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LA SICILIA NEL MEDIOEVO

DOMINAZIONE VANDALA:
428 Genserico, alla morte del fratello, divenne re dei Vandali.
439 dopo aver conquistato il nord Africa, si allea con i Berberi.
440 le flotte vandale e berbere sbarcano in Sicilia e cominciano a razziare l’isola. Palermo viene distrutta.
455 Genserico attraversò lo stretto e puntò verso Roma. La città fu saccheggiata e razziata (SECONDO
SACCO DI ROMA).
456 Genserico riuscì a conquistare anche la Sardegna, la Corsica e le isole Baleari creando cos’ un vero e
proprio impero. Venne però sconfitto dalle truppe romane ad Agrigento.
476 Odoacre, re degli Eruli, iniziò una sanguinosa guerra contro i Vandali. Genserico fu costretto ad
arrendersi e a cedergli la Sicilia in cambio di un tributo. L’unica roccaforte vandala rimase Lilibeo.
488 nel frattempo Tedorico,re degli ostrogoti, fu incaricato dall’imperatore Bizantino Zenone di
sconfiggere Odoacre. Egli venne deposto e Teodorico ottenne il controllo di quasi tutta l’Italia.
491 Teodorico conquista la Sicilia.
Comincia così la DOMINAZIONE OSTROGOTA: l’amministrazione dell’isola viene riorganizzata ispirandosi a
quella imperiale e vengono estesi i possedimenti terrieri di proprietà della chiesa romana.
Il potere ostrogoto nell’isola non durò molto, infatti di lì a poco Teodorico fu attaccato da Giustiniano
(imperatore dell’impero Bizantino): comincia così la GUERRA GRECO-GOTICA (535-553)
535 le truppe bizantine, guidate dal generale Belisario, sconfiggono quelle ostrogote.
Giustiniano conquista la Sicilia.
554 con la fine della guerra greco-gotica e la vittoria di Giustiniano, l’Italia divenne un Esarcato con sede
a Ravenna e venne annessa all’impero romano d’Oriente. La Sicilia, invece, mantenne la sua indipendenza
dall’esarca di Ravenna e divenne una provincia romana-orientale. È in questo periodo che nell’isola si
diffuse la cultura e l’arte bizantina.
Inoltre, durante la dominazione bizantina, la Sicilia subì una pesante tassazione che impoverì la popolazione.
Durante il VII secolo si diffuse l’eresia del monotelismo.
649 l’imperatore Bizantino Costante II emanò il TYPOS: editto con cui vietò di discutere ulteriormente sul
monotelismo. Il provvedimento però non fu ben accolto dalla Chiesa romana in quanto favoriva la
diffusione dell’eresia stessa. Costante II punì severamente gli oppositori.
663 Costante II, per strategie militari, trasferì la sua residenza imperiale a Siracusa che divenne dunque
capitale dell’Impero.
668 dopo una serie di decisioni che non incontrarono il favore popolare Costante II venne assassinato.
I congiurati elessero imperatore Opsiciano Mecezio, che tuttavia non durò molto. Infatti l’imperatore
legittimo Costantino IV, figlio di Costante II, si recò di persona in Sicilia e depose Mecezio. Dopo di ciò
spostò la capitale del regno nuovamente a Costantinopoli.
Verso la fine del VII secolo la Sicilia diventò un THEMA (possedimento territoriale) sotto il regno di
Giustiniano II Rinotmeto. L’altro thema dell’impero bizantino in Sicilia era quello di Langobardia.
Man mano crebbe il malcontento: la Sicilia, che si sentiva più vicina sia politicamente che culturalmente
all’impero romano d’Occidente piuttosto che a quello d’oriente, si dichiarò indipendente da quest’ultimo.
Durante la lotta all’iconoclastia tra papato e bizantini, la Sicilia si schierò dalla parte del papa.
Il controllo bizantino sull’isola si indebolì. La situazione peggiorò con l’inizio delle prime scorrerie degli
Arabi.
827 sbarco degli Arabi a Mazara del Vallo che divenne la prima base militare.
831 venne conquistata Palermo, che venne eletta capitale della Sicilia islamica.
La caduta di Palermo segna un passo decisivo nella conquista musulmana della Sicilia: i musulmani
ottennero non solo una importante base militare, ma il possesso della città (che da quel momento prese il
nome di “Al-Madina”= La Città) consentì loro di consolidare il controllo sulla parte occidentale dell’isola che
diventò una provincia islamica governata dalla dinastia aghlabide.
842-859 caddero Messina, Modica, Ragusa ed Enna. Rimaneva da conquistare solo la parte orientale
dell’isola e Siracusa che riusciva ancora a resistere grazie all’arrivo di aiuti bizantini.
878 Siracusa venne conquistata e distrutta.
902 cade Taormina, ultima piazzaforte bizantina nell’isola.
Palermo:
Dopo un millennio e mezzo, la conquista musulmana spostò il baricentro politico e culturale della Sicilia da
oriente – con capitale Siracusa – ad occidente – con capitale Palermo. Durante la dominazione bizantina, la
parte orientale dell'isola, soprattutto Siracusa, rappresentava il perno in occidente dei bizantini e ospitava
lo strategos da cui dipendevano anche Malta e i ducati di Calabria e di Otranto. Al posto di Siracusa, i
musulmani preferirono spostare il centro economico, culturale e politico nella città di Palermo, più vicina al
nord Africa.
La Sicilia divenne un emirato arabo con a capo un emiro (wali o amìr, cioè emiro), una sorta di governatore
che era a capo dell'esercito, dell'amministrazione e della giustizia inoltre, egli aveva anche il compito di
battere moneta e nominare i governatori e i giudici delle maggiori città.
L'emiro era assistito da un giudice, detto qadi, che amministrava la giustizia e comandava le truppe locali.
I segni dell'islamizzazione si colgono soprattutto nello spazio urbano, Soprattutto nella città di Palermo (centro
politico, economico e culturale). Qui si trovava la grande moschea (gami), la scuola coranica (madrasa), il
bagno pubblico (hammam), il mercato (suq) e la residenza del sovrano e degli uffici finanziari (diwan). Palermo
era suddivisa in quattro quartieri:
-quartiere dei mercanti
-quartiere del governo, (sede dell'emiro e dei suoi funzionari)
-quartiere del porto
-quartiere delle botteghe
Secondo quanto affermavano i viaggiatori musulmani, Palermo, chiamata Balarm, sebbene non fosse
nemmeno paragonabile alle corti orientali, come Damasco o Baghdad, era ricca e florida e fu
soprannominata “la città delle trecento moschee”; purtroppo non vi è più traccia di queste moschee che
probabilmente erano piccole sale di preghiera, a volte private. L'emiro risiedeva nell'attuale Cappella
Palatina, i cui locali inferiori mantengono ancora l'impianto architettonico della cultura aglhabita.
Per far fronte all'aumento demografico e allo scontro tra arabi e berberi fu creato un nuovo quartiere, una
sorta di cittadella fortificata, chiamata dapprima al-Kalisa, in seguito la Kalsa, sede di tutte le principali
funzioni di potere: dall'amministrazione alla residenza dell'emiro, dall'arsenale alla moschea.
Il nucleo fenicio della città di Palermo fu chiamato Halqah e al suo interno fu edificato un maestoso castello
e una grande moschea, nel luogo dove oggi sorge l'attuale cattedrale.
Il quartiere più popolato e più cosmopolita era quello degli Schiavoni, vicino al porto commerciale, da cui
partivano le rotte per il nord-Africa e la Spagna.
La moschea principale di Palermo, detta Ibn Siqlāb, era stata eretta probabilmente sulle rovine di una
chiesa cristiana e si trovava nel quartiere del Cassaro. Secondo le fonti avrebbe potuto ospitare fino a
settemila persone.
Per prima cosa a Palermo i nuovi conquistatori migliorarono la rete idrica, fondamentale per una buona
agricoltura, e crearono dei canali sotterranei – di origine persiana – chiamati Qanat, che attraversavano
tutta la città e si spingevano fino alla Conca d'oro. Dal punto di vista culturale a Palermo fu inaugurata una
scuola di traduzione, come per altro era diffuso in tutti i domini islamici, soprattutto in Spagna.
Oltre alla città di Palermo e alla fortuna di centri come Mazara e Trapani, che godevano della vicinanza con
l'Africa, la seconda città dell'isola era sicuramente Girgenti (Agrigento), roccaforte berbera in Sicilia e vera
antagonista commerciale e culturale di Palermo.

Alla popolazione, di religione cristiana, fu imposta la jizya (tassa imposta dai musulmani ai popoli
conquistati di religione non islamica). Per non pagare la jizya, la popolazione cominciò a convertirsi in massa
alla religione islamica, soprattutto nella parte occidentale. La parte orientale continuò a praticare la
religione cristiana.
I NORMANNI:
All’inizio del Basso Medioevo (X secolo) e con l’inizio delle invasioni barbariche, arrivò in Francia un popolo
proveniente dalla Scandinavia: i Vichinghi. Essi occuparono i territori franchi della Francia del nord.
911 il re di Francia Carlo III concesse ai Vichinghi una parte del territorio della Francia settentrionale, in
cambio questi ultimi giurarono fedeltà al re. Nacque così il Ducato di Normandia e i Vichinghi furono
indicati con il nome di Normanni (“uomini del nord”).
Essi divennero agricoltori, fondendosi con la popolazione della Neustria; adottarono la religione cristiana e
la lingua galloromanza dando così vita a una nuova identità culturale, diversa sia da quella degli scandinavi
sia da quella dei franchi.
Nell’XI secolo la posizione degli invasori in Normandia era ormai consolidata: via via assimilarono anche il
sistema feudale francese.

Nei secoli successivi, i normanni, oramai diversi rispetto ai loro antenati scandinavi, continuano a prendere
il mare dalla Normandia verso nuove terre, seguendo principalmente due direttrici: verso nord
in Inghilterra e nel Mediterraneo in Italia meridionale.

Grazie alla vicinanza geografica, i normanni entrarono presto in contatto con l’Inghilterra: riuscirono ad
imporre la loro egemonia su vari regni inglesi ad eccezione del regno sassone del Wessex che seppe tener
loro testa.
All’inizio dell’ XI secolo il duca di Normandia, Riccardo I, diede in sposa sua figlia Emma al re inglese
Etelredo II d’Inghilterra. Dalla loro unione nacque Edoardo il confessore che entrò presto in contrasto con
il conte del Wessex Godwin, dando inizio al primo conflitto fra sassoni e normanni.
1066 Edoardo morì senza discendenti, ma lasciò come suo erede il duca Guglielmo di Normandia. Egli
attraversò la Manica e diede inizio alla conquista normanna dell’Inghilterra.
I due eserciti si scontrarono nella celebre BATTAGLIA DI HASTINGS: Gli inglesi vennero sconfitti dai
Normanni e Aroldo II, re d’Inghilterra, morì durante la battaglia. Guglielmo, da questo momento in poi
detto “il Conquistatore”, venne proclamato re.
Durante i suoi 20 anni di regno, Guglielmo rafforzò la presenza normanna nell’organizzazione politica
inglese e escluse dal potere le aristocrazie anglosassoni locali. Inoltre diffuse in Inghilterra il sistema feudale
francese, distribuendo feudi all’aristocrazia al suo seguito (ai suoi tempi vennero costruiti circa 80 castelli).
Dopo un iniziale periodo di risentimento e ribellione, i due popoli cominciarono a fondersi, mescolando
lingua e cultura: i Normanni cominciarono a identificarsi con il nome di Anglonormanni.

Nel frattempo, prima della conquista dell’Inghilterra, gruppi di Normanni erano scesi nel sud Italia (1000-1016).
In un primo momento furono ingaggiati come mercenari nella difesa delle città costiere dagli attacchi degli
Arabi, successivamente entrarono in contrasto con i Bizantini con cui si scontrarono in Puglia.
1022 si stabilirono ad Ariano (in Campania) che divenne la prima contea normanna nell’Italia meridionale.
1030 i normanni, guidati da Rainulfo Drengot, fondano la città di Aversa che divenne presto il punto di
riferimento di tutti i normanni che giungevano in Italia.
Qui giunsero i membri della famiglia degli Altavilla (provenienti da Hauteville, in Bassa Normandia) guidati
da Guglielmo “Braccio di ferro”.
In pochi anni, guidati da un altro membro della famiglia degli Altavilla Roberto il Guiscardo, i normanni
conquistano gran parte dell'Italia meridionale (Puglia e Calabria), ponendo fine al dominio secolare dei
bizantini nella regione. 
Allarmato dalle rapide conquiste normanne, papa Leone IX organizza una spedizione militare per arginarle e
per difendere Benevento (possedimento papale):
18 giugno 1053l’esercito pontificio viene sconfitto dai normanni nella Battaglia di San Paolo di Civitate
(Puglia).
1059 il nuovo papa Niccolò II si vide costretto a chiedere un’alleanza ai normanni.
Nel 1059, durante il Concilio di Melfi, vennero firmati gli Accordi di Melfi. Tali accordi stabiliscono:  
 Il riconoscimento papale della legittimità dei possedimenti normanni.
 Il conferimento del titolo di duca di Puglia, Calabria e Sicilia a Roberto il Guiscardo.
 La fedeltà e la formale sottomissione della famiglia Altavilla al papato.
 La concessione della città di Benevento al papato.
Melfi viene proclamata capitale dei ducati di Puglia e Calabria.
Grazie all'alleanza con i normanni, la Chiesa si libera della presenza dei bizantini, che dopo lo scisma
d'Oriente del 1054 non sono più sottoposti alla sua autorità spirituale.

C’è da dire che Niccolò II nomina Roberto il Guiscardo duca di Sicilia sicuro che quest’ultimo fosse riuscito a
sottrarla agli Arabi. Dopo aver affermato il loro governo su tutto il territorio del Mezzogiorno, gli Altavilla si
avviano alla conquista della Sicilia.
1061 Roberto il Guiscardo e Ruggero I d’Altavilla, sbarcarono a Messina che in poco tempo si arrese e
divenne il loro quartier generale.
1063 Battaglia di Cerami (affluente del fiume Salso): i normanni sconfissero gli Arabi.
1064 Ruggero riesce a conquistare la Sicilia nord-orientale.
1071 viene conquistata Catania.
1072Grazie all’alleanza con la Città marinara di Pisa e all’aiuto della marina pisana, i Normanni riescono a
Sconfiggere definitivamente gli Arabi presso Palermo.
Ruggero I e Roberto il guiscardo si dividono l’isola:
a Roberto il guiscardo va: Palermo, metà Messina e la Valdemone.
a Ruggero I va: metà Messina, Troina, Catania, Mazara e la parte della Calabria ottenuta in precedenza.

17 luglio 1085 Roberto il guiscardo muore senza eredi e i suoi territori passano nelle mani di Ruggero I
che aumenta il suo potere.
5 luglio 1098 papa Urbano II conferisce a Ruggero I uno status specialis.
Egli stabilisce la sua sede a Mileto, in Calabria. Molto importante , in Sicilia, diventa la città di Troina
(capitale amministrativa).
22 giugno 1101 Ruggero I muore a Mileto. Lo succede la moglie Adelasia del Vesto come reggente del
figlio Ruggero II.
1112 Adelasia trasferisce la capitale a Palermo.
Divenuto maggiorenne nel 1112 , Ruggero II sale al potere e continua il progetto del padre: unificare il
meridione in un unico regno. Viene riconosciuto duca di Puglia e Calabria e Conte di Sicilia.

