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Renata Londero
A.A. 2023-2024
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taifas, che, pur essendo politicamente deboli, spiccarono per l’opulenza e la raffinatezza delle arti e
delle scienze esatte che vi si praticavano.
3. IL MEDIOEVO
Il regno indipendente d’Aragona, fondato dal re navarrino Sancho III el Mayor per suo figlio
Ramiro I (1035-1063), ebbe il suo momento di splendore durante il regno di Jaime el Conquistador
(=Giacomo il Conquistatore; 1216-1276), che riconquistò Mallorca (1232) e Ibiza (1235), e ancora
quando Pedro III el Grande, rivendicando i diritti della corona aragonese sulla Sicilia, sostenuto
dai potenti commercianti catalani, conquistò l’isola nel 1282. Nell’accordo di Caltabellotta (1302),
siglato da Jaime III, gli aragonesi confermarono la propria sovranità sulla Corsica, sulla Sicilia e
sulla Sardegna (conquistata a tutti gli effetti nel 1327). Inoltre, Aragona e Catalogna furono
attivissime nel commercio della lana (l’Aragona) e delle spezie (i catalani), facendo concorrenza a
Genova e a Venezia.
Invece, in Castiglia non decollò nessuna attività industriale, tanto che i re castigliani dovettero
ricorrere a ingenti prestiti da parte dei commercianti ebrei (da qui, il diffuso antisemitismo nella
Spagna medievale, che sfociò, prima, nella conversione coatta al cristianesimo intrapresa fra il 1391
e il 1415, e poi, nella loro espulsione dal paese nel 1492), e, attraverso il cartello pastorizio della
Mesta, imposero un’imposta fissa sulle greggi transumanti nella meseta (=l’altopiano che percorre
tutta la Castiglia centrale). Il predominio della Mesta lungo tutto il Trecento e il Quattrocento
paralizzò lo sviluppo dell’agricoltura in Castiglia e frenò ogni progresso imprenditoriale, con
conseguenze drammatiche per l’economia castigliana successiva.
Una volta liberatisi della minaccia islamica, i nobili che avevano sostenuto i loro sovrani nella
Reconquista, cominciarono a rivendicare la propria autonomia, tanto che la monarchia cercò un
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alleato fra i commercianti, soprattutto nel regno d’Aragona. Dove questa nascente borghesia
mancava, come in Castiglia, i contrasti fra aristocrazia e monarchia furono assai più forti. Dopo la
felice parentesi del regno di Alfonso X el Sabio (=il Saggio), 1252-1284, durante cui la Castiglia
rivisse il sogno imperiale di Carlomagno, guidata da una figura di re-intellettuale pacifico e
mecenate, le rivendicazioni nobiliari si inasprirono nel Trecento, quando salì al trono la dinastia
dei Trastámara, fondata da Enrico II (1369), uccisore del fratellastro Pedro I el Cruel (=Pietro I il
Crudele; 1350-1369), a sua volta ostile ai nobili e al clero. Alla contrazione economica e
all’epidemia di peste nera del 1348, che provocò l’abbandono e lo svuotamento delle campagne,
con il conseguente dissesto agricolo, in Castiglia il panorama politico-sociale fu aggravato dalla
cupidigia dei nobili: essi aspirarono a impadronirsi del potere regio per assicurare il proprio
immenso patrimonio terriero, gettando lo stato in una serie di guerre civili senza quartiere che
decretarono la gravissima crisi in cui esso cadde fra la fine del Trecento e la fine del Quattrocento,
da Enrico III (1390-1406) a Enrico IV (1454-1474). Durante il regno del debole Enrico IV, già
deposto nel 1465 dai nobili a lui ostili nella famosa “farsa de Ávila”, si aprì una lotta alla
successione, che vide opporsi la figlia illegittima di Enrico, Juana la Beltraneja (spalleggiata da
Francia e Portogallo), alla sorella del re, Isabel, la futura Regina Cattolica (Isabel de Castilla),
sostenuta da Aragona, Inghilterra e dal regno di Napoli (nel 1422, gli aragonesi si erano
impadroniti della città partenopea). Nel 1468, Isabel strappò a Enrico il diritto di successione, dopo
che questi dichiarò l’illegittimità di Juana la Beltraneja (frutto degli amori fra la moglie di Enrico
IV, Juana de Portugal, con il nobile Beltrán de la Cueva).
