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CAPITOLO 1

LE ORIGINI DEL PENSIERO SOCIOLOGICO


Il mondo moderno e le origini della sociologia.
Nei manuali di storia età moderna coincide con la scoperta dell’america nel 1492 e si
fa riferimento a questa data perché segna la fase in cui il mondo prima era percepito
come statico e chiuso ad una in cui il mondo è illimitato.
Il termine moderno è differente per la sociologia , infatti nella prospettiva sociologica
si fa riferimento a due grandi rivoluzioni: la prima rivoluzione industriale in
inghilterra(tecnologica ed economica) e quella francese(politica e istituzionale).
Queste due rivoluzioni vengono prese come punto di riferimento perché accelerano
la storia infatti vi sono trasformazioni sociali materiali di grande velocità.
Un altro fattore che contribuisce alla nascita delle sociologia è il desiderio di studiare
la scienza, infatti alla sociologia vengono attribuiti i principi della scienza cioè il
metodo conoscitivo basato sull'osservazione, gli scienziati lo applicavano ai
fenomeni naturali mentre i sociologi ai fenomeni sociali.

La rivoluzione industriale e la rivoluzione francese:Un mondo in mutamento.


Parlare di rivoluzione industriali si allude al processo di industrializzazione nato in
inghilterra nella seconda metà del 700. Ciò che ha spinto il processo di
industrializzazione è quello che gli uomini volevano comprare le materie prime a un
buon prezzo questo porta gli uomini ha trasferirsi dalla campagna in città,questo
porta l’uomo a lavorare nelle fabbriche e utilizzare le macchine.
Da questo momento in poi nasceranno idee sul mondo industriale, come per
esempio marx, parlerà del mondo capitalistico e dei modi di produzione. La
rivoluzione industriale ha aiutato i paese in cui si è manifestata a crescere
economicamente e l’uomo diventa materialista.
La rivoluzione francese ha contribuito a fondare le basi sulla legittimità del
potere(legittimità di potere ne parlerà weber), infatti prima della rivoluzione francese
il potere era tramandato da padre in figlio, dopo la rivoluzione gli uomini riuniti in
apposite istituzione hanno avuto la facoltà di definire le leggi su basi di confronto
razionale.

Illuminismo: L’idea di una scienza della società


Un altro aspetto da prendere in considerazione è l’illuminismo, che è un movimento
culturale che nasce in francia nel 18 secolo.
Alla base del pensiero dell'illuminismo vi è la ragione, che ha il compito di guidare gli
uomini, perché grazie alla ragione gli uomini sono capaci di interpretare la realtà
secondo basi scientifiche, oltre questo si sviluppa anche l’idea di progresso.
La filosofia degli illuministi si basava sull’idea che il governo non fosse cosa propria
del sovrano ma cosa pubblica, cioè di tutti e di nessuno in particolare, infatti
chiunque poteva proporre le idee.
Montesquieu viene preso come autore di riferimento per aver scritto due libri: “Lo
spirito delle leggi” e “le lettere persiane”.
Nel primo osserva le leggi che governano gli uomini in diverse società e prova a
mettere in relazione degli elementi come il clima in cui vive un popolo, i suoi costumi,
i fattori storici, ecc.
Nelle lettere persiano è uno scambio epistolare tra un principe persiano e altri
soggetti, il principe è costretto a viaggiare in europa, viene a contatto con la cultura
europea e si accorge che questa cultura è diversa dalla sua, la morale del libro è
essenziale per il pensiero sociologico, infatti i sociologi vogliono studiare le
differenze che ci sono tra i vari paesi ed è infatti la curiosità dei sociologi di studiare
questi fenomeni sociali e di studiare le cause.

L’empirismo inglese e il problema dell’autoregolazione della società


L’empirismo è un movimento culturale che si sviluppa in inghilterra e in scozia nella
18 secolo in contemporanea con l’illuminismo, secondo gli empiristi la conoscenza
umana deriva esclusivamente dai sensi o dall'esperienza. Infatti a differenza degli
illuministi gli empiristi non hanno fiducia nella ragione che porta a scoprire tutta la
realtà.
Per quanto riguarda l’autoregolazione della società viene preso come punto di
riferimento smith, il quale afferma che la ricchezza di una nazione è legata alla sua
capacità di produrre e a sua volta dipende dal grado raggiunto di divisione del
lavoro.
La divisione del lavoro è un processo che porta gli uomini a specializzarsi in
determinate attività, questo accresce le capacità produttive della collettività, più
aumenta la divisione del lavoro più la società dipende da coloro che producono.
La sociologia studia anche, per quanto riguarda il mercato, la relazione che c’è tra i
compratori ei venditori.
CAPITOLO 2
SOCIOLOGIA E POSITIVISMO
Comte(1798-1857) e Simon (1760-1825)
La parola sociologia fu utilizzata per la prima volta dal filosofo francese comte padre
del positivismo e della sociologia. Comte iniziò la carrière intellettuale come
segretario di saint simon.
Saint simon è un figura importante poiché segna il passaggio dalle idee
dell’illuminismo a quelle del positivismo, contribuendo però anche a fondare una
corrente di pensiero utopico che sfocerà a movimenti di ispirazioni socialisti. Marx
chiamerà socialisti-utopisti Owen, Fourier e Saint Simon.
Comte ritiene che l'umanità sia giunta a una tappa fondamentale della sua
evoluzione, ovvero al momento in cui si afferma lo spirito scientifico o positivo.
Nel corso della filosofia positiva opera di Comte spiega la legge dei 3 stadi, un
fenomeno che serve a spiegare la realtà fisica e sociale.
1. Stadio teologico: I fenomeni naturali e storico sociali sono concepite come
frutti dell'azione divina(periodo del mito).
2. Stadio metafisico:Gli dei vengono sostituiti con entità astratti(nasce la
filosofia)
3. Stadio positivo: Conoscenza scientifica dei fenomeni. (pensiero scientifico)
La sociologia è lo studio scientifico dei fenomeni e dei processi sociali che ha il
compito di cogliere la realtà nel modo più oggettivo possibile.
Comte si rende conto che lo stadio positivo non è stato raggiunto da tutte le
discipline, è un’acquisizione positiva per la fisica, questa acquisizione fatica ad
affermarsi nella comprensione dei fatti storico sociali.
Comte definisce cos'è la sociologia però, può essere chiamata anche fisica sociale,
a sua volta questa fisica sociale si divide in statica sociale e dinamica sociale.
● statica sociale:è una branca della sociologia che si occupa del modo in cui le
società si autoregolano
● dinamica sociale: studia le trasformazioni e l'evoluzione della società
Comte nell’ultima fase della sua vita parlera di una religione laica basata sul culto
della scienza e dello spirito positivo.

Alexis Tocqueville(1805-1859)due delle sue operi più importanti possono essere


prese come punto di riferimento per la sociologia(La democrazia in America e
L’antico regime in rivoluzione).
Toc è uno dei teorici del liberismo 800esco, quella concezione politica e della società
Non si può definire un sociologo ma, fondata sulla libertà dei singoli e delle libere
associazione.
Toc è interessato alla nuova forma politica ovvero la democrazia, infatti durante il
suo soggiorno in america è proprio questo aspetto che attira l’attenzione di Toc,
secondo lui è una condizione di uguaglianza che sussiste in tutti i membri della
società(libertà di pensiero parola e uguaglianza dei diritti) però tra i rischi della
democrazia vi è la “dittatura della maggioranza” che sarebbe la maggioranza della
popolazione a "decidere" per l'insieme degli individui, non tenendo in considerazione
la visione espressa dalle minoranze(essa può invece essere autorevole o talvolta più
adeguata ad un determinato contesto storico-sociale).
Un’ altro aspetto negativo della democrazia è che vivendo in un regime egualitario gli
individui diventano individualisti.
Nel secondo libro Toc riflette sul significato della rivoluzione francese e afferma che
questa rivoluzione è stata il frutto di un'idea democratica di libertà ed egualitaria che
si è imposta in Francia.

Herbert Spencer(1820-1903)
Spencer come Comte pensa che la società sia un organismo ma, diversamente da
Comte a questo concetto gli aggiunge l’influenza di Darwin,l’evoluzionismo.
Darwin nel 1859 pubblica “l’origine della specie”, opera in cui l’autore chiarisce la
sua idea, applicata alla specie animale, gli animali attraverso un processo di
differenziazione e trasformazione dovevano adattarsi all’ambiente, e la “legge del più
forte” e l'eredità genetica.
Spencer prova ad applicare queste idee alla società ed è per questo che in seguito
si parlerà di darwinismo sociale.
Evoluzione e progresso sono diventano due sinonimi, Spencer invece ha preso
queste idee di Darwin e le ha applicate al credo individualista della sopravvivenza
del più adatto, e le applica al liberismo economico e alla libera concorrenza.
(Spencer pubblica delle opere che lo fanno diventare molto famoso infatti molte di
queste opere vengono tradotte in diverse lingue europee.)
La sociologia di Spencer si basa su una vasta raccolta di dati, etnografici,su
popolazioni primitive, osservazioni e commenti sulle statistiche relative alla società
civilizzate.In queste raccolte di dati distingue le socità in base al grado di
complessità della loro differenziazione interna e poi fa un'altra distinzione tra società
militari e società industriali.Il concetto di differenziazione è molto importante perché
in seguito verrà ripreso da Durkheim, Simmel, Weber e Parsons.
Alla base del pensiero di differenziazione è che le società sviluppano una rete di
organi e di funzioni sempre più specializzati e differenziati.
Un'altra distinzione che fa Spencer è quello tra le società militari ed industriali.
Nelle società militare l’ordine è garantito in modo coercitivo mentre in quelle
industriali l'ordine deriva dalla libera scelta degli individui.
Spenser le info che aveva non erano ricerche fatte in prima persona ma mandava
altri soggetti che poi gli recapitavano queste informazioni.
Statistiche morali e inchieste sociali
La sociologia non è solo teoria ma è anche un insieme di pratiche e di ricerca.
Infatti Spencer e Comte sono degli autori che hanno fatto delle ricerche sul campo.
La sociologia si avvale della raccolta di dati statistici per raccogliere dati sulla salute,
alimentazione, istruzione, criminalità e benessere della popolazione.

