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Marin
Sintesi Personale (10 minuti)
Premessa
Intro. Il primo periodo, monarchico, durò 243 anni, ebbe 7 re e il territorio romano si estendeva
fino al 15° miglio.
L’origine di Roma. L’origine di Roma è attribuita a Romolo, figlio di Rea Silvia e del dio Marte.
Romolo aveva un fratello, Remo, con il quale fu gettato lungo il Tevere. A ritrovarli fu una lupa che
li allattò. Successivamente, i due furono adottati da un pastore, di nome Faustolo. Arrivati ad un
certo punto, si rese necessario creare una nuova città. Romolo e Remo litigarono per chi dovesse
fondarla e, alla fine, Remo fu ucciso. Così, il 21 aprile 753 a.C. sul colle Paladino, Romolo (che
aveva 18 anni) fondò Roma.
Il governo di Romolo. Romolo regnò per 36 anni, prendendo per il suo governo tanti spunti dagli
Etruschi e creando un consiglio di senatori anziani che lo aiutavano a governare. Per popolare
Roma, egli accolse tutti i perseguitati. Ma aveva il problema di “trovare” le donne. Allora organizzò
una grande festa nelle quali le rapì.
La morte di Romolo resta un mistero. Ufficialmente si dice morì in una tempesta, ma pare possa
essere ucciso dagli anziani senatori che non lo amavano.
I 7 re di Roma. Dopo di lui vi furono altri sei 6: Numa Pompilio (753-716) – Tullo Ostilio (672-
640) – Anco Marzio (640-616) – Tarquinio Prisco (616-578) – Servio Tullio (578-534) – Tarquinio
il Superbo (534-510). Fino ad Anco Marzio si trattò di re latino-sabini, mentre gli ultimi tre furono
re etruschi.
L’ultimo di questi re, Tarquinio il Superbo, fu molto abile in guerra ma anche un persecutore e finì
esiliato insieme ai suoi figli.
Suddivisione dei Periodo Repubblicano Il periodo Repubblicano può essere distinto in tre fasi:
Arcaico (509-272), Medio (264-146) e Crisi della Repubblica (133-27).
Divisione Patrizi e Plebei Da un punto di vista politico assume importanza la lotta tra patrizi e
plebei che vede momenti di alta tensione. La questione cerca di essere risolta attraverso l’elezione
dei Decemviri che redigono 12 Tavole ma che, in effetti, si attaccano al potere fino a scatenare la
ribellione, facendo in modo che si ristabilisse il sistema del consolato. La questione inizia a
risolversi solo con le leggi Licinie Sestie (366 a.C.) che danno accesso ai plebei progressivamente
alle diverse cariche.
Le conquiste del Periodo Arcaico (Conquista dell’Italia) Da un punto di vista militare è un periodo
di grande espansione. Tra le battaglie da ricordare vi è quella di Veio, molto importante ma anche
molto dispendiosa economicamente (venne introdotto uno stipendio per i soldati e i familiari).
Roma soffrì anche l’attacco dei Galli Senoni (391 a.C.) che, tuttavia, non ebbe così gravi
conseguenze in quanto i romani continuarono velocemente la loro avanzata estera.
Sempre in questo periodo si hanno le guerre contro i Sanniti e contro Pirro (guerra contro i quali
Roma dovette pure schierare i nullatenenti). Contro Pirro, nonostante le sconfitte di alcune battaglie,
Roma riuscì ad avere la meglio, conquistando Taranto.
Le conquiste del Periodo Medio (Conquista del Mediterraneo) Se il periodo arcaico (509-272) può
essere definito come l’espansione di Roma alla conquista dell’Italia, il periodo Medio (264-146)
vede l’espansione verso il Mediterraneo.
Tale espansione è realizzata, prevalentemente, attraverso le tre guerre puniche (contro Cartagine):
- nella prima guerra punica (264-241), i Romani, prima conquistano Milazzo (Sicilia), poi
riescono nel 241 ad espandersi fino a conquistare l’intera Sicilia, la Sardegna e la Corsica.
- nella seconda guerra punica (218-201), i Romani furono prima attaccati da Annibale il quale
avanzò drasticamente verso Roma. Tuttavia, Scipione l’Africano riuscì sul fronte Africano
ad avanzare e costringere Cartagine ad una pace durissima. Così Roma, conquistò pure i
territori Spagnoli.