Nel 1469, dunque, Isabel de Castilla, si unì in matrimonio con Fernando de Aragón, re aragonese
dal 1412, e così ebbe inizio una nuova fase della storia castigliana, sotto la monarchia che riunì le
due corone di Castiglia e d’Aragona nelle persone dei Re Cattolici (1479-1504).
4. I RE CATTOLICI
I Re Cattolici cercarono di riunire sotto il proprio dominio tutta la penisola, cominciando dal regno
nazarita di Granada, ultimo baluardo islamico in Spagna: nel 1492, esso cadde e in quell’anno ebbe
fine la Reconquista. Fernando, inoltre, riuscì a ottenere dal re francese Carlo VIII la restituzione del
Rossiglione e della Cerdagna (1493), in precedenza occupate dalla Francia; conquistò nel 1503 tutto
il regno di Napoli; si assicurò il dominio della Navarra (1512); estese il dominio della corona
castigliano-aragonese ad Algeri e Tripoli (1509-1511).
Fondamentale, fu, poi, l’impresa della scoperta dell’America (1492) e della sua colonizzazione, che
proseguì per tutta la metà del Cinquecento.
Durante la monarchia dei Re Cattolici, inoltre, fiorirono come mai prima di allora le arti e la
letteratura, con l’edizione di importanti grammatiche castigliane (come quella di Antonio de
Nebrija, vedi lezione n. 1), della Biblia Políglota Complutense (1513), che ricuperò i testi originali
ebraici delle Sacre Scritture; con la creazione di università prestigiose come quella di Alcalá de
Henares (1508); con la costruzione di capolavori dell’arte plateresca (=stile rinascimentale fiorito
ispanico) come la facciata dell’Università di Salamanca.
Tuttavia, i Re Cattolici si macchiarono anche di gravi errori che avrebbero compromesso
l’economia e la politica castigliana negli anni a venire: fu il caso della creazione del famigerato
Tribunale dell’Inquisizione (1481), dell’espulsione degli ebrei (attivissimi negli scambi
commerciali) nel 1492, e del consolidamento dei privilegi della Mesta, che avrebbe prodotto quella
miseria agricola responsabile (accanto alle enormi spese sostenute per la conquista e la
colonizzazione dell’America) della futura depauperazione delle casse reali nel Cinquecento.
La historia española desde el siglo XVII hasta finales del XIX atraviesa momentos de gran
prosperidad (como sucede durante el reinado de Carlos V, el primer monarca de los Austrias en
España; o cuando gobierna el Borbón Carlos III, rey ilustrado y reformista, en el siglo XVIII), pero
también temporadas de decadencia y crisis, tanto social como política y económica: es el caso del
reinado de los últimos Austrias (Felipe III, Felipe IV y Carlos II), cuando España pierde sus
posesiones geográficas y su prestigio a nivel mundial; o del siglo XIX, cuando se alternan formas
de gobierno liberales y republicanas (las Cortes de Cádiz, en 1812; la Primera República de 1873-
1874) a la más dura restauración monárquica (Fernando VII; Amadeo de Saboya).
El siglo XVII, pues, es “de Oro” en el campo cultural, por las excelentes obras artísticas y literarias
que se producen en él (cf. la pintura de Velázquez y del Greco, las esculturas de Alonso Cano, el
Don Quijote de Cervantes, las comedias de Lope de Vega y Calderón de la Barca), pero no lo es en
el ámbito político y social. El XVIII destaca, en cambio, por los esfuerzos que los Borbones y sus
colaboradores (la mayoría de ellos, intelectuales) hicieron para reformar sectores como la
educación, la agricultura y la cultura. Y, para terminar, el XIX, a pesar de sus muchos y repentinos
cambios en el poder, fue el siglo en el que nació la clase burguesa, surgieron (=sorsero) las
primeras industrias modernas, y se desarrollaron (=si svilupparono) los ideales socialistas (cf.
creación del PSOE y de la UGT).
