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DAL I MILLENNIO A.C AL IV SECOLO D.

C - Grecia e Roma

Civiltà meglio documentate e ricostruite grazie


all’invenzione dell’alfabeto

LA GRECIA

- 1200: caduta di tutto il sistema dei regni “avanzati” del Mediterraneo orientale, tra cui
la civiltà minoica di Creta → popoli indoeuropei (“popoli del mare”), catastrofi,
epidemie, contrasti interni e sconvolgimenti naturali.

- Segue un periodo di secoli bui (XII - VIII secolo a.C), dove nella parte meridionale
della penisola balcanica (l'Ellade), si diffonde miseria e spopolamento, si
abbandonano raffinate pratiche artigianali perfezionate da secoli, e si perde perfino
l’uso dell’alfabeto, noto come lineare B,, composto da 80 segni sillabici ed era assai
difficile da imparare. Ó

- Nell’VIII secolo il periodo buio viene rimpiazzato da una rinascita della civiltà:
1. Viene utilizzato un nuovo medium: nasce l’alfabeto fenicio, composto da 25 segni
acnofobici, dove a una lettera corrispondeva un suono. E’ un alfabeto facile da
memorizzare, che può essere imparato da qualsiasi essere umano di intelligenza
media in pochi mesi e si trasforma quindi in un potentissimo medium di sviluppo
culturale. Questo alfabeto di origine semitica, testimonia gli stretti legami tra la storia
d’Europa e il Vicino Oriente;
2. Parallelamente a questo sviluppo culturale, in Grecia avviene un altro sviluppo
importante dal punto di vista dell’organizzazione della società, un sistema basato
sulla libertà. Inizia a svilupparsi una forma di organizzazione politica autonoma che
consentiva di vivere liberi: le pólis.

La parola pólis, che in greco significava semplicemente “città”, viene normalmente tradotta
come “città-stato”. Tuttavia non si trattava di una città che assumeva il ruolo di stato, bensì di
un’unione di liberi cittadini tenuti insieme da un culto comune; erano formate da un piccolo
centro urbano e un territorio agricolo attorno.
All’interno di esse il concetto di libertà era relativo e sociale: esistevano delle fasce sociali
diverse e differenti gradi di libertà. La ricchezza si basava sulla proprietà fondiaria. Il grado
più importante era rivestito dagli aristoi (da cui “aristocrazia”), ossia delle persone
intellettualmente brillanti che si dedicavano alla guerra o alle gare atletiche e alla cura della
casa; possedevano diverse capacità, come saper danzare e cantare, e abitavano in edifici
lussuosi, l’óikos, dove viveva la famiglia, solitamente numerosa, assieme ai loro schiavi e
servi. Si riunivano in luoghi per confrontarsi, le agorái, costituiti da templi con altari per i
sacrifici: religione e politica erano strettamente collegati.

- Nel crso del VII secolo all’interno delle póleis prendono luogo una serie di conflitti tra
aristocratici, che determinano un cambiamento nella forma della guerra. Le razzie
vengono sostituite da un nuovo tipo di combattimento: un certo numero di uomini
armati, gli opliti, si univano formando un corpo unico protetto da scudi, detto
“falange”. Questa nuova tecnica richiede, oltre che una forte collaborazione di
squadra, un maggior numero di soldati: oltre che aristocratici, vengono reclutati
contadini che, in cambio, chiedevano un maggior spazio civile e politico.
In numerose colonie greche questo segna la fine della tirannide, come per esempio
ad Atene, dove venne instaurata una democrazia.

