione totale o si sottomette e finge per continuare a vivere o soccombe.
La scuola Palo Alto
I membri originari del gruppo sono Jackson, Haley, Weakland.
L’autore più importante è Baderson.
Si tratta di studiosi dalla formazione pluridisciplinare, sono soprattutto psichiatri,
psicologi sociali,filosofi e antropologi.
I contributi sono legati in modo particolare alla psicoterapia ma anche alla sociologia,
nella misura in cui la spiegazione delle malattie mentali viene ricondotta ai contesti
relazionali in cui gli individui si muovono.
Nell’opera di Bateson l’interesse per le malattie mentali non è quello fondamentale,
l’autore riprende i temi e i concetti dell’evoluzionismo e la teoria dei sistemi, dando
una particolare attenzione ai processi comunicativi.
Anche gli animali metacomunicano (morso gioco).
Sia Bateson che i membri del gruppo di palo alto trovano che i temi della
comunicazione e della metacomunicazione vanno applicati nello studio delle
dinamiche familiari. Secondo la scuola di palo alto la famiglia è un sistema cioè
l'identità di ciascun membro si costruisce e si mantiene nelle interazioni
comunicative. E’ come se venisse rielaborata la teoria della psicanalisi.
Gli studiosi rintracciano la genesi delle malattie mentali nelle dinamiche
comunicative. Infatti associano la schizofrenia, cioè il disturbo mentale che comporta
una scissione della personalità, è generata dal fatto che uno dei membri comunica
messaggi contraddittori, questo comportamento può dare vita a disturbi della
personalità(madre-figlio).
La comunicazione è un aspetto essenziale delle relazioni sociali.
Per studiare queste malattie mentali sociologia e psicologia si sono dovuti intrecciare
e hanno avuto anche un ruolo importante nel campo del servizio sociale.
Società e comunicazione
Negli anni 60’ le tematiche della comunicazione hanno avuto un ruolo rilevante nel
pensiero sociale, ciò è vero nn solo per quanto riguarda la comunicazione
interpersonale, ma anche e in maniera crescente l’analisi dei mezzi di
comunicazione e del loro impatto sulla società. I primi mezzi di comunicazione nella
storia sono stati; il giornale, il telefono, radio e televisione. Alcuni di questi media
sono dei mass media, in quanto permettono di comunicare notizie in tempo reale alle
persone di tutto il mondo.
Il primo mezzo di comunicazione di massa è stato il libro stampato, il procedimento
della stampa in occidente è stato messo a punto da Gutenberg, tutte le copie
stampate fanno si che di un libro ci siano molteplici copie.
L’impatto sociale della stampa si è dispiegato con lentezza, poiché questo
presupponeva la capacità e l’interesse per la lettura. Questo impatto è cresciuto
notevolmente tra il 18’me il 19’ secolo, parallelamente alla crescita da parte dei
cittadini alla “cosa pubblica”, di conseguenza i libri e i giornali sono diventati elementi
comuni della vita quotidiana.
L radio messa a punto teoricamente alla fine dell’800’ e utilizzata in grosso modo a
partire dal 1920, è un mezzo di comunicazione di massa diverso, non presuppone la
capacità di leggere, sta solo ascoltare. Ascoltare e vedere sono dei presupposti di un
altro mezzo di comunicazione, il televisore (anni 40).
Gli studiosi di scienze sociali si sono occupati poco dei mezzi di comunicazione fino
agli anni 50’. Questo cambia il panorama sociale, dopo gli usi della radio della prima
e seconda guerra mondiale e dopo il successo del televisore,comincia a diventare
difficile proporre analisi della società che non tengano conto. Cambia anche il
panorama teorico. Gli autori che si occuparono di questa tematica furono Innis e
Mcluhan.
L’idea di Innis è che le epoche della storia dell’umanità siano caratterizzate da una
successione di “modi di produzione” differenti, quanto su “modi di comunicazione”
basati su mezzi diversi. Il pensiero di fondo è che; la “mentalità” degli uomini nelle
varie epoche storiche viene modellata dai mezzi di comunicazione più usati.
Mcluhan fa un tentativo di descrivere gli effetti che il passaggio da una cultura
basata sulla stampa ad una basata sui media audiovisivi hanno sull’intera struttura
della percezione,sensibilità e mentalità degli uomini contemporanei. Un’espressione
celebre dello scienziato sociale è quella di “villaggio globale”, con questa
espressione intende la forza con cui i media istantanei come la radio e soprattutto il
televisore mettono in contatto quotidianamente tutte le parti del globo.
Questi studi dimostrano che l’esperienza di ciascuno di noi si modella anche in
relazione all’ambiente tecnologico nel quale viviamo.
Negli anni 60’ e 70’ le ricerche sui mass media portano alla luce che la realtà sia una
costruzione sociale. Questa idea si applica allo studio della comunicazione perché
la costruzione della realtà è sociale soprattutto in quanto si realizza attraverso
interazioni comunicative come; uso di un linguaggio, discorsi nelle comunicazioni.
La presenza dei mass media fornisce un contributo a tale creazione.
Lippmann nel “l’opinione pubblica” afferma che i mezzi di comunicazione di massa
contribuiscono alla creazione dello “pseudoambiente” entro cui ci troviamo.
Lo pseudoambiente è la rappresentazione dell’ambiente di cui disponiamo,poiché
non di tutto l’ambiente noi possiamo avere esperienza diretta.
I mass media non sono però onnipotenti, i loro effetti sono limitati dal fatto che
l’individuo è immerso in reti di relazioni familiari, amicali, professionali e così via che
fanno da filtro a ciò che dicono i media.
Una teoria nota in questi anni è quella dell’agenda-setting, elaborata con ricerche
empiriche, questa teoria evidenzia come gli attori sociali tendono a considerare
rilevanti le stesse cose che appaiono rilevanti nei discorsi dei media.
Insomma i media non sanno dire alla gente “cosa pensare”, ma sicuramente sanno
dire “su cosa pensare”.
Noelle-Neumann in “la spirale del silenzio”, su un piano empirico, ha svolto delle
ricerche sul comportamento elettorale.Ella notava che spesso i sondaggi
pre-elettorali si rivelano sbagliati, dal momento che alcuni elettori modificavano il
proprio orientamento prima del voto. Tali modificazioni sono spiegabili in riferimento
ai mass media, i quali hanno il potere di diffondere certe rappresentazioni del clima
d’opinione prevalente, e così da influire su certi comportamenti.
In conclusione i mass media giocano una parte importante nella costruzione sociale
della realtà.