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Il libro di Anolli qui riassunto ripercorre le tappe principali dello studio della cultura e della cultura stessa. Dalle caratteristiche dell'homo sapiens che l'hanno reso soggetto in grado di 'fare cultura', a differenza degli altri primati, all'attualissima necessit di avere una mente multiculturale, che da una zona di frontiera sappia accogliere e arricchirsi dell'intreccio culturale del quale le nostre societ ormai si compongono.
Universit: Facolt: Corso: Esame: Docente: Titolo del libro: Autore del libro: Editore: Anno pubblicazione:
Universit degli Studi di Milano - Bicocca Scienze dell'Educazione Scienze dellEducazione Psicologia della comunicazione Luigi Anolli La mente multiculturale Luigi Anolli Laterza 2006
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Il novizio, pi che apprendere la cultura dallesperto, se ne appropria attraverso lesperto stesso entro una cornice di partecipazione. Da un lato, tale cornice viene a influenzare la configurazione e il decorso dellevento; dallaltro, prepara lindividuo a saper affrontare in modo pi adeguato altri eventi simili. Lappropriazione un processo di trasformazione e fa riferimento al cambiamento che deriva al soggetto dalla sua partecipazione a una data attivit: la partecipazione un processo unitario, individuale e sociale allo stesso tempo. La cultura una realt complessa in continua evoluzione, e il processo di appropriazione consente di spiegare contemporaneamente levidenza del cambiamento culturale (appropriarsi di qualcosa significa ricombinarla e ricostruirla in qualche modo), sia quella della continuit culturale (una volta che certi aspetti culturali sono stati appropriati, tendono a restare stabili).
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ciascuno dei quali ha seguito una propria linea evolutiva in modo progressivo e parallelo verso forme di maggiore successo. In base a questo modello, luso di singoli simboli avrebbe condotto in primo luogo alla condivisione di significati da parte dei membri di un clan. Tale uso si sarebbe poi combinato con la convenzionalizzazione delle vocalizzazioni, in modo da produrre un sistema fonologico categoriale-digitale allinterno del proprio gruppo. A sua volta, il sistema fonologico avrebbe dato origine a un sistema combinatorio di suoni in grado di generare un numero illimitato di parole. Successivamente la concatenazione di simboli avrebbe reso possibile la costruzione di frasi pi estese, regolate dallordine delle parole. Sarebbero poi comparse parole per rappresentare i concetti relazionali (di tempo, di spazio, di causa, ecc.). Secondo Jackendoff, levoluzione dellarchitettura del linguaggio prevede che il linguaggio sia un insieme di sistemi pi semplici e che, in quanto tale, vi siano dei progressi in grado di affinare le singole componenti (ipotesi incrementalista). e)Lorigine sociale del linguaggio. Dunbar (1996,2004) ha posto lattenzione sulle origini sociali del linguaggio, prendendo avvio dallosservazione che presso i primati non umani molto diffusa la pratica del grooming (azione prolungata e minuziosa di pulizia del pelo di un consimile). Oltre a svolgere uneffettiva operazione digiene, il grooming serve altres a stabilire un rapporto di vicinanza, a stringere legami sociali, creare alleanze, definire rapporti di amicizia e favorire le condizioni di cooperazione. Per questo motivo, pi largo il gruppo, pi tempo si dedica al grooming. Inoltre, Dunbar pone in evidenza che il cervello umano si sviluppato soprattutto per elaborare le informazioni sociali pi che quelle fisiche. Le pressioni della selezione naturale nella specie umana hanno portato a sostituire il grooming con il linguaggio. La maggior parte della comunicazione destinata al pettegolezzo. La prevalenza di questa forma di comunicazione spiegata dallesigenza di conoscere chi laltro, che cosa fa, pensa e prova, con chi vive, ecc. Infatti, i gruppi vivono di comunicazione, poich senza comunicazione non avrebbero elementi per portare avanti la loro storia. f)Teoria motoria. Secondo la teoria motoria, gi avanzata da Condillac, il linguaggio va inteso come evoluzione dei sistemi di comunicazione gestuali e mimici impiegati dagli ominidi per interagire fra loro. Tali sistemi andrebbero considerati come forme di protolinguaggio attraverso limpiego di segni comunicativi convenzionali di natura iconica e spaziale. In questa prospettiva il linguaggio sinnesterebbe in modo incrementale su moduli cognitivi extralinguistici preesistenti e su centri nervosi gi sviluppati, rispetto ai quali costituirebbe unintegrazione e un avanzamento. Fra gli altri, merita particolare menzione la scoperta del sistema dei neuroni specchio, attivati dalla visione di movimenti da parte di consimili. Tale sistema consente di riconoscere e comprendere gli stati psichici dellinterlocutore e dinferire la sua intenzione comunicativa. Al momento attuale nessuna delle ipotesi sopra citate risulta soddisfacente. Il linguaggio una funzione troppo complessa per essere comparsa in una volta sola come risultato di una mutazione sconvolgente, ma anche per essersi evoluta gradualmente in modo continuo. Tuttavia, una volta comparso, il linguaggio diventato un dispositivo molto potente e si moltiplicato fra le varie popolazioni fino a giungere alle oltre 7.000 lingue naturali attuali.
