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INTRODUZIONE
Storia della psicologia sociale
Perch studiare la storia della psicologia sociale?
I temi della psicologia sociale sono vicini a quelli di altre discipline quali la sociologia, altre tipologie di psicologie e alletologia (per quanto riguarda gli aspetti genetici). Anche i suoi strumenti e metodologie sono gli stessi di queste discipline; si pu quindi affermare che la psicologia sociale dia dei contributi nuovi e si ponga attraverso nuovi punti nei confronti di temi gi trattati da altri campi di studio. Allinterno della psicologia sociale possibile individuare due tendenze principali: una sociologica e una psicologica. La psicologia sociale sociologica privilegia lelemento sociale a dispetto di quello individuale; essa si rif alla scuola anglosassone e i suoi autori principali sono Mead, Goffmann, French, Moskovici. La psicologia sociale psicologica invece si rivolge maggiormente allelemento individuale, influenzata in questo dalla tradizione filosofica europea. I suoi principali esponenti sono Lewin (della scuola della Gestalt), Festinger, Allport, Asch.
Cooperazione e competizione
La cooperazione e la competizione sono entrambi comportamenti fondamentali per comprendere le interazioni sociali e levoluzione; infatti la competizione insita nel concetto stesso di evoluzione (per poter prevalere sugli altri e trasmettere in questo modo i propri geni), ma anche la cooperazione lo (per poter ottenere dei vantaggi reciproci e a favore della specie). Ad esempio, i genitori collaborano per il vantaggio reciproco, infatti entrambi sono necessari per la sopravvivenza della prole e hanno con essa il medesimo grado di parentela (cooperazione). Tuttavia allo stesso tempo, se uno di loro ha lopportunit di accrescere la propria idoneit accoppiandosi di nascosto con un altro partner, lo far (competizione).
Il tradimento e la gelosia
Il tradimento la condizione di un uomo che alleva il figlio di un altro uomo. Naturalmente nessun uomo desidera questa situazione, per cui ladulterio punito severamente. La gelosia conseguente si manifesta nelluomo come desiderio delluomo di restringere la possibilit della partner di avere altre relazioni per garantire la propria paternit, mentre nella donna si manifesta come desiderio di conservare le risorse garantite dalluomo. Infatti il maggior disagio per gli uomini nasce dalla prospettiva di un tradimento sessuale, mentre per le donne dalla prospettiva di un tradimento sentimentale.
Riepilogo e conclusioni
La teoria evoluzionistica si propone di elaborare una concezione coerente della natura umana sulla base di principi generali e della flessibilit di comportamento. In pratica si ricercano degli attributi generici e si studiano le circostanze in cui questi attributi variano nello specifico, verificando le ipotesi particolari derivate da questa concezione. La psicologia evoluzionistica pu ampliare anche le fonti dei dati usati nelle indagini sociopsicologiche, con studi interculturali e ricerche in archivi storici, criminologici e antropologici.
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Riepilogo e conclusioni
Tutte queste ricerche evidenziano come il bambino sia immerso dalla nascita in un mondo sociale che influenza fortemente il suo sviluppo sulla base di scambi reciproci in sincronia e negoziazione. In secondo luogo, la partecipazione al mondo sociale passa dalla percezione e dalla gratificazione dei bisogni a relazioni selettive ed emotivamente significative. In terzo luogo, la partecipazione al mondo sociale presuppone la padronanza del linguaggio, che anchessa unattivit sociale. In quarto luogo, la partecipazione al mondo sociale permette di apprendere insieme agli altri e dagli altri. In ogni caso, il processo di apprendimento dura tutta la vita e quindi la dimensione evolutiva deve essere sempre considerata in ogni campo della psicologia sociale.
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contesto. Per il quasi-esperimento valgono le considerazioni inverse, inoltre talvolta il quasi-esperimento lunico modo in cui possibile condurre uno studio sociale su un certo argomento. Spesso i migliori risultati si ottengono combinando le due tecniche e cercando un compromesso tra ci che ottimale e ci che praticabile. Le caratteristiche cruciali dellesperimento sociopsicologico. Le caratteristiche cruciali dellesperimento sociopsicologico sono lo scenario sperimentale, la variabile indipendente e la variabile dipendente. Lo scenario sperimentale il contesto in cui si presenta la ricerca; negli esperimenti in laboratorio deve essere il pi convincente possibile per coinvolgere il pi possibile i soggetti nella ricerca. La variabile indipendente quella manipolata deliberatamente dal ricercatore mantenendo costanti tutti gli altri aspetti dello scenario sperimentale. Ladeguatezza di un esperimento dipende spesso dallefficacia (il livello in cui i cambiamenti nella variabile indipendente colgono le qualit essenziali di quella variabile che, a livello teorico, si suppone abbia uninfluenza causale sul comportamento e limportanza del cambiamento introdotto) delle manipolazioni sulla variabile indipendente. La variabile dipendente quella i cui cambiamenti sistematici dipendono dallinfluenza della variabile indipendente. Una questione importante sapere fino a che punto una variabile dipendente misura la variabile teorica soggiacente. importante anche raccogliere informazioni sul controllo della manipolazione, che una valutazione dellefficacia della variabile indipendente. Il controllo della manipolazione misura le percezioni dei soggetti delle caratteristiche dello scenario sperimentale che sono rilevanti per la manipolazione in questione, aiutando a interpretare i risultati, soprattutto quando la variabile indipendente non ha avuto gli effetti previsti su quella dipendente. Bisogna considerare anche la spiegazione degli scopi dellesperimento ai soggetti, soprattutto quando questi ultimi sono stati ingannati sul vero scopo dellesperimento. Esaminiamo ora i vari tipi di disegni sperimentali. Il primo tipo di disegno sperimentale detto studio di un caso con una sola misurazione. In questo caso si introduce o si modifica una variabile indipendente e si misurano le conseguenze sulla variabile dipendente. Questo non pu essere considerato un esperimento, perch non c niente con cui paragonare i risultati. I requisiti minimi per poter parlare di un disegno sperimentale autentico sono rappresentate nel disegno del gruppo di controllo solo al post-test. In questo caso ci sono due gruppi, uno dei quali sottoposto alla variabile indipendente (gruppo sperimentale) mentre laltro non viene manipolato (gruppo di controllo). I soggetti sono inoltre assegnati in modo casuale ai due gruppi, in modo da evitare il pi possibile distorsioni. Losservazione compiuta sul gruppo sperimentale pu essere confrontata a quella compiuta sul gruppo di controllo, che si pone quindi come utile termine di paragone. Un altro tipo di disegno sperimentale detto esperimento fattoriale, in cui due o pi variabili indipendenti sono manipolate nellambito dello stesso disegno in modo da rappresentare tutte le combinazioni possibili. In questo modo il ricercatore pu esaminare gli effetti separati e congiunti di due o pi variabili indipendenti. Gli effetti separati di ciascuna variabile indipendente sono detti effetti principali, mentre se gli effetti congiunti di due variabili indipendenti sono diversi dalla somma dei loro due effetti principali, la combinazione detta effetto di interazione. Il ricercatore pu trovarsi di fronte a vari ostacoli che minano la validit della ricerca sperimentale. La validit la misura in cui lecito trarre inferenze dai propri risultati. Ne esistono tre tipi: la validit interna, la validit di costrutto e la validit esterna. Validit interna. Si riferisce al fatto che la relazione tra variabili indipendenti e dipendenti sia effettivamente una relazione causale e si ottiene con un valido disegno sperimentale. Validit di costrutto. Si riferisce al fatto che le variabili indipendenti e dipendenti colgano effettivamente le variabili (o costrutti) che dovrebbero rappresentare. Le variabili dipendenti possono essere ostacolate nella loro validit di costrutto da tre fattori: la desiderabilit sociale (desiderio di essere valutati positivamente), le caratteristiche della richiesta (che possono instradare i soggetti verso risposte che essi ritengono essere quelle che il ricercatore si aspetta) e le aspettative del ricercatore (che possono far confermare lipotesi anche se non vera). Validit esterna. Si riferisce alla possibilit di generalizzare le conclusioni al di l delle circostanze specifiche dellesperimento, come il fatto che i soggetti siano volontari o meno.
