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ECONOMICO AZIENDALI
L’ECONOMIA AZIENDALE STUDIA LA SUA ESISTENZA E LO SVILUPPO DELL’AZIENDA.
Finalità di determinare le relazioni fra i fenomeni che costituiscono la vita aziendale
e le diverse quantità di essi.
Il fenomeno dell’economia si fonda sull’osservazione delle realtà dell’insieme
azienda, considerate unità elementari del sistema economico che si basa sul
soddisfacimento dei bisogni umani attraverso beni scarsamente presenti in natura.
DEFINIZIONE DI GINO ZAPPA.
Defenisce l’azienda come istituto economico che perdura nel tempo e che per il
soddisfacimento dei bisogni umani compone e svolge la produzione o l’acquisizione
ed il consumo di richezza.
DEFINIZIONE DI NOZIONE SOCIOLOGICA DI MASINI:
Azienda come ordine economico di un istituto, quindi la parte dell’attività
economica DEGLI ISTITUTI SOCIALI, ovvero quella parte che occupandosi di
soddisfacimento dei bisogni, riguarda redditi, costi, consumi, risparmi etc.
Non è facile trattare del rapporto tra sapere economico e aziendale senza dar conto
al dibattito che è stato condotto dalle scienze naturali e sociali (dibattito già iniziato
tra 800 e 900).
Questo dibattito ruota attorno alla nascita stessa dello studio filosofico della scienza
e con la nascente filosofia della scienza.
Le scienze della natura comprendono le scienze fisiche, biologiche della terra,
meteorologia e le matematiche;
le scienze sociali comprendono invece l’antropologia, archeologia, economia, storia,
scienze politiche, psicologia e sociologia.
Studi umanistici: filosofia, letterature, lingue, storia
L’origine del dibattito si riconduce alle scienze nuove, la sociologia, la psicologia.
Ad accorgersi della presenza di queste, il positivismo credendo nel progresso umano
e sociale individua il metodo di conoscenza delle scienze naturali e non più solo
quello della matematica, ritenuto come l’unico applicabile ai fatti sociali, quindi la
scienza sarebbe, secondo AUGUSTE COMTE, fondatore del positivismo francese e
padre della sociologia, non necessariamente volta alla risoluzione di problemi
pratici, poiché consiste di leggi che per essere valide hanno bisogno di conferma dei
fatti.
Comte, definisce sociologia come fisica sociale poiché viene considerata la più esatta
delle scienze naturali; egli la distingue in due ambiti statica sociale (studio delle
caratteristiche comuni a tutte le società) e dinamica sociale (studia le leggi del
progresso)
Lo studio della sociologia si basa come le scienze naturali sull’osservazione,
esperimento e metodo comparativo.
Seguendo un ordine logico, che organizzerebbe le scienze dalle più semplici alle più
complesse (storico), la sociologia sarebbe al vertice della piramide; se al contrario vi
si basasse sul sostrato matematica, allora le scienze positive verrebbero
gerarchizzate dalla più complessa alla più semplice: astronomia,fisica, chimica,
biologia e sociologia.
La concezione dell’unità metodologica la ritroviamo nei positivisti inglesi che
pongono l’accento sull’importanza dell’esperienza per la formazione di leggi
scientifiche.
JOHN STUART MILL, partendo da casi singoli e particolari (natura empirica)
operando nella riduzione dalle scienze deduttive in scienze induttive.
HERBER SPENCER, idee che contribuiscono alle teorie positivistiche.
Né le religioni e né la scienza possono conoscere l’assoluto, facendo sì che tutte le
altre conoscenze empiriche vengano poste sul piano delle conoscenze relative.
La visione spenceriana si basa sulla legge dell’evoluzione, continui passaggi
tendendo al meglio.
La biologia studia l’adattamento degli organismi all’ambiente.
Spencer ritiene che la psicologia possa avere uno status scientifico autonomo,
analizzando le manifestazioni psichiche dalle più semplici alle più complesse.
La sociologia diversamente dalla teoria di Comte, tende alla difesa dell’individuo, in
quanto la società esiste per gli individui.
Molto importante è la teoria degli studi biologici elaborata da Charles Darwin e
ripresa anche nell’ambito delle scienze sociali.
