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POLIBIO E LA COSTITUZIONE ROMANA – RIASSUNTO/COMMENTI DEL VI LIBRO DELLE STORIE

CONSIDERAZIONI GENERALI – PREMESSA

 DISTINZIONE SEMANTICA: COSTITUZIONE ROMANA da intendersi come “FORMA DI GOVERNO”


(πολιτεία in Greco).
 Perché è importante? ROMA APPARVE COME UN OGGETTO DEGNO DI INTERESSE GIA’ AGLI ANTICHI.
All’inizio era una città stato, poi in qualcosa di simile ad uno stato, fino a diventare lo stato più rilevante
dell’antichità. POLIBIO, come successivamente Cicerone, ricerca le motivazioni e le dinamiche che
portano appunto Roma fino a quel punto.

CHI È POLIBIO DI MEGALOPOLI (206-118 a.C.)

 Giunse a Roma nel 166 a.C. come ostaggio.


 Megalopoli, come le altre città della Lega Achea, non era intervenuta al fianco di Roma nella III guerra
macedone. Vinti i Macedoni del re Perseo (battaglia di Pidna del 168, vinta da L.Emilio Paolo), i Romani
pretesero dalla Lega l’invio di 1000 ostaggi a garanzia della collaborazione con Roma.
 Polibio, (stratego) magistrato e uomo politico di spicco della sua città e della Lega, fu quindi inviato a
Roma, dove venne accolto nel circolo intellettuale/cultural/filosofico degli Scipioni (Scipione Emiliano,
Gaio Lelio). Ebbe quindi un punto di osservazione privilegiato, non visse ai limiti della società ma
partecipò attivamente alla loro politica. Accompagnò anche Scipione Emiliano in alcune missioni
diplomatiche e fu lui stesso delegato a occuparsi dei rapporti con la lega achea.
 Le sue Storie (40 libri) narrano prevalentemente il periodo del primo imperialismo romano, dalla prima
(262-241) alla terza (149-146) guerra punica, con riferimenti al periodo precedente e a quello
successivo.

LA STORIOGRAFIA DI POLIBIO
 La sua narrazione ha lo scopo di istruire, “a coloro che desiderano imparare e agli uomini politici anche
un grande contributo nell’istituzione e nel miglioramento dei sistemi di governo.
 Polibio ha una visione moderna, completamente terrena della storiografia. Infatti sgombra il campo da
tutto ciò che è irrazionale, mitologico. Solo ciò che può essere verificato è degno di trattazione
storiografica.
 La sua non è una storiografia teorica, bensì pragmatica. Come dice nel libro VI a proposito della
Repubblica di Platone, parlare di essa confrontandola con le costituzioni dei Romani o dei Cartaginesi
sarebbe come se si esponesse una statua di grande valore e la si confrontasse con persone che vivono e
respirano. Il confronto fra cose animate e inanimate è del tutto privo di senso.
 Molti storici risolvevano con la TYKE, il destino imperscrutabile, un fatto complesso che non sapevano
spiegare. Polibio invece vuole fornire ai suoi lettori-politici gli strumenti utili perché possano affrontare
anche i rivolgimenti della sorte. Tiene quindi presente il problema della TYKE ma non è il motivo che
spiega il successo di Roma.

IL VI LIBRO – CENTRALITA’

Si tratta di una sorta di archeologia di Roma e cerca di spiegare la forma della costituzione romana perché
egli sostiene che la natura particolare del loro sistema di governo giovò moltissimo non solo a guadagnare il
dominio su Italici e Sicelioti, Iberi, Celti, ma anche a prevalere sui Cartaginesi e concepire il disegno di un
impero universale (concetto di antichissima tradizione!) in soli cinquantatrè anni e dopo aver subito un
disastro come quello di Canne.
La STRUTTURA DEL VI LIBRO

Cap. I-II introduzione

 spiega cosa si propone di fare “la possibilità di conoscere e apprendere come e grazie a quale regime
politico quasi tutto il mondo abitato sia stato assoggettato e sia caduto in nemmeno cinquantatrè anni
sotto il dominio unico di Roma”.
 Sostiene che l’osservazione delle cause è fondamentale
 Sostiene che la struttura costituzionale sia la causa fondamentale di una riuscita felice o di un esito
contrario per uno stato.

