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Weimar → cittadina della Turingia, dove venne scritta la costituzione che la Germania si

diede dopo l’insurrezione del novembre 1918 e l’abdicazione del kaiser. Essa disegnava uno
stato federale a rappresentanza rigidamente proporzionale e a suffragio universale.
Tuttavia il paese stava attraversando un periodo di instabilità, a causa del conflitto e
dell’incapacità di far fronte alle riparazioni imposte dal trattato di Versailles. Si trovò quindi di
fronte a un’iperinflazione, mentre scioperi di massa paralizzavano la produzione e i servizi.
Tutti i partiti erano composti da profonde divisioni e i comunisti promossero vari tentativi di
insurrezione, contro i quali furono inviate milizie volontarie (Freikorps). Gli assassini politici
divennero una forma di lotta politica: di fatto il paese era in preda a una guerra civile.
Dal 1923 si tentò di creare un clima positivo attraverso una stablizzazione monetaria, ma
nello stesso anno i francesi invasero la regione mineraria della Ruhr, come ritorsione per i
mancati pagamenti delle riparazioni di guerra; ciò contribuì ad alimentare lo scontento
pubblico, sorretto dalla destra nazionalista. Alla fine del decennio il paese formato da reduci,
vedove e orfani si piegò alla crisi del 1929, che causò il collasso del sistema finanziario e
altissimi tassi di disoccupazione .Alle elezioni del 1930 il partito nazionalsocialista incolpava
della crisi la finanza ebraica e i bolscevichi e nel gennaio del 1933 il leader del
nazionalsocialisti Adolf Hitler venne nominato cancelliere: nel giro di pochi mesi la
costituzione venne sospesa, le libertà politiche furono abolite e Hitler instaurò una dittatura
personale.

Hitler era austriaco; scartato alla visita di leva si era avvicinato alle idee antisemite. Si
arruolò nella fanteria bavarese e dopo aver combattuto da caporale sul fronte occidentale
iniziò a far politica creando il Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi, adottando
come simbolo la svastica celtica e il saluto romano. Ben presto le sue idee antiebraiche e
anticomuniste cominciarono a diffondersi.
Egli cominciò un processo di ricostruzione economica del paese basato sul riarmo. Nel 1924
finì in prigione e scrisse Mein Kampf, un libro nel quale descriveva il programma politico da
perseguire, ossia l’obiettivo di dare al uso paese il suo Lebensraum, lo spazio vitale, cioè
dove stavano tutti i paesi di lingua tedesca. Una volta scarcerato si dedicò all'addestramento
delle squadre militari del partito.

Negli anni in cui Hitler saliva al potere, venne attuato il piano di modernizzazione imposto da
Stalin nell'Unione Sovietica. Si procedette a tappe forzate alla statalizzazione dell’economia,
in primis tramite l’abolizione della proprietà privata dei contadini e in alcune regioni questo
provocò milioni di morti. In Ucraina tra 1932 e 1933 una spaventosa carestia, Holodomor,
che causò circa 10 milioni di morti di fame (tanto quanti la prima guerra mondiale) e che
portò alla nascita di episodi di cannibalismo. Venne lanciata una campagna per la
liquidazione dei Kulaki, i contadini ricchi, per centralizzare la produzione agricola in grandi
aziende statali (kolchoz) e accumulare risorse per l'industrializzazione. Inoltre anche il piano
quinquennale aveva prodotto numerosi progressi nell'industria e nonostante le tensioni
sociali e gli scioperi, la trasformazione dell'arretrato impero zarista in una nazione industriale
moderna procedeva bene. Fu introdotto un sistema articolato di deportazione e lavoro
forzato dei dissidenti: l’Arcipelago Gulag.