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Categorizzazione e schemi
La categorizzazione. La categorizzazione un processo di semplificazione per lelaborazione delle informazioni troppo complicate o troppo numerose, in quanto gli individui possono trattenere solo una parte degli stimoli che percepiscono. Essa lavora con categorie (o concetti), che sono raggruppamenti di due o pi oggetti distinti trattati allo stesso modo sulla base di caratteristiche comuni. I primi studi affermavano che i confini tra le varie categorie erano chiari e facili da stabilire e che le categorie erano arbitrarie, frutto della cultura o del linguaggio. Ben presto ci si rese conto che questa teoria non poteva essere applicata efficacemente alle categorie naturali e quindi si pass ad un concetto di categoria probabilistico, in cui la probabilit di appartenere ad una categoria piuttosto che ad unaltra dipende dal grado di somiglianza con il prototipo della categoria. Dato che gli oggetti possono avere elementi di similarit con pi categorie, essi possono appartenere a pi di una categoria e i confini tra di esse sono quindi sfuocati. Altri mettono in discussione il modello dei prototipi e avanzano lipotesi degli esemplari, in base alla quale un concetto composto da tracce mnestiche di esempi specifici della categoria. In questo caso lastrazione del prototipo avviene durante la rievocazione degli esemplari piuttosto che durante la codifica. Alcuni ricercatori affermano invece che certi concetti (come quelli naturali) siano formati da caratteristiche probabilistiche come il prototipo e da un nucleo di condizioni necessarie e sufficienti. Le categorie sociali in particolare contengono un nucleo e un prototipo (stereotipo). Le caratteristiche che servono a raggruppare gli oggetti possono essere di vari tipi e in genere riflettono le teorie ingenue per le quali un sistema mentale raggruppa le categorie. Gli schemi. Gli schemi sono le generalizzazioni che i soggetti compiono riguardo gli oggetti a partire dalle loro caratteristiche o propriet, generalizzazioni che possono influenzare i processi di selezione, integrazione e organizzazione delle informazioni sugli oggetti. Gli schemi cognitivi organizzano le rappresentazioni delle persone su un aspetto dellambiente gerarchico che include un livello subordinato, un livello di base e un livello superordinato. Gli schemi sono fortemente legati al processo di inferenza; infatti gli schemi hanno sempre un valore di default, inoltre possono essere messi in relazione tra loro ed possibile inferire un livello pi elevato da un livello inferiore.
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Leconomizzatore di risorse cognitive. Lattore sociale, in quanto soggetto conoscitivo, commette degli errori (bias o tendenza a deformare il giudizio) frutto delleconomizzazione e della costruzione di euristiche (modalit di ragionamento veloci ed economiche, che portano a risparmiare le risorse cognitive disponibili). Una di queste euristiche quella della disponibilit, cio si tende a recuperare la prima informazione disponibile in memoria (che non di solito la pi importante) e costruire su di essa un giudizio complessivo. Unaltra quella di notare pi facilmente ci che unico dallo sfondo; unaltra ancora quella della riluttanza ad esaminare i fatti; una terza che le persone tendono a basarsi sulle proprie aspettative. Lattore sociale. Si tratta di un soggetto che dispone di molteplici strategie cognitive e sceglie dopo unattenta valutazione sulla base dei propri scopi, motivazioni e bisogni. In altri termini, quando ha risorse sufficienti, lindividuo elabora strategie efficaci. Le risorse cognitive, le motivazioni e gli scopi sono fondamentali per questa prospettiva. Ci non toglie che gli stereotipi, quando sono applicati, possono far risparmiare energia cognitiva. Inoltre la stessa motivazione pu fornire risorse cognitive.
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Lelaborazione delle informazioni di natura sociale: effetti sui giudizi e sulle decisioni
Introduzione: i fattori cognitivi e sociali nella social cognition
I processi cognitivi hanno grande importanza nella ricerca sociopsicologica, infatti essi garantiscono alle persone la possibilit di modificare il proprio comportamento a seconda di come percepiscono e interpretano una situazione, limitando limportanza dei vincoli biologici innati e dellinconscio. Anche laspetto sociale rilevante nellelaborazione delle informazioni, perch la cognizione sociale un processo autenticamente sociale, in cui i fattori sociali possono influenzare il pensiero logico. Inoltre molti attributi propri dellecologia sociale (come i tratti della personalit) non sono direttamente osservabili, ma vanno inferiti da indizi comportamentali che sono utilizzati per costruire la percezione di questi tratti; questa costruzione convenzionale ed frutto dellinterazione sociale.