CAPITOLO 3
KARL MARX(1818-1883)
Le origini filosofiche del pensiero di marx e la concezione materialistica della
storia
La concezione filosofica di Marx deriva da Hegel.
Marx prende da hegel il termine dialettica(dialogo, discorso tra diversi
soggetti,percorso di un’argomentazione). Sia per hegel che per marx la dialettica è
un movimento(del pensiero o della realtà) che attraverso la negazione di una
precedente affermazione si arriva alla sintesi, che il superamento di entrambe (sia
dell’affermazione che della negazione).
Il superamento, in tedesco Aufhebung e aufheben(superare), che corrisponde a tre
momenti dialettici, conservare, far scomparire, portare a un livello superiore,questi 3
termini hegel gli associava all’essere, mentre marx gli associa alla società, infatti
parlerà di un superamento della società capitalistica per poi arrivare a una società
comunista senza classi sociali. Il superamento e dialettica sono due idee che prende
da hegel, ma un altro concetto che riprende è quello di alienazione.
Per hegel l'alienazione è un aspetto dell'oggettivazione, e questo è un elemento
essenziale della storia umana, Marx riprende questo suo concetto per spiegare le
condizioni dell’uomo all’interno delle fabbriche,l’uomo all’interno della fabbrica è
costretto a fare sempre gli stessi gesti e gli stessi oggetti per tutta la giornata
lavorativa ed è per questo che l’uomo di sente alienato ,ovvero perde la sua
essenza, non si riconosce in ciò che produce.
Un elemento economico e a fondamento della storia è la struttura, la struttura si
compone di due elementi: insieme delle forze produttive(forza lavoro,mezzi di
produzione e conoscenze tecniche) e rapporti di produzione(il modo in cui si
produce, l’uso della forza lavoro e dei mezzi di produzione, ripartizione della
ricchezza).
La struttura è soggetta ai mutamenti nel corso del tempo.
La struttura determina la sovrastruttura, che varia al variare della struttura.
La sovrastruttura è costituita da prodotti ideali, religiosi, culturali, artistici,filosofici,
giuridici e di teoria economica.
La sovrastruttura riflette il pensiero e le condizioni della classe dominante, la classe
dominante si avvale dell’ideologia cioè una falsa credenza che serve, agli operai per
non far capire il loro sfruttamento.
La critica dell’economia politica e il concetto di modo di produzione
capitalistico
Dei mezzi di produzione e dei rapporti di produzione ne parla nell’opera Il capitale,
sempre in quest’opera spiegherà cos’è il capitale, che sarà una definizione uguale
da quella che danno gli economisti. Il capitale corrisponde al lavoro accumulato che
viene utilizzato come mezzo per una nuova produzione.
Marx fa una distinzione tra i capitalisti ovvero coloro che possiedono i mezzi di
produzione e i proletari coloro che possiedono solo la forza lavoro. Il rapporto Tra
questi due è determinato dal denaro, i proletari ricevono il salario, attraverso il quale
possono soddisfare i propri bisogni, i lavoratori non sono pagati con una quota del
loro prodotto ma sono pagati con un salario che corrisponde a una certa quota del
loro tempo.
Le merci possiedono un duplice valore: valore d’uso, cioè rispondere alle esigenze ai
bisogni che servono a soddisfare dei bisogni , e un valore di scambio che esprime il
prezzo della merce stessa, a stabilire il valore in denaro di una determinata merce è
la quantità di lavoro che serve a produrre tale merce.
Il capitalista grazie al capitale riesce ad ottenere un profitto.

Ancora sul modo capitalistico di produzione


Ciò che rende il capitalista un capitalista è che possiede denaro.
La formula del modo di produzione capitalistico è DMD’, il capitalista possiede del
denaro e l’investe in un’attività produttiva, ciò che produce lo venderà e il guadagno
dovrà essere maggiore infatti D’ (plusvalore) deve essere maggiore di D.
Secondo marx il profitto è il plusvalore, il plusvalore ha origine da un pluslavoro, un
lavoro che l'operaio svolge in più rispetto alle ore stabilite, il plusvalore diventa un
profitto ed è proprietà del capitalista, da questo profitto nasce lo sfruttamento
dell’operaio.
L’operaio è pagato meno rispetto alle ore svolte di lavoro,a differenza dell’economia
politica che non aveva intuito dello sfruttamento della classe operaia, Marx invece
aveva intuito questo sfruttamento.

La nozione di classe
Secondo Marx la classe è un insieme di individui che si trovano nella stessa
posizione all’interno dei rapporti di produzione.
Marx dice nella storia sono sempre esistite queste classi e come sono esistite
queste classi è sempre esistito il conflitto, questo conflitto contrappone due figure, la
borghesia,proprietari di capitali investiti nell'industria e il proletariato,la classe
operaia che possiede solo la forza lavoro e quella dei figli.
In un'economia capitalista l’interesse della borghesia è quello di sfruttare il
proletariato per attrarre dei vantaggi.
La teoria marxiana del mutamento
Il capitalista vivendo in un'era industriale e di competizione vuole investire il suo
capitali in nuove macchine sempre più innovative,ed è per questo che affronta delle
spese, queste spese sono: il capitale costante cioè acquistare materie prime, merci,
macchine ecc, mentre il capitale variabile che sarebbe il salario degli operai.
Più aumentano le spese dei macchinari delle materie prime più il profitto del
capitalista diminuisce(sarebbe il rapporto tra il plusvalore, capitale costante più il
capitale variabile).
Il capitalista vuole sfruttare sempre di più l’operaio per produrre di più ed è per
questo che vuole aumentare le sue ore di lavoro sotto pagandolo.
Questa classe operaia cresce sempre di più e secondo Marx la classe operaia dovrà
capire il suo sfruttamento, dovranno riunirsi per fare una rivoluzione, con questa
rivoluzione si approda al comunismo,una società fatta senza classi sociali, senza
mezzi di produzione e che con una forma di rapporti sociali che elimini lo
sfruttamento.
Individui e società
Ogni pensatore da una definizione di società,e quindi anche Marx definisce la
parola società.
Parla di diverse società o diverse forme di società caratterizzate da diverse strutture
ed è per questo che Marx afferma che l’uomo è un essere sociale, in quanto vive
con altri uomini e la sua coscienza è prodotta dall'interazione sociale,alla base della
coscienza infatti vi è il linguaggio.

Alcune osservazioni
Marx aveva predetto che la rivoluzione sarebbe scoppiata nei paesi industrializzati
invece questo non accadde.
Marx in una società capitalistica individua due classi borghesia e proletariato, ma
parla anche di una terza classe cioè i proprietari terrieri, però questa classe ha un
importanza relativa che vive grazie allo sfruttamento della classe operaia e dall’altro
lato si unirebbe alla borghesia quando sarebbe dovuta scoppiare la rivoluzione.
Marx è cosciente che comunque anche se lui fa riferimento a due classi ne esistono
altre come artigiani,contadini,banchieri,tecnici e impiegati.
Il marxismo dopo Marx
La prima associazione fu fondata da Marx e Engels a Londra e a questa
associazione aderirono tutti gli operai.
In Europa il Marxismo di diffuse,in Russia era guidato da Lenin il quale legittimava la
dittatura del proletariato, in Germania nasce il partito socialdemocratico tedesco che
si ispirava al marxismo però era meno radicale rispetto a quello russo.
Anche in Cina si sviluppò il marxismo però sotto la guida Mao che è diversa da
quella sovietica, perché la cina aveva una cultura diversa e l’ha dovuta adattare.
Molti studiosi hanno letto e interpretato questi movimenti marxisti come i membri
della scuola di francoforte, Gramsci, Lefebvre.
CAPITOLO 4
Emile Durkheim(1858-1917)
Fu uno dei primi sociologi a insegnare questa disciplina all'università Bordeaux,
insegna la sua materia attraverso anche sue opere e alla sua rivista.
Fonda la prima rivista di sociologia “L'Année sociologique”.
Durkheim ha influenzato la sociologia del ‘900 e altre scienze dell’uomo.
La prima opera fu “La divisione del lavoro sociale”(1893), “Le regole del metodo
sociologico”(1895),”Il suicidio”(1897).
Il primo pensiero di Durkheim fu quello della coesione della società, ciò che spingeva
la società a stare insieme era la morale,la morale unisce tutti i membri
della società, e questi individui stando insieme portando al sentimento della
solidarietà.
Durk si ispira a Comt, Durk intende studiare come la società influisce sulla vita dei
singoli.