Dal 1936 in Germania si passò alle purghe di massa: esecuzioni dirette e deportazioni nei
Gulag.
Hitler riavviò il settore edile e quello dei trasporti e lanciò un piano di riarmo. Nel 1939 la
disoccupazione era scomparsa.
Il successo della politica economica tedesca del 1930 era dovuto al controllo statale di alcuni
settori industriali e della finanza pubblica, l'entusiasmo crescente che accompagnò la
rinascita della nazione e al quale era pericoloso opporsi.
Gli stessi elementi erano presenti nel fascismo mussoliniano, ma a differenza della
Germania, l'Italia era ancora basata su un sistema rurale con un'industrializzazione fragile:
era un paese fondamentalmente agricolo; si era leggermente sviluppato nell’Ottocento, ma
soprattutto nel sud c’erano ancora sistemi e rapporti agrari, e una condizione dell’industria
fortemente arretrati.
Il governo tedesco era basato sul Führer e sulla cerchia dei gerarchi nazisti e senza Hitler,
l'intero sistema statale era bloccato.
Il governo di Hitler si basava sulla propaganda e sulla repressione:
- controllo totale sulla stampa, cinema, della radio
- organizzazione di grandi eventi come le Olimpiadi del 1936
- addestramento giovanile in un sistema paramilitare (Hitlerjugend)
Il suo obiettivo era quello di raggiungere lo spazio vitale (Lebensraum), per diffondere la sua
idea di superiorità razziale del popolo ariano, chiamato così poichè discendente più puro
delle popolazioni indoeuropee. Gli ebrei, considerati responsabili di aver gettato nella
miseria il popolo tedesco, vennero esclusi dalla vita economica e sociale del paese tramite
le leggi di Norimberga, emanate nel 1935. I regimi fascisti diedero vita a stati polizieschi
basati sul sospetto e sulla soppressione fisica degli oppositori. Venne aperto a Dachau
vicino Monaco il primo campo di concentramento nazista dove furono internati comunisti,
sindacalisti, socialdemocratici e dal 1935 anche gli ebrei e altri indesiderabili.

Lo stalinismo sovietico e il fascismo di Hitler erano stati totalitari,


ovvero tendenti a sottomettere l'intera vita degli individui al regime
attraverso ideologie fanatiche e terrore.

Hitler fondò un’organizzazione, Nach Der Arbeit, che diventerà Kraft durch freude (“La gioia
dopo il lavoro”).
Totalitarismo e quindi assorbire ideologicamente la popolazione: le grandi manifestazioni, la
devozione verso il capo (culto del capo), aspetto repressivo, cioè regimi che si basano sulla
repressione.

E’ possibile parlare di un’Europa totalitaria?


Pur se considerevoli differenze ideologiche tra est e ovest, sì. Alla fine del 1930 l'europa
aveva i suoi regimi totalitari di punta nell'Urss staliniana e nei regimi di destra tedesco e
italiano e comprendeva anche regimi semitotalitari, come quello spagnolo. A fronte di questa
europa totalitaria vi erano le democrazie occidentali: Francia e Inghilterra, le monarchie
costituzionali del Belgio, Paesi Bassi, Danimarca e islanda e le democrazie di Svezia,
Finlandia, Norvegia e Irlanda e la Svizzera.

Dalla prima metà degli anni Trenta si registrarono colpi di stato autoritari e un’accelerazione
delle politiche militariste.
Il fronte nazionalista spagnolo, sostenuto dalla Germania e dall’Italia, si scontrò con quello
repubblicano, sostenuto da Francia e Unione Sovietica, dando luogo a una sanguinosa
guerra civile che si concluderà con l’istaurazione di una dittatura del generale Francisco
Franco.
Nel luglio del 1937 scoppiò la guerra tra Cina e Giappone, che nel 1931 grazie ad hitler
aveva invaso la Manciuria, nel 1938 un colpo di stato dei nazisti austriaci favorì l'annessione
dell'Austria al Reich. In una conferenza a Monaco, in cui parteciparono Hitler, Mussolini,
Chamberlain e Daladier venne dato il via libera a Hitler per l’annessione di una regione dei
Sudeti abitata da tre milioni di tedeschi, la Cecoslovacchia, che dopo mesi divenne regione
tedesca: il piano di riportare tutti i tedeschi europei in una Grande Germania si era messo in
moto.
Il 9-10 novembre del 1938 con la notte dei cristalli vennero deportati, picchiati ed espulsi
milioni di ebrei in Austria e Germania, per favorire la rigenerazione razziale europea.
Nell'agosto del 1939 Hitler e Stalin fecero un patto di non aggressione, in base al quale si
spartirono la Polonia (patto Molotov-Ribbentrop); il 1 settembre le truppe tedesche invasero
la Polonia e a quel punto Francia e Inghilterra depositarono le loro dichiarazioni di guerra.
Nelle prime settimane del conflitto Germania e Unione Sovietica si spartirono la Polonia.
L’armata rossa tentò di entrare in Finlandia, riscontrando però notevoli resistenze.
Successivamente Hitler occupò la Danimarca e la Norvegia e nel giugno del 1940 la Francia
che, attraverso la linea difensiva chiamata linea Maginot, aveva cercato invano di bloccare le
truppe tedesche che entrarono a Parigi il 14 giugno. Mussolini aveva nel frattempo
dichiarato guerra alla Francia per sedere al tavolo dei vincitori. Metà della Francia si trovò
così inglobata nel Reich, mentre l’altra parte rimase sotto un governo provvisorio guidato da
Vichy.
A Londra, il primo ministro conservatore Winston Churchill si impegnò per evitare che
Londra cadesse nelle mani di Hitler,resistendo per mesi ai continui attacchi aerei e
bombardamenti. Ma per fare ciò fu costretto a svuotare le casse statali e a chiedere al
presidente americano Roosevelt di aprire una linea di credito per i paesi alleati in guerra,
includendo gli Stati Uniti nel conflitto. Nell'agosto 1941 Regno Unito e Stati Uniti enunciarono
nella Carta atlantica i principi di democrazia sui quali si sarebbe dovuto fondare l'ordine
mondiale post bellico.