È sempre nell’Ottocento che grazie all’opera di Emile Durkheim la sociologia si
innalzerà come scienza autonoma.
Per Mach, la scienza viene intesa per un migliore adattamento dell’uomo
all’ambiente attraverso l’osservazione, un raccordo tra pensieri e fatti.
Contemporaneo a Mach, è l’opera degli storicisti e in primo luogo di Wilhelm
Dilthey, in cui scienze della natura e sociali si distinguono per il loro oggetto.
Le scienze della natura sono causate da fenomeni esterni, mentre le scienze sociali
dalla relazione tra individui.
Secondo Wilhelm Windelband, la distinzione deve porsi tra scienze monotetiche
che tendono a determinare leggi a carattere generale e scienze ideografiche leggi
particolari.
Max Weber, prende la scienza autonoma dalla metafisica, facendo una selezione dei
fenomeni da studiare in base ai valori con scienza sociale invece avalutativa.
Anche la sociologia come scienza deve descrivere i fatti sociali, senza utilizzare però
l’intuizione poiché permetterebbe solo una conoscenza simpatetica, ovvero in
completa sintonia con un carattere del soggetto o di un oggetto.
La scienza si basa sulla forza della ragione pur non potendo giustificare sui fatti
concreti, razionali.
John Dewey, il suo pensiero si ricollega al ‘pragmatismo’, una teoria statunitense.
Afferma la continuità tra conoscenza comune e conoscenza scientifica.
Il metodo sperimentale viene visto come strumento per creare conoscenza e
assicurarsi che questa conoscenza sia effettiva.
Edmund Husserl fu il fondatore del movimento fenomenologico, ovvero una
corrente di pensiero che andava contro alla corrente positivista intaccando i temi
della conoscenza e della scienza, ricongiugendosi al neokantismo e allo storicismo.
Per Husserl il principio logico è quello della deduzione, però basandosi
sull’esperienza di cose esistenti, cogliendo l’essenza. Di qui la fenomenologia intesa
non come scienza di fatti ma come scienza di essenze.
Importante è l’apporto con Martin Heidegger, il quale segna il passaggio dalla
fenomenologia all’esistenzialismo, in quanto è un linguaggio poetico.
Per Karl Jaspers, l’uomo è studiato attraverso la biologia, psicologia, sociologia,
come un oggetto del mondo.
Ludwig Wittgenstein ritiene che le proposizioni filosofiche siano fondate
sull’incomprensione della logica. Solo la scienza naturale ha senso, basate su
proposizioni vere, dato dal metodo della verifica.
Un’altra strada che seguirà Wittgenstein è il cosiddetto principio d’uso, ovvero il
senso delle parole può cogliersi attraverso al modo in cui vengono usate.
Questo pensiero viene attraversato da Bertrand Russell, sostenitore sulla visione del
mondo fondata su 4 principi:
-fisica
-fisiologia
-psicologia
-matematica
Secondo questa concezione il mondo non avrebbe bisogno di dogmi ma di lbera
ricerca.
Queste idee si sviluppano all’interno di un campo inserente a studi scientifici sia a
carattere sociale (in campo psicologico con Freud, linguistico con Chomsky,
sociologico con Manheim, economico con Keynes) sia a carattere naturale (logico-
matematico con Hilbert e Godel, in campo fisico con Einstein e Planck).
Chaim Perelman sarà oppositore delle questioni di metodi, alle argomentazioni che
hanno carattere politico, filosofico o sociale, ai modelli delle scienze deduttive e
sperimentali.
Tra il periodo che intercorre le due guerre mondiali, un gruppo di scienziati-filosofi
diedero vita al cosiddetto ‘Circolo di Vienna’, caratterizzato dall’antimetafisica e
basata da tutta una serie di approfondimento sulle scienze naturali.
Il neopositivismo mira alla formazione di una scienza unificata, comprendente tutte
le conoscenze fornite dalla fisica, scienze naturali, psicologia.
I circolisti apportano un grande contributo all’analisi delle scienze empiriche, dando
così decisiva consistenza alla moderna epistemologia.
