La preoccupazione per ci che i giovani imparavano al cinema era linizio dei Payne Fund Studies.
Facendo unanalisi su circa 1.500 film si sono trovati 10 generi principali: crimine, sesso, amore, mistero,
guerra, infanzia, storia, avventura, commedia e questioni sociali.
Ma solo tre erano le pi frequenti nel 75% dei film: crimine, sesso, amore e spesso venivano raffigurati
personaggi che facevano uso di alcool e tabacco.
Il filone della ricerca sugli effetti pu essere articolato in:
Studio degli effetti del cinema sugli atteggiamenti degli individui
Studio degli effetti del cinema sul comportamento quotidiano degli individui
La ricerca pi significativa fu quella di Thurstone e Peterson, i quali analizzarono lorientamento dei
bambini nei confronti di alcuni gruppi etnici, di alcune questioni sociali, ecc
Latteggiamento del bambino venne analizzato sia prima che dopo la visione del film.
I risultati portarono alla conclusione che i bambini rimangono molto influenzati da quello che vedono.
Al contrario, Blumer adotta una metodologia qualitativa che presenter il fianco a qualche critica.
Il cinema influenza la vita dei bambini quando propone soggetti nei quali identificarsi.
Il cinema diventa una sorta di scuola delletichetta dove imparare atteggiamenti, comportamenti, stili,
linguaggio, ecc
Capitolo 2 - Lo sviluppo della ricerca empirica: dalla manipolazione alla comunicazione persuasoria
2.1. La scoperta delle variabili intervenienti
Nel 1948 un studioso diceva che certi tipi di comunicazione su certi temi su certe persone in certe
condizioni hanno certi effetti.
Questa definizione introduce il concetto di intenzionalit della comunicazione, cio la volont di perseguire
uno scopo da parte dellemittente.
Da qui, oggetto di studio diventano le campagne caratterizzate da obiettivi specifici e dichiarati e durata
limitata e da sponsor pubblicitari.
Questo nuovo oggetto di studio rispondeva ad esigenze di vari campi.
Lattenzione, per, si concentr su un unico effetto: quello che riguarda la dimensione di influenza dei
mass media sulle opinioni e atteggiamenti a breve termine.
Lelevato numero di ricerche in quegli anni testimoni che cera bisogno di introdurre fattori di mediazione
tra i messaggi mediali e i membri dellaudience.
Il problema era trovare dati empirici univoci sulla presenza di effetti a breve termine sul pubblico.
Il potere dei media sembrava non soddisfare le aspettative per dimostrare la validit di tali assunti.
Inizialmente, i ricercatori ipotizzarono dei fattori di mediazione: con lespressione variabili intervenienti,
Katz e Lazarsfled dichiarano che esse contribuiscono a facilitare il flusso di comunicazione tra media e
masse e allo stesso tempo a bloccarlo.
Una prima occasione per riflettere viene da Cantril, che analizz le reazioni al radiodramma La guerra dei
mondi di Orson Welles: come risultato si riscontr labilit critica dei soggetti, cio la capacit di valutare
le situazioni e reagire in modo appropriato.
Successivamente, Klapper afferma che i fattori di mediazione possono essere individuati in base al
pubblico, cio in base a una esposizione ai messaggi favorita o bloccata, e al messaggio, cio in base alle
caratteristiche del contenuto e delle modalit di presentazione.
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Successivamente si parla di dissonanza cognitiva, cio che gli individui sono maggiormente
propensi ad esporsi a quel messaggio che riduce la rottura tra il comportamento effettivo e ci in
cui essi credono.
Se per caso il soggetto non costruisce la barriera intorno alla opinioni preesistenti, entra in gioco la
percezione selettiva, cio un meccanismo che porta una distorsione del messaggio fino a
renderlo coerente con il sistema di credenze.
Poi abbiamo la memorizzazione selettiva cio la presenza di un ricordo depurato dalla
presenza di eventuali fonti di disturbo.
Ad esempio, quando una persona che stata esposta da una comunicazione d una reazione
distorta del contenuto, difficile determinare se il contenuto stato captato selettivamente , se
stato percepito ma non conservato o se i due processi sono complementari.
Infine abbiamo leffetto Bartlett secondo il quale si memorizzano gli elementi pi vicini al proprio modo di
sentire e a scartare quelli pi differenti, e lo sleeper effect, secondo il quale la forza di un messaggio pu
restare assopita come pu aumentare.
2.4. I fattori di mediazione rispetto al messaggio
Se nel caso dei fattori di mediazione rispetto al pubblico possibile sintetizzare il corpo di ricerca con i
meccanismi della selettivit, non possibile fare lo stesso con i fattori di mediazione rispetto al messaggio
perch pu accadere che il messaggio sia efficace per alcuni soggetti ma non per altri.
Importante stato il lavoro di Hovland e i suoi colleghi, che consente lindividuazione di alcuni elementi
che sono importanti nel facilitare o ostacolare lefficacia dei messaggi.
Larea di indagine rimanda allassunto secondo il quale lefficacia di una comunicazione dipende dal
comunicatore.
In termini operativi, il concetto stato articolato nella dimensione della competenza (intesa in riferimento
allautorevolezza e alla reputazione) e in quella della fiducia (intesa come attribuzione o meno di un
intento persuasorio da parte del comunicatore.
Hovland e i suoi collaboratori sottoposero a un gruppo di soggetti quattro dichiarazioni su argomenti
diversi sia con forte che con scarsa credibilit.
Per esempio cera la questione se fosse stato possibile costruire sottomarini atomici. I risultati mostravano
come la scarsa credibilit influiva sulla valutazione sullargomento. La credibilit della fonte ad esempio
agisce quando la scelta della testimonial di prodotti di bellezza ricade su donne bellissime.
Un altro importante progetto era quello dellAmerican Soldier cio di quel progetto che chiam a raccolta
le migliaia di soldati in partenza della guerra. Le autorit militari proposero un complesso piano
persuasorio per le truppe che vide coinvolto il regista Franz Capra nella direzione di una serie di film
intitolata Wht we fight.
