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La repubblica dopo Cesare (cap.

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Gaio Giulio Cesare Ottaviano (prima dell’adozione Gaio Ottavio), il padre Gaio Ottavio era stato
homo novus che aveva raggiunto la pretura, la madre Azia era imparentata sia con Pompeo che con
Cesare (figlia di Marco Azio Balbo e di Giulia, sorella di Cesare).
Alla morte di Cesare:
a) Ottaviano: erede di Cesare nel 44 (3/4 del suo patrimonio), diciottenne. Dona al popolo
l’eredità ricevuta e a proprie spese si crea un esercito. Mira alla fazione dei cesariani
antiantoniani (fra i quali i consoli del 43, Aulo Irzio e Gaio Pansa) e strizza l’occhio agli ex
pompeiani e perfino ai cesaricidi, a seconda della situazione, ma in ogni caso sempre al senato.
b) Antonio: console nel 44, risparmiato dai cesaricidi con i quali deve venire al compromesso
di lasciarli liberi, purché a Cesare si tributino funerali solenni.
c) Cesaricidi: Bruto e Cassio, privi del consenso che si erano immaginati, sono costretti a
fuggire in Oriente, mentre altri sono ancora in Italia, difesi dal senato e spesso con poteri
derivanti dalla pianificazione voluta da Cesare stesso.
Eventi:
a) guerra di Modena (43): Decimo Bruto era governatore della Gallia Cisalpina per volontà di
Cesare, Antonio gli muove contro, forte della lex de permutatione provinciae (voluta dai comizi
ma annullata dal senato), Ottaviano (a sorpresa) si schiera dalla sua parte. Antonio, sconfitto,
ripiega nella Gallia Narbonense, dove è proconsole Marco Emilio Lepido; Irzio e Pansa
muoiono negli scontri (o li ha fatti fuori Ottaviano?)—> ora Ottaviano è il leader incontrastato
della fazione cesariana antiantoniana;
b) marcia su Roma di Ottaviano, che non aveva ottenuto il consolato dal senato, dopo essere
pervenuto ad un accordo con Lepido e Antonio (accordo che diverrà il triumvirato), e dunque
conseguimento del consolato con il cugino Quinto Pedio (43);
c) lex Pedia de interfectoribus Caesaris: dà il via alla vendetta contro i cesaricidi;
d) lex Titia (27 novembre 43): attribuzione al secondo triumvirato (quinquennale), di cui
sancisce la nascita, il governo supremo dello stato per cinque anni (sono triumviri rei publicae
constituendae, vera e propria magistratura, sebbene prima inesistente);
e) liste di proscrizione contro i cesaricidi e non solo (occasione per togliere di mezzo avversari
politici): vittima illustre Cicerone, che aveva rotto le balle ad Antonio con le Filippiche,
schierandosi a favore di Ottaviano; i triumviri si trasferiscono poi in Oriente per raccogliere
denaro, e qui Ottaviano, in quanto figlio adottivo di Cesare, coglie l’occasione per proporsi
come l’unico legittimato a vendicare il padre;
f) divinizzazione di Cesare (gennaio 42), per la quale Ottaviano diviene Divi filius;
g) battaglia di Filippi (42): mentre Lepido, console nel 42 con Lucio Munazio Planco, è in
Italia, Ottaviano e Antonio combattono contro i cesaricidi in due scontri diversi, nei quali i
cesaricidi soccombono (Bruto e Cassio kaputt per suicidio sul campo); sebbene sul campo vinse
di fatto Antonio, per la propaganda il vendicatore di Cesare era Ottaviano; controllo delle
province orientali, e al ritorno, contrasto a Lepido, accusato di essere colluso con Sesto
Pompeo, praefectus classis et orae maritimae dal 43 (di fatto suo era il dominio sul mare) per
volontà del senato;
h) si stabilì: Antonio—> Oriente e Gallie, Lepido—> Africa, Ottaviano—> Italia e Spagna,
nonché ridistribuzione delle terre in Italia;
i) guerra di Perugia (41-40): Lucio Antonio (fratello di Marco), console in carica, e la moglie
di Antonio Fulvia contestano le modalità di reperimento e distribuzione della terra ai veterani da
parte di Ottaviano (che aveva confiscato agli Italici e premiava i propri soldati prima di quelli
del collega triumviro); Ottaviano sconfigge Lucio e Fulvia;
j) accordi di Brindisi (40): Ottaviano—> Occidente, Antonio—> Oriente (confine fatto passare
