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STORIA DIRITTO ROMANO GIORNO 20/09

Ci siamo soffermati sulla nomenclatura, si chiama storia del diritto romano perchè
ci occuperemo non di una semplice
Concatenazione di Eventi, ma una ricostruzione critica di vicende legate da un'idea
di fondo comune, data dal
diritto. Non si vedrà dunque solo alla cronologia, ma alle linee che vanno dal 754
A.C. al 565 D.C. morte di
Giustiniano I. Come distinguiamo il diritto dalle altre scienze? In senso oggettivo
è l'insieme delle norme giuridiche
l'oggetto si compone a sua volta di tante piccole parti che sono appunto le norme
giuridiche, ovvero regole di condotta
proprio perchè queste regole vengono dalle forme più varie (cultura, religione...).
Una Norma è giuridica quando il
Soggetto che la fa rispettare è una pubblica autorità, in tutti gli altri casi le
norme appartengono ad altri
sistemi direttivi, e non riguardano direttamente il fenomeno giuridico.
Perchè quindi Romano? Perchè guardiamo all'esperienza giuridica di Roma Antica,
perchè lì a differenza degli altri
posti del tempo si è sviluppato il diritto come oggetto di studio. Ogni comunità
organizzata ovviamente ha delle
regole, la stele di Ammurabbi ci fa capire che fino dalla mezzaluna fertile le
popolazioni avevano leggi, ma a
Roma il diritto diviene oggetto di studio, si crea la giurisprudenza, intesa come
riflessione di un ceto (giuristi)
sul diritto stesso. Tutti i sovrani impongono regole, ma qui lo si vuole affidare,
per 14 secoli, per questo è più
importnate degli altri. Rientra in "Diritto romano e dell'antichità" ma la
riflessione romana ha creato elementi
di cui ancora oggi ci avvaliamo, non perchè sia rimasto identico, ma perchè anche
quando ci sono stati mutamenti
capire come i romani hanno riflettuto sul diritto ci può aiutare a capire meglio.
Il tempo è un ostacolo, lo
storico è impegnato nello studio di fenomeni verificatisi a distanza di numerosi
anni o secoli, e deve fare i conti
con la scarsità di informazioni. Vi è anche una difficoltà riguardante i fenomeni
sociali, molto spesso non si ha
idea della data precisa in cui un cambiamento della società è avvenuto (i fenomeni
si impongono in maniera lenta,
tipo i modi di vestirsi) per ragionare sui fenoeni è dunque utile ricorrere a delle
convenzioni. Ovvero degli accordi
tra gli studiosi, date assunte come riferimento dalla maggior parte degli studiosi,
date però convenzionali, non
esatte.
Linea del tempo
Un segmento, è importante che tutto si possa collocare sulla linea del tempo quando
la si studia
753/754
A.C. .....509A.C........367A.C...........31A.C............0..........284D.C........
.....565D.C.
509-La cacciata dei re da roma
367- Compromessio licinio sesto
31- Battaglia di Azio
284 salita al potere di Dioclezioano

Fino al 367 si parla di età arcaica |Monarchia


Dal 367 al 31 si parla di età repubblicana oppure preclassica |Repubblica
dal 31 al 284 si parla di principato, o età classica|Princeps imperatore
da 285 a 565 Dominato o età post-classica|Padrone dell'impero, Dominus
Le demoninazioni arcaica, preclassica, postclassica sono ritenute vetuste perchè
incarnano un giudizio, dato che
Classico è ciò che è al massimo splendore, quindi se noi chimamiamo il principato
classico, periodo dei più grandi
giuristi di roma, ci viene facile nominare poi quella precedente preclassica e
quella successiva postclassicca
Quindi una denominazione sulla abse del diritto e giurisprudenza e un'altra con i
governi
C'è anche il riferimento all'età mercantile come quella repubblicana, questo perchè
dopo la vittoria della
seconda guerra punica roa si apre ai commerci con un effetto di nuove sfide per il
diritto, ovvero la gestione di rapporti
a distanza con soggetti non appartenenti alla comunità romana propriamente detta.
Possiamo annoverare due grandi fonti, a parte numismatica ed epigrafia, quindi
fonti Teniche (o giuridiche) costituite
dalle testimonianze come opere di giuristi o testimonianze ufficiale riguardo
l'introduzione di norme, è detta tecnica
perchè proviene dagli stessi "scienziati" di ciò che stiamo studiando. Fonti
letterarie (o Atecniche) abbracciano
i contenuti che non provengono da giuristi o autorità, quindi da filosofia, ma
anche commediografi perchè anche in
un'opera letteraria troviamo riferimenti (spesso enpassant) che possono essere
preziosi per chi vuole ricostruire
il diritto.
Si deve partire anche prima della fondazione di Roma, gli ostacoli sono dati
dall'assenza di testimonianze coeve,
quando ci si trova davanti ad una testimonianza del passato dobbiamo qualificare se
annoverarla tra Tecnica o Non tecnica,
la prima userà un linguaggio ipiù preciso e affidabile, ma anche per la distanza
dalle cose che racconta.
A roma non abbiamo racconti delle origini prima del terzo secolo A.C. la scrittura
si diffonde nel quinto secolo A.C.
e abbiamo i primi Annales, le cronache, dal 500A.C. al 401 A.C. Dunque i primi 250
anni non hanno nemmeno una traccia
diretta, gli annali sono una cronologia degli eventi più importanti dell'anno,
iniziano ad annotare tutte le cose principali
senza creare dunque una "storia", un diario messo assieme quasi burocraticamente,
scritta su Tabule che devono
essere esposte al pubblico. Noi abbiamo racconti di Tito Livio e Dionigi di
Alicarnasso, che raccontano la storia
di roma dalle origini. La storiografia a Roma, cioè il tentativo di andare oltre la
cronaca si verifica nel terzo secolo
Chi ha scritto sicuramente si è avvalso delle opere del terzo sec A.c., quindi di
autori comunque distanti quasi
500 anni da ciò che avevano narrato. La storia di roma non c'è da stupirsi dunque
se è intrisa di elementi favolistici
la famosa storia dei due gemelli è solo una delle 25/30 versioni delle origini,
solo quella di maggior diffusione,
che vuole il figlio di Enea che fonda Alba Longa, quindi roma ha origini troiane.
Alba longa Amulio caccia Numitore
e per evitare che qualche nipote pretenda il trono del nonno costringe Rhea Silvia
a diventare sacedortessa di Vesta
Rhea si congiunge con Marte, chi viene deputato a ucciderli non ha il coraggio e li
lascia nel bosco.
I gemelli romolo e Remo riportano numitore sul trono e ottengono da lui
l'autorizza... vabbè mi sono reso conto che non serve a nulla
Nonostante sia un racconto mitologico la tradizione raccoglie tutta una serie di
mezze verità e indizi, questi indizi
ci portano a credere dunque che la roma degli inizi fosse nell'orbita di Alba
Longa, un centro realmente esistito.
Le scoperte archeologiche ci dicono che già nel 1000 A.C. la zona di roma era
abitata, nel palatino hanno trovato
il tracciato di alcune capanne. Ma tutta la zona dei vari colli vede nuclei di
poche famiglie insediate nell'area
mano a mano che i nuclei si sviluppavano demograficamente e gestionalmente
probabilemente hanna cominciato a collaborare
tra di loro. (Se comincio ad avere + popolazione ho bisogno di più terra e
simili...) Non sappiamo se pacificamente
o con la forza ma tutti questi nulei si sono uniti, e hanno dato vita al primo
tessuto comunitario di quella che sarebbe
stata la città di roma. Questo Sinecismo (gruppi che si uniscono) deriva dal fatto
che se noi andiao a vedere
il diritto della roma delle origini noi sappiamo che Roma organizza il proprio
governo attorno a tre poli, che riprendono
quelli dei villaggi fusi. Avevano un'organizzazione molto elementare i villaggi,
una posizione di prevalenza era data
ai più anziani, i "patres" e ciò è dovuto al fatto che si ritiene che chi sia
anziano abbia più esperienza e conoscenze
Le decisioni collettive è probabile che venissero prese da un'assemblea di uomini
in armi, ovvero di coloro che
difendevano la comunità, con la possibilità in momenti più delicati di dare il
potere ai capi più valorosi. Roma
assorbe dunque questa struttura tripartita, il governo è attribuito a un monarca
(Rex) esiste poi a un'assemblea
di patres (senato) e poi un'assemblea che vede la partecipazione degli altri membri
della comunità (Comizio Curiato)
Le regole di comportamento che hanno in questo primissimo stadio della loro storia,
le regole sono date dai "Mores"
i costumi e le consuetudini, questi non solo altro che i modi di vita e le
soluzioni regolamentari che le famiglie dei
villaggi avevano tra di loro, qui dunque c'è un'altra traccia del sinecismo
originario. Non esiste nessuna legge scritta
per le leggi e la fondazione di roma, ciascuna delle comunità che si fonde
contribuisce alla formazione dei Mores.
Il re dunque è il capo della comunità, e in quanto capo in questa fase iniziale
assomma nella sua persona potere religioso
amministrativo e militare, nel senso che governa, è garante del rapporto con il
divino ed è comadante dell'esercito.
Come capo religioso il re è impegnato a garantire che la condotta della comunità
sia conforme a quella che è la volontà
della divinità, il rapporto dei romani con la religone è dunque molto particolare,
la religone romana si presenta come
marcatamente retribuitiva, cioè che non erano una serie di precetti a cui aderire
intimamente, per i romani è un
Do ut Des, gli dei sono in grado di favorirli o di distrugegrli, ed evidentemente
si impegnano in tutto quello che
fanno per fare in modo che la loro vita sia caratterizzata a tutta una serie di
comportamenti che non urtino il divino,
vogliono dunque raggiungere la "Pax Deorum" una situazione di favore della divinità
nei confronti della comunità.
Fas e Nefas sono comportamenti graditi e sgraditi. Non è quindi una concezione
individualistica del rapporto col divino,
ma una cocnezione collettiva, se un cittadino sbaglia e assume un comportamento
nefas l'ira del dio non si rivolgerà
contro il singolo, ma contro tutti quindi si ha questa responsabilità collettiva.
Le norme vogliono essere in linea con la morale, e fondono il diritto e la
religione, i sistemi direttivi dunque non si
sono ancora seprati fondono i mondi di DIRITTO MORALE E RELIGIONE. Il re è dunque
anche garante del mantenimento della
Pax Deorum. Il senato invece formato dai rappresentanti più autorevoli delle
famiglie, è un organo centrale, dotato di "Patrum Auctoritas"
e la competenza a gestire l'"Interregnum" l'autoritas serve a ratificare i
provvedimenti dell'assemblea del Comizio Curiato
ognuna delle decisioni dell'assemblea deve essere approvata dal Senato. Quetsa
origine sinecistica la vediamo
dunque anche nell'"Interregnum" , la monarchia di roma non è ereditaria, morto un
re tutto il potere torna ai Patres,
e Ciascuno di loro lo esercita per 5 giorni, fino a quando non si arriva ad un
compromesso e viene designato tra i senatori un nuovo re
proprio perchè le comunità hanno dato origine a roma sono i loro rappresentanti a
decidere il capo, e quando viene meno
accade la stessa cosa per metterli tutti d'accordo, sinecismo.
I Comizi Curiati sono un'evoluzione dell'assemblea degi uomini in armi, le curie
sono ripartizioni amministrative
del territorio (circoscrizioni) queste curie secondo la tradizione lo stesso Romolo
le creò, e dopo la fondazione
assunse la divisione della città in 3 tribù a loro volta suddivise in 10 curie,
ciascuna curia formata da 10 decurie
300 decurie in totale quindi. I comizi facevano affluire i membri delle curie,
avevano competenza di "Lex Curiata de Imperio"
l'Imperium è il potere militare, più che una vera e propria legge era l'atto con
cui i comizi prendevano consapevolezza
della nominazione del re e ne riconoscevano l'autorità, un moto di appoggio al
nuovo re indiretto dalla popolazione
anche un atto di sottomissione e poi il "Testamentum Calatis Comitis" una cerimonia
svolta alla presenza della popolazione
per rendere riconoscibile a tutti l'erede designato di un determinato capofamiglia,
quindi più che assumere decisioni ha
un ruolo di testimonianza evidentemente non si avevano altri mezzi di comunciazione
e conoscenza, se non avessimo anagrafa e database
non potremmo sapere a chi va la casa di tizio quando morirà, solo con esperienza
diretta potremmo saperlo, per questo Tizio
dichiara davanti a tutti il suo legittimo successore, rendendo l'intero comizio
testimone. Non è solo una garanzia per
me, che non posso vedermi sottratto un mio diritto quando ho tutti testimoni, ma è
anche garantia per la comunità
che sa a chi dovrà fare riferimento in alcuni casi.

26/09
Sesto papirio scrive un elenco delle leges rege, emanate dal re, non effetto di una
deliberazione di un gruppo, ma per il potere di ordinanza che ne deriva
le detta come regole di condotta, nel governo della città e nel governo
dell'esercito è aiutato dal magister populi e il magister equitur.
Quando pensiamo al governo dei romani non dobbiamo pensare allo stato moderno, come
qualcosa di intangibile, una superfetazione, un altro livello a cui
passa una comunità organizzata. I romani invece vedono la loro struttura di governo
come qualcosa di non-impersonale, dunque il magister populi è il
"comandante in seconda" dell'esercito, l'ausiliaro del re che lo sostituisce anche
nel governo civile quando si trova fuori. Il magister equitur è invece
comandante della cavalleria (3000 fanti e 300 cavalieri esercito romano delle
origine 100 fanti e 10 cavalieri per curia).
Non esiste dunque nella gestione dell'ordine pubblico una differenza tra potere
militare e civile, il re si occupa dunque anche di gestire i "Reati"
aiutato dai Questores patricidi, che aiutano il re a reprimere i crimini di
omicidio.
Essendo le divinità viste come invincibili e insuperabili possono essere sia
contrarie che favorevoli, se sono favorevoli il singolo e la comunità ne
traggono un grade giovamento. La differenza tra avere gli dei a favore o contro sta
in tutta una serie di condotte. Quando l'ira degli dei viene scagliata
non accade solo su chi ha commesso un reato, ma su tutta la comunità. Il re è
dunque garante della pax deorum. I collegi religiosi stabiliscono cosa è fas
e cosa è nefas. Anche il diritto "ius" deve essere in linea col fas. Il senato è
l'assemblea degli anziani della città che manifesta al meglio il sinecismo
di base, abbiamo già visto il coinvolgimento nell'interregnum e la patrea
auctoritas.L'interregnum dura, secondo la tradizione, fin quando non vi sono
segni favorevoli dal cielo per un nuovo capo noi possiao pensare che terminasse
quando tutti i rappresentanti delle famiglie si erano messi d'accordo per
un nuovo re. Le curie l'assemblea popolare sappiamo che faceva la Lex curiata de
imperio, l'imperio è il potere militare, e questa lex altro non è che
l'acclamanzione del nuovo re entrato in carica.
L'unità minima dal punto di vista romano era la famiglia (modernamente è il
cittadino che è soggetto di diritto e dunque attore del mondo giuridico
o "L'attitutide che ha il soggetto ad essere destinatario di norme giuridiche",
dalla capacità giuridica si distingue la capacità di agire, ovvero atti
che modificano la stessa realtà giuridica, che è diverso da essere mero soggetto di
diritto, la capacità giuridica nel nostro ordinamento si acquisisce alla
nascita, la capacità di agire invece alla maggiore età). A roma dunque l'unità
minima è la famiglia, e sono le famiglie che, con le loro condotte
determinano i mores maiorum, ovvero i costumi degli antenati, i modi di vita che
essi assumevano. "Si fa così perchè si è sempre fatto così" è la famiglia
perchè si vede il pater familias come capo, l'antenato maschio vivente più anziano
(di generazione non di età)
, che è l'unico soggetto di diritto e munito di piena capacità di agire. A
contraddistinguere il pater familias è un potere arcaico che prende il nome di
"Manus" o "Mancilio" che gli da una supremazia sugli altri membri della famiglia,
sulla forza lavoro schiavile, e sugli oggetti. Questo potere mano a mano
va a specializzarsi in base alla cosa su cui si esercita "Patria potestas" sui
figli "manus maritalis" sulla moglie "Dominica potestas" sugli schiavi
e "Dominium ex iure quiritium" rispetto alla cose. Ius vitae ac negis, il padre può
mettere a morte il figlius, ovvero tutti coloro soggetti alla patria
potestas, Ius Exponendi, alla nascita può esporlo (abbandonarlo), Ius vendendi, può
vendere a un'altra famiglia il proprio figlio.
La Manus maritalis è invece un potere sulla moglie tanto penentrante che la moglie
subentrava nella famiglia del marito da un'altra famiglia, e quando veniva
stipulato il matrimonio "Cum mano" attraverso 3 cerimonie (Usus.... controlla
manuale) la moglie era alla stregua di una figlia, un vero e proprio diritto di
proprietà. L'esistenza della schiavitù implica che anche una persona può essere
oggetto di diritto e non soggetto di diritto, ovvero un servo. La maggior
parrte dei servi sono prigionieri di guerra in età arcaica sono pochi, poi durante
le conquiste aumenteranno e poi diminuiranno di nuovo. La servitù
delle origini è molto più mite, eprchè essendo pochi venivano trattati alla stregua
dei figli. Dominium ex iure quiritium lo pone in una posizione di
preminenza tale da poter garantire della roba in mdo pieno ed esclusivo, con la
possibilità anche di distruggerla. Res mancipi e res necmancipi, il mancipium
è collegato a un atto di trasferimento di proprietà "mancipazio" un atto formale
rituale che segue una procedura prestabilita, deve avvenire alla presenza
della cosa da "compravendere" (termine improprio) e alla presenza di entrambe le
parti, di 5 testimoni, cittadini romani di età puber (14 anni per gli uomini
e 12 per le donne) e un "Libripens" che portava una bilancia su cui si sarebbe
posato il bronzo dato come corrispettivo del trasferimento. Parlava solo chi
comprava e diceva che la cosa era di sua proprietà per averla acquistata e di
esserne dominus ex iure quiritium. Le cose soggette a questo rito erano le
res mancipi, ovvero le cose più miportanti, per una società agrilo, come un campo,
una casa, gli animali. Le res necmancipi invece poteva circolare anche
con la mera consegna. La categorie delle res mancipi on venne mai aggiornata, tutti
i beni successivi, anche quelli ben più importanti (come le navi
commerciali) rimarranno tutti res necmancipi. Questa solennità vi è perchè il
diritto è imbevuto di contenuti condivisi con la religione. I gestori dei
mores maiorium ci fa capire come i pontefici siano stati i primi giuristi a roma,
la parola pontefice significa, nonostante i dubbi, la capacità di costruire
i ponti, ovvero le conoscenze tecniche che altri non avevano, queste conoscenze
sfiravano il magico-religioso per i romani. I pontefici erano i gestori di
tutto il complesso del patrimonio religioso e quindi si trovavano ad essere gestori
non solo del calendario e degli annales, ma anche dei mores. Respondere
agere e cavere, Respondere dovevano dare responsi e pareri giuridici, ovvero
spiegare al cittadino i mores che si applicano in una determinata situazione,
spiegare chi
ha ragione o torto.
Agere, dare istruzioni su come agire in giudizio.
quando si doveva entrare il lite con qualcuno, la rigidità degli schemi da
applicare, avevano una concezion performativa della parola, ovvero erano
convinti che, tipo formule magiche, una certa ritualità nelle parole poteva portare
un certo risultato, il pontefice poteva dunque dire questa parola esatta
infatti proprio i pontefici crearono la mancipazio.
Cavere confezionamento di atti negoziati, come un antico notaio, che assicurava
I pareri venivano dati in modo completamente diverso dalla modernità, erano pareri
ieratici quasi come quelli di un oracolo, non c'era un processo pubblico
su come arrivava alla risposta, perchè i mores del collegio dei pontefici erano
segreti