Gli obiettivi da raggiungere erano:
La consapevolezza che si era di fronte a un compito arduo
La convinzione che era possibile affrontarlo
Il riconoscimento agli Alleati di fare tutto il possibile contro il nazismo
Un risentimento diffuso tra i nemici
La convinzione che la vittoria avrebbe migliorato il paese
A distanza di una settimana dallesposizione del film, i soldati vennero intervistati con delle domande
specifiche. I risultati mostrarono che cera stato un incremento di informazioni, che i soldati avevano
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cambiato opinione su particolari punti, che cerano stati effetti quasi nulli sulle opinioni sul tema generale
e che nessun effetto era stato registrato sullincremento delle motivazioni per combattere dei soldati.
Successivamente furono fondate due trasmissioni radiofoniche:
Una, one side, che presentava un solo aspetto della questione
E unaltra, both sides, che presentava i diversi aspetti della questione
Lobiettivo era valutare lefficacia dei programmi per preparare i soldati alla guerra.
Un elevato livello di istruzione dei soggetti faceva propendere per un messaggio tipico della
programmazione both sides del problema.
Capitolo 3 - Gli effetti limitati dei media
3.1. La centralit delle reti sociali
Unulteriore tappa nello studio comunicativo collocato nella riscoperta delle reti sociali.
Importante fu lanalisi di Lazarsfeld, Berelson e Gaudet che notarono come le persone venivano molto
influenzate da contatti personali per la scelta finale del voto durante la campagna.
Gli individui smentivano lipotesi dellatomizzazione sociale e si mostravano, invece, allinterno di reti
relazionali decisamente efficaci.
Nel corso degli studi si and definendo la figura del leader dopinione.
Abbiamo a questo punto una riscoperta del gruppo primario che si diffondeva in quegli anni, anzi si parla di
riscoperta in relazione agli studiosi delle comunicazioni di massa.
In ambito sociologico, il contributo pi significativo ci viene dato dagli esperimenti negli stabilimenti
Hawthorne negli anni 20 che studi i soldati coinvolti nella 2 guerra mondiale.
Tale esperimento dur 5 anni e aveva come obiettivi quelli di migliorare il morale dei lavoratori e di
aumentare la produzione.
I 4 esperimenti eseguiti fecero emergere la mancanza di rapporto tra lilluminazione e lefficienza del
lavoro.
Un altro esperimento era la questione delle norme produttive che gli operai fissavano informalmente che
si regolavano tramite opinioni di gruppo:
Non produrre troppo senn sei uno sgobbone
Non produrre troppo poco senn sei un perditempo
Non dire nulla che possa fare danno a un compagno senn sei uno spione
Non cercare di tenere le distanze sociale e di agire con troppo zelo.
Queste norme servivano a regolare lappartenenza o esclusione al gruppo.
La posizione degli operai nel gruppo dipendeva dal rispetto di tali opinioni.
La scoperta di un gruppo informale rappresenta il contributo conoscitivo offertoci dagli esperimenti di
Hawthorne.
Sono stati raggiunti risultati simili con Stouffer, che individu nella rilevanza dellattaccamento a un gruppo
informale la ragione di una maggiore propensione al combattimento, e Shils che individu maggiore
solidariet nel gruppo primario di veterani e non nelle reclute.
3.2. Linfluenza personale e il flusso a due fasi della comunicazione
Linteresse degli studiosi per il ruolo dellinfluenza personale nelle comunicazioni di massa si manifesta
nellambito della ricerca di Lazarsfeld, Berelson e Gaudet sulla campagna presidenziale del 1940.
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Si scoperto che le discussioni politiche sono state pi menzionate della radio e della stampa. La maggiore
efficacia dei contatti personali deriva da alcune caratteristiche dei contatti face-to-face.
Intanto, il peso dei contatti personali da attribuirsi alla loro casualit e alla non intenzionalit persuasoria.
Cio, i mezzi di comunicazioni di massa hanno uno scopo persuasorio, mentre i contatti personali no,
quindi favoriscono una conferma dellopinione.
In secondo luogo, i contatti personali si caratterizzano per lelemento della flessibilit che pu evitare
effetti boomerang: nel corso di una conversazione si pu intervenire minimizzando alcuni aspetti come
possono essere enfatizzati altri aspetti.
Inoltre i contatti personali hanno una forte spinta sociale di tipo conformista. Per esempio, se un volantino
sostiene che per votare per un certo partito significa non essere Americani, questo avvenimento pu
sembrare improbabile. Ma se lo dice un vicino e non gli si crede, egli pu arrabbiarsi mettendo in atto una
punizione.
Infine nei contatti sociali giocano un ruolo fondamentale la fiducia e il prestigio.
Coloro che secondo gli intervistati hanno maggiore capacit persuasoria, di alcune persone, dei mezzi di
comunicazione sono i cosiddetti leader dopinione.
Tali individui non appartengono a quella classe di soggetti ai quali si attribuisce prestigio allinterno della
societ, bens possono appartenere a qualsiasi strato sociale definendoli leader molecolari.
Una caratteristica dei leader dopinione il loro frequente uso dei media per lacquisizione di informazioni.
Per interpretare i dati raccolti sul diverso rapporto con i media, Lazarsfeld, Berelson e Gaudet elaborarono
il modello di flusso a due fasi della comunicazione.
Secondo tale modello, le idee sembrano passare dai mezzi di comunicazione ai leader dopinione, e da
questi ai settori minori della popolazione. Schematizzando abbiamo:
Fase 1 del flusso: esposizione ai media e selezione delle informazioni
Fase 2 del flusso: le informazioni selezionate vengono trasmesse al proprio gruppo di riferimento
Secondo McQuail e Windhal, possibile rilevare alcuni punti sul modello:
Gli individui non sono isolati socialmente
La risposta ai messaggi veicolati dai media non diretta e immediata ma mediata e influenzata
dalle relazioni sociali
Due processi sono allopera, uno di ricezione e laltro di risposta; la ricezione non equivale a una
risposta come la non-ricezione non equivale a una non-risposta
Gli individui non sono tutti uguali di fronte alle campagne mediali
I leader dopinione hanno un consumo mediale pi elevato, una percezione di s come persona
influente sugli altri
Gli assunti del flusso di comunicazione a due fasi verranno ripresi da Katz e Lazarsfeld, la cui ricerca
focalizz lattenzione sulla figura del leader dopinione, sui rapporti con gli altri soggetti e sul suo consumo
mediale.
Nel caso della ricerca di Decatur, lindividuazione delle persone influenti in merito alle attivit quotidiane
avvenne allinterno di un campione di 800 donne. Ai soggetti vennero somministrati due questionari su 4
aree specifiche: oggetti di uso domestico, moda, scelta degli spettacoli cinematografici e opinioni di
interesse pubblico.
Alle intervistate si chiese se avessero preso una decisione sugli argomenti trattati; in presenza di una
risposta affermativa si tent di individuarne linfluenza da parte dei mezzi di comunicazione.
Alle persone influenti o influenzate vennero somministrati questionari follow-up per approfondire lo studio
dellinfluenza esercitata.
I risultati mostrarono che le leader dopinione avevano un maggior contatto con i mezzi di comunicazione.
Katz e Lazarsfeld definirono due tipi di leader dopinione:
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Le comunicazioni di massa vengono analizzate ora in base alle funzioni, latenti o manifeste che siano.
La prima conseguenza di questo capovolgimento di eventi la si trova nellabbandono dellidea
dellintenzionalit della comunicazione e nella ricerca di effetti di manipolazione e di influenza.
La seconda conseguenza riguarda labbandono di un approccio di ricerca basato sullo studio delle
campagne a favore di una nuova strategia di analisi che parte da una situazione di normale presenza dei
media nella societ.
Lasswell individua 3 ambiti di attivit principali:
Il controllo dellambiente, cio la raccolta e la distribuzione delle informazioni
La correlazione tra le varie parti della societ nel rispondere alle sollecitazioni provenienti
dallambiente stesso
La trasmissione del patrimonio sociale da una generazione allaltra
Tra le funzioni delle comunicazioni di massa, Wright ne aggiunge una quarta: il divertimento che include
quegli atti comunicativi intesi a divertire.
I rapporti tra media e societ devono essere letti con lobiettivo di articolare:
Le funzioni e disfunzioni
latenti e manifeste
delle trasmissioni giornalistiche, informative, culturali e di intrattenimento
rispetto alla societ, ai gruppi, allindividuo e al sistema culturale
Rispetto al sistema sociale, i media esercitano una funzione di allertamento quando avvertono i cittadini
di un qualche pericolo o minaccia, ad esempio, gli eventi meteorologici.
Poi esercitano una funzione strutturale come gli scambi economici e la pubblicizzazione.
Rispetto agli individui, la diffusione delle notizie ha una funzione di utilit in quanto consente di
esercitare una sorta di controllo sullambiente circostante.
Le disfunzioni a livello individuale, invece sono collegate a un eccesso di informazione. Il sovraccarico di
notizie che si riversa sugli individui provoca in essi quella che Lazarsfeld e Merton hanno definito
disfunzione narcotizzante, cio la facilit di accesso alle informazioni che provoca un falso senso di
dominio sullambiente.
Gli studiosi che si sono rifatti al funzionalismo hanno prestato allindividuazione delluso da parte dei
cittadini dellofferta mediale. Abbiamo per la prima volta unaudience attiva. Cosa le persone fanno con
i media e non cosa i media fanno alle persone.
4.3 Linfanzia dellapproccio degli usi e delle gratificazioni: funzioni semplici e complesse
Nella ricostruzione dello sviluppo degli usi e delle gratificazioni, Blumler e Katz individuano la fase iniziale a
cavallo degli anni 40 e la definiscono infanzia.
In questa fase, essi collocarono i primi tentativi di avere una descrizione degli orientamenti dei sottogruppi
dellaudience nei riguardi di selezionati contenuti mediali.
Lindividuazione degli atteggiamenti degli individui di fronte ai media, costitu loggetto di ricerca di
numerosi sociologi.
Klapper riconduce il consumo dei media a due categorie di funzioni:
Le funzioni semplici: che offrono relax, stimolazione dellimmaginazione, interazione sostitutiva, e
tutti quegli altri fattori che diciamo possono fare compagnia o far stare bene chi usufruisce dei
media.
Le funzioni complesse tra le quali si collocano la distensione comunicativa e la scuola di vita.
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4.4. La maturit dellapproccio degli usi e gratificazioni: classi di bisogni e consumo mediale
I tratti caratteristici dellapproccio sono:
Un approccio metodologico fondato su domande aperte
Un approccio esclusivamente qualitativo
Nessuna attenzione al rapporto gratificazioni cercate/origini psicologiche del bisogno
Nessun tentativo di individuare relazioni tra le funzioni dei diversi media
Nel tentativo di pervenire a una sistematizzazione degli elementi di conoscenza acquisiti, si sono registrati
diversi tentativi di costruzione di classi di bisogni che spingono gli individui a consumare i prodotti dei
media:
Bisogni cognitivi
Bisogni affettivi/estetici (rafforzamento esperienza emotiva)
Bisogni integrativi a livello della personalit (rassicurazione)
Bisogni integrativi a livello sociale (rafforzamento dei legami)
Bisogni di evasione
Un ulteriore elemento di cui necessario tener conto quello relativo alle circostanze ambientali e sociali
che spingono il soggetto a gratificarsi con i media:
La situazione sociale crea tensioni e conflitti
La situazione sociale crea consapevolezza circa lesistenza di problemi
La situazione sociale crea rare opportunit di soddisfazione a cui i media sopperiscono
La situazione sociale fa emergere determinati valori rinforzati dal consumo mediale
La situazione sociale crea aspettative e familiarit verso certi prodotti mediali
Con la maturit dellapproccio usi e gratificazioni, abbiamo anche il concetto audience attiva, che dispone
delle cosiddette alternative funzionali, cio che pu scegliere tra diverse fonti quelli che pi soddisfa il
bisogno.
In realt, per, non si pu ignorare che alcune fonti non siano di facile accesso: per esempio, Internet
richiede lacquisto di un computer e le competenze di base necessarie al suo funzionamento.
Lapproccio degli usi e delle gratificazioni non si sottrae al tentativo di contribuire a illuminare lannosa
problematica degli effetti dei media.
