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(OTTAVIANO AUGUSTO)

DOPO LA MORTE DI CESARE....


ANTONIO VS OTTAVIANO
A poche ora dalla morte di Cesare era chiaro che l'esercito cesariano era rimasto fedele ai suoi
luogotenenti e in particolare ad Antonio. Il senato, temendo il suo intervento non os andargli
contro ed egli, sfruttando la forza che gli derivava dal possedimento di un esercito, giunse ad un
accordo con gli anticesariani e dunque con il Senato: promettendo di non agire con le armi ottenne
in cambio che i provveddimenti presi da Cesare restassero in vigore; tutto lo aveva portato ad
accreditarsi come successore di Cesare.
Quando per il testamento dello stesso Cesare fu reso pubblico, si scopr che egli non aveva in
realt nominato suo erede Antonio, come tutti si aspettavano, bensi il pronipote Caio Ottaviano,
nato nel 63 a.c.. Inoltre, sempre per testamento, Cesare aveva lasciato ad ogni membro del
proletario urbano 300 sesterzi e anche per questo, il giorno del suo funerale la folla si abbandon a
violente manifestazioni di dolore e di protesta contro i suoi assassini; gli stessi (Bruto e Cassio)
furono anzi costrettI a lasciare Roma.
OTTAVIANO, L'EREDE DI CESARE
Ottaviano arriv a Roma dall' Epiro quale esecutore testamentario di Cesare. Con abilit e astuzia si
guadagn l'appoggio sia del proletario che dei conservatori pi moderati.
Antonio invece commise alcuni imperdonabili errori tra cui una illecita espropriazione di provincia
ai danni di Decimo Bruto, che gli procurarono un nemico alquanto temibile: Cicerone.
Eppure Antonio non aveva rinunciaoto alla provincia in mano a Decimo Bruto e questi aveva
spedito un esercito contro di lui proprio in quella regione; a questo esercito si aggiunse quello del
Senato e anche alcune truppe da parte di Ottaviano. Lo scontro avvene nel 43 a.c. a Modena.
Antonio fu sconfitto e si rifugio nella Gallia Narbonese presso Marco Emilio Lepido. I due vennero
dichiarati nemici della repubblica.
OTTAVIANO SI ACCORDA CON ANTONIO: NASCE IL SECONDO TRIUMVIRATO
Il Senato, che lo aveva sempre sottovalutato, cominci a temere la figura di Ottaviano. Questi mal
tollerava la politica dei Senatori ed era deciso a perseguire una carriera politica autonoma: perci
chiese di ricoprire il consolato. Il Senato si oppose ed Ottaviano cominci a pensare alla possibilit
di allearsi con Antonio con il quale cominci ad avere primi contatti. In seguito, nel 43, si fece
eleggere console dai comizi da lui stesso convocati e come primo provvedimento decise subito di
togliere l'amnistia ai cesaricidi. Nello stesso anno, a Bologna, Ottaviano, Antonio e Lepido si
incontrarono e strinsero un accordo noto come secondo triumvirato, che a differenza del primo (tra
Cesare, Pompeo e Crasso) fu reso pubblico e presentato quale magistratura straordinaria il cui
compito era quello di dare una nuova costituzione allo stato.
IL TRIUMVIRATO SUBITO IN AZIONE: LA BATTAGLIA DI FILIPPI
Come prima misura per sgominare i nemici, i triumviri ricorsero alle liste di proscrizione (tra le
vittime politiche vi fu anche Cicerone). Poi nel 42 a.c. a Filippi vi fu il completo trionfo dei
triumviri ai danni dell'esercito dei cesaricidi Bruto e Cassio, che si suicidarono prima di essere
catturati. Alcuni dei superstiti si rifugiarono in Spagna, dove si unirono a Sesto Pompeo.
UNA RIVALITA' MAI SOPITA (DALLA GUERRA DI PERUGIA AL PATTO DI BRINDISI
Dopo la battaglia di Filippi, l'antica rivalit fra Antonio e Ottaviano riemerse e caratterizz i loro
rapporti nel successivo decennio.
Dopo la vittoria sui cesaricidi, i triumviri avevano licenziato gran parte dell'esercito stabilendo che
ad ogni veterano fosse assegnato un appezzamento di terra.
Ottaviano si era assunto l'incarico di procurare le terre necessarie requisendole ai proprietari Italici.

Antonio invece si era recato in Oriente per riscuotere i tributi in parte da destinare a questo stesso
scopo.
Fulvia e Lucio Antonio, rispettivamente moglie e fratello di Antonio, pensarono di poter
approfittare della rabbia dei proprietari italici espropriati delle proprie terre, arringandoli contro
Ottaviano, a totale insaputa dello stesso Antonio.
Ottaviano tent in ogni modo evitare uno scontro militare che si sarebbe rivelato una vera e propria
guerra civile, ma non riuscendo a dialogare con i due parenti di Antonio fu costretto ad affrontare i
ribelli a Perugia, dove Lucio Antonio aveva posto il proprio quartier generale. Dopo una lunga
resistenza, nel 40 a.c. la citt fu costretta ad arrendersi. Lucio Antonio e Fulvio furono lasciati
andare mentre alla citt e ai suoi abitanti non furono fatti sconti: 300 tra i cittadini pi illustri furono
uccisi (sacrificati a Giulio Cesare). Nello stesso anno, nonostante la grande tensione generale,
Antonio e Ottaviano si incontrarono a Brindisi, alla presenza anche di Lepido e strinsero un nuovo
patto sulla spartizione delle province: ad Antonio il controllo di quelle Orientali, ad Ottaviano il
controllo di quelle Occidentali, e a Lepido il controllo della sola Africa. Inoltre, per mettere termine
alla resistenza di Sesto Pompeo, i triumviri vennero a patti anche con costui, accordandogli il
governo della Sicilia, della Corsica, della Sardegna e della Acaia.
ANTONIO IN EGITTO E OTTAVIANO A ROMA
Tornato in Egitto (vi era stato contemporaneamente ai tristi eventi di Perugia) Antonio si stabil alla
corte di Alessandria, iniziando una convivenza con l'ambiziosa regina Cleopatra, assumendo ben
presto la mentalit e l'atteggiamento tipico di un sovrano Orientale. Invece di assolvere i compiti
per i quali si trovava in Oriente, mise in atto una campagna militare per espandere le terre d'Egitto e
mettervi in seguito a capo Cleopatra e per molto tempo si dimentic dell'esistenza dei Parti,
nonostante questi continuassero a minacciare i confini romani. Solo nel 36 a.c. si decise a
combatterli con un esercito di 100.000 uomini ma fu costretto ad una drammatica ritirata.
Intanto a Roma veniva accortamente presentato dalla propaganda di Ottaviano, come traditore della
Patria che non rispettava n i doveri pubblici n i gli impegni matrimoniali.
Ottaviano si presentava invece quale difensore dello Stato e dei valori famigliari, infine consolid
del tutto il suo potere sconfiggendo gli ultimi repubblicani rimasti e giunse persino a eliminare
Lepido dalla scena politica dopo che questi aveva tentato una rivolta armata.
Ottaviano era ormai signore incontrastato dell'Occidente ma doveva ancora fronteggiare la minaccia
rappresentata da Antonio.
ANTONIO NEMICO DELLA PATRIA VIENE DEFINITVAMENTE SCONFITTO AD AZIO
Antonio, sempre pi convinto nel progetto di istaurare una monarchia di stampo orientale con
capitale Alessandria, sped a Roma una lettera di ripudio.
Dunque Ottaviano comprese che era arrivato il momento di screditare del tutto il suo nemico;
venuto in possesso del suo testamento ne fece pubblica lettura (Antonio, tra le altre cose aveva
disposto che le province romane d'Oriente andassero ai due figli avuti da Cleopatra) ed il Senato,
con il consenso del popolo, dichiar Antonio nemico della Patria e nel 32 a.c Ottaviano fu
incaricato di muovergli guerra.
Giacch il secondo mandato da triumviro di Antonio era scaduto, Ottaviano, con gesto di spregio, lo
ignor dichiarando guerra alla sola Cleopatra.
Al comando della flotta Romana stava Agrippa, mentre era lo stesso Antonio a guidare l'esercito
Egiziano composto da 500 navi, 100.000 fanti e 12.000 cavalieri comprese le milizie romane
d'Occidente e quelle dei sovrani orientali alleati.
Nel 31 a.c. Ottaviano condusse la flotta in Epiro, bloccando il golfo presso il promontorio di Azio.
Nello stesso anno, cercando di forzare il blocco, Antonio si scontr con Agrippa e sub una
durissima sconfitta. Cleopatra riusc a fuggire e Antonio la segu.
L'anno seguente (30 a.c.) il loro esercito di terra venne sconfitto dalle truppe di Ottaviano, che
aveva posto l'assedio ad Alessandria d'Egitto. Durante la battaglia Antonio ricevette la falsa notizia
che Cleopatra era morta e si suicid. Anche Cleopatra in seguito si suicid con un aspide.

