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I Normanni in Sicilia

I Normanni ossia "uomini del Nord", erano un misto di popolazioni e di invasori


vichinghi giunti dalla Danimarca, Svezia e Norvegia ad occupare l'odierna Normandia
(Francia settentrionale) a partire dal IX sec. Nel 911 il re di Francia, allo scopo di
frenare le scorrerie, concesse agli invasori una piccola porzione di territorio lungo il
fiume Senna, che andò poi espandendosi, diventando il Ducato di Normandia. I
Normanni adottarono la religione cristiana e la lingua galloromanza, dando così vita
a una nuova identità culturale, diversa sia da quella degli scandinavi sia da quella dei
francesi. La cultura normanna era particolarmente versatile e aperta al nuovo.
Questa caratteristica li portò ad occupare diversi territori europei. Nel XI sec. si
riversarono in Inghilterra e nell’Italia meridionale, creando poi il regno di Sicilia nel
1130. Attirati dalle ricchezze di Costantinopoli e dalla sua felice posizione all'incrocio
delle rotte commerciali eurasiatiche, i normanni finirono spesso per essere reclutati
come guardie del corpo degli imperatori (la "guardia varega") e come mercenari
nell'esercito. All’inizio del XI sec., quasi contemporaneamente alla conquista
dell'Inghilterra, gruppi di mercenari normanni apparvero nell’Italia meridionale che
allora era divisa in vari territori longobardi e bizantini spesso in lotta tra loro. Questi
mercenari prestavano i loro servigi in vari compiti come la protezione dei pellegrini
che si recavano o tornavano da Gerusalemme, o l’intervento armato nei frequenti
scontri. Nel 1030 il duca di Napoli concesse a Rainulfo Drengot, capo di una schiera
di mercenari normanni, la contea di Aversa come ricompensa dei servigi militari resi
nella guerra contro Capua, determinando il primo radicamento territoriale dei
normanni in Italia. I normanni, per darsi una direzione politica, si affidarono alla
famiglia degli Altavilla guidata da Guglielmo Braccio di ferro che portò un radicale
cambiamento all'interno dell'assetto politico-territoriale del Mezzogiorno. Papa
Leone IX, vedendo la sua Benevento minacciata, tentò di contrastarne l'ascesa; ma
l'esercito pontificio fu rovinosamente sconfitto (1054), il Papa fu catturato, e così
Benevento rimase un'isola pontificia in terra normanna. Nel 1059 Roberto il
Guiscardo degli Altavilla strinse un patto con il papa Nicolò II, il Concordato di Melfi,
con cui si dichiarava formalmente suo vassallo, ottenendo in cambio il titolo di duca
di Puglia (che comprendeva anche la Basilicata) e di Calabria (che era però ancora in
parte ancora in mano ai bizantini). I normanni riuscirono ben presto a cacciare dal
Meridione la presenza bizantina con ripetute spedizioni che si conclusero con la
conquista, ad opera di Roberto il Guiscardo. della città di Reggio Calabria. Gli
Altavilla successivamente si dedicarono alla conquista della Sicilia. I Normanni in
Sicilia Ruggero Bosso d’Altavilla, fratello di Roberto, alla testa di un folto gruppo di
cavalieri nel 1061 sbarcò a Messina e invase l'isola (sotto dominio saraceno),
riuscendo nel 1072 ad arrivare a Palermo. Ruggero I insieme al figlio Ruggero II
formò così il Regno di Sicilia con capitale Palermo, creando uno stato di dimensioni
considerevoli: il Regno normanno di Sicilia. Ruggero II, nominato re di Sicilia e duca
di Puglia e di Calabria nella cattedrale di Palermo, durante la notte di Natale del
1130, estese Il dominio normanno nell’Italia meridionale con la conquista del Ducato
di Napoli (1140) e conferì al suo regno un'organizzazione feudale rigidamente
gerarchica, strettamente legata alla persona del sovrano. L'incoronazione di Ruggero
II (1130) da parte di Cristo in un mosaico della chiesa di S. Maria dell'Ammiraglio (La
Martorana) a Palermo. La regalità normanna, come già la bizantina, aspirava a una
legittimazione divina che poneva il sovrano su un piano trascendente. «Imitatore del
Cristo» in terra, il volto di Ruggero somiglia a quello di Cristo. Questi impugna il
rotolo della Legge che Ruggero provvederà a incarnare e trasmettere agli uomini.
Ruggero II Ruggero II fu un re dotato di grande ingegno e personalità. Energia e
determinazione anche superiori gli furono necessarie di fronte all'ostilità di gran
parte dei potenti d'Europa: papa Innocenzo II, l'imperatore Lotario, le città marinare
di Venezia e Pisa, l'impero bizantino. Costruì intorno a Palermo un sistema di
governo accentrato e ben ordinato ma, lungimirante e tollerante, riconobbe il pieno
diritto alle numerose etnie presenti nei suoi domini (fra cui Greci, Ebrei ed Arabi) di
conservare lingua, tradizioni, religione e diritto propri. Consapevole di governare
un'area strategicamente fondamentale nello scacchiere mediterraneo, cercò di
potenziarne il ruolo espandendosi verso l'Africa settentrionale, le isole greche,
l'Epiro e il Peloponneso. Il regno normanno Il Regno normanno si basava sul potere
assoluto del sovrano e su una solida struttura centralizzata di tipo feudale. Al re era
riservato il potere giudiziario e l’autorità sul clero. La popolazione soggetta era
formata da genti diverse che avevano conservato lingua, religione ed istituzioni a
loro proprie, ma che avevano trovato nei normanni una larga tolleranza e avevano
contribuito così al progresso civile e culturale del regno. La grande prosperità del
regno si manifestò nel commercio, nella ricchezza del vivere, nella fioritura delle
arti, nella diffusione e varietà della cultura a corte. Con la conquista normanna la
Sicilia era rientrata nell’ambito dell’occidente cristiano, diventandone la regione
“chiave” del commercio mediterraneo. Le principali città, prima fra tutte Palermo,
erano diventate centri di intensi scambi favoriti dalla presenza di mercanti di Amalfi,
Pisa e Genova La riorganizzazione territoriale era di tipo feudale. Le città ampliavano
i propri circuiti difensivi, venivano edificate cattedrali ed abbazie, nelle campagne si
moltiplicavano i castelli. Alla morte di re Ruggero II, avvenuta nel 1154, il regno di
Sicilia dominava il Mediterraneo meridionale, lo Ionio e parte dell'Egeo; la sua
economia era fiorente e la sua capitale, segnata dalla cattedrale e dall'inconfondibile
reggia in stile arabo-normanno, era un vivacissimo centro di scambi e di cultura.
Presso la corte di Palermo convennero da ogni Paese uomini di scienze e di lettere,
politici ed artisti, facendone uno splendido centro di cultura internazionale. La
dinastia degli Altavilla diede altri due grandi sovrani: Guglielmo I il Malo e Guglielmo
II il Buono, privo di discendenza. Alla sua morte nel 1189, erede fu la zia Costanza
che, avendo sposato l’imperatore Enrico VI, trasferì a questi i diritti di successione al
trono di Sicilia e di Puglia.

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