Il contributo pi significativo viene da Blumler e McQuail che costruiscono un disegno di ricerca
finalizzato a dare risposta allinterrogativo: Se gli elettori non sono sensibilmente influenzati nelle loro
opinioni politiche dallesposizione ad una campagna televisiva, perch la seguono?.
Loccasione per la realizzazione della ricerca fu la campagna per le elezioni del 1964 in Inghilterra. Tramite
un panel di elettori, venne studiata lesposizione alla campagna elettorale televisiva insieme alle
motivazioni per lesposizione.
Il primo risultato fu la differenziazione di due categorie di elettori:
Cercatori di sostegno: alla ricerca di conferme alle proprie opinioni (congruente con altre
ricerche)
Cercatori di guida: alla ricerca di elementi utili alla decisione di voto (bisogno cognitivo e
maggiore esposizione alle campagne).
Let matura dellapproccio spiegato si chiude dando alla comunit dati, suggestioni e risultati sui quali
ancora si fanno ricerche.
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Benjamin (opera darte e tecnologia), Theodor Adorno e Max Horkheimer (le conseguenze sociali della
dialettica dellilluminismo).
Dal punto di vista politico e culturale, si andava affermando in Europa una corrente di pensiero che
rifiutava lortodossia sovietica e il revisionismo socialdemocratico. Gli studiosi della teoria critica
privilegiavano i riferimenti di Marx e agli studiosi sullalienazione e non sono esenti dalle influenze della
fenomenologia e dellesistenzialismo.
Per Wolf, lidentit della teoria critica si configura come costruzione analitica dei fenomeni che essi indaga,
da un lato, e come capacit di riferire tali fenomeni alle forze sociali che li determinano, dallaltro.
La ricerca sociale praticata dalla teoria critica si propone come teoria della societ intesa come tutto.
Il concetto di totalit alla base di questa elaborazione rifiuta qualsiasi possibilit di accontentarsi dello
studio di uno specifico fenomeno privo di una contemporanea contestualizzazione e di una individuazione
delle strutture di potere esistenti.
Horkheimer e Adorno sostengono che la sociologia diventa critica della societ quando non si restringe a
descrivere e ponderare le istituzioni e i processi sociali, per confrontarli, invece, con questo sostrato, la vita
di coloro cui le istituzioni si sovrappongono e con cui esse stesse vengono a coesistere.
Horkheimer e Adorno inoltre colgono la nascita dellindustria culturale che si articola in tre principali punti:
Il potere economico e politico come onnipervasivo e fonte di sfruttamento degli individui
La produzione di un film come la produzione di unautomobile
Il genere nellindustria culturale: stereotipi per un pubblico passivo
5.3. Lindustria culturale e la nascita dei generi
Horkheimer e Adorno sono diventati famosi per aver dato vita al concetto di industria culturale.
Film, radio e settimanali costituiscono un sistema. Ogni settore armonizzato in s e tutti fra loro. Film e
radio non sono arte, sono affari. Essi si autodefiniscono industrie.
Si di fronte a un sistema governato dai direttori generali che presentano unofferta apparentemente
diversificata.
Secondo Horkheimer e Adorno, la societ il frutto di una razionalit tecnica che la razionalit del
dominio stesso. Lindustria culturale deve agire sullautonomia del consumatore e sulla qualit del
consumo stesso.
Divertirsi significa accordo. Il divertimento possibile solo in quanto si isola e si ottunde dalla totalit del
processo sociale e rinuncia alla pretesa di riflettere il tutto. Divertirsi significa non pensarci e dimenticare il
dolore anche la dove viene mostrato. Ci annichilisce lautonomi e la critica del consumatore.
I prodotti stessi paralizzano quelle facolt per la loro stessa costituzione oggettiva.
Leasy listening o consumo distratto diviene lobiettivo per lindustria culturale e modello di consumo.
La riproposizione della dominazione degli individui si manifesta mediante una molteplicit di occasioni che
tolgono ogni speranza allindividuo di potervisi sottrarre. Qualsiasi fruizione deve avvenire senza alcuno
sforzo.
Lindustria culturale ricorre allo stereotipo, cio la stabilizzazione di alcuni elementi utili per la loro
riconoscibilit in futuro. Il ricorso alla stereotipizzazione si traduce nella nascita dei generi, che
definiscono il modello attuale dello spettatore, prima che si interroghi di fronte a qualunque contenuto.
Adorno individua i tratti portanti dellofferta televisiva che soddisfa tipi di pubblici diversi a partire da un
unico modello stereotipato.
Nellindustria culturale si propongono nuovi generi nel tentativo di evitare un rifiuto del pubblico, cio si
cerca di creare degli ibridi come informazione e intrattenimento.
5.4. Il ritorno del concetto di manipolazione
Nellindustria culturale lindividuo illusorio non solo per la standardizzazione delle sue tecniche
produttive. Esso tollerato solo in quanto la sua identit senza riserve con luniversale fuori di ogni
dubbio. Lobiettivo dellindustria culturale manipolare il pubblico. Tale manipolazione avviene tramite
lazione combinata di tutti i sistemi di comunicazione.
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Gli effetti manipolatori si muovono in modo manifesto o latente. Tali modi manifestano la tendenza a
canalizzare la reazione del pubblico.
Lofferta mediale punta alla riproduzione della mediocrit. Per gli individui non vi possibilit di fuga dai
media.
Per c un paradosso: come fa lindustria culturale a chiedere rapporti con un pubblico che non ha
autonomia?
Le scappatoie offerte dalla percezione e memorizzazione selettiva sono inutili e non consentono alcuna via
di fuga. Neanche lappartenenza a un certo strato sociale ha importanza.
In conclusione, abbiamo un nuovo gruppo di concetti, cio quello di manipolazione, industria culturale e
dominio e un nuovo modo di affrontare i media con la strategia della totalit.
5.5 La cultura di massa nella teoria culturologica
Morin afferma che la cultura trae origine dalle societ tecniche, industriali e corrisponde a una vita dove la
fame non pi un problema e dove emerge luomo dei consumi.
Egli vuole indagare sulla societ intesa come corpo di simboli, miti, concernenti la vita pratica e quella
simbolica. Non si occupa delle problematiche comunicative ma della cultura di massa espressa nel tempo
in cui vive.
