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Il positivismo

Gli impressionanti progressi delle scienze naturali nell’Ottocento e i rivoluzionamenti della


vita economica, sociale e politica dovuti alla prima e seconda rivoluzione industriale,
portarono alla nascita di un nuovo orientamento filosofico che identifica nella scienza l’unica
forma autentica di conoscenza del mondo, e propone l’estensione del metodo scientifico, bo
su esperimenti, misure, leggi e previsioni, allo studio della società e della cultura.
Dal titolo dell’opera di Comte Corso di filosofia positiva (1830-1842), questa corrente prende
il nome di positivismo.

Il positivismo trae il nome dall'esaltazione della positività della scienza e della concretezza e
realtà oggettiva dei fatti da essa studiati.
Positivo infatti significa:
1. sperimentale e certo, in contrapposizione alla metafisica: infatti il positivismo
accentua l’atteggiamento antimetafisico che era già presente nella filosofia kantiana e
afferma che soltanto la scienza è in grado di raggiungere quella conoscenza della
realtà e quell’unanimità di assenso che la metafisica non è mai riuscita a conseguire;
2. utile e pratico, in contrapposizione all’inutile e teorico, tipici della ricerca metafisica
che nei secoli ha costruito solo astratti sistemi in contraddizione tra loro e privi di
quell’obiettività che la scienza riesce ad ottenere.
In sostanza, “Niente più metafisica!”

Gli aspetti caratterizzanti del positivismo sono la totale fiducia nei confronti della scienza e
della tecnica e l’ottimismo progressista volto al benessere dell’umanità.

Il positivismo si sviluppò originariamente in Francia e in Inghilterra.


La corrente francese si pone come prolungamento della filosofia di Cartesio e di quella
illuminista e vede Auguste Comte come suo maggiore rappresentante.
La corrente inglese, dal canto suo, è il proseguimento della filosofia empirista, e vede John
Stuart Mill e Herbert Spencer come rappresentanti maggiori, ma anche Charles Darwin
per la teoria evoluzionistica.
In Germania il positivismo assume le fattezze di uno scientismo materialistico e assoluto.
In Italia, grazie alla figura di Roberto Ardigò e Cesare Lombroso, il positivismo ebbe un
risvolto medico, sociale e psicologico (sviluppo dell’antropologia criminale e della
pedagogia).

Tutte le correnti sono accomunate dalla fiducia nella scienza, che deve essere privilegiata
rispetto ad altre forme di conoscenza, talvolta concepita come una religione.
Il confronto con l’Illuminismo e il Romanticismo

ILLUMINISMO ROMANTICISMO POSITIVISMO

RAGIONE La conoscenza deriva La ragione non può La ragione è strumento


unicamente dalla comprendere del progresso in ogni
ragione, che riflette l’assoluto ambito
sui dati forniti dai
sensi

SCIENZA La ragione segue il La scienza ha il La scienza è l’unico


metodo sperimentale; compito di catalogare vero strumento di
la scienza è e definire i fenomeni conoscenza
enciclopedica in modo finalistico

STORIA La storia fa emergere Rifiuto dell’ideale di La storia va analizzata


l’opera della ragione progresso ma con il metodo
ma anche gli errori rivalutazione di ogni scientifico
commessi epoca storica

RELIGIONE Assenza di religioni Mezzo attraverso il La scienza deve essere


positive, ma religioni quale l’individuo può concepita come
razionaliste cogliere l’infinito nel religione laica
finito

COMPITO DELLA Ricercare il Diventare poesia Riflettere sulle


FILOSOFIA fondamento del attraverso l’esercizio conseguenze del
sapere razionale di immaginazione e progresso scientifico e
libertà tecnologico

Le profonde differenze tra le correnti filosofiche sono dovute ai diversi contesti storici
(spaziali e temporali) nelle quali si sono sviluppate. Esistono tuttavia dei punti di contatto tra
queste filosofie.
Il positivismo condivide con l’Illuminismo:
● fiducia nella ragione e nel sapere
● visione laica e immanentistica del mondo
Dal Romanticismo, il positivismo prende:
● esaltazione dell’assoluto (che per il romanticismo è lo Spirito, mentre per il
positivismo è la scienza)
● progresso strettamente collegato alla dialettica hegeliana (tesi, antitesi e sintesi come
fasi del metodo scientifico)

Il positivismo in Francia
In Francia non solo il positivismo prese piede e ricevette la sua elaborazione dottrinale più
completa, ma assunse anche la più decisa connotazione politica e sociale.
L’autore di rilievo del positivismo francese è Auguste Comte
AUGUSTE COMTE (1798-1857)
Il pensiero filosofico di Comte si fonda sul bisogno di una rigenerazione universale, dal punto
di vista ideologico e politico, di tutta la società e della cultura occidentali.

