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dell'Italia
meridionale
Il grande regno normanno di Sicilia è una delle storie che per noi italiani è piuttosto familiare, un po’ meno per gli
inglesi, che la considerano una vicenda piuttosto esotica, la puntata in origine si intitolava il Regno nel Sole che è il
titolo di un famoso libro dello storico inglese Norwich, che evoca la calata di questi uomini del nord verso un orizzonte
misterioso e sconosciuto, il mediterraneo, il sole, la luce e il mare. In realtà i normanni che calano nell'Italia
meridionale non sono più i vichinghi provenienti dalla Scandinavia, sono i loro discendenti che da molto tempo ormai
vivono nella Francia del nord e in quella zona che prese il nome da loro Normandia, sono francesi però dei loro
antenati vichinghi hanno conservato il gusto dell'avventura, il gusto di partire verso l'ignoto in cerca di fortuna e in
questo modo capitano in quel paese incredibile che era l'Italia meridionale intorno all'anno mille. Incredibile perché
era una convivenza di popoli lingue di religioni diverse la maggioranza erano longobardi, i longobardi erano arrivati
fino a Bari fino a Matera oggi a volte rischiamo di pensare che i longobardi avessero abitato soprattutto l'Italia del
Nord la Lombardia anche nel senso ampio l’intera pianura padana del Medioevo si chiamava Lombardia, in realtà la
presenza longobarda è una componente dominante anche nella storia del sud e poi ci sono i greci normalmente quelli
che noi chiamiamo i bizantini, la popolazione greca della Calabria del Salento con la sua chiesa greca, che fa capo a
Costantinopoli, non a Roma, non è la dominazione bizantina. Una dominazione straniera è la popolazione di quelle
terre da secoli che continua ad obbedire al suo imperatore romano che sta a Costantinopoli, e poi ci sono gli arabi che
hanno conquistato la Sicilia e la governano, ma anche in Sicilia sotto di loro in questa Sicilia di moschee e di dotti
musulmani vivono comunque i greci i latini ed ebrei. Grandi comunità di mercanti ebrei che trafficano col Tunisi col
Cairo con la Spagna. Dunque una convivenza straordinaria non facile, certo, un mondo di violenza di guerra ma non
sono guerre di religione, sono i capi che si fanno la guerra, le popolazioni convivono e continuano a farlo anche dopo
la conquista normanna, certo la conquista normanna segna un cambiamento drastico, i normanni strappano la Sicilia
ai musulmani, un Papa riconoscente nomina il normanno Ruggero II re di Sicilia ma non c'è nessuna polizia sotto i re
normanni, i vari popoli e le varie religioni continuano a coesistere e magari potremmo pensare che siamo un po' noi
che diamo tutto questo valore a questa coesistenza che magari la esageriamo anche un po' perché oggi abbiamo
imparato che queste coesistenze sono importanti perché non si tratta di dominazioni straniere ma di popoli che
imparano a stare insieme esageriamo no perché ci sono le fonti dell'epoca che ci dicono che la Sicilia normanna era un
luogo multietnico e multi religioso c'è una miniatura famosa in cui è rappresentato il governo del re Ruggero di Sicilia
e ci sono tre uffici ce l'ufficio dei notai latini ce l'ufficio dei notai greci e l’ufficio dei notai arabi con i loro turbanti che
scrivono documenti in arabo per il re Cristiano di Sicilia di coesistenza che non era assolutamente normale nel
medioevo che anche oggi non è una cosa così scontata.
La storia ci racconta che l'Italia Meridionale e la Sicilia non subirono
attacchi dai vichinghi durante il X sec., attacchi che interessarono quasi
tutta l'Europa. All'inizio dell' XI sec. alcuni gruppi di guerrieri
Normanni, provenienti da Normandia e nord Europa, giunsero in Puglia
come mercenari al soldo di Melo di Bari, un latifondista di origine
Longobarda che si era ribellato a Bisanzio. I mercenari Normanni
vagarono per il territorio dell'Italia meridionale, offrendo i loro servigi
da mercenari e facendosi pagare cospicue somme di denaro dai signori e
dai signorotti locali. Soltanto nel 1030 il capo di una di queste bande di
mercenari, chiamato Rainolfo Drengot, ottenne dal Ducato di Napoli, la
Contea di Aversa in cambio dei servigi che doveva rendergli. La Contea
di Aversa quindi, divenne un punto di riferimento per gruppi Normanni
provenienti dal nord Europa, come ad esempio per la stirpe dei Tancredi
d'Altavilla; i suoi figli ebbero la possibilità di giungere fino ad Aversa
grazie alla presenza di questa piccola Contea. Nel 1038 due figli di
Tancredi, Guglielmo Braccio di ferro e Drogone, approfittarono della
debolezza dell'Impero Bizantino in queste regioni del sud Italia, per
conquistare Melfi in Puglia. Il Ducato di Melfi divenne il trampolino di
lancio per le successive conquiste Normanne, come ad esempio la
Calabria guidata da Roberto il Guiscardo.