Otto Neurath, sostiene che la conoscenza è l’insieme delle proposizioni accettate
dagli scienziati, unico linguaggio della fisica, confrontando le nuove proposizioni con
quelle già in uso per permettergli di creare un sistema privo di contraddizioni.
Questo concetto è ripreso da Carnap, secondo il quale il linguaggio fisico deve
rientrare nella scienza unificata, in cui rientrano la psicologia e la sociologia.
Lo scenario americano è caratterizzato da Percy William Bridgam, riassumendosi
nella riduzione del significato dei concetti scientifici, si basa sulla teoria sulla
metodologia delle scienze sociali e psicologiche.
Ritornando allo scenario europeo, Gaston Bachelard, che in opposizione ai
neopositivisti, non accetta la divisione dalla scienza alla non scienza, pur affermando
la rottura tra sapere comune e conoscenza scientifica.
Karl Popper si opponeva ad ogni criterio dei circolisti, elaborando una concezione
dell’inesistenza dell’induzione riconducibile alla risoluzione di problemi, per la quale
la ricerca inizia proprio da questi e tenta di dare una soluzione, utilizzando ipotesi
che devono essere provate ovvero provabili o controllabili (falsificabili), falsificate
dai fatti secondo un metodo definibile cioè ‘metodo deduttivo dei controlli’.
Il numero delle teorie che possono essere veritiere rimane, infinito, anche dopo
molti controlli, quindi il metodo può stabilire la verità anche se esso deve essere
unitario sia le scienze sociali che per quelle naturali.
Le scienze sociali hanno la stessa natura di quelle fisiche, questo implica nel piano
della tecnologia si tende a risolvere problemi attraverso una serie di esperimenti.
Altri pensatori si rifacevano alle scuole di pensiero di Karl Popper, uno di questi è
Thomas S. Kuhn, sostenitore di una scienza normale, saldamente fondata sul
passato, non cercano le novità.
Deve comunque tener conto della rivoluzione scientifica, del progresso, attraverso
le anomalie della scienza del passato.
Queste rivoluzioni scientifiche sono collegati a paradigmi che si sostituiscono
indipendentemente da singoli periodi.
Questo paradigma all’evoluzione astronomica, cioè all’evoluzione della teoria della
materia o della scienza biologica.
Per Imre Lakatos, la scienza è ed è stata, una competizione tra programmi di ricerca
rivali, cioè un’argomentazione formulata sull’evolversi delle scienze naturali. Si rifà a
Popper, se si trova una proposizione che ha alla base una verità ricerca ipotesi a suo
sostegno.
Paul K. Feyerbend, è contrario al progresso scientifico poiché lo ritiene trasgressivo.
Il metodo assoluto non esiste poiché il passaggio da un paradigma ad un altro
consiste nel passaggio da un metodo ad un altro, violazione di un metodo
precedente da parte di uno scienziato che non rispetta metodi e schemi pregressi.
Larry Laudan, è sostenitore di una scienza risolutrice dei problemi, il cui controllo
cognitivo mira alla risoluzione dei problemi.
Alla fine dell’800 inizio del 900 la scienza biologica e fisica rientreranno nelle scienze
sociali per garantire i risultati finali.
Il rapporto tra scienze sociali e scienze della natura erano ostacolati dal fatto che le
scienze sociali non siano a tutti gli effetti una scienza.
Il problema è risultato abbastanza complicato poichè alla sua risoluzione sono
collegabili a vari periodi storici.
L’organizzazione
Oggetto di studio dell’organizzazione sono le variabili di funzionamento del
sistema aziendale in sintesi classificabili in:
-variabili interne del sistema (input):
-variabili individuali
-variabili sociali
-variabili tecniche
-variabili istituzionali
-variabili organizzative:
-strutture organizzative, insieme degli elementi di base stabili del sistema di
ruoli interno al sistema organizzativo
-meccanismi operativi, insieme di processi che rappresentano il sistema
dinamico facendo funzionare il sistema organizzativo e riguardano:
-la comunicazione, ovvero la diffusione interna/esterna degli elementi
sottostanti
-la decisione, processi di elaborazione di scelta
-il coordinamento, riguarda la coerenza dei comportamenti adottati dalle
diverse unità organizzative
-il controllo, misurazione e apprezzamento dei risultati conseguiti
-la valutazione, analisi dei contributi forniti dagli operatori
-potere organizzativo, capacità di influenzare i comportamenti degli operatori
del sistema organizzativo, ed è costituito da:
-stili di direzione, modello caratteristico dei processi di influenza tra capi e
subordinati
-gestione dei conflitti organizzativi;
-variabili di trasformazioni (elaborazione degli imput)
-variabili di outpunt (risultati della trasformazione).