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La rievocazione. Daltra parte, anche linformazione coerente ricordata con facilit, perch pu essere derivata da una struttura di conoscenza significativa, soprattutto quando i giudizi e le decisioni implicano lutilizzazione di processi ricostruttivi. Tuttavia queste inferenze possono essere tendenziose perch inquinate dagli stereotipi relativi alle categorie di appartenenza degli stimoli, anche se le osservazioni li contraddicono. In altre parole, le informazioni che confermano gli stereotipi saranno ricordate con maggiore facilit rispetto a quelle incongruenti. Gli stimoli incongruenti sono di solito rievocati con maggiore facilit quando la rievocazione guidata dallo stimolo, perch beneficiano di una maggiore elaborazione. Gli stimoli congruenti sono invece rievocati con maggiore facilit quando la rievocazione guidata dalla categoria (schema), perch si adattano naturalmente alla categoria stessa. Infine, la rievocazione pi facile quando vi sono le stesse condizioni in cui linformazione stata appresa e codificata (principio della specificit della codifica), come ad esempio la stessa situazione o lo stesso umore. Le inferenze. Linferenza simile alla rievocazione, con la differenza che linferenza ha natura creativa. Alcune ricerche hanno evidenziato come sia pi facile confermare un tratto negativo attraverso osservazioni ripetute o linduzione piuttosto che uno positivo; ad esempio ci si aspetta che una persona onesta dia prova della sua onest ma che difficilmente mostri un comportamento negativo, mentre il tratto della disonest compatibile con una pi ampia gamma di comportamenti, negativi, neutri e positivi. In questo modo linformazione negativa indica chiaramente la presenza di tratti negativi, mentre quella positiva si verifica sia con tratti negativi che positivi. Nel campo delle abilit invece questa situazione si inverte. Un altro schema inferenziale si basa sulle analogie storiche: a parit di condizioni, se si rievoca dei dettagli simili a quelli di avvenimenti simili gi accaduti, si tender ad agire come in passato. Giudizi e decisioni. I giudizi sono il ridotto di una serie causale che va dalla memoria ai giudizi stessi; per economizzare le risorse cognitive spesso gli individui utilizzano delle strategie dette euristiche che per in certe condizioni portano allelaborazione di giudizi sistematicamente tendenziosi. Nei casi in cui necessario produrre dei giudizi di frequenza e disponibilit si usa la cosiddetta euristica delle disponibilit, che si basa su elaborazioni statistiche della probabilit che si verifichi un certo evento. Tuttavia questa euristica pu portare a risultati distorti se si verificano delle distorsioni nel campione delle informazioni memorizzate. Unaltra euristica quella della rappresentativit, che si basa sulla somiglianza semantica dei dati piuttosto che sulle probabilit su basi statistiche. Leuristica dellancoraggio e accomodamento sostiene che i giudizi quantitativi si avvicinano ad unancora (riferimento) iniziale, perch il processo di accomodamento (la ricerca in memoria dei dati pertinenti) spesso incompleto. La relazione tra memoria e giudizio non quindi semplice da spiegare; una correlazione dei giudizi con linformazione stimolo si pu postulare solo per quei giudizi che non possono basarsi su giudizi preformati, cio gi pronti in memoria che non devono essere costruiti a partire da informazioni grezze memorizzate. Ma anche per i giudizi basati sulla memoria il predittore migliore non sempre la quantit di informazioni rievocabili. Una versione raffinata delleuristica della disponibilit afferma che i giudizi riflettono la facilit di rievocazione piuttosto che lesito della rievocazione stessa. Questa tecnica simile a quella delleuristica della simulazione, che afferma che la facilit con cui possibile immaginare o simulare mentalmente dei possibili eventi o risultati spesso cruciale per i giudizi. I giudizi possono essere caratterizzati da effetti di assimilazione (se la posizione di uno stimolo su una dimensione relativa ad un attributo si avvicina alla posizione di uno stimolo presente nel contesto) o di contrasto (se invece si allontana). Leventualit che si abbia assimilazione oppure contrasto dipende dal fatto che lo stimolo contestuale sia incluso nella medesima categoria dello stimolo che si sta valutando oppure ne sia escluso perch appartenente a una categoria di confronto.
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La covariazione e la configurazione
Kelley ha proposto la teoria della covariazione e configurazione. Nel primo caso, il soggetto percipiente riceve informazioni da pi fonti e pu percepire la covariazione tra un effetto osservato e le sue possibili cause. Nel secondo caso, il soggetto percipiente si trova di fronte ad una sola osservazione e deve considerare la configurazione delle possibili cause delleffetto osservato. La covariazione. Quando linformazione proviene da pi fonti, il soggetto attribuisce la causa a quella condizione che presenta quanto leffetto presente e assente quando leffetto assente. Esistono tre modi possibili di esaminare le variazioni negli effetti: nelle varie persone (consenso), nel tempo e nella modalit (coerenza) e negli stimoli (specificit). Leffetto attribuito ai fattori (consenso, coerenza o specificit) con i quali covaria. Ci sono tre critiche a questo principio: la covariazione non sinonimo di causalit (ci possono essere delle relazioni spurie), le informazioni di covarianza fornite ai soggetti durante gli esperimenti sono poco realistiche e non ci sono prove che le persone siano guidate dal principio di attribuzione quando compiono le attribuzioni. Una delle ricerche moderne pi convincenti quella del modello del focus sulle condizioni normali, che afferma che si sceglie come causa la condizione necessaria che anomala rispetto allo sfondo rappresentato dallevento in oggetto. Pi in particolare, la persona bersaglio identificata come anormale in condizioni di basso consenso, lo stimolo con informazioni ad alta specificit e le attuali circostanze con informazioni di bassa coerenza. La configurazione. Spesso non possibile disporre di molte osservazioni quando si compiono la maggior parte delle attivit quotidiane. In questi casi, in cui si hanno dati incompleti, si fanno attribuzioni sulla base di schemi causali, cio credenze, preconcezioni o persino teorie, elaborate sulla base dellesperienza concreta, che riguardano il modo in cui certi tipi di cause interagiscono nel produrre certi tipi di effetto. Uno di questi schemi detto delle cause multisufficienti (MSC), che prevede che diverse cause producano lo stesso effetto. Questo schema collegato al principio della diminuzione (il ruolo di una certa causa nel produrre leffetto diminuito se sono presenti altre eventuali cause plausibili) e a quello delladdizione (il ruolo di una certa causa nel produrre leffetto aumentato se sono presenti altre eventuali cause che la inibiscono). Questultimo principio si applica anche al pi complesso schema delle cause multiple necessarie (MNC) che prevede che alcune cause debbano operare congiuntamente per produrre leffetto desiderato. In generale, gli schemi causali possono aiutare losservatore a compiere attribuzioni quando linformazione incompleta, sono concezioni generali di causa ed effetto che sono applicabili in diverse aree di contenuto e consentono al soggetto di fare inferenze complesse in modo facile e veloce. Le critiche che sono state mosse agli schemi causali sono essenzialmente due: non stato dimostrato che essi esistano e la loro eccessiva astrattezza.