Morale, norme e fatti sociali


La morale è un insieme di credenze e norme (regole che prescrivono come gli
individui si devono comportare all’interno di una società, se non si rispettano ci sono
delle sanzioni), a queste norme devono aderire tutti e sono come se fossero dei
vincoli, i vincoli possono venire sia dall’esterno che dall’interno, dall’esterno come
quando infrangi una legge e vieni punito, dall’interno l’individuo vorrebbe infrangere
ma qualcosa lo spinge a non farlo.
L’appartenenza a una morale comune spinge la società a diventare solidale, queste
norme sociali che si impongono alla società diventano delle istituzioni che si
possono trasformare in credenze religiose(i 10 comandamenti).
Durk dice che in tutte le società ci sono norme diverse che rendono la società
coesa,queste norme dal punto di vista sociologico sono dei fatti sociali.
I fatti sociali sono dei fenomeni che non si possono spiegare partendo dal singolo
individuo, sono un qualcosa che si presenta all’interno della società e che si
impongono agli individui.
Un approccio funzionalista
La coscienza collettiva è composta da:etiche,rituali,simboli,morali e rappresentazioni
collettive che determinano i fatti sociali.
Durk da una spiegazione del fenomeno funzionalismo, esso è una corrente di
pensiero caratterizzato dalla tendenza a concepire la società come un organismo o
sistema fatto di parti interdipendenti, ciascuna descrivibile in base alla funzione che
assolve all’interno della totalità.
All’interno della società Durk individua comportamenti devianti.
La devianza è un comportamento che si allontana dalle norme sociali, a volte questi
comportamenti devianti possono dar vita a nuove forme morali.
Società semplici e società complesse
Durk individua due tipi di società:
● Semplice: sono le società pre-industriali caratterizzate da quella che Durk
chiama solidarietà meccanica, fondata cioè sulla somiglianza di tutti membri
della collettività
● Complessa:società tipica industriale dove la coscienza collettiva si indebolisce
poichè gli individui si diversificano tra di loro(solidarietà organica)-
Durk parla anche di anomia, che è uno stato di carenza di norme che si crea quando
nella società si indebolisce la coesione tra gli individui, questo indebolimento può
portare a comportamenti pericolosi per se stessi o per gli altri.
Questa manifestazione di eventi pericolosi non risiede negli individui ma nella
società. Per superare questa anomia il compito delle persone è quello di rendere i
membri coesi nella società (es. attività…)
Sia Durk che Marx parlano di conflitti ma in modo diverso, Marx parlava di conflitti tra
le classi mentre Durk parla di conflitto come una patologia che va curata attraverso il
corporativismo che va curata con attività, associazioni ecc.
La ricerca del suicidio
Durk prendendo spunto da altri studiosi continua le ricerche per quanto riguarda il
suicidio, infatti nell’opera “Il suicidio” Durk cerca di leggere il fenomeno delle morti
volontarie basandosi su una raccolta di dati empirici e di strumenti statistici, vuole
studiare questo fenomeno come un fatto sociale e non del singolo individuo.
In generale si pensa che le persone si uccidono in seguito a situazioni di tipo
personale(delusione affettive,soldi ecc.), in realtà queste circostanze secondo Durk
diventano cause suicidogene solo in condizioni sociali tali da rendere intollerabile la
vita dell’individuo ed è a questo proposito che Durk individua tre tipi di condizioni
fondamentali.
Quando l’integrazione sociale è debole, l’individuo finisce per far capo solo a se
stesso affermando l’io individuale al danno di quello sociale(suicidio egoistico).
Il tasso di suicidi nella religioni protestante è più alto rispetto ad ebrei e cattolici
perchè la comunità non è coesa.
Un’altro tipo di suicidio è quello altruistico che è quando l’individuo fatica a trovare
la proprio individualità e ripone la propria essenza in un valore collettivo più alto.
L’ultimo è quello anomico quando, soprattutto nelle epoche di grandi mutamenti
storico-sociali, viene meno il potere morale della società di disciplinare le passioni
dell’individuo.
Alcune critiche alla teoria del suicidio
Durk interessato da questo fenomeno ha prese dei dati statistici, a volte gli ha
consultati direttamente, altre volte da altri libri di studiosi,che a loro volta sono stati
registrati da autorità civili come i medici, solo che questi dati non potevano essere
attendibili in quanto i medici potevano far passare la morte come accidentale.
La seconda critica è fatta da un suo allievo, esso dice che il tasso di suicidio per
quanto riguarda la questione religiosa poteva non essere influenza solo da quello ma
secondo una sua ricerca notò che le condizioni di vita che comporta una religione
potevano influire sul tasso del suicidio.
L’ultima critica è che Durk si basava solo su dati quantitativi ma un buon sociologo
dovrebbe avvalersi sia di dati quantitativi che di dati qualitativi.
La sociologia delle religioni
Durk fa un’analisi sistematica sulla religione come fenomeno sociale(“Le forme
elementari della vita religiosa”), lo scopo di questo studio è di indagare come
l’esperienza religiosa si presenta nelle organizzazioni sociali più semplici e individua
due elementi che definiscono la religione:il primo è la separazione, tra sacro e
profano, ossia due ambiti di realtà radicalmente distinti ed eterogenei( il profano è
una dimensione inaccessibile a un’esperienza ordinaria), la seconda è la tendenza,
a unire in una stessa comunità morale tutti coloro che condividono le stesse
credenze intorno a ciò che è sacro.
La religione è una natura sociale perché non coinvolge il singolo ma la
collettività,infatti la società celebra dei riti collettivi.
Nelle società moderne si è andato ad affermare il fenomeno della
secolarizzazione,Durk non ne parla in modo specifico,ma comunque lo riscontriamo
in modo secondario perché Durk fa la distinzione tra sacro e profano quello che
succede nelle società moderne con religione e politica.