1130 approfitta di uno scisma pontificio: alla morte del papa Onorio II vengono eletti due papi, Innocenzo II
e Anacleto II. Il primo si rifugia in Francia e Anacleto II, nonostante fosse rimasto a Roma, aveva bisogno di
maggiori consensi. Per questo riesce ad ottenere da Anacleto II la PROMOTIO REGIA con cui Ruggero II, il 27
settembre 1130 ad Avellino, giurò fedeltà al pontefice e in cambio quest’ultimo lo proclamò re.
La cerimonia di incoronazione avvenne il 25 dicembre 1130 nella Cattedrale di Palermo: Ruggero II ricevette
l’unzione con il sacro olio e la corona regia (consegnatale dal principe di Capua).
Nacque così il REGNO DI SICILIA con capitale Palermo.
1139 conquista Napoli.
Ruggero II era così divenuto uno dei più potenti sovrani d'Europa. Cominciava così un regno caratterizzato
dalla convivenza di varie etnie e diverse fedi religiose:  Il Re mantenne nel regno una completa tolleranza per
tutte le fedi, razze e lingue. Divise i feudi tra i suoi vassalli, diffondendo anche in Sicilia il sistema feudale
francese.
Ruggero rese la Sicilia la potenza dominante del Mediterraneo: espanse la sua influenza verso la sponda
africana. Grazie ad una potente flotta, costituita sotto diversi ammiragli (Tra cui Giorgio di Antiochia che fece
costruire la chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio nota come “La Martorana”) , effettuò una serie di conquiste
sulla costa africana (1135 - 1153), che andavano da Tripoli (Libia) a Capo Bon (Tunisia) e Bona (Algeria).
Ruggero II creò in quei due decenni un "Regno normanno d'Africa" che divenne un "protettorato" siciliano,
sostenuto in parte dalla residua piccola comunità cristiana nel nord Africa.
È durante il regno di Ruggero II che Palermo diventa una ricchissima corte. vengono costruiti una serie di
straordinari monumenti: Palazzo dei Normanni, la Cappella Palatina, San Giovanni degli Eremiti, la Cappella
dell’Incoronata, Santa Maria dell’Ammiraglio (La Martorana), Duomo di Cefalù.
26 febbraio 1154 Ruggero II muore a 59 anni. La sua tomba si trova alla Cattedrale.
1154-1166Sale al potere suo figlio Guglielmo I detto “il malo” (il cattivo) . Cresciuto ed educato nella
sfarzosa corte di Palermo, subì moltissimo l’influenza della cultura araba. Non rinunciò a dedicarsi alle
delizie e agli agi di cui poteva disporre e trascurò così le cose del Regno, affidandone la gestione a persone
di fiducia. Dovette però presto affrontare una difficile situazione politica a causa della minaccia dell'Impero
germanico, portata da Federico Barbarossa, di quella dell'impero Bizantino  portata da Manuele I
Comneno e da quella del papato retto da Adriano IV.
Probabilmente debilitato da una malattia (o forse distratto dalle mollezze di corte), trascurò inizialmente i
pericoli e le minacce portate al suo regno.
Entro il 1160 perse tutti i possedimenti normanni in nord Africa.
1166 Muore Guglielmo I. sale al potere (a soli 12 anni) suo figlio Guglielmo II detto il buono.
Riuscì a godere di un periodo di stabilità in cui riorganizzò gli organi politici: riformò la MAGNA CURIA
(organo centrale dell’amministrazione pubblica del Regno).
1177 Sposa Giovanna Plantageneto (figlia di Enrico II d’Inghilterra e sorella di Riccardo cuor di leone),
instaurando l’alleanza tra gli Altavilla e i Plantageneti.
Il regno di Guglielmo fu particolarmente proficuo per le arti in Sicilia. Fra le opere avviate da Guglielmo
merita una citazione il Duomo di Monreale, realizzato a cominciare dal 1174 . Anche la splendida
costruzione della Zisa, avviata dal predecessore Guglielmo I, fu completata sotto il suo regno. 
1186 Guglielmo II avviò con l’imperatore Federico I Barbarossa le trattative per l’unione matrimoniale tra
Enrico VI di Svevia (figlio del Barbarossa) e Costanza d’Altavilla (zia di Guglielmo II poiché sorella di
Guglielmo I). il matrimonio venne celebrato il 27 gennaio 1186 a Milano.
Nonostante la giovane età di Guglielmo e della moglie Giovanna, dalla loro unione non nacque alcuna
discendenza e l'eventualità di una mancata discendenza era espressamente prevista nel contratto
matrimoniale per le nozze di Enrico VI Hohenstaufen e Costanza d'Altavilla, a cui sarebbe toccato,
nell'eventualità, il Regno di Sicilia.
1189 Guglielmo II muore senza eredi. Secondo la sua volontà, sale al potere Costanza d’Altavilla.
Una parte della corte normanna, però, simpatizzava per Tancredi (cugino di Guglielmo II) per quanto
illegittimo, ultimo discendente maschio della famiglia Altavilla. Il papa  Clemente III che non vedeva di buon
occhio gli Svevi, approvò nel novembre 1189 l'incoronazione di Tancredi a Palermo Re di Sicilia.
La situazione cambiò nel 1191alla morte di Federico I Barbarossa salì al potere il figlio Enrico VI che
divenne imperatore del Sacro Romano Impero. In quanto marito di Costanza d’Altavilla, decise di
riconquistare il Regno di Sicilia ma venne in un primo momento sconfitto.
1194 Tancredi morì. Enrico VI arrivò in Sicilia: con il sostegno delle flotte genovesi e pisane e con la forza
delle armi, dopo essersi garantito la neutralità dei Comuni lombardi col Trattato di Vercelli del 12 gennaio
1194, l’imperatore sottomise gran parte del regno di Sicilia. Nell'autunno del 1194, ricevette a Troia il
giuramento di fedeltà dei feudatari rimasti fedeli agli Altavilla.
Nel novembre del 1194 riuscì a conquistare Palermo.
La notte di Natale del 1194 Enrico VI fu incoronato Re di Sicilia e poté annettere il regno al Sacro Romano
Impero. La moglie Costanza, trattenuta a Jesi dalla gravidanza, il giorno dopo l'incoronazione di Enrico
partorì l'attesissimo erede, il futuro Federico II, al quale fu imposto il nome di Federico Ruggero in onore dei
due illustri nonni: Federico Barbarossa di Hohenstaufen e Ruggero II d'Altavilla.
Enrico VI resse l'impero per circa sette anni.  Enrico si impegnò per completare il disegno di un impero
universale, al quale già si era dedicato il Barbarossa (del quale seppe sfruttare abilmente a suo vantaggio la
memoria). Egli puntava infatti ad imporre su ogni potere terreno la popria superiore autorità di imperatore:
l'obiettivo del giovane imperatore era dunque quello di dar vita ad una signoria universale basata sul diritto
feudale. Egli riuscì a formare un impero vastissimo ma non venne mai accettato come imperatore.
FONTE LIBER AD ONOREM AUGUSTI di Pietro da Eboli. Tratta del passaggio dalla monarchia normanna a
quella sveva. Nell’opera Enrico VI viene raffigurato come il nuovo Augusto mentre Tancredi viene descritto
come un aborto di natura.
1197 Enrico VI morì. Sale al potere suo figlio Federico II di Svevia sotto la reggenza della madre Costanza
d’Altavilla.
FEDERICO II:
Federico nacque il 26 dicembre del 1194 da Enrico VI (a sua volta figlio di Federico Barbarossa) e
da Costanza d'Altavilla (figlia di Ruggero II di Sicilia, e zia di Guglielmo II) a Jesi (Ancona), mentre
l'imperatrice stava raggiungendo a Palermo il marito, incoronato appena il giorno prima, giorno
di Natale, re di Sicilia.
Data l'età avanzata, aveva 40 anni, nella popolazione vi era un diffuso scetticismo circa la gravidanza di
Costanza, perciò fu allestito un baldacchino al centro della piazza di Jesi, dove l'imperatrice partorì
pubblicamente, al fine di fugare ogni dubbio sulla nascita dell'erede al trono.
Durante la  cerimonia battesimale, svoltasi nella Cattedrale di San Rufino in Assisi, in presenza del padre
Enrico, al futuro sovrano venne dato il nome di Federico Ruggero; "Federico" per indicarlo come futura
guida dei principi germanici quale nipote di Federico Barbarossa, "Ruggero" per sottolinearne la legittima
pretesa alla corona del Regno di Sicilia quale nipote anche di Ruggero il Normanno. 
Federico a soli 4 anni si ritrova orfano: Enrico muore nel 1197 e Costanza nel 1198.
Alla morte della madre viene subito eletto Re di Sicilia poiché titolo ereditario. Mentre, alla morte del
padre, non diventa subito imperatore del Sacro Romano Impero poiché titolo elettivo.
Trascorre l’infanzia a Palermo, alla morte dei genitori viene affidato al papa Innocenzo III (papa dal potere
teocratico) che si prese l'impegno, non in maniera disinteressata, di proteggerlo e di educarlo.
Innocenzo III, ormai senza rivali, rilanciò il suo progetto universalistico di controllare tutto l'universo
cristiano.
L'idea di una futura unione dei regni di Germania e di Sicilia non veniva vista di buon occhio né
dai Normanni, né tantomeno dal papa, che, con i territori che a vario titolo componevano lo Stato della
Chiesa, governava su una grossa porzione dell'Italia centro-meridionale, che peraltro si sarebbe trovata
proprio in mezzo a questo nuovo grande regno, e ciò, in qualche modo, avrebbe fatto sentire il
pontefice accerchiato.
Nei suoi territori Innocenzo III si comportò da vero e proprio sovrano: obbligò i nobili romani a giurargli
fedeltà, fu intollerante e feroce contro i nemici, organizzò Crociate, cercò di cacciare i musulmani dalla
Spagna, fondò il terribile Tribunale dell'Inquisizione, promosse violentissime persecuzioni contro gli ebrei,
e, nel 1208, rase al suolo la città di Albi – cittadina nel sud della Francia – nella quale si era diffusa l'eresia
dei Catari.
1208 Federico a 14 anni raggiunge la maggiore età ed esce dalla tutela di Innocenzo III e viene
proclamato Re di Sicilia.
15 agosto 1209 A Messina sposa Costanza d’Aragona, vedova del re d’Ungheria Emerico ( lei 25 anni, lui
14).
Nel 1211 nacque il primo, e unico, figlio della coppia, Enrico, futuro re di Germania.

Nel frattempo, in Germania, nessuno era più riuscito a farsi incoronare imperatore. Si contendevano la
corona: Filippo di Svevia (fratello minore di Enrico VI) e Ottone IV di Brunswick (capo del partito guelfo).
Innocenzo III si erge come arbitro della contesa per tutelare gli interessi di Federico: infatti Filippo di
Svevia (in quanto fratello di Enrico VI) avrebbe potuto rivendicare anche il regno di Sicilia. Per evitare ciò, il
papa si schiera dalla parte di Ottone IV.
1209 a Roma, Innocenzo III proclamò imperatore Ottone IV facendogli promettere di non occupare mai il
Regno di Sicilia. Egli non mantenne la promessa poiché, diventato imperatore, rivendicò il dominio sull’Italia
intera. Innocenzo III lo scomunicò e, il 9 dicembre del 1212 a Magonza, proclamò imperatore Federico II.
 Il 12 luglio 1213, con la cosiddetta Bolla Aurea (o "promessa di Eger"), Federico promise di mantenere la
separazione fra Impero e Regno di Sicilia (preteso dominio del Pontefice) e di rinunciare ai diritti germanici
in Italia (promessa già fatta da Ottone IV e mai mantenuta).
27 luglio 1214 Federico e il re di Francia Filippo Augusto si alleano contro Ottone IV (il quale era alleato
con Giovanni Senzaterra) e lo sconfiggono nella BATTAGLIA DI BOUVINES.
1215 si fa incoronare da Innocenzo III ad Aquisgrana, dove vi erano le spoglie di Carlo Magno.
Una seconda incoronazione sarà celebrata a Roma nel 1220.
Finché fu in vita il suo protettore Innocenzo III, Federico evitò di condurre una politica personale troppo
pronunziata.
La situazione cambiò nel 1216 alla morte di Innocenzo III viene eletto papa Onorio III. Allora Federico
mise in atto il suo grandioso progetto politico, per riportare l'impero al di sopra di tutto e di tutti, anche del
papato stesso.
Per prima cosa cercò un accordo con la nobiltà tedesca: concesse di battere moneta e di costruire fortezze,
in cambio della loro fedeltà.
Dopo aver sistemato le cose in Germania, si trasferì in Sicilia, vero centro politico del suo regno. Nel 1220 fu
incoronato imperatore dal papa, con la promessa di fare una crociata in Terra santa, crociata che però
Federico rimandava di volta in volta.
Le libertà che l'imperatore concesse alla nobiltà tedesca non furono in alcun modo messe in atto in Sicilia e
anzi accentrò il potere su di sé e limitò quello dei nobili, del clero e delle città.