Comte paragona lo sviluppo dell’umanità a quello del singolo uomo, che teorizza nella legge
dei tre stadi.

STADIO TEOLOGICO STADIO METAFISICO STADIO POSITIVO

Facoltà coinvolta Immaginazione Ragione Ragione scientifica

Contenuto delle La natura più profonda Le cause segrete dei Le leggi effettive dei
indagini della realtà fenomeni fenomeni

Metodo di Agenti soprannaturali Essenze, forze astratte o Leggi effettive dei


spiegazione idee fenomeni

Organizzazione Monarchia teocratica e Sovranità popolare Organizzazione


politica e sociale militare scientifica della
società industriale

Età dell’uomo e Infanzia Giovinezza Maturità


dell’umanità

1. nello stadio teologico (o fittizio) i fenomeni sono intesi come prodotti dell’azione
diretta di agenti soprannaturali;
2. nello stadio metafisico (o astratto) gli uomini sostituiscono alle forze occulte le idee
metafisiche, cercando con la ragione l’origine e il destino dell’universo;
3. nello stadio positivo (o scientifico) l’uomo vuole scoprire le leggi effettive dei
fenomeni

La scienza per Comte deve essere la base di un governo in cui gli scienziati sono i detentori
del potere spirituale, mentre gli industriali hanno il potere temporale.
Attraverso la scienza infatti è possibile spiegare la natura attraverso relazioni costanti, dunque
di prevedere cosa accadrà al fine di procurare il massimo vantaggio per l’umanità: “Scienza,
donde previsione; previsione, donde azione”.

Il contenuto della scienza


La scienza è divisa gerarchicamente in diversi ambiti della fisica, ordinati secondo tre criteri:
1. ordine logico: classificazione delle scienze secondo un criterio di semplicità e
generalità; più i fenomeni sono semplici, più sono generali e facilmente osservabili;
2. ordine storico: la scienze vengono ordinate da quella sviluppatasi più anticamente a
quella più recentemente; l’astronomia, per esempio, avendo un oggetto di studio più
semplice e generale, si è sviluppata più anticamente rispetto, per esempio, alla fisica
terrestre;
3. ordine pedagogico: ordina le scienze in base a quali debbano essere insegnate prima
La metafisica e la teologia non compaiono poiché non sono scienze positive.

La filosofia ha il compito di individuare lo spirito di ciascuna scienza; non ha più come


oggetto l'essere ma deve occuparsi del metodo che rende possibile il progresso. Deve dunque
assolvere alle seguenti funzioni:
1. riflettere sull'unità dello sviluppo scientifico
2. comprendere gli effetti positivi del progresso
3. guidare la rivoluzione generale dello spirito umano e dare un nuovo ordine sociale

Comte definisce la sociologia una fisica sociale e ritiene che il suo compito sia quello di
studiare l'evoluzione della società e le relazioni che ne caratterizzano l'ordine; deve pertanto
essere una scienza prescrittiva.
Comte distingue una fisica sociale statica e dinamica:
1. la statica studia l'ordine sociale, dunque le relazioni tra le varie parti del sistema
sociale
2. la dinamica studia il progresso della società (evoluzione della giustizia, la politica e
la cultura); la legge fondamentale della dinamica è la legge dei tre stadi

Attraverso i tre stadi, che sono delle tappe obbligate, si costituisce il dispiegamento della
natura umana; attraverso di loro si attua il progresso e la storia è strettamente legata ad esso.

Tuttavia non si parla di storicismo: anche se ogni tappa è conseguenza di quella precedente e
base per quella successiva, non vi è necessarietà consequenziale tra le tappe del progresso.
Il progresso si manifesta attraverso una forza interna al genere umano, gli uomini di genio,
che sono uomini sostituibili con altri, dunque non predeterminati.