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compito di fornire semplici ed efficaci opportunit al bambino per cogliere il significato culturale di azioni e segni. Nella specie umana ladulto svolge con continuit e impegno la funzione di scaffolding, ossia di impalcatura, per favorire lo sviluppo complessivo del bambino e per renderlo un soggetto culturalmente attivo. La costruzione della mente culturale del bambino avviene in modo in parte prevedibile e in parte casuale. Infatti, la relazione con ladulto costituisce un processo interattivo continuo, sono parzialmente determinato dai vincoli del contesto e delle cornici consensuali. In parte resta un processo indeterminato, poich un sistema aperto e dinamico, in grado di assumere diversi percorsi di senso in funzione degli eventi contingenti e imprevisti. Lappartenenza a una certa cultura non costituisce un fatto compiuto una volta per tutte. Piuttosto, tale appartenenza un processo in continuo divenire e unapertura verso nuove forme di cultura, proprie e altrui.
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medesime sue esperienze. Per tale ragione, sulla base di questarchitettura nervosa, corretto parlare di un sistema multiplo di condivisione dellintersoggettivit e dei processi culturali che ci consente di riconoscere gli altri come simili a noi. La comparsa della ToM rappresenta una fase decisiva nella costruzione della mente culturale del bambino. Entrano in gioco i processi di mentalizzazione e condivisione dei significati che sono alla base dellapprendimento culturale. La teoria della mente altrui consente non solo di trattare gli altri come soggetti mentali, ma soprattutto di appropriarsi dei modelli culturali che costituiscono la trama del vivere sociale in una data comunit.
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quando: a) il sistema delle credenze positive e quello delle credenze negative restano fra loro impermeabili e impenetrabili; b) vi una grande distanza fra le credenze positive e quelle negative; c) le credenze periferiche dimostrano unaccentuata dipendenza dalle credenze centrali attraverso un processo di assimilazione e assorbimento delle prime nelle seconde. Il dogmatismo forte, presente soprattutto nelle religioni monoteistiche, quindi caratterizzato da una concezione monolitica, granitica e assolutamente incontrovertibile della realt. inevitabile che un certo grado di dogmatismo sia fisiologico e quindi presente in ogni cultura e persona, in quanto si fonda sulla loro identit e sulla loro adesione a un certo sistema di credenze. Esso, peraltro, rimane compatibile con una condizione di tolleranza e pluralismo culturale. Al contrario, il dogmatismo forte, oltre a porre in evidenza un livello elevato di rigidit mentale, costituisce anche una premessa fondamentale per letnocentrismo, poich implica lassolutizzazione del proprio punto di vista con lesclusione di quello degli altri.
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Indice
1. Flussi migratori a partire dalla fine del ventesimo secolo 2. La cultura dallesterno e dallinterno 3. La cultura vista dallesterno 4. La cultura vista dallinterno 5. La doppia natura della cultura 6. La cultura come eredit e adattativit 7. Cultura come mediazione 8. Cultura come partecipazione 9. Come gli uomini sono diventati uomini 10. Coevoluzione fra gene e ambiente 11. Premesse remote della cultura 12. Lavvento dellagricoltura 13. La nascita del linguaggio 14. La teoria della mente 15. Evoluzione della cultura 16. Accumulazione e innovazione 17. Limmaturit psicoologica del neonato 18. Linterdipendenza gene-ambiente 19. La competenza sociale del bambino piccolo 20. La svolta dei nove mesi e la comparsa dellintenzionalit 21. Lacquisizione del linguaggio e della teoria della mente 22. In che modo si costruisce la mente culturale 23. Lapprendimento imitativo 24. Linsegnamento attivo 25. I modelli culturali 26. Modelli culturali ed esperienza 27. I modelli culturali non sono moduli mentali 28. I modelli culturali come prospettiva 29. Aristotele e Confucio 30. Modelli culturali e credenze 31. Modelli culturali ed emozioni 32. Modelli culturali e focalit emotiva 33. Modelli culturali e manifestazione delle emozioni 1 2 3 4 5 6 8 9 10 11 12 13 14 16 17 18 19 20 21 23 24 26 27 28 29 30 31 32 33 35 37 38 39
34. Modelli culturali e rapporti sociali 35. La mente monoculturale 36. Identit e confronto culturale 37. Il fondamentalismo culturale 38. Il vecchio e il nuovo razzismo 39. La psicologia del confine culturale 40. Lassolutismo morale 41. Il relativismo culturale 42. Il relativismo morale 43. Limiti del relativismo culturale 44. Dal multiculturalismo al multiculturale 45. Creolizzazione e ibridazione 46. In che modo si costruisce una mente multiculturale 47. Mente multiculturale e apertura mentale 48. Mente multiculturale e psicologia della frontiera 49. Mente multiculturale e tolleranza 50. Mente multiculturale e pluralismo morale 51. Educare alla mente multiculturale 52. Processi psicologici sottesi alla costruzione della mente multiculturale
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