• Soltanto nel 1048-1054 l'espansione Normanna trovò un ostacolo: Papa Leone IX, non vedendo di buon
grado l'espansione verso la Campania in direzione di Benevento, città che era assoggettata all'autorità
papale, decise di muovere guerra contro di loro, ma nel 1053 fu sconfitto e fatto prigioniero. Il papato si
trovò in difficoltà anche a causa dello scisma della Chiesa greca. Fu a quel punto che il papato si rese conto
che i Normanni potevano essere dei validi alleati in grado di strappare a Bisanzio i territori dell'Italia
meridionale, ottenendo un'influenza maggiore sulla Chiesa greca. Nell'anno del 1059 venne stipulato così
l'accordo di Melfi, in cambio dell'appoggio normanno al papato. Infatti Riccardo D'Aversa e Roberto il
Guiscardo vennero riconosciuti vassalli della Chiesa di Roma, inoltre Roberto fu riconosciuto come Duca di
Puglia, di Calabria e futuro Duca di Sicilia, titoli che indicavano verso quale direzione il papato indirizzasse
l'espansione dei nuovi alleati. Da quella data Roberto il Guiscardo ebbe numerosi successi militari; infatti
nel 1060 completò la conquista della Calabria, nel 1061 prese Messina, nel 1071 Bari, poi Palermo nel
1072, e nel 1073 Amalfi. Nel 1073, impossessandosi di Salerno, portò a termine la conquista dell'Italia
meridionale, ma il Guiscardo, incoraggiato dai successi ottenuti, puntò verso i Balcani per aprirsi la strada in
direzione di Costantinopoli, forse spinto anche dall'idea del Papa. Sfortunatamente fu richiamato in Italia
per sedare una rivolta filo-Bizantina, morendo nel 1085 in seguito ad un'epidemia.
Il figlio di Tancredi, Ruggero I aveva portato avanti l'occupazione della Sicilia, cacciando
definitivamente la dominazione araba nel 1091. Solo Ruggero II figlio di Ruggero I e unico
erede del Guiscardo, decise di riunire sotto la sua autorità tutti i territori conquistati dai suoi
avi Normanni. Infatti la notte di Natale del 1130 fu incoronato da papa Anacleto II con il
titolo di "re di Sicilia di Calabria e delle Puglie". Ruggero II riprese la politica espansionistica
verso i Balcani ma non vi riuscì a causa della sua prematura dipartita. La politica
d'espansione fu abbandonata anche dal figlio Guglielmo I, per poi essere ripresa dal
successore Guglielmo II, al quale toccò in sorte di passare alla storia come ultimo re dei
Normanni di Sicilia. I domini passarono, in mancanza di eredi, a Costanza d'Altavilla che era
figlia di Ruggero II. Costanza aveva sposato Enrico VI figlio di Federico Barbarossa, il quale
grazie ad un matrimonio politico, riuscì a riunire la corona Imperiale e la corona del Regno
Normanno di Sicilia, in modo da stabilire una dominazione, inizialmente militare,
dimostrando successivamente grandi capacità organizzative e legislative. Il Regno di Sicilia
era costituito da numerose città, diverse dall'isola stessa, come Amalfi, Salerno, Beneventom,
Capua, che avevano origini non solo bizantine ma anche longobarde e arabe; per questo i
Normanni cercarono di applicare su tutto il regno una politica unitaria, in modo da integrare
e rafforzare la propria monarchia sui territori assoggettati. Questa forma di governo portò ad
un'affermazione delle idee Normanne a livello politico e amministrativo, ma anche alla
creazione di un apparato burocratico all'avanguardia rispetto al resto d'Europa. Molte delle
usanze e della cultura del popolo scandinavo furono portate, adattate e integrate anche con le
culture circostanti. Come in Inghilterra, in Normandia e parte del Nord Europa, i Normanni
introdussero le loro relazioni vassallatiche tra il potere centrale e le aristocrazie locali: furono
istituite ad esempio le figure dei funzionari, posti sotto il controllo diretto del re, i camerati e
giustizieri, che avevano il compito di esercitare la giustizia e gestire l'amministrazione delle
circoscrizioni pubbliche sotto il controllo della Corte stabilita a Palermo. Le città del
Meridione dipendevano invece direttamente dal re senza alcuna mediazione signorile; infatti
furono relegate ai margini della vita politica, sia perché la dipendenza dal potere centrale
delimitava la libertà d'azione, sia perché gli ufficiali cittadini eletti localmente, essendo
considerati rappresentanti del re, divennero di nomina regia. Questo spiega perché il
Meridione non fu investito da quello sviluppo della vita comunale che caratterizzò il resto
d'Italia. La corte di Palermo non solo divenne la residenza del re stesso, ma anche un
importantissimo centro artistico-culturale, dove si usavano gli elementi della cultura arabo-
bizantina con quella della tradizione nordica normanna.
Giuseppina
Ardolino 3D