LE GESTIONE
Le operazioni di gestione costituiscono Il nucleo dell’amministrazione di
un’azienda e vengono distinte in due classi:
Operazioni di gestione esterna, si riferiscono ai fenomeni di scambio tra
l’azienda e altri enti;
Operazioni di gestione interna, riguardano tutti i fenomeni produttivi che
avvengono l’interno dell’azienda (impieghi di materie prime)
Le variegate operazioni di gestione possono essere composte in schemi
semplificati detti cicli tipici processuali aziendali.
Tali cicli possono essere distinti:
-fondamentali, se comprendono le azioni che hanno lo scopo del raggiungimento
dei fini aziendali
-ausiliari, se fanno riferimento a operazioni necessarie per rendere possibile lo
svolgimento dei cicli fondamentali.
IL CICLO FONDAMENTALE DELLE AZIENDE DI PRODUZIONE SI COMPONE DI TRE
FASI:
Finanziamenti, approvvigionamento dei mezzi di pagamento per attuare
investimenti voluti;
Investimenti, acquisti dei fattori produttivi atti alla produzione;
Realizzi, derivano dalla vendita dei prodotti conseguiti attraverso le
trasformazioni dei fattori utilizzati
La gestione va osservata sotto due aspetti:
-profilo economico, osserva i costi e i ricavi, quindi il reddito in tale
ambito si parla di ciclo di reintegro economico di un investimento che ha
durata pari al tempo di ricostituzione del costo sostenuto per
l’investimento stesso attraverso il conseguimento dei ricavi.
Il risultato economico che si crea dalla differenza fra ricavi e costi è detto
reddito, che costituisce la remunerazione del capitale aziendale
apportato dei proprietari essendone l’incremento o il decremento che il
suddetto patrimonio subisce per effetto della gestione.
-profilo finanziario, osserva i flussi monetari delle entrate e delle uscitein
tale ambito si parla di ciclo di reintegro finanziario di un investimento, che
ha durata pari al tempo necessario affinchè le uscite monetarie
dell’investimento ritornino in forma liquida attraverso il loro realizzo.
Proprio la differenza tra entrate ed uscite monetarie costituisce il risultato
finanziario
Cap. 4
Per verificare se un’azienda sia di successo o meno occorre che essa rispetti:
-la condizione di economicità cioè la capacità di un’impresa di coprire tutti i costi
attraverso i ricavi.
-il principio di economicità secondo cui è necessario che i ricavi siano maggiori
rispetto ai costi degli investimenti sommati ai costi dei finanziamenti, per ottenere
un utile. La differenza (cioè l’utile) può essere utilizzato per accrescere gli
investimenti. Nel caso contrario (cioè quando i costi superano i ricavi) l’azienda va in
perdita e sarà destinata al fallimento.
I fattori che incidono sulla condizione di economicità sono:
-i prezzi dei fattori produttivi e dei beni prodotti
-i rendimenti dei fattori produttivi
Il successo dell’azienda dipende dalla sua capacità di avere nel suo portafoglio una
buona quantità di prodotti affermati garantendone nel tempo anche il riciclo (cioè la
sostituzione con nuovi prodotti), mantenendo cioè competitività, intesa come
capacità dell’azienda di concorrere efficacemente sui mercati e che si compone di
due dimensioni:
-L’efficacia cioè la capacità di raggiungere l’obiettivo prefissato.
-L’efficienza cioè l’abilità di raggiungere l’obiettivo prefissato impiegando le
risorse minime indispensabili.
I valori aziendali che stanno alla base del successo dell’azienda sono:
-il servizio al cliente
-l’economicità
-l’innovatività
-la valorizzazione delle risorse
Cioè la funzione dell’aziende di soddisfare i bisogni del cliente in un contesto
concorrenziale, in modo economico valorizzando le proprie risorse.