I fondamenti di una sociologia della conoscenza


Noi giungiamo alla conoscenza grazie alla società.
Simmel Georg
Introduzione storica
Il periodo che va dal fine 800 fino alla 1 guerra mondiale ha portato l’europa verso
cambiamenti economici,politici e sociali di enorme rilevanza.
Un evento che ha contribuito a questi eventi fu la rivoluzione industriale,grazie a
questa rivoluzione si sono verificati cambiamenti nella vita quotidiana dei cittadini,
infatti migliorano i mezzi di comunicazione tra i diversi paesi(ferrovie,navi a vapore,
nel 900 dirigibili e aeroplani a motore e il telefono).
A partire dagli anni 80 del 19 secolo le città e le fabbriche vengono illuminate grazie
all'elettricità, ovviamente l'avvento dell'elettricità segna un secondo passaggio di
industrializzazione, l’igiene migliora grazie ai progressi della medicina e alla
legislazione sanitaria e c’è un aumento demografico.
Aumenta l’urbanizzazione grazie ai progressi di industrializzazione e si sviluppa il
commercio tra vari stati.
Dal punto di vista politico in quasi tutta l’europa si sviluppano i regimi parlamentari,
infatti viene ampliato il diritto di voto,nascono dei partiti che si ispirano al partito
bolscevico perchè vogliono che anche i lavoratori entrino a far parte della vita
politica.
Gli storici chiamano il periodo che va dal 1870 al 1914 l’età dell’imperialismo, alcuni
paesi europei ma anche gli stati uniti hanno conquistato varie parti del mondo.
Quando gli stati uniti conquistano alcune zone lo fanno perchè trattano da questi
paesi materie prime, schiavi, mercati e armate.
Quelli che stavano all’interno dei paesi colonizzati vedevano questa colonizzazione
come una missione civilizzatrice.
In questo periodi si conia il termine “modernità”, usato per la prima volta dal poeta
francese Baudelaire nel 1861. Quando comparve questo termine dovette sembrare
un neologismo, infatti l’aggettivo moderno significa nuovo e recente. Sta ad indicare
comunque l’epoca del nuovo, l’epoca in cui il nuovo è la norma.
Il termine modernità veniva associato ai paesi dell’Europa e dell’occidente(per lo stile
di vita cambiato).
Friedrich Nietzsche(1844-1900)
Per quanto Niet non sia un sociologo è opportuno citarlo per aver scritto un’opera in
cui parla della civiltà occidentale, in particolar modo critica questa civiltà.
Le opere più importanti sono,”la nascita della tragedia”, “La gaia scienza”, “Così
parlò Zarathustra”, “Al di là del bene al di là del male”.
Alla base del pensiero di Niet vi è la critica nei confronti della civiltà occidentale.
Potremmo sintetizzare e dire che al centro dell'opera di Niet vi è la nozione di
volontà, la volontà per Niet è la volontà di potenza, una volontà vitale, quindi una
volontà che crea.
Lui critica tutto questo partendo dalla civiltà occidentale e parte in particolar modo
dell'elemento dionisiaco presente nella cultura greca arcaica.
La morale cristiana è per Niet la responsabile di fusione di cultura di “schiavi”,
perché, privilegia la pseudo virtù dell'umanità e dell’obbedienza, nega la vita
camuffando la realtà e la volontà di potenza.
Denuncia l’ipocrisia e il risentimento(lo trovano le persone più deboli come gli schiavi
e trovano un invidia a chi sa dire di sì alla vita cioè i signori).
Nel capitolo precedente si parlava di disincanto e vuol dire che la cultura moderna
perde come punto di riferimento degli eventi soprannaturali questo pensiero si
riscontra nell’opera di Niet opera che parla della morte di Dio. Niet dice che si parla
di morte di dio quando l’uomo smette di avere bisogno di lui.
Niet successivamente parla di super uomo collegandosi alla morte di dio, il
superuomo incarna la volontà di potenza cioè capace di accettare la morte di dio, di
dire di sì alla vita cioè definire il suo destino.
Per molto tempo le opere di Niet furono definite scandalo anche perché diventerà
cara ai nazionalisti tedeschi perché parla del superuomo(Hitler interpreta male).
Dal punto di vista sociologico il pensiero di Niet è presente nelle opere di Weber
soprattutto quando parla di disincanto ,di politeismo dei valori ma anche di potere e
politica.
Il pensiero di Niet si può ritrovare in alcuni autori della scuola di francoforte.
Ferdinand Tonnies
Ton parla dei mutamenti che interessano la società(aumento demografico).
Fu uno di quelli che fondò l’associazione tedesca di sociologia di cui fu il presidente.
La sua opera più importante fu “Comunità e società”.
Ton fa una distinzione tra comunità e società: questi due concetti sono dei modelli di
organizzazione sociale (che ricordano la distinzione che Durk fa tra società semplici
e complesse), la comunità e un gruppo stabile nello spazio e nel tempo, radicato in
un territorio, all’interno del quale gli individui hanno dei rapporti personali e diretti,
nella comunità gli uomini sono legati da sentimenti di lealtà e di appartenenza. Per
Ton la famiglia è la prima forma di eccellenza di comunità, un individuo non può
scegliere la sua comunità ma è un qualcosa di innato. Nelle comunità i ruoli di
ognuno sono definiti, la cultura è omogenea e la mobilità è limitata.
La società è una forma di associazione più vasta, all’interno della quale gli individui
godono di ampie possibilità di movimento, i rapporti sono impersonali e sono legati
da regole che dettano le istituzioni , ciò che li lega è un mezzo di scambio ovvero il
denaro, il denaro è un mezzo di scambio economico e viene usato nella vita
economico ecc.
Georg Simmel(1858-1919)
Non ha scritto solo opere di sociologia ma anche e soprattutto opere di
filosofia(influenzato dalla filosofia neoKantiana) e fu anche uno scrittore di estetica.
Le opere di cui parleremo sono:”La differenziazione sociale”, “Filosofia del
denaro”,”Sociologia”, e “Problemi fondamentali della sociologia” tradotto in italiano
col titolo di “Forme e giochi di società”.
Ha avuto una carriera molto attiva all’università tra i suoi allievi ricordiamo Bloch e
Lukas filosofi e Park un sociologo.
Simmel dice in un testo autobiografico che lascerà soltanto la sua eredità
intellettuale che assomiglia a un denaro in contanti e che poi verrà divisa tra i suoi
eredi, che ognuno di loro investirà secondo la loro natura.
Molti studiosi non sapevano se riferirsi a Simmel come sociologo o come filosofo.
Simmel stesso si definiva un filosofo anche se gran parte della sua vita si è
appassionato alla sociologia facendola diventare una disciplina autonoma.
Società e sociologia nel pensiero di Simmel
Il centro della situazione di Simmel è la società.
Per certi versi Simmel scrive che la società non esiste, perchè se ci guardiamo
intorno vediamo solo individui concreti quindi la società dov’è?
Questo non vuol dire che la società non esiste, al contrario , la società emerge solo
e nella misura in cui gli individui entrano in azione reciproca, quindi il concetto di
effetto di reciprocità è alla base del pensiero di Simmel, dice che la società è
interazione ma non solo, infatti un secondo concetto fondamentale della sociologia di
Simmel è quello di sociazione. La sociazione è un processo secondo cui le azioni
reciproche si consolidano nel tempo, esse sono scambiarsi uno sguardo, salutare,
sposarsi ecc.
Dunque la sociologia per Simmel è una scienza formale, il cui compito è quello di
descrivere le relazioni di reciprocità nel tempo che si solidificheranno in istituzioni e
in relazioni tra individui.
Le forme e la vita
Simmel riflette sulla vita elaborando una filosofia, lui vede una contrapposizione tra
la forma e la vita, la vita si concretizza in forme che riesce a superare consentendo il
procedere dell’esistenza. Per Simmel le forse sono relazioni,istituzioni, simboli, idee
ecc.
Metropoli,denaro e intellettualizzazione della vita
L’obiettivo di simmel è quello di studiare la modernità e un periodo di crisi che porta
alla modernità. Grazie agli sviluppi nascono le metropoli, la metropoli è il luogo in cui
vi è la massima concentrazione e la massima differenziazione sociale, e la sede
dell'individualità per eccellenza, il luogo in cui vi è la massima libertà di movimento e
la massima espressione del singolo. Simmel analizza però che la libertà dell’uomo
potrebbe non essere un sentimento di benessere.
Simmel nel saggio “La tragedia della cultura” egli afferma che nell’epoca
attuale(epoca in cui vi furono sviluppi culturali, economici ecc.) può disorientare gli
individui e, quest’ultimo reagisce con un atteggiamento di chiusura e indifferenza.
L’uomo contemporaneo infatti sottoposto a info e sollecitazioni si trova smarrito di
fronte alla varietà di prodotti della cultura.
Simmel descrive l'arricchimento dello spirito come un viaggio del soggetto che dopo
aver percorso molteplici forme dello spirito oggettivo(cultura che si trova nelle
enciclopedie, nelle biblioteche,macchinari delle fabbriche ecc) torna al soggetto che
tutto questo sapere lo impara, l’ha vissuto e lo elabora personalmente.
La moda
La moda, secondo Simmel, esprime quindi la tensione tra uniformità e
differenziazione, il desiderio contraddittorio di essere parte di un gruppo e
simultaneamente stare fuori del gruppo, affermando la propria individualità.
Simmel distingue due spinte contraddittorie la distinzione, e limitazione.
La prima tendenza esprime l’esigenza di differenziarsi, di affermare la proprio
singolarità rispetto ad altri; la seconda esprime il bisogno di affermare la
partecipazione a una cerchia sociale che riconosciamo autorevole in fatto di stile, il
singolo decidendo di seguire una moda afferma la propria volontà di distinguersi
rispetto a coloro che non la seguono, ma allo stesso tempo afferma di assomigliare a
coloro che ne sono i rappresentati.
CAPITOLO 6
Max Weber(1864-1920)
Fa parte di una famiglia di alta borghesia tedesca, quindi la sua istruzione la sua
istruzione fu molto alta.
Ha insegnato economia politica all’università, infatti molto delle sue opere sono di
taglio economico.
Quando furono firmati i trattati a Versailles era presente per discutere delle questioni
economiche.
Le opere principali sono:”L'oggettività conoscitive della scienza sociale e della
politica sociale”(1904), “L’etica protestante e lo spirito del calvinismo”(1905),altre
opere come “Sociologia delle religioni”, l’opera più nota è “Economia e società” e
un'opera pubblicata postuma “Storia economica”-
Le questioni in cui si sofferma Webber sono il problema del metodo delle scienze
sociali e dei rapporti sul sapere scientifico e giudizi di valore, il problema della
genesi, della specificità e del destino della civiltà occidentale moderna e il problema
di una definizione sistematica e coerente dei concetti della sociologia.
La sociologia come scienza contendente
Anche weber come altri studiosi danno un significato di sociologia e questa
definizione si trova nel libro “Economia e società”.
La sociologia è una scienza che interpreta l'agire sociale. Interpretare è una
traduzione italiana del verbo tedesco verstehen, questo verbo significa comprendere
e secondo weber la sociologia è una scienza comprendente, una scienza il cui
obiettivo è comprendere l’agire sociale. Comprendere per weber vuol dire intendere
il senso di un’azione quindi interpretare il significato dell’azione che ha compiuto un
soggetto.
L’agire sociale che è al centro della sociologia di weber è infatti un agire dotato di
senso.
Inizialmente(positivismo) la sociologia era considerata una scienza perché venivano
applicati i metodi e i modelli delle scienze naturali, però successivamente nascono
dei vari dibattiti perché il compito è quello di distinguere le scienze naturali dalle
scienze dell’uomo.
In germania il filosofo Dilthey distingue le scienze dello spirito dalle scienze naturali,
le scienze dello spirito hanno il compito di comprendere mentre quelle naturali di
spiegare dei fenomeni. Riallacciando ai suoi pensieri tutti le scienze sociali sono
comprendenti cioè delle scienze che hanno per oggetto l’agire sociale, perché si dà
a questo agire un significato.
Tuttavia vi sono delle differenze tra discipline scientifiche, ad esempio la storia si
occupa della singolarità dell'evento, infatti la storia si interessa a comprendere i fatti
che si sono verificati una volta sola al contrario la sociologia, è una scienza orientata
alla generalità, intende studiare i comportamenti individuali dal punto di vista
soggettivo ma che hanno un significato sociale influenzati da altri (A-B).I

Il concetto di idealtipo e i fondamenti dell’agire sociale


Ogni azione che facciamo ha un significato, quindi uno scopo. L’agire sociale può
essere di diversi tipi. Weber parla di idealtipi o tipi ideali, cioè tipi costruiti
idealmente. Il tipo ideale è un modello generale che serve per interpretare i
meccanismi di una società.
L'agire sociale può essere determinato di diversi tipi;
1 Agire razionale rispetto allo scopo, il soggetto agisce in vista di un fine, e
calcola i suoi sforzi per raggiungere tale fine.
2 Agire razionale razionale rispetto al valore, l’agire in questo caso è guidato da
un comportamento etico,religioso ed estetico.
3 L’agire affettivo,è un agire legato ad un affetto o dallo stato d’animo del soggetto.
4 L’agire tradizionale, è l’agire dettato da un’abitudine acquisita.
Il concetto di capitalismo
Weber riprende da Marx il concetto di capitalismo però ovviamente dando una sua
definizione.
Secondo webber un atto economico capitalistico si basa sul guadagno che deriva
dallo sfruttare abilmente le congiunture dello scambio, tutto questo deve avvenire in
modo pacifico.
Non è sufficiente per definire il capitalismo occidentale moderno,è necessario
introdurre un'altra caratteristica, questa caratteristica è l'organizzazione razionale del
lavoro formalmente libero, cioè l’utilizzo di lavoratori salariati giuridicamente liberi.
Una delle differenze che c’è con Marx è che Webber non vede lo sfruttamento.
Secondo weber affinché il capitalismo si potesse sviluppare ci dovevano essere dei
fenomeni storici importanti come : la fine della schiavitù, lo sviluppo dei mercati
aperti , separazione tra famiglia e impresa e lo sviluppo di un diritto formalmente
istituito.
Lo spirito del capitalismo e le sue origini nell’etica protestante
Nell’opera “Etica calvinista e spirito del capitalismo” Weber ipotizza un significativo
collegamento tra gli aspetti tipici della mentalità capitalista e l’etica del
protestantesimo(calvinismo). Il calvinismo è una dottrina che sviluppo in svizzera, il
nucleo essenziale di questa dottrina è la doppia predestinazione, secondo la quale il
credente non può con le proprie azioni , ne modificare , ne condizionare in alcun
modo la scelta che dio ha operato riguardo alla salvezza o alla dannazione della sua
anima, le cosiddette opere buone(lavoro e liturgia) che un uomo può compiere sono
dei doveri a cui non si deve sottrarre.
Weber dice che questo comportamento influisce psicologicamente sulla vita degli
individui. In questa dottrina deve lavorare e ciò che produce non lo può utilizzare ma
deve rinunciare alla ricchezza che produce, atteggiamento che Weber chiama ascesi
intramondana. Dicendo che l’uomo rinuncia alla sua ricchezza diciamo che la
ricchezza viene risparmiata e l’accumulo di essa da vita agli investimenti capitalistici.
L’affermazione del capitalismo nella società occidentale comporta l’emancipazione
dell’ascesi dal suo originario fine religioso.

L'Avalutatività delle scienze sociali


La sociologia di Weber è avalutativa, ovvero il giudizio non deve influenzare la
descrizione dei fenomeni. Però prima di parlare del concetto di avalutatività è bene
parlare e chiarire cosa sono i valori, essi sono orientamenti culturali di fondo che
motivano le nostre azioni, di conseguenza esprimono atteggiamenti morali, e per
capire Weber dobbiamo fare distinzione fra: Riferimento ai valori e giudizio di
valori.
1. Riferimento dei valori : è il soggettivo riferirsi nella propria condotta , a certi
valori.
2. Giudizio di valori: è un’affermazione che riguardano a certi fenomeni è
dichiarata “è bene” -”è male”. La scienziato sociale non fa altro che riferirsi a
valori, solo che, nel momento in cui egli è nel corso di una ricerca e nel corso
del suo insegnamento, dove fare a meno dei “propri giudizi di valore”, nel
senso che egli, deve limitarsi a svolgere il suo lavoro in maniera oggettiva, ed
è qui che ci colleghiamo al concetto di Avalutatività.
Alcune categorie della sociologia Weberiana
Weber sviluppa alcune categorie grazie alle quali fornisce dei fondamenti sistematici
alla sociologia(Libro “Economia e società”).
Abbiamo osservato alcuni concetti come SOCIOLOGIA COMPRENDENTE DI
AGIRE e AGIRE SOCIALE, ora vediamo quali sono altre categorie .
La RELAZIONE SOCIALE è una nozione che Weber da subito dopo l’agire sociale,
esiste infatti relazione sociale quando, essendoci più attori sociali, le azioni di
ciascuno si riferiscono all'atteggiamento dell’altro di conseguenza le azioni sono
reciproche tra loro.
Gli individui in regolazione costante costituiscono: Comunità e Società o
Associazione.
Un gruppo di individui costituiscono una comunità, all’interno della comunità l’agire
sociale poggia su una COMUNE APPARTENENZA (gli individui si sentono parte
della comunità perché vi partecipano).
Nella società o associazione l’agire sociale poggia su interessi.
E’ da sottolineare che Weber comunità e società sono degli idealtipi, cioè concetti
astratti. Quando si parla di comunità e società si fa riferimento automaticamente
all’integrazione dei membri ad un gruppo talvolta le relazioni sociali possono essere
opposte , infatti quando si parla di “lotta”, gli attori non mirano all'integrazione ma alla
sopraffazione. Il concetto di lotta è importante nella sociologia Weberiana, infatti
questo concetto è sinonimo di conflittualità.
Diversamente da Durkheim, Weber non tende a enfatizzare la coesione e la
presenza dell’ordine del mondo umano, ma osserva la presenza di forme di lotta,
infatti in questo caso è più vicino a Marx. Infine le relazione sociali possono essere
aperte o chiuse .
Aperte: Se la partecipazione all’agire sociale è possibile per chiunque;
Chiuse: Se vi sono degli avvenimenti che limitano l’accesso a determinati soggetti in
possesso di certi requisiti. Le relazioni chiuse costituiscono un raggiungimento
sociale.
Si definisce un raggruppamento sociale quando definisce se stesso attraverso
l’occupazione di un territorio, se ha nozione comunità nel tempo, e se nella sua
organizzazione è presente la possibilità di fare ricorso alla forza fisica, questo
gruppo è detto da Weber raggruppamento politico. Un raggruppamento politico è lo
Stato, lo Stato ricorre alla violenza legittima su un determinato territorio.
Le forme di legittimazione del potere
La violenza è resa legittima dalla validità dell’autorità che la impone. Per
comprendere questo bisogna fare un chiarimento sociale, si intende per potere, e, in
generale con il termine potere si intende la capacità di ottenere degli effetti, di
produrre cambiamenti, o di esercitare un’influenza sui singoli o su gruppi(potere
sociale). In “economia e società” Weber distingue due concetti: POTENZA(macht) e
POTERE (herrschaft).
Potenza: è la possibilità di far valere la propria volontà entro una relazione sociale
anche quando ci si trova di fronte ad un’opposizione.
Potere:
Potremmo dire ulteriormente che nel caso della potenza chi la subisce è costretto a
seguire la volontà dell’altro; nel caso del potere i soggetti obbediscono ad un
comando perché ritengono legittimo il potere da cui il comando è stato emanato.
Il potere legittimo è tipico dello stato, e parlando in termini di idealtipi Weber afferma
che il potere legittimo può essere distinto il 3 tipi:
1. Potere tradizionale: Legittimità del potere risiede il rispetto delle tradizioni e
nella reverenza verso la persona del signore (es.egitto e impero romano).
2. potere carismatico: l’obbedienza è motivata credenza nelle doti straordinarie
del capo
3. potere regale-tradizionale: nasce con lo stato moderno e si basa sul
riconoscimento dei cittadini ,di conseguenza l'obbedienza è motivato dalla
credenza nella razionalità del comportamento conforme alla legge(regole
estratte che valgono per tutti).
Ovviamente le leggi sono razionalmente stabilite dagli uomini e sono sottoposte al
mutamento, però nonostante ci siano queste leggi non è detto che il ricorso alla
forza scompaia, essa può essere legittimizzante quando un gruppo si oppone alle
regole che il potere istituisce.
La burocrazia
Nel linguaggio sociologico per burocrazia si intende una struttura gerarchica dove è
presente una presente una rigida divisione dei compiti, essa è caratterizzata da
funzionari i quali esercitano le funzioni connesse alla propria carica sulla base di
procedure standardizzate e obbedendo ad un’autorità impersonale.
La burocrazia dello stato moderno si fonda sui seguenti principi:
1. Esigenza di servizi e di competenze definite da leggi o regolamenti
2. una gerarchia delle funzioni
3. La separazione tra le funzioni che l’uomo svolge
4. Reclutamento dei funzionari sulla base del possesso di una formazione
specifica sulla base di esami
5. La retribuzione del funzionario mediante un salario erogato dallo stato.
La burocrazia ha anche dei svantaggi, in quanto si basa sulla spersonalizzazione,
infine i corpi amministrativi possono sviluppare interessi particolaristici.
La stratificazione sociale
Per stratificazione sociale si intende la presenza all’interno della società, di una
molteplicità di livelli, che si differenziano per la possibilità di accesso delle risorse,
Prima di dire cos’è per Weber la stratificazione sociale bisogna distinguere i concetti
di classe e ceto.
1. Classe: nella concezione di Marx, ciascuno delle posizioni antagonista in cui
un dato momento storico, è divisa la società, essa è determinata dal rapporto
degli individui , che vi appartengono con la proprietà dei mozzi di produzioni.
2. Ceto:nella concezione di Weber è un insieme di persone che hanno lo stesso
status e stile di vita in virtù “di una comune appartenenza oggettivamente
sentita” , ossia della nascita e dall’educazione sentita.
Accanto alla classe Weber indica altri fattori che differenziano i gruppi sociali: lo
status e il potere .
Lo status è un prestigio sociale. La stratificazione in base allo status dà luogo ai ceti
(insieme di persone che hanno una stile di vita simile). Stratificazione in base al
potere dà luogo a partiti politici in questo caso può capitare che il programma di un
partito rispecchi gli interessi di una precisa classe sociale.
Realizzazione e disincanto del mondo
Weber cerca di interpretare il cambiamento che ha investito la società occidentale a
partire dall’età moderna, e che egli sintetizza con il concetto di
RAZIONALIZZAZIONE. Con questo termine Weber intende il progressivo affermarsi,
nella cultura occidentale, la consapevolezza che, tutte le cose possono essere
dominate dalla religione. Questo processo si accompagna a ci che l’autore
definisce:DISINCANTAMENTO DEL MONDO, cioè il venir meno degli aspetti magici
e religiosi, la scienza ha preso il sopravvento sulla religione. Infatti i mondo moderno
si aspetta che tutto possa essere spiegato razionalmente grazie allo sviluppo della
scienza.
CAPITOLO 9
Vienna e dintorni
Gli anni che vanno dal 14 al 18 hanno un sveglio brutale a causa della guerra, le
potenze principali di questo periodo sono Germania, Austria-Ungheria , Francia e
Inghilterra, Russia e Italia.
La guerra del 14-18 fu una guerra di trincea.
Le conseguenze della prima guerra mondiale furono: caduta dell’impero
austro-ungarico, quella dell'impero ottomano e la rivoluzione bolscevica.
Dal punto di vista culturale la storia, la pittura, la musica subirono dei cambiamenti,
subirono una trasformazione la filosofia e le scienze sociali, questa trasformazione si
concentra nei paesi di lingua tedesca, in germania quando si sviluppa il nazismo
porta un freno ai risvolti culturali infatti molti intellettuali sono costretti ad emigrare.
Berlino,praga, budapest e soprattutto vienna sono dei centri culturali per eccellenza,
infatti a vienna saranno alcuni studiosi come Freud e Wittgenstein avranno una forte
influenza nel campo della sociologia e delle scienze sociali.
Sempre nello stesso periodo viene meno la certezza di parole, cose e soprattutto
della realtà e infatti essendo che non sanno come interpretare la realtà alcuni
studiosi dicono che non riescono a guardare i fenomeni e descrivere in modo
oggettivo.
Sigmund Freud e la nascita della psicanalisi
Nasce a Moravia nel 1856 ma si trasferisce a vienna a 4 anni e muore nel 1939, è il
creatore della psicoanalisi, la psicoanalisi nasce come una cura, come uno
strumento terapeutico e successivamente diventerà una teoria(scienza).
Gli studi sull’isteria portarono Freud ad ipotizzare l’esistenza di processi psichici
inconsci , l'inconscio custodisce contenuti materiali non consapevoli. Quindi freud
definisce la prima topica=conscio, inconscio e preconscio.
Freud viene a conoscenza che il sintomo isterico deriva da traumi psichici,
soprattutto di natura sessuale che risalgono al periodi infantile e che vengono
rimossi dal soggetto. Per studiare l'inconscio elabora la tecnica della psicoanalisi, la
quale si avvale del metodo delle associazioni libere(il paziente esprime tutto ciò che
gli viene in mente a partire da uno spunto offerto dall'analista).
Nella seconda topica freud riflette ancora sulla personalità che a suo parere si
articola in ES (principio del piacere), istanza che rigurda le pulsioni sessuali(LIBITO),
IO istanza che corrisponde alla realtà, SUPER IO che è la coscienza
morale(inconscio). Secondo Freud esistono due pulsioni che affliggono l’IO che sono
la pulsione di vita(eros) e pulsione di morte(thanatos), queste pulsioni sono in
continua lotta tra di loro.
Il suo pensiero avrà un influenza notevole negli autori della scuola di francoforte e
Parsons.

Ludwig Wittgenstein e la filosofia del linguaggio


Nasce a Vienna nel 1889.
L’opera più importante di Witt è Tractatus logico-philosophicus. Il pensiero principale
di Witt è il linguaggio ed è questo pensiero che porterà dei cambiamenti, secondo
Witt il significato stesso delle parole e delle proposizioni non sarebbe comprensibile
senza fare riferimento agli usi e più precisamente come le parole e le proposizioni
vengono utilizzate nella collettività che rientrano nella forma di vita di una comunità
linguistica.
Witt rintraccia così una pluralità di giochi linguistici, di modi in cui sono utilizzate le
parole all’interno delle attività e delle forme di vita, indicando ciò che accomuna i
giochi come somiglianze di famiglie.
Mannheim e il problema del relativismo
Bho?
CAPITOLO 10
La scuola di Francoforte
Nel 1902 un gruppo di intellettuali tedeschi fondò a francoforte l'istituto per la ricerca
sociale, con l’avvento del nazismo i principali esponenti del gruppo furono costretti
ad emigrare e l’istituto fu spostato a new york.
I principali autori di riferimenti sono Adorno, Horkheimer e Marcuse.
Gli autori di riferimento furono Marx, Freud ed Hegel. Gli Interessi di questi studiosi
era quello di intervenire nella società partendo da una critica.
Dalla lezione Hegeliana la scuola di francoforte vuole articolare un discorso dialettico
e totalizzante sulla società, dialettico perché il compito è di sottolineare le
contraddizioni nella società, totalizzante perché rifiuta di accettare in modo critico ciò
che la società è, e cerca di metterla in discussione nella sua globalità evidenziando
ciò che dovrebbe essere.
Dalla psicoanalisi freudiana raccoglie gli strumenti di analisi per studiare i
meccanismi che rendono possibile l’introduzione dell’autorità(norme, valori sociali
ecc) e il principio di piacere.
Da Marx accolgono in pieno le linee generali del materialismo storico e i francofortesi
vogliono mostrare che nella società contemporanea il dominio degli apparati
economico politici avviene attraverso l’industria culturali, i mezzi di comunicazione di
massa, le istituzioni come famiglia e scuola.
Le origine Marxiste
Nella società capitalista il fine dell'esistenza degli uomini diventa produrre, e infatti la
vita si riduce all’erogazione di forza lavoro, al consumo dei beni prodotti, il cui scopo
è quello di continuare a produrre.
Marx era uno dei punti di riferimento della scuola di FF, inizialmente la lettura di marx
era in chiave ortodossa dove il centro del discorso era il rapporto tra le forze
produttive e i rapporti sociali(capitalismo=rivoluzione)
L’idea di rivoluzione rimane latente, perché anche se con i movimenti operai nati
dopo la guerra e con la rivoluzione sovietica, nei i paesi europei più sviluppati i
conflitti sociali si attenua, infatti la classe operaia non aspira più alla rivoluzione che il
marxismo gli attribuiva. Scoprire perché la rivoluzione non avvenga è un compito che
un pensatore marxista deve affrontare e di conseguenza deve rinnovare la sua
teoria.
Hoc con altri collaboratori proponevano una lettura di Marx hegeliana e si oppone al
pensiero economico che diceva Marx.
Secondo Marcuse la rivoluzione che Marx aveva preconizzato non doveva essere
solo politica e non doveva neppure riguardare la sfera della produzione, secondo
marcuse la rivoluzione doveva essere eseere totale. Nel corso degli anni 30 i
membri dell’istituto si domandarono che fossero i soggetti di questa rivoluzione,
secondo questi studiosi la classe operaia non poteva essere.
I francofortesi studiando il totalitarismo stalinista affermano che è difficile identificare
la rivoluzione di cui parlava marx con il comunismo, infatti d’ora in avanti la critica
che sarà fatta sarà una critica senza soggetto.
L'integrazione della psicoanalisi e le ricerche sulla famiglia e sulla personalità
Quando gli studiosi della scuola di francoforte introducono il pensiero di freud è
perché vogliono capire come avviene l’integrazione della classe operaia nel
capitalismo.
Partendo da ciò che dice freud i processi di socializzazione dell’individuo avvengono
prima di tutto in famiglia infatti la famiglia è il luogo in cui l’individuo riesce ad
adattarsi alla società.
La famiglia non è uguale in tutte le epoche storiche, ed è qui che entra in gioco la
psicoanalisi , l’individuo non è in grado di essere autoritario ed è per questo che
cerca capo espiatorio, l’individuo fugge dalla realtà in cui vive e tende a scaricare la
colpa del disagio che avverte lui verso gruppi minoritari, questo secondo freud è un
meccanismo inconscio.
La critica della razionalizzazione
L’analisi Hoc si concentra sulla critica dell'ideologia che sta a fondamento del
capitalismo e cioè a quella particolare considerazione della ragione.
L'obiettivo polemico è quello di cercare nella ragione strumentale ciò che domina il
mondo, la realtà viene razionalizzata fino a diventare uno strumento di dominio
dell’uomo. Questa critica la si trova all'interno “Dialettica dell’illuminismo” e per critica
si intende la logica dell’illuminismo e non il suo periodo storico.
Come abbiamo detto prima l’uomo di allonta dalla natura.
L’industria culturale
Quando si parla di industria culturale si intendono le masse, le masse sono
considerate come delle cose che vanno controllate dall’industria culturale significa
che l’uomo viene considerato come un oggetto che viene controllato dai mezzi di
comunicazione.

Crisi dell’esperienza e “semicultura”


Oltre che in “Dialettica dell’esistenza”, la critica della cultura di massa è stata
sviluppata nell'ambito della scuola di francoforte da Lowenthal. Egli sottolinea
soprattutto la sottomissione nel singolo nella gerarchie esistenti(il singolo rinuncia a
prendere atto nella realtà delle divergenze tra la libertà a cui aspira e l’ordine sociale
di cui fa parte).
Più complessi sono i contributi di Benjamin, i suoi contributi principali furono:”L’opera
d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”(1936) e “Di alcuni motivi in
Baudelaire”(1939).
Il secondo era una critica che Ben faceva alla modernità, fu un'opera incompiuta e
pubblicata postuma con il titolo di “Parigi, capitale del XIX secolo”.
Nel testo “Opera d’arte” propone una delle sue tesi più note:cioè la perdita di
quell’”aura” di unicità dell’opera d’arte che consegue alla possibilità della sua
riproduzione,cioè si può ascoltare una sinfonia o ammirare un quadro da casa , ne
possono avvalere più persone ma allo stesso tempo si trasforma
radicalmente.(vedere una statua o ascoltare una sinfonia dal vivo rendono
l'esperienza unica, mentre osservare la statua da una foto o la sinfonia da un
registratore è invece un avvalersi di eventi riprodotti e riducibili all’infinito e tutti ne
possono usufruire).
Diversamente da Adorno Ben non era del tutto ostile a queste trasformazioni.
Le idee di “originalità e di autenticità” cambiano senso: gli originali spariscono del
tutto, nello stesso tempo questi due termini diventano termini diffusi, termini non
utilizzati quando non c’erano copie.
Ben presenta anche la formula di una teoria della “crisi dell’esperienza”, essa è data
soprattutto dal fatto che la vita moderna ci costringe a trattenere le impressioni ai
margini della vita psichica. Ciò che non si deposita ed è trattato solo in modo
intelletuale è sterilizzato, è come se ci limitassimo ai segni di ciò che potrebbe
essere vissuto.
L’esperienza è una sorta di tradizione che il soggetto costruisce dentro se stesso, un
accumulo e una ricorrente rivisitazione dei materiali della sua vita(raccontare a se
stesso la propria storia).
La “sterilizzazione” è l’incapacità di percorso con una continuità interiore(elementi
slegati che non si trasformano in storia).
Ma questa crisi non avviene solo la vita interiore ma anche la vita
produttiva(l’operaio non impara nulla solo l’abilità a far diventare i gesti autonomi).
La crisi dell’esperienza corrisponde a una preferenza crescente per le informazioni a
svantaggio di forme di comunicazione più antiche come la narrazione.
Adorno ritornerà su questo tema parlando di semicultura, che è la cultura degradata
a patrimonio d'informazioni per i semicolti