Questa democrazia viene applicata in un allargamento dei diritti di partecipazione politica a


un ampio numero di abitanti della regione dominata da Atene, l’Attica. Essi avevano i propri
rappresentanti in un consiglio composto da cinquecento membri che nasce nel V secolo,
composto da persone sorteggiate per un periodo breve e non più di due volta di fila, per far
si che tutti i cittadini contribuissero al governo e per evitare la corruzione e l’accumulo dei
poteri. Nell’assemblea popolare tutti potevano parlare e votare, e tutti i voti avevano lo
stesso valore.
Tuttavia, in queste poleis mancava il concetto fondamentale dell’uguaglianza naturale di tutti
gli esseri umani: coloro che avevano il diritto di voto erano solamente i cittadini maschi
maggiorenni, una piccola parte della città, escludendo schiavi, stranieri e le donne cittadine,
ritenute indegne.
Con i suoi limiti, però, la democrazia ateniese diede vita a molti dei principi della democrazia
moderna.

Sparta, al contrario di Atene, era uno stato militarizzato. retto da una monarchia e governata
da una ristretta classe di proprietari terrieri. Eppure tanto Sparta quanto Atene concepivano
che la fonte dell’autorità fosse insita nella legge, e nell’osservanza delle leggi individuavano
la radice della propria libertà.

- Nel VI - V secolo le guerre persiane rafforzarono la consapevolezza di una diversità


greca. La vittoria greca contro i due tentativi di invasione della penisola Iberica contro
Dario e suo figlio Serse, secondo Erodoto, testimonia come l’enfasi sulla libertà tipica
della società ellenica si stesse trasformando in un senso di superiorità etnica. Questa
visione etnocentrica viene rafforzata dal teatro, dove cominciò ad apparire il termine
“barbaro”, termine che stava a indicare colui che balbetta, cioè che parla un una
lingua diversa. Veniva rappresentato in scene di incesti, delitti, sacrifici umani. In
questo meccanismo di contrapposizione con l’Altro, in cui i Greci si definiscono tali
perché diversi dai Persiani, ha luogo un ulteriore allargamento della base popolare
della vita democratica nella capitale dell’Attica.
- Il V secolo è per la Grecia un secolo di cambiamenti, in cui si diffonde l’arte classica
greca: la scultura e l’architettura, nascita di personaggi importanti come Socrate e
Platone.
- Nel IV secolo Alessandro Magno avvia una campagna militare che porta alla
creazione di un impero che va dalla Grecia all’Indo. Tuttavia, egli segno la fine del
mondo delle poleis greche.

RESTO EUROPA

- Nell’Europa centrale e occidentale, nella cosiddetta “età del ferro”, una serie
di culture nel I millennio a.C. annientano o inglobano popolazioni indigene, di
cui sembra che i baschi siano gli unici superstiti, e si organizzano in società a
base clanica o tribale con a capo un re. Si tratta di una serie di popoli
etichettati con il nome di “celti”, di cui abbiamo qualche testimonianza
archeologica.

ROMA

È un impero che si sviluppa contemporaneamente alla società greca classica. Infatti,


secondo la narrazione mitologica, Roma sarebbe stata fondata nel 753 a.C., in un
periodo in cui esisteva già una civiltà ben delineata, quella degli Etruschi, una
popolazione di probabile origine anatomica che parlava una lingua non indoeuropea,
ma che non ha mai dato vita a uno stato unitario.

Roma si sviluppa a sud dell’area etrusca, in una posizione strategica lungo il fiume
Tevere, e secondo la tradizione il suo primo ordinamento era una monarchia. Non si
hanno molte testimonianze della società fino alla metà del III secolo, quando hanno
avuto origine letteratura, storiografia e teatro. Tuttavia alcune caratteristiche sono
state assodate. Si trattava di una società patriarcale, dove a capo della familia c’era
il pater. L’insieme delle familie, che comprendevano anche schiavi e clientes (coloro
che si mettevano sotto la protezione del pater), era chiamato gens. All’interno della
società c’erano le curie e le tribù, ossia strutture sociali dove venivano eletti i
rappresentanti del popolo.