Filone istituzionalista aziendale : ruoli e funzioni
FORMULA IMPRENDITORIALE
Insieme dei valori cardine che devono essere presi in considerazione per
raggiungere la cosiddetta eccellenza imprenditoriale.
5 elementi che caratterizzano la “Formula Imprenditoriale”:
1. Struttura
2. Sistema di Prodotto
3. Sistema Competitivo
4. Sistema degli Attori Sociali
5. Sistema Prospettive/Contributi/Consensi
Al centro di tutto c’è la struttura, che rappresenta l’ossatura dell’azienda che la
tiene in piedi e che viene collegata con il sistema di prodotto detto anche sistema di
offerta (riguardante le problematiche dell’offerta, cioè le condizioni più economiche
dello scambio) che si confronta con il sistema competitivo detto anche sistema di
domanda (che cerca di realizzare il successo attraverso l’utilizzo di strategie
competitive).
Il sistema degli attori sociali che riguarda il microambiente (coloro che sono più
vicini all’azienda: personale, clienti, fornitori ecc) e si collega con il sistema
prospettive/contributi/consensi che comprende le aspettative dei vari attori nei
riguardi dell’azienda e i contributi e i consensi che essa richiede ai detti attori.
LO STATO PATRIMONIALE
Si rappresenta graficamente come un prospetto dotato di due sezioni: a sinistra
le attività (attivo) e a destra le passività e il netto patrimoniale (passivo). Il netto
patrimoniale è la differenza tra attività e passività.
Le attività comprendono gli investimenti produttivi attuati dall’azienda e
comprendono: sia fattori generici di produzione (denaro e crediti) sia fattori
specifici di produzione (macchinari e materie prime).
Le passività comprendono i finanziamenti aziendali, che si distinguono in:
- Capitale proprio mezzi finanziari messi a disposizione dai proprietari
aziendali soggetti a rischio di non essere più restituiti qualora l’azienda
dovesse andare male.
- Debiti di finanziamento prestiti con vincolo di restituzione.
- Debiti di funzionamento che sorgono quando i fornitori di merci o di
materie prime concedono all’azienda una dilazione di pagamento.
Attività, passività e netto patrimoniale costituiscono il patrimonio aziendale.
L’obiettivo dello stato patrimoniale è dare una visione generale della situazione
del patrimonio aziendale in un dato momento.
I valori espressi nello stato patrimoniale non saranno valori certi ma valori frutto
di valutazioni, stime e previsioni.
IL CONTO ECONOMICO
E’ l’insieme di tutte le operazioni aziendali (costi e ricavi) che hanno contribuito a
determinare il risultato economico finale (che può essere o un utile o una
perdita) di un certo esercizio (anno solare).
Si compone di due sezioni:
- La prima (a sinistra) contiene i costi i valori dei fattori produttivi consumati
in un determinato periodo (energia elettrica, materie prime, spese di gestione
ecc).
- La seconda (a destra) contiene i ricavi cioè l’utilità economica conseguita
attraverso la vendita di beni e servizi.
La differenza positiva tra ricavi e costi indica l’utile o reddito di gestione.
Esempio:
costo prodotti rimanenza = 500
Valore che si presume di realizzare dalla vendita = 400
In questo caso la valutazione di bilancio sarà di 400.
Nel bilancio, per indicare la redditività, cioè quanto rende il capitale investito
nell’azienda, si usa il ROI (return on investment). È un indice variabile soggetto a:
- Condizioni di attività, che forniscono indicazioni su cosa e quanto produrre
per il mercato.
- Condizioni di efficienza, che riguardano l’attitudine dell’azienda a utilizzare
senza sprechi le risorse a disposizione.
- Condizioni di elasticità, che permettono di adattare l’attività aziendale alle
mutevoli condizioni di ambiente e di mercato.
Esiste inoltre una distinzione dei costi secondo il loro andamento dinamico:
- Costi variabili, che variano proporzionalmente al variare del volume di
produzione
- Costi fissi o costanti, che non variano al variare del volume di produzione.