Jurgen Habermas
Hab fa parte della seconda generazione della scuola di francoforte.
Nasce nel 1929, la sua filosofia si base soprattutto sul pensiero di Hegel.
La sua fama arriva soprattutto con “Storia e critica dell'opinione pubblica” pubblicato
nel 1962. Il libro riguarda il concetto di sfera pubblica, dalla sua nascita fino alla sua
trasformazioni recenti.
La sfera pubblica è uno spazio di discorsi e di pratiche discorsive pubblicamente
accessibili, in questo spazio i cittadini potevano discutere di politica liberamente,
quindi la sfera pubblica è dove si forma l’opinione pubblica. Successivamente con
l’avvento dei mezzi di comunicazione di massa la sfera pubblica si trasforma, invasa
da interessi economici e politici, attraverso il controllo che essi esercitano viene
colonizzata e perde le sue caratteristiche.
Ii ragionamenti di Hab vengono sottoposti a delle critiche, parte di queste sono state
accolte da Hab.
Tra i lavori successivi vanna citati “La crisi della razionalità nel capitalismo maturo”,
“Teoria dell’agire comunicativo” e “Fatti e norme”.
Hab si allontana molto dal pensiero della prima scuola di francoforte.
Ora Hab parla dei risultati di ricerche scientifiche, in particolar modo su quelli della
linguistica e della filosofia del linguaggio. Oltre al riconoscimento di una svolta
linguistica , lo conduce a una critica del “riduzionismo” in cui sarebbe caduto il
marxismo. Hab sostiene che la società non può essere descritta solo basandosi
sulle dimensioni del lavoro ma anche sotto l’aspetto del linguaggio e della
comprensioni reciproca.
In “Teoria dell’agire comunicativo” Hab associa al lavoro e all’interazione linguistica
anche due diverse forme di razionalità: la razionalità strumentale e la razionalità
comunicativa. Mentre la razionalità comunicativa si evolve accumulando saperi di
tipo tecnico, la razionalità comunicativa si evolve attraverso l’emancipazione
progressiva dai vincoli che impediscono la comunicazione libera, autoconsapevole e
responsabili fra gli uomini.
La modernità per Hab è un progetto incompiuto.
Norbert Elias
Elias non appartiene alla scuola di francoforte anche se studiò lo stesso nella scuola.
La sua opera più importante è “Il processo di civilizzazione” pubblicata nel 1939.
La sua fama si consolida negli anni 70 quando viene pubblicata la sua opera e altri
saggi scritti.
Elias di ispira a Weber, Simmel e Freud, quindi cerca di ricostruire i processi di
civilizzazione.
Elias intende studiare i rapporti tra civilizzazione e violenza, elias osserva che
nell'europa del medioevo gli stati avevano il monopolio della violenza, in una
seconda fase dopo le guerre di religione la violenza diventa interiore infatti si parta di
una vita civile dove gli individui devono imparare a controllare i propri impulsi.
Nascono spazi sociali pacificati, il processo di civilizzazione riguarda sia il mondo
esterno, formazione degli stati e diritto, sia il mondo interno, la costituzione psichica
degli individui ed è una conseguenza di questo processo che si parla di buone
maniere, gli uomini devono comportarsi in maniera diligente la passione diventa un
oggetto di discusso, si alza la soglia del pudore e gli individui devono imparare a
controllarsi.
Molti dei tratti dell’esistenza umana vengono rimossi, una di questi è la morte, la
rimozione della rappresentazione della morte corrisponde all'isolamento del
moribondo.
Quando si parla dell’età moderna il moribondo muore solo, nel medioevo morire era
frequente però il moribondo aveva i suoi famigliari accanto.Elias considera la morte
un rituale che serve al processo di civilizzazione.
Elias è un sociologo che non concepisce la sociologia separata dalla storia, dallo
studio attento del passato e dei processi che hanno riportato sul presente.
CAPITOLO 12
Vita quotidiana e costruzione sociale della realtà
Panorama globale
Dopo la seconda guerra mondiale fino agli anni 70 i paesi occidentali hanno
riconosciuto una fase di crescita economica senza precedenti.
Questa crescita è dovuta alle trasformazione del lavoro e della vita quotidiana dei
cittadini, in occidente si afferma la democrazia liberale che garantisce i diritti ai
cittadini, la libertà ecc.
L’economia di questo periodi si basa sulla teoria di keynes.
Dal punto di vista delle scienze sociali sono diventate delle vere e proprie discipline
insegnate nelle università.
In questo periodo in europa si afferma una corrente sociologia che prende il nome di
struttural-funzionalismo americano, però sono sempre presenti le correnti
Weberiane, marxiste ecc.
Alfred Schutz e la sociologia fenomenologica
Il suo pensiero è nato dalla fusione del pensiero weberiano con la filosofia di
Edmund Husserl. La sfera alla quale si interessa maggiormente è quella quotidiana,
fatta da routine, cioè da corsi di azione attualizzati sui quali non ci fermiamo a
riflettere; ogni sfera di vita sociale è composta da costruzioni di tipologie, dette anche
sotto universi. Il pensiero in cui siamo immersi è del senso comune, ossia il pensiero
dell'ovvio, di conseguenza pensare senza porsi troppe domande. Schütz si affianca
alla fenomenologia: cioè allo studio di ciò che appare; il soggetto non è
semplicemente nel mondo, ma costituisce il mondo, dunque ciò che accade nel
mondo è compreso attraverso categorie, questo comporta un risparmio a livello
cognitivo.
Schütz analizza l'azione come progetto e a tal proposito porta avanti una critica nei
confronti della teoria weberiana dell'azione accusandolo di aver puntato l'attenzione
esclusivamente sull'agire razionale.

Il senso comune
E’ un pensiero dell’ovvio, come scrive Schu pensare secondo il senso comune è
pensare come al solito, pensare senza domande.
Il senso comune è dunque un insieme di: Fin, mezzi e situazioni della vita quotidiana
che vengono compresi come ovvi.
Il senso comune funziona come un sistema condiviso di credenze ,“il senso comune
è quello che ciascuno crede che tutti gli altri credono”, è una sorta di accordo non
esplicito che si basa in parte sulla tradizione di ogni gruppo sociale e in parte è
costantemente riprodotto dall’attività di ciascuno, se non ci fosse questo senso
comune ci sarebbe solo caos.
Il pensiero quotidiano e la scienza
Schutz era considerato un esponente della microsociologia in quanto i occupava
della vita quotidiana, il suo compito è quello di distinguere i concetti fondamentali
delle scienze sociali al pensiero quotidiano, Sch basandosi sul pensiero di Weber
parte per fare la sua riflessione parte dal senso delle azioni dagli individui.
Per capire l’interpretazione scientifica dell’azione, si tratta di investigare prima di
tutto l’interpretazione spontanea che gli attori svolgono reciprocamente nel corso
della propria vita quotidiana al fine di coordinare tra loro le proprie condotte. E’ dopo
aver riconosciuto questo tipo di interpretazione che il metodo delle scienze sociali
viene chiarito.
La differenza tra le scienze sociali e quello quotidiano riguarda i criteri nei due casi è
costruito il sapere: Mentre il pensiero quotidiano è orientato in senso pragmatico e
non teme ne l'incoerenza ne l’approssimazione, quello scientifico cerca la coerenza
logica e si interroga a proposito dell'adeguatezza delle sue informazioni. Quindi la
sociologia di schu è una sociologia comprendente come quella di Weber. Non a caso
i suoi risultati, nella sociologia contemporanea finiranno per combinarsi con quella
dell’ermeneutica(filosofia che si occupa delle modalità del comprendere o
interpretare).
Peter Berger e Thomas Luckmann: La realtà come costruzione sociale
Sono due continuatori dell’opera di shu, sebbene entrambi sono interessati alla
sociologia delle religioni, i due hanno una produzione differenziata Luck si è
interessato a questioni concernenti la comunicazioni e l'intersoggettività, Berger
invece si è interessato alla modernizzazione e sui rapporti su cultura e economia.
Il libro che ha reso entrambi famosi è “La realtà come costruzione sociale”.
Le Argomentazioni del libro è divisa in tre teorie.
La prima è una lettura del pensiero di schu e della sociologia quotidiana.
La seconda è l’affermazione che la sociologia della conoscenza quotidiana e la
pietra fondamentale del pensiero sociologico.
La terza è la tesi secondo cui questo approccio permette di combinare il pensiero di
Weber(l’agire sociale) e quella di Durk (fatti sociali).
Questo libro è molto complesso e l’argomentazione comporta due momenti, da un
lato si tratta di vedere come la realtà sua prodotta dagli individui in interazione tra di
loro come una realtà oggettiva, dall’altro come questa realtà sia interiorizzata dagli
stessi individui. Si tratta dunque di fare un’analisi di oggettivazione e di
socializzazione.
ESEMPIO: Immaginiamo un primo uomo in un ambiente, egli dovrà risolvere dei
problemi(cibo e proteggersi), il superamento di questi problemi diventa abitudine.
Successivamente arriva un secondo uomo e si chiede che fa questo? Il compito di
questi due uomini è quello di comunicare, alla fine quando si stabilirà una
comunicazione e avranno tipizzato reciprocante i loro comportamenti l’insieme delle
azioni diventa una routine(azione che si ripete tutti i giorni, abitudine condivisa).
Immaginiamo un terzo uomo il suo problema è quello di comunicare con gli altri
due,una volta risolto questo problema tutte le azioni che i primi due uomini avevano
tipizzati a quest’ultimo gli appariranno come qualcosa che già esiste, quindi un
istituzione(PROCESSO DI SOCIALIZZAZIONE).
Si parla pure di mutamento sociale, la realtà è una costruzione sociale che noi diamo
per scontato ma è pur sempre una costruzione, in linea di principio ciò che è stato
istituzionalizzato può essere istituzionalizzato, ed è da questo che si generano dei
movimenti sociali, ciò quando alcuni membri della società avvertono il bisogno di
interpretare in modo diverso il mondo.
L'etnometodologia
Garfinkel parla di etnometodologia che è una linea di ricerca che indaga i metodi di
ragionamento pratico che la gente usa nella vita quotidiana (metodi pratici:
ragionamenti popolari con cui spiegare le cose della vita di tutti i giorni); implicita
critica verso la sociologia ufficiale che tende a d astratte costruzioni teoriche.
La realtà sociale: insieme di gesti e conversazioni quotidiane, pratiche coerenti, gesti
minuti e microeventi che costituiscono il nostro mondo; la realtà sociale non
nasconde sistemi di regole o principi di spiegazione. La realtà è il tacito consenso
con cui gli attori sociali accettano i sistemi di convenzione in cui sono immersi e con
cui affrontano i problemi della loro esistenza. Nasce da una convenzione tra soggetti
che si accordano sul modo di interpretare gli oggetti e situazioni.
Solo ciò che avviene sulla scena esiste, importanza del contesto per comprendere i
modi con cui la gente cerca di rendere comprensibile il mondo in cui vive.
Anche shul parla di vita quotidiana, di conseguenza il dubbio viene sospeso.
Se il dubbio viene sospeso significa che da qualche parte esiste, il pensiero
quotidiano ne è costantemente minacciato. La riflessione di Gar prosegue verso due
direzioni: da un lato si tratta di mostrare davvero come il dubbio sia costantemente in
agguato, di analizzare in quali modi esso e di volta in volta concretamente fugato.
Esercizio:parlare a 5 cm di distanza e interrompere le persone durante un discorso,
le conseguenze sono, disagio, fastidio, panico.
Il disagio è la paura che il dubbio riemerga, la percezione di una minaccia all'ordine
del nostro universo.
Un’altro degli esercizi che sta a cuore a Gar è, come di fugano i dubbi? come si
stabilisce la credenza di quello che diciamo e pensiamo sia condivisibile per altri?
Questo Esercizio mostra che, anche quando noi cerchiamo di spiegarci, una
spiegazione esaustiva è fuori discussione, per spiegarci dobbiamo far uso di segni e
di parole, ma chi garantisce che quello che noi diciamo è uguale anche per gli altri?
Tutto quello che noi diciamo in base al contesto in cui ci troviamo ha un significato
diverso, e non sono norme generali valide di volta in volta.
Le norme per Gar non esistono. E’ la ricorrenza dei nostri accordi a generare
l’apparenza di norme consolidate.
Anche quando ci sono norme esplicite, la loro applicazione comporta sempre “delle
istruzioni per l’uso” che variano a seconda dei diversi contesti (non fumare).
Le regole anche quando sono dichiarate vanno sapute usare, come usarle varia di
contesto in contesto.
Per Gar la realtà e le normi apparenti sono una costruzione che si riproduce
costantemente, ma anche piuttosto precariamente. Il compito dell'etnometodologia è
la descrizione dei modi in cui questa costruzione è riprodotta.
L'interazionismo simbolico e la teoria dell’etichettamento
L’is è un termine coniato dal sociologo Blumer sta ad indicare un approccio teorico
che si concentra sull’interazione ( ciò sull’azione sociale reciprocamente rintata da
due o più individui in contatto tra loro) e il suo carattere simbolicamente
mediato(comprensibile solo attraverso il riferimento all’interpretazione che gli attori
stessi danno della situazione in cui sono coinvolti).
L'interazionismo simbolico sviluppa enfatizzando il ruolo che le parole che usiamo
quotidianamente hanno nel dar forma alla nostra realtà e nell’influenzare la
percezione che abbiamo di noi stessi e il nostro comportamento.
Per questo si previene quella che è stata chiamata la teoria dell’etichettamento, una
teoria utilizzata soprattutto negli studi sulla devianza.
La chiave di questa teoria è che la devianza sia piuttosto che un fenomeno dotato di
una sua indiscutibile oggettività, un processo di interpretazione di determinati
comportamenti.
La devianza non è una teoria che viene attribuita a determinati gruppi o individui, ma
è una condizione che si viene a creare in seguito a determinati meccanismo di
attribuzione e definizione delle situazioni che si sviluppano nel corso dell’interazione
sociale.
Le persone considerate devianti sono: i ladri, vagabondi, omicidi ecc.
Nei confronti di queste persone scatta un meccanismo di etichettamento, sono
considerati dei devianti e trattati come tali, questo processo cambia la visione
dell’individuo all’interno della società.
L’aspirare inescata dall’etichettamento sociale può essere ricondotta al meccanismo
che Merton definisce profezia che si autoadempie, ossia il fenomeno per cui i
processi attribuzione sociale spesso riescono ad orientare il corso degli eventi in
direzione perfettamente conforme al significato conferito.
Chi è giudicato e trattato da deviante finirà per esserlo davvero.

