Con Marco Cocceio Nerva, 96 d.c.,scelto dal Senato Romano, quale imperatore romano, l’impero ebbe il periodo piu’ luminoso e fiorente, della storia di Roma (eta’ aurea,eta’ dell’oro) che duro’ per buon parte del secondo secolo dopo cristo. Con NERVA, quindi ebbe fine il periodo in cui all’imperatore succede il proprio figlio di sangue, ma si afferma la successione al trono di coloro che venivano adottati come figli dal predecessore con l’approvazione del senato romano, tra gli uomini che avevano meriti in particolare in campo militare e non solo. Nerva quindi adotto’ TRAIANO che sulle orme del predecessore miglioro’ i rapporti tra Roma e le province romane, nonche’ risollevo’ l’economia in Italia. Egli fece edificare grandi monumenti e opere pubbliche. Sistemate le questioni interne, affronto’ alcune questioni di politica estera. Esempio la conquista della Dacia, l’attuale Romania che spinse molti cittadini romani a stabilirsi in quella provincia attirati dalle miniere d’oro presenti. Traiano estese i confini dell’Impero romano anche ad oriente, ove sconfisse il popolo dei Parti, creando le nuove provincie della Mesopotania e dell’Assiria. Con TRAIANO, l’Impero romano raggiunse la massima estensione territoriale. Alla morte di TRAIANO, successe Publio Elio Adriano,cugino di Traiano e adottato dallo stesso. Adriano si accorse che non era facile mantenere la sicurezza sui confini dell’impero ormai esteso oltre misura e quindi abbandono’ la politica espansionistica dedicandosi alla difesa dei confini contro gli attacchi dei popoli confinanti. Ben presto dovette rinunciare alle conquiste della Mesopotamia e dell’Assiria, non difendibili per le interminabili guerre contro i Parti. La sua politica era incentrata a mantenere la pace nell’Impero. Adriano durante il suo impero cerco’ di eliminare le vecchie istituzioni, accentrando il governo nelle mani dell’Imperatore e quindi di carattere monarchico. Fece venire meno il potere del senato, istituendo il Consiglio del principe, formata dai giuristi piu’ dotti del tempo, incaricata a redigere atti che prima erano di competenza del senato. Attraverso questo organo consultivo nel 133 d.c. fece redigere l’editto pepetuo ossia un codice che raccoglieva tutti gli editti dell’epoca repubblicana al quale tutte le province romane dovevano osservare, garantendo cosi’ una maggiore coesione tra i diversi territori dell’impero. Anch’egli fece costruire grandi opere pubbliche. L’ECONOMIA NELL’ETA’ IMPERIALE Nel II secolo d.c. l’impero romano ebbe il periodo piu’ prospero per quanto riguarda l’economia. L’agricoltura e l’allevamento restano le fonti di ricchezza per i romani. Aumentano gli scambi con l’oriente e con l’Africa. L’impero romano importa molto i prodotti esotici e non esporta nulla. La medicina raggiunge livelli molto avanzati. Anche lo studio delle carte geografiche assume una forte rilevanza per i romani in particolare per conoscere le province, le strade, i luoghi e le distanze. L’ABBIGLIAMENTO ROMANO. I romani usano la tunica su cui indossano la toga, le donne indossano la tunica, sopra cui mettono la stola. Man mano che roma si arricchisce l’abbigliamento diventa piu’ sfarzoso. Le acconciature sono elaborate, facendo ricorso anche a parrucche. 4°CAPITOLO L’ETA’ DEGLI ANTONINI Nel 138 d.c. ad Adriano successe Tito Aurelio Antonino,dando origine alla dinastia degli Antonini che con i successori Marco Aurelio, Lucio Vero e Commodo , rimase alla guida dell’impero per circa sessant’anni, con una politica di pace e di prosperita’. Gia’ a partire dal regno di Marco Aurelio ma soprattutto con Commodo, ci furono i primi segnali di crisi che culminarono nel III secolo d.c.,aumento’ infatti la pressione dei popoli germanici al confine settentrionale. Per mantenere l’esercito dovevano essere fatte pagare ai cittadini innumerevoli tasse e tributi. Non ci furono nuove conquiste e quindi le risorse economiche scarseggiavano. Con Tito aurelio Antonino, il regno ha attraversato un periodo di pace. Egli si concentro’ principalmente sulla politica interna, accentrando il potere nelle mani dell’Imperatore. Emise un editto a favore degli schiavi, in base al quale un proprietario che uccideva il proprio schiavo, era ritenuto responsabile di omicidio, dunque per la prima volta nella storia di Roma, lo schiavo cessava di essere un oggetto per divenire un soggetto che godeva di determinati diritti. Alla morte di Tito Aurelio Antonino successero entrambi alla guida dell’impero : Marco Aurelio e Lucio Vero. Il governo dell’impero da parte di due imperatori si era reso necessario per le numerose minacce dei popoli confinanti, in modo da avere piu’ centri di comando. Entrambi gli imperatori furono impegnati in guerra per difendere i confini. Alla morte di Lucio Vero avvenuta nel 169 d.c. mentre combatteva in Oriente, rimase Marco Aurelio che fu non solo un imperatore filosofo , molto vicino alla filosofia greca, ma anche un imperatore soldato che dovette respingere innumerevoli attacchi dei popoli confinanti tra cui i germani. Al fine di difendere i confini dell’Impero egli fece costruire in quei territori degli accampamenti militari. Al fine di gestire queste strutture di confine Marco Aurelio assoldo’ molti barbari anche allo scopo di romanizzare le popolazioni barbariche ma cio’ ebbe esito negativo in quanto si ebbe