27/09
Dall'art 1 possiamo capire che la capacità giuridica si acquista al momento della
nascita. Se la soggettività giuridica non implica una capacità di azione del
soggetto,
la capacità, attraverso atti, di modificare l'attività giuridica la implica
(modificare lo status personale, la proprietà, la genitorialità), è chiamata
"Capacità di
agire" e implica anche che io sia capace di autodeterminarmi, che io sia
consapevole della modifica che sto applicando. Quindi è necessario avere una
normalità psichica
e un grado di maturità collegato al dato convenzionale dell'età. A roma come
sappiamo è il pater familias ad essere soggetto di diritto. Sui iuris, alieni
iuris.
Pater-Cittadino maschio che non è soggetto alla potestas altrui, non è
necessariamente padre, può anche non avere nessun sottoposto.
Familia proprio iure-unità minima della società romana, i soggetti che soggiacciono
alla potestas del pater
Familia comuni iure-costituita dai ssoggetti che discendono da un antenato comune
non più vivente
Gens-Un qualcosa di sfuggente, costituita da tutti i soggetti che ritengono che la
loro discendenza derivi da un antenato molto lontano nel tempo, talvolta anche
mitologico
Questi gruppi hanno grande rilevanza politica, e le loro aggregazioni incidono
sulla vita della città, sopratutto alle origini.In che modo si può dare un ordine e
una
disciplina in uno stato in cui non esiste la teorizzazione di una costituzione o un
ordinamento? Organi di governo che sono deboli rispetto alle famiglie. Al giorno
d'oggi qualora si verificasse un atto particolarmente grave noi abbiamo un intero
apparato sanzionatorio. A roma invece accade diversamente, partiamo dal presupposto
che
tutte le comunità si occupano di difendere interessi a loro preminenti (il diritto
si interessa di alcune condotte, come dell'omicidio, e si disinteressa di altre,
come lo stile) non tutti i valori in una comunità hanno lo stesso peso, per questo
nella nostra comunità possiamo idividuare un "diritto penale", una parte del
diritto
pubblico, che riguarda gli interessi superindividuali, applica una pena, che è la
sanzione più grave perchè inficia la libertà personale dell'uomo, in maniera
detentiva
(come ovvio) o una sanzione pecuniaria penale, che è comunque inficiate alla
libertà perchè è tanto ingente da implicare una necessaria rinuncia per pagarla.
Nella roma arcaica possiamo anche idnividuare una forma di diritto penale, purchè
ci liberiamo dalla concezione contemporanea di stato e di applicazione della
sanzione
per mezzo di organi, gli apparati che noi abbiamo creato nei secoli non esistono
ancora. Nella roma delle origini si devono tutelare i valori di quella società,
ovvero
la famiglia, la città e la religione, sono tutti elementi del diritto criminale.
Dobbiamo guardare alla famiglia con una prospettiva sia interna che esterna,
all'interno la gestione è del pater, che in virtù della potestas può sanzionare i
membri e giudicarli, le famiglie sono "impermeabili" all'intervento dello stato
il bonfante diceva che la famiglia era come una sorta di "stato nello stato" il
diritto della comunità non entra mai nelle mura domestiche. Il meccanismo esterno
invece
si chiama "Autotutela" l'offesa portata al membro della famiglia fa in modo che
sia l'offeso o i membri della sua famiglia a dover reagire con una risposta
offensiva a sua volta che prende il nome di "vendetta" ciò si verifica tra nuclei
familiari diversi. Questa azione è codificata, sono i mores a prevederla come
soluzione
, la vendetta è considerata doverosa, chi non la fa contravviene ai mores,
esattamente il contrario della modernità. Le offese portate al nucleo familiare
dal membro
di un altro nucleo sono definite "delitta", lo ius serve dunque solo a regolare i
rapporti tra le famiglie, non nella famiglia. La vendetta non ha limiti
contenutistici
e non vede una proporzione tra azione e reaazione (volendo posso uccidere qualcuno
che mi ha dato uno schiaffo) alla vendetta in epoca successiva si sostituirà al
"Taglione" un'altra forma di autotutela, una vendetta riequilibrata, perchè la
vendetta normale porta alla cosiddetta faida, alla reazione più grave può
corrispondere
una controreazione in crescendo. Una persona che ha subito il taglione non può ri-
vendicarsi, perchè ha subito lo stesso danno che ha fatto. L'obbligo primario di
reagire
è di chi ha subito l'offesa, se non può farlo la famiglia, per pietas verso
l'offeso, deve prendersene la responsabilità. In una realtà senza apparato statale
che ti aiuta
è verosimile pensare che i rapporti di solidarietà familiare siano così
estremizzati.
Oltre la famiglia un altro valore fondante è quello della conservazione del
rapporto con la divinità. Più volte abbiamo parlato della pax deorum. Gli illeciti
di tipo
sacrale vengono dunque puniti in ambito comunitario (proprio perchè la stessa ira
divina interessa tutta la comunità), perchè è necessario assicurare il fas.
Gli illeciti che compromettono la pax sono gli "Scelera/scelus" (plur/sing). vi
sono scelera di varia gravità, ve ne solo di espiabili e inespiabili.
La sanzione per quello espiabile è l'obbligo di fare un sacrificio di espiazione
(biaculum(?)) sacrificando degli animali, potrebbe apparire di poco conto, ma nella
realtà
economica del tempo, una res mancipi come le bestie sono di grande valore, privarsi
di mezzi di produzione o cibo è un danno molto grande (anche perchè vigeva una
sorta
di autarchia delle famiglie).
Per gli scelera più gravi è prevista una sanzione chiamata "Saceresto" il soggetto
diviene "Sacer", il soggetto contaminato viene allontanato dalla comunità e
chiunque
può ucciderlo senza alcuna conseguenza, anzi facendomi braccio armato della
divinità, è una sanzione gravissima, perchè gli istituti di sopravvivenza degli
individui
si fondano sulla famiglia, nessuno darà un aiuto in caso di malattia, diventa un
ramingo. Vi è solo un caso accertato invece di sacrificio del reo.
Il terzo gruppo di illeciti sono i "Crimina/crimen" (Plur/sing), che riguardano il
polo della città, gli interessi collegati alla sopravvivenza di Roma come città
mentre l'aggressione di altri popoli si regola attraverso la guerra, quella dei
cittadini, svolta attraverso il tradimento della città o attraverso la
collaborazione col
nemico. La "Perduellio" l'altro tradimento di roma perchè prevalga il nemico, una
figura criminosa in cui confluiscono tutti i comportamenti volte ad indebolire
Roma.
La sanzione della perduellio non può entrare nei delicta perchè non è il singolo
nucleo familiare a essere colpito, ne tra gli scelera perchè non riguarda il
profilo
religioso. La reazione in questo caso è della città e viene esercitato attraverso
l'intervento del re, considerato anche capo militare.
(Queste divisioni formali sono comunque teorizzate da noi moderni, non è detto che
loro avessero una distinzione definita). A partire dal sesto secolo Roma è
attraversata
da una innovazione importantissima, l'avvento dei cosiddetti re etruschi. La
fondazione di roma è dei latino-sabini (tito taxo secondo una versione condivide il
regno
con romolo in una delle 33 versioni), mentre gli ultrimi 3 re della tradizione sono
etruschi, essendo roma circondata da altri centri con l'osmosi delle elite roma
entra
nell'orbita delle città stato etrusche. Segnano l'età più florida nell'età
monarchica, vengono costruite infrastrutture e aumenta il livello di scambio,
portando però
ad un aumento delle differenze sociali, questa modifica allenta il dominio delle
famiglie. Viene introdotta una nuova assemblea, i comizi centuriati, il secondo re
etrusco
servio tullio non solo divise le 4 tribù urbane, sostituendo le 3 triibù originali,
ma determinò anche un numero di tribù di campagna (contade(?)) e spezzò il dominio
delle gentes, i legami gentilizi vengono spezzati in favore di nuovi legami, che si
basano sulla forza economica dei soggetti, più che della nobiltà di nascita.
Vi sarà dunque un principio timocratico, lo spunto è dato dalla rifora
dell'esercito. L'esercito originario conta 3000 fanti e 300 cavalieri (100 fanti e
10 cavalieri
per curia) un esercito perlopiù aristocratico, i più ricchi avevano il cavallo e i
meno ricchi erano i fanti, in questo contesto l'armamento era acquistato dai
singoli.
Attraverso la magna grecia arriva un modo più moderno di combattere, il
combattimento a falange oplitica. Dovendo l'esercito funzionare su finanziamento
privato anche
l'organizzazione della società va cambiata, poichè chi contribuisce alla difesa
della città deve essere coinvolto nella forza decisionale, se cambia il modo di
combattere
cambia dunque anche l'importanza delle persone, chi è più ricco e può permettersi
armi migliori diventa più importante politicamente. Servio tullio è quindi visto
come un
riformatore, il suo fulcro è nella centuria, i cittadini sono divisi in centurie
comprese in 5 classi di censo, alla centuria sono dunque inseriti coloro che hanno
un determinato patrimonio. Le classi erano (Fonti: livio, dionigi di alicarnasso e
cicerone nel de repubblica)
1)100k-75k 40 di juniore e 40 di seniores cioè 40 centurie erano riservate agli
under 45 e 40 agli over 45
2)75k-50k 10+10 centurie (sempre juniores ecc)
3)50k-25k 10+10
4)25k-12,5k/11k 10+10
5)12,5k/11k-0 15+15
La centuria (che non è composta da 100 uomini) è quindi l'unità minima che compone
la classe che è l'insieme, l'unità di misura è "l'asse" una moneta di bronzo (si va
per patrimonio familiare).
Per un totale di 170 centurie+18 centurie di cavalieri+5 centurie di artigiani
musici e capi tecensi (senza patrimonio, che hanno solo la loro persona da offrire)
, senza alcun patrimonio per un totale di 193 centurie. Il comizio centuriato, che
diventerà l'assemblea più importante della città, data l'importanza della prima
classe,
e dato che si vota per centuria la prima classe è quella con più voti (anche le
centurie di cavalieri sono molto ricchi) 80+18 sono più della metà, quindi se tutti
i ricchi erano d'accordo la votazione era già decisa, tra l'altro i soggetti di
prima classe e i cavalieri votavano per primi, in questo modo i più abbienti
avevano
una posizione di vantaggio. Gli anziani tra l'altro erano di meno nella popolazione
ma avevano gli stessi voti dei giovani, perchè era una società con molti giovani in
cui gli anziani hanno più voti.

3/10
Cambiare il modo di combattere significa anche cambiare il ruolo delle persone
all'interno della comunità, perchè nell'antchità vi è un forte collegamento tra
partecipazione alla difesa e ruolo decisionale.
Fichè si combatte secondo la modalità aristocratica e la cavalleria si può
ricostruire la società su un legame ricchi-poveri basato sulla clientela, ovvero un
aristocratico e i suoi clietes (protetti).
Anche con gli opliti la ricchezza conta, più si è ricchi meglio ci si arma, più si
è efficaci in battaglia più si avrà un ruolo decisionale, la differenza è che,
mentre l'aristocrazia originale basa
la propria forza su provenienza e famiglia nell'esercito centuriato i legami
familiari sono meno importanti, ciò che vale è la forza economica. COme abbiamo
visto per valorizzare questo dato si attua una
ripartizione in classi. (vedi sopra) Servio tullio modificò anche ulteriormente gli
assetti cittadini, Romolo divise la città in tre tribù Tizies (forse i sabini)
Ramni (forse i latini) e Luceres (forse
gli etruschi), Servio tullio divise la città in 4 quartieri, hiamate tribù, e anche
la campagna circostante la città in un numero di ripartizioni che introrno alla
metà del terzo secolo ac avrebbe avuto 31
tribù "rustiche" (e sempre 4 urbane). Se tribù modernamente per noi è un gruppo
umano la ripartizione è del territorio, l'identificazione degli abitanti è solo
secondaria. Il domicilio è dunque un altro
criterio che rompre il sistema familiare, se prima la mia provenienza derivava da
una rapporto di sangue. Sono iscritti alle tribù rustiche invece coloro che hanno
proprietà terriere, anche se vivono in città
i ricchi dunque sono iscritti alle tribù rustiche, che ovviamente hanno meno
iscritti ma più ricchi, questa organizzazione per tribù avrà un'altra assemblea
(comizio tributo) e anche qui, dato che ogni
tribù avrà un voto, sarà tutto a favore dei ricchi. Il censimento (census) permette
questa organizzazione, le prime fonti di censimento erano molto elementari e
corrispondevano con la chiamata alla leva, per
incasellare i cittadini militarmente in base al loro armamento. Servio tullio è
espressione dell'età della roma etrusca, una roma quindi in pieno sviluppo, una
città (secondo pasquali, articolo) con grande
spinta alla costruzione di edifici pubblici. Da qui nascerà anche il contrasto tra
Patrizi e Plebei, noi sappiamo mlto poco su questi due ordini, da Dionigi di
Alicarnasso (I sec D.C.) sappiamo che si
distinguevano perchè ai patrizi era riservato il governo della città mentre i
plebei avevano i lavori come artigianato e lavoro nei campi. Si pensa dunque che i
plebei fossero gli abitanti dei villaggi
sconfitti, altri dicono che i patrizi sono i discendenti di quelle comunità di
villaggio che crearono roma, mentre i plebei coloro che arrivarono dopo, abitanti
del contado di terre fuori dalla città di roma,
che vennero successivamente inglobati. Altri ancora ipotizzarono due origini
etniche diverse. Infine altri ancora dissero che fino alla roma dei tarquini la
condizione economica aveva lasciato una certa
parità economica, lo sviluppo economico dei tarquini creò due classsi di ricchezza
diverse, patrizi e plebei.
Nel 509 termina la monarchia a Roma, la convenzione che colloca questa data è la
ocisddetta "Cronologia Lunga". Il calendario Romano era ciclico come il nostro, ma
al contrario nostro non avevano numeri per
gli anni, li indicavano con i magistrati eponimi, ovvero i consoli, i più
importanti. Dato che i consoli restavano in carica un anno il problema si
presentava solo se facevano due cariche, in quel caso si
diceva il numero della carica. Per convertirli ai nostri anni abbiamo preso i fasti
consolari, ovvero liste di magistrati eponimi che compilavano per tenere traccia
del tempo. Alcuni li considerano però non
attendibili. La costruzione di roma è del 754, per i 200 e qualcosa anni di regno
si sono divisi equamente per i 7 re. La cronologia più breve pone nel 504, ma noi
usiamo 509.
Come avviene la cacciata dei re? Il racconto tradizionale dice che i re furono
cacciati per una violenza ai danni di Lucrezia, nel corso di una sortita in casa da
parte del figlio di Tarquinio il Superbo,
Lucrezia è una donna di spiccate virtù morali, e il figlio del re la violente, poi
le si suicida dopo averlo raccontato ai suoi familiari, i familiari chiedono aiuto
alla popolazione che fece scappare i
re, si avvia una nuova epoca dominata dalla repubblica, il passaggio comporta una
scissione dei poteri del re, che era titolare della sfera Amministrativa, militare
e religiosa. Religione e politica si scindono
nei primi anni della repubblica vi è un Rex Sacrorum, un residuo del re originario
ormai rimasto un semplice sacerdote, il potere politico e militare si trasferisce
ai consoli, molti teorizzano che alla coppia
si sia però arrivati gradualmente, con prima un magistrato minore e uno maggiore,
comunque si tratta di magistrati che esercitano il potere colleggialmente in
perfetta parità, per mitigare la possibilità di
tirannide (accusa rivolta a Tarq. il sup.) Notiamo la posizione di parità per la
intercessio nei confronti del collega, quando dissente da una sua decisione può
applicare un potere di veto "intercessio"
Sono muniti di Imperium, il potere di comando militare che si traduce, sul piano
amministrativo, la capacità di dare ordini e farli rispettare. Questa magistratura
è riservata, almeno all'atto della sua
costituzione, ai soli patrizi. Al potere dei consoli viene associata una
guarentigia, la "Provocatio ad populum", ricordiamo che il re doveva punire i
"crimina", ora il console prende questo stesso potere,
con la sola carica annuale eletta dal comizio centuriato. Applicano dunque delle
sanzioni, quando nell'esercizio dell'imperium a un cittadino venica dato la pena di
morte il cittadino poteva chiedere che la
pena di morte fosse confermata dal comizio centuriato, per discutere attraverso
delle "Contiones", questo per porre freno all'imperium. A ciò si arrivò attraverso
3 leges de provocationes, la prima delle quali
risalenti proprio al 509, lex valeria di provocatione, creata tra i comizi di un
certo valerio publicola (uno dei capi della sommosa anti-re), le leges successive
449 e terzo secolo (?)
I plebei per il momento sono esclusi dalle magistrature, per questo sviluppano una
sorta di coscienza di classe, manifestano la loro opposizione attraverso la
secessione, equiparabile a una specie di sciopero,
nei giorni in cui decidono di praticarla non lavorano, si ritirano nel 494 sul
monte aventino, rifiutandosi anche di rispondere alla chiamata di leva. L'obiettivo
di questa lotta della plebe è duplice, la
terra e la parificazione degli ordini, con la capacità di ricoprire i ruoli, i
plebei più ricchi lottano sopratutto per la seconda, quelli più poveri vogliono la
terra, perchè c'è una sorta di occupazioe
delle terre da parte dei più ricchi, perchè sono loro ad occupare i terreni
guadagnati attraverso le terre, tramite la grande manodopera schiavile (vi è una
sorta di principio di priorità di occupazione).

4/10
Abbiamo notato come le funzioni civili-militari e religiose piano assumano funzioni
diverse. Organo monocratico, l'opposto degli organi collegiali, secondo i romani
tres faciunt collegium, per noi invece
ne bastano due, la magistratura collegiale dei due consoli serve a garantire
stabilità. La sfera di competenza dei consoli viene frazionata e ciascuno si occupa
di una parte, la garanzia che nessuno ecceda nei
propri poteri è data dalla intercessio, ovvero il diritto di veto. Il comizio
centuriato andrà quasi totalmente a soppiantare il comizio curiato, perchè traduce
meglio quello che la comunità (o meglio gli
aristocratici) considera possibile. I primi anni della repubblica vedono
intensificarsi il conflitto tra patrizi e plebei. Non sappiamo da dove questa
contrapposizione sia originata, si pensa che i patrizi
avessero le risorse e le terre ottenute dalla guerra. Proprio su terra e
possibilità di elezione per le magistrature. Questo rapporto finisce per
interessare anche i colleggi sacerdotali, che in questa fase
sono tutti presi dal patriziato, sul quotidiano vuol dire che il mancato accesso ai
colleggi sacerdotali fa in modo che tutti i plebei vengano ritenuti incapaci di
prendere gli auspici, che invece ogni
magistrato deve prendere prima di fare una decisione. Abbiamo detto che all'origine
il diritto era formato dai mores, identificati dal collegio pontificale, composto a
sua volta solo dai patrizi.
Come abbiamo già detto la trasmissione del sapere dei pontefici è "oracolare",
questo generava sospetto verso il pontefice, i cittadini credevano che i giudizi
dei pontefici fossero a favore dello stato
dei rapporti patrizi-plebei, questo controllo di regole e condotte dei cittadini
era molto vantaggioso per i patrizi. Questo i plebei non lo tollerano. Proprio per
questo attuano la secessione, la minaccia
50 anni dopo circa la fondazione della repubblica viene fondata una magistratura
"straordinaria". Le magistrature ordinarie vengono rinnovate con cadenza annuale,
quelle straordinarie sono in virtù di una
particolare necessità. La magistratura straordinaria coleggiale prevede 10 membri,
i Decemviri legibus scribuntis "Dieci uomini con il compito di scrivere le leggi"
L'imperium e il potere di coercizio
passano momentaneamente ai decemviri, che hanno il compito di mettere per iscritto
le regole della città in modo tale da eliminare segretezza e oralità. Tramite la
scrittura viene assicurata l'immodificabilità
Anche la conoscenza collettiva garantisce la stessa cosa. I decemviri entrano nel
451 AC, e redigono un complesso di leggi che prende il nome di "12 Tavole" Secondo
la tradizione 10 nel 451 e 2 le "Tabule Inique"
nel 450, nel secondo anno si dice che nel collegio vennero anche dei plebei a far
parte del collegio, si chiamano così perchè secondo la tradizione vennero
materialmente scritte su 12 tavole di bronzo e poi
esposte nel foro, il luogo nel quale la pubblcità sarebbe stata massima. Alcuni
dicono che i romani presero esempio dalla legislazione di Solone in grecia,
inviando un'ambasceria (gruppo di ambasciatori)
direttamente ad Atene, molto più probabilmente avevano fatto riferimento alla Magna
grecia. Il contenuto delle 12 tavole fa trasparire una società contadina ancora
dominata dal pater familias.
Significative sono le disposizioni sul diritto criminale.(A roma i consoli stessi
sono prassi, il loro ruolo non è scritto) Nel riferimento ai Delicta (Tipologia di
illeciti che ha come referente i componenti
di un'altra famiglia e come risposta la vendetta illimitata). Qui viene definito,
Membrum ruptum, la lesione di un organo dalla quale non si può guarire, per cui
viene previsto il taglione, ovvero recare
la stessa offesa ricevuta. Os Fractum, la lesione di un organo che può portare a
guarigione, i quel caso possono essere pagati 250 o 500 assi (a seconda se chi ha
subito sia uno schiavo o un uomo libero)
Nei casi di iniuria semplice ci si può liberare pagando 50 assi. La città sta mano
a mano prendendo il sopravvento sulle famiglie, ciò lo notiamo dallo stemperarsi
dell'autotutela. Si aggiunge anche la
possibilità di accordare un prezzo acnhe nella situazione peggiore, mentre prima la
vendetta era vista come un dovere divino, per pietas verso l'offeso. La sanzione
pecuniaria sarà chiamata "pena" .
Il testo decemvirale costituisce il tentativo di rompere il monopolio ponteficale
del diritto. Il testo delle 12 tavole non ci è pervenuto direttamente, nel 390 AC,
secondo la cronologia lunga, si verifica
il cosiddetto sacco gallico, e anche le 12 tavole andarono a fuoco/furono
distrutte. Tuttavia versetti delle 12 tavole, scritti in un latino molto ritmico
con precetti concisi, sono stati trovati in opere
giuridiche e letterarie di autori successivi, alcuni autori di diritto romano hanno
svolto un lavoro di Palingenesi, partendo dai pezzi e da un'idea tramite
riferimenti di molti autori di ricostruire il
contenuto delle 12 tavole originali. Ma come faceva Cicerone (Che visse nel I sec)
a citare le 12 tavole se il supporto su cui erano scritte si era distrutto? Perchè
le 12 tavole le insegnavano, proprio perchè
ritmate, ai bambini per imparare il latino, come una poesia (Ut carmen necessarium)