Le caratteristiche del potere di Federico II in Sicilia furono:


– centralizzazione del potere: limitò i compiti della nobiltà, del clero e dei comuni e accentrò il potere su di
sé e sulla corte;
– laicizzazione del potere: affidò il controllo del regno a dei funzionari laici, a lui fedeli.
Creò una burocrazia laica e degli uffici pubblici per aumentare la presenza dello Stato nel territorio; per far
questo fu costretto ad aumentare le tasse. Nei suoi territori quello che contava di più era la fedeltà al re e
non la religione che si professava: si poteva praticare qualunque religione, ciò che contava più di tutto era
la fedeltà all'imperatore. Ecco perchè nell'ultimo periodo si scontrò con i musulmani di Sicilia che si
ribellarono alla sua autorità e li fece deportare.
– uniformò le leggi: nel 1231 fece adottare un nuovo codice di leggi, la COSTITUZIONE DI MELFI o LIBER
AUGUSTALIS, che raccoglieva le leggi migliori della tradizione bizantina, normanna e saracena, ed eliminava
una quantità di leggi inutili. In ogni parte del Regno fondò dei tribunali nei quali I giudici laici dovevano
giudicare gli interessati in maniera uguale , senza distinzione di classe sociale o religione. Per preparare nel
migliore dei modi i nuovi giudici, ma anche i nuovi dipendenti pubblici, nel 1224, fondò l'Università di
Napoli in cui si studiava il diritto. Invece, a Salerno si poteva studiare solo medicina.
Era quindi un sovrano che esercitava tutti i tipi di potere: esecutivo, legislativo e giudiziario. Inoltre confisca
beni usurpati e fa demolire fortezze abusive.
In questo periodo si diffonde in Sicilia il feudalesimo.
Federico controllava tutti i settori :
-ottenne il MONOPOLIO REGIO sul commercio del sale,del la seta, della canapa, del frumento. Inoltre
ottenne il monopolio sui settori: industria e tintoria, pesca e miniere.
-fece battere una nuova moneta, l’AUGUSTALE D’ORO, in cui si fece raffigurare come un imperatore
romano. sul retro, invece, vi era un’aquila (stemma della sua casata).
1225rimasto vedovo dopo la morte di Costanza (1222) sposa a Brindisi Jolanda de Brienne (appena
tredicenne), figlia di Giovanni di Brienne e titolare della corona di Gerusalemme.  Federico, quindi,
contraendo il matrimonio con Jolanda, divenne subito reggente di Gerusalemme; alla morte di costei,
conservò la reggenza per la minorità del figlio Corrado (1228); poi si autoproclamò re (1229) contro la
volontà del papa. Jolanda morì appena sedicenne, dieci giorni dopo aver dato alla luce Corrado.
1227 fu eletto papa Gregorio IX (personalità forte e intelligente). Egli impose a Federico di partire per la
Terrasanta.
A causa della diffusione di un’epidemia Federico rimanda la crociata. Gregorio IX non crede alla sua
giustificazione e lo scomunica.
1228 Federico decide di partire. Partecipa alla sesta crociata (1228-1229) in cui riesce ad ottenere un
accordo diplomatico con il sultano d’Egitto Malik Al-Kamil : i cristiani potevano visitare i luoghi legati alla
vita di Cristo senza essere attaccati. Riesce ad ottenere così il controllo di territori importanti:
Gerusalemme, Betlemme, Nazareth e il porto di San Giovanni d’Acri (Akkon).
18 marzo 1229 nella basilica del Santo Sepolcro, Federico si incoronò re di Gerusalemme (in quanto
erede del trono per aver sposato nel 1225 Jolanda di Brienne, regina di Gerusalemme).
Questo accordo però non fu visto di buon occhio dal papa che accusò Federico di aver preso accordi con gli
infedeli (i musulmani), così lo scomunicò.
Tornato in Italia scoprì che molte città si erano ribellate al suo potere, tornando dalla parte del Papato.
Cercò allora di riconciliarsi con Gregorio IX :
1230 PACE DI SAN GERMANO firmata ad Agnagni: Federico promise di rinunciare alle violazioni che
avevano portato alla scomunica, di restituire i beni sottratti alla Chiesa e di riconoscere il vassallaggio della
Sicilia al papa.
Nella diatriba fra papa e imperatore intanto si erano inserite le città della Lega Lombarda ed era ripresa la
secolare divisione fra guelfi e ghibellini.
Federico volle sistemare alcune questioni giuridiche nei suoi regni, con particolare riguardo a quello
siciliano. Nel 1231 Federico convocò una Dieta a Ravenna nella quale fece riaffermare l'autorità imperiale
sui Comuni, ma ciò ebbe poca influenza sugli eventi successivi. Sempre dal 1231 Federico cominciò inoltre a
emettere una nuova valuta per il suo regno, l'Augustale (vedi sopra).
Sempre nel  1231 emanò il Liber Augustalis (note anche come Costituzioni di Melfi), tra cui le Constitutiones
Regni Siciliarum, codice legislativo e giudiziario del Regno di Sicilia. Queste norme miravano anche a
limitare i poteri e i privilegi delle famiglie nobiliari e dei prelati, accentrando il potere nelle mani
dell'imperatore e a rendere partecipi anche le donne per quanto riguardava la successione dei feudi. Ne
doveva nascere uno Stato centralizzato, burocratico e tendenzialmente livellatore, con caratteristiche che
gli storici hanno reputato "moderne".
Dopo aver organizzato nel migliore dei modi il sud Italia, Federico si spostò al nord, per cercare di riuscire là
dove suo nonno Federico I non era mai riuscito, cioè riportare i Comuni – che ormai erano diventati una
grande potenza economica – sotto il controllo dell'impero.
Nello scontro tra i Comuni e l'impero era ancora in vigore la pace di Costanza, firmata da suo nonno
Federico I, nella quale si consideravano valide tutte le decisioni prese dai Comuni durante il vuoto di potere
dell'impero, ma i Comuni, in cambio, avrebbero giurato fedeltà all'imperatore e all'occorrenza lo avrebbero
aiutato anche militarmente. Durante l’assenza di Federico i Comuni non avevano più rispettato questo
accordo, così quest’ultimo li invitò a farlo.
I comuni ghibellini accettarono e si schierarono dalla parte dell’imperatore, mentre i comuni guelfi
rifiutarono e, appoggiati dal papa, si strinsero in un’alleanza.
1237 Federico sconfisse l’alleanza dei comuni dei comuni guelfi che appoggiavano il Gregorio IX.
Quest’ultimo rispose scomunicando l’imperatore.
1241 Gregorio IX morì. Il soglio pontificio rimase senza papa per 2 anni.
1243 viene eletto papa Innocenzo IV. Egli si scontra subito con Federico. Continua la lotta tra impero e
papato.
13 aprile 1245 CONCILIO DI LIONE il nuovo papa rinnova la scomunica di Federico. Inoltre, fece circolare
la voce che Federico fosse un eretico e addirittura lo depose. Federico II cercò di resistere con tutte le sue
forze alla deposizione ma, ormai vecchio e stanco, non ci riuscì.
13 dicembre 1250 Federico II muore in Puglia (Castel Fiorentino) di dissenteria. Venne poi portato a
Palermo e seppellito nella Cattedrale, in un sarcofago di porfido rosso. Con lui morì anche l'idea di un
impero universale. Da questo momento in poi l'impero comincerà a perdere potere.
L’erede è Corrado IV. Al suo capezzale però vi è anche il figlio Manfredi di Svevia.

