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Q&A

1. De che cosa si tratta l’antropologia?


L’antropologia è una disciplina che studia l’uomo nel contesto
culturale, storico e ambientale in cui si vive.

2. Qual è la data di nascita di antropologia come una disciplina?


L’antropologia nasce come una disciplina nella meta secondo
dell’Ottocento e la data convenzionale è 1871 in cui viene
pubblicato il libro di “Primitive Culture” da Edward B. Tylor.

3. Dove nasce l’antropologia e perché quel periodo è importante?


L’antropologia nasce primo in Gran Bretagna e dopo e poi si diffonde
negli Stati Uniti ed Europa. Quel periodo dal punto di vista storica
era il periodo di positivismo, gran fiducia nella scienza e nel
progresso, il trionfo di colonialismo e nazionalismo.

4. Dite la prima definizione data alla cultura da Tylor nel suo libro?
La cultura o civiltà è quell’insieme complesso che include le
conoscenze, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e
qualsiasi capacità e abitudine acquisita dall’uomo di una società.

5. Di che cosa si tratta il piano del nostro agire?


Il piano del nostro agire è uno strumento che ci aiuta a comprendere
il comportamento delle persone. Per spiegare il piano del nostro agire
possiamo immaginare un triangolo/ piramide divise in tre parte.
Il piano ontologico (vertice della piramide): che è composto dai
valori e delle credenze che ognuno di noi ha uno.
Il piano normativo (centro della piramide) che suddivise in due
parti. Il primo parte è tutte le cose/regole che sono scritte nella legge
e costruiscono una nazione. Il secondo parte sono le cose non scritte
nella legge come tradizione.
Il piano delle pratiche (base della piramide): rappresenta tutte le
nostre azioni del quotidiano come che cosa facciano, che cose
diciamo, come mangiamo ecc.

*Tutti i piani devono essere lineari e devono avere una


corrispondenza tra loro per un certo equilibro. Per arrivare al piano di
ontologico l’individuo deve passare dai piani delle pratiche e

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normativo e il compito di antropologia è arrivare al piano ontologico


passando gli altri piani.

6. Nominate i principali evoluzionisti?


I principali evoluzionistici sono Tylor, Morgan, Spencer, Smith e
Frazer.

7. Di che cosa si tratta l’evoluzionismo?


Evoluzionismo si intende che tutta la realtà naturale e sociale è in un
costante movimento da uno stato originario indefinito verso le forme
più complesso e coerenti di organizzazione.

8. Che cosa significa l’evoluzione?


L’evoluzione secondo gli evoluzionisti è un processo di progresso
continuo versi i tempi migliori ed è anche l’unita dell’uomo e stadi
universali.

9. L’antropologia dell’Ottocento di che tipo della cultura era


caratterizzato?
L’antropologia dell’Ottocento era caratterizzata dalla
gerarchizzazione della cultura. Secondo cui il mondo veniva
composto da comunità umana valutata su una scala di evoluzione da
inferiore a superiore. Quello superiore era la civiltà occidentale e
tutto che era differente era inferiore.

10. A che cosa se referisce cultura al singolare?


Tylor si parla di cultura al singolare, perché referisce ad un unico
processo di evoluzione culturale. Quindi per gli evoluzionisti la
cultura era un processo unico che si sviluppava a velocità diverse in
diversi parte del mondo e la differenza era solo su avanzamento ed
arretratezza.

11. Quali erano il metodo del lavoro dei primi antropologi?


Il metodo del lavoro dei primi antropologi era in metodo di
comparativo ed il metodo di osservazione di partecipante.

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12. Spiegate il metodo di comparativo?


In questo metodo gli antropologi non andavano sul campo, ma il
compito da fare ciò spettava ai commercianti, biologi, missionari…
l’incaricato andava sul posto e con l’aiuto di manuale segnava la
presenza o assenza degli elementi culturali poi i manuali venivano
analizzati dagli antropologi basato da uno studio comparativo con la
cultura occidentale.

13. Di che cosa si tratta il metodo di osservazione partecipante?


Il metodo di osservazione partecipante è una tecnica che si
incentra sulla partecipazione dello studioso con mantenere la giusta
distanza ciò non troppo vicino da essere partecipante e non troppo
lontano. Infatti, non mantenere la giusta distanza, osservatore può
influire sull’ambiente e sulla cultura che osserva e così può alterare il
contesto di osservazione.