Morin adotta lapproccio della totalit che ingloba in se il metodo autocritico, poich tende a cogliere
losservatore nel sistema delle relazioni. Al tempo stesso, sar possibile evitare il sociologismo astratto del
ricercatore tagliato fuori dalla sua ricerca.
A partire dalla consapevolezza che il prodotto culturale pu essere un prodotto industriale, Morin
individua una contraddizione tra le esigenze della standardizzazione della produzione e
lindividualizzazione dellopera. La razionalizzazione del lavoro richiesto per la produzione di un film o di un
qualsiasi altro prodotto impone regole che possono entra in conflitto con lindividualizzazione dellopera.
Sul fronte della produzione, lobiettivo quello di creare un prodotto di massa per un pubblico di massa
che riconosca e apprezzi gli stereotipi proposti. Un ulteriore risultato la tendenza a omogeneizzare sotto
un comune denominatore contenuti diversi.
Secondo Morin, un film sincretizza diversi temi presenti nei generi classici.
Limmaginario mima il reale, e il reale assume i colori dellimmaginario.
La cultura di massa la cultura del loisir, cio non solo di svago nel tempo libero, ma anche del consumo
dei prodotti che diviene autoconsumo.
La vita reale passa in secondo piano rispetto alla vita mediale e cos la cultura di massa indebolisce le altre
istituzioni.
Sul fronte culturale, fu importante il contributo di Hoggart. Con il suo libro The Uses of Literacy, per la
prima volta venivano studiati i prodotti culturali pi disparati, dai film ai fumetti, ecc.
Hoggart studi i luoghi della cultura pubblica come i pub e continuava a volgere il capo su una cultura
organica a rischio a causa dellomogeneizzazione dei prodotti culturali
Sul mezzo televisivo si sofferma Williams. Egli sostiene che la fruizione televisiva unesperienza di flusso,
una sequenza programmata.
Le caratteristiche principali dei cultural studies sono, secondo Grandi:
La riscoperta della funzione dellideologia e la revisione dei modelli comunicativi
Interesse verso lanalisi del testo e del contesto di consumo
I processi di significazione della vita quotidiana
I temi principali dei cultural studies sono da un lato, individuati nella revisione dei modelli comunicativi,
dallaltro, in unanalisi sul momento del consumo mediale.
6.2. Un nuovo modo di guardare laudience
A partire dal riconoscimento che il consumo televisivo avviene, in ambito familiare, lo strumento di analisi
prescelto quello dellapproccio etnografico, cio uno studio che si svolge allinterno del contesto
naturale entro il quale si manifesta il fenomeno in esame, in questo caso il consumo televisivo.
Lapproccio etnografico pu essere tradotto in termini semplici e di vita quotidiana come la presenza di un
estraneo in casa che ci osserva mentre guardiamo la tv e ci fa domande su ci che facciamo.
Nellambito della family television, Morley studia le reali modalit di consumo realizzato in 18 nuclei
familiari.
La fruizione televisiva viene considerata unattivit sociale che diventa collettiva ed esprime la vita
quotidiana dei soggetti.
Morley sostiene che la televisione funge anche da elemento delle attivit domestiche.
Egli afferma che si possono esaminare tutte le opportunit che la tv offre ai membri della famiglia per
avere dei momenti di collettivit e divertimento privato.
Secondo Lull ci sono due dimensioni di utilizzo della fruizione televisiva:
Dimensione strutturale: uso ambientale (compagnia, rumore di fondo), uso regolativo (scandisce
attivit quotidiane)
Dimensione relazionale: occasioni di comunicazione (temi per la discussione), dinamiche di
appartenenza-esclusione (legami tra membri), apprendimento sociale di modelli e valori, le
dinamiche competenza-dominio.
Tale modello si pu accomunare allapproccio degli usi e delle gratificazioni in quanto luso ambientale
ricorda le dichiarazioni della casalinga che ascoltava le soap operas negli anni 40.
Gli studiosi dei cultural studies sottolineano che la teoria usi e gratificazioni avrebbe unimpronta
psicologica in quanto si occuperebbe delle motivazioni individuali.
Nel proseguire la sua analisi sul rapporto tra significati codificati e decodificati, Hall elabora il modello
encoding-decoding secondo il quale i media codificano e il pubblico decodifica.
Ci sono tre modalit di decodifica:
Lettura egemonico-preferita: il telespettatore decodifica con lo stesso codice con cui il messaggio
stato costruito
Lettura negoziata: il telespettatore riconosce il codice egemonico ma si riserva il diritto di elaborare
interpretazioni alternative
Lettura di opposizione: il telespettatore riconosce il codice egemonico ma usando un quadro di
riferimento esterno, elabora uninterpretazione antitetica a quella suggerita dal codice.
6.4. Il modello semiotico-informazionale
Un contributo importante al superamento del modello matematico dellinformazione viene da Eco e Fabbri
introducendo il problema della significazione.
La connessione relazionale tra media e pubblici si colloca in un modello in cui lattribuzione di significato
unoperazione che salda il momento della codifica con quello della decodifica.
Inoltre i due studiosi introducono i codici e i sottocodici.
La fonte elabora un messaggio che viene emesso come significante con un certo significato. Attraverso il
canale con cui viene affidato, il messaggio viene ricevuto dal destinatario prima come significante, poi
come significato. Lintroduzione dei codici attribuisce grande importanza al momento dellattribuzione di
significato al messaggio pervenuto come significante.
Il processo comunicativo diventa un processo in cui loperazione di trasformazione del messaggio lunica
che consente lattribuzione di significato.
La mancata presenza di codici o sottocodici provoca la cosiddetta decodifica aberrante, che avviene con:
Codice sconosciuto, messaggio non compreso
Codici alternativi, messaggio non compreso
Interferenze ambientali, messaggio non compreso
Emittente delegittimato, messaggio rifiutato
Se esistono diversi codici e sottocodici che consentono lattribuzione di significato, ne consegue che tale
operazione sar negoziata tra il destinatario e lemittente.