CORTE DI FEDERICO II Federico fu chiamato dai suoi contemporanei Stupor Mundi (Stupore del Mondo),
appellativo che deriva dalla sua inestinguibile curiosità intellettuale, un eclettismo che lo portò ad
approfondire la filosofia, l'astrologia, la matematica, l'algebra, la medicina e le scienze naturali (impiantò a
Palermo persino uno zoo, famoso ai suoi tempi, per il numero di animali esotici che conteneva); scrisse
anche un libro, un manuale sulla falconeria, il De arte venandi cum avibus che fu uno dei primi manoscritti
con disegni in tema naturalistico. Si dice che Federico conoscesse ben nove lingue e che fosse un
governante molto moderno per i suoi tempi, visto che favorì la scienza  e professò punti di vista piuttosto
avanzati in economia.
Si circonda di personaggi di rilievo, all’insegna della PLURALITA’ CULTURALE (sapere comune in cui non vi
sono discriminazioni).
Contribuì a far nascere la letteratura italiana e in questo senso ebbe importanza fondamentale la Scuola
siciliana o anche Scuola poetica siciliana che nacque tra il 1230 e il 1250, che ingentilì il volgare siculo con
il provenzale, e i cui moduli espressivi e tematiche dominanti furono successivamente ripresi dalla lirica
della Scuola toscana.
MANFREDI DI SVEVIA: 1232-1266
figlio naturale di Federico II e Bianca Lancia, poi legittimato.
1250 alla morte del padre viene nominato reggente per conto del fratellastro Corrado IV, leggitimo
erede, impegnato in Germania.
1254 Corrado muore. Lascia la tutela del figlio Corradino al papa Innocenzo IV.
1258 riesce a scavalcare i diritti del nipote e si fa incoronare re di Sicilia a Palermo.

FONTE DANTE, Purgatorio (III canto – incontra Manfredi che descrive come l’emblema del cavaliere
medievale con tutte le virtù che il cavaliere deve avere).
1263il papa Clemente IV, per liberarsi di Manfredi, offre il regno di Sicilia a Carlo d’Angiò, fratello di Luigi
IX re di Francia.
26 febbraio 1266 i due si scontrano a Benevento. Manfredi venne sconfitto e ucciso.
Nello stesso anno Clemente IV incoronò Carlo d’Angiò re di Sicilia.

1266-1282la Sicilia viene governata dalla dinastia degli Angioini.


La popolazione siciliana non accettarno mai gli Angioini, prima di tutto perché questi ultimi spostarono la
capitale del Regno da Palermo a Napoli, che proprio con la dinastia angioina conobbe un periodo di
splendore.
I Siciliani, ancora fedeli agli Svevi, si ribellarono ma vennero puniti: furono confiscati i beni di loro proprietà
che, successivamente, vennero ridistribuiti ai funzionari angioini.
31 marzo 1282 RIVOLTA DEI VESPRI. Durante il lunedì di Pasquetta un gruppo di palermitani si recò in
gita presso la chiesa di Santo Spirito. Qui una giovane siciliana, con la scusa di una perquisizione, venne
molestata da un soldato angioino. Cominciò così la caccia agli Angioini che vennero massacrati. Il massacro
avvenne in Piazza Croce dei Vespri a Palermo.
All’inizio della rivolta Carlo d’Angiò si ritirò, lasciando campo libero a Pietro III d’Aragona (che nel
frattempo era sbarcato a Trapani) che, in quanto marito di Costanza figlia Manfredi e unica discendente
della dinastia sveva, rivendicava il regno di Sicilia.
1282 con l’appoggio dei Siciliani, ancora fedeli agli Svevi e avversi agli Angioini, Pietro III d’Aragona venne
proclamato re del Regno di Sicilia a Palermo.
1295Pietro III morì. Sale al potere suo figlio Federico III d’Aragona.
1295 TRATTATO DI ANAGNI, Bonifacio VIII affida la Sicilia agli Angioini ma i siciliani si ribellano
nuovamente.
1302 PACE DI CALTABELLOTTA tra Angioini e Aragonesi. Finisce la guerra del Vespro: a Federico III
d’Aragona viene assegnata la Sicilia diventando così re di Trinacria, a Roberto d’Angiò viene affidato il regno
di Napoli.

