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LA GERMANIA DALLA REPUBBLICA DI WEIMAR AL TERZO REICH

1) Il TRAVAGLIATO DOPOGUERRA TEDESCO: l’abdicazione di Guglielmo secondo nel novembre del 1918 ha fine il Secondo Reich e si gettano
le premesse per la nascita della Repubblica tedesca. Il Partito socialdemocratico è il più popolare e si propone per guidare il Paese nel dopoguerra.
Friedrich Ebert è capo del governo. Il partito si propone di salvaguardare la legge, l’ordine e la proprietà privata.

Il socialismo tedesco è frazionato in: interventisti riformisti (moderati), rivoluzionari e indipendenti (entrambi radicali). I rivoluzionari fondano la
Lega di Spartaco, capeggiata da Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg.

Il 1°gennaio 1919 gli spartachisti organizzano un’insurrezione armata volta ad abbattere il governo socialdemocratico e fondare una repubblica
socialista sul modello russo. I soldati però oppongono resistenza e difendono la patria dal sentore di una rivoluzione comunista. Contro gli spartachisti
si mobilitano anche i Freikorps, organizzazioni di ex soldati armate dalla borghesia e supportate dal governo.
Il 15 gennaio 1919 i Freikorps catturano e giustiziano i capi spartachisti, consolidando coì il potere del neo governo repubblicano.

Il 19 gennaio 1919 si tengono le elezioni per l’Assemblea costituente che avrebbe scritto la nuova Costituzione della Repubblica, sostituendo la
Costituzione bismarckiana del 1871. La neonata Repubblica prende nome di Repubblica di Weimar dal nome della città in cui si riunì l’Assemblea.
Non è possibile riunirsi a Berlino per via dei disordini generati dallo scontro tra spartachisti e corpi franchi.
La Costituzione viene approvata l’11 agosto 1919. Ha impostazione progressista, ribadisce il federalismo tedesco, rafforza i poteri del Parlamento,
estende il diritto di voto alle donne, accentra ampi poteri nella figura del presidente della Repubblica che diviene anche capo dell’esercito. Il primo
presidente della Repubblica tedesca è Friedrich Ebert.

La Repubblica di Weimar si rivela presto molto fragile. La maggior parte degli ufficiali e dei ricchi industriali ha idee conservatrici e monarchiche e
preferirebbero un regime autoritario. Nel mentre i comunisti non abbandonano le idee rivoluzionarie.
Le perdite territoriali e l’abbandono delle prospettive coloniali avanzate anche dalla Weltpolitik di Guglielmo II contribuiscono al risentimento
generale, che funge da innesco per l’insediamento della destra conservatrice al governo.

Ad acuire le tensioni interviene la crisi economica prettamente dovuta alle spese e ai debiti di guerra. La disoccupazione imperversa e la svalutazione
del franco determina il crollo della moneta tedesca. Le truppe francesi e belghe occupano la Ruhr. Si torna provvisoriamente al baratto.

Nel 1923 si forma un nuovo governo guidato dal leader dei liberal-democratici Gustav Stresemann. Costui contribuisce significativamente a
risollevare l’economia tedesca attraverso uno stretto controllo sul bilancio, una riforma fiscale e la stabilizzazione della moneta. Nel 1924 viene
varato il piano Dawes (Segretario di Stato americano) che prevede un contributo internazionale consistente volto a sostenere la Germania per il
pagamento delle riparazioni di guerra.
Altro obiettivo di Stresemann è la riabilitazione internazionale tedesca e la normalizzazione dei rapporti tra la Germania e le nazioni vincitrici.
Firma, inoltre, il trattato di Locarno con cui Germania, Francia e Belgio si impegnano a rispettare i confini con le nazioni limitrofe.
Gran Bretagna e Italia sarebbero intervenute militarmente qualora uno dei Paesi non avesse rispettato gli accordi.
La Germania entra nella Società delle Nazioni.

2) L’ASCESA del NAZISMO e la CRISI della REPUBBLICA di WEIMAR: uno dei movimenti politici più orientati verso il crollo della Repubblica
di Weimar è il Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori (Partito nazista) fondato nel 1920 dall’agitatore austriaco Adolf Hitler. Punta a
sostituire la democrazia con la dittatura, esalta la tradizione nazionalista, imperialista e militare della Germania rivendicando i territori perduti a causa
della Prima guerra mondiale. I reduci di guerra abituati alla violenza si organizzano in Squadre d’assalto riconoscibili dalle loro camicie brune
(riferimento alle camicie nere fasciste). Il movimento si presta alle aspettative delle forze armate e dei ricchi industriali, finanche ad ottenere il
consenso dei ceti medi.

Il movimento nazista si contraddistingue fin da principio per il suo stringente antisemitismo. Hitler attribuisce agli ebrei (che sosteneva si fossero
arricchiti dalla medesima inflazione che aveva invece acuito la crisi economica tedesca) le cause scatenanti della crisi tedesca, mobilitando questo
principio al fine di ottenere l’attenzione e l’approvazione di tutti quei lavoratori che avevano sorbito gli effetti negativi della crisi.

Nel 1923 a Monaco Hitler e i nazisti tentano un colpo di Stato che viene però sventato dalla polizia. Hitler e i suoi collaboratori vengono incarcerati,
ma il governo teme di intraprendere azioni punitive per via della popolarità del partito. Hitler scrive il Mein Kampf che viene pubblicato nel 1925, in
cui elabora i punti fondamentali del nazismo facendo leva sui sentimenti di rivalsa di un popolo umiliato.