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Il processo di attribuzione causale. In realt non possibile osservare direttamente il fenomeno dellattribuzione causale, per cui sono state sviluppate metodologie indirette come lesame dei tempi di reazione. Se il tempo di reazione breve, significa che il processo alla base della comprensione del comportamento si verifica spontaneamente; se il tempo di reazione lungo significa che questo processo non si verifica e bisogna quindi recuperare linformazione rilevante e produrre linferenza prima di rispondere alla domanda. Gli esperimenti hanno dimostrato il fatto che il processo di attribuzione causale non automatico.
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Le relazioni profonde
La maggior parte delle ricerche sullattribuzione del campo delle relazioni profonde ha avuto come soggetto il matrimonio e le relazioni tra i partner. Nei matrimoni infelici, a differenza di quelli felici, si ipotizza che le attribuzioni causali accentuino gli effetti dei comportamenti negativi del partner e minimizzino i comportamenti positivi. Queste attribuzioni tendono a mantenere linsoddisfazione. I partner soddisfatti invece tendono a compiere attribuzioni che tendono a migliorare la situazione, accentuando i comportamenti positivi e minimizzando quelli negativi. Anche le attribuzioni di responsabilit seguono questo modello. Ulteriori esperimenti hanno messo in luce come le attribuzioni provochino i cambiamenti di soddisfazione. Le attribuzioni sono inoltre collegate al comportamento dei partner, soprattutto di quelli negativi. Le critiche che si possono muovere a questi studi riguardano il fatto che necessario utilizzare misura autoredatte e i pochi temi relativi alle relazioni intime che sono stati analizzati (ad esempio non sono state studiate le attribuzioni che sono comunicate dai partner).
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elaborano, si immagazzinano e si recuperano solo linformazione pertinente e quella contraddittoria, senza considerare quelle neutre (non pertinenti allatteggiamento in questione o al suo contrario). Per quanto riguarda il recupero delle informazioni presenti in memoria, stata avanzata lipotesi che sia pi facile recuperare ricordi che confermano gli atteggiamenti. Le verifiche empiriche hanno dato per risultati discordanti, anche con differenza individuali.
Atteggiamenti e comportamento
Talvolta i comportamenti non sono correlati agli atteggiamenti, tanto che per molto tempo non si credeva possibile prevedere il comportamento in base agli atteggiamenti. Negli anni 60 ci si rese conto che chiedersi se esista una correlazione tra atteggiamenti e comportamenti era una domanda troppo generica, per cui si inizi a studiare quando c correlazione, quali sono i fattori che la influenzano e attraverso quali processi gli atteggiamenti influenzano il comportamento. La corrispondenza tra misure dellatteggiamento e del comportamento. Talvolta i comportamenti non corrispondono agli atteggiamenti (i sentimenti alle opinioni). Fishbein e Ajzen affermano che gli atteggiamenti e il comportamento sono caratterizzati da quattro elementi: azione (comportamento manifesto), bersaglio, contesto e tempo. Sulla base di questi elementi si pu trovare una corrispondenza tra atteggiamenti e comportamento. Spesso le domande sugli atteggiamenti sono globali, quindi gli indici sono poco precisi, mentre gli indici dei comportamenti sono pi mirati perch contemplano i quattro elementi di cui sopra. Ad esempio, le componenti affettive degli atteggiamenti sono le pi importanti, ma sono globali, quindi nel comportamento si esprime solo una piccola parte. In questo modo, per poter riscontrare una relazione significativa tra atteggiamenti e comportamento, il grado di specificit deve essere simile (entrambi devono essere concettulizzati in modo specifico oppure generale). Altre ricerche hanno dimostrato che gli atteggiamenti e i comportamenti mostrano correlazioni pi elevate quando gli attributi o le funzioni degli atteggiamenti che sono salienti al momento della valutazione corrispondono agli attributi o le funzioni salienti al momento dellesecuzione. Anche pensare ad un atteggiamento speciale pu rafforzare o ridurre la corrispondenza tra atteggiamento e comportamento. stata formulata inoltre lipotesi che gli atteggiamenti e i comportamenti mostrano una forte corrispondenza se c una forte corrispondenza tra gli aspetti salienti di entrambi i concetti a livello cognitivo e affettivo. Caratteristiche particolari dellatteggiamento. Alcuni autori hanno ridotto gli atteggiamenti alla loro componente affettiva, ma questa una semplificazione eccessiva, in quanto ci sono circostanze in cui i sentimenti e le valutazioni che le persone esprimono nei riguardi di un particolare oggetto non corrispondono alle loro opinioni in proposito. Ad esempio, Rosemberg afferma che gli atteggiamenti con scarsa coerenza affettivo-cognitiva sono molto instabili in quanto il soggetto cercher di modificare una o entrambe le componenti (cognitiva o affettiva) per ristabilire lequilibrio. La coerenza cognitivo-affettiva correlata quindi al suo grado di stabilit e di resistenza al cambiamento. Gli atteggiamenti stabili e coerenti sono quelli che possono prevedere meglio i comportamenti. Altre ricerche hanno evidenziato che ununica risposta affettiva non sempre in grado di rappresentare in modo appropriato tutte le credenze riguardo ad un oggetto di atteggiamento, anche perch maggiori sono le esperienze riguardo ad un oggetto di atteggiamento, maggiore la complessit della struttura dellatteggiamento. In questi casi meglio considerare anche la componente cognitiva. La maggiore disponibilit di atteggiamenti che si basano sullesperienza diretta accresce di molto il loro potere predittivo sul comportamento. Nelle prime fasi dellesperienza con loggetto di atteggiamento, latteggiamento efficace nella previsione del comportamento; ma in seguito, con la maggiore esperienza con loggetto, la struttura dellatteggiamento diventa sempre pi complessa, fino a quando la sua componente affettiva non potr pi rappresentare la ricchezza e la variet dellatteggiamento rispetto alloggetto; entrano in gioco quindi la componente cognitiva e quella conativa. La prevedibilit del comportamento diminuisce, ma questa diminuzione pu essere compensata se si approfondisce lo studio della struttura dellatteggiamento, indagando anche le altre componenti. Gli atteggiamenti si possono formare attraverso due vie: la via centrale e la via periferica. Gli atteggiamenti che si formano per la via centrale si basano su informazioni attendibili e valide sulloggetto di atteggiamento, elaborate in modo completo, esaustivo e motivato. Se il soggetto non in grado di elaborare le informazioni rilevanti in modo esaustivo, gli atteggiamenti si formeranno attraverso la via periferica, cio affidandosi ad 29
indizi periferici. Gli atteggiamenti che si formano mediante la via centrale sono pi efficaci nel predire i comportamenti. Fattori di personalit. Considerando anche la personalit, se il soggetto ha poco autocontrollo, la corrispondenza tra atteggiamento e comportamento minore (maggiore?), in quanto il soggetto si lascia influenzare maggiormente dai fattori esterni (come le reazioni degli altri). Se il soggetto ha una certa autoconsapevolezza oggettiva, la corrispondenza maggiore perch si rivolge lattenzione su di s piuttosto che sullambiente. Un terzo fattore della personalit il bisogno di coerenza con s stessi: maggiore questa coerenza, maggiore la corrispondenza tra atteggiamento e comportamento. I modelli della relazione tra atteggiamento e comportamento. Altri fattori che influenzano la prevedibilit dellatteggiamento sono quelli situazionali, cio quelli che riguardano il contesto in cui si forma latteggiamento stesso. Ad esempio, nelle situazioni in cui il comportamento limitato nella sua espressione (ad esempio dalla presenza di una forte norma sociale), il comportamento un indice poco attendibile dellatteggiamento.