da Skodra), Lepido—> Africa, Sesto Pompeo—> Sardegna, e matrimonio di Antonio, rimasto
vedovo, con Ottavia, sorella di Ottaviano;
k) accordi di Capo Miseno (39) dei triumviri con Sesto Pompeo: causa era che il popolo
lamentava il mancato approvvigionamento annonario incolpando i triumviri, mentre era Sesto
Pompeo che in Sicilia intercettava le navi granarie; si decise così: rientro dei proscritti, diritto di
Sesto su Sicilia, Sardegna, Corsica e Peloponneso; Antonio tuttavia non consegnò il
Peloponneso a Sesto Pompeo e Ottaviano ottenne da Menecrate, ufficiale infedele di Pompeo,
la Sardegna e la Corsica, mentre aveva difficoltà a conquistare la Sicilia;
l) Ottaviano, che per prevenire un accordo di Antonio con Sesto Pompeo ne aveva sposata la
figlia Scribonia, la ripudia non appena diviene padre di Giulia, unica sua figlia, per sposare
Livia Drusilla, figlia di un autorevole esponente repubblicano morto suicida a Filippi e moglie
di Tiberio Claudio Nerone, che era stato proscritto per le sue posizioni politiche;
m) accordi di Taranto (37): rinnovo quinquennale del triumvirato (che si era concluso nel 38), la
nuova denominazione è triumviri rei publicae constituendae iterum;
n) battaglia di Nauloco (36): Marco Vipsanio Agrippa, vicino ad Ottaviano, allestisce una flotta
con cui affronta e vince Sesto Pompeo, che fugge in Oriente e muore nel 35, ucciso da Marco
Tizio su mandato di Antonio; Lepido rivendica per sé la Sicilia dopo la vittoria di Agrippa, dato
che vi aveva concorso con un esercito terrestre fatto venire appositamente dall’Africa, ma
Ottaviano colse l’occasione per marginalizzarlo definitivamente; Lepido si ritira sul
Promontorio Circeo, dove rimane fino alla morte conservando il pontificato massimo, che
deteneva dalla morte di Cesare;
o) Ottaviano, da tempo imperator, torna a Roma e si fa dare la sacrosanctitas; campagna contro
gli Illiri in funzione perlopiù propagandistica, vinta grazie ai servigi di Agrippa;
p) già fra 39 e 38 Publio Ventidio ha successo contro i Parti e ottiene il primo trionfo romano
sui Parti, ma non ci sono nuove annessioni territoriali e non viene eliminata la minaccia dei
Parti; ciò in cui Antonio riesce bene è lo stabilire nuove alleanze a Oriente, per le quali adotta
usi e costumi orientali; rilevante la relazione con Cleopatra, dalla quale ha tre figli; la campagna
di Antonio contro i Parti inizia nel 36: dall’Armenia giunge a prendere Fraata, ma deve ritirarsi
per le gravi perdite subite, dunque ci riprova nel 34 ma riesce solo nella conquista
dell’Armenia, per la quale fa coniare monete con la legenda Armenia devicta e celebra una sorta
di trionfo ad Alessandria;
q) propaganda ottavianea: presenta Antonio come un dissoluto che aveva abbandonato il mos
maiorum; Ottaviano era venuto inoltre a conoscenza del testamento di Antonio da Marco Tizio
e Lucio Munazio Planco, che avevano defezionato con altri luogotenenti in favore di Ottaviano;
Antonio aveva rimandato a Roma la moglie Ottavia (gesto interpretato come un ripudio
motivato dal favore verso l’amante Cleopatra) e riconosciuto, nonostante il diritto romano glielo
impedisse, i figli avuti da Cleopatra; aveva anche —e ciò poteva costituire un problema per
Ottaviano— riconosciuto la paternità di Cesare a Cesarione;
r) coniuratio totius Italiae (di fatto l’Occidente, 31) verso Ottaviano, che nel 33 è di nuovo
console;
s) Ottaviano non dichiara ufficialmente guerra a Ottaviano, ma a Cleopatra, per travestire il
conflitto interno da conflitto esterno; grazie ancora a Marco Vipsanio Agrippa Ottaviano vinse
nella battaglia di Azio (31)—> Antonio e Cleopatra ripiegano in Egitto, le truppe di Ottaviano li
incalzano via terra: l’1 agosto 30 Alessandria cade nelle mani dell’erede di Cesare; Antonio e
Cleopatra si suicidano, Cesarione viene ucciso, l’Egitto diviene proprietà privata di Ottaviano.

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