14. Di che cosa si intenda l’etnocentrismo e chi sono gli esponenti?


Etnocentrismo è la tendenza di considerare la propria cultura come
superiore e a giudicare le credenze e il comportamento dei popoli
culturalmente diversi in base ai propri standard. Gli esponenti sono
Tylor e Morgan.

15. Chi sono i particolaristi storici e di che cosa sostengono?


I particolaristi principali sono Boas, Kroeber e Lowie. La teoria del
particolarismo storico si oppone al metodo comparativo degli
evoluzionisti e afferma che ogni cultura deve essere studita in
relazione allo specifico ambiente in cui si sviluppa. I particolaristi
sostengono lo studio e la conoscenza delle culture nelle loro
singolarità, quindi è necessario scendere sul campo, entrare nella
comunicazione e vedere le caratteristiche di quel contesto.
L’obiettivo dei particolaristi è quello di conoscere le cause storiche
che hanno determinato i tratti culturali di quella civiltà.

16. Chi sono Mead e Benedict e di che cosa sostengono?

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Mead e Benedict sono gli esponenti principali del relativismo


culturale. Il relativismo culturale è la posizione secondo la quale i
valori e gli standard delle culture diverse differiscono e meritano
rispetto. L’antropologia è caratterizzata da un relativismo
metodologico piuttosto che morale.
Il relativismo morale: per comprendere un’altra cultura, gli
antropologi cercano di comprendere le motivazioni e le credenze dei
suoi membri.
Il relativismo metodologico: non preclude la possibilità di esprimere
giudizi morali o di scendere in campo per prendere posizioni contro
pratiche ritenute disumane.

I relativismi credono che tutte le culture siano degne di per sé.

17. Chi sono gli esponenti principali del funzionalismo e di che


cosa si trattano?
Gli esponenti di questa teoria sono Malinowski e Radcliffe-Brown.
Sono gli antropologi che dominarono l’antropologia del Novecento e
in particolare Malinowski ha contributo al rinnovamento della
disciplina attraverso il metodo di Osservazione Partecipante. I
funzionalisti sostengono che ogni cultura è un sistema chiuso e i
funzionalisti sono interessati a capire la funzionalità di un sistema
più che i motivi storici che lo spiegano. I funzionalisti anche come
relativisti sono oppone alla teoria degli evoluzionisti del Ottocento.

18. Di che cosa si tratta il interpretativismo e ch’è il suo esponente?


L’esponente principale è Geertz e lui sostiene che la cultura è come
un testo e il metodo per conoscerla consiste di un lavoro di de-
stratificazione dei significati.

19. Di che cosa si intenda lo strutturalismo e chi è il suo esponente?

20. Che cosa è la diversità?


Uno stesso elemento in due contesti culturali differenti può avere un
significato completamente diverso. L’antropologia non si occupa
soltanto dell’uomo e delle sue culture diversi ma anche si studia tutti
quelli ambiti dove esistono le relazioni e le differenze. Non siamo

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diversi all’interno del proprio contesto socioculturale ma siamo


diversi quando ci confrontiamo con un altro contesto culturale. Se
l’altro è diverso, lo siamo anche noi. Il problema se crea quando la
diversità che è oggettivo viene caricato da un giudizio di valore
soggettivo e così se trasforma in differenza e può portare ad una
categorizzazione di superiorità o inferiorità culturale. Spesso ci
soffermiamo sulle differenti che vediamo nell’altro non sulle nostre
perché vengono interiorizzata. Invece sembra ricorrente nei
comportamenti umani l’associare diversità con ostilità, questa
associazione si chiama etnocentrismo che può essere abitudinale o
ideologico.
Etnocentrismo abitudinale è quello che si presenta in tutti di noi
invece quello ideologico si presenta in alcuni che definiscono la
propria cultura come superiore all’altre.
Le diversità relazionali sono legate alle esperienze e più che ci
confrontiamo alla diversità più siamo propensi a vederla tale e non a
trasformarla in differenze.

21. Quali sono le caratteristiche della diversità?


Le caratteristiche della diversità sono relazionali, situazionale,
verbali e dinamici.

22. Quali sono i macri fattori della diversità?


Sono:
 ambientali: dov’è è vissuto e vive ciascun gruppo umano.
 Organizzazione sociale: i sistemi di relazione per la produzione
della vita sociale che ciascun groppo ha costruito e costruisce.
 Forme culturale di mediazione tra sé e l’altro: forme di
interpretazione dell’esperienze che ciascun gruppo ha elaborato
ed elabora.