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La rilevanza personale di un argomento nei confronti di un soggetto il principale fattore motivazionale che pu spingere il soggetto a riflettere sugli argomenti contenuti nel messaggio. Solo in presenza di un coinvolgimento elevato le persone che ricevono un messaggio saranno motivate ad accertare la validit della posizione in esso contenuta, vagliando in modo critico gli argomenti presentati. Con un coinvolgimento minore si assume che il ricevente si serva di indizi secondari per valutare la validit del messaggio. Anche lumore importante nellelaborazione del contenuto di un messaggio: il buon umore porta ad unelaborazione semplificata, mentre il cattivo umore pu far adottare elaborazioni pi sistematiche, probabilmente perch i sentimenti negativi le informano che la situazione attuale problematica. Le persone che hanno un forte bisogno di cognizione formano atteggiamenti sulla base degli argomenti in misura maggiore rispetto alle persone che hanno un bisogno di cognizione meno forte. In realt, spesso lelaborazione centrale e periferica sono usate contemporaneamente, perch anche gli indizi periferici hanno la loro importanza se ad esempio gli argomenti contenuti nel messaggio sono ambigui. Finora lelaborazione delle informazioni finalizzata al cambiamento di atteggiamenti stata vista come unattivit relativamente oggettiva e priva di errori a causa del fatto che si riteneva che lelaborazione fosse basata sullaccuratezza, cio sulla motivazione a conservare gli atteggiamenti corretti. stata recentemente introdotta una teoria che sostiene che esistono delle motivazioni che spingono i soggetti a conservare le posizioni attitudinali preferite con giudizi tendenziosi. Una di queste motivazioni quella alla difesa, che porta alla conferma della validit di una particolare posizione attitudinale. Se questo tipo di elaborazione avviene con euristiche, si suppone che siano usate in maniera selettiva, cos da confermare le proprie posizioni attitudinali. Unaltra motivazione quella alla gestione delle impressioni, che nasce in situazioni sociali in cui si pu essere giudicati e si riferisce al desiderio di esprimere degli atteggiamenti socialmente accettabili. Queste ultime posizioni sono state integrate in altre importanti teorie come quella della dissonanza cognitiva (le persone sono motivate ad esporsi alle informazioni coerenti con latteggiamento ed evitare informazioni dissonanti con latteggiamento, in modo da stabilizzare un atteggiamento esistente per mantenere la coerenza) o nel modello di Deutsch e Gerard (i membri di un gruppo possono accettare le opinioni di altri membri perch credono che riflettano fedelmente la realt in situazioni che attivano una motivazione allaccuratezza, oppure perch pensano che accettare queste credenze possa aumentare il loro status nel gruppo in situazioni che attivano una motivazione alla gestione delle impressioni). Gli atteggiamenti che tendono a resistere pi a lungo nel tempo sono quelli raggiunti tramite lelaborazione sistematica, in quanto essa sviluppa unintensa attivit cognitiva che crea una fitta rete nella struttura della conoscenza.
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Cos unemozione?
William James il primo autore che nomina le emozioni in un suo trattato (Che cos unemozione, del 1884); egli ritiene che le emozioni siano la percezione dei cambiamenti che avvengono a livello corporeo che derivano dalla percezione di un fatto eccitante. La teoria di James-Lange. Lange riprende la teoria di James con il modello della posizione periferica, concentrandosi sul sistema nervoso periferico per definire le emozioni. Secondo questa concezione unemozione provocata della consapevolezza, da parte della persona, di uno specifico modello di cambiamento a livello corporeo. Si pone il problema del rapporto tra emozioni e sensazioni, cio qual quella che causa laltra. James e Lange le consideravano intercambiabili. Lemozione come costrutto sociopsicologico. Nella teoria scientifica lemozione un costrutto ipotetico (cio non direttamente osservabile); essa viene inferita altre manifestazioni di tipo fisico. In questo modo si distingue tra emozione e sensazioni: le prime ora sono considerate solo come una delle componenti delle seconde. Le componenti delle emozioni sono cinque; le prime tre sono raggruppate insieme da una teoria detta delle tre componenti, e sono le sensazioni, la fisiologia e lespressione manifesta (comportamento). La quarta la tendenza allazione, cio la tendenza a agire verso loggetto che fonte di emozione dopo una valutazione dellevento scatenante dellemozione stessa. Alcuni sostengono che questa sia la componente principale dellemozione. La quinta componente la valutazione cognitiva dellemozione (appraisal), cio la sua elaborazione mentale, che strettamente dipendente dalle informazioni a disposizione. Per distinguere le emozioni dagli altri processi psicologici si usa il termine emozione per indicare un processo che provoca cambiamenti significativamente ampi e interrelati nei sottosistemi dellorganismo che avviene in risposta ad un evento scatenante che ha un significato fondamentale per lindividuo. In questo modo si nota che l'emozione (anche a livello psicologico) ha un inizio e una fine ed ha durata piuttosto breve. L'emozione considerata come processo diversa dallemotivit o dallumore, che sono stati molto pi prolungati e stabili. Quando si manifesta unemozione, i sottosistemi dellorganismo, normalmente impegnati a svolgere la loro funzione specifica, diventano sincronizzati durante il processo emozionale per consentire allorganismo di fronteggiare la situazione di emergenza creata dallevento scatenante (emozione come risposta ad una crisi).
