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Naomi Oreskes
Il problema
Perché fidarsi della scienza? Come considerare la scienza per prendere le nostre decisioni?
Come possiamo sapere che gli scienziati non si stiano sbagliando? L’analisi scientifica deve
essere considerata una autorità a priori?
Es1: 2016, Donald Trump contesta la posizione dei medici sulla sicurezza dei vaccini.
dichiarando che devono essere somministrati ai bambini a intervalli di tempo più lunghi.
Es 2: Mike Pence (ex vicepresidente USA) è un creazionista e crede che la Terra sia stata
creata da Dio diecimila anni fa (e non 4,5 miliardi di anni fa)
Nella scienza utilità non significa verità: ci sono state molte teorie elaborate nel corso
della storia che funzionavano pur essendo sbagliate.
Possiamo considerare la conoscenza scientifica come una conoscenza consensuale.
Storia
Fino al 19esimo secolo, l’autorità della scienza fu l’autorità dello scienziato.
Nel corso del 19esimo e 20esimo, si è cercato di individuare il metodo scientifico che
potesse spiegare i successi della scienza e quindi giustificare la fiducia verso essa.
Auguste Comte (1798-1857) fu il fondatore della sociologia, della filosofia della scienza e
del positivismo. La sua idea principale fu quella del sapere positivo: la scienza procura un
sapere positivo, ovvero attendibile. Ciò perché nella scienza, alla dottrina (pregiudizi, limite
mentale) si opponeva il metodo.
Comte individuava tre stadi della storia umana:
1.Teologico
2.Metafisico
3.Scientifico
Comte voleva sostituire la religione con la religione della scienza: le persone hanno bisogno
di principi morali, ma pensava che questi si potessero trovare negli ideali umanistici di verità,
bellezza e bontà.
Vi è però il problema dell’induzione: quante osservazioni sono necessarie per stabilire che
un enunciato è vero? Per Ayer la conoscenza induttiva è necessariamente probabilistica.
Le sfide all’empirismo
L’empirismo logico non fu mai l’unica corrente della filosofia della scienza del 900.
L’induzione è limitata dal “problema del cigno nero”: posso aver visto diecimila cigni bianchi,
e posso concluderne tramit einduzione che tutti i cigni sono bianchi. Eppure, potrebbe
esistere un cigno nero. Non esiste una regola induttiva razionale. Le osservazioni non
possono provare la veridicità di una teoria, c’è sempre la possibilità che qualcosa possa
confutare. L'osservazione da sola non fornisce le fondamenta logiche delle generalizzazioni
induttive. La verificazione è provvisoria. La scienza non può essere razionale se il suo
metodo unico è l'induzione.
Scrisse: “Il pensiero è una attività collettiva. E’ impossibile che esista un ricercatore davvero
isolato. Ciò che pensiamo e vediamo dipende dal collettivo di pensiero al quale
apparteniamo”.
Helen Longino disse: “Galileo, Newton, Darwin e Einstein erano individui dall’intelletto
straordinario, ma a trasformare le loro brillanti idee in sapere è stato il processo di ricezione
critica”.
Il progresso scientifico è legato alle istituzioni del mondo della scienza ed è la revisione e
l'adattamento delle visioni del mondo che la comunità giudica appropriati.
5) Scuola di Edimburgo
Si concentra sugli interessi che agiscono come forza motrice nella scelta di una teoria.
Interessi di natura professionale, o valoriale, politica o religiosa. Le nostre opinioni sono
strutturate in relazione a qualche insieme di criteri e preoccupazioni non riducibili solo
all’evidenza empirica. La nostra conoscenza è in parte relativa a interessi e condizioni sociali
e politiche. Approccio relativistico: i soli dati di fatto non spiegano le conclusioni a cui
giungono gli scienziati.
Gruppo provocatorio con l’intento di scuotere la diffusa idolatria della scienza, ma con delle
ragioni: esaminando la scienza con attenzione, si osservano fattori tanto empirici quanto
fattori sociali entrare in gioco nel consolidamento della conoscenza scientifica.
Negli ultimi decenni del 900 ci sono stati molti studi sociologici e antropologici sul lavoro
degli scienziati, basati sull'osservazione, che ci dicono che NON esiste un unico metodo
scientifico. Il sogno di un sapere positivo è finito, non esiste un unico metodo scientifico.
Perciò non si può giustificare la fiducia nella scienza in virtù dell’utilizzo di un metodo, visto
che non ce n’è neppure uno solo e tra loro sono molto diversi.
Epistemologia sociale
Dagli anni ‘60 del 900 il femminismo ha dato un contributo enorme al dibattito sulla scienza:
come poteva la scienza sostenere di essere oggettiva escludendo metà della popolazione?