Cap. III-X la teoria generale delle diverse forme di costituzione (sulle diverse forme degli stati)

La monarchia come forma originaria non artificiosa dove in una sorta di stato pre-politico prevale un
despota la cui caratteristica è la forza fisica. Da qui inizia il processo dell’ANAKIKLOSIS, evoluzione ciclica dei
regimi politici che man a mano deteriorandosi, si susseguirebbero secondo un andamento circolare nel
tempo e, giunti all'ultimo stadio, ritornerebbero alla forma iniziale di partenza riprendendone lo sviluppo-
cambiamento ciclico.
REGALITA’-TIRANNIDE
ARISTOCRAZIA-OLIGOCRAZIA
DEMOCRAZIA-OCLOCRAZIA
Quindi tre forme che inevitabilmente si corrompono nel loro contrario
Sono i regimi semplici, mentre quello di Roma è complesso e contempera tutte e tre le forme positive che si
bilanciano ed equilibrano fra loro garantendo stabilità interna (impossibile da trovare negli altri stati e in
particolare nelle poleis greche).
Il regime misto non è però paritetico in quanto la democrazia viene guardata con antipatia, è una valvola di
sicurezza per le passioni degli irrazionali del popolo.
Acutamente capisce che non si tratta solo della potenza militare.
Ritiene che i Romani siano giunti al sistema migliore di costituzioni dei nostri tempi.

CAP. XI A
Sono raccolti i frammenti tratti dalla cosiddetta archeologia, un esame della più antica storia di Roma fino
all’epoca del decemvirato che doveva illustrare le varie fasi del processo che portò alla formazione della
costituzione mista. (Fu usata come fonte da Cicerone per il discorso che fa fare a Scipione nel De
Republica).

CAP. XI-XVIII
LO STATO DEI ROMANI NELLA SUA FIORITURA (subito dopo la battaglia di Canne)
ANALISI DEL FUNZIONAMENTO DELLA COSTITUZIONE ROMANA
 I tre elementi, consolare, senatoriale e popolare, regolati in modo così equo e opportuno che nessuno
nemmeno tra i nativi avrebbe potuto dire se il sistema politico nel suo insieme fosse aristocratico,
democratico o monarchico. Consoli->monarchia, Senato->aristocrazia, Popolo->democrazia.
 Passa a spiegare le attribuzioni di ciascun elemento e successivamente di come collaborassero ed
integrassero in modo così articolato ed equilibrato, che l’uno non poteva sussistere senza gli altri due.
 Ogni potere bilancia l’altro
o Il potere dei consoli è limitato da quello del senato e da quello del popolo, oltre al diritto di
veto di ciascun console
o Il potere del senato è in parte limitato da quello dei consoli e da quello popolare
o Il popolo ha il potere di ratificare, non di proporre (potere limitato).
o Grazie a questo bilanciamento di poteri Roma non dovrebbe essere interessata dall’anakiklosis
perché appena un potere si fa eccessivo, esso viene bilanciato dagli altri due.
(ma i capitoli conclusivi lasciano intendere qualcosa di diverso…?)

 Da qui si può comprendere bene il pensiero di Polibio, dove il ruolo centrale è quello del senato,
sottoposto ad un minor controllo da parte degli altri due (e dove confluiscono gli ex magistrati). E’
quindi precursore del pensiero ciceroniano (De Republica) , che dava grande importanza al senato
come guida dello stato (i boni viri) in un quadro di concordia ordinum.

CAP. XIX-XLII (da 19 a 42)


L’APPARATO MILITARE ROMANO
A confermare l’ammirazione per la potenza militare, si sofferma in maniera dettagliata a descrivere
l’apparato militare, a partire da come vengono selezionate e composte le legioni, come vengono acquisite
le truppe ausiliare delle città alleate, come è strutturato l’accampamento, le differenze dai metodi di
accampamento greco.