10/10
Sulla felicità in termini di benessere il diritto ha "cittadinanza". Ci siamo dati
delle regole per regolare i conflitti, perchè se questa regolazione non vi fosse ci
sarebbe uno stato di guerra continua.
I sovrani dal 2000A.C. si impegnavano a giustificare con il benessere del popolo le
loro regole.
La plebe quindi combatte per far valere i propri interessi, con un conflitto
sociale lungo due fronti, diritto alla terra e possibilità di accedere alle
magistrature. Partecipava solo al comizio centuriato
nemmeno a quello curiato, e il suo peso politico era quasi quasi nullo. Nel 494
prima secessione, la plebe si organizza attraverso una serie di organi che la
rappresentano, si da un capo, che sarà poi
affiancato da altri colleghi. I loro esponenti prendono nome di tribuni della
plebe. Sono rappresentanti di una parte della popolazione, non della città, proprio
per questo non fondano la loro posizione su
una potestas o un imperium, (Come i consoli, che hanno potere politico-militare).
Non essendo magistrati della città, a legittimarli è solo il sostegno della plebe
espresso in un giuramento, i plebei giurano
che difenderanno i loro tribuni, questo ci fa capire quanto cruento fosse lo
scontro tra classi. Chi attenta alla vita del tribuno viene considerato omo sacer
(ne abbiamo parlato riguardo gli illeciti di
natura sacrale, omo sacer era chi commetteva uno scelera inexpiabilia, inespiabili.
Il responsabile dichiarato sacer era allontanato dalla comunità e poteva essere
ucciso impunemente) la sacertà viene
trasferita all'ambito politico. La plebe ha coscienza di classe, si organizza e
capisce di non essere rappresentata. La persona del tribuno diviene dunque
SacroSancta, una dote a metà tra religioso e laico
Ma cos'è un giuramento? Esso parte dal presupposto che la parola umana è fallace e
può essere modificata. Per dare un valore alla promessa si chiama a testimonianza
della propria promessa la divinità,
così se poi dovessi cambiare le mie parole compierei un atto nefas. Come potere
hanno l'intercessio, danno auxilium alla plebe rispetto alle sopraffazioni che
possono essere esercitate dai magistrati
della città, l'auxilium si esprime all'estremo nell'intercessio tribunicia, può
bloccare l'azione nei confronti di tutti i magistrati della repubblica e di tutte
le assemblee, anche se questo potere non
deriva dalla parità di grado, come quello dei cosoli, ma perchè inimicandosi il
tribuno ci si inimica tutta la plebe, con sanzioni politiche (come le secessioni).
Dispongono poi del concilium plebis, a cui appartengono i componenti delle sole
famiglie plebee, distinte dal cognomen. Vi è un'asimmetria, nelle assemblee
cittadini adesso i plebei adesso sono ammessi.
Deliberano i plebiscita, che all'inizio riguardano la sola plebe ma dopo avranno
valore di norma valevole per tutta la città. Il problema del limitare i consolisi
pone nel 492 A.C. un tribuno Caio Arsa
propone ai patres di nominare un collegio di 5 uomini che dovrebbero scrivere delle
regole per limitare l'esercizio dell'imperium da parte dei consoli, la proposta non
viene accolta. Viene riproposta diverse
volte finchè non la si mitiga sullo scrivere regole di convivenza comune tra
patrizi e plebei, per assicurare la pari dignità. La trattativa sul come si arena
nel momento in cui si deve decidere chi la scrive
. Accade che intorno al 452 A.C. venne inviata un'ambasceria ad atene si dice, per
consultare le leggi di Solone, altri dicono in magna grecia. Vennero quindi
istituiti i deceviri, come detto prima.
a capo di questa magistratura vi era Appio Claudio, apprezzato anche dalla plebe.
Le leges servivano a regolare i rapporti tra cittadini. Il primo anno, il 451 vide
la stesura di 10 tavole id leges.
Il secondo decemvirato venne cambiato (tranne appio claudio) e fu misto, produsse
due tavole di leggi, passate alla storia come tabule "inique" perchè avrebbero
previsto la servitù per debiti e il divieto di
connubium tra patrizi e plebei, ovvero quel presupposto normativo che consentiva di
pervenire a nozze legittime per l'ordinamento. I decemviri durarono 2 anni, nel 450
si ebbe l'impressione che si volessero
divenire tiranni, per vie della sine provocatione, dal 499, dopo il rovesciamento
dei decemviri nel 450 tornarono i consoli. Si è arrivati anche a dubitare la stessa
esistensza delle 12 tavole, perchè parlano
di successioni, di processo, di diritto criminale, di gestione della proprietà
fondiaria, sembra strano che i plebei si siano accontentati di un testo che parla
quasi solamente di diritto privato.
Si deve aprire la mente e considerare i pregi della messa per iscritto di una serie
di regole, abbiamo già parlato del monopolio pontificale che viene interrotto. I
pontefici non vennero totalmente annullati
perchè le 12 tavole comunque dovevano essere interpretate, successivamente questo
dominio possò poi a degli aristocratici laici.
nel 390 c'è l'incendio gallico, le 12 tavole secondo alcuni furono vittima della
devastazione. Non si sa se siano state ricostruite o portate a Cere insieme agli
altri preziosi, atrimenti ci si affida al ricordo
alientato dal fatto che le 12 tavole costituissero argomento di studio per i
bambini. Il testo delle 12 tavole che conosciamo però non è esattamente quello
originale del 450, ma è molto successivo, che si
può far risalire al secondo sec A.C. 300 anni dopo la produzione. Il giurista Sesto
Elio scrisse un'opera triperita (non pervenuta) in cui commentava le 12 tavole, il
latino nelle citazioni è sicuro
arcaicizzante. Al dilà di tutto le 12 tavole sono un punto di riferimento per i
romani, e così possiamo ben sperare nella veridicità delle loro testimonianze.
La nuova legge di provocatione, relativa alla provocatio ad populum, ovvero una
garanzia che funziona in tutti i casi in cui il magistrato cum imperio realizza un
atto di coercizio, traducibile come
l'applicazione di conseguenze di tipo fisico o economico (fino alla messa a morte).
La provocatio nsce nel momento in cui c'è bisogno di garantire una difesa dalla
coercizio, che di per sé non ha limiti.
Il magistrato dispone sempre della coercizio, ma quando si traduce in una sanzione
mortale questa non può essere eseguita direttamente, ma la questione deve essere
portata davanti al comizio centuriato, il
cittadino può provare ad populum e rimettere la decisione all'assemblea cittadina,
che non può cabiare sanzione, ma può solo dire si o no. Questa garanzia viene
introdotta, come lex valeria nel 509
la seconda risale al 449 vietava di istituire magistrature immuni da provocatio, la
terza lex del 300 A.C. avrebbe sanzionato più duramente il magistrato, con forse
una nota censorea, che non avesse consentito
al cittadino di andare di fronte al comizio dopo aver provocato. Molti dubitano che
queste 3 leggi siano tutte verie. L'ultima lex viene promossa da un certo Valerio
Corvo, il fatto di ricordarne 3 deriva
dal fatto che la famiglia dei valeri utilizzasse questa tradizione per prendere
punti agli occhi dei cittadini, per mostrarsi una famiglia "impegnata". Secondo
molti l'unica vera è l'ultima e le altre
antecipazioni, i romani talvolta antedatavano le cose perchè la vetustà rendeva le
leggi più autorevoli, dire che una legge è stata fatta dai fondatori la rende
autorevole. Altri ritengono che tutte siano
vere e si è dovuto ripetere erchè i magistrati non se ne interessavano. Può
provocare chi può sedere e votare nel comizio centuriato, non le donne, non i
servi, non i peregrini. Il fatto che i fili potessero
ricoprire ruoli politici implica che qualcuno potesse governare un esercito, ma
essere sottoposto al proprio genitore e non poter assumere atti di proprietà,
Alieni iuris. In origine la provocatio può essere
orientata solo contro una sanzione che prevede la messa a morte, questo oggetto
però si amplia, con due leges del 454 452 viene estesa anche alle multe in denaro,
con il limite di 3020 assi.
All'inizio poteva provocare coloro che si trovavano entro 1000 passi dalla città di
roma, questo perchè a 1000 passi da roma c'è il fronte, se esercito l'imperium è su
un membro dell'esercito, un problema di
disciplina militare. Poi sarà estesa anche in territorio provinciale.

11/10
Lex ovinia 314/312 AC cambia la composizione del senato, che era prima
rappresentansza delle famiglie delle origini. Per sedere in senato adesso devo
essere scelti i migliori da ciascun ordine, si rompe il
monopolio di coloro che soono vicini ai magistrati maggiori. Il compromesso licinio
sesto (367) prevedeva invece che anche i plebei possano accedere al consolato, le
competenze dei consoli iniziano però ad
essere dislocate, passando ad altre magistrature, nel 367 per controbilanziare
questo accesso viene creata la pretura, il pretore è un magistrato con imperium, ma
con una inferiore potestas. Il pretorato
viene ricordato per l'amministrazione della giustizia civile. A mano a mano che lo
"stato" si afferma a Roma l'autotutela perde di importanza nei rapporti
interprivati lasciando allo stato l'amministrazione
della giustizia. Il pretore può iusdiciere, controllare che la fattispecie
controversa sia incardinata nel modo giusto, può farlo perchè ha l'imperium. La
iurisdictio assume forme diverse a seconda del tipo
di processo, quello più antico è quello per legis actiones. Una sorta di rito di
gesti da compiere, l'azione (actio) di legge ha doppio significato, sia perchè
trova disciplina nelle 12 tavole (leges) o
perchè, ma le leges sono affermazioni solenni, e le leges actiones si basano
infatti su una serie di frasi con carattere solenne vincolate in forma e contenuto.
I pontefici costruiscono, nell'esercizio del
repondere, gli schemi processuali, "stilizzando" il contenuto dei litigi che le
parti avevano. La legis actio è dunque la forma di processo più antica, conosciuta
da un Gaio del nordafrica del II sec D.C. che
scrive un manuale di istituzioni. Per l'antichità il vantaggio di avere un manuale
è che molti istituti si trovano spiegati, più semplici di testi giurisprudenziali
specialistici in cui non si parte dalle
basi. Le legis actiones erano di 5 tipologie. A questa categoria asseriscono 5 tipi
di actio. (lo stesso termine processo deriva dal fatto che esso serve a regolare un
contrasto, il cui fondamento è
un'incertezza giuridica che il processo deve rimuovere. La sua definizione è dunque
un insieme di atti, tra loro collegati, uniti dallo scopo di preparare un atto
finale con il nome di sentenza, questo lo
distingue dal cosiddetto "diritto sostanziale") Le legis actiones sono dunque un
tipo di processo, 3 sono dichiarative e 2 sono esecutive, quelle dichiarative
rientrano nell'accertamento dei fatti, quelle
esecutive servono a dare attuazione al provvedimento emanato all'esito della legis
actio dichiarativa.
Le legis actiones dichiarative sono: -la legis actio per sacramentum, (la più
antica) si basa sul giuramento, il processo è bifasico, una fase in cui è presente
il pretore e una in cui c'è un giudice privato
il processo inizia con la vocatio in ius, la chiamata in giudizio. Chi agisce
prende il nome di attore (colui che prende l'iniziativa), chi viene chiamato prende
il nome di vocatus o reus (convenuto),
Nei pressi dell'area dove si radunavano i comizi, alcuni giorni a settimana, il
pretore fa udienza, e se qualcuno ha bisogno si presenta. Le dodici tavole
precisano che anche chi non può camminare può venire
e gli verrà fornito un cavallo, ma non può pretendere un carro. Se non segue senza
giustificato motivo si possono chiamare dei testimoni e poi, una volta attestato,
la si può trascinare a forza (manus
iniectio). Si segue poi uno specifico rituale, in base all'oggetto, se riguardano
un contrasto su diritti assoluti o relativi. (le situazioni soggettive che noi
chiamiamo diritti sono assolute o relative in
relazione alla platea di soggetti con cui le possiamo far valere, un diritto è
assoluto se possiamo opporre una condizione a tutti gli altri consociati (tipo il
diritto di proprietà), i diritti relativi
si fanno corrispondere come i diritti nascenti dai rapporti di credito e debito, un
diritto rispetto alla singola persona (tipo il debitore)) La legis actio delle
situazioni soggettive assolute era il
sacramentum in rem (cosa) quelle dei rapporti obbligatori erano invece in personae.
è necessario, in quella in rem, che l'oggetto della controversia sia presente, poi
l'attore giura la proprietà sulla cosa,
toccandola con un bastoncino, il convenuto può scegliere di stare in silenzio (in
iure cessio, fare un passo indietro, se così avviene il pretore dichiare che le
cosa è dell'attore, con unaddicito gliela
assegna), o ammettere il diritto dell'attore, oppure si fa parte attiva e formula
la stessa dichiarazione di avere diritto e tocca con bastoncino (festuca), in
questo caso si arriva ad una situazione di
empasse, le parti fingono una scaramuccia con le mani, il magistrato da l'ordine di
allontanare le festuche dalla cosa e le parti si sfidano al giuramento (per
superare l'impasse) (ricordiamo che giurando si
chiama la divinità a testimonianza), l'attore sfida il convenuto a giurare e
viceversa, se una delle parti non giura soccombe, (scelus expiliabilis). Se
entrambi giurano subentra l'interessed ella comunità a
capire chi è lo spergiuro, per preservare la pax deorum, il "litis contestatio" è
il momento in cui il magistrato non decide la causa, perchè adesso la cosa più
importante è chi dice vero e falso, e demanda
la questione a un giudice privato (Datio udicidi (quello che interessa adesso è chi
diceva vero e falso), al decisione non è rimandata al pretore, che si occupa dello
schema. Chi perde perde il deposito che
aveva lasciato, principalmente per fare un sacrificio di espiaszione. l'errore nel
compimento dei gesti comportava la soccombenza
La legis actio per sacramentum in persona c'era l'affermazione dell'obbligo,
l'impasse, il giuramento e cosivvia, con tutte le fasi del caso. Lo iusdicere si
risolve solo nel corretto svolgimento del rito.
Man mano che il diritto si laicizza, il punto di forza che è il sacramentum diviene
un punto di debolezza, perchè appesantisce la procedura e blocca una somma di
denaro fino alla fine della lite, oltre a
quella per risarcire chi ha ragione. Il sacramentum viene meno
-la legis actio per iudicis arbitrive postulationem, una legis actio che fa a meno
del sacramentum
-la legis actio per condictionem, anche qui non c'è il sacramentum, si distingue
perchè nel momento in cui si arriva all'impasse per le dichiarazioni l'attore deve
riconvocare il convenuto di lì a 30 giorni
termine che serve epr arrivare ad un accordo.
Dato che il rischio più grande è che il convenuto non si presenti egli deve
lasciare una cauzione o impegnarsi a pagare se non si presenta (la promessa si
chiama vadimonium), e fare una promessa solenne
di ripresentarsi
Insieme delle parole che si devono dire nella fase in iure: "Certa Verba"
La fase col giudice privato si chiama "aput iudicem", poi la sententia

17/10
Il processo di cui abbiamo parlato affonda nello ius civile, un processo romano per
cittadini romani, per i patres, coloro che detengono la proprietà, fino a quando ci
sono pochi scambi commerciali, e tutti
con popolazioni limitrofe (con cui vi era uno "ius commerci", un privilegio per
fare validi scambi con i romani), non c'è problema, ma col III seccolo, la fine
della seconda guerra punica e le nuove rotte
mediterranee vi è una grande evoluzione. Se prima il profitto derivava dalla terra
adesso può acnhe derivare dal commercio, in questa situazione però le parti che
commerciano non sono patres, non hanno la
civitas romana, sono stranieri, per il diritto romano molte cose (come il
sacramentum, che si basa sulla cultura romana) affidano la loro logica alla
romanità, quando non ci può più affidare ad essa viene
inventatauna nuova forma di processo, che genererà un nuovo corpo normativo, che
non abolità il diritto civile ma poi lo contaminerà, lo ius honorarium. Esso è
strutturato attraverso la prassi, nel momento in
cui si rende conto che i commercianti, nei primi tempi, fanno sì che le loro liti
vengano risolte tra altri arbitri privati. Nel 242 A.C. viene istituito un nuovo
pretore, con l'incarico di ius dicere nelle
liti che riguardano almeno uno straniero (anche risiedenti a roma), il pretore
peregrino (contrapposto a quello urbano) e creerà un nuovo schema processuale,
sempre grazie all'imperio, ma a differenza dei
consoli non ha intercessio verso il pretore urbano, da vita a un processo
formulare. Esso si apre con la vocatio in ius, che resta verbale e si risolve
sempre nell'invito dell'attore al convenuto a seguirlo
in ius, se il convenuto non si presenta è ancora possibile la manus iniectio
stragiudiziale, (lo sappiamo grazie a cicerone) ma dopo questo schema si supera, la
sanzione per la mancata adesione si inizia a
leggere una missio in bona, ovvero un ordine in cui l'attore diventa possessore di
tutti i beni del debitore, fino a che non si presenta in giudizio, una coazione
patrimoniale, più "raffinata".
Poi si passa alla fase in iure, presieduta dal magistrato, ma senza i certa verba,
le parti devono esporre liberamente le loro posizioni (questo anche perchè per gli
stranieri era impossibile imporre con un
pontefice una specificità, né potrebbe consultarlo), qusta fase comporta che
l'oggeto della lite non viene ottenuto dall'oggetto della lite, ma dalle
testimonianze delle persone, anche qui devono essere
compresenti, raccolti gli estremi della lite il magistrato determina una regola di
giudizio, basata sui "concepta Verba", le parole messe assieme quando le parti si
confrontano. La regola di giudizio prende
il nome di formula, è destinata al giudice privato, essa consiste in una
espressione come "Se risulta che tizio ha prestato a caio 100 sesterzi e non li ha
restituiti condanna caio, altrimenti assolvilo"
si chiama concepta verba perchè si basa su quello che le persone hanno affermato il
iure, ed è un comando destinato al giudice. Formula "litis contestatio", il giudice
nell'emettere la sentenza deve dunque
seguire questa regola di giudizio. Questo cambiamento implica una serie di nuovi
argomenti di processo, situazioni prima mai viste, i rapporti contrattuali nuovi
entrano nella scena dei commerci (la societa,
il mandato...) prima non presenti nello ius privato, questi rapporti li tutelo
perchè il pretore peregrino cerca di dare una regola di giudizio, anche in casi
estranei allo ius civile, si afferma la prassi
che il pretore ad inizio anno pubblichi un "edictum" tutti i mezzi di tutela che
concederà e tutti i casi in cui negherà la sua tutela (in questa fase la giustizia
è una concessione, non è tenuto a celebrare
necessariamente il giudizio solo perchè le parti si sono presentate, può fare una
delegatio actionis e allontanare le parti), l'editto serve a fare in modo che i
cittadini sappiano già più o meno gli esiti
del loro possibile ricorso. Questo sistema intende essere una
"autoregolamentazione" del sistema giurisdizionale, nessuno può limitare il suo
potere, ma lui può rendersi prevedibile, ovviamente alcune parti
sono tralatice, perchè bene o male tutti i pretori dinnanzi ad alcune situazioni si
comportano ugualmente, poi ci sono dei casi in cui il pretore dice di volersi
comportare diversamente. Da codice di auto..
diventa fonte di regolazione dei rapporti privati (perchè tutti cercheranno di non
essere condannati se già sanno come va). Una lex sappiamo abbia come destinatari
tutti i soggetti di diritto, l'editto non è
una lex, si sta regolando da solo, non sta regolando gli altri, ma dato che risolve
le liti alla fine è come se parlasse alla popolazione, un'indiretta FONTE DI NORMA
GIURIDICA.
Il processo è chiamato "per formulas" perchè si basa tutto sulla formazione della
regola di giudizio (eventualmente trovata nell'editto). Lo ius honorarium non saà
prerogativa solo dei pretori, ma anche dei
governatori di provincia e degli edili curuli, tutti quanti emanano un editto.
Iudicium o Formula