- nella terza guerra punica (149-146), i Romani ebbero l’ulteriore sviluppo del mediterraneo,
annientando i Cartaginesi sotto la guida di Scipione Emiliano. Così Roma aveva ottenuto la
supremazia nel Mediterraneo, nel quale non ha più concorrenti.
La Crisi della Repubblica.
La crisi della repubblica (133-31) si fa risalire al Tribunato dai Gracchi. In pratica, la questione era
l’eccessiva espansione a dispetto di un sistema politico, sociale e culturale che non era pronto ad
accogliere una così grande espansione. Ciò iniziò a provocare diverse problematiche di ordine
sociale.
Anche la classe aristocratica era divisa tra tradizionalisti e progressisti (coloro che richiedevano una
riforma strutturale).
Tiberio e Caio Gracco diedero così origine alla riforma agraria. La tensione si ampliò con la Guerra
Sociale del 90 a.C. All’origine di questa tensione vi era il divario di diritto e doveri che vi erano tra
cittadini romani e italici. Questi ultimi, consapevoli dell’apporto che avevano dato all’espansione
romana, non accettavano di essere trattati come cittadini di serie B. Ecco così che alla fine della
guerra sociale fu concessa la cittadinanza romana a tutti l’italia transpadana.
Tuttavia la pace dura poco e Roma è scossa dalla prima guerra civile tra Silla (rappresentanti degli
aristocratici) e Mario (rappresentante dei popolari). Silla aveva ricevuto dai romani il comando della
spedizione contro Mitridate ma, poi, gli fu tolto e affidato a Mario. I due così si scontrarono e Silla
ebbe la meglio, proclamondosi alla fine dittatore. Al tempo della crisi della repubblica troviamo i
due triumvirati (Cesare – Pompeo – Crasso; Ottaviano – Antonio – Lepido).
Impero Principato
I vari conflitti portarono al potere Ottaviano al quale viene, nel 27 a.C. dato il nome di “Augusto”.
Tale termine aveva un’accezione sacra, in quanto il termine Augusto indica proprio “innalzare”.
Così il potere di Ottaviano non diventava fondato sulla politica, ma sulla sacralità. Augusto
diventava così il Primo Uomo dello Stato. E’ l’inizio, con lui, dell’età imperiale o del cosiddetto
impero principato.
Di fatto, pur mantenendosi le forme repubblicane, il potere torna ad essere di stampo monarchico.
Vi è una profonda riorganizzazione delle regioni (che vengono amministrare secondo dei ruoli più
chiari) che, dal punto di vista amministrativo, sembrano essere più autonome. L’amministrazione
centrale tiene a sé tre ruoli: mantenere l’ordine interno, difendere dalle minacce esterne,
giurisdizione di alto livello. E’ riorganizzato anche il fisco e la finanza imperiale con la
suddivisione tra fiscus popoli e fiscus Caesaris, e l’esercito che viene organizzato (per la
maggiorparte) tramite volontari (pagati in modo giusto, ovvero possono vivere e risparmiare
qualcosa). Inoltre è instaurata la continuità del potere imperiale: è Augusto a designare il nuove
imperatore. Il designato viene riconosciuto come figlio adottivo e, così, eredita il patrimonio.
Nascono così le dinastie. In questa fase se ne susseguono 4: Giulio-Claudia, Flavi,
Adottivi/Antonini, Severi.
Imperatori adottivi / Antonini (96-192). E’ una fase in cui gli imperatori non sono eletti in funzione
della loro parentela, come avvenuto per i Giulio-Claudi e per i Flavi, ma per adozione. Il secolo
degli Antonini è il secolo d’oro dell’impero con la massima fioritura della civiltà cittadina del
mondo antico
Nerva (96-98). sotto il suo regno cessarono le persecuzioni contro i cristiani, fece rientrare
in Roma gli esiliati, soccorse i poveri anche devolvendo le sue proprietà.
Traiano (98-117). : Roma ebbe in questo periodo la sua massima estensione (Dacia,
Mesopotamia) territoriale. Tra le tante opere che fece, importante fu la costruzione del Porto
nei pressi di Fiumicino, vicino a Roma. Ciò per facilitare gli scambi con la parte occidentale
dell’Impero.