I codici sono sistemi allinterno dei quali sono organizzati segni mediante regole che consentono a tutti i
membri della comunit di usarli. Gli elementi base dei codici sono:
Un numero di unit di base dal quale viene effettuata la selezione
Tutti i codici sono portatori di significato
Tutti i codici dipendono dallaccordo tra chi li usa e si basano su un background culturale condiviso
Tutti i codici rappresentano unidentit sociale o una funzione comunicativa
Tutti i codici possono essere trasmessi da media o canali appropriati
Fiske classifica due tipi di codici:
Codici broadcast: codici semplici, non richiedono apprendimento, sono orientati alla comunit
Codici narrowcast: codici definiti, richiedono apprendimento, sono orientati alla persona e
conferiscono status.
6.5. Dal messaggio al testo: il modello semiotico-testuale
Nel 1978, Eco e Fabbri sottolineano come al centro del processo comunicativo vi sia un testo.
La situazione questa:
I destinatari non ricevono singoli messaggi, ma insiemi complessi ovvero testi
Il messaggio pu usare un singolo codice, il testo usa molteplici codici
Il messaggio esaurisce la sua significazione con il riferimento al codice, il testo invece incorpora in s
anche il non detto e il presupposto che vanno oltre il codice.
La nozione di testo implica anche altri due fattori:
1. La nozione di testo comporta il riferimento a pi sostanze e pi codici
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2. Nel riferimento al codice il messaggio esaurisce la sua significazione mentre il testo ingloba in s
anche il non detto, cio le presupposizioni e le argomentazioni implicite.
Per poter fruire di tali testi, il destinatario ricorre alla competenza testuale, cio quella competenza che
si andata formando nelle vesti di consumatore di prodotti mediali.
Le competenza testuale si costruisce in riferimento ai prodotti gi presenti nellesperienza mediale del
soggetto. A partire dal testo, si d vita a una cultura testualizzata.
Il genere, infine, diventa fondamentale per la costruzione della competenza testuale dei soggetti e unit
minima di contenuto delle comunicazioni di massa.
Il modello semiotico-testuale riesce a superare il dato strutturale dellasimmetria tra emittente e
destinatario: lincontro avviene su un possibile terreno comune frutto di esperienze condivise.
Capitolo 7 La teoria dellagenda setting
7.1. Media e costruzione sociale della realt
Luhmann afferma che ci che sappiamo della nostra societ, lo sappiamo dai mass media.
La rilevanza assegnata allesistenza di rappresentazioni sociali del mondo ad opera degli individui segna
lapproccio massmediologico, allorch riconosce la riduzione delle esperienze di prima mano a vantaggio di
quelle di seconda.
Linevitabilit della prevalenza di esperienze di seconda mano viene dalle trasformazioni delle societ
industriali da un lato, e dallopportunit offerta dai media di vivere esperienze altrimenti impossibili
dallaltro.
Secondo Lippmann, la stampa, ma pi in generale i mass media, consentono ai cittadini, attraverso la
costruzione di stereotipi che contribuiscono a creare uno pseudo-enviornment, di conoscere eventi e
argomenti del tutto estranei alla loro realt soggettiva.
Gli elementi chiave che costituiscono tale posizione premetto di stabilire le coordinate di base che
caratterizzano lapproccio massmediologico.
I mass media offrono i riferimenti contestuali allinterno dei quali collocare e dar senso agli eventi stessi.
Il riconoscimento del ruolo giocato dai mass media nel processo di costruzione della realt da parte degli
individui caratterizza lattuale fase degli studi mediali.
Nella fase che secondo la Noelle-Neumann segna il ritorno ai powerful media, si abbandona lo studio delle
campagne per passare allo studio interno dei sistemi mediali.
7.2. Dallagenda dei media allagenda del pubblico
Cohen presenta lagenda setting come una metafora: la stampa non pu non essere capace di suggerire
alle persone cosa pensare, ma ha un potere sorprendente nel suggerire ai proprio lettori intorno a cosa
pensare.
La stampa, come lintero sistema mediale, offre agli individui temi e problemi sui quali pensare: non li
costringe ad assumere un punto di vista, ma ne organizza lorizzonte tematico.
Per Shaw, lipotesi dellagenda setting non sostiene che i media cercano di persuadere. I media presentano
al pubblico una lista di ci su cui possono avere unopinione.
Lagenda setting la comprensione che la gente ha di gran parte della realt sociale mutata dai media.
Gli individui sono esposti allinfluenza dei media per ci che riguarda lindividuazione dei temi, non per
quello che attiene alla valutazione.
Gli elementi chiave dell agenda setting sono:
I media determinano/ordinano gerarchicamente la presenza dei temi nellagenda
I media costruiscono lagenda degli individui come conseguenza dellagenda dei media
La prima ricerca per constatare tale nesso viene da McCombs e Shaw.
I due si concentrarono sul contributo della campagna del 1968 a Chapel Hill, ipotizzando che i mass media
determinano lagenda setting di ogni campagna elettorale influenzando limportanza attribuita dal
pubblico ai vari temi.
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La paura dellisolamento alla base di una intensa attivit, consapevole o meno, che deve poter mettere il
soggetto nella condizione di evitare limbarazzo e lisolamento.
La competenza quasi statistica il frutto dellinterazione con lambiente sociale e con i media.
Inoltre tutti i soggetti sono impegnati in una costante operazione di monitoraggio del clima dopinione su
certe tematiche. Il mezzo televisivo quello pi adatto per far emergere posizioni.
8.4. I media tra posizioni maggioritarie e posizioni minoritarie
Per evidenziare il ruolo dei media nella costruzione del clima dopinione, la Noelle-Neumann procede a
unanalisi comparata tra previsioni elettorali del pubblico e programmi televisivi a contenuto politico
andati in onda in quel periodo. Lesposizione al mezzo televisivo era emersa come una variabile in grado di
favorire la percezione del mutato clima dopinione.
La Noelle-Neumann ritenne che la popolazione avesse ricevuto due diverse interpretazioni della realt:
nacque cos un doppio clima dopinione, cio quella data dallosservazione in prima persona e quella
derivata dagli occhi della televisione.
Leffetto del clima dopinione televisivo viene visto come deleterio se il risultato delle politiche incerto.
