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MARZIALE

Marziale nasce a Bilbilis (località della spagna terragonese) nel 40 d.C.


Si trasferisce inizialmente a Roma, ma ritornerà, con l’aiuto di Plinio il Giovane che gli
presterà il denaro necessario, a Bilbilis.
La città di Biblis rappresenta la sua campagna, un luogo tranquillo rispetto a Roma, poiché
la confusione della grande città non fa più per lui.
Nonostante ciò, sentirà la mancanza di Roma, infatti scriverà un’opera rivolta a Giovenale:
mette a confronto il suo stato d’animo a Bilbilis con quello di Giovenale che è costretto a
vivere nella confusione di Roma.
Marziale non si occupa di vita politica poiché dedica la sua esistenza alla scrittura e alla
letteratura; per intraprendere questa strada bisognava essere già ricchi, oppure dipendere
da un patronus che dava sostegno economico: infatti, Marziale, dipenderà da quest’ultimo
diventando il suo clientes. La parte più importante delle sue opere sono gli epigrammi che
scrive dall’86 al 101. Morirà tra il 101 e il 102 circa.

Le informazioni relative alla sua biografia le recuperiamo quasi tutte grazie alla sua opera: si
presenta come una raccolta di epigrammi. L’epigramma è un genere letterario di epoca
alessandrina che presenta caratteristiche come la brevitas, raffinatezza, ricco di figure
retoriche, lessico ricercato e tratta argomenti vari; sono componimenti utilizzati durante
funerali ma diventa anche un componimento utilizzato per banchetti, biglietti di auguri per
un dono che veniva fatto, potevano essere di argomento erotico o di argomento letterario.
Marziale utilizza l’epigramma per dipingere la società in cui vive, ovvero quella della dinastia
flavia che predilige lo spettacolo, il gioco, l’apparenza, legata all’ozium, quindi una società
vuota che preferisce divertirsi piuttosto che dedicarsi ad attività serie.

Il genere letterario dell’epigramma è considerato, già dall’antichità, un genere umile, il più


basso in assoluto, con l’obiettivo di descrivere la società e aderire al realismo e al vero,
infatti è contrario alla mitologia in quanto inverosimile e falsa.
Gli epigrammi erano scritti in diversi metri, ad esempio in endecasillabi faleci, distici elegiaci
e trimetri giambici scazonte.
Non esclude l’uso di termini volgari e osceni, che garantiscono l’immediatezza espressiva.

Al contrario di Persio, che nelle sue opere si era proposto di correggere i costumi corrotti
dell’umanità, Marziale non ha alcun fine morale e non gli interessa correggere i vizi della
società, poiché pensa che sia una società ormai irrecuperabile; ha il solo scopo di divertire.

LE PRIME RACCOLTE
L’opera di Marziale comprende complessivamente 15 libri di epigrammi, in particolare
abbiamo: “liber de spectaculis” scritto in onore dell’inaugurazione dell’anfiteatro Flavio
(realizzato sotto Vespasiano e concluso sotto Tito); per l’inaugurazione vennero fatti giochi
e spettacoli, durante i quali lui reciterà la sua opera; comprende una trentina di carmi di
varia lunghezza, ma quelli più ampi presentano massimo 20 versi poiché prevale la brevitas.
Oltre al Liber de spectaculis verranno attribuite a Marziale altre due opere:
• le raccolte degli Xenia, ovvero epigrammi con dediche di auguri accompagnate dai
doni (cibi, bevande, varietà di oggetti);
• Apophoreta, componimenti dove troviamo il tema erotico, tema letterario, temi di
vario tipo.
In queste due opere è collegato il tema della festa dei saturnali, che si svolgeva tra il 17 e il
23 dicembre: durante questa festa i romani si scambiavano doni accompagnandoli con dei
biglietti; spesso qualcuno chiedeva aiuto a Marziale per scrivere il suo biglietto di auguri,
infatti abbiamo un’intera raccolta che contiene questi epigrammi.
Gli epigrammi passavano da argomenti emotivi ad argomenti personali o ad argomenti
letterari ad erotici.

GLI EPIGRAMMATA: precedenti letterari e tecnica compositiva


Nella sua opera più matura, i 12 libri di Epigrammata, affronta il tema dell’epigrammatica
in tutta la sua ricchezza e complessità.
Questo genere aveva subito, con gli anni, una stratificazione tematica: spaziava dall’ambito
funerario alla sfera erotica, da quella votiva a quella descrittiva, dall’elogio alla derisione, ma
privilegia una poesia legata alla realtà.
Ha come modelli gli epigrammi alessandrini, gli epigrammi di epoca ellenistica e Catullo;
Catullo, nelle sue opere, era solito attaccare persone facendo nome e cognome; al contrario,
le uniche persone che Marziale nomina sono i suoi patroni, descrivendoli in modo positivo
per l’appoggio economico che gli hanno dato. L’influenza di Catullo è data anche dall’uso di
altri metri accanto al tradizionale distico elegiaco.
È invece molto forte l’influenza degli epigrammi ellenistici poiché descrivevano personaggi
come marinai, contadini, uccellini, bambini e dedicavano piccoli bozzetti descrittivi non
appesantiti al livello morale, bensì molto leggeri e volti all’intrattenimento e al divertimento.
L’evoluzione dell’epigramma ellenistico tendeva a concentrare gli elementi comici nella
parte finale dei componimenti, conclusi da una battuta inaspettata.
L’epigramma presenta una struttura bipartita, lo possiamo quindi dividere in 2 parti, il
momento iniziale di “attesa” e la parte finale della “conclusione”.
Ciò che risulta strano negli epigrammi di Marziale è che il finale molto spesso ribalta ciò che
viene detto nel verso iniziale, questa tecnica viene chiamata fulmen in clausula: qualcosa di
improvviso e inaspettato che succede nella parte finale (ovvero in clausula), con lo scopo di
lasciare stupito il lettore.

Un carattere quasi costante degli epigrammi di Marziale è la presenza in funzione di voce


recitante del personaggio del poeta, il carme tende così a presentarsi come un commento
che l’autore rivolge a caldo a un interlocutore.

LO STILE
Utilizza uno stile basso e colloquiale che aderisce totalmente alla realtà della società che
descrive.
Vi è un tono satirico e beffardo, poichè si prende gioco delle cose che sta descrivendo
facendolo in modo divertente.
“La sdentata” pag.243
Se ricordo, tu avevi quattro denti, oh Aelia:
ne hai espulsi due con un colpo di tosse e con un altro altri due.
Adesso puoi, sicura, tossire tutti i giorni:
un terzo colpo di tosse non ha ormai nulla da fare.

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