CHARLES DARWIN (1809-1882)


Il merito di Charles Darwin fu il superamento della teoria fissista (Linneo) e catastrofista
(Cuvier), con le quali era in disaccordo.
L’ipotesi evoluzionista fu introdotta da Lamarck ma conteneva un principio finalista, tale per
cui l'abitudine crea l’organo.
Darwin riprende la teoria evoluzionista eliminando il principio finalista e introducendo i
concetti di:
● lotta per la vita: tutti gli individui della stessa specie sono in perenne conflitto per
sopravvivere poiché la tendenza moltiplicativa degli individui segue una progressione
geometrica mentre le risorse alimentari aumentano secondo una progressione
aritmetica (Malthus)
● selezione naturale: ogni individuo si distingue da ogni altro per delle variazioni
genetiche impercettibili; le caratteristiche che sono più favorevoli verranno trasmesse
alle generazioni successive.
Queste modifiche genetiche sono casuali ma con conseguenze razionalmente
prevedibili (rendono l’individuo più o meno adattabile ad un ambiente); gli individui
con i geni favorevoli predomineranno mentre quelli svantaggiati saranno
inevitabilmente destinati a morire.
La concezione di Darwin è ottimistica, poiché si giunge ad un progresso biologico che è
inevitabile.

HERBERT SPENCER (1820-1903)


Per spiegare lo sviluppo storico, Spencer si rifà alla teoria evoluzionistica di Lamarck
→ l’evoluzionismo diventa il principio filosofico con cui interpretare tutta la realtà in tutte le
sue manifestazioni.
Attraverso il progresso della scienza (includere verità sempre più specifiche) si giungerà a
verità sempre più generali che oltrepassano i confini dell’esperienza sensibile e dunque ci si
ferma davanti all’inconoscibile.

La scienza e la religione non sono incompatibili:


● la scienza analizza i dati empirici e si ferma prima dell'inconoscibile (studia il
fenomeno che, differentemente da Kant non è semplice apparenza ma manifestazione
del noumeno)
● la religione va oltre l’inconoscibile e interpreta il mistero che anima l’universo
attraverso la fede (contemplazione del noumeno)
Anche se non incompatibili, scienza e religione si occupano di due ambiti differenti: la
scienza, essendo un sapere dimostrabile, è superiore; la religione, essendo irrazionale, è
indimostrabile.

La filosofia ha il compito di sintetizzare i principi più generali della scienza nella teoria
dell’evoluzione, ovvero tutto ciò che ha a che vedere con lo spazio e il tempo:
1. indistruttibilità della materia
2. continuità del movimento
3. persistenza della forza
→ questi tre principi unificati danno luogo alla teoria dell’evoluzione, un processo che
include quattro tappe:
1. legge della concentrazione: dall’incoerente al coerente
2. legge della differenziazione: dall’omogeneo all’eterogeneo
3. legge della determinazione: dall’indefinito al definito
4. legge del ritmo: l’alternarsi ciclico
→ queste leggi sono applicabili sia al mondo inorganico che organico (evoluzione del sistema
solare, evoluzione dell’uomo); infatti:
● il linguaggio si è evoluto da semplici suoni alla formulazione di discorsi complessi
● l’arte si è evoluta dalle pitture rupestri alle arti contemporanee
● la società nel suo insieme
→ grande ottimismo: l’evoluzione porta alla più completa felicità

La teoria dell’evoluzione ha riscontri anche nello studio della psiche.


Ogni essere vivente infatti reagisce agli stimoli per adattarsi meglio all’ambiente; si viene
dunque a formare l’istinto e infine alla coscienza.
La psicologia per Spencer, a differenza di Comte, può essere considerata come scienza
autonoma e si distingue in:
● psicologia oggettiva: studia i fenomeni psichici dal punto di vista fisiologico (in
relazione alla struttura organica della mente)
● psicologia soggettiva: studia l’evoluzione dei processi intellettuali che hanno portato
alla coscienza
La psicologia inoltre permette di risolvere il dilemma della conoscenza tra razionalisti ed
empiristi in quanto le facoltà della mente umana sono a priori per l’individuo
(razionalisti) ma a posteriori per la specie (empiristi)

La sociologia per Spencer, a differenza di Comte, non deve prescrivere azioni volte al
raggiungimento della società ideale ma dovrebbe essere una scienza unicamente descrittiva
(descrive le leggi che guidano l’evoluzione della società senza prescrivere azioni morali).
Spencer concepisce la società in modo organicistico e sull’organicismo si impronta la
sociologia, con tuttavia caratteri individualisti.
La difesa dei diritti individuali intesa come egoismo viene superata nell’etica in quanto un
uomo migliore realizzerà una società migliore: il fine ultimo della moralità è l’utile
collettivo.
L’etica di Spencer ha:
● come oggetto l'evoluzione della condotta umana
● come fine la ricerca della felicità (intesa come il piacere e dunque il bene)
e ha punti in comune con le posizioni utilitaristiche di Mill.

Tuttavia si distingue dalle posizioni utilitaristiche poiché il senso del dovere è a priori per
l’individuo e a posteriori per la specie (l’uomo non agisce in vista dell’utile).

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