Come poteva sostenere di produrre conoscenza disinteressata, se le sue teorie erano
spesso basate su pregiudizi sociali evidenti relativi al genere, alla razza, alla classe
sociale?
Le filosofe della scienza femministe dissero che l’oggettiva poteva essere reimmaginata
come traguardo sociale, sforzo collettivo. Il modo in cui vediamo le cose dipende in gran
parte dalla nostra posizione sociale e dalle nostre esperienze personali, perciò una
maggiore diversità rafforza la scienza: epistemologia dei punti di vista.
Fino a quel momento, l'obiettività della scienza era debole a causa dell’omogeneità dei
gruppi di scienziati.
Filosofe della scienza: Harding, Longino.
La scienza nella sua totalità può essere oggettiva anche se i singoli scienziati non lo sono: è
la dimensione sociale dell'obiettività a risolvere il problema delle preferenze soggettive.
Più la comunità è diversificata e aperta più è garantito un dibattito libero e aperto e di
conseguenza maggiore sarà il grado di obiettività.
Bisogna però riconoscere che spesso i presupposti non sono percepiti come tali, soprattutto
nelle comunità omogenee.
Oggi gli storici e i filosofi della scienza concordano sul fatto che non esiste un unico metodo
scientifico e che con l'espressione pratica scientifica si intende una comunità di persone che
prendono decisioni per motivi di natura sia empirica sia sociale servendosi di metodi diversi.
Es: Peer review. Disamina critica delle affermazioni scientifiche svolte da altri scienziati,
Controllo degli articoli ma anche i processi di giudizio e valutazione ai quali vengono
sottoposti i risultati delle ricerche, ad esempio nelle conferenze e nei seminari.
Es2: posizione accademica.
Il carattere sociale della scienza costituisce la base del suo approssimarsi all’oggettività e il
fondamento stesso della fiducia in essa.
Precisazioni
L'esistenza di simili procedure fa sì che gli errori, i preconcetti e le incompletezze possono
essere individuati e corretti. Si tratta di una tesi probabilistica su cui ci affidiamo.
Non dobbiamo avere una fiducia cieca o totale, la fiducia deve essere informata. Inoltre non
dobbiamo ascoltare gli scienziati in quanto persone al di là della loro area di competenza.
E’ importante inoltre rispettare le conoscenze autoctone, popolari o orientali che hanno
dimostrato adeguatezza empirica e che quindi possono essere valutate come scientifiche
E’ infine importante distinguere tra ambito scientifico e sociale, perché l’ambito sociale
influisce, forse a ragione, sulle nostre scelte.
Conclusione: alla base del successo scientifico non ci sono solo esperienza e osservazione.
Le basi della nostra fiducia nella scienza sono esperienza e osservazione della scienza
stessa.
Domanda: perché disfarsi degli scienziati sul clima e non dell'industria petrolifera?
Per via del conflitto d’interessi. L’industria petrolifera guadagna vendendo combustibili
fossili, e si affida a scienziati e ingegneri, che possono essere anche molto competenti e con
tanta esperienza. Le recenti scoperte sul clima minacciano l’esistenza e i guadagni di questo
settore.
Le aziende non partecipano in buona fede a un'aperta valutazione critica e condivisa dei
dati.
Anche gli scienziati finanziati dalle industrie possono pubblicare i loro scritti su riviste
sottoposte a peer review, e in questo caso agiscono come veri membri delle comunità
scientifiche
Una grossa fetta della ricerca industriale è stata progettata per sviare.
Es: tra gli elettori democratici più il grado di studio è alto più vengono accettate le
affermazioni della scienza; tra i repubblicani gli elettori più istruiti contestano o rifiutano con
maggior forza le posizioni degli scienziati. Sono gli effetti della motivazione ideologica.
Inoltre, se a volte la scienza ha una cattiva nomea è stata per colpa della corruzione, delle
rappresentazioni fuorvianti da parte dei media e dell'esperienza statistica inadeguata,
soprattutto nel campo della scienza della nutrizione.
Infine, c’è un altro problema molto importante: gli errori che avvengono spontaneamente,
conclusioni sbagliate che non hanno a che fare con la fede religiosa, con la politica e con la
corruzione. Nella storia della scienza ci sono tante verità scientifiche poi giudicate erronee.
Altre volte alcune teorie scartate vengono rispolverate in seguito e dimostrano la loro
efficacia. Come possiamo dunque fidarci della scienza?
Elenco qui alcuni esempi di errori nella scienza, utili per capire cos’hanno in comune e
dunque di imparare qualcosa da essi.
Clarke aveva incorporato nella sua teoria il pregiudizio di genere e le ansie razziali
dominanti ai suoi tempi. Già ai temi una dottoressa (Mary Putnam Jacobi) fece notare come
dietro a quel lavoro c’erano molti interessi non scientifici, e che il campione esaminato era di
sole sette donne. Propose lavori ben più completi e complessi usando campioni statistici più
grandi e variegati e non interpretando i sintomi, ma lasciando parlare le pazienti. Nonostante
ciò, le sue teorie non vennero ascoltate dal grande pubblico.
3) Eugenetica
Argomento decisamente complesso, inquietante capitolo della storia della scienza. Bisogna
poterlo spiegare per dare fiducia alla scienza.
All’inizio del XX secolo diversi cienziati pensavano che i geni determinassero un grande
numero di tratti fenotipici, tra cui anche comportamenti indesiderabili come prostituzione,
alcolismo, debolezza mentale, tendenza alla cirminalità ecc.
Negli USA le pratiche eugenetiche furono molto diffuse, più della Germania, e comportarono
la sterilizzazione forzata di decine di migliaia di cittadini statunitensi, soprattutto disabili.
Es: venne sterilizzata una donna che aveva partorito in seguito ad uno strupro. Venne
testimoniato che sia madre che figlia erano deboli di mente e si giustificò la sterilizzazione
per evitare altri figli: “tre generazioni di imbecilli sono sufficienti".
Le leggi sulla sterilizazione egenetica negli USA ispirarono le leggi simili nella gemnaia
nazista.
L’eugenetica negli USA venne poi delegittimata e scongiurata dopo la seconda guerra
mondiale.
L’eugenetica fu sì in parte l’uso politico improprio della scienza, promossa e applicata
da persone che non erano scienziati e non capivano niente di scienza. Ma fu sviluppata
e promossa anche da biologi e ricercatori.
I biologici traevano spunto dalla teoria di Darwin e dai suoi studi sulla selezione artificiale.
L'eugenetica fu fondata dal cugino di Darwin, Francis Galton. Fece molti studi
sull'intelligenza per decretare se fosse un tratto ereditario, stabilendo che lo fosse. Il suo
lavoro si concluse proponendo una eugenetica positiva, non forzata o coercitiva, per
convincere i migliori a procreare e disincentivare i peggiori. Ma non credeva fosse possibile
realizzare un vero programma di eugenetica.
Un testo molto importante (definito la Bibbia da Hitler) fu The Passing of the great race di
Madison Grant. “Le leggi della natura richiedono l’annientamento dei non adatti”
Negli anni 30, 32 stati dell'unione approvarono leggi sulla sterilizzazione, eseguita su
almeno trentamila cittadini.
Una delle difese presentate al processo di Norimberga fu che le leggi naziste si erano
fondate su teorie sostenute dagli americani.
Molti di questi elementi NON hanno valore scientifico bensì sociale e politico.
Inoltre, NON vi fu consenso scientifico in materia di eugenetica. Non è vero che tutti gli
scienziati credevano a queste conclusioni. Già molti scienziati sociali facevano notare
l'importanza della cultura e dell'ambiente per alcuni caratteri studiati (es: malnutrizione,
carenza di istruzione, sfortuna). Una situazione infelice non è per forza spiegata dalla sola
genetica. Gli studi sull'intelligenza consideravano solo i geni e non la posizione sociale della
famiglia, ad esempio.
Molti scienziati contrari all'eugenetica erano socialisti.
John Haldane: mise in luce la debole base empirica delle tesi eugenetiche.
"Azioni compiute dell'eugenetica erano giustificate dalla scienza come l'inquisizione dal
vangelo"
I programmi di sterilizzazione, alla fine, non facevano altro che colpire la classe sociale dei
poveri con la scusa dell'eugenetica.
Hermann Muller (premio Nobel 1946) era contrario all'eugenetica. In un sistema
capitalistico ogni programma eugenetico non sarebbe mai stato equo (non discute le basi
dell'eugenetica in sé)
Nel Manifesto dei genetisti, rispondendo alla domanda "quale sarebbe la maniera più
efficace per migliorare geneticamente la popolazione mondiale?" rispose dicendo che non
fosse possibile rispondere alla domanda in termini biologici, perché si andava in contro a
problemi più ampi: interazione tra scienze e politica.
Gli scienziati eugenetici non stavano prendendo in considerazione la maggior parte delle
evidenze sperimentali che li contraddicevano, tralasciando l'interazione tra geni e ambiente
e riducendo tutto ad un problema genetico senza mai proporre un miglioramento sociale per
un miglioramento dell'umanità.
T.H. Morgan (premio Nobel), disse che i problemi a cui i genetisti eugenetici cercavano
soluzioni sarebbero stati risolti più facilmente con riforme sociali.
1.Consenso.
La scienza cade in errore se vi è un importante e significativo dissenso su basi empiriche
all'interno della comunità scientifica.