Erving Goffman
Goffman si colloca l'approccio drammaturgico, l’autore paragone la vita sociale con
le sue quotidiane interazione tra le persone un palcoscenico teatrale, in cui gli
individui sono destinati a recitare delle parti e a interpretare ruoli diversi.
Come in teatro, dietro la ribalta c’è la retroscena ciò gli spazi privati dove le persone
non recitano, dove spesso mettono in atto comportamenti che sono in
contraddizione con il ruolo che hanno in pubblico.
Il centro dell’attenzione di Goff è l'interazione sociale , in particolare quella che si
realizza negli incontri faccia a faccia tra due o più persone.
Le Interazioni possiedono una logica ed è proprio questo quello che interessa a Goff.
Tale logica implica una ripetitività o elementi di ritualità. I rituali sono forme di azione
che comportano la presenza di elementi ripetitivi e codificati che hanno una valenza
simbolica(salutare, come teniamo una conversazione).
La metafora drammaturgica è presente nell’opera “La vita quotidiana come
rappresentazione” ed è il libro dove sono espressi i concetti fondamentali di Goff.
Nel 1961 scrive “Asylum” le ricerche riportate su questo libro sono empiriche, Goff si
fece assumere per un anno come infermiere in un ospedale psichiatrico per studiare
il funzionamento.
Il manicomio è un’istituzione totale, le istituzioni totali sono: carceri, manicomi,
caserme, campi di concentramento ecc, che si fanno carico della vita degli individui,
appropriandosi in modo totale del loro tempo e delle proprie attività.
Gli internati vengono privati della propria personalità infatti quando il prigioniero entra
in un’istituzione totale o si sottomette e finge per continuare a vivere o soccombe.
La scuola Palo Alto
I membri originari del gruppo sono Jackson, Haley, Weakland.
L’autore più importante è Baderson.
Si tratta di studiosi dalla formazione pluridisciplinare, sono soprattutto psichiatri,
psicologi sociali,filosofi e antropologi.
I contributi sono legati in modo particolare alla psicoterapia ma anche alla sociologia,
nella misura in cui la spiegazione delle malattie mentali viene ricondotta ai contesti
relazionali in cui gli individui si muovono.
Nell’opera di Bateson l’interesse per le malattie mentali non è quello fondamentale,
l’autore riprende i temi e i concetti dell’evoluzionismo e la teoria dei sistemi, dando
una particolare attenzione ai processi comunicativi.
Anche gli animali metacomunicano (morso gioco).
Sia Bateson che i membri del gruppo di palo alto trovano che i temi della
comunicazione e della metacomunicazione vanno applicati nello studio delle
dinamiche familiari. Secondo la scuola di palo alto la famiglia è un sistema cioè
l'identità di ciascun membro si costruisce e si mantiene nelle interazioni
comunicative. E’ come se venisse rielaborata la teoria della psicanalisi.
Gli studiosi rintracciano la genesi delle malattie mentali nelle dinamiche
comunicative. Infatti associano la schizofrenia, cioè il disturbo mentale che comporta
una scissione della personalità, è generata dal fatto che uno dei membri comunica
messaggi contraddittori, questo comportamento può dare vita a disturbi della
personalità(madre-figlio).
La comunicazione è un aspetto essenziale delle relazioni sociali.
Per studiare queste malattie mentali sociologia e psicologia si sono dovuti intrecciare
e hanno avuto anche un ruolo importante nel campo del servizio sociale.
Società e comunicazione
Negli anni 60’ le tematiche della comunicazione hanno avuto un ruolo rilevante nel
pensiero sociale, ciò è vero nn solo per quanto riguarda la comunicazione
interpersonale, ma anche e in maniera crescente l’analisi dei mezzi di
comunicazione e del loro impatto sulla società. I primi mezzi di comunicazione nella
storia sono stati; il giornale, il telefono, radio e televisione. Alcuni di questi media
sono dei mass media, in quanto permettono di comunicare notizie in tempo reale alle
persone di tutto il mondo.
Il primo mezzo di comunicazione di massa è stato il libro stampato, il procedimento
della stampa in occidente è stato messo a punto da Gutenberg, tutte le copie
stampate fanno si che di un libro ci siano molteplici copie.
L’impatto sociale della stampa si è dispiegato con lentezza, poiché questo
presupponeva la capacità e l’interesse per la lettura. Questo impatto è cresciuto
notevolmente tra il 18’me il 19’ secolo, parallelamente alla crescita da parte dei
cittadini alla “cosa pubblica”, di conseguenza i libri e i giornali sono diventati elementi
comuni della vita quotidiana.
L radio messa a punto teoricamente alla fine dell’800’ e utilizzata in grosso modo a
partire dal 1920, è un mezzo di comunicazione di massa diverso, non presuppone la
capacità di leggere, sta solo ascoltare. Ascoltare e vedere sono dei presupposti di un
altro mezzo di comunicazione, il televisore (anni 40).
Gli studiosi di scienze sociali si sono occupati poco dei mezzi di comunicazione fino
agli anni 50’. Questo cambia il panorama sociale, dopo gli usi della radio della prima
e seconda guerra mondiale e dopo il successo del televisore,comincia a diventare
difficile proporre analisi della società che non tengano conto. Cambia anche il
panorama teorico. Gli autori che si occuparono di questa tematica furono Innis e
Mcluhan.
L’idea di Innis è che le epoche della storia dell’umanità siano caratterizzate da una
successione di “modi di produzione” differenti, quanto su “modi di comunicazione”
basati su mezzi diversi. Il pensiero di fondo è che; la “mentalità” degli uomini nelle
varie epoche storiche viene modellata dai mezzi di comunicazione più usati.
Mcluhan fa un tentativo di descrivere gli effetti che il passaggio da una cultura
basata sulla stampa ad una basata sui media audiovisivi hanno sull’intera struttura
della percezione,sensibilità e mentalità degli uomini contemporanei. Un’espressione
celebre dello scienziato sociale è quella di “villaggio globale”, con questa
espressione intende la forza con cui i media istantanei come la radio e soprattutto il
televisore mettono in contatto quotidianamente tutte le parti del globo.
Questi studi dimostrano che l’esperienza di ciascuno di noi si modella anche in
relazione all’ambiente tecnologico nel quale viviamo.
Negli anni 60’ e 70’ le ricerche sui mass media portano alla luce che la realtà sia una
costruzione sociale. Questa idea si applica allo studio della comunicazione perché
la costruzione della realtà è sociale soprattutto in quanto si realizza attraverso
interazioni comunicative come; uso di un linguaggio, discorsi nelle comunicazioni.
La presenza dei mass media fornisce un contributo a tale creazione.
Lippmann nel “l’opinione pubblica” afferma che i mezzi di comunicazione di massa
contribuiscono alla creazione dello “pseudoambiente” entro cui ci troviamo.
Lo pseudoambiente è la rappresentazione dell’ambiente di cui disponiamo,poiché
non di tutto l’ambiente noi possiamo avere esperienza diretta.
I mass media non sono però onnipotenti, i loro effetti sono limitati dal fatto che
l’individuo è immerso in reti di relazioni familiari, amicali, professionali e così via che
fanno da filtro a ciò che dicono i media.
Una teoria nota in questi anni è quella dell’agenda-setting, elaborata con ricerche
empiriche, questa teoria evidenzia come gli attori sociali tendono a considerare
rilevanti le stesse cose che appaiono rilevanti nei discorsi dei media.
Insomma i media non sanno dire alla gente “cosa pensare”, ma sicuramente sanno
dire “su cosa pensare”.
Noelle-Neumann in “la spirale del silenzio”, su un piano empirico, ha svolto delle
ricerche sul comportamento elettorale.Ella notava che spesso i sondaggi
pre-elettorali si rivelano sbagliati, dal momento che alcuni elettori modificavano il
proprio orientamento prima del voto. Tali modificazioni sono spiegabili in riferimento
ai mass media, i quali hanno il potere di diffondere certe rappresentazioni del clima
d’opinione prevalente, e così da influire su certi comportamenti.
In conclusione i mass media giocano una parte importante nella costruzione sociale
della realtà.

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