Nel 1925 il presidente della Repubblica è Paul von Hindenburg, generale che si era distinto durante la Grande Guerra. Si delinea così la massima
espressione del militarismo tedesco.
Sopraggiunge la crisi del 1929 che vede coinvolta la Germania in quanto altamente vincolata economicamente dai rapporti con gli Stati Uniti.
Nel 1930 nasce un governo di centro destra guidato da Heinrich Bruning che si propone di sanare, seppur senza gli effetti sperati, l’economia del
Paese.
Alle elezioni del settembre 1930 il partito nazista ottiene sei milioni di voti, ponendosi così al secondo posto dopo il Partito socialdemocratico.

HITLER al POTERE e la FINE della REPUBBLICA di WEIMAR: nel 1932 Hitler si propone come candidato alla Presidenza della Repubblica, ma
viene sconfitto da von Hindenburg. In un clima violento, tuttavia, il Partito nazista raccoglie nuovi consensi. Hitler richiede dunque che gli venisse
affidata la guida del governo in una Germania di fatto “ingovernabile”.
Il Presidente della Repubblica riconosce che Hitler è l’unico in grado di garantire il governo del Paese. Il 30 gennaio 1933 von Hindenburg nomina il
leader nazista cancelliere del Reich (premessa per il declino della Repubblica).
INCENDIO del REICHSTAG (sede del Parlamento a Berlino) 27 febbraio 1933: viene individuato come colpevole il comunista olandese Marinus
van der Lubbe. I nazisti accusano i comunisti dell’attentato e provvedono ad estorcere con la forza la confessione di van der Lubbe, oltre ad applicare
provvedimenti nei confronti della sinistra che coinvolgono incarcerazioni, assassini, pestaggi e intimidazioni.
I nazisti sfruttano l’accaduto per gestire in modo arbitrario il potere. Vengono soppresse le libertà di stampa, parola e associazione. La polizia ottiene
pieni poteri.
Alle elezioni del 5 marzo 1933 i nazisti non ottengono nuovamente la maggioranza assoluta. Hitler punta ad estromettere il Parlamento dalla gestione
del potere. Fa arrestare i deputati comunisti e fa dunque attribuire il potere legislativo al Governo tramite una legge che alla fine viene approvata dal
Parlamento stesso. Ha fine la Repubblica di Weimar, soppiantata da una Germania assolutistica.

3) La COSTRUZIONE dello STATO NAZISTA: tra il capo delle SA (oramai non più necessarie ai propositi del regime) Ernst Rohm e Hitler si
generano degli attriti idealistici. Il 30 giugno 1934 (la “notte dei lunghi coltelli”) Hitler fa uccidere il suo avversario.

Nel 1925 le SS (Schutzstaffel – squadre d’azione) affiancano e gradualmente prevalgono sulle SA. Sono un corpo scelto i cui membri sono altamente
selezionati anche per difendere l’ideale di “purezza razziale”. Heinrich Himmler è capo delle SS nel 1929. Istituite per proteggere Hitler, le SS
iniziano ad occuparsi di spionaggio e guadagnano maggiore autonomia d’azione. Gestiscono i lager, che si diffondono a partire dal 1933 per eliminare
gli oppositori politici e coloro che rischiavano di contaminare la purezza della società tedesca. Come naturale espressione dell’antisemitismo
emblematico dell’ideologia nazista, nel 1938 vengono rinchiusi nei lager gli ebrei e alcune minoranze religiose.

IL MONDO VERSO UNA NUOVA GUERRA


1) Gli ANNI VENTI e il DOPOGUERRA dei VINCITORI: i paesi democratici occidentali risultanti vincitori dalla Grande Guerra, quali Stati Uniti,
Gran Bretagna e Francia, si approcciano al dopoguerra con un certo entusiasmo. Nonostante il crescente livello di disoccupazione non si scatenano
rivoluzioni o guerre civili. La donna non intende rinunciare all’emancipazione emersa durante la guerra. L’imperialismo inglese e francese si
consolida seppur a fronte della richiesta di maggiore autonomia da parte delle colonie stesse.

Si delinea una situazione di contrasto tra gli industriali arricchitisi durante la guerra e le masse di lavoratori che dopo il conflitto si trovano
impossibilitati nel trovare un’occupazione. Aumentano l’inflazione e il prezzo dei beni di consumo. Hanno luogo, dunque, in segno di protesta,
scioperi di solidarietà e picchettaggi, prontamente resi illegali dai governi. Gli anni Venti sono anni di conflitto sociale, che però non sfocia in una
spinta rivoluzionaria.
GRAN BRETAGNA: ridimensionamento sul piano internazionale. Tramite la conferenza di Washington si parifica l’entità delle flotte inglese e
statunitense, smantellando così la supremazia inglese sui mari. La disoccupazione non scende mai oltre il 10% e si evince che il recupero della quota
di mercato globale antecedente alla guerra è una prospettiva non attuabile.
Per quanto concerne la politica interna, si consolida la sfera laburista. Nel 1923 il capo del governo è il leader del Labour Party. I laburisti si
affermano come principale forza di opposizione contro i conservatori.
Nel 1924 le elezioni vengono vinte dai conservatori. Nel mentre la situazione economica, nonostante il ripristino del gold standard ad opera di
Winston Churchill, è instabile, per cui quando nel 1929 i labouristi tornano al governo non ci sono i mezzi per sostenere le loro riforme sociali nei
confronti dei lavoratori.

Gold standard: sistema monetario basato sulla piena convertibilità della valuta in oro. La sterlina però vede maggiorato oltremodo il proprio valore,
per cui si rivela complicato il suo riaffermarsi come “moneta degli scambi internazionali”.

FRANCIA: anche in Francia dilagano difficoltà economiche e malcontento sociale, alleviate in minima parte dai prestiti internazionali statunitensi.
Nel dopoguerra le elezioni sono vinte dalla coalizione di centