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I SETTE RE DI ROMA

Romolo (753 - 716 a.C.)


Secondo la tradizione, Romolo fu il primo re di Roma e
il fondatore eponimo della città. Di origini latine, figlio del dio Marte e
di Rea Silvia, figlia di Numitore, re di Alba Longa, secondo la tradizione
fondò Roma, tracciandone il confine sacro, il pomerio, il 21 aprile 753 a.C.
In tale occasione uccise il fratello gemello Remo, reo di aver varcato in
armi il sacro confine. Una volta costruita la città sul colle Palatino, egli
invitò criminali, schiavi fuggiti, esiliati e altri reietti a unirsi a lui con la
promessa del diritto d'asilo. Così facendo Romolo popolò Roma, rapendo
le donne ai vicini Sabini della città di Cures, così da dare mogli ai suoi
uomini. Ciò provocò una guerra tra questi due popoli, che si concluse con
una alleanza, tanto che i Sabini si insediarono sul colle Quirinale con il
loro re, Tito Tazio, il quale condivise con Romolo il potere. Romolo divise
il popolo tra coloro che potevano combattere e coloro che non potevano
farlo. Scelse i più nobili tra i cittadini per formare il Senato, facendo sì che
i loro discendenti costituissero l'élite nobiliare della futura Repubblica.
Egli istituì anche i Comizi curiati, ai quali spettava il compito di ratificare,
tra le altre cose, le leggi. Istituì anche gli auguri. Romolo condusse, inoltre,
diverse guerre di conquista contro le città di Fidene e Veio. A lui risale la
divisione della popolazione patrizia nelle tribù dei Tities, dei Ramnes e
dei Luceres, che erano a loro volta suddivise in dieci curie, le quali
dovevano in caso di pericolo fornire all'esercito romano un contingente
militare costituito da cento fanti e dieci cavalieri, per un totale complessivo
di 3.000 fanti e 300 cavalieri. Dopo aver regnato 40 anni, Romolo,
secondo la leggenda, fu rapito in cielo durante una tempesta. Secondo i
suoi stessi desideri, una volta morto fu divinizzato nella figura di Quirino,
dio sabino venerato sul Quirinale.

Numa Pompilio (715 - 673 a.C.)


Numa, il "re sacerdote", probabilmente di origine sabina, fu il secondo re
di Roma e il suo regno di 43 anni fu prospero e pacifico (non intraprese
infatti nessuna guerra). Riformò il calendario, basandolo sull'anno solare e
stabilendo che durasse 12 mesi (in giorni fasti e nefasti) anziché 10 come
era stato fino ad allora, istituì diversi rituali religiosi e i collegi sacerdotali
dei Flamini, dei Pontefici, dei Salii e delle Vestali. Numa organizzò Roma
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e l'area circostante in distretti per rendere più facile l'amministrazione. A
lui è anche attribuita l'organizzazione delle prime associazioni
professionali di Roma. Fece costruire numerosi templi, tra cui i templi di
Vesta e Giano. Secondo la tradizione, durante il suo regno cadde dal cielo
lo scudo di Marte con sopra scritto il destino di Roma. Numa ordinò che
ne fossero fatte 11 copie, che divennero oggetti sacri e di venerazione per i
Romani. Morì per cause naturali.

Tullo Ostilio (673 - 641 a.C.)


Tullo Ostilio, il "re guerriero", fu il terzo sovrano di Roma. Regnò 32
anni, costruì la Curia, sede delle riunioni del Senato, e guerreggiò
contro Fidene, Veio e Alba Longa che distrusse, come tramandato
nell'episodio dello scontro tra Orazi e Curiazi, conquistandola e
deportandone la popolazione a Roma, sul Celio, ingrandendo così la stessa
città di Roma. Fece addirittura un'altra guerra contro i Sabini. Fu così
bellicoso, avendo istituito tutto quanto riguarda la disciplina militare e
l'arte della guerra, e così poco rispettoso degli dei che, stando alla
tradizione, fu ucciso da un fulmine che bruciò lui e la sua casa.

Anco Marzio (640 - 616 a.C.)


Anco Marzio (640 – 616 Anco Marzio, il "re mercante" fu il quarto re
di Roma. Era probabilmente il nipote di Numa Pompilio da parte di figlia e
quindi di origine sabina. Regnò 24 anni. Fortificò il colle Gianicolo e si
scontrò coi Latini a Medullia, deportando gli sconfitti nell'area
dell'Aventino. Fondò Ostia alla foce del Tevere, costruì il ponte
Sublicio (il primo sul Tevere), la prima prigione di Roma sul Campidoglio
e la prima salina e promosse i commerci. Ristabilì le cerimonie istituite da
Numa. Istituì il collegio sacerdotale dei Feziali. Con lui la città si ingrandì
e diverse città si allearono con Roma. Morì per cause naturali. A lui è fatta
risalire la fondazione della plebe.

Tarquinio Prisco (616 - 579 a.C.)


Quinto re di Roma fu Tarquinio Prisco, etrusco di nascita ma greco di
origine. Dopo essere emigrato a Roma, fu adottato da Anco Marzio. Regnò
37/38 anni, periodo durante il quale potenziò
la cavalleria dell'esercito aumentandone le centurie e combatté
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i Sabini, i Latini e gli stessi Etruschi delle dodici città. Raddoppiò (o
comunque aumentò) il numero dei senatori, portandolo da 100 a 200
membri. Grazie ai tesori conquistati in guerra, eresse molti monumenti, tra
i quali il Circo Massimo, le mura e la Cloaca Massima, permettendo lo
sviluppo della zona del Foro. Avviò la costruzione del tempio di Giove
Capitolino sul Campidoglio. Tarquinio Prisco introdusse gli usi
tipicamente etruschi delle insegne
regali (anelli, scettro, paludamentum, trabea, sella curule, faleree, toga
pretesta e fasci littori). Per primo trionfò sopra una quadriga dorata, con
una toga riccamente decorata ed una tunica palmata (con disegni di foglie
di palma). Istituì per primo anche i giochi pubblici (ludi Romani). Morì
assassinato in una congiura ordita dai figli di Anco Marzio.

Servio Tullio (578 - 535 a.C.)


Sesto re di Roma fu l'etrusco Servio Tullio, la cui madre era di nobili
origini, ma poi resa schiava. Fu genero di Tarquinio Prisco e regnò 43/44
anni, durante i quali riformò l'esercito, rendendolo accessibile alla plebe.
Assoggettò i Sabini e si scontrò con le città etrusche di Veio,
Caere e Tarquinia e modificò la tradizionale ripartizione delle tribù romane
su base gentilizia, introducendo il principio del censo, dividendo tutti i
cittadini e gli abitanti di Roma per patrimonio, dignità, età, mestiere e
funzione, così da creare cinque classi sociali-economiche (Comizi
centuriati). Primo fra tutti fece il censimento, contando tra gli 80.000-
83.000 cittadini romani, compresi quelli delle campagne. Creò poi quattro
nuove tribù urbane (Suburbana, Palatina, Esquilina, Collina) e
diciassette tribù rustiche (extra-urbane), dando così vita ai Comizi tributi.
Ampliò il pomerium ed annesse alla città di Roma i
colli Quirinale, Viminale ed Esquilino. Avrebbe costruito, insieme
ai Latini, il tempio di Diana sul colle Aventino. Eresse numerosi templi
mirando a rendere Roma il principale centro spirituale della regione. Scavò
un ampio fossato intorno alle cosiddette "mura serviane" (che sembra
siano state iniziate dal predecessore, Tarquinio Prisco), che cingevano tutti
i sette colli. Fu assassinato in un colpo di Stato in cui era coinvolta la
figlia Tullia e suo marito Lucio Tarquinio, detto "il Superbo", che salì sul
trono. Di lui abbiamo notizia anche dalla tomba François a Vulci, con il
nome di Macstarna.

Tarquinio il Superbo (535 - 509 a.C.)

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Settimo e ultimo re di Roma fu l'etrusco Tarquinio il Superbo, figlio di
Tarquinio Prisco e genero di Servio Tullio. Regnò 25 anni, senza aver
ricevuto ordine né dal Senato, né dal popolo romano. Negò la sepoltura al
predecessore e si scontrò vittoriosamente con le città vicine di Ocricoli (di
origine sabina), Gabii (di origine latina) e Suessa Pometia (occupata
dai Volsci). Fece pace con i vicini Etruschi ed eresse (o completò)
il tempio di Giove Ottimo Massimo sul Campidoglio. La tradizione
storiografica repubblicana vuole che il suo fosse un regno fatto di omicidi,
violenze e terrore, al termine del quale la monarchia (vista in maniera
estremamente negativa dai sostenitori della repubblica) venne abolita,
imputata come causa di tutti i mali interni di Roma all'epoca e sostituita
dalla Res Publica. Anche per questi motivi gli venne affibbiato il
soprannome di "Superbo" per differenziarlo dal padre. Tarquinio annullò
anche molte riforme costituzionali fatte dai suoi predecessori. Distrusse
anche diversi santuari e altari sabini.Si racconta che mentre egli stava
assediando la città dei Rutuli di Ardea, il figlio Sesto Tarquinio, abusò
della nobile ed onestissima Lucrezia (moglie di Lucio Tarquinio
Collatino), che per la vergogna si suicidò. Il marito Collatino, il padre
Tricipitino e l'amico Lucio Giunio Bruto (anch'egli imparentato con
i Tarquini), convinsero i Romani a ribellarsi e a rovesciare la monarchia
nel 509 a.C., abbandonando il re e chiudendogli in faccia le porte
della città. Il Superbo tentò in seguito, sostenuto dagli alleati etruschi, di
rientrare in città per ben quattro volte, ma tutte le volte subì una sconfitta.
Assieme al lucumone di Chiusi sconfisse i Romani (che a loro volta
inventarono delle note leggende perché non risultassero degli sconfitti,
bensì dei sottomessi coraggiosi e forti, ma il lucumone gli impedì di
restaurare il suo trono e così a Roma fu istituita la Repubblica (509 a.C.). I
primi consoli furono proprio Lucio Giunio Bruto e Lucio Tarquinio
Collatino. E così a Roma la monarchia era durata 243 anni sotto sette re,
quando la stessa città non aveva possedimenti oltre le 15 miglia.

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