1296-1337 Federico III d’Aragona, figlio di Pietro III


1337-1342Pietro II, figlio di Federico III
1342-1355 Ludovico, figlio di Pietro II e Elisabetta di Carinzia
1355-1377Federico IV detto il Semplice, altro figlio di Pietro II

Il regno degli Aragonesi continua fino a Maria d’Aragona (figlia di Federico IV) che, nel 1392, sposa Martino
il Giovane duca di Montblanc. I due vennero incoronati nella Cattedrali di Palermo.
Molti dei signori che gli si erano opposti prestando il giuramento di Castronovo fecero atto di
sottomissione, e i Chiaramonte si ritrovarono insieme ai soli Alagona a fronteggiare l'esercito catalano
di Bernat (o Bernardo) Cabrera. Andrea Chiaramonte (discendente di Manfredi), sconfitto e tradito, fu
catturato e condannato alla pena capitale. Fu giustiziato per decapitazione il 1º giugno 1392 a Palermo
davanti al palazzo Chiaramonte-Steri. Con lui la famiglia Chiaramonte si estinse: i beni furono confiscati e
divisi fra Guglielmo Raimondo Moncada e il Cabrera. Dopo le prime sollevazioni, il re di Aragona, Giovanni I,
inviò il padre di Martino, Martino il Vecchio, suo fratello, in aiuto del nipote. L'arrivo in Sicilia del re Martino
il Vecchio portò alla conquista di Trapani e Palermo, ma non alla definitiva sconfitta degli oppositori locali
che avrebbero resistito sino al 1398, anno in cui ritornò la pace, e i sovrani Maria e Martino il Giovane
poterono governare nuovamente sull'intera isola. Solo dopo la morte della regina, Martino poté
amministrare da solo la Sicilia.
1409 morì di malaria a Cagliari.
Nessuno dei suoi figli era sopravvissuto all'infanzia, l'unico discendente maschio di Martino fu quindi un
figlio illegittimo, Federico di Luna, che il nonno, Martino il Vecchio, cercò di far legittimare per nominarlo
suo erede della Corona d'Aragona, senza riuscire a portare a termine l'operazione, e il successivo arbitrato,
che è passato alla storia come Compromesso di Caspe (1412), lo escluse dalla successione.
Suo padre Martino il Vecchio divenne re di Sicilia col nome di Martino II. Questa successione, per mancanza
di prole dell'anziano sovrano, causò la fine dell'indipendenza del regno di Sicilia e la sua trasformazione in
viceregno dipendente dalla Corona d'Aragona.
1410 Martino II il Vecchio morì.
1412 salì al potere suo nipote Ferdinando I d’Aragona (della famiglia dei Trastàmara), che venne
incoronato re d’Aragona e di Sicilia. Egli annesse il regno d’Aragona a quello di Sicilia.
1416 Ferdinando muore. Sale al potere suo figlio Alfonso V d’Aragona detto “il magnanimo” che
comincia un’ambiziosa politica di espansione in Spagna e nel Mediterraneo.
1420fu coinvolto nella lotta per il regno di Napoli, in cui si scatenò una faida interna alla famiglia
angioina.
Sedeva al trono del regno di Napoli Giovanna II d’Angiò, che aveva appena cacciato dalla corte il
marito Giacomo di Borbone grazie al supporto della nobiltà locale. Questa mossa non piacque però alla
Chiesa, signora feudale del regno napoletano.
Papa Martino V chiese a Giovanna un cospicuo contributo finanziario come pegno della sua fedeltà; la
regina rifiutò scatenando l’ira del pontefice. Della situazione approfittò Luigi III d’Angiò per presentarsi
come pretendente ufficiale al trono della cugina.
Sostenuto dal papato, l’esercito di Luigi invase la Campania e assediò Napoli.
Giovanna, senza discendenza, nell'agosto 1420, in cambio del suo aiuto militare, nominò suo erede Alfonso V.
1421 Alfonso V arrivò a Napoli, sconfisse Luigi d’Angiò.
La vittoria sembrava vicina, ma a questo punto Giovanna  si rimangio’ le sue promesse, muovendo guerra
ad Alfonso V. inoltre riallacciò i legami con il cugino angioino Luigi, adottandolo ufficialmente come figlio ed
erede; preso tra due fuochi, Alfonso fu costretto quindi ad abbandonare l’Italia.
1424 Luigi III d’Angiò morì. Allora Giovanna d’Angiò nominò un altro erede, Roberto d’Angiò (fratello di
Luigi).
1435 Giovanna morì lasciando il regno di Napoli a Roberto d’Angiò.
Ma papa Eugenio IV, signore feudale del Regno di Napoli, non diede il suo gradimento e Alfonso V  tornò
nel Napoletano, occupò Capua e pose l'assedio a Gaeta. Man mano riuscì a conquistare quasi tutto il regno,
rimaneva da conquistare solo la città di Napoli in cui si era rifugiato Roberto d’Angiò.
Il 10 novembre 1441 Alfonso mise sotto assedio Napoli, che cadde il 2 giugno del 1442, dopo che Renato
d'Angiò aveva abbandonato la città.
1443 venne proclamato re dichiarando l'unione del Regno di Sicilia con il Regno di Napoli.
il 26 febbraio del 1443 fece il suo ingresso trionfale nella città di Napoli. L’arco di Castelnuovo, inglobato nel
Maschio Angioino celebra il suo ingresso trionfale in città.
Con Alfonso V l’impero catalano-aragonese raggiunge la sua massima espansione (da Gibilterra a
Costantinopoli) riuscendo così a controllare il Mediterraneo.
1458 Alfonso V muore. Sale al potere il figlio Giovanni II d’Aragona.
1479 muore. Sale al potere il figlio Ferdinando II detto il cattolico. Egli sposa la cugina Isabella di Castiglia
e insieme finanziano le quattro spedizioni che, nel 1492, porteranno Cristoforo Colombo alla scoperta
dell’America.

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