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15/02
Bibliografia: Metodologia e tecnica della ricerca sociale, Corbetta 2014 (non tutto, vedi sul sito)
Esame: scritto. 10 domande a risposta multipla (15 punti totale), 4 domande aperte di cui 2
esercizi (4 punti ciascuno, per un totale di 16 punti).
Argomenti
Paradigmi della ricerca sociale
Ricerca quantitativa e ricerca qualitativa
L’intervista qualitativa
L’uso di documenti
L’organizzazione dei dati
L’analisi monovariata
L’analisi bivariata
In generale, facendo riferimento a Kuhn (filosofo della scienza), il paradigma è una prospettiva
astratta teorica che si caratterizza di alcuni elementi importanti.
È una prospettiva teorica:
-condivisa: dalla comunità stessa degli scienziati
Il vero cambiamento si ha quando c'è una rivoluzione scientifica, ovvero il passaggio da una teoria
all'altra. Cambia il "paradigma": struttura concettuale attraverso cui gli scienziati guardano il
mondo.
Il passaggio alla nuova struttura conoscitiva non è né graduale né completamente razionale
(presenza di accidentalità e arbitrarietà).
-individualità: studiare la persona significa studiare la sua individualità. Ognuno è diverso dall'altro
nella ricerca sociale.
-complessità delle cause: non si possono separare gli eventi. Una cosa è influenzata da tante altre
cose (che tante volte non si riescono a prevedere)
Compie il primo sforzo di coniugare teoria sociale e indagine empirica definendo le basi
metodologiche della ricerca sociale. Per Durkheim esiste una realtà sociale:
-al di fuori dell'individuo (fatti sociali indagati come se fossero "cose")
-oggettivamente conoscibile
-studiabile con gli stessi metodi delle scienze naturali (unità metrologica tra mondo naturale e
mondo sociale).
Questa è la prima ricerca di successo in termini quantitativi della ricerca sociale
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Quindi per D è quasi inutile andare a studiare il singolo individuo perché le leggi che governano la
società son al di fuori delle persone. Sono conoscibili oggettivamene e sono studiabili.
LO STUDIO SUL SUICIDIO DI DURKHEIM (1897)
Va a prendere le statistiche del fenomeno (il suicidio) nelle varie parti del territorio. Va a vedere la
relazione tra i tassi del fenomeno e i assi della presenza di altri fattori.
Considera vari fattori antecedenti: malattie mentali, alcolismo, fattori genetici, fattori ereditari,
fattori cosmici (clima, temperatura durata del giorno).
Si chiede: dove ci sono più malattie mentali, ci sono più casi di suicidio?
Dai dati emerge che le malattie mentali erano più diffuse tra donne e adulti, ma il suicidio era più
diffuso tra uomini e anziani.
Questa prima parte lo porta poi a studiare altri fattori di tipo sociale: diffusione della religione, lo
stato civile, la presenza di figli, stato di crisi (economica, politica, guerra).
Con lo stesso metodo di prima mette in relazione i fattori sociali (religione, stato civile…) con il
suicidio.
Risultati:
appartenenza religiosa: protestanti si suicidano più di cattolici ed ebrei
matrimonio: coniugati si suicidano di meno, i vedovi di più, al crescere dei divorzi aumenta il tasso
di suicidio
presenza di figli: effetto molto rilevante (probabilità dimezzata al primo figlio)
stato di crisi: in uno stato di guerra diminuiscono, in periodo di crisi economica aumentano.
Suicidio come fatto sociale: “sono immediati e costanti i rapporti del suicidio con certe condizioni
dell’ambiente sociale. In questo caso ci troviamo finalmente di fronte a vere leggi sociali che ci
permettono di tentare una classificazione metodica dei vari tipi di suicidio.”
Legge generale: mancanza di integrazione sociale (adesione a norme e valori della società)
favorisce la crescita del suicidio.
La metodologia positivista si basa su:
-studio dei fatti sociali come cose: sono esterni agli individui ed esistono indipendentemente da
essi, non è solo ciò che può essere osservato o misurato, ma anche fenomeni e sistemi di
credenza, abitudini, istituzioni;
-uso di dati statistici: con la statistica è possibile classificare il mondo sociale in modo oggettivo;
-usando la statistica si può utilizzare l’analisi correlazionale tra differenti fatti sciali e di connessioni
causali. Correlazione=due fattori che si muovono insieme; il cambiamento di un fenomeno genera
il cambiamento dell’altro fattore; uno influenza l’altro.
CONCETTI DEL PARADIGMA POSITIVISTA
Il positivismo segue un metodo essenzialmente induttivo (passa dal particolare all’universale). È
solo il primo positivismo ad essere induttivo; il neopositivismo passa al metodo deduttivo
(dall’universale al particolare).
La metodologia induttiva inizia raccogliendo i dati, li analizza e poi sviluppa teorie generali (quello
che ha fatto D).
IL PARADIGMA NEOPOSITIVISTA
Si sviluppa per rispondere alle critiche al positivismo.
Prima con il positivismo:
-ingenuo fideismo nei metodi della scienze naturali: la scienza naturale è l’unica conoscenza
possibile, esistono leggi immutabili, è sempre possibile la generalizzazione alle scienze sociali.
Ora, con il neopositivismo: si passa dalla linearità alla complessità. Calano le certezze attorno alla
scienza (ottimismo). Ruolo centrale conferito alla critica della scienza (declinano le grandi
teorizzazioni).