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La comunicazione interpersonale
Introduzione
Caratteristiche della comunicazione. La comunicazione un comportamento strategico mediante il quale le persone trasmettono un contenuto e propongono e negoziano le loro definizioni nella relazione. La comunicazione si differenzia dal semplice comportamento per due importanti caratteristiche. La prima consiste nel fatto che per poter codificare gli elementi di un messaggio, la persona che lo produce deve operare ad un certo livello di consapevolezza e quindi con un certo grado di intenzionalit, che pu essere pi o meno grande a seconda della situazione. In secondo luogo, la comunicazione un processo, cio un sistema che richiede pi attori in una serie di eventi in atto; il focus quindi sullinterazione piuttosto che sul discorso in s, sui simboli condivisi e sulla diade come unit di analisi di base. Lo studio della comunicazione si storicamente basato sulla dicotomia verbale - non verbale, ma in realt necessario concentrarsi su entrambi gli aspetti del fenomeno, in quanto sono in stretta relazione ed ognuno portatore di una parte di significato necessaria per comprendere pienamente il messaggio. Contatto visivo, distanza e affiliazione. Argyle e Dean hanno avanzato lipotesi che nella comunicazione importante il livello di intimit, che il risultato di una molteplicit di forze di avvicinamento (affiliazione) e di evitamento (controllo). I mezzi con cui si ottiene il livello di intimit desiderabile sono diversi, e comprendono la gestione della distanza, i sorrisi, gli argomenti pi o meno personali e soprattutto il contatto visivo. Questi mezzi sono in relazione inversamente proporzionale tra loro, cio se si aumenta ad esempio il contatto visivo si tende ad aumentare la distanza, proprio per mantenere stabile il livello di intimit desiderato.
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Laffiliazione. Laffiliazione simile allintimit, ma si distingue da questa perch si riferisce allespressione dellemozione negativa e positiva, mentre lintimit indica in primo luogo una conoscenza dellaltro di natura personale. Laffiliazione pu essere espressa con argomenti personali, con la vicinanza, con i sorrisi, con lo sguardo, toccandosi; in genere i comportamenti non verbali sono molto indicativi del grado di affiliazione. Un aspetto curioso che linizio delle relazioni sentimentali spesso caratterizzato dal conflitto, con la tendenza a screditare limmagine dellaltro; questa deviazione dalla norma rappresenterebbe laspetto di novit che rende linterazione speciale e quindi potrebbe portare al coinvolgimento romantico. La gestione dellaffiliazione simile a quella del controllo: se i livelli desiderati dai partner sono diversi, necessario raggiungere un compromesso per fare in modo che la relazione possa continuare. Questa negoziazione avviene in modo implicito e alla fine porta di solito al livello voluto dal partner meno affiliativo. Per aumentare il livello di affiliazione si possono usare comportamenti che tendono a favorire lintimit, ma se il partner non lo desidera pu accettare un comportamento diminuendo nel contempo il livello di affiliazione comunicato tramite un altro canale, in modo che la quantit complessiva di affiliazione resti inalterata. Quando si raggiunge un equilibrio la comunicazione sembra normale ed eventuali comportamenti atipici saranno interpretati come tentativi di riaprire il processo di negoziazione. Knapp ha elaborato un modello dello sviluppo e del deterioramento delle relazioni, tramite la comunicazione, che include dieci stadi. Gli stadi caratterizzati da un aumento di intimit sono linizio, la sperimentazione, il rafforzamento, lintegrazione e lunione. Naturalmente le relazioni possono interrompersi a ciascuno stadio del modello, che ha forma di una scala in cui ad ogni gradino la relazione pu essere stabilizzata. Per quanto riguarda il declino e la separazione, esistono altri cinque stadi corrispondenti a quelli dello sviluppo: la differenziazione, la delimitazione, la stasi, levitamento e la conclusione. Laspetto pi importante di questa teoria che ogni livello di affiliazione che caratterizza la relazione in qualsiasi momento dato associato ad una particolare strategia comunicativa. La strategia pi efficace per favorire il mantenimento e il cambiamento quella dellautorivelazione, che indica la propensione a fornire volontariamente informazioni sul proprio s che in condizioni normali non sarebbero accessibili in quel momento. Il suo ruolo di favorire linstaurarsi di una affiliazione positiva grazie allintervento della norma di reciprocit (cio la richiesta di unautorivelazione equivalente). Nelle prime fasi della relazione opportuna unautorivelazione di natura poco intima, mentre in seguito, con lo sviluppo della relazione, si pu approfondirne il contenuto. importante anche il fatto che le rivelazioni inaspettate sono colte in modo assai diverso da quelle riconducibili a qualche preesistente tendenza ad aprirsi agli altri, co come importante il contesto del presenta stato della relazione. Nella ricerca dellaffiliazione spesso le persone mentono sulle proprie aspirazioni, intenzioni e credenziali, non che sulle capacit, gli attributi e le potenzialit. Non tutte le bugie sono dettate da questi scopi, infatti esistono delle motivazioni sociali meno egoistiche come salvare gli ascoltatori dallimbarazzo o evitare il conflitto eccessivo. Le motivazioni alla menzogna con valenza positiva includono legoismo (mentire a proprio vantaggio), la benevolenza (mentire a vantaggio degli altri) e lutilit (mentire a favore di una relazione). Le strategie con valenza negativa sono lo sfruttamento (arrecare danni a unaltra persona a proprio vantaggio), la malevolenza (danneggiare gli altri per qualche scopo) e la retrocessione (danneggiare una relazione). Anche nelle relazioni diadiche, non sempre si comunica come individui provvisti di un temperamento e di una personalit unici, ma anche come rappresentanti indifferenziati di gruppi sociali. In questo caso si usa il linguaggio per trasmettere stereotipi negativi di altri gruppi importanti e le bugie o linganno sono scelte razionali per esaltare il proprio gruppo (comunicazione intergruppi). Se i rapporti tra i gruppi sono buoni, si cerca di raggiungere un adattamento linguistico reciproco, in caso contrario si cerca di denigrare laltro gruppo con la divergenza di linguaggio, la conferma comportamentale e la denigrazione verbale. Laffiliazione negativa ha quindi un ruolo importante nel sostenere lidentit di gruppo.