un imbarbarimento delle legioni, indebolendo cosi’ lo stato romano, creando cosi’ la mancanza di fedelta’ tra le legioni militari e le istituzioni di Roma. Durante una campagna militare contro le tribu’ germaniche , Marco Aurelio si ammalo’ e nel 180 d.c. mori. Alla morte di Marco Aurelio successe il figlio di sangue Commodo, interrompendo cosi’ quel principio dell’adozione che era stato applicato dai tempi di Nerva. Commodo divenuto imperatore a 19 anni non segui’ affatto il temperamento del padre, tant’e’ che si disinteresso’ di difendere i confini e strinse la pace contro il popolo ribelle dei Marcomanni a condizioni umilianti per l’Impero. Rientrato a Roma nel 180 d.c. si dedico’ a sfrenati divertimenti partecipando come gladiatore nelle arene. Tento’ anche di farsi venerare come un dio. Cerco’ di trovare l’appoggio dell’esercito e del popolo mediante distribuzione gratuita del grano e spettacoli pubblici, e si scontro’ con il senato, che cerco’ di farlo uccidere ma egli si salvo’, e cerco’ di vendicarsi istaurando una politica del terrore, abbandonandosi ad una feroce repressione. Alla fine Commodo venne ucciso da una congiura e con lui nel 192 d.c. terminava la dinastia degli Antonini. L’IMPERO MILITARE DEI SEVERI. Il malgoverno di Commodo non aveva fatto altro che inasprire le criticita’ di un impero dove erano sempre piu’ evidenti i problemi economici, le disparita’ sociali e il desiderio dei comandanti militari di imporre la loro supremazia sulla Stato romano. Alla morte di Commodo segui’ un lungo periodo di lotte sanguinose, nel corso delle quali varie legioni si ribellarono ed elessero imperatori i loro comandanti militari Questa situazione si risolse in parte nel 193 d.c, quando il governatore della pannoia superiore,Lucio Settimo Severo, riusci’ ad ottenere la corona imperiale grazie all’appoggio delle sue legioni e alle sue abilita’ di condottiero. Sconfisse la guardia pretoriana sostituendola con militari a lui fedeli, piegando il senato alla sua volonta’, senato che era ormai incapace di fronteggiare le ambizioni dei generali dell’impero. Con lui ebbe inizio la dinastia dei Severi, destinata a regnare fino al 235 d.c. Con Settimio Severo tutti i poteri passano all’Imperatore dando vita ad una forma di governo di monarchia assoluta. Egli non si preoccupo’ di ottenere il consenso del senato e l’appoggio degli aristocratici ma baso’ il suo potere sulla forza delle legioni militari. Concesse quindi ai soldati alti stipendi e nuovi privilegi. Venne istituita una milizia stabile ai confini dell’impero, ove potevano stanziarsi anche le famiglie dei soldati. Estese la cittadinanza romana in tutte le provincie in modo da rendere coese tutte le popolazioni e territori conquistati ed in modi da aumentare il senso di appartenenza a Roma. Fu una scelta epocale che accentuo’ ancora di piu’ l’imarbarimento dell’esercito romano iniziato con Marco Aurelio. Inoltre egli istitui’ l’annona militare che obbligava ciascun proprietario terriero a consegnare allo stato una parte del raccolto per sostenere le truppe militari. Cio’ porto’ ad un impoverimento dei proprietari terrieri che abbandonarono le campagne per trasferirsi nelle citta’ e cio’ toglieva forza lavoro in alcuni settori produttivi.Il Senato sempre piu’ espromesso dalle decisioni dell’Imperatore, alla fine accetto’ la sconfitta riconoscendo l’elemento militare e il nuovo ruolo delle province. Nell’ambito della politica interna aboli’ la successione per adozione ed riintrodusse la successione per legame di sangue e quindi il suo successore fu il figlio Marco Aurelio Antonino soprannominato Caracalla (dal nome della tunica gallica che egli prediligeva) e il figlio Geta, che avvenne nel 211 d.c. con la morte di Settimio Severo. Caracalla per regnare da solo dovette uccidere il fratello Geta. Caracalla regno’ come tiranno ottenendo l’appoggio sia dei soldati che dei ceti poveri. Egli passo alla storia per avere istituito la costituzione antoniana meglio conosciuta come editto di Caracalla (212 d.c.) che estendeva la cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi dell’impero. Lo scopo non era quello di rendere coesa la societa’ romana ma quello di far pagare le tasse a tutti proprio per far fronte alle ingenti spese militari. Caracalla mori’ nel 217 d.c. ucciso dai suoi stessi soldati durante una campagna militare in Oriente contro i Parti. Alla sua morte seguirono nuove lotte civili ove vennero eletti dai soldati imperatori con scarse doti militariEliogabalo e Alessandro Severo e con quest’ultimo termina la dinastia dei Severi. Dopo la morte di severo si apre un periodo di anarchia militare interrotto brevemente con Aureliano (270-275 d.c.), per poi concludersi nel 284 d.c. con la nomina ad imperatore di Diocleziano. Il cinquantennio dell’anarchia militare in cui si sono succeduti ben 28 imperatori, porto’ l’impero romano sull’orlo del dissolvimento, anche se sopravvisse ma profondamente cambiato. GIOCHI DIVERTIMENTI E SVAGHI A ROMA I giochi e gli spettacoli pubblici rappresentano un importante momento di aggregazione per i romani. Nell’anfiteatro si tengono vari spettacoli, soprattutto i giochi gladiatori, nel circo le corse con i carri. Un altro piacere dei romani sono le terme, dove ci si reca oltre che per la cura della persona, anche per rafforzare le relazioni pubbliche.