Adriano (117-138). Durante il suo principato si ha un grande impulso all’edilizia in tutto
l’impero: la Villa Adriana a Tivoli, la Mole Adriana e la ricostruzione del Pantheon a Roma
Antonino Pio (138-161). intelligente, riformò la giustizia, lasciò le casse dello stato
floridissime. Migliorò le condizioni delle donne e degli schiavi. Addirittura riconsegnò allo
stato l’oro assegnatogli dopo la sua adozione.
Marco Aurelio (161-180). filosofo, il suo regno fu caratterizzato da guerre e calamità
(pestilenze e carestie)
Commodo (180-192). preferisce i piaceri della vita urbana a Roma. La capitale subisce la
carestia e la pestilenza, per cui sorgono diverse congiure finché nel 192 Commodo viene
ucciso.
Segue la cosiddetta Anarchia militare (235-284) in cui troviamo principalmente Decio (che cerca di
rafforzare i culti tradizionali, tra cui quello dell’imperatore. Così, per lui i cristiani erano un
ostacolo e questo causò una violenta persecuzione nei confronti dei cristiani), Valeriano (che fece
una fine cruente sotto Sapore che, dopo averlo catturato, lo portò con sé in catene come trofeo. Alla
sua morte lo face scuoiare e ne conservò la pelle e Aureliano (che fece costruire un’importante cinta
muraria e fu autore di una riorganizzazione economica e di un culto di divinizzazione del monarca).
Impero Dominato
Periodo Tardo-Antico
Questo periodo è anche conosciuto come “Basso Impero” il che implica ed evidenzia degli aspetti
negativi. Tuttavia, a tale termine è stato poi preferito il termine “Tardo-Antico” che evidenzia anche
le ricchezze di questo periodo.
Il periodo ha inizio con Costantino e prosegue in oriente fino alla fine del regno di Giustiniano
(565) e all’invasione longobarda in occidente (568).
Costantino riprende l’ambito dinastico e crea la nuova capitale, nell’ambito orientale: Bisanzio,
chiamandola Costantinopoli.
La capitale di Costantinopoli è in parallelo a Roma, rimanendo più come “nome” perché, in realtà,
la vita politica e governativa si sposta a Costantinopoli.
Nel suo impero:
- riorganizza l’amministrazione con 4 prefetture, 19 diocesi e 126 province e nel consistorium
entrano 4 ministri: uno normativo, uno per le spese imperiali, uno per la gestione del
patrimonio, uno per l’apparato burocratico.
- viene potenziata la cavalleria
- l’evento clou di quel periodo è sicuramente la conversione al Cristianesimo di Costantino,
avvenuto probabilmente dopo la vittoria su Massenzio e al seguente editto di Milano in cui
Costantino e Licinio concedono a tutti i cittadini, quindi anche ai cristiani, la libertà di
venerare le proprie divinità. Oltre a riconoscere la libertà di culto, l'editto di Milano
determina l'obbligo di restituire tutti i luoghi, beni e possedimenti in precedenza acquistati,
requisiti o tolti ai cristiani durante il lungo periodo delle persecuzioni. Questo è
considerabile il punto di partenza da cui si svilupperà l'inalienabilità dei beni della chiesa,
che nei secoli a venire renderà "intoccabili" i possedimenti.
A Costantino succedono Costante e Costanzo. A loro, successivamente, succederà Giuliano come
unico imperatore. Egli fu immerso nella guerra contro i Persiani e lì morì nel ritorno dalla
campagna. A quel punto succedette Giuliano il quale fu costretto, proprio contro i Persiani, ad una
pace ritenuta vergognosa.
Si arriverà fino a Teodosio in oriente e Valentiniano in occidente. Con la divisione dell’impero di
Teodosio le vicende tra oriente e occidente si staccano completamente. E’ un periodo di forte
agguati che avvicina pian piano alla fine dell’impero d’occidente che si ha nel 476 quando Romolo
fu scacciato da un capo barbarico, lo sciro Odoacre. L’impero era già stato provato decisamente
dell’attacco dei Vandali nel 439 con i quali Roma aveva perso l’Africa.
La fine dell’impero d’oriente si colloca invece nel 1453 per l’oriente, sottomesso agli attacchi
ottomani.