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Lattrazione romantica
La relazione romantica differisce da quella dellamicizia innanzitutto per la forte attrazione sessuale che alimenta sentimenti di amore passionale, che include un intenso desiderio di unione con laltro e unalternanza di sentimenti di intensa felicit e disperazione. Lamore appassionato caratterizzato da due componenti: lattivazione fisiologica dovuta alle forti emozioni e letichettamento di questa attivazione come innamoramento. Molte ricerche hanno dimostrato che le emozioni negative possono alimentare la passione. Il fattore scatenante dellamore appassionato senza dubbio lattrazione sessuale, ma anche i fattori responsabili dello sviluppo dellamicizia giocano un ruolo importante. Lo stereotipo delle attrattive fisiche. Esiste uno stereotipo che prevede che le persone attraenti fisicamente abbiano anche molte altre caratteristiche positive. In realt questo stereotipo simile ad una profezia che si autoadempie, per cui non del tutto privo di fondamento. Differenze di genere nelle preferenze per le attrattive fisiche. Le attrattive fisiche hanno maggiore importanza per gli uomini che per le donne, perch levoluzione ha selezionato uomini che preferivano donne che con maggiore probabilit erano in grado di generare bambini sani. Pertanto gli uomini sarebbero diventati particolarmente ricettivi ai segnali di giovinezza, salute e valore riproduttivo. Le donne invece sono pi ricettive nei confronti dei segnali di status elevato perch questa dovrebbe essere una garanzia per la futura cura della prole da parte del compagno scelto. Lequit e la scelta del partner. stato riscontrato tuttavia che le persone tendono a formare relazioni con partner provvisti di attrattive approssimativamente simili alle proprie (ipotesi dellabbinamento). Se le attrattive sono diverse, i partner tenderanno a compensarle con altre risorse o tenderanno a migliorarle, cercando di rendersi pi attraenti o screditando gli avversari. Naturalmente necessario scoprire se il partner nutre interesse nei propri confronti; a questo scopo esistono diverse strategie come il confronto diretto, il ritiro, il tentativo di disorientare il partner, lautosvalutazione e il lavoro di rete.
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Il comportamento prosociale
Introduzione
Esistono innumerevoli variabili che influenzano il comportamento prosociale, ma per definire un comportamento come prosociale devono verificarsi due condizioni: lintenzione di procurare un favore e la libert di scelta.
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Studiare il comportamento prosociale nei sistemi sociali. Questo modello prevede che il comportamento altruistico sia influenzato da norme consensualmente condivise nelle diverse situazioni sociali. Una norma importante quella dellappropriatezza della ricompensa: se le persone valutano la propria ricompensa per qualche compito come equa, provano empatia e si comportano in maniera altruistica se il destino degli altri sembra ingiustamente negativo. Naturalmente, difficile comportarsi in maniera equa se le ricompense personali sono messe a repentaglio. Una motivazione genuinamente altruistica si osserva quindi solo quando sono soddisfatte le aspirazioni egoistiche relative allequit della propria posizione allinterno del sistema sociale. Quando i risultati sono inferiori alle aspettative personali circa limparzialit, prevarr un comportamento egoistico. Molte norme sociali tendono ad inibire il comportamento altruistico; una di queste riguarda il gruppo di appartenenza della vittima: se diverso dal proprio, laiuto offerto minore. Le persone che invece seguono il principio del bisogno, secondo il quale le persone bisognose devono essere aiutate, sono meno influenzate da questi fattori. Le istituzioni sociali (religione, famiglia, scuola, Stato) tendono a promuovere normativamente il comportamento prosociale, allargando il concetto di gruppo a una collettivit pi ampia possibile in quanto queste norme obbligano i soggetti ad aiutare le persone che dipendono da loro. Maggiore la responsabilit, maggiore il comportamento prosociale. I valori sono delle credenze relative a stati finali desiderabili che guidano le azioni verso questi stati. I valori prosociali si dividono in benevolenza (che riguarda il benessere delle persone pi vicine) e luniversalismo (che riguarda il benessere di tutte le persone). Il processo che traduce i valori in azioni si divide in cinque fasi: attenzione, motivazione, valutazione, difesa, comportamento.
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Il comportamento aggressivo
Teorie dellaggressivit
Esistono tre teorie principali dellaggressivit: la prima concepisce laggressivit come istinto, la seconda afferma che si tratti di un comportamento appreso attraverso lesperienza e la terza si pone a met strada tra le due (ipotesi della frustrazione-aggressivit). Laggressivit come istinto. Freud afferma che laggressivit al servizio del principio fondamentale che regola tutti i comportamenti, cio quello del piacere (eros). In questo modo laggressivit diventa la reazione dellindividuo quando non pu ottenere il piacere. Successivamente Freud abbandona questa concezione e introduce la teoria dei due istinti: Eros (piacere) e Thanatos (morte). questultimo che costituisce la fonte dellaggressivit, perch spinge lindividuo verso la morte con unenergia distruttiva che egli cerca di allontanare da se stesso indirizzandola verso lesterno per evitare lautodistruzione (masochismo). Anche gli etologi (Lorenz) hanno concepito laggressivit in modo simile a Freud, quindi come funzionale alla conservazione della specie. Anche nelletologia esistono delle posizioni simili, ma esse accordano allaggressivit una funzione al servizio della specie (Lorenz). I limiti di queste teorie consistono nel fatto che la spiegazione deriva da un istinto non dimostrabile; inoltre si tratta di una teoria biologica che concepisce luomo come una caldaia che deve scaricare lenergia allesterno. Laggressivit come comportamento appreso. La seconda teoria afferma che laggressivit un comportamento acquisito socialmente e mantenuto attraverso le esperienze, la socializzazione e leducazione. La spiegazione consiste nel fatto che le relazioni interpersonali hanno sempre uno scopo. Se il soggetto non riesce a ottenerlo elabora strategie alternative per conseguirlo; una di queste laggressivit. Se laggressivit si dimostra efficace, si rinforza e si crea una tendenza a usare di nuovo questo comportamento in situazioni simili (condizionamento operante). Unaltra spiegazione di questa teoria quella del modellamento: se il soggetto nota che gli altri conseguono i loro obiettivi con laggressivit, cerca di imitarli in questo comportamento. Ad esempio la TV pu condizionare in questo modo sia a breve che a lungo termine i comportamenti degli spettatori. La violenza televisiva pu aumentare le tendenze aggressive a lungo termine se presentata come efficace, se presentata come comportamento normativo (priva di conseguenze per la vittima e giustificabile), se lo spettatore pu identificarsi con chi agisce e se lo spettatore in stato di eccitazione emozionale. Se lo stimolo di lunga durata, pu portare a cambiamenti degli atteggiamenti e del sistema cognitivo. Frustrazione e aggressivit. La terza teoria quella della frustrazione/aggressivit. Essa stata elaborata da alcuni studiosi di Yale che affermano che non possibile cercare concetti come listinto di morte o pulsioni innate, ma necessario elaborare concetti operativi, cio verificabili sperimentalmente. Uno di questi riguarda il fatto che un soggetto diventa aggressivo in risposta ad una frustrazione, cio quando si presenta un ostacolo che impedisce il raggiungimento del fine prefissato. Laggressivit non sempre diretta contro la fonte reale della frustrazione, ma pu anche rivolgersi verso un altro oggetto (spostamento). La critica principale che pu essere mossa a questa teoria consiste nella relazione causale troppo diretta tra la frustrazione e laggressivit, perch talvolta la frustrazione pu originare altre reazioni come depressione, tristezza, sofferenza, e cos via. Inoltre laggressivit pu avere anche altre cause oltre alla frustrazione. In definitiva, corretto considerare laggressivit come uno dei possibili comportamenti che possono essere originati dalla frustrazione, che a sua volta pu essere intesa come preparazione eventuale allaggressione. Per manifestare il comportamento aggressivo sono necessarie anche altre condizioni, come afferma Berkowitz con la teoria del segnale/stimolo: laggressivit nasce dalla frustrazione (attivazione emotiva o arousal, stress) e dagli stimoli ambientali appropriati (di condizionamento) che possano liberare la rabbia generata dalla frustrazione. Ad esempio, la presenza di armi da fuoco pu provocare un aumento dellaggressivit.