19/10
Processo: una serie di atti in successione legati dal punto di vista teleologico,
cioè hanno il comune fine di conseguire all'atto finale della sentenza, la finalità
di accertamento, garantita dalla sentenza
è propria del processo ed è indispensabile nel rimuovere l'incertezza giuridica o
di fatto. L'incertezza causata può essere intenzionale o non intenzionale da parte
di chi è in torto.
Grazie all'editto anche i patres sapranno quali comportamenti sono virtuosi o no,
questo si riflette sui rapporti tra privati. Questa varietà consente di regolare
anche situazioni nuove rispetto allo ius
civile (i nuovi problemi non vengono trattati dal mos maiorum). Dato che nella
dinamica dei commerci la fluidità è estrema se volessi fare una lex nello ius
civile per ogni situazione sarebbe una rincorsa,
rendere il pretore così autorevole e capace riesce a far fronte ai casi concreti.
Poi se quel rapporto si riproduce diventa parte integrante dell'editto, senza
necessità di dover erogare una lex tramite i
comizi.
Rapporti e atti di autonomia privata a Roma. Innanzitutto un fatto giuridico è un
evento umano o naturale al quale l'ordinameto collega la produzione di effetti
giuridici, che possono comportare la
costituzione modificazione o estinzione di un rapporto giuridicamente rilevante.
(Tipo l'omicidio, evento umano. O la nascita, un fatto natuale). All'interno dei
fatti ci sono dei sottoinsiemi, gli atti
giuridici sono frutto dell'attività unicamente dell'uomo, ad essi l'ordinamento
ricollega effetti giuridici purchè siano sorretti da coscienza (consapevolezza
delle conseguenze) e volontà (volizione di copiere
quell'azione), cioè capacità di intendere e volere. (Tra questi c'è sempre
l'omicidio). Il negozio giuridico sono un tipo di atti, rispetto ai quali
l'ordinamento non si accontenta che l'atto sia cosciente
e volontario, c'è bisogno che la parte abbia volontà degli effetti che va a
produrre (il contratto x esempio). I romani non arrivarono a queste astrazioni,
anche perchè si concentravano più sul caso concreto,
ma la terminologia serve a osservare i fenomeni. (negozio giuridico creazione del
1800) è più consono, rispetto ai romani, usare l'ampia formula di atti di autonomia
privata, ovvero la capacità del soggetto
di regola i suoi interessi. GLi atti di autonomia privata erano legati all'ambito
agricolo, prendendo spunto dai rapporti di solidarietà tra famiglie (se una
famiglia è in difficoltà chiede risorse ad un'altra
; Una delle più antiche prende il nome di
1)fiducia, deriva da fides, relativo al mantenimento della parola data, è la
possibilità di poter ritenere che l'altro non venga meno alle cose che dice, la
fiducia
è l'atto giuridicamente rilevante con il quale una parte trasferisce il mancipium
di una cosa, con l'accordo di vedersela restituire al verificarsi di determinate
condizioni, condizioni che variano a seconda
delle esigenze, di solito la fiducia è "cum creditore", per esempio una garanzia di
restituzione nel momento in cui uno ti restituisce il prestito per la cosa, il
trasferimento serve a garantire il prestito
ricevuto. Ma può essere anche "Cum amico" l'amicizia a roma è una reazione che si
basa sulla solidarietà e l'aiuto reciproco, ovvero una sorta di prestito con scopo
specifico, e si evolverà anche nel mutuum.
In età storica quest rapporto molto elementare non veniva più praticato.
2)Il mutuum, in una comunità agricola in cui ogni famiglia produce quello che
consuma si hanno bisogni quando la produzione è andata male, l'accesso al credito
sorge in quel momento. Il mutuum è l'atto con il
quale una parte, detta mutuante, cede ad un'altra detta mutuatario, una somma di
denaro o una cosa fungibile (individuate per genus e non per specie, tipo
alimentari, significa sostituibile, cosa non specifica
) Il mutum riguarda solo queste cose perchè il mutuatario assume l'obbligo di
restituire una cosa dello stesso tipo e nella stessa quantità (tantundem e eiusdem
generis). Nasce gratuito, senza interessi.
Actio certe credite pecunie, ovvero azione relativa al danaro consegnato in
determinata misura, che vuol dire che quando non mi vengono restituiti tot assi
posso ricorrere al pretore.
Condictio rei, riguarda invece dei beni, azione di restituzione della cosa. Prima
la tutela e poi il diritto, al contrario della modernità, cioè se il pretore mi da
una formula per quella situazione specifica
ho il diritto, altrienti il diritto non esiste, il rapporto tra actio e diritto è
invertito, noi andiamo dal giudice per farci tutelare i diritti, invece per i
romani è diritto ciò che il giudice tutela,
la tutela si costruisce sul caso concreto.
3)Commodatum atto giuridico con il quale un soggetto detto comodante, concede la
disponibilità (non la proprietà) di una cosa ad un'altro (comodatario) perchè se ne
serva e la restituisca secondo i patti.
Non c'è più la necessità che si tratti di denaro o cosa fungibile, sempre a titolo
gratuito. (società agricola tipo attrezzi capì). L'actio commodati (anche propria
del processo formulare, concessa dal pretore)
serve, ed è al disposizione del comodante per recuperare la cosa non restituita
secondo i patti, nel tempo accade che i pretori inziano a tutelare anche il
comodatario, se il comodante si riprende la cosa
in malafede, in questo caso il pretore autorizzava "Iudicium contrario commodati"
necessario per mantenere la cosa
4)Depositum, una parte (depositante) affida una cosa al depositario, affinchè la
custodisca e la restituisca secondo i patti, serve a finalità di custodia o
protezione, attiene alle
Tutti questi rapporti danno vita a una "obligationes re contracta" per obligazione
si intende un rapporto giuridico all'interno del quale possiamo distinguere due
parti, una che può pretendere una certa
prestazione (creditore) e uno che è tenuto a darla (debitore), all'inzio il
debitore era considerato responsabile con il proprio corpo (manus iniectio potevano
squartarlo).
Grazie all'opera del pretore peregrino vengono introdotti nuovi atti di autonomia
privata, le parti hanno situazioni nuove, senza macipatio o mutuum, ma con "emptio
venditio" la compravendita, l'atto di
autonomia privata tramite il quale un soggetto "emptor" acquista da un altro
"venditor" la disponibilità pacifica di una cosa, dietro pagamento di un "pretium",
proprio il pretore concede l'actio empti o
venditi, proprio per questo la possono fare tranquilli, non si trasferisce il
dominium ex iure quiritium , che vale solo tra cives, questo è un contratto che si
può fare anche con uno straniero.
Tutte queste cose attingono nello ius civile vetu (quello più antico, delle 12
tavole eccetera) L'ultima figura riceve invece tutela grazie al pretore, non
appartiene alla tradizione romana o al mos
maiorum,

24/10
Si pone il problema di dover concludere contratti di trasferimento con soggetti non
romani. Si fanno strada a roma nuovi atti di autonomia privata, la "ius gentium"
non appartiene a un sistema giuridico in
particolare, è comune a tutti i sistemi che siano greco, romano ecc. Nel diritto
romano il ius gentium è tutelato dal pretore peregrino, Emptio venditio, una
vendita, è una delle pratiche più trattate dal
pretore, l'atto di autonomia privata con cui un sogetto acquista la disponibilità
di un bene detto Mex da un venditor per un prettium. Se invece voglio comprare
prestazioni lavorative? Locatio Collutio, l'atto
di autonomia privata con il quale un soggetto (concedente) attribuisce ad un altro
(locatario) il godimento di una cosa (locatio rei) o il risultato di un'attività
umana (locatio operarum, tipo un appalto)
o ancora una forza lavoro (locatio operis). Se devo esercitare l'attività economica
insieme ad altri soggetti creo una "societas" l'atto di autonomia privata con cui
due soggetti mettono in comune i loro
patrimoni, con l'obbligo di dividersi i profitti (magari ciò accade per mancanza di
noao, della capacità di muoversi in un determinato mercato). Mandatum, atto con cui
un sogg. (preponente) attribuisce a un
altro (preposto) il potere di realizzare per proprio conto un'attività o negoziare.
I nova negotia diventano parte integrante dello ius onorarium, gli strumenti di
risoluzione delle liti che il pretore
peregrino amministra. Con la Lex Eputia ai cittadini romani sarà data la
possibilità di "litigare" usando il processo formualare, prima riservato ai litigi
con almeno uno straniero, con la riserva di poter
usare solo uno dei due tipi per la stessa controversia.
Analizziamo la struttura delle formule per capire come mai danno tutela.
-Actio certe credite pecunie (in riferimento al mutuum), si apre con la datio
iudices "Tizio caio sia giudice" (sono tutte formulate in imperativo) Aulo agerio
Numelio negidio (da agere attore, NUmerlio negirio
colui che deve pagare ma non vuole) "Se risulta che N. debba dare ad A. 10k
sesterzi, giudice Tizio caio condanna N. a dare 10k sesterzi ad A., se non risulta
assolvilo" (iussum iudicandi, ordine di giudicare)
-Actio emptii "Tizio caio sia giudice, poichè A. acquistò da N. lo schiavo per cui
è stata proposta l'azione, il giudice condanna N. a ciò che è necessario che dia o
faccia seconda buona fede, se non risulta
assolvilo" Qui c'è una premessa che fa capire al giudice cosa riguarda la
controversia, la condanna invece è particolare, perchè la determinazione della
condanna non è specifica, "ciò che risulta seconda
buona fede", nel primo caso la formula è concessa dal pretore in ius civile, questo
riguarda lo ius onorarium. Non avendo una base ordinamentale comune romano e
straniero il pretore è in difficoltà nel
valutare la giusta punizione. Il parametro non è più la fides, ma la bona fides,
ovvero il modello di condotta dell'operatore ideale. Quello che il giudice deve
valutare è dunque chi dei due si è comportato
correttamente.
Il mondo giuridico vive in questo periodo una fase di cambiamento, ci eravamo
lasciati con una fase dominata dai pontefici, gestiscono i calendari che è
importante perhè ci sono giorni in cui non puoi lavorare
perchè lavorare in quei giorni sarebbe nefas. Le 12 tavole per la prima volta
attaccano il loro primato, iniziando un'epoca nuova, rimuovendo il controllo del
mos maiorum dei pontefici e dei loro pareri non
motivati, la scrittura permette di mantenere la legge come tale. Ma il ruolo
centrale dei pontefici prosegue per almeno un sec, nel 3 sec A.c. vi è il vero
cambiamento, quando inizia a operare il pretore
peregrino si allentano gli scrupoli religiosi. Appio claudio cieco e il suo
segretaruo flavio iniziano un'opera di divulgazione di contenuti giuridici, il
primo scrive "de osuprationibus" il secondo una
raccolta di formula negoziali e azioni. (ius civile flavianum). oltre ad altre cose
scitte viene anche pubblicato il calendario, quindi non mi serve andare dal
pontefice per i giorni né per le azioni.
Il diritto comincia anche ad essere interpretato da soggetti laici (non
appartenenti a collegi religiosi). Nel II sec Sesto Elio pubblica i "Tripertita"
coì detta 3 parti perchè univa 1)testo delle 12 tavole
2) Interpretatio delle 12 tavole, le regole iuris da esse tratte 3)Legis Actiones
collegate. Nel II sec il primo pontefice massimo plebeo, Tiberio Coluncanio
comincia a dare responsa il pubblico, e molto
probabilmente a spiegare il meccanismo seguito per arrivare alle conclusioni. La
laicità comporta il vero e proprio dibattito e confronto sulle soluzioni
giuridiche. Il parere oracolare del pontefice era
indubitabile, il parere laico può essere invece messo in discussione. Molti dei
giudici laici sono aristocratici che assistono i cittadini in cambio di rapporti di
clientela, visibilità e voti. Ma
gratuitamente

25/10
Essendo sempre le stesse famiglie nobili la giurisprudenza laica cambia da quella
religiosa dal punto di vista giuridico, ma non sociale. A roma si sviluppa un
assetto costituzionale molto più complesso di
quello originale della repubblica, in cui i consoli avevano tutti i poteri del re
che non erano religiosi. Quando si sviluppano le altre magistrature anche molte di
queste assumono imperium e potestas (che
comunque non sono concetti chiarissimi)
1) L'imperium è il potere di governo assoluto di ascendenza militare che si declina
anche nell'amministrazione civile della città. Al suo interno coprende la facoltà
dello "Ius Edicendi" Cioè emanare gli
editti, mettendoli a dsposizione della consultazione pubblica. Il pretore userà
questo per notificare gli strumenti di tutela. Lo "ius coercendi" invece è il
potere di dare ordini e di farli rispettare con la
coercizione (tipo la provocatio ad populum serviva proprio per difendersi dalla
coercitio). Lo "Ius agendi cum populu" cioè la facoltà di convocare le assemblee
popolari, che non si potevano auto-convocare.
Lo "Ius agendi cum patribus" (nel senso dei senatori) convocare il senato.
(Consoli, pretori, dittatore con magister equitum e alcune magistrature
straordinarie, tipo i decemviri legibus scribundis sono
tutti i ruoli che detengono imperium)
2)La potestas è il potere di governo non esclusivo solo di alcuni magistrati, a cui
si fa riferimento descrivendo il loro rapporto con gli altri magistrati. Essa ha
delle gradazioni, Maggiore intermedia e
minore, magistrati che hanno la stessa potestas possono interferire l'uno con
l'altro (come il potere di veto dei due consoli), ma il pretore per esempio non
poteva intercedere le scelte del console.
Inoltre i comizi potevano essere convocati solo per eleggere un magistrato di
potestas uguale o inferiore (Il pretore non poteva eleggere i consoli, per
esempio). La gerarchia creata è anche collegata alle
sfere di competenza.

Lo ius dicere prima dei pretori era dei consoli, dal 367 in poi con il pretore
peregrino qualcuno ha una competenza specifica, è necessario l'imperium per farlo
perchè così posso fornire una formula da
rispettare, posso costringere il debitore a pagare. Il pretore urbano e peregrino
però sono diversi, uno cives e uno stranieri. La definizione di "ius dicere" cambia
a seconda del processo. I certa verba sono
schemi, in quel caso la iurisdictio serve solo ad assicurarsi la correttezza dei
gesti, quasi uno spettatore quindi. Nel processo formulare vi sono i concepta
verba, delle regole di giudizio elaborate in base
alla necessità della lite.
-La giurisdizione romana si regge anche sul censimento. I cives vengono divisi
nelle classi di censo che poi partecipano al comizio centuriato. Per farlo ogni
pater familias viene invitato a dichiarare nome,
composizione della famiglia e patrimonio, il primo censimento venne compiuto sotto
Servio Tullio. Il censimento si svolge ogni 5 anni (lustrum). Nel 443 A.c. per via
di una guerra che impegna i consoli
per un decennio non si tiene il censo a roma, in assenza di qualcuno che metta in
moto la procedura. In quel frangente viene istituita una nuova magistratura con lo
scopo di fare il censimento, ovvero il
censore. Ci sono due censori, muniti di potestas senza imperium, (che si pensa gli
sia stato tolto dopo 9 anni dall'istituzione, cioè 434). Dopo il censimento
effettuano un rito detto lustratio, ovvero di
purficazione della comunità (da lustratio lustrum facere, fare il lustro). La loro
carica era inizialmente 5 anni, poi cambiata a 18 mesi, senza essere eletti ogni
anno, ma ogni 5 anni. La rilevanza dei
censori inizia dalla fine del IV sec, quando vengono ivnestiti del "regimen morum",
il controllo della moralità dei cittadini. Quando un censore va ad inserire un
cives nella classe possono valutare.
Viene imposto un tributum per finanziare la guerra, pagato da chi non può
combattere, il tributum viene distribuito in base alla capacità contributiva,
quindi anche in questo caso il censo è determinante.
Chi ha la nota può ricevere un grado di tributum più alto del normale La nota
censorea può essere rimossa solo al censimento successivo. Si chiama nota perchè
veniva inserita in corrispodenza del soggetto
annotato nella lista. Essi, nei rapporti di forza politici, detengono quindi una
grandissima forza politica.
l'immoralità del cittadino e attribuirgli una nota censorea, ovvero una lesione al
Nomen, all'immagine del cittadino.
Delle comptenze dei consoli la iurisdictio passa ai pretori, il censo passa ai
censori.
-Il magister equitur e dittatore. Il magistrato è straordinario perchè la sua
elezione non è costante. (tipo i decemviri) Egli viene eletto in situazioni di
emergenza, è dotato del più alto imperium e della
più alta potestas, superiore a quella dei consoli. Viene nominato (dictus) e non
creato perchè i consoli non hanno abbastanza imperium per creare questo ruolo. è
dunque necessaria la prposta di un console
e l'approvazione del senato (nocte tempo). Il dittatore faceva paura perchè
ricordava l'esperienza del rex. A seconda delle competenze si poteva distinguere in
"Optimo iure", ovvero con pieni poteri, che
poteva assumere qualsiasi soluzione per far fronte a un problema, rimane in carica
sei mesi. Ha un delegato chiamato magister equito, a cui può delegare qualsiasi sua
funzione (il magister equitur però non
può intercedere il dittatore, e può essere anche costretto a dimettersi, un
rapporto unilaterale)
-Edili curuli. Magistrati minori, senza imperium. Si assicuravano della sicurezza
degli spazi pubblici. Avevano la giurisdizione sui mercati cittadini. Avevano la
competenza ad organizzare feste e giochi
solenni. Erano muniti di iurisdictio rispetto alle controversie sorte nei mercati
romani, che emanavano un editto in maniera simile a quello dei pretori, e
contribuivano allo ius onorarium.
-Questori. Magistrati senza imperium. Gestivano l'erarium, ovvero la cassa del
popolo, gestivano le casse dello stato. Esso era custodito nel tempio di saturno.