Sull’altro fronte Hitler diede forma a un’alleanza che accerchiava l’Unione Sovietica: al patto
Roma-Berlino-Tokyo del settembre 1940, si aggiunsero l'Ungheria la Romania, la Bulgaria e
la repubblica collaborazionista polacca. Nel frattempo Mussolini aveva invaso la Grecia ma
con scarsi risultati. I tedeschi invasero nella primavera seguente il regno di Jugoslavia, che
fu smembrato tra gli alleati dell’Asse e un nuovo stato indipendente nazionalra croato.
Anche per i conflitti in Nordafrica l'esercito tedesco affiancò quello italiano, dove si aprì un
altro fronte di guerra.
Nel giugno del 1941 venne attuata l’operazione Barbarossa, che consisteva nell'invasione
della Russia: i tedeschi inizialmente ebbero la meglio e occuparono prima Leningrado e poi
Mosca. Nel frattempo nelle Hawaii l'aviazione giapponese decimò la marina americana a
Pearl Harbor nel dicembre del 1941.
L’invasione delle pianure orientali significava per Hitler l’avvio di una guerra di
annientamento contro il nemico bolscevico-giudaico, in modo da instaurare una Nuova
Europa comandata da Berlino.

Hitler cominciò un’opera di “soluzione finale”: gli ebrei dal 1941 vennero rastrellati e trasferiti
in una rete di campi di concentramento localizzati in Austria, Polonia e Germania. Bambini,
vecchi e donne venivano eliminati subito mentre gli uomini venivano sfruttati allo stremo.
Assieme agli ebrei vennero deportati gli zingari, gli omosessuali, i disabili, i malati di mente e
testimoni di Geova eliminati dal gas, dalla fame, dalle malattie e dallo sfinimento: si trattò di
una vera e propria “catastrofe”, la Shoah.

Il secondo conflitto mondiale fu una guerra più totale rispetto al primo; la distruzione delle
popolazioni civili divenne presto una strategia comune: le due bombe atomiche sganciate
nel giugno del 1945 dagli Stati Uniti su Hiroshima e Nagasaki e il comportamento inumano
nei confronti dei prigionieri di guerra causarono milioni di morti.

Tra il 1942-43 si ebbe la svolta: il duce e il Führer dovettero lasciare il Nordafrica, la confitta
dei tedeschi a Stalingrado segnò la riscossa sovietica mentre nel Pacifico la supremazia
americana regnava già da tempo. Invece di puntare alla Francia, cuore dell'impero nazista,
gli alleati sbarcarno in Sicilia nel 1943. A quel punto il regime mussoliniano crollò, il re fuggì
e il paese si spaccò a nord in un regime fantoccio dei tedeschi e a sud con un governo
nazionale provvisorio guidato da Badoglio, il quale firmò un armisitizio con gli alleati che
venne reso ufficiale l’8 settembre 1943.
In Italia si organizzò una resistenza armata contro l'occupazione nazifascista, così come in
altri stati: l’Esercito nazionale di liberazione guidato dal maresciallo Tito, liberò il territorio
jugoslavo creando la Repubblica socialista federale jugoslava.

Americani e sovietici si allearono per sconfiggere Germania e Giappone e garantire la


denazificazione dell'Europa. Nel giugno del 1944 gli Alleati sbarcarono in Normandia, il 24
agosto Parigi fu liberata e in ottobre gli americani giunsero ad Aquisgrana.
L'esercito tedesco e giapponese resistettero a lungo sacrificando migliaia di giovani vite, ma
il 28 aprile 1945 Mussolini venne giustiziato dai partigiani italiani e il 30 aprile Hitler si suicidò
nel suo bunker a Berlino. Il nuovo ordine Hitleriano era stato distrutto per lasciare spazio ad
un nuovo ordine mondiale.

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