Leffetto spirale come spostamento di opinione pu essere definito in due modi:
Risonanza: chi ha un punto di vista minoritario lo esprime se sostenuto dai media che cos aiutano a
far crescere e montare il nuovo clima di opinione prima minoritario
Articolazione: i media forniscono argomenti per aiutare i sostenitori dellidea a difenderla nelle
proprie interazioni sociali
8.5. Il limite dellabbattimento della selettivit
La complessa teoria della spirale del silenzio ha dei limiti.
Secondo Noelle-Neumann, la diffusione del mezzo televisivo mutano profondamente gli equilibri
precedenti perch consentono di superare la legge della percezione selettiva, punto forte della teoria sugli
effetti limitati dei media.
Poi ci sono i fattori di consonanza e cumulativit come elementi che superano la percezione selettiva. In
base a questi fattori la studiosa fa riferimento a un sistema mediale che molto pi complesso di come
stato rappresentato.
difficile che in un paese lintero sistema mediale assuma ununica posizione.
Se negli ultimi decenni osserviamo molti paesi democratici, possiamo osservare che lopinione pubblica
spesso divisa su molti temi e che le differenze tra posizioni maggioritarie e minoritarie sono davvero
esigue.
Oltre a consentire di cogliere il clima dopinione, i media contribuiscono tramite sondaggi a ribadire lo
stato di forza tra le diverse posizioni. Il rinforzo che tali sondaggi offrono stato individuato da Baudrillard,
il quale sostiene che i sondaggi costringono i cittadini alla coerenza statistica, cio a un continuo confronto
con la conferma statistica del proprio comportamento.
Infine abbiamo il concetto di pluralistic ignorance, cio una situazione nella quale gli individui credono di
essere gli unici a pensare in un certo modo e preferiscono non esprimersi e rimanere in silenzio.
La spirale del silenzio importante perch ci spiega il mutamento sociale, che pu essere agevolato dai
media senza che questi ultimi siano dotati di particolari poteri.
Capitolo 9 La teoria della coltivazione
9.1. La televisione come storyteller
La televisione ha la funzione di storyteller, cio di qualcuno che ci narra eventi e storie.
Casetti e Di Chio affermano che la funzione affabulatoria della televisione legata alla riflessione sulla
natura orale del discorso televisivo: la televisione parla, racconta storie che riflettono lattitudine dello
spirito umano a ricercare emozioni.
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Pi complessa la funzione bardica della tv, intesa come capacit di raccontare storie della comunit cos
come il bardo leggeva gli editti e le ultime disposizioni.
La televisione ci propone mondi, comportamenti, atteggiamenti e opinioni sottoponendocele sottoforma
di storie che narrano del passato e del presente.
Le caratteristiche della funzione bardica delle televisione sono:
Individuare: lopinione culturale circa la natura della realt
Coinvolgere: i membri nel sistema di valori dominanti
Celebrare: le azioni dei rappresentanti verso il mondo esterno
Rassicurare: la cultura in generale della sua adeguatezza
Svelare: inadeguatezze pratiche della cultura
Convincere: il destinatario che statue e identit gli sono garantiti dalla cultura
Trasmettere: attraverso queste propriet un senso di appartenenza culturale
9.2. Cultural Indicators Program
Il Cultural Indicators Program, prende il via nel 1967 e analizza il contenuto televisivo fino al 1974.
Scopo di tale programma analizzare le conseguenze del crescere e del vivere con la televisione.
Gebner afferma che la teoria della coltivazione basata sui risultati di ricerca che indicano lesistenza di un
persistente, pervasivo e compiuto mainstream televisivo su una grande variet di correnti e controcorrenti
concettuali. Mainstreaming significa che i telespettatori forti possono asorbire o non tenere conto delle
differenze di prospettiva e di comportamento che normalmente provengono da altri fattori e influenze.
Il Cultural Indicators Program si articola in tre strategie:
Analisi dei processi istituzionali, che consiste nellanalisi dei meccanismi della produzione di fiction
Analisi del sistema dei messaggi, che consiste nello studio sistematico di un campione di fiction tv
(identificazione dei pattern)
Analisi del pubblico, che consiste nella correlazione tra rappresentazione del mondo in tv e
rappresentazione dei telespettatori (survey locali o nazionali e confronto con Istituti di ricerca
nazionali).
Gli studiosi, per si occupano prevalentemente delle ultime due.
Il centro focale della teoria lanalisi della coltivazione, cio lanalisi empirica delle risposte fornite dai
telespettatori circa la realt sociale. I ricercatori vogliono individuare eventuali differenze tra coloro che
dedicano molto tempo al mezzo televisivo, al punto di fornire le cosiddette risposte televisive, e coloro
che vengono definiti telespettatori deboli.
Il concetto di coltivazione sta nel fatto che coloro che passano molto tempo a vedere la televisione sono
maggiormente propensi a interpretare la realt in termini televisivi. Il differenziale di coltivazione altro
non che il margine che separa telespettatori deboli e forti.
9.3. La coltivazione televisiva
Il progetto viene presentato come un tentativo di esplorare lipotesi che coloro che riguardano molta
televisione esprimeranno e percepiranno il mondo come un luogo squallido, descritto con parole che
riflettono alienazione e depressione.
Si tengono delle indagini sulla violenza indotta dalla televisione.
La definizione di violenza pu essere data dai seguenti termini:
Qualsiasi espressione di forza fisica contro se stessi o altri con lobiettivo di ferire o uccidere
Forme accidentali di violenza o catastrofi naturali, soprattutto quelle con un elevato numero di
vittime
Ogni atto che pu provocare seri effetti, pur collocato in contesti fantastici o umoristici
I ricercatori hanno contato sui dati registrati dal General Social Survey, per individuare lesistenza e la
diffusione di forme di sfiducia interpersonale tra la popolazione, e dellIndex of Alineation and Gloom, che
era articolato nei seguenti termini:
La situazione delluomo medio sta peggiorando
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Sono argomenti che non necessariamente arrivano alle persone e possono essere molto distanti dalla vita
quotidiana.
I risultati mostrarono che allidea dellallunaggio, ci aveva un basso potenziale comunicativo pensava fosse
improbabile.
I ricercatori dichiararono che non vi fu una misurazione puntuale della copertura mediale dellargomento.