23. Che cosa è la somiglianza?


Gli elementi comuni a tutte le culture, tra cui: vita sociale,
modificazione le strutture relazionale, pensare grazie ai simboli e
concetti e comunicare tramite il linguaggio.

24. Definite l’inculturazione e acculturazione.


Inculturazione: i processi con i quali l’individuo acquisisce la
cultura del proprio gruppo tramite contenuti, pratiche e valori. Il

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processo è per la maggior parte un processo passivo perché


l’individuo non può scegliere la sua propria cultural neanche la sua
madrelingua. Secondo Herskovits, il processo dura tutta la vita ma ci
sono tre fasi diversi: fase dello studio infantile, adolescenze e adulto.

Invece Acculturazione è l’incontro di due diverse culture, la fusione


di due elementi culturali. Ciascun gruppo culturale o l’individuo può
modificare i propri schemi culturali nel contatto con l’altro ma
questo non vuol dire di rifiutare l’integralità della sua proprio cultura
tradizionale.

25. Definite la razza e l’etnia.


Razza: un gruppo umano che condividono delle caratteristiche
semantiche, intellettuali e comportamenti fondate biologicamente e
trasmesse per l’ereditaria.

Etnia: deriva dal greco ethnos e nell’Ottocentesimo era sinonimi di


stirpe, moltitudine e nazione. Raggruppamento umano i cui
componenti sono accomunati da lingua, cultura, tradizione, tipologia
non necessariamente chiuso in confini rigidi. A partire dal 1896
inizio ad utilizzare per indicare qualità culturale, psicologiche e
sociale di un popolo.

26. Definite il segno e il simbolo con l’esempio.


Segno: è una realtà che è dotata di una propria consistenza ma che
rimanda ad un'altra realtà. Esempio: la nebbia piogge o Il fumo
una cosa bruciata.
Simbolo: rimanda a qualcosa di invisibile, rimanda sempre a
qualcosa altra. Distinguiamo nel simbolo il significante e il
significato.
Significante una parola o un’oggetto.
Significato è ciò che l’uomo attribuisce a quell’oggetto.

Il significato può cambiare in base alla cultura, epoca e luogo.


Cultura: il colore bianco in Italia si indossa dalle spose ma in India
dalle vedove.
Epoca: la mano di Fatima il suo significato religioso a
portafortuna.

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Luogo: il triangolo in matematica non ha un significato ma in chiesa


è il simbolo di trinità.

27. Di che cosa si tratta il linguaggio?


Il linguaggio è un fenomeno bioculturale (bio: hardware, culturale:
software). Quando parliamo di linguaggio ci referiamo a una capacità
innata degli esseri umani di usare una lingua, a una capacità
universale di creare un codice comunicativo unico e comprensibile e
all’uso sia del verbale che del non verbale.

28. Spiegate legame tra lingua e cultura.


La lingua è anche un prodotto culturale. I parlanti nativi di una data
lingua non condividono soltanto le conoscenze grammaticale e i
vocaboli con gli altri parlanti ma anche modi di parlare, usi i
costumi della lingua e il contesto culturale e tutto ciò che
rappresenta un fenomeno di inculturazione. Il sistema linguistico
deve essere riportato al contesto culturale, infatti, c’è una relazione
stretta tra la lingua e la cultura. Duranti afferma che chi studia
un’altra lingua non acquisisce soltanto un codice linguistico ma un
altro bagaglio culturale.
Inoltre, secondo Harry Hoijer, non si dovrebbe di parlare (la lingua
e la cultura) bensì (la lingua è cultura) perché non c’è niente di più
dinamico della lingua e la cultura. Hymes afferma che per
comprendere il funzionamento di una cultura bisogna considerare i
fattori socioculturali in cui viene utilizzata.

29. Quando nascono gli human animal studies (zooantropologia) e


di che cosa si occupano?
Gli human animal studies o Zooantropologia nasce tra gli anni
1970 e 1980 e si occupano di interazione tra l’uomo e animale
(entrambi come soggetti) in tutte le sue componenti. La presenza di
animale non deve essere ignorata perché continuamente a
considerare le animali come oggetti, l’antropologia offre una
comprensione soltanto parziale dalla realtà. L’antropologia si occupa
di questo campo perché si ha la convinzione che grazie alla relazione
con altre specie si piò arrivare a capire qualcosa di più sull’uomo.

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