OTTAVIANO AUGUSTO: LA TRANSIZIONE VERSO IL PRINCIPATO


Nel 29 a.c. si celebr il trionfo di Ottaviano. Tanti erano stati i lutti, le guerre e il terrore tra i
cittadini romani e tanto grande il desiderio di pace che questi erano disposti anche ad essere
governati da una sola persona. Nonostante ci il problema di Ottaviano era comunque quello di
dover modificare la costituzione in modo da poter governare come un sovrano ma senza dichiararsi
tale. Nel 27 a.c. si fece eleggere console con un collega fornito di poteri minori. Si fece inoltre
attribuire dal Senato il titolo di Augustus e di Princeps Senatus e si fece rieleggere console per
diversi angoli consecutivi. Eppure comprese che era necessario creare una situazione di maggiore
stabilit politica dunque nel 23 a.c. Augusto lasci la carica di console e si fece conferire due poteri
fondamentali: il proconsolato e il tribunato della plebe. In seguito, avendo compreso che il Senato
era l'unico organo di stato rimasto che poteva garantire uno stabile collegamento tra il centro e la
periferia dello stato ne valorizz i poteri.
NASCE IL PRINCIPATO
La forma di governo cui Augusto diede vita viene definita principato, una forma di governo
oggetto di molte discussioni data la sua particolare natura politica.
Ecco le varie interpr:etazioni dati da storici ed esperti alla nuova forma di governo istaurata da
Augusto:
1)forma di citt-stato: giacch continuava a prevedere la presenza di organi tipici delle citt-stato:
magistrature, assemblee popolari e Senato.
2)monarchia assoluta: concentrazione totale dei poteri nelle mani di un'unica persona (Augusto)
3)diarchia (secondo lo storico Theodor Mommsen): un governo nel quale la sovranit era esercitata
da due organi, il Princeps e il Senato).
LA NUOVA ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA
Una volta avuta la sicurezza del potere, Augusto cominci a mettere in atto il piano politico della
sua propaganda, basato sui concetti di pace e di ordine. Per prima cosa riorganizz
amministrativamente lo stato, creando nuovi organi di governo che prendono il nome di prefetti:
1) il prefetto urbano: preposto all'amministrazione della citt e alla tutela dell'ordine pubblico al suo
interno
2)il prefetto dell'Annona: provvedeva all'approvigionamento della citt e alle distribuzioni gratuite
di grano alla plebe.
3) il prefetto del pretorio: capo del quartier generale del principe e in assoluto personaggio pi
vicino a quest'ultimo.
In seguito Augusto divise le province in due categorie:
1)province del popolo rette da un magistrato che prendeva il nome di proconsole e che, una volta
entrato in carica emetteva un editto che stabiliva le norme a cui i sudditi della provincia avrebbero
dovuto attenersi. I tributi riscossi dalle province del popolo finivano nelle casse dello stato.
2)province imperiali: erano poste sotto il diretto controllo del principe ed erano spesso le pi
difficili da governare perch di confine o perch turbolente. I tributi riscossi da queste province
finivano direttamente nelle casse del princeps.

C'era poi l'Egitto, considerato un possedimento personale del princeps.


LA RISTRUTTURAZIONE DELL'ESERCITO
Augusto, anche dopo la battaglia di Azio, continu ad occuparsi dell'esercito con grande attenzione,
poich cos facendo avrebbe sempre potuto contare anche sull'apoggio dei militari.
Egli dunque introdusse un reclutamento volontario regolare nell'esercito che permetteva ad un
normale cittadino di poter fare carriera nel corso di una ferma; per evitare comunque che si
stabilissero legami troppo forti fra i soldati e i loro comandanti Augusto introdusse l'uso di trasferire
frequentemente gli ufficiali. Accanto all'esercito infine cre un corpo speciale di 9000 uomini, detti
preotoriani, incaricati di proteggere la sua stessa persona.
La riforma complessivamente ebbe successo.
LA POLITICA ECONOMICA E SOCIALE
Augusto si astenne dall'intervenire in prima persona in materia di commercio e di affari, attivit
indirettamente favorite da una serie di iniziative quali la costruzione di un'imponente rete stradale e
l'organizzazione di un efficiente sistema postale.
Stabiliti questi presupposti, Augusto limit i suoi interventi al solo settore della politica monetaria:
introdusse un doppio sistema di monetazione: lui batteva moneta d'oro e d'argento, mentre il Senato
moneta di rame.
Anche nella sfera socio-famigliare Augusto attu delle riforme, dirette ad incrementare le nascite e
stabil forti limitazioni per chi non aveva figli e al contrario premi in denaro per le famiglie pi
numerose.
LA GUERRA E LA PAX AUGUSTEA
Augusto, pur non coltivando particolari progetti espansionistici, si trov pi di una volta ad
impegnare l'esercito nelle zone di confine. A volte i suoi interventi risultarono delle vere e proprie
campagne di conquista che portarono all'ulteriore estensione dei confini di Roma e di conseguenza
alla nascita di nuove province: la provincia della Spagna Citeriore, la provincia del Norico, la
provincia di Rezia (tra Svizzera, Germania e Austria) e la provincia di Pannonia (tra le attuali
slovenia e ungheria). Altro esito vi fu nel 9 d.c. quando i Germani tesero un'imboscata ai Romani
nella foresta di Teutoburgo e li annientarono. Augusto fu dunque costretto a rinunciare al progetto di
rendere la Germania provincia Romana. Il confine occidentale dei possedimenti romani fu stabilito
lungo il Reno e il Danubio. Sul fronte Orientale Augusto ebbe problemi ancor pi gravi; di mezzo
c'erano sempre i Parti. Augusto prefer evitare uno scontro armato e si impegn in una complicata
azione diplomatica grazie alla quale ottene comunque l'Armenia ed altri territori. Diplomazia al
posto della guerra.
E.M.

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