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DINASTIA FLAVIA

Dopo la morte di Nerone nel 68 si crea uno stato di confusione. Nerone era stato assassinato dalle
guardie pretoriane e questa morte improvvisa ha portato a non avere un successore. Quell’anno,
definito anche anno dei quattro imperatori (68-69), si susseguirono 4 imperatori:
• Galba: generale parecchio anziano che fu sconfitto dall’esercito di Otone.
• Otone: venne sconfitto da Vitellio.
• Vitellio: prese il titolo di imperatore e fu sconfitto successivamente da Vespasiano.
• Vespasiano: riesce a imporre il suo governo in maniera definitiva. Aveva il titolo di Tito Flavio
Vespasiano, infatti fu lui a dare il nome alla dinastia.

La dinastia flavia è composta da 3 imperatori: Vespasiano, il figlio maggiore Tito e Domiziano il figlio
minore. Il trono di Vespasiano dura 10 anni, dal 69 al 79.
Il governo di tito dal 79 al 81 perché muore prematuramente a causa di una malattia.
Domiziano imposterà il suo governo su una base più assolutistica rispetto al fratello, sulla scia di
Caligola e Nerone. Muore nel 96. Dopo la sua morte ci sarà un altro momento di confusione e si
concluderà con lui la dinastia flavia.

VESPASIANO
A lui si deve l’inizio della realizzazione dell’anfiteatro flavio, ovvero il nostro attuale colosseo, che
verrà ultimato durante il regno di Tito. Si tratta del primo imperatore che ha origini di rango
equestre. Egli incoraggia la realizzazione di opere pubbliche, cerca di organizzare dal punto di vista
economico e prolungherà la lex de imperio Vespasiano che definifa tutti i poteri del principe nei
confronti del popolo.
Quando Vespasiano viene eletto imperatore era a quel tempo impegnato nella rivolta dei giudei,
popolo della palestina che si era ribellato ai romani e per questo Vespasiano manda a risolvere
questa questione il figlio Tito. Tito, infatti, si distingue per gli onori e i buoni risultati che egli ottiene
in questa rivolta: al suo ritorno verrà realizzato un arco di trionfo in suo onore.

TITO
Tito subentra al padre Vespasiano nel 79, anno di grandi difficoltà:
• Nel 79 vi fu l’eruzione del vesuvio che distrusse Ercolano, Pompei e Stabia (tra le vittime vi
era Plinio il vecchio, si recò con la sua barca vicino all’eruzione sia per assistere all’evento,
sia per aiutare il popolo durante l’eruzione ma, arrivato a Stabia, morì per un collasso
cardiaco).
• Nell’80 si registra una terribile epidemia.
Successivamente muore per una malattia.

DOMIZIANO
Al contrario di Tito che governò, anche se per poco, in maniera corretta, Domiziano si distingue
poiché porta avanti un potere dispotico e incentrato sulla figura dell’imperatore (sulla scia di
Caligola e Nerone). Domiziano sarà vittima di una congiura per il suo governo e per la sua personalità
così difficile da controllare.
Scrisse delle opere che cercavano di descrivere le gesta del padre Vespasiano e del fratello Tito.

Alla morte di Domiziano si crea confusione e disorganizzazione poiché non aveva eredi da mettere
al trono. Salirà al potere Nerva, uomo anziano che si distingueva per essere un esperto di diritto:
infatti, durante il suo governo che durò 2 anni, cercò di sistemare tutti i problemi di natura
finanziaria ed economica che avevano creato gli imperatori precedenti.
Porta avanti un programma economico molto rigido e cerca l’appoggio di tutte le fasce della società.
Essendo anziano, prima di morire decide di adottare colui che riteneva degno di prendere il suo
posto e nasce così l’istituto del principato adottivo: ogni imperatore ha la possibilità di scegliere il
suo successore in modo da far continuare il proprio programma politico.
Nerva, che si era distinto per la sua intelligenza e diligenza, decide di affidare il potere a Traiano nel
98.

Traiano era originario della provincia di Spagna e governerà per 20 anni, fino al 117. Sotto Traiano,
l’impero di Roma raggiungerà la massima espansione perché cerca di conquistare territori come la
Siria, la Mesopotamia, combatte contro i Parti e fa una guerra contro i Daci (popolazione che
risiedeva nell’attuale Romania; questa guerra finisce con la vittoria di Traiano e viene narrata nella
colonna di Traiano posta nel foro a Roma).
Traiano cercò quindi di essere un buon imperatore e grazie a lui fiorirono l’economia, le arti, la
cultura. Anche lui decide di adottare il suo successore: Adriano.

Adriano governa dal 117 al 138 e viene definito l’imperatore viaggiatore, colui che amava le arti, la
poesia, e non gli interessava di fare guerre o allargare i confini. Infatti, la massima espansione
dell’impero raggiunta da Traiano si sgretolerà.
Fece realizzare delle opere di fortificazione in muratura lungo i confini del Reno e del Danubio;
celebre fu soprattutto il “vallo di Adriano” (vallum Hadriani) una muraglia fprtificata a difesa della
Britannia romana contro le incursioni dei Calèdoni (che ancora oggi corre lungo il confine tra
Inghilterra e Scozia.
Sul piano militare portò una trasformazione di reclutamento: in precedenza i soldati venivano
mandati nelle varie zone dell’impero, sotto Adriano invece essi potevano lavorare nelle stesse
regioni di arruolamento, in territori che conoscevano bene e sentivano propri. Questo portò ad
intensificare molti legami politici e sociali poiché i soldati, finalmente, potevano crearsi delle
famiglie nelle loro aree. Però ci furono anche dei contro, perché così facendo si rafforzarono molto
di più le provincie.
Si sviluppò inoltre l’architettura, realizza il pantheon, la Villa Adriana e innalzò il mausoleo dove
sarebbe stato sepolto.

Sceglierà come suo successore Tito Aurelio Antonino che formerà la dinastia deli antonini, a
condizione che quest’ultimo scegliesse come successore Marco Aurelio.
In realtà Adriano avrebbe voluto come suo successore Marco Aurelio, ma all’epoca aveva ancora 17
anni e non poteva essere adottato.

In questo periodo si sviluppa una nuova corrente intellettuale che verrà definita la seconda sofistica.

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