26/10
Mentre la plebe alta punta a ricoprire le magistrature (lotta di parità politica)
la plebe bassa invece punta a procurarsi i mezzi di sostentamento (lotta di parità
economica) quindi terra. (terre o
distribuite dai veterani o chi arriva prima, quindi spesso i ricchi, grazie ai
molti schiavi). La lotta per la parità politica avrà più successo di quella
economica, (ci provano sempre con la secessione).
I successi che conseguno sono le dodici tavole, le leggi licinie sestie,
compromesso tra patrizi e plebei, sono 3. "Lex Licinia sesta de console plebeo" che
sancisce l'apertura al consolato di membri delle
famiglie plebee (anche se ci vorrà qualche decennio prima che qualcuno venga
effettivamente eletto) (vedi data). Nel compromesso licinio sesto ci sono altre 2
leggi che riguardano istanze economiche, una è
una legge de modo agrorum, che impone un limite massimo di terreno occupabile da un
pater familias (500 iugeri) (Non si capisce se è un limite all'ager publicus o
proprio alla proprietà in generale).
Il secondo intervento è la "Lex licinia sesta de ere alieno" (cioè riguardo il
denaro altrui) che riguarda i prestiti e i debiti contratti anche per le faccende
quotidiane. Quando si fa un prestito esso
si divide in capitale e interessi, il capitale è l'oggetto del prestito, gli
interessi si aggiungo al capitale come remunerazione per la rinuncia temporanea
(anche se il mutuum non lo prevedeva spesso i
romani lo facevano lo stesso). La legge stabilisce che tutto quello che si è pagato
di interessi abbassa il capitale, diminuendo gli interessi futuri, oltre a questo
si diede la dpossibilità di dilazionare i
debiti in 3 rate. Dal 367 la lotta tra patrizi e plebei, culturalmente parlando,
viene sostanzialmente archiviata, si crea una aristocrazia patrizio-plebea che si
contrappone alla popolazione. Nel 312 il
plebescito ovinio stabilisce che i censori debbano sccegliere i migliori per ogni
ordine, per la formazione del senato, mettendo fine definitivamente alla
dominazione patrizia. 12 anni dopo con la lex ovulnia
i plebei possono entrare in tutti i collegi sacerdotali. Le legge licinie seste,
soprattutto quella agraria, non hanno gli effetti sperati, perchè non vengono
disposti strumenti pratici per farle rispettare.
Nel II sec, alla fine delle guerre puniche, roma è socialmente devastata perchè la
classe media dei contadini è sparita, l'esercito romano era fatto di cittadini, non
esiste (al momento) un esercito personale
Tiberio Gracco (cerca data) si fa promotore di una legge agraria che riprende i
temi della lex licinia sesta, ma cerca di svilupparla sui suoi punti deboli. La lex
Sempronia agraria prevede un limite alla
terra, che possiamo ipotizzare fosse sempre 500 iugeri (+250 iugeri per ogni figlio
maschio), le terre possedute oltre il limite vanno liberate dagli occupanti e
soprattutto RIDISTRIBUITE AI CONTADINI POVERI
(BASATISSIMO) (dividendole in lotti da 30 iugeri, un quantitativo sufficiente per
scalare la gegrarchia economica e sostenere una famiglia). A ridistribuire era una
commissione, un organo collegiale
straordinario, i triumviri agris dandis assignandis. Incontrò fortissima
opposizione, innanzitutto da chi aveva occupato senza titolo, le aziende agricole,
le conseguenze sociali, perchè roma resta
amministrata su base timocratica, comportava secondo alcuni che i contadini con
questo beneficio rischiavano di entrare in prima classe. (ma nel III sec gli erano
state tolte 10 centurie). Adesso non bastava
più accordarsi tra gli aristocratici per dominare le votazioni nel comizio, ma
anche tutti i contadini arricchiti in questo modo, con un modo di concepire la vita
diversissimo dai nobili.
Per funzionare i TRiumviri hanno bisogno di risorse, ad un tratto, nel 133 muore il
re di eprgamo Attalo III, un regno cliente di roma, che lascia come ultima volontà
quella di lasciare il suo regno ai romani.
Tiberio Gracco, che era legato alla famiglia reale da rapporti di clientela, fa
deliberare di usare questo tesoro per finanziare i lavori della commissione, ma nel
regno scoppia una rivolta anti-romana, che
impedisce il trasferimento delle risorse a roma (quindi non ci sono le
ridistribuzioni di terre per mancanza di risorse). Tiberio gracco cerca di farsi
eleggere tribuno per l'anno successivo per divenire
inviolabile, nel corso dell'elezione irrompono i membri della fazione avversa,
scoppia una rissa e Gracco viene ammazzato. Caio Gracco, il fratello, l'anno
successivo prova a ripetere la lex agraria,
rafforzando però gli strumenti di attuazione, attribuendo ai triumviri la
possibilità di decidere rispetto alle contestazioni che nascevano sulle liberazioni
di terreni. Molto spesso era difficile provare che
un terreno fosse ager pubblicus, soprattutto sulle occupazioni vecchie decenni di
base lo doveva scegliere la commisione, qualche anno dopo viene votata la legge
"Lex de lege sempronia agraria abroganda" che
abroga la legge di tiberio gracco, (anche perchè intanto il ruolo era stato
assegnato ai consoli). Caio gracco riassegna il ruolo ai triumviri e rende i lotti
inalienabili (nel senso che non si possono vendere
per evitare che tornassero ai ricchi) anche Caio gracco non riuscirà perchè viene
killato.
Coercizio magistratuale, si hanno accertamenti di natura penale condotti davanti al
comizio centuriato, viene convocata dal magistrato riguardo un accusa e una
proposta di condanna rivolta dal magistrato,
il cosiddetto giudizio popolare. Il magistrato è dunque l'accusa, in
contraddittorio con l'avversario che è l'accusato. Dopo aver ascoltato prove e
argomentazioni l'assemblea delibera e poi vota per centurie.
Questo tipo di processo riveste una grande importanza e riguarda solo i crimini più
eclatanti di personaggi in vista (dato che si doveva convocare l'assemblea almeno 4
volte). Il consilium magistratuale
serviva per aiutare i magistrati, perlopiù amici, giuristi, filosofi ed esperti del
mestiere, non era un organo istituzionalizzato, più che altro consuetudinario. Per
i reati meno gravi era il consilium a fare
da giuria per il magistrato. Si necessita ad un certo punto di superare i limiti di
faraginosità del giudizio popolare (che tra l'altro era anche dominato dalla classe
dell'aristocrazia, è un giudizio politico
e non sul fatto). L'organo del senato è il più importante, perchè al contrario dei
magistrati può portare avanti una politica di medio termine. Giurie apposite del
senato per alcuni giudizi (come il senatus
consultum de baccanali, per valutare il culto di bacco che è troppo egalitario,
quindi il senato lo rende fuori legge e stabilisce una corte che deve giudicare
sull'argomento e col potere di dare pena di morte)
Questiones Extraordinarie sono quelle su cui devono valutare queste corti
(avvelenamenti, robe del genere, cose che attaccavano l'ordine sociale) per
specifici fatti. Queste corti sono composte da giurati
e poste sotto la previdenza di un console o di un pretore in carica quell'anno.
Questiones non vuol dire questione ma corte, extraordinarie perchè serve solo per
un fatto specifico.
Nel 171 A.C. a roma accade che si vogliono stabilizzare queste corti, iniziano le
province circoscrizioni territoriali a cui roma promagistrati romani, vengono
inviati a governare una provincia dopo aver
finito il loro ruolo da console o pretore, molti di loro interpretano il loro ruolo
in maniera deformata, essendo muniti di imperium usano il loro potere per
arricchirsi, vessando i privati o appropriandosi
di denato pubblico. Dalle due province di spagna arrivano a roma e in senato delle
delegazioni, per lamentare la mala amministrazione dei magistrati romani, e
chiedono giustizia. La questione è delicata
perchè i promagistrati appartengono allo stesso enstablishment del senato, ma non
si può lasciare la richiesta inascoltata, i promagistrati vengono giudicati da un
gruppo di magistrati recuperatori, con
l'intento di restituire ciò che avevano preso dai privati. A ciascuno degli
accusanti spagnoli viene assegnato un patronus (una sorta di avvocato assistente)
che ha il compito di aiutarlo nel riprendere
quanto hanno preso, le cosiddette "repetunde" le cose da chiedere indietro. Una
soluzione di comodo per i senatori, che lasciano nella propria sfera di controllo
il tutto, con recuperatores e patronus
che sono stessi senatori, e una condanna non afflittiva, deve solo restituire ciò
che ha preso, e nei limiti in cui si prova, senza sovrapiù.

07/11
I concilia plebis iniziano ad accertare e deliberare la condanna a morte anche di
altri cittadini, le 12 tavole infatti prevedono che non si possa mettere a morte un
cittadino se non con il voto del comizio centuriato, questo non
vuol dire che i concilia plebis perdono ogni competenza, in alternativa alla messa
a morte è possibile sanzionarlo in maniera pecuniaria. Questo si fa perchè mentre
nel comizio centuriato ci sono anche i plebei nei concilia plebis
siedono soltanto quelli delle famiglie plebee. Essi non sono organizzati per
centurie, ma per tribù, tanto che si parla di concilia plebis tributa. Poi si va a
creare, ad imitazione di questo concilio, il comizio tributo, che ha a
competenza l'elezione dei magistrati minori. I processi, dinanzi alle assemblee, si
svolgono sotto la direzione di magistrati, i questores patricidi, che non hanno
l'imperium (ma gli è data in via straordinaria l'agendibus populum,
solo nel caso di un giudizio capitale), potrebbe anche essere un tribuno della
plebe però. Die dizio, convocazione dell'accusato, al quale veniva riferito (per
conto del magistrato) di recarsi all'asseblea in un determinato giorno
e per un determinato motivo, si avviava dunque la cosiddetta "anquisitio" nel corso
della quale venivano esposte le ragioni di accusa e difesa, il tutto il 3 adunate
dell'assemblea, intervallate per un giorno l'una dall'altra (almeno).
Il magistrato poi o ritirava l'accusa, oppure la confermava, in quel caso si
convocava l'assemblea dopo un "trinum dinum" ovvero un tempo pari alla celebrazione
di 3 mercati (8/9 x 3 giorni). La votazione avveniva su tavolette
cerate, in cui si scriveva la D di damno per colpevole e la L di libero per
l'assoluzione. Prima della fine della votazione l'accusato aveva l'opportunità di
allontarsi intenzionalmente, Aque Et Igni Interdictio "Interdizione dall'
acqua e dal fuoco". Il limite di questo processo era il dover convocare la
cittadinanza così tante volte, l'altro limite è che l'assemblea è un organo
politico, con all'interno correnti, e quindi non è molto affidabile per valutare il
vero, l'assemblea poteva assolvere un criminale o mandare a morte un innocente
sulla base di maggioranze avverse o favorevoli. Dal II(?) sec A.C. il senato inizia
ad occuparsi delle situazioni di importante allarme sociale, il
senato è un collegio trainante nella vita politica, perchè i suoi membri dovrebbero
costituire i migliori di ogni ordine, la Lectio Senatus non comporta una modifica
totalitaria della composizione del senato, ma solo la sostituzione
deu membri indegni, quindi può concludere politiche di medio e lungo termine a roma
(unico organo) quindi è tutore della stabilità anche rispetto a vicende che creano
allarme sociale. In questo caso il senato costituisce dei collegi
giudicanti, da un magistrato e un insieme di giuria-assistenti, le cosiddette
"questiones extra-ordinarie" (perseguire i seguaci di tiberio gracco, le baccanali)
Lex sempronia de capite civis 123 A.C., un plebiscito "relativa alla
vita dei cittadini, (o alla loro condanna a morte)" si stabilisce che le corti
speciali non le istituisce più il senato ma le assemblee (sempronia perchè viene da
claudio sempronio gracco). Le repetunde sono una serie di condotte,
con varie modalità esecutive, accomuante dal fatto che per mezzo di esse un pro-
magistrato, si appropria di ricchezze private. Nelle province roma manda i
promagistrati, proconsoli o propretori (Tipo gaio verre con cicerone).
(Vedi sopra fatto del 171) Verrà poi istituita una corte stabile per questi
accertamenti, una "Questio de repetundis", sotto la presidenza del pretore
peregrino. La corte non funziona come una corta criminale, utilizza la legis actio
per sacramentum, dopo il sacramentum qui le parti non vanno dal giudice privato, ma
una giuria di senatori. Inizia la lotta tra Optimates e Populares, gli optimates
sono coloro che traggono ricchezza dalla terra, i populare sono i
nuovi ricchi (con aiuto da molti ceti bassi), quindi i cavalieri (gli equites)
arricchiti tramite il commercio. Con la Lex Acilia del 123 abbiamo una
strutturazione della questio de repetundis che assume carattere di corte criminale,
appare il ricorso alla legis actio, e inizia con la "delatio nominis", una
denuncia, inoltre viene istituito un gruppo di giudici, un apposito preotore
(pretor de repetundis) e la giuria è composta da membri dell'ordine equestre.
All'inizio dell'anno di carica del pretore vengono individuati 450 cavalieri,
l'accusatore ne sceglie 100 per il processo e l'accusato 50 dai 100 nomi
dell'accusatore (giuria di 50), scompare il patronus. Il controllo delle giurie
criminali da un forte controllo sulla società, quindi escludere i senatori da
questo potere è una forte scelta politica, che cancella la mitezza verso coloro che
appartengono alla stessa classe. (questiones de magestates, per
chi offende i magistrati, ci sono varie questio con pene stabilite ed albo di
giudici). L'accusa non è portata avanti da un organo pubblico ma da un privato
cittadino (che volendo può delegare o farsi assistere. (Nella roba di verre
Cicerone viene delegato dai cittadini siciliani, lo fa come privato). Nominis de
actio, formalizzazione della accusa a cui corrisponde la nominis receptio ovvero la
recezione dell'accusa da parte della corte, poi viene convocato
l'accusato. La corte non può graduare la pena, che è già stabilita nella legge
della questio. (ci sono sanzioni per chi abbandona l'accusa, tergiversatio e premi
per spingere le persone ad accusare, dati all'accusatore se vinceva
la causa

08/11
Gli ottimati si opposero sempre al concedere la cittadinanza romana agli altri
italici, perchè questo avrebbe diminuito il potere politico dei romani facendo
entrare i civis nelle centurie. La cittadinanza viene riconosciuta dopo la
cosiddetta guerra sociale, tuttavia solo alcune tribù cittadine permettono
l'entrata dei soci italici questo per limitare la loro forza politica(alcuni dicono
ci fossero tribù apposite). Publio sulficio rufo un tribuno della plebe
riesce, a far passare 3 provvedimenti 88 A.C. L'anno di consolato di Silla e Rufo
1)Nuovi cittadini in tutte le tribù, aumentando il peso politico
2)Richiama in patria gli esuli che avevano sostenuto la cittadinanza dei soci
italici (Proposta da druso)
3)Limite massimo ai debiti che i senatori potevano contrarre, vincolando la loro
capacità di fare affari
A roma scoppiano dei tumulti per far passare queste leggi, e il senato interviene,
emette il senatus consulutm ultimum (estremo) perchè con esso si da il potere ai
consoli di assumere tutti i provvedimenti e iniziative necessarie
a far si che venga ripristinato l'ordine a roma. Silla ripristina l'ordine (Il che
è grave perchè di base per i romani il fatto che anche l'esercito attaccasse i
cittadini era inconcepibile)
Le leggi di publio sulficio rufo vengono abrogate, Silla l'anno dopo deve partire
per una guerra contro mitridate re del ponto.
L'anno successivo al consolato viene eletto un tale Cinna, molto vicino a Caio
Mario, generale vittorioso, che nel 107 A.C. riforma i criteri della leva,
ammettendo nella leva i nullatenenti che si presentassero per l'arruolamento.
Questo, insieme all'attribuzione di una paga detta stipendium ai militari, comporta
una metamorfosi dell'esercito, che non è più l'esercito di roma, ma è quello di chi
lo comanda, perchè non è più un civis che si arma a sue spese,
ma viene pagato dall'uomo, non è più fedele a roma in astratto, ma al comandante
che la paga. (La guerra civile si potrà combattere perchè ciascuno ha il proprio
esercito). Gaio sarà anche il primo ad essere console per 5 anni successivi
di fatto abolendo l'impossibilità di reiterazione. Quando Silla parte per il ponto
con Cinna fanno un accordo non scritto per cui non si devono cambaire le cose in
sua assenza, riguardo le cose cancellate di Rufo, questo patto
ovviamente non viene mantenuto. Cinna e Mario con i loro eserciti prendono il
controllo di roma, Silla vince in oriente e torna a Roma con l'esercito, batte
Mario e i suoi e resta unico governatore, poi si allontana dalal città
lasciando roma priva di consoli, facendo scattare l'Interregnum, nel corso del
quale da un certo Valerio Flacco fa portare avanti la proposta di farlo diventare
"Dictator Legibus Scribundis et Rei Publice Costituende", quindi vuole
cambiare l'ordinamento giuridico e rifondare la costituzione repubblicana, per
eliminare le cose eversive di Gracco e Mario. La dittatura di Silla è vitalizia, ha
un Imperium assoluto sia in città che sul campo di battaglia.
Interviene con dei provvedimenti, Lex Cornelia de Magistratibus stabilisce che, nel
cursus Onorum, tra una carica e l'altra, bisognava attendere almeno 2 anni. Stabilì
delle età minime 30 per la questura, 40 per la pretura e 43 per il
consolato. Stabilì poi che consoli e pretori dovevano esercitari l'imperium solo
nella città, il comando era dato ai Promagistrati, scindendo difatto l'imperium
domi da quello militie. Stabilì che chi avesse fatto il tribuno della
plebe non poteva fare magistrature cittadine (Curuli) e i tribuni della plebe
devono essere scelti tra i senatori, questo rende il tribunato della plebe, da
magistratura d'opposizione, a una magistratura connessa agli interessi del
senato. Esclude gli Equites dalle giurie delle questiones, e li sostituisce dalle
liste di giudici con i senatori. Con le proscrizioni fece delle vere e proprie
purghe, le liste di proscrizioni erano liste di cittadini che avevano
"attentato alla sicurezza di roma" (avevano militato per l'altra parte politica)
potevano essere uccisi e espropriati. Dopo questi provvedimenti Silla si dimette
nel 80, e muore nel 78, rimanendo al potere solo per 2 anni, convinto
di aver restaurato la repubblica ha insinuato una serie di criticità che faranno
eco su tutto quello che succederà in futuro. L'insieme di questi provvedimenti va
sotto il nome di "costituzione Sillana".
Pompeo era uno dei luogotenenti di Silla, che si impone sulla scena politica e si
vede attribuito un imperium straordinario per portare avanti la guerra contro i
pirati, pompeo però viene mandato, con esercito e fondo, da privato
cittadino, senza alcuna magistratura, l'imperium militie in toeria veniva
esercitato da promagistrati, adesso con pompeo l'imperium si dissocia dalla
magistratura, questo spiega i vari eserciti privati e le guerre civili. E i vari
triumvirati. Cesare si farà nominare Dictator, il tutto converge verso il 31 A.C.,
quando la guerra civile termina con la vittoria di ottaviano su marco antonio,
battaglia di Azio, che segna una svolta non meno importante di quella
avuta con la cacciata dei tarquini, non a caso si inizierà a parlare del
principato.

Il 12 e 13 dicembre si avrà un convegno figo, il pomeriggio Il 14 se non ci sono


slittamenti ci sarà la prova intercorso, una prova scritta (2 o 3 domande su temi
di cui abbiamo parlato con risposta libera)
La prova va svolta in assoluta serietà, il voto non è vincolante, si è liberi di
accettare il voto, venendo all'esamen orale solo sulla parte speciale, oppure si
potrà volerlo migliorare Fogli protocollo, puntualità

09/11
Con la legge del 123 oltre renderla corte criminale la questio de repetundis preve
una sanzione del doppio di quanto rubato. (Vedi fine appunti 07/11)
Il modello di corte stabile è dato dalla questio de repetundis, ma questiones
permanenti verranno istituite anche per altri tipi di illeciti, come la majestas
(ovvero la messa in pericolo della costituzione romana) la Vis (organizz.
di rivolte) Clima in falsi (produzione di falsi documentari).... Tutte queste corti
sono necessarie perchè la questio deve essere regolata da una Lex, ed istituita da
essa. L'elenco dei giudici diventa poi misto, tra equites, senatori
e tribuni erari (poco più poveri degli equites) (non vengono più scelti da accusato
e accusatore ma a sorteggio). In origine ogni questio ha una sua procedura,
stabilita o dalla prassi del pretore o dalla lex istitutiva, da Silla in
poi questa procedura viene unificata, la particolarità che le differenzia dal
processo penale moderno è la legittimazione a sostenere l'accusa. In altre parole
nei nostri processi l'accusa non è sostenuta da un privato ma da un
pubblico ministero (la vittima può intervenire a chiedere i danni modernamente) la
legittimazione ad accusare nelle questioned perpetue è riconosciuta alla vittima,
ai suoi familiari, o per alcune fattispecie di reato a chiunque
voglia proporsi come accusatore. Per attivare il processo e sostenere l'accusa si
deve chiedere l'autorizzazione al presidente della questio, per evitare che il
processo venga attivato a fronte di accuse molto poco fondate.
Se più persone si propongono di sostenere l'accusa non possono farlo insieme, deve
essere il presidente della questio a decidere. Nelle verrine, per esempio, prima
delle orationes in verre, c'è la divinatio in cecilio, la procedura
per scegliere chi fosse più idoneo si faceva proprio una scelta chiamata divinatio.
Cicerone sostiene un accusa a nome di tutti i siciliani vittime di Verre, poi c'è
la "noimis de latio", l'accusatore formula le accuse, poi "Nominis
receptio" ovvero la ricezione delle accusa da parte della corte. Poi l'accusato
viene convocato e le due parti si confrontano, poi la fase istruttoria per prove e
testimoni, poi deliberazione della giuria.
Un altra cosa che distingue le questiones dal processo moderno, quando modernamente
il giudice decide ha un minimo e un massimo di pena, modificato da eventuali
aggravanti, il reato dnelle questiones non ha alcuna forbice di pena,
bensì una sanzione fissa.
Caratteristica propria dell'ordinamento romano cotistuzionale, dalla morte di caio
gracco fino alla battaglia di azio è la disgregazione di ogni assioma sul quale si
fondava l'assetto della fase repubblicana matura (con imperium,
potestas, i magistrati, il tribunato della plebe). Anche lo stesso silla, pur
cercando di restaurare le origini romane, finisce per snaturare il ruolo del
dittatore, con una nomina che eccedeva i 6 mesi. Il senato comuncia ad
intervenire molto attraverso il senatus consultum ultimum, come abbiamo già visto.
Nel 31 A.C., quando Caio giulio Cesare Ottaviano rimane l'ultimo ad avere il vero
potere, dopo aver sconfitto marco antonio e pone fine alle guerre
tra fazioni. Ottaviano però non cerca di instaurare un potere totalitario, ma dice
di voler reinstaurare quegli assetti repubblicani eliminati dalle guerre civili,
per questo dichiara formalmente al senato di volersi fare da parte,
è una mossa politica raffinata perchè in quel momento non esistono alternative alla
sua persona, mette in condizione il senato di doverlo supplicare di restare, questo
rende il princeps, formalmente parlando, il primo tra i cittadini,
il primo tra i pari. Ottaviano si fa conferire due attribuzioni decisive, un
imperium che nella forma è quello repubblicano, ma nella sostanza è una rottura con
le tradizioni, perchè è un imperium proconsaler maius, maggiore rispetto
a quello degli altri magistrati, ponendolo in posizione sopraelevata rispetto ai
governatori provinciali, in precedenza invece era la potestas a distinguere i
magistrati, inoltre l'imperium di augustum è infinitum, l'imperium dei
magistrati era limitato nel tempo, per la carica, ed era limitato nello spazio
perchè i consoli potevano esercitarlo a roma e a capo di un esercito, provincia
c'era quello del governatore provinciale eccetera. L'imperium di augusto
può superare quello dei governatori ed è a vita. L'altra attribuzione è la
tribunicia potestas, anche se non è tribuno della plebe è inviolabile nella
persona, e lo ius intercessionis. L'auctoritas è un potere politico immenso,
che l'ordinamento repubblicano, fatto di pesi e contrappesi, non può concepire se
non con l'accentramento in una sola persona di una serie di poteri.