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I GRUPPI SOCIALI
La prestazione del gruppo
Determinanti della produttivit
Il modo in cui una persona o un gruppo esegue un compito dipende da due fattori: le richieste del compito e le risorse umane. Le richieste del compito sono le risorse che occorrono per poter eseguire un compito, mentre le risorse umane includono tutte le conoscenze, le abilit, la perizia o gli strumenti adeguati in dotazione allindividuo o al gruppo che cerca di risolvere il problema. In altri termini, le richieste del compito specificano gli strumenti necessari, mentre le risorse umane determinano se lindividuo o il gruppo possiedono tali strumenti. Nellambito delle risorse umane, necessario distinguere ancora tra la produttivit potenziale (che segnala in che misura le risorse umane a disposizione sono sufficienti per fronteggiare le richieste del compito) e la produttivit effettiva (che consiste nelleffettiva prestazione). Spesso la produttivit potenziale e quella effettiva non sono corrispondenti in quanto si possono verificare delle perdite inerenti al processo che diminuiscono la produttivit effettiva rispetto a quella potenziale. Un tipo di perdita che si verifica nei gruppi consiste nel fatto che spesso si raggiunge un consenso sulla base delle decisioni della maggioranza, ma non detto che queste decisioni siano corrette. Per evitare questo processo basta incoraggiare la partecipazione attiva di tutti i membri del gruppo.
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Per quanto riguarda la cooperazione, i membri si aiutano tra loro e il gruppo nellinsieme sar fortemente motivato a raggiungere lo scopo del gruppo. Nel caso della competizione i membri si ostacolano tra loro e il gruppo nellinsieme avr una minore probabilit di produrre un buon risultato di gruppo. Se esistono elementi sia competitivi che cooperativi si parla di una situazione a motivazione mista. Un esempio il dilemma sociale, in cui i membri del gruppo sono avvantaggiati dal punto di vista individuale se producono il meno possibile, ma come gruppo hanno maggiori vantaggi quando ciascuno contribuisce al compito di gruppo. stato provato che nei gruppi di grandi dimensioni le perdite di motivazione sono maggiori di quelle che si verificano nei gruppi piccoli, perch il comportamento dei singoli diventa meno identificabile. Anche leffetto free-rider (se si pensa che i propri sforzi non siano considerati indispensabili) e leffetto parassita (temere che gli altri membri approfittino del proprio operato) possono diminuire gli sforzi dei singoli.
Le norme. Le norme sono standard di condotta impliciti o espliciti che servono a regolare linterazione tra i membri. Le norme tendono a svilupparsi in modo da rappresentare una media dei giudizi individuali espressi a priori (convergenza). Inoltre le norme dei gruppi variano a seconda dellinformazione disponibile ai membri. pi facile osservare uno sviluppo di norme di produzione quando il rendimento maggiore piuttosto che una diminuzione di norme quando il rendimento diventa pi scadente, inoltre le norme cambiano con maggiore facilit dopo un successo che dopo un fallimento. Una volta stabilite, le norme intese a definire i livelli di produzione accettabili sono decisamente resistenti al cambiamento; tuttavia, se si adottano delle tecniche di persuasione, possibile attenuare in parte la resistenza dei gruppi al cambiamento delle norme e indurli ad accettare i nuovi standard. Le funzioni principali delle norme sono quattro: aiutare il gruppo a raggiungere i propri obiettivi, garantire la sopravvivenza del gruppo, creare e mantenere una struttura di riferimento reciprocamente condivisa che funge da realt sociale e definire le relazioni con lambiente sociale. Le reti di comunicazione. Le reti di comunicazione sono modelli di comunicazioni sistematici che possono influenzare la prestazione e la motivazione del gruppo. Per quanto riguarda le prestazioni, in compiti facili (in cui fondamentale la coordinazione), i gruppi centralizzati sono favoriti, mentre in compiti difficili inizialmente i gruppi completamente aperti sono i migliori (perch allinizio ci si concentra sulla soluzione del problema piuttosto che sullorganizzazione del gruppo), mentre i benefici di un gruppo centralizzato si potranno avvertire solo in seguito. Per quanto riguarda la motivazione del gruppo, nelle reti decentralizzate la soddisfazione generale maggiore, mentre nelle reti centralizzate la persona che occupa la posizione centrale giudica il compito pi piacevole rispetto ai membri marginali, in quanto egli dispone di maggior potere e quindi si sente pi appagato.
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Le relazioni intergruppi
Introduzione
Le relazioni intergruppi sono azioni compiute da membri di un gruppo nei riguardi dei membri di un altro gruppo. Esse possono essere conflittuali oppure cooperative.
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