Nel 510 a.C ha avuto luogo una rivoluzione aristocratica che ha deposto l’ultimo re di
Roma, e con l’inizio del V secolo a.C ha inizio la lunga stagione della RES
PUBBLICA, un ordinamento politico la cui gestione era affidata a un insieme di
cariche politiche che venivano distribuite per un tempo limitato da alcune assemblee
popolari e dal senato. Il senato era un’assemblea in cui partecipano per diritto
ereditario gli aristocratici; rappresenta il potere e la sua continuità. (non ho capito se
erano nominati a vita).
Le cariche più importanti venivano elette dai comizi centuriati, un'assemblea
popolare per la quale possono votare tutti i cittadini liberi, figli legittimi di padre
cittadino. Il concetto di cittadinanza era più ampio rispetto a quello greco: potevano
diventare cittadini tutti coloro che facevano parte di altre città latine o regioni italiane
su cui Roma estendeva il proprio dominio; gli schiavi inoltre potevano acquistare
libertà e ricevere quindi la cittadinanza.

La società romana era composta da un'élite politico-economica, i patrizi, e il resto


della cittadinanza, i plebei. Il nuovo sistema di fare guerra, in cui gli opliti svolgevano
un ruolo fondamentale, aumentò le rivendicazioni della plebe. Vennero quindi istituiti
dei magistrati, i tribuni della plebe, che avevano il compito di garantire una crescita
del potere della plebe.
Tra il IV e III secolo nacque una nuova aristocrazia, una nobiltà nuova per il nuovo
ruolo che Roma stava assumendo in Italia e nel Mediterraneo.
Dopo una lunga serie di guerre, nel 264 a.C. Roma controllava tutta l’Italia
peninsulare. A questa prima fase seguì un secolo di scontri contro la grande potenza
cartaginese e contro le monarchie ellenistiche: l’Egitto, la Mesopotamia e la penisola
ellenica. Nel 146 a.C. i romani rasero al suolo Cartagine e Corinto, nel Peloponneso,
trasformando la Grecia in una provincia romana, ma man mano che sottomettevano
questi sterminati territori, dovettero introdurre forme di governo più ristretto delle province,
affidandosi alle capacità dei condottieri sui vari quadranti di guerra. I ricchi bottini permisero
una crescita delle metropoli e maggiori tributi ai veterani di guerra. Roma si ingrandì e venne
creata una rete di strade lastricate per consentire movimenti delle truppe e rifornimenti, un
sistema postale, regolari rifornimenti cerealicoli e idrici, una marineria commerciale e una
moneta unica per pagare l'esercito e dare funzionalità all'economia. Per supportare un tale
sistema venne creato un apparato amministrativo, ma dal II sec. a.C. l'ordinamento
repubblicano aristocratico venne lacerato a causa della disparità di trattamento tra cittadini
romani e alleati italici detti socii, causando conflitti interni e, per far fronte a tutti i fronti bellici
aperti, l'esercito venne aperto ai nullatenenti, che vi trovarono equipaggiamento e soldi, ma
anche un solido legame con i propri comandanti. Ma gli scontri interni riguardavano anche i
generali come Silla, Pompeo e Cesare, e in tale agonia si aprì la strada per il principato, che
coincide con la vittoria di Ottaviano su Marco Antonio e la sua proclamazione da "Augusto",
ovvero sacro, e nel 27 a. C iniziò l'età imperiale. Le vecchie strutture repubblicane vennero
sostituite da un nuovo equilibrio tra princeps, senato e popolo, mentre l'esercito iniziava ad
avere più potere politico. sotto Traiano l'impero raggiunse la sua massima estensione e
grazie alla pax romana riuscì a garantire ai suoi cittadini due secoli di pace eterna. Quindi la
cultura greco- romana ha contribuito assieme al cristianesimo a costruire le matrici della
storia europea e, se l'impero di Alessandro fu la creazione di un singolo individuo, quello
romano ebbe come unico fulcro Roma e la sua grandezza.

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