En el siglo XX España ha pasado por experiencias muy diferentes: el reinado de Alfonso XIII (1886-
1931), la dictadura militar del general Miguel Primo de Rivera (1923-1929), la Segunda República
(1931-1936), la guerra civil (1936-1939), el largo régimen franquista, y el paso a la democracia
después de la muerte de Franco (1975). Tras los frustrados intentos reformistas del rey y de Primo
de Rivera, siguieron las libertades democráticas de la Segunda República, que, sin embargo, no
supo evitar desórdenes sociales, huelgas y conflictos políticos entre los socialistas y los partidos de
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derechas que se alternaron en el gobierno. La experiencia republicana terminó trágicamente, con el
estallido de la guerra civil, auténtica herida abierta en la historia contemporánea del país. Después
de tres años de crueles batallas y de bombardeos que destruyeron la nación, con atrocidades en los
dos bandos, tanto el republicano como el nacionalista, los franquistas ganaron y llegaron en
triunfo a Madrid, el 1 de abril de 1939. Una vez finalizada la guerra, empezó el régimen militar
franquista, dirigido por el general Francisco Franco, que duró hasta el día de su muerte, el 20 de
noviembre de 1975. En los años cuarenta la situación económica española fue muy difícil por la
lenta reconstrucción y el aislamiento del país, pero en los cincuenta todo fue mejorando, cuando
España se abrió a las relaciones internacionales, emprendió planes de desarrollo industrial, y la
censura se hizo menos rígida. En 1969 Franco nombró a Juan Carlos de Borbón como sucesor suyo,
dejando abierta la puerta hacia un moderado proceso de apertura política que llevaría a la
transición democrática de la década 1975-1982, cuyo primer protagonista político fue la Unión de
Centro Democrático (UCD) guiada por Adolfo Suárez. Después siguieron la larga temporada del
PSOE, con Felipe González (hasta 1996), y los ocho años de gobierno del Partido Popular (José
María Aznar). Finalmente, a partir de las elecciones generales del 14 de marzo de 2004, han vuelto
a gobernar el país los socialistas, encabezados por José Luis Rodríguez Zapatero. Tras introducir
una serie de grandes reformas en ámbito social y político, sin embargo, los socialistas no han
conseguido enfrentarse a la gravísima crisis económica que estaba afectando a España sobre todo a
partir de 2010: en efecto, en las elecciones generales de 20/11/2011 ha vuelto a ganar el PP, guiado
por Mariano Rajoy, que ha intentado sacar al país de su difícil situación. En los últimos años han
surgido nuevas fuerzas políticas, que han cambiado el panorama institucional: Ciudadanos de
Cataluña (surgido en 2006) y Podemos, nacido en 2014, que se puede comparar con nuestro
Movimento 5 stelle. Tras las elecciones del 26 de junio de 2016, siguió gobernando el PP pero con
una situación política de difíciles alianzas con los otros partidos votados: PSOE, Podemos,
Ciudadanos. Muy grave fue la situación social y política de Cataluña, con sus fuertes tendencias
independentistas, en octubre de 2017 (referendum sobre la independencia de Cataluña, que se
declaró ilegal). En las elecciones generales del 23/07/2023, después de una legislatura socialista
(gobernada por Pedro Sánchez) ganó el PP de Alberto Núñez Feijóo, que, sin embargo, no obtuvo
la mayoría absoluta en las Cortes (en el frente conservador el partito ultranacionalista Vox,
presidido por Santiago Abascal, perdió muchos votos). Por lo tanto, actualmente España está
guiada por el Presidente del Gobierno en funciones, Pedro Sánchez, líder del PSOE, quien está
intentando formar un gobierno de coalición con el partido Sumar y los partidos catalanistas.
- F. García de Cortázar-J.M. González Vesga, Breve historia de España, Madrid, Alianza, 2001
(nueva edición).
- J. Vicens Vives, Aproximación a la historia de España, Barcelona, Vicens Vives, 1960 (trad. it.,
Profilo della storia di Spagna, Torino, Einaudi, 1966).
- Sitios web:
- www.historiasigloXX.org/enlaces/españa.htm
- http://cervantesvirtual.com/historia
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