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LA STORIOGRAFIA DI POLIBIO
La sua narrazione ha lo scopo di istruire, “a coloro che desiderano imparare e agli uomini politici anche
un grande contributo nell’istituzione e nel miglioramento dei sistemi di governo.
Polibio ha una visione moderna, completamente terrena della storiografia. Infatti sgombra il campo da
tutto ciò che è irrazionale, mitologico. Solo ciò che può essere verificato è degno di trattazione
storiografica.
La sua non è una storiografia teorica, bensì pragmatica. Come dice nel libro VI a proposito della
Repubblica di Platone, parlare di essa confrontandola con le costituzioni dei Romani o dei Cartaginesi
sarebbe come se si esponesse una statua di grande valore e la si confrontasse con persone che vivono e
respirano. Il confronto fra cose animate e inanimate è del tutto privo di senso.
Molti storici risolvevano con la TYKE, il destino imperscrutabile, un fatto complesso che non sapevano
spiegare. Polibio invece vuole fornire ai suoi lettori-politici gli strumenti utili perché possano affrontare
anche i rivolgimenti della sorte. Tiene quindi presente il problema della TYKE ma non è il motivo che
spiega il successo di Roma.
IL VI LIBRO – CENTRALITA’
Si tratta di una sorta di archeologia di Roma e cerca di spiegare la forma della costituzione romana perché
egli sostiene che la natura particolare del loro sistema di governo giovò moltissimo non solo a guadagnare il
dominio su Italici e Sicelioti, Iberi, Celti, ma anche a prevalere sui Cartaginesi e concepire il disegno di un
impero universale (concetto di antichissima tradizione!) in soli cinquantatrè anni e dopo aver subito un
disastro come quello di Canne.
La STRUTTURA DEL VI LIBRO
spiega cosa si propone di fare “la possibilità di conoscere e apprendere come e grazie a quale regime
politico quasi tutto il mondo abitato sia stato assoggettato e sia caduto in nemmeno cinquantatrè anni
sotto il dominio unico di Roma”.
Sostiene che l’osservazione delle cause è fondamentale
Sostiene che la struttura costituzionale sia la causa fondamentale di una riuscita felice o di un esito
contrario per uno stato.
Cap. III-X la teoria generale delle diverse forme di costituzione (sulle diverse forme degli stati)
La monarchia come forma originaria non artificiosa dove in una sorta di stato pre-politico prevale un
despota la cui caratteristica è la forza fisica. Da qui inizia il processo dell’ANAKIKLOSIS, evoluzione ciclica dei
regimi politici che man a mano deteriorandosi, si susseguirebbero secondo un andamento circolare nel
tempo e, giunti all'ultimo stadio, ritornerebbero alla forma iniziale di partenza riprendendone lo sviluppo-
cambiamento ciclico.
REGALITA’-TIRANNIDE
ARISTOCRAZIA-OLIGOCRAZIA
DEMOCRAZIA-OCLOCRAZIA
Quindi tre forme che inevitabilmente si corrompono nel loro contrario
Sono i regimi semplici, mentre quello di Roma è complesso e contempera tutte e tre le forme positive che si
bilanciano ed equilibrano fra loro garantendo stabilità interna (impossibile da trovare negli altri stati e in
particolare nelle poleis greche).
Il regime misto non è però paritetico in quanto la democrazia viene guardata con antipatia, è una valvola di
sicurezza per le passioni degli irrazionali del popolo.
Acutamente capisce che non si tratta solo della potenza militare.
Ritiene che i Romani siano giunti al sistema migliore di costituzioni dei nostri tempi.
CAP. XI A
Sono raccolti i frammenti tratti dalla cosiddetta archeologia, un esame della più antica storia di Roma fino
all’epoca del decemvirato che doveva illustrare le varie fasi del processo che portò alla formazione della
costituzione mista. (Fu usata come fonte da Cicerone per il discorso che fa fare a Scipione nel De
Republica).
CAP. XI-XVIII
LO STATO DEI ROMANI NELLA SUA FIORITURA (subito dopo la battaglia di Canne)
ANALISI DEL FUNZIONAMENTO DELLA COSTITUZIONE ROMANA
I tre elementi, consolare, senatoriale e popolare, regolati in modo così equo e opportuno che nessuno
nemmeno tra i nativi avrebbe potuto dire se il sistema politico nel suo insieme fosse aristocratico,
democratico o monarchico. Consoli->monarchia, Senato->aristocrazia, Popolo->democrazia.
Passa a spiegare le attribuzioni di ciascun elemento e successivamente di come collaborassero ed
integrassero in modo così articolato ed equilibrato, che l’uno non poteva sussistere senza gli altri due.
Ogni potere bilancia l’altro
o Il potere dei consoli è limitato da quello del senato e da quello del popolo, oltre al diritto di
veto di ciascun console
o Il potere del senato è in parte limitato da quello dei consoli e da quello popolare
o Il popolo ha il potere di ratificare, non di proporre (potere limitato).
o Grazie a questo bilanciamento di poteri Roma non dovrebbe essere interessata dall’anakiklosis
perché appena un potere si fa eccessivo, esso viene bilanciato dagli altri due.
(ma i capitoli conclusivi lasciano intendere qualcosa di diverso…?)
Da qui si può comprendere bene il pensiero di Polibio, dove il ruolo centrale è quello del senato,
sottoposto ad un minor controllo da parte degli altri due (e dove confluiscono gli ex magistrati). E’
quindi precursore del pensiero ciceroniano (De Republica) , che dava grande importanza al senato
come guida dello stato (i boni viri) in un quadro di concordia ordinum.
Dice anche che la prosperità ed il lusso diventano causa a lungo andare di avidità e da qui avanti con ilciclo
fino a oclocrazia.
Racconta un solo avvenimento conclusivo per rendere evidente QUALE FOSSE A QUEL TEMPO IL VIGORE E
LA FORZA DELLO STATO.
Contesto: battaglia di Canne. Annibale ha 8000 prigionieri romani. Concesse loro di mandare inviati per
trattare riscatto e salvezza. Vennero scelti 10 uomini illustri che giurarono che sarebbero tornati. Uno di
loro uscendo dal campo disse di aver dimenticato qualcosa, ritornoò indietro e poi ripartito.
Arrivati a Roma supplicarono etc. ma i Romani capivano che Annibale mirava ad avere risorse finanziarie,
privando i nemici del desiderio di rifarsi sul campo di battaglia.. O vincere o morire.
Nove tornarono volontariamente ed il decimo legato fu riconsegnato. Così Annibale si perse d’animo
impressionato dalla fermezza delle loro decisioni.
Ma insomma,,,, lascia intuire che dopotutto anche la costituzione romana può essere soggetta ad
anakiklosis?