CAP XLIII-LVI (43-56)


CONFRONTO DELLO STATO ROMANO CON GLI ALTRI
Pone a confronto la costituzione romana con quella di altre civiltà, città. Ogni costituzione ha due elementi
distintivi in base ai quali siano da preferire o da evitare, i COSTUMI e le LEGGI.
- Tebe (valore degli uomini)
- Atene (non concludono, tutti parlano), a parte Temistocle. Ma liquida in fretta sia gli uni che gli altri
perché la folla regola tutto secondo i propri impulsi.
- Cretesi (nessuna forma di guadagno è ritenuta vergognosa)
- Licurgo ha legiferato bene in riferimento alla politica interna (privi di ambizioni e pieni di buon
senso) ma avidi di dominio e arroganti nei confronti degli altri Greci.
- Cartagine: ritiene in origine il sistema politico sia stato ben strutturato almeno nelle ripartizioni
fondamentali, in tutto simile a Roma (2 suffeti, sinedrio, assemblea popolare.

QUINDI LE DUE CITTA’ PIU’ POTENTI HANNO ENTRAMBE COSTITUZIONI MISTE.


Ma allora perché Roma è prevalsa? Polibio sostiene che i due sistemi politici erano in CONDIZIONI DIVERSE
FRA LORO (perché secondo natura in ogni costituzione c’è una crescita, un culmine ed un declino). A
Cartagine il popolo aveva già rilevato il potere maggiore, mentre a Roma lo deteneva ancora il senato.!
“Quindi poichè presso gli uni deliberavano i più, presso gli altri i migliori, le decisioni dei Romani in materia
di affari pubblici erano più efficaci. Così dopo aver subito disastri su tutta la linea, alla fine prevalsero sui
Cartaginesi, grazie alla bontà delle loro decisioni”

ALTRI ELEMENTI DELLA FORZA ROMANA


- I Cartaginesi usavano cavalleria mercenaria mentre i Romani erano i cittadini a combattere per
difendere la patria e la famiglia
- Sforzo compiuto dallo stato romano per forgiare uomini in grado di sopportare tutto per acquisire la
fama di valorosi. (racconta l’esempio dei funerali e delle imagines). Esaltazione della gloria e della virtù.
Racconta l’esempio di Orazio Coclite (…si racconta)
- Costumi che regolano l’accesso al guadagno e condanna della corruzione (mentre a Cartagine nessun
mezzo che porti profitto è vergognoso)
- Lo stato romano si distingue in meglio nella concezione degli dei. A tenere unito lo stato romano
sarebbe la SUPERSTIZIONE (può sembrare sorprendente ma io penso che abbiano agito così pensando
alla massa). ECCO IL PENSIERO ARISTOCRATICO DI POLIBIO in tutta la sua CHIAREZZA! “poiché ogni
massa è volubile e preda di appetiti senza legge, ira irrazionale, passioni violente, non resta che
trattenerla con paure oscure e con tutto questo teatro”.
- Onestà e rispetto della parola data nel giuramento.

CAP LVII –LIX (43-58) il 59 un frammento


CONCLUSIONE DELLA DISSERTAZIONE SULLO STATO DEI ROMANI
Polibio conclude dicendo che tutte le cose esistenti contengono in sé elementi di distruzione e mutamento
e fa in sostanza un riepilogo della teoria generale. LA NATURALE CORRUZIONE DI OGNI GENERE DI
COSTITUZIONE è dovuta a due fattori, uno esterno, incerto ed uno interno (secondo appunto la teoria
anakiklosis). Quindi Polibio dice che chi è in grado di collegare gli inizi e la conclusione può anche fare
previsioni sul futuro.

Dice anche che la prosperità ed il lusso diventano causa a lungo andare di avidità e da qui avanti con ilciclo
fino a oclocrazia.

Racconta un solo avvenimento conclusivo per rendere evidente QUALE FOSSE A QUEL TEMPO IL VIGORE E
LA FORZA DELLO STATO.
Contesto: battaglia di Canne. Annibale ha 8000 prigionieri romani. Concesse loro di mandare inviati per
trattare riscatto e salvezza. Vennero scelti 10 uomini illustri che giurarono che sarebbero tornati. Uno di
loro uscendo dal campo disse di aver dimenticato qualcosa, ritornoò indietro e poi ripartito.
Arrivati a Roma supplicarono etc. ma i Romani capivano che Annibale mirava ad avere risorse finanziarie,
privando i nemici del desiderio di rifarsi sul campo di battaglia.. O vincere o morire.
Nove tornarono volontariamente ed il decimo legato fu riconsegnato. Così Annibale si perse d’animo
impressionato dalla fermezza delle loro decisioni.

Ma insomma,,,, lascia intuire che dopotutto anche la costituzione romana può essere soggetta ad
anakiklosis?

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