Il dissenso/scontro può essere tra diversi tipi di esperti scientifici in merito a un argomento
comune (es 4, psichiatri e ginecologi) o tra due diversi tipi di persone (es 1, medici maschi e
femmine), o scienziati che hanno valori e background diversi (es 2, scienziati americani ed
europei).
Queste obiezioni possono essere valide ma non sono pareri scientifici. Le prospettive di
esperti e non esperti possono essere conciliate o giudicare complementari. Nonostante ciò,
soltanto perché qualcuno ha confidenza con l'argomento, ciò non significa che lo comprenda
a fondo (es: genitori dei bambini autistici).
Ciò che non va fatto è attribuire credito al dissenso di chi non ha competenze credibili:
celebrità, lobbisti, opinionisti. Il dibattito politico, i canti di sirena dell'industria o
l’insoddisfazione sociale non sono scienza.
Spesso attraverso questi dissensi provenienti dal di fuori della comunità scientifica si è
cercato di creare un'impressione di incertezza o divisione scientifica
I mercanti di dubbi cercano di creare l’impressione che la scienza sia instabile e
contestata.
2.Metodo
La scienza cade in errore se gli scienziati ignorano dati che non rispondono alle loro
preferenze metodologiche (es 2).
Nel mondo contemporaneo siamo arrivati a fidarci dell’analisi statistica a un livello tale che
molte persone ignorano prove importanti, comprese quelle dell’esperienza quotidiana (es 4,
impatto degli ormoni sul nostro umore). L'esperienza quotidiana non è superiore alla
statistica, ma la statistica non funziona ugualmente bene in tutti i casi e in tutte le condizioni,
è uno strumento fortissimo che può essere usato bene o male.
Bisogna evitare il feticismo metodologico, senza ignorare i dati ottenuti in altra maniera. Gli
studi randomizzati in doppio cieco sono molto efficaci, ma in certi casi sono impraticabili: non
dobbiamo perciò arrenderci e concludere che non sappiamo nulla su quell’argomento. Le
informazioni imperfette sono comunque informazioni.
3.Evidenza
Le teorie scientifiche devono basarsi sull’evidenza (es 1, la teoria di Clarke stava in piedi
solo senza tenere conto dell’evidenza)
4.Valori
La scienza deve essere fatta da una comunità eterogenea, con valori diversificati: in
questo modo verranno individuate e contrastate più facilmente le credenze pregiudiziali
incorporate nelle teorie. Creare diversità non ha un valore solo politico come molti critici
credono, ma un valore intellettuale di per sé. La diversità si traduce in un risultato
intellettuale più rigoroso perché incoraggia disamine critiche più numerose.
5.Umiltà
Chiunque lavori in campo scientifico deve tentare di sviluppare un sano autoscetticismo. Se
la comunità è diversificata (n.4) è probabile che l’arroganza di alcuni personaggi venga
limitata.
La scienza, se collegata a prescindere alle sue implicazioni, che spesso non potranno
essere evitate, non è neutrale. Questo concetto -impresso in parte dell’opinione pubblica-
però non è molto accettato dagli stessi scienziati, che credono nell’ideale della scienza pura,
che non è ancella di teologia, economia o dello stato ed è quindi autonoma.
La realtà storica è però diversa: gli scienziati sono sempre stati aiutati da mecenati o
sponsor mossi da motivazioni proprie, che non erano solo il perseguimento del sapere.
L’idea di scienza come attività neutrale potrebbe essere un mito spesso la scienza è utile, e
l’utilità è legata ai valori, come la salute, la prosperità, la stabilità sociale e simili (se una
cosa è utile ne riconosciamo il valore, p riconosciamo che essa preserva qualcosa che per
noi ha valore).
Le prove scientifiche del cambiamento climatico sono evidenti ma i nostri valori fanno sì che
molti di noi siano restii ad accettare l’evidenza. Affinché vi siano dei dibattiti tra scienza e
società che siano onesti, dobbiamo anche parlare di valori, senza ritirarci.
Dobbiamo fare forza sui valori che abbiamo in comune, sia come società che come scienza.
Es: tutti amiamo la natura. Quando guardiamo la barriera corallina, possiamo pensare alla
creazione o alla biodiversità, ma stiamo osservando e prendendo a cuore la stessa cosa. I
nostri valori essenziali, in larga parte, coincidono. Ci sono delle aree di intesa che
possono essere usate per superare lo scetticismo. Biodiversità, creazione, madre terra:
il cambiamento climatico minaccia tutto ciò.
Se non agiamo seguendo le indicazioni delle nostre conoscenze scientifiche e si scoprirà
che erano giuste, le persone soffriranno e il mondo peggiorerà. Abbiamo molte prove a
riguardo.
Se ci atterremo alle conclusioni scientifiche a nostra disposizione e queste dovessero
rivelarsi errate, avremo soltanto creato un mondo migliore per niente.