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1) Scelleratezze di Caligola
Fin qui l'imperatore; il resto del racconto dovrà trattare di una sorta di mostro. [...] Fondò anche un
tempio in onore della sua stessa divinità, con sacerdoti e vittime ricercatissime. Nel tempio c'era una
statua d'oro, a grandezza naturale, cui ogni giorno veniva messa indosso una veste uguale a quella
che metteva lui. [...] Non fu più rispettosa o più indulgente la sua condotta nei confronti dei
senatori. Alcuni di quelli che avevano ricoperto le cariche più alte li fece correre in toga a fianco del
suo carro; e mentre cenava li faceva stare ritti, col grembiale di lino attorno alla vita, ai piedi o alla
testa del suo letto. [...] Molte persone d'alto rango prima le sfigurò col marchio d'infamia, poi le
condannò a lavorare nelle miniere o a costruire strade oppure a essere sbranate; o ancora le fece
chiudere in gabbia a quattro zampe come le bestie, oppure le fece segare in due, e non sempre per
motivi gravi, ma perché avevano criticato uno spettacolo dato da lui, o perché non avevano mai
giurato per il suo genio [cioè per la sua divinità protettrice]. [...] Alla nonna Antonia che lo
rimproverava disse [...]: «Ricordati che io ho potere su tutto e su tutti».
Svetonio, Vita di Caligola, 22, 26, 27