Le eventuali trasformazioni furono considerate, ma esse non portarono alla chiusura del gap, sulla quale i
ricercatori non si sono molto concentrati.
Secondo i ricercatori, la stampa ha un effetto di Knowledge Gap e la televisione ha un effetto di livellatore
di conoscenza.
10.3. La chiusura degli scarti
Gli eventuali scarti conoscitivi tra gruppi possono scomparire in presenza di alcune condizioni.
Il meccanismo che porta alla chiusura o al rallentamento del gap identificato negli effetti soglia che si
manifestano in base:
Allinteresse nellaccesso allinformazione
Al grado di ripetitivit e diffusione dellinformazione
Alla preoccupazione generata da un argomento
Alleventuale conflittualit determinata da un argomento che fa aumentare linteresse
Allomogeneit delle comunit
Gli effetti soglia si possono ritrovare in teorie gi studiate:
Nellagenda setting, in cui la ripetitivit dellinformazione pu essere letta come una
trasformazione di un tema a soglia alta in un tema a soglia bassa.
Lagenda setting, inoltre, lopposto del Knowledge Gap perch, la prima attribuisce ai media un
tipo di influenza che coinvolga INTORNO al contenuto dei media, il secondo implica un costante
processo di differenziazione sociale nei sistemi di conoscenza.
Infine, c un collegamento con il flusso di comunicazione a due fasi, che favorisce la chiusura del
gap nelle piccole comunit.
In conclusione gli effetti-soglia potrebbero essere considerati la punteggiatura di un processo costante di
generazione degli scarti di conoscenza.
10.4. Il tema del presente: la questione del digital divide
Il lento ingresso di Internet allinterno del sistema mediale ha riproposto con maggior forza lesistenza di
squilibri tra gli information haves e information have nots, rendendo attuale la teoria degli scarti
conoscitivi.
Nel caso di Internet, si alimenta la questione del digital divide.
Sul versante dellofferta, Internet consente una frammentazione e targettizzazione dei messaggi pi di ogni
altro media. Sul versante del consumo, vanno sottolineate alcune variabili che entrano nella definizione di
un attuale potenziale comunicativo, rendendo pi evidenti i possibili scarti tra gruppi privilegiati e non.
Internet marginalizza il ruolo di storyteller, in quanto impone agli utenti la costruzione autonoma di un
percorso.
Il digital divide rischia di diventare il moderno spartiacque che crea discriminazione tra i cittadini.
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Linterazione con il sistema politico viene collocata da Blumler e Gutevitch lungo un continuum che va
dallautonomia alla subordinazione del sistema mediale. Usando i parametri sistemico-normativo e massmediale, i due studiosi analizzano i rapporti che si stabiliscono tra i due soggetti per individuare i modelli di
interazione.
Il parametro sistemico-normativo si divide in quattro gradi:
Grado di controllo statale sulle istituzioni (nomina dei vertici, finanziamenti)
Grado di partisanship dei media (coinvolgimento politico massimo, neutralit)
Grado di integrazione dellelte politico/mediale (sovrapposizione professionale)
Grado di consapevolezza della funzione sociale della professione giornalistica
Il parametro mass-mediale si basa su due continuum orientamento, uno pragmatico (logica mediale) e uno
sacerdotale (logica politica).
A seconda delle combinazioni dei questi due parametri nascono 4 diversi modelli:
Modello avversario (advocacy journalism)
Modello collaterale (prevalenza del sistema politico)
Modello dello scambio (interdipendenza politica/media)
Modello della competizione ( confronto duro politica/media)
Si pu rintracciare un rapporto di dipendenza biunivoca tra il sistema mediale e il sistema politico: si ha una
situazione di visibilit contro autonomia.
11.3. I rapporti di dipendenza degli individui dal sistema dei media
Come il sistema politico o gli altri sistemi, gli individui sviluppano relazioni di dipendenza dai media. una
dipendenza diversa da quella tra i vari sistemi.
Gli individui sviluppano tale dipendenza per orientarsi, per orientarsi e per svagarsi.
Possiamo definire 3 rapporti di dipendenza:
Comprensione
o Di s: interpretare i propri modelli di comportamento e valori
o Sociale: raccolta di informazioni utili per capire il mondo circostante
Orientamento
o Allazione: ricerca di indicazioni per individuare guide di comportamento (acquistare, votare,
decidere)
o Allinterazione: acquisire informazioni per apprendere modelli di comportamento
appropriati
Svago
o Individuale: consumo di prodotti mediali per ottenere relax e intrattenimento
o Sociale: consumo di prodotti mediali per interagire con gli altri
Tali obiettivi non possono essere raggiunti se non si accede al sistema mediale che compete per con altre
fonti informative come le reti sociali.
Si ipotizza che i soggetti si costruiscano una specie di dieta multimediale personale in grado di
permettere di raggiungere gli scopi prefissati.
11.4. Relazioni di dipendenza dai media ed effetti
Uno degli obiettivi della teoria della dipendenza quello di spiegare perch le comunicazioni di massa
hanno effetti potenti alcune volte e deboli effetti altre volte. A questo proposito si ipotizza un processo
cognitivo che aumenta le probabilit di influenza da parte di contenuti mediali.
Le relazioni di dipendenza avvengono in 4 fasi:
FASE 1. La distinzione fra due soggetti: selezionatore attivo (esposizione selettiva) e osservatore
casuale (esposizione accidentale)
FASE 2. Leffetto di altri elementi sulla dipendenza: scopi personali, ambiente, aspettative
sullutilit, facilit di accesso
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FASE 3. La presenza di una forma di stimolazione cognitiva o emotiva al cui aumentare, aumenta
il coinvolgimento
FASE 4. Aumentando il coinvolgimento, aumenta la dipendenza mediale e di conseguenza effetti
cognitivi, affettivi, comportamentali
Quando lambiente sociale ambiguo e/o in cambiamento, le relazioni di dipendenza degli individui e dei
gruppi si rafforzano.
Non pu essere sufficiente ipotizzare che le relazioni di dipendenza possono produrre sia cooperazione che
conflitto, n che gli effetti onda possono essere generati tanto dalla societ (dimensione macro) che
dagli individui ( dimensione micro).
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