PARADIGMA POSTPOSITIVISTA
1. Rifiuto delle grandi questioni metafisiche (pseudo-problemi) ed attenzioni ai problemi
metodologici (elaborazioni teoriche e validazione attraverso verifica empirica),
filosofia→teoria del metodi. Non induzione ma deduzione
2. Carattere provvisorio della conoscenza scientifica: dalla legge deterministica a quella
probabilistica. Criterio di falsificazione (Popper): teoria non deve essere solo verificabile (in
positivo), ma deve essere non-falsificata dai dati. La teoria deve essere chiara e specifica in
modo da essere falsificata da chi verrà dopo. Devo dimostrare che la teoria è falsa e non
vera.
Provvisorietà dell’ipotesi e scienza ipotetico-deduttiva (dalla teoria alle ipotesi) che
procede per errori.
3. Rimangono i capisaldi: operativizzazione, quantificazione, generalizzazione.
L’unico metodo scientifico valido è il metodo ipotetico-deduttivo: mettiamo alla prova l’ipotesi
teorica tramite le asserzioni che se ne possono dedurre, e in modo tale che esser siano falsificabili
(smentibili, confutabili).
Ontologia: realismo critico. Esite la realtà sociale esterna, ma è imperfettamente conoscibile.
Oggettività approssimativa.
Epistemologia: non c’è più separazione tra studioso e realtà studiata, ma interferenza (disturbo e
reazione). Priorità al metodo della deduzione (attraverso la non-falsificazione della teoria). Ricerca
di leggi limitate e provvisorie.
Metodologia: rimangono tecniche quantitative improntate al distacco tra ricercatore ed oggetto
studiato, ma apertura ai metodi qualitativi.
PARADIGMA INTERPRETATIVISTA
Comprende tutte le visioni teoriche (interazionismo, ermeneutica, fenomenologia)) per le quali la
realtà non può essere semplicemente osservata, ma va interpretata. I fenomeni si manifestano
tramite la conoscenza intenzionale dell’individuo. Ciò che conta è l’individuo.
Il principale esponente fu Max WEBER (1864-1920). Riporta il concetto di “comprensione”
all’interno della sociologia, ma evita di cadere nell’individualismo soggettivista e nello
psicologismo.
Per Weber comprendere significa non a provare a spiegare le cose (come fa D) ma a cogliere il pdv
dell’altro. Comprendere razionalmente delle motivazioni dell’agire.
Dal pdv interpretativista bisogna intendere lo scopo dell’azione, immedesimandosi nell’altro “per
capire”. Capire il significato soggettivo attribuito dall’individuo al suo comportamento. Conoscere
→valutare (avalutatività delle scienze storico sociali).
Bisogna fare dei giudizi di fatto e non di valore.
Per Weber comprendere un’azione individuale significa procurarsi i mezzi di informazione
sufficienti per analizzare le motivazioni che hanno inspirato l’azione. L’osservatore comprende
l’azione del soggetto osservato allorquando può concludere: nella stessa situazione, avrei agito
senza dubbio nel medesimo modo.
La nozione weberiana di comprensione designa un atteggiamento molto vicino a quella che i
manuali di logica indicano con l’espressione “induzione poliziesca”, che consiste nel ricostruire le
motivazioni non direttamente accessibili con il metodo della ricostruzione dei fatti mediante
informazioni provenienti da più fonti, con l’effetto di intrecciarli tra loro.
Ma quindi nel paradigma interpretativista bisogna rinunciare all’oggettività della scienza?
No, per Weber il senso soggettivo dell’azione diventa conoscenza oggettiva e generale grazie alla
concezione di tipo ideale.
I tipi ideali sono forme uniformi e ricorrenti dell’agire sociale, che nascono con un processo di
astrazione ed isolamento di alcuni elementi connessi dentro un quadro concettuale unitario.
Esempi di tipi ideali weberiani in riferimento alle strutture sociali (es. capitalismo), alle istituzioni
(es. burocrazia), al comportamento (es. agire).
Ogni individuo produce la sua realtà, che è relativa, i significati variano tra gli individui.
Epistemologia: non dualismo studioso-realtà studiata. Non esiste l’oggettività, la ricerca sociale
è una scienza interpretativa in cerca di significato (e non sperimentale in cerca di leggi)
Metodologia: interazione empatica fra studioso e studiato. L’interazione è alla base del
processo conoscitivo, solo in questo modo si riesce a comprendere il significato attribuito alle
azioni da parte dei soggetti studiati.
Le tecniche di ricerca sono qualitative (non si adotta il linguaggio delle variabili) e la
conoscenza avviene attraverso l’induzione (dal particolare al generale).
Possibile domanda: cosa cambia dal punto di vista ontologico nella visione dei paradigmi
(positivismo -post positivismo- e interpretativismo); che cos’è la realtà? Qual è il passaggio?
Positivismo→ realismo ingenuo (realtà sociale è reale e conoscibile come una cosa)
Post positivismo→realismo critico (la realtà sociale è reale ma conoscibile solo in maniera
imperfetta e probabilistica
Interpretativismo→costruttivismo: il mondo conoscibile è quello dei significati attribuiti dagli
individui. Relativismo (realtà multiple)
Dal pdv epistemologico (rapporto chi-che cosa):
positivismo→ dualismo/oggettività; risultati veri; scienza sperimentale in cerca di leggi;
obiettivo: spiegazione; generalizzazioni: leggi naturali immutabili