14/11
Ottaviano viene anche nominato princeps senatus, ovvero il senatore più anziano (ex
censore) che conduceva i lavori del senato, da qui la figura di princeps,
formalmente un primus inter pares. Ottaviano ritiene di aver avuto una
posizione di preminenza in virtù dell'auctoritas (l'autorità che deriva dal
prestigio personale). La res pubblica è evidentemente restaurata solo in apparenza,
tutte le magistrature adesso devono necessariamente coordinarsi con il
princeps. Il senato per primo riceverà delle conseguenze, il rapporto di augusto
con esso è sempre di formale ossequio (ricordiamo che secondo la costituzione
romana il senato è l'organo più autorevole), ma in termini concreti
ottaviano vuole rifondare un senato a lui favorevole (anche perchè durante il
conflitto con Marcoantonio esso era diviso), un po' tramite la manovrazione delle
elezioni, un po' tramite la manipolazione di influenza, tutti i senatori
nemici vengono eliminati. Non soddisfatto augusto cerca un controllo più
penetrante, ricostituisce il senato da capo, lo porta da 300 a 600 membri, sceglie
i primi senatori, e a questi da il compito di indicare 5 nomi, da i quali
trarre un ulteriore senatore. Tramite il senatus consultum, il senato esercitava un
potere legislativo (ma all'inizio solo pareri autorevoli), quando si passa alle
questiones il senato fissa l'istituzione di un tribunale speciale,
rendendo i sentus consulta normativi. Con il sentus consultum ultimu poteva anche
sospendere le garanzie costituzionali. Il senato col princeps diventa uno dei
canali attraverso il quale il princeps fa passare le sue proposte legislative
e qui è chiaro che il sentus consultum diventa un provvedimento legislativo.
I comizi? In questo scenario anche il comizio centuriato viene ridimensionato,
all'inzio ottaviano cerca di veicolare attraverso il comizio centuriato i
provvedimenti in materia matrimoniale e di famiglia, per far fronte ad una crisi
demografica, Augusto promuove una legislazione volta a favorire la celebrazione di
matrimoni, sanzionando il celibato (tutti coloro che raggiunta una certa età non
sono fidanzati o maritati non possono ereditare per testamento).
Questio de adulteris viene creata in conseguenza della Lex Iulia de Adulteris
Coercendis (Sulla repressione degli adulteri).
Viene introdotta la nuova fonte del diritto, la costituzione imperiale (Fino ad
adesso le fonti erano: 1)I mores Maiorum 2)Le leges 3)I plebiscita 4)Editto del
pretore 5)Senatus consulta) Constituere significa stabilire.
Le costitutiones possono essere di due tipologie, a seconda se si riferiscono a
destinatari indeterminati e situazioni non predefiniti (carattere generale ed
astratto) oppure carattere concreto ed individuale
1)Carattere generale -Editta, derivati dall'imperium, atti normativi introdotti
nell'ordinamento o abroganti, sono rivolti a tutti i cittadini dell'impero o a
regolare una o più province
-I Mandata, ai funzionari di grado elevato per farli arrivare a cascata a quelli di
basso grado fintanto che vi era la respubblica roma è amministrata da magistrati
con ausiliari, con l'impero la burocrazia diventa molto più capillare,
le funzioni di amministrazione adesso viene svolta da una vera e propria struttura
burocratica, all'inizio costituita da liberti della famiglia imperiale, rispetto a
prima questa struttura ha carattere stabile, non elettiva e intercambiabile,
creando un ceto di burocrati di carriera. I mandata servono al princeps
per dare le proprie istruzioni, rispetto al comportamento da assumere in una
determianta situazione (spesso incidono giudizi, quindi diritto privato e pubblico,
dato che molti funzionari hanno competenze)
2) Carattere specifico e concreto -Epistula, Lettere vincolanti che il princeps
invia al funzionario subordinato nel caso una decisione si palesi senza indicazioni
di mandata
-Rescripta, sono una costituzione somigliante alle epistule, si distingue solo per
la provenienza, questa volta ad interrogare la cancelleria imperiale non è un
funzionario ma una parte privata (si chiama rescripta perchè la risposta
viene rispedita sullo stesso documento della domanda), vincola per la soluzione del
caso in giudizio, dunque è fonte del diritto
- Decreta, Viene a formarsi una nuova forma di processo, la cognitio extra ordinem
(per adesso due tipologie di processo privato, per legis actiones e processo
formulare) anche il processo formulare inizia ad essere inadeguato,
il pretore ha la preorogativa del creare diritto con l'editto, cosa che preoccupa
molto il princeps. L'editto viene codificato, ma in maniera propria si può dire che
viene cristallizzato, impedendo (dopo adriano) ai pretori di
modificare l'editto, rendendoli solo organo esecutore. Per quanto l'editto potesse
interpretare le modificazioni vincolava la tutela alle azioni del pretore,
sopratutto in un mondo in rapido cambiamento.

Nel 17 A.C. augusto emana una lex iulia iudiciorum publicorum e una privatorum,
leggi di riordino della materia processuale, riordinando con la prima le questioni
perpetue, con quella privatorum il processo civile, decretando il
tramonto delle legis actiones.
Inizia il comitio ectra ordinem, forme di processo fuori dai modelli previsti dalle
leggi iulie alternativi alle questiones in materia criminale e dal processo
formulare in materia civile, viene meno la bifasicità, il magistrato
adesso non serve solo a stabilire i termini delle questioni, ma può anche essere
parte della ricerca delle prove (senza lasciare questa valutazione al giudice
privato). La regola nel processo formulare era il libero convincimento del
giudice, nel processo per cognitio extra ordinem vi è un incidenza dall'entrata in
vigore di prove legali, una serie di costituzione che impone di valutare
determinate prove in maniera più calcante di alrte (Documento scritto>testimone)
L'esecuzione della sentenza può essere eseguita mano militare, tramite l'esercito
(diversa manus iniectio). Mentre prima la decisione non era appellabile ora posso
chiedere al funzionario di grado più altro di verificare la decisone,
del giudice è possibile arrivare addirittura davanti al tribunale imperiale
scalando la gerarchia con questi appelli. La sentenza del tribunale imperiale
consiste di fonte del diritto

15/11
Fonti varie del diritto
(Leges rege ordini che riprendono il contenuto dei mores)
(Leges rogate sono quelle del comizio centuriato, proposte da un magistrato dotato
di imperium)
(Concilium plebis ha potere di deliberare, la sua deliberazione è il plebiscito,
originariamente vincola solo i plebei, però poi tutta la comunità, equiparati dalla
lex ortensia de plebiscitis)
(Senatus consulta, deliberazioni del senato che hanno carattere di parere, molto
efficace comunque, forza sul piano della moral susasion, ma progressivamente
diventa fornte di norme giuridiche al pari delle leges, tra la fine della
repubblica e il principato)
(Costituzione imperiali (Vedi sopra))
(Editto del pretore (vedi sopra) che non impone nulla ma spiega quando darà tutela)
(Metafora della piramide per descrivere i princeps come

16/11
Princeps e giurisprundenza
La lex rogata doveva passare attraverso il voto del comizio, la volontà del
princeps invece non ha bisogno di mediazioni per diventare Lex. La figura del
princeps deve necessariamente confrontarsi con la giurisprudenza.
L'età repubblicana porta ad un cambio di prospettiva nel ragionamento sul diritto
(da patrimonio dei pontefici a discussione dei giuristi, vedi lezioni precedenti)
Manio Manilio, Giulio Bruto e Publio nuncio scevola sono esponenti
maggiori di questo tipo di giurisprudenza, grazia a un giurista dell'età classica,
nell'enchyridion questi giuristi vengono indicati come coloro che fondarono lo ius
civile, ci si è resi conto che tutti coloro che riprendono
una fattispecie fanno spesso riferimento all'opinione di uno di questi giuristi,
che quindi sono un grande punto di riferimento. Il grande citazionismo nelle opere
giuridiche romane fa sembrare il tutto come una discussione
che avviene contemporaneamente, anche se i vari personaggi si trovano a secoli di
distanza. Quinto Nuncio Scevola, durante il pricipato, influenzò molto la sua
epoca, questo ci fa capire che la giurisprudenza aristocratica
trova spesso nel diritto la ricerca di consenso (vedi lezioni precedenti), durante
il principato però questo viene cambiato, se molte soluzioni a questioni giuridiche
vengono dal confronto tra giuristi il princeps dall'altra parte
vuole esercitare un controllo su questo processo, per fare in modo che i giuristi
non contrastino con la sua linea. Viene introdotto l'istituto dello "Ius Publice
respondendi ex auctoritate principis" Cioè il
Diritto di svolgere attività respondente in pubblico in forza dell'auctoritas del
princeps, la possiamo definire come una "patente del buon giurista" questa facoltà
viene concessa ad alcuni cultori del diritto, il che conferisce
loro autorevolezza e al princeps la loro fedeltà, in giudizio un giurista che parla
in virtù dell'auctoritas del princeps avrà una preminenza. Tuttavia questo viene
concesso solo per ragioni politiche, non per merito, ci sono molti
giuristi autorevoli e citatissimi ma a cui non venne concesso. Il princeps si
circonda del consilium principis, come i consiglieri del magistrato repubblicano,
la differenza sta nel fatto che il consilium del princeps diventa stabile,
non dura un solo anno. Labeone e Capitone dominano la giurisprudenza del principe,
Capitone avrà lo ius...(bla bla, quello di prima) e si avvicinerà molto
all'ideologia augustea, Labeone invece è figlio della mentalità prossima al
senato che non vuole ancora piegarsi a questo nuovo potere, non ottiene lo ius, ma
nonostante questo Labeone è più citato di Capitone. Le due scuole non hanno
necessariamente sempre un contrasto di opinioni, ma piuttosto un contrasto
politico, le due scuole sono però ricordate col nome dei primi allievi, Labeone
ebbe Proculo, la scuola dei Proculiani, Capitone ebbe Masulio Sabino, e quindi
scuola dei Sabiniani.
Organizzazione burocratica, grazie ad essa sulla scena si presentano nuove figure,
per quanto riguarda il governo centrale emerge una carica, che da augusto è
riservata all'ordine equestre, ovvero il prefetto del pretorio, il
funzionario di più altro grado dopo l'imperatore, questo ci fa capire che esiste
ancora lo scontro sotterraneo tra senatori e princeps, per questo è un equestre,
per renderlo non pericoloso. Il prefetto del pretorio ha un potere
intenso, e può sostituire l'imperatore impedito in molte delle sue funzioni,
anzitutto in origine è il capo dei pretoriani, ovvero un corpo speciale
dell'esercito romano, L'élite, per questo anche sul campo di battaglia, in assenza
dell'imperatore, potrà fare il "comndante di stato maggiore", ha funzioni
strtegiche essenziali, si occupa dell'annona militare, ovvero i rifornimenti
dell'esercito, ha anche compiti in materia di cognitio extra ordinem.
Viene chiamato ad amministrare la giustizia fuori da 100 miglia da roma, e ha anche
competenza in grado di appello in materia civile, quindi una sorta di "vice
imperatore" può addirittura sostituire in ultima istanza, nei processi,
se l'imperatore non può. Per quanto riguarda l'urbe viene istituita la figura del
prefectus urbis, per ragioni politiche questa carica è invece riservata ai
senatori, ma con competenze molto più limitate , ha competenze di polizia
fino alle 100 miglia dalla città, assorbe le competenze degli edili di età
repubblicana, ha competenze minori in grado di appello. Il prefectus vigilum si
occupa degli approviggionamenti civili invece, è affiancato da un prefectus
annonae. Questi 4 sono i funzionari di più alto grado.
Nelle province, nel corso della res pubblica, vi erano i proconsoli o i propretori,
nell'impero le province vengono divise in imperiali e senatorie, alcune province
non pacificate, quelle più turbolente, il princeps le riserva §
per il proprio personale controllo, tramite dei Legati Augusti con rango di
propretori, scelti direttamente dal princeps. Le province senatorie erano quelle
pacificate, ed erano governate da proconsoli o propretori, in questa fase
si chiamano solo proconsoli, formalmente scelti dal senato, tuttavia evidentemente
c'era la necessità di non prendere soggetti mal visti dal princeps.
Tutto questo sistema si fonda sul potere di auctoritas di augusto, il problema più
grande del principato è quello della successione, il vizio di fondo sta nella
restaurazione apparente della res pubblica, se ad augusto non viene
garantito nessun potere straordinario, cosa succede allo stato quando muore? Se i
suoi poteri sono a titolo personale, cosa succede quando muore? Dovrebbe tornare
tutto al senato, tanto che l'auctoritas è una caratteristica politico
morale, non trasferibile. Eppure quella che doveva essere eccezione diventa regola,
perchè evidentemente i principes si pongono il problema di trasferire il potere ad
altri. Dal punto di vista giuridico non si ha giustificazione per
un simile trasferimento, una situazione del genere è abominio rispetto al modello
ideale della res pubblica. GLi strumenti per il trasferimento sono 2, l'adozione
per mezzo di adrogatio, gli imperatori adottano il loro successore
a questa adozione associano una pubblica dichiarazione di eredità politica,
l'adrogatio è un istituto antichissimo, d'età monarchica, che si svolgeva davanti
ai comizio curiati, l'atto con cui un pater familias si sottopone
alla potestas di un altro pater collocandosi rispetto a lui come filius
temporaneamente fino alla morte del pater (si distingue dall'adoptio che era di un
filius) questo serviva per dare una discendenza artificiale a chi non ne aveva
una biologica. Una simile soluzione fu molto contrastata dai senatori, si fece
strada la riesumazione della lex de imperio (vedi prime lezioni), una deliberazione
in cui gli organi della res pubblica attribuiscono tutto quel
gruppo di poteri al successore, ma è un mero ossequio alle forme repubblicane, le
assemblee non decidono davvero chi debba fare il princeps, è la forza politica a
decidere. Questo ancora non risolve la cosa, imperatori come vespasiano
introdurranno un criterio dinastico all'interno del principato, ancora con forte
opposizione del senato. Il principato durerà dal 31 A.C. al 285 D.C. (presa al
potere di Diocleziano)

21/11
I digesta sono trattazioni complessive, enciclopedie, che contengono materiale
riguardante un po' tutte le materie di una determinata branca del diritto (una
sorta di compendio)
Le opere a carattere didattico sono destinate alle scuole di diritto, che in questo
frangente storico sono ancora effettivamente circoli specialistici a cui accedere,
non una vera e propria istituzione stabile, bensì un gruppo privato
di giuristi con vari allievi. La più importante opera istituzionale sono "Le
Istutuzioni" di Gaio, nordafricano probabilmente. Le opere istituzionali sono
importanti perchè, mentre nelle altre opere possiamo avere esempio di
apllicazioni che sottointendono una conoscenza, nelle istituzioni si spiega da
zero, come un moderno manuale. Non sapremmo nulla del processo per legis actiones
sena le istituzioni di Gaio, essendo che come processo è sparito, Gaio
spiega che PRIMA del processo formulare vi era quello per legis actiones, è ovvio
che nei normali libri di diritto questo veniva tralasciato in virtù del presente.
Con il principato cambia il concetto di cittadinanza. Gli scambi tra città antiche
e mondo circostante erano molto molto diffusi. Lo scambio di elementi tra centri
vicini era molto diffuso, sia a livello di risorse che di popolazione,
esempio lampante è la linea etrusca del regno romano. Ma la cittadinanza delle
origini, almeno di base, è identitaria, cioè romani conservano una certa tradizione
comune. Quando territorialmente Roma si espande la cittadinanza si
stempera di carattere identitario, sia perchè viene concessa anche ai servi (che
tendenzialmente erano prigionieri di guerra). Nel I sec A.C. la cittadinanza viene
concessa a tutti i liberi della penisola italiana, per ragioni di lavoro
poi i cittadini viaggiano. La cittadinanza quindi rimane solo un insieme di diritti
e obblighi, lo ius romanorum fornisce una protezione. Lo stesso dominio romano
sulle popolazioni soggiogate non è assoluto, ma le relazioni sono
modellate in maniera variabile a seconda dei casi, concedendo ampi margini di
autonomia quando necessario (come l'autogoverno, ferma la presenza di un
governatore provinciale) e una imposizione di magistrati quando necessario.
Dipende tutto dall'ostilità a roma. In un contesto quindi in cui uno straniero può
ancora parzialmente usare il proprio diritto si perde l'idea del romano come
discendente delle famiglie originarie e custode dei mores.
Essere romani è un "aderire al progetto politico romano" tanto che poi molti
imperatori proverranno dalle province, come traiano o diocleziano. Nel 212 D.C.
viene emanato il cosiddetto editto di Caracalla, tramite in quale viene
concessa la cittadinanza a tutti gli abitanti dell'impero, tranne ai cosiddetti
Deditici, che molti credono che siano gli abitanti delle città arrese a roma senza
condizioni. Un provvedimento sempre considerato sconvolgente dai romani,
è come nominare cittadini europei tutti quelli che si trovano in europa senza
esclusione. Si hanno due frammenti del digesto di Giustiniano in cui si accenna
alla entrata in vigore di questo cambiamento. Nel 529 D.C. giustiniano chiude
la scuola di Atene, anche di quello abbiamo una sola notizia, dallo storico Malala,
nel 393 D.C. sono state soprresse le olimpiadi classiche da Teodosio, anche questo
lo sappiamo da poche cose. Per l'epoca queste due cose non
fu nulla di sconcertante, la costitutio antoniniana anche ebbe poco rilievo, perchè
le persone continuavano a usare il loro diritto. Cose che a noi sembrano
incredibili possono essere per le persone del tempo non così rilevanti.

La successione come abbiamo detto è complicata, si ricorre a una commistione di


diritto pubblico e privato, lo strumento della adrogatio. I nostalgici della Res
Pubblica preferiscono la Lex Curiata de Imperio, una acclamazione.
Di fondo c'è che il potere si perpetua per 2 ragioni, o per il sostegno
dell'aristocrazia cittadina "i poteri forti", oppure il sostegno delle armi.
Evidentemente se prevale la legge del più forte non ci dobbiamo meravigliare delle
crisi 4 dinastie, giulio claudia, flavi, antonina e severi, dopo i Severi vi sono
50 anni di anarchia militare, con lunghissime guerre tra generali, nel 285 D.C.
prevale Diocleziano che darà impulso ad una vera e propria svolta
organizzativa, che da la chiusura alla fase del principato e fa iniziare quella del
dominato. Diocleziano introduce una regola di governo, quella della tetrarchia.
L'impero viene diviso in parte orientale ed occidentale.
Queste due parti vengono divise in circoscrizioni chiamate Diocesi, a loro volta
divise in provincie. La tetrarchia significa che la responsabilità del governo è di
4 persone, in una collegialità diseguale, 2 sono pari tra loro
e sono gli augusti, che però differiscono dai consoli perchè ognuno governa una
parte dell'impero. Diocleziano nomina augusto massimiano, gli altri due sono i
cesari, nominati dall'augusto corrispondente.
(Se te ne frega vedi chi scelsero come cesari) Attraverso la Tetrarchia, dopo circa
un 20ennio di regno gli augusti si devono dimettere contemporaneamente, e i cesari
diventano Augusti, nominando a loro volta i loro cesari.
Ciò deve avvenire quando gli augusti sono ancora vivi, perchè il princeps da morto
non faceva più paura a nessuno, dando origine agli scontri, facendo dimettere gli
augusti si mantiene un aura di autorità.

22/11
Non c'era

28/11
Fatto di accordo sulle date (diocleziano passaggio a dominato) Nel principato
(vespasiano) abbiamo i germi di una dinastia, con la fine dei severi si apre
l'anarchia militare (vedi sopra). Mentre augusto ha solo attribuzioni che vengono
fatte rientrare nell'ordinamento repubblicano, con diocleziano non c'è più il
bisogno di giustificare il potere dell'imperatore, si afferma senza filtri che la
forza politica dell'imperatore giustifica l'autocrazia, l'imperatore
deriva il potere da se stesso, senza investiture, anche solo di facciata, di
assemblee cittadine. Una rivoluzione copernicana, nel principato l'imperatore si
affianca alle funzioni repubblicane, nel dominato questa impalcatura viene
meno. La struttura della burocrazia imperiale asciuga completamente le competenze
delle magistrature repubblicane, che nel dominato si sono fossilizzate, il
consolato continua ad essere funzionante, ma è una magistratura onorifica,
con praticamente l'unico ruolo rimasto quello dell'eponimia (dare il nome agli
anni). Questo anche perchè nel periodo di queste magistrature roma controlla un
territorio estremamente limitato, con esigenze diverse rispetto a quello
dell'impero, sono difatti magistrature di una città stato con un piccolo territorio
intorno. Diocleziano quindi vuole stabilizzare la successione (Vedi lezione 21/11).
Diocleziano cerca anche di farsi promotore della romanità e cerca di instaurare una
battaglia culturale contro tutto ciò che è estraneo ad essa, in particolare dal
punto di vista religioso, tanto che si occupa, a partire dal 303
di farsi promotore di una serie di persecuzioni contro coloro che abbracciavano una
fede diversa da quella pagana tradizionale.
Dal punto di vista economico, nel corso dell'anarchia militare l'economia è stata
messa in ginocchio, Diocleziano cerca di bloccare l'inflazione, introducendo monete
di oro e argento a peso fisso, collegando i prezzi al valore di
oro e argento, questo perchè nell'antichità una moneta valeva principalmente per il
peso, ora noi non ci chiediamo quanto costa una moneta, perchè essa ha un valore
nominale. Introduce poi una nuova moneta, il "Follis" di bronzo e
argento, ma la manovra non funziona e i prezzi continuano a salire.
Edictum de prezzis rerum venalium, nel quale viene fissato un prezzo massimo al
quale le cose possono essere vendute, introducendo pene gravissime per coloro che
sforano, la reazione dei mercanti è quella di togliere le merci
dal mercato ufficiale e venderle sul mercato nero. Anche la riforma tetrarchica non
funziona, nel 305 Diocleziano abdica e fa fare lo stesso a Massimiano, anche se con
qualche costrizione, i due cesari diventano augusti, nel 305
in oriente diventa augusto Galerio, in occidente Costanzo Cloro, che scelgono due
cesari, Valerio Severo, e Massimino d'Aia, poi Costanzo Cloro muore, ci si
aspetterebbe il subentro di Massimino D'Aia, cosa contrastata perchè morto
Cloro l'esercito provvede spontaneamente a proclamare Costantino, il figlio di
Cloro, come Augusto, e il posto di Massimino D'Aia è anche conteso da un tale
Massenzio, il figlio di Massimiano, ex collega di Diocleziano, lo stesso
Massiiano, non essendo ancora morto, si pone tra i pretendenti. Nel 307 tutti i
vari contendenti fanno una sorta di conferenza in cui cercano di appianare le
divergenze pacificamente, stabiliscono insieme che la configurazione del
potere sarà che l'unico che resta è Galerio, che avrà come cesare costantino, in
occidente l'augusto sarà Licinio, che avrà come cesare Massimino D'Aia. Massimiano
e Massenzio erano però rimasti fuori, tanto che si arriva allo scontro
militare, che vedrà la morte di Massimiano e Massenzio, con la battaglia di
pontemilvio nel 313 D.C., Facendo morire Massiminio D'Aia e lasciando il potere tra
Costantino e Licinio. Il punto debole della tetrarchia stava el fatto
che la decisione di abdicare doveva essere assunta nel pieno dell'esercizio del
potere e congiunta, a Diocleziano riuscì sia perchè aveva un grande potere dopo la
vittoria sulla Anarchia Militare, e quindi aveva un potere coercitivo
su Massimiano. Con costantino diviene lecito professare il cristianesimo, ma solo
con L'Editto di Tessalonica vi sarà lo stato confessionale.
L'ultimo profilo per cui dobbiamo ricordare Diocleziano è quello della fiscalità, a
roma l'imposizione fiscale viene introdotta in epoca repubblicana per finanziare le
campagne belliche, quando la guerra comincia a cambiare, la
guerra in cui ognuno paga per se ci può essere finchè la guerra dura poche
battaglie, se dura di più serve un tributum, a carico dei non mobilitabili, perchè
se no la gente che ci va non può più coltivare i propri campi mentre è in
guerra, la questione diventerà strutturale quando con mario vengono arruolati anche
i nullatenenti, il fiscum viene sospeso per via delle altre fonti, tipo le imposte
sugli scambi nel 300 qualcosa, l'imposizione fiscale viene
data ai cosiddetti pubblicani, imprenditori in società che fanno un contratto con
la respubblica per riscuotere le tasse, delle sorte di appaltatori, l'appalto era
particolare, roma determinava il proprio fabbisogno, i pubblicani
concludevano l'appalto pagando quel fabbisogno e poi recuperandolo sul territorio,
facendo in modo che tutto quello che prendeva in più gli entrava in tasca, con il
principato la creazione di una burocrazia crea un controllo dai
funzionari imperiali, facendo rientrare gli eccessi di età repubblicana.
Diocleziano riforma il sistema fiscale, introducendo una Capitatio Iugatio, imposta
personale e fondiaria allo stesso tempo, attraverso il censimento tutti
i cittadini dichiarano le loro proprietà, tramite questa informazione il peso della
necessità viene distribuito sul territorio in base alle proprietà su un territorio,
è l'inverso di quello che succede adesso perchè adesso
lo stato non determina il gettito totale, ma gioca sulle aliquote, rendendosi conto
mano mano di aver riscosso troppe o troppe poche risorse, a roma si calcola prima
quanto gli serve.

29/11
Costantino e Licinio hanno un rapporto deteriorato, entrambi sono legittimati dalle
armi e non devono nulla all'altro, una situazione molto diversa dalla tetrarchia di
Diocleziano. Galerio nel 311 aveva sospeso le persecuzioni
contro i cristiani, 313 dc editto di milano costantino e licinio decretano un
atteggiamento di tolleranza verso il culto cristiano, non abbiao ancora la
creazione di uno stato monoconfessionale. Licinio sarà freddo nei confronti della
cristianità, Costantino invece per l'oriente comincia ad attuare una politica molto
favorevole ai cristiani, con esenzioni fiscali alla chiesa, favorendo lasciti ed
interferendo in prima persona con quella che era la risoluzione di
contese religiose, promuoverà il concilio di Licea, in cui si parlerà di
transustansiazione. I due vanno in attrito militare e Licinio è sconfitto, morendo
nel 324 D.C., Costantino diventa unico imperatore su entrambe le parti,
unificando sostanzialmente l'impero, per poi dividersi di nuovo con i suoi figli,
costante e costanzo, essendoci anche un altro figlio, costantino II e due nipoti la
successione è molto turbolenta, ma alla fine prevalgono i primi due.
In età costantiniana ci sono varie innovazioni, le costituzioni imperiali (Vedere
lezione 14/11).
Se prima avevamo una preferenza per le costituzioni concrete, adesso si passa a una
preferenza per quelle di carattere generale e astratto, come gli editti. Questo
perchè i materiali giurisprudenziali tendono ad accomulrasi senza che
quelli successivi elimino quelli precedenti, che con i COMMENTARI (opere di
commento dei giuristi precedenti) si accumulavano sempre di più. Un atto difensivo
attualmente ha un duplice contenuto, tutto quello che l'avvocato espone
o riguarda la fattispecie concreta o riguarda il diritto, dunque la sua
qualificazione, per quanto riguarda questo gli atti danno moltissimo spazio alle
sentenze della corte di cassazione, che con la sua opera di interpretazione
deve dare l'interpretazione "regina" per far attenere tutti i giudici (natura
Nomofilattica). Così faranno anche i romani con i loro giuristi più valevoli, però
il materiale è colossale, e se cambiano i quadri politico economico
e sociale su una stessa materia si è detto tutto e il contrario di tutto, dato che
evidentemente in epoche diverse il modo di risolvere le cose era molto diverso.
Costantino ritiene di poter fare un opera di riordino uscendo dai
provvedimenti particolari ed emanandone di natura generale ed astratta, così da
dettare una regola valida per tutto un argomento, senza frammentare il diritto.
Costantino fonda una ulteriore capitale dell'impero, ovvero Bisanzio, l'attuale
Istanbul, già con la tetrarchia roma era stata abbandonata, Diocleziano era andato
a Nicomedia, Massimiano a Mediolano, i due cesari uno a Treviri
e l'altro a Sirmio, facendo diventare Roma certo un capoluogo ma non il centro.
Costantino crea la cosiddetta Nuova Roma, con una posizione centrale rispetto al
territorio sotto al suo potere, e cambia l'assetto dell'amministrazione,
facendo evolvere il concilium principis in un organo a cui il Dominus fa
riferimento, chiamato consistorium, detto in questo modo perchè i suoi componenti
davanti all'imperatore devono stare in piedi, in segno di ossequio.
Ad esso partecipano nuovi funzionari di grande importanza, il prefetto del pretorio
diventa un funzionario di rango civile a tutti gli effetti, i pretoriani vengono
sciolti come corpo di forza armata, innanzitutto il magister
officiorum, a corte si sono consolidati degli officia, il magister è il capo di
tutta la segreteria di corte, coordina gli officia, tra questi c'è anche quello che
risponde alla richieste di assistenza in amteria giuridica.
Poi c'è il questor sacrii palati, il consigliere giuridico di primo piano. Comes
sacrarum largitiorum che amministra le finanze. La necessità di dare una veste
popolare all'imperatore decade, oramai la successione avviene o quando
designata dall'augusto o per acclamazione militare. L'assenza della legittimazione
popolare comporta che si carica di toni molto marcati la concezione divina
dell'imperatore. Nel principato, per rispetto della pax deorum, il
princeps cerca di non avvalorarsi come divino pur assumendo attributi
propagandistici semidivini, tenendo questo tipo di divinizzazione solo come
subliminale, e divinizzando solo gli imperatori già defunti, ad esempio nerone farà
elevare a divinità Claudio dopo la morte, e con il consenso del senato essendo una
operazione politica molto delicata. Diocelziano si procalama padrone e dio
dell'impero. Con costantino il cristianesimo non può tollerale la proclamaz-
-ione a dio, quindi diventerà un imperatore voluto dalla provvidenza, con
conseguenze politiche e giuridiche sia per quanto riguarda la sua persona, essendo
l'offesa all'imperatore non più un problema di maiestas (questiones perpetue)
La soluzione delle liti viene sempre più lasciata all'arbitrio dei giudici, per
questo nel 426 D.C. valentiniano promulga la cosiddetta legge delle citazioni,
limita a 5 quelli che sono i giuristi di cui si possono citare i pareri
Papiniano, Paolo, Ulpiano, Gaio, Modestino, ma la legge non fa solo questo, vincola
anche la discrezionalità del giudice quando va a giudicare, evitando i pareri
discordanti la legge delle citazioni dice che se ce ne sono di più
il giudice decide in base alla maggioranza, qualora vi fosse la parità prevale il
parere di Papiniano, nel caso esso non ci fosse il giudice può decidere secondo
libero apprezzamento. Si scelgono proprio questi giuristi perchè erano
comuqnue i più citati, alcuni dicono che le loro opere erano più diffuse, in modo
tale da rendere più controllabile la veridicità delle opinioni, dato che spesso
venivano falsificati i pareri e si creavano abusi.

30/11
Simulazione dialogica
DI solito le prenotazioni agli appelli si chiudono 7 giorni prima della data
Missio in bona vedi

05/12
La glossa è una interpolazione aggiunta da chi modifica un testo, di copia in copia
finisce per diventare parte integrante. Come degli appunti che giuristi successivi
mettono sui precedenti durante il principato, questo perchè le
Copie di alcuni giuristi vengono usate per produrre copie a loro volta, anche
interpolazione, che al contrario della glossa (che è esplicativa) vuole aggiornare
il testo. Molte volte si è presentato il problema di testi, per
esempio di gaio, che non si capisce quanto sia suo e quanto sia aggiornamenti.
Questa metodologia finisce per implodere su se stessa, salvo evidenti incongruenze
modernamente si ritengono i testi genuini, che possono al limite aver
subito perifrasi o aggionamenti alla terminologia. La scuola interpolazionistica
cade quando viene creato l'index interpolazionis, ovvero uno studioso ha creato,
per ogni passo dei giuristi pervenuto, una segnalazione di tutti i
sospetti di interpolazione, queste ipotesi portavano a un dubitare quasi totale
dell'originalità dei testi, un diritto integralmente spurio. Quesat tesi non poteva
reggere, perchè non si può accettare che un giurista modifichi in
maniera tale quelli precedenti, tanto valeva scrivere di proprio pugno qualcosa.
I materiali sono tali e tanti che piuttosto che agevolare la soluzione delle liti
fungono da ostacolo, perchè due giuristi egualmente autorevoli possono aver detto
due cose contradditorie (Questiones caso immaginato ad hoc per
portarlo a soluizione, responsa caso reale, a cui si aggiungo rescritti imperiali).
Per fare ordine in questo marasma si attua la lex generali (Legge delle citazioni)
di valentiniano III (Vedi lezione 29/11, fine).
Nasce un nuovo strumento, il codex, come raccolta o rassegna di materiali
normativi, ordinati con lo scopo di agevolare la consultazione, con specifico
riferimento alle scuole di diritto. I primi codici di cui abbiamo notizia vengono
creati su iniziativa privata. Il codice civile all'inizio spiega che è stato
approvato con regio decreto. I due codici di iniziativa privata sono quello
Ermogeniano e quello Gregoriano, che risalgono all'età dioclezianea, e vengono
elaborati nella parte orientale dell'impero, si risolvono in raccolte di
costituzioni imperiali. Si chiamano codice perchè dispongono di una organizzazione,
quello gregoriano sono 14 libri, divisi in Titoli. La costituzione più antica
del gregoriano è dei severi, ma molto probabilmente ve ne erano altre fino ad
adriano, esso non ci è pervenuto totalmente ma attraverso riferimenti delle leggi
romano barbariche. Quello ermogeniano non aveva libri ma solo titoli.
Il tipo di costituzioni imperiali raccolto in questi due codici era in gran parte
quello dei rescritti. Dobbiamo attendere Teodosio II per vedere il primo codice su
iniziativa pubblica, nomina una commissione di 8 membri per redigere
2 codici, la prima deve contenere tutte le costituzioni sin da costantino, sia in
vigore sia no, con destinazione didattico scientifica. Accanto a questo codice
didattico la commissione ne fa uno per la pratica concreta con solo le
costituzioni in vigore e gli iura (pareri della giurisprudenza classica) cosicchè
chi lo consultava poteva avere profilo imperiale e supporto dei pareri del
giurista. Questo progetto però non andò in porto, e lo stesso teodosio nel
435 modifica il progetto, passa ad un solo codice, senza la menzione degli iura,
viene ultimato nel 438, per entrare in vigore nel 439, pochi mesi dopo anche
valentiniano III lo adotta per l'occidente, sono 16 libri divisi in titoli
con costituzioni distribuite per materia. I due codici privati vengono addirittura
riconosciuti dall'autorità, alcuni notano come il codice teodosiano sia ad essi
complementare, perchè i due codici privati contenevano per lo più
rescritti, invece quello teodosiano contiene principalmente editti. Il codice
Teodosiano inoltre si occupa per la maggior parte di aspetti di diritto pubblico.
La collatio legum mosaicarum et romanarum, raccolta di leggi del
diritto mosaico e romano, molto probabilmente questi precetti sono riportati per
argomentare una derivazione del diritto romano dal diritto mosaico. Ogni precetto
di diritto mosaico viene affermato per primo, per poi mettere in
raffronto il precetto romano, sia esso opinione di un giurista o costituzione
imperiale.
Anche le leggi romano barbariche sono importanti. I barbari, nel 476 D.C. fanno
cadere l'impero romano d'occidente, instaurando i cosiddetti regni romano-
barbarici. La loro legislazione vede un primo testo chiamato Editto di Teoderico
500 D.C. Prende il nome di editto e non lex perchè Teoderico governava sull'italia
per mandato dell'imperatore d'oriente zenone, fa una legge che valgono per tutta la
popolazione, romana e ostrogota. Per tutto quello non previsto
nell'editto si applicano gli statuti personali (ostrogoti diritto ostrogoto e
romani romano). Con la caduta dell'impero si pone il problema di coordinare il
diritto dei nuovi governanti con quello romano, la soluzione di Teoderico
è questa. La lex romana Burgundionum disciplina la vita dei sudditi romani in
Burgundia, ripropone in maniera superficiale una serie di precetti di diritto
romano, la sua particolarità è che è una Lex, non idirizzata ai abrbari ma
solo i romani. La lex Romana Visigotorum, ad opera di Alarico II, anche questa solo
ai romani. Queste leggi ci sono pervenute per la loro fortuna in occidente, è
grazie ad esse che conosciamo i codici, perchè è da li che prendono il
materiale
Domani we talk about mr giustiniano

06/12
Ultima fase
I giuristi burocrati dell'età postclassica non sono personalità rilevantissime,
hanno minore capacità nel creare contenuti originali, ma si occupano molto di opere
del passato. I materiali da utilizzare in giudizio sono molti e troppi
anche il diritto vive di incertezza. Il diritto nasce per stabilire una gerarchia
tra gli interessi in conflitto. Stabilire chi tra due persone ha ragione significa
stabilire regole certe per stabilire chi deve essere protetto
dall'ordinamento. Se tutto questo complesso di regole e principi viene meno, allora
la funzione stessa del diritto viene meno, perchè esso non può più essere criterio
ordinatore. Questo accade perchè è possibile che ci siano giuristi
che danno troppe opinioni discordanti, i testi dei giuristi non danno risposte ma
domande. Il dominus come abbiamo visto sostituisce le costitutiones particolari con
quelle generali, per evitare di non avere una visione d'insieme,
con l'editto si possono coordinare vari elementi di una determinata categoria o
fattispecie. Inoltre gli editti sono omogenei e più facilmente consultabili. Questa
consultabilità viene a manifestarsi nella codificazione, parte da una
necessità presente dagli stessi operatori del diritto (insegnanti e "avvocati", che
devono cercare materie velocemente), con la creazione dei due codici privati (vedi
05/12) Questi codici ispirano il codice Teodosiano. (vedi 05/12)
(16 libri teod.)Legge delle citazioni Valentiniano III (vedi 29/11). Se i 5
giuristi della legge menzionano a loro volta un altro giurista allora anche quello
si può portare (se papiniano parla di labeone posso citarlo solo in quel
caso, con lo stesso criterio di maggioranza). Con giustiniano abbiamo un'altra
grande opera di raccolta giuridica.
Giustiniano è l'ultimo imperatore della storia romana puramente detta, dopo la sua
morte si fa iniziare la cosiddetta età bizantina, nasce nei pressi di Scopie, nei
balcani, uno zio, Giustino, lo porterà con sé a costantinopoli.
Giustino, un funzionario che farà carriera, addirittura diventa imperatore, nello
svolgere le sue funzioni è affiancato proprio da giustiniano, anche perchè giustino
è malfermo di salute. Quando giustino muore al trono sale
giustiniano nel 527 D.C. L'opera di giustiano è stata ricordata Corpus Iuris
Civilis, un compendio di 4 opere, un codice, un digesto, un manuale di istituzioni,
un corpus di novelle istitutiones.
Giustiniano si fa promotore dei fasti dell'impero, sia sul campo militare, in cui
riesce parzialmente a riconquistare l'italia, roma viene trattata da giustiniano
quasi come una terra santa da riconquistare. Sul piano giuridico
si fa promotore di un'opera di riorganizzazione ulteriore di materiali rispetto a
quelle precedenti, anche per accorciare la durata dei processi. Nel 528 abbiamo una
costituzione con cui l'imperatore dispone per la creazione di un
codice, con l'aspirazione di essere ben più vasto per contenuti di quello
teodosiano. I codici contengono solo provvedimenti imperiali. Il codice non ci è
pervenuto, per ragioni che non ci sono chiare esso viene sostituito da
un'altro, che viene comunciato nel 533, e concluso nel 534, a correzione del
precedente. Composto da 12 libri divisi in titoli, ciascuno per una specifica
materia all'interno del quale ci sono le costituzioni.
Non abbiamo il primo codice per quel meccanismo di produzione di copie di volumi
(vedi 05/12)
Nel codice giustinianeo ogni costituzione, ogni al corpo del testo, presenta una
particolarità, introduce con una inscriptio nella quale vengono indicati gli
imperatori che emanano la costituzione e un destinatario ( nei casi di
mandata, epistole e rescritti), così possiamo capirne la paternità. Nel 530 D.C.
Istituisce una commissione sotto la presidenza del Questor Sacri Palatii
"Triboniano" (consigliere giuridico più importante) per creare una rassegna
delle opere dei giuristi di età precedente, divisi per libri, titoli, e organizzati
per materia. Con la facoltà di intervenire sui testi, per ridurli, aggiornarli, o
manipolarli per adeguarli alle necessità del diritto vigente
L'opera viene ricordata come Pandette (o digesto) (da pandekomani) per il fatto che
in un libro solo "compatto" si ritrova il contenuto più importante, i commissari ci
impiegano 3 anni per completarlo, però il digesto ha 50 libri
parte dall'ultima repubblica fino all'età post classica, è un'opera monumentale, e
giustiniano attribuisce a questi testi forza di legge, e limita soltanto ai testi
raccolti nel digesto la possibilità di essere citati in giudizio.
Questo comporterà che quasi tutto quello che sappiamo della giurisprudenza antica
lo sappiamo da quello, perchè le altre opere non venivano copiate. Ci si è a lungo
chiesti come fosse stato possibile realizzarla in così poco tempo,
essendo così grande. Nel 1800 un tale Blume, ipotizzò l'esistenza di
sottocommissioni, ovvero più opere che venivano tratte congiuntamente, ciò che la
commissione si fosse divisa in sottocommissioni per gruppo di opere da leggere.
, una commissione sulla massa edittiale, una sulle opere di ius civile, una
"papiniana" sulle opere di responsa e questiones, e una "post papiniana", o
appendix, per il rimanenti. Questo perchè se si prende un titolo si trovano prima
passi di un tipo di opere, poi un'altro e cosivvia, quindi ogni commissione ha
preso il suo blocco di testi e lo ha inserito nel titolo. (non tutti si sono letti
tutto, easy) e altri dicono che probabilmente si sono anche avvalsi di
riassunti già fatti. Unanimamente è considerato impossibile che sia stato
realizzato per intero in 3 anni in modi diversi.
Giustiniano completa il suo progetto di riorganizzazione attraverso un manuale, le
Istitutiones, su iniziativa dell'autorità, di diritto istituzionale. Il corpus
iuris civilis (che raccoglie tuta sta roba) si chiude con le costituzioni
messe da giustiniano dopo il secondo codex (quello del 534 chiamato codex repetite
praelectionis) raccolte nelle "novelle constitutiones"

07/12
Le fonti si dividono in produzione e cognizione
quelle di cognizione sono tecniche (quella migliore è il codex teodosiano o
giustinianeo perchè molto attendibili o anche il digesto) o atecniche (che hanno un
limite perchè non essendo esperti di diritto possono usare termini
sbagliati, o forzano determinati istituti come licenza letteraria). Non abbiamo
vere e proprie opere fuori dal digesto, si è fatta un'opera di palingenesi,
ricostruzione dell'originaria unità di queste opere, una sorta di retro
ingegneria, usando i vari pezzi riportati nel digesto per ricreare un'opera, così
noi sappiamo del diritto romano. Fare l'antologia da parte di giustiniano serve
anche a limitare i contenuti utilizzabili in giudizio e nello studio
per semplificare. Diciamo che ne prende il meglio, però comunque è verosimile che
giustiniano volesse rendere i processi più rapidi. Ha mandato delle immagini del
codex, ce le hai sul telefono.
Libro 4 titoli da 2 a 5, sotto ogni titolo c'è una rubrica in cui viene indicato
l'argomento di quel titolo.
Vedi Titolo 4, costituzione imperiale all'inizio c'è inscriptio Impp vuol dire
imperatori, onorio e teodosio, le due A fanno riferimento al titolo di augusti (2
perchè oriente e occidente) A giovanni PP, prefetto del pretorio
è un mandata espressa in termini astratti, si abbreviano con 3 numeri, libro,
titolo e numero della costituzione nel titolo. Sono mandati e non epistole perchè
si parla si quis, ovvero se ci si dovesse trovare davanti a un caso
generale. Titolo V 1) Natura di un rescritto, Muciano è un privato. La subscriptio
indica la data in cui è stata emanata, indicano anche i consoli infatti (l'anno con
parentesi quadre è stato introdotto successivamente)
sono anche in ordine cronologico all'interno del titolo.
File II le istituzioni di giustiniano (manuale di diritto), è diverso dal codex
perchè non ci sono costituzioni che presuppongono la conoscenza del diritto, ma
delle spiegazioni, infatti per presentare il senatum consultum presenta
la disciplina sin dalle 12 tavole.
Giustiniano fa una antologia con gli estratti di opere precedenti, la
giurisprudenza giustianianea non è di crezione, ma di conservazione, l'idea è che
il dirittoromano abbia già raggiunto il suo apice durante l'età classica, in
particolare sotto i severi. Papiniano Paolo e Ulpiano infatti sono di quell'epoca,
nella legge delle citazioni, del dominato, non ci sono giuristi del dominato.
Le istitutiones invece servono a formare la classe dei burocrati, come abbiamo
visto hanno l'aspetto del manuale, dentro di essa non ci sono fonti ma descrizioni
e spiegazioni dei vari istituti.
Le novelle invece sono l'ultima opera del corpus, costituzioni imperiali come
quelle nel codex, ma emanate dopo la creazione del codex.
Pagina del digesto
24esimo libro titolo I, sulle donazioni
passi dal 6 al 7, indicato il nome del giurista, poi nel libro 31esimo a sabino,
Ulpiano fa un'opera di commento alla dottrina di sabino, il passo è preso dalla sua
opera. Tramite questi elementi abbiamo ricostruito per esempio le
opere di Ulpiano.
Lo stesso giustiniano vieterà il commento al digesto, per non ripartire da un'opera
definitiva, ma per crearlo ammette di entrare le interpolazioni, le esigenze
pratiche hanno sueprato il pensiero puro dell'autore, per l'operatore
di età giustinianea ulpiano era fornitore di contenuti che dovevano servigli per
una difesa in giudizio, forzare il suo testo era conveniente.

12/12
Fase non apud iudicem si chiama fase in iure.
Parla di un episodio del processo formulare, il processo antico è diverso da quello
moderno perchè è lasciato all'esercizio discrezionale del magistrato, una realtà
magmatica. Nel quarto commentario delle istituzioni gaiane viene
schematizzato il processo formulare (che al tempo di gaio era stato superato dalla
cognitio extra ordinem). Il giudicato è la necessità dell'ordinamento, perchè ogni
controversia deve giungere a un momento di stabilizzazione, la
sentenza passata in giudicato ha effetti esterni per tutti coloro che sono
coinvolti. Una sentenza del giudice privato era necessario dimostrarne l'esistenza,
la validità come giudicato richiedeva anche la dimostrazione dei contenuti
Esamina il brano.
Perchè il diritto romano è scienza esegetica? Perchè la fonte principale è il
digesto di giustiniano, in cui si pone il problema di di fare i conti con questo
testo che ha subito anche trasformazioni testuali. Dobbiamo tener
conto del significato che ciascun brano inserito nei titoli ha assunto rispetto a
quello originario.
Digesto 6-1 57 tratto dal sesto libro, rappresenta per gli interpreti un enigma
Alfeno Varo, che scrive dei digesti che mettono insieme prodotti di interpretazione
dello ius civile, in cui ci si chiede se ciò che essi esprimono
fossero il contenuto del suo pensiero ma quello del maestro Servio. Quando si parla
di ius controversum però si parla di una linea interpretativa che mette tutti
insieme gli autori che si sono occupati di diritto, con un senso
di problematicità diverso da quello di oggi (nessuno pensa di dialogare
giuridicamente con un autore del 1700, invece i romani lo facevano perchè si
sentivano parte di una tradizione continua).
I giuristi erano titolari di una Sapientia (modernamente chiamata sapere tecnico)
che li poneva in una relativa indipendenza rispetto al potere politico.
Legge il brano
Parla di una Rei Vindicatio (una rivendica), di due giudizi paralleli in ragione di
uno stesso fondo. Se il tizio restituiva il fondo a uno dei due quello dei due
giudici che giudica per primo da (per evitare un conflitto tra
giudicati) deve imporre una stipulazione di garanzia per l'attore che abbia vinto
una delle cause.
Digesto 6-1 47 sempre tratto dal sesto libro
Il caso è abbastanza chiaro, il possessore del fondo riconsegna l'immobile dopo una
Rei Vindicatio al proprietario dichiarato legittimo, però lo stesso possessore
viene citato successivamente sempre per lo stesso fondo, e risulta
sempre perdente, cosa dobbiamo fare per difendere il possessore dal duplex danno?
La soluzione è sempre la garanzia, una soluzione che al tempo non era del tutto
satisfattiva di tutte le parti coinvolte, ma fondata sul
buonsenso. Viene confermato il rapporto giurista processo, lo ius civile nasce
quando i patres creano una spazio privato regolato regolato dai loro mores, vengono
confuse la prospettiva costitutiva e un processo di elaborazione che
appartiene ai giuristi. Questa opinione non vincolava il preator alla formulazione
della regola di giudizio, il diritto romano era non scritto, e si leggeva solo in
poche forme di raccolta (come l'editto del pretore) la formula però
era determianta sul momento, sia sulla base del racconto delle parti, come ovvio.
Ma poi per decidere chi ha ragione e chi torto serve uno schema di riferimento,
attualmente posto nella legge, che il giudice deve interpretare.
Il giurista forniva dunque soluzioni, ma non poteva imporle. Il diritto ha a che
fare col potere di imporlo, dunque il vero protagonista del processo romano erano
il magistrato e il giudice, spesso vi erano importanti giuristi,
presenti apud iudicem per convincerlo delle tesi dei loro clienti, quindi non si
può definire la fase apud iudicem come puramente esecutiva o accertativa,
nonostante questo i giuristi ignorano la fase apud iducem, e accentuano quella
in iure. La Questio Facti, cioè il decidere sulla base di una regola, era decisiva.
Le parti potevano decidere di non eseguire questa sentenza, che tra l'altro era
orale e dunque fallace.
Questi due brani di Alfeno sono testimonianza, che dimostrano complessità,
frammentarietà e difficoltà di intendere un processo molto distante da quello degli
uomini moderni.

L'analisi ha coinvolto esami storici di storie e testi giuridici per approfondire


crimini e pene nel mondo romano. Parla di 2 temi, ovvero del diritto penale romano
come realtà giuridicamente inesistente, in cui non prevale una
articolazione teorica, bensì un mero e brutale esercizio del potere collegato a un
sistema sanzionatorio molto rudimentale, l'altro aspetto è il recupero di una
dimensione non soltanto delle fonti giuridiche ma anche di quelle
letterarie, sull'idea dell'accettabilità o inaccettabilità sociale del reato, campo
prescelto da coloro che studiano una idea condivisibile, che supera la negatività
che la mera lettura delle fonti giuridiche può suggerire, in ogni
realtà vi sono fatti di devianza e meccanismi di punizione. Le visioni sono in
genere fortemente condizionate dalle concezioni politiche dominanti.

NON SO COSA SERVE E COSA NO


La frenologia è una pseudoscienza, Gal si approcciò al cervello, cercando di
dimostrare che è un organo con tante parti a ognuna delle quali sono assegante
facoltà. (ma non penso proprio che serva sta roba)
Vabbè insomma tutta sta pippa per dire che dei reperti di crani lo hanno aiutato a
approfondire roba sul diritto. Il teschio di una donna che si è innamorata di un
sacerdote, giuditta guastamacchia si innamorò del prete stefano
daniello, il padre della tizia, nicola guastamacchia fa sposare la figlia con un
anziano notaio, il notaio muore, per evitare scandali si pensa di mandare la
ragazza in un educandato a napoli, il prete la raggiunge e l'autorità
fa incarcerare giuditta, il padre per debiti a sua volta viene incarcerato e si
piega alla possibilità economica dell'amante, che decide di far sposare la ragazza
con il nipote Leonardo Altamura, per tacere lo scandalo, quando il
giovane richiama i suoi diritti coniugali si matura un progetto, ovvero quello di
uccidere Leonardo. Il prete consiglia a giuditta di amare un chirurgo che avvezzo
al sangue possa uccidere Leonardo, ma il chirurgo non vuole aiutarla.
Quindi si procurano un sicario, Michele Sorvo, che ammazza Leonardo. Nel 1800
napoli era piena di armati, e per disfarsi del corpo esso venne dissezionato dal
chirurgo in molte parti, e ognuno si disfa di una parte nei vari angoli
della città. Vengono catturati e confessano. Tutte queste cose le sappiamo, le
carte del tribunale durante l'unità d'italia si bruciarono, ma nel 1855 un
Frenologo chiese come parcella a una tutte le teste dei condannati a morte
che appiccavano un castello di napoli, per poterle studiare. La storia della
frenologia interseca quella dei processi di codificazione, su come aggiornare il
codice, la responsabilità dell'alienato e il Reo.
Sposta la prospettiva di studio dall'elemento oggettivo alla valutazione soggettiva
del reo.

Seconda relazione tra diritto civile e penale


Condizione giuridica dei sordi parte da molto lontano. Secondo la scientia iuris
medievale erano da considerarsi imprudentes, ovvero privi di prudentia, che era
opera dell'intelletto, essa era rilevante nell'ambito nel diritto perchè
forniva la vera cognitio, serviva a discernere (nella loro ottica) il bene dal
male. Colui che invece per accidente sopravvenuto acquisiva la cosa era considerato
sano, non inferiore mentalmente. Secondo ulpiano, i muti i sordi e
cechi, necessitavano della stesso trattamento riservato ad infanti. Qualora possano
comprendere ciò che fanno era possibile dimostrare con prova contraria la propria
stabilità mentale. Solo in età moderna ci si renderà conto
che il problema fosse di comunicazione e non un vizio mentale. (stessa cosa nel
1600). Il diritto codificato nell'800 non recepisce i progressi della istruzione
nell'istruire sta gente. Però il code civìl abbatte ogni previa
supposizione, all'opposizione il codice civile austriaco faceva il contrario.
Trattando di affari criminali la scienza iuris aveva sempre escluso la validità di
una confessione espressa con gesti o segni. A fronte di detta
insufficienza provatoria il tutto veniva rimesso alle prove. Il codice francese
invecec fornirà un interprete al sordomuto che non sapesse scrivere. Limita anche
l'imputabilità e la pena, inficiando la sicurezza collettiva,
ciò animò in dibattito anche in italia. Barzellotti concluse che gli uomini privi
dell'udito si devono parificare agli altri. Il codice italiano del 1865 aveva
optato per un compromesso, prescrivendo l'inabilitazione di diritto
per sordi e ciechi sulla base di una presunzione di incapacità di agire. La prova
contrario poteva sia emancipare sia condurre il soggetto all'interdizione.

Terza Relazione
Infermità imputabilità e pericolosità. Codici zanardelli e rocco.
BRUH QUANTO PARLA VELOCE

13/12
Dibattito sulla imputabilità riguardo situazioni di confine non follia piena, ma
disturbi della personalità. I giuristi romani parlano di furor, per indicare il
"pazzo agitato". Amentia invece è insensatezza. Questa distinzione non
sembra recepita dalle fonti giuridiche.

Prima Relazione riguarda le 12 tavole e Pro Roscio di Cicerone


Pro roscio (relazione a difesa, a ad attaccare un liberto di Silla. Il contenuto
della pro roscio è vastissimo. Roscio è accusato di parricidio, (in questo caso ha
a che vedere con l'omicidio del padre). Sottoposti alla pena del sacco
ovvero che ti chiudono in un sacco con un cane, un gallo una vipera e una scimmia.
Il collegamento con le 12 tavole è che questa pena era prevista (almeno si
ipotizza) nelle 12 tavole, ma uesta ipotesi viene smentita sulla base
del testo di Modestino (molto dopo, III sec d.c.) che dice che la pena per il
parricidio è stata introdotta more maiorum, sulla base dei costumi, però comunque
le 12 tavole prendono dai mores.
N1 foglio fonti, descrive la pena. Dopo il fatto del sacco lo si butta nel mare,
come a volere allontanare il colpevole dalla comunità. L'imperatore Adriano nel II
sec d.c. stabilisce che se non c'è il mare vicino in quel caso il reo
si punisca attraverso le bestie nell'arena
N2 Orazione. A una certa Cicerone fa una operazione di comparazione giuridica,
pesca da ordinamenti diversi risonanze del principio punitivo. Guarda alla grecia e
ad Atene, che chiama prudentissima civitas dando ad essa un valore
molto alto. Fa riferimento al "più solenne degli uomini" ovvero solone, ricordato
per essere stato un "Nomoteta" ovvero legislatore. Quando c'era cicerone ovviamente
le leggi di Solone non erano più vigenti, ma nonostante questo
cicerone dice che solone ha scritto le leggi che gli ateniesi ancora oggi usano,
questo è vero solo in parte diciamo. Questa legislazione è diventata mitica. Solone
non ha inserito nella sua legislatura il parricidio perchè lo
riteneva inconcepibile, cicerone continua dicendo che i loro Maiores (antenati)
hanno invece disposto la pena del parricidio, ponendo la base del problema.
Qui, al contrario di quanto ha detto Modestino, Cicerone dice che vengono buttati
nel fiume.
Scolia sono note sui fogli di grandi opere letterarie, intorno all'anno 1000 D.C.
(viaggio verso atene da cui derivano le 12 tavole). In questo scolio si parla di
solone, spiegando il materiale ciceroniano.
Cicerone cita un piccolo pezzo della pro roscio facendo una piccola retrospettiva
personale, (Cicerone ce la mette tutta qua perchè difende qualcuno di molto poco
rilevante contro uno nell'orbita del dittatore)
DIVUS ADRiANUS
Viene detto che c'è un grande interesse di adriano, dice di dare ad bestias i
colpevoli (vedi altri fogli). (parte 5 del foglio digitale) dice che sta presso
tutti i popoli questa legge, non solo a roma

SECONDA RELAZIONE CHE è la SUA QUINDI IMPORTANTE


La pregnanza della sesto roscio è molto legata allo scenario storico e politico e
ai personaggi. Il giovane roscio è chiamato a rispondere del parricidio orchestrato
da alcuni parenti (Tito Roscio MAgno e Tito Roscio CApitone) i quali
, secondo cicerone, con l'aiuto di un liberto di silla. Il terreno di scontro è
sopratutto il movente dell'omicidio (Paragrafo 40 fonte n1) Si richiama il furor
come possibile causa dell'azione omicidiaria, Cicerone domanda
provocatoriamente quale potrebbe essere stata la causa, richiama la tesi degli
avversari secondo cui i rapporti tra padre e figlio fossero deteriorati, poi
continua dicendo che questo odio dovrebbe avere delle ragioni valide, di cui
non ci sono prove. (Paragrafo 41 fonte n2) Fa riferimento all'amentia, il passaggio
argomentativo si propone di confutare uno degli argomenti dell'accusa, ovvero che
l'imputato era un figlio dissoluto recluso dal genitore in campagna,
per spiegare l'omicidio con l'avversione del padre, è risaputo che la potestas
costituiva un unicum nel panorama dei diritti antichi, non potendosi costituire un
parallelo potere negli altri ordinamenti, un potere derogabile soltanto
con l'emancipatio, questa normazione generò molta insofferenza e conflitti
generazionali (che a dar credito alle accuse avrebbero preso sesto roscio).
Cicerone mette in luce una serie di elementi per dimostrare che il padre non
disprezzasse il figlio, richiamando l'amentia come unica possibile motivazione per
l'odio del figlio (insomma solo un pazzo può odiare suo figlio) e Sesto Roscio
padre era un uomo ben inserito nella società, dunque non poteva essere
un insano. Cicerone ritiene che l'accusa criminale viene proposta dai parenti kttv
perchè sesto roscio figlio voleva denunciare le loro macchinazioni. (Fonte n3)
Parole di ispirazione stoica, l'etica stoica si fondava sul concetto di relazione,
per cui ogni animale classificava come buone le cose che gli davano aiuto, così
l'uomo doveva considerare buona la virtù e malvagia il vizio, con la
virtù massima la razionalità. L'osmosi tra processo e gerarchie socioeconomiche era
tale che si poteva decidere di non denunciare un ricco, non tutte le cause
meritavano di essere patrocinate dinanzi alle scarse capacità di giudizio
l'onorabilità era un presupposto per la giustizia, la dipendenza della
giurisdizione dall'immperium del pretore implicava che le persone dovevano godere
di buona nomea, se qualcuno di screditato si presentava era ritenutno male.
L'indole delle persone e la loro nomea era molto importante, tanto da diventare
quasi argomento di prova.
Nel de Inventione lo stesso cicerone annovera tra i luoghi comuni della valutazione
giudiziaria la persona dell'accusato, così si doveva screditare l'accusato sia a
livello di delitti simili, sia a oggetto si semplici sospetti,
il difensore invece doveva convincere che la vita dell'assistito era virtuosa ed
eventuali accuse erano frutto di invidia o inimicizia. Nella pro flocco cicerone
attesta come necessaria l'attenzione sulla tenuta morale dell'accusato.
Nella pro roscio appunto cicerone cerca di dimostrare che il suo cliente non sia un
figlio reietto ma anzi il padre gli abbia dato vitto e territori. (Paragrafi da 37
a 39 n4)
Insomma Roscio non ha debiti, passioni o precedenti.

Quarta relazione (la terza era inutile parlava degli ebrei)


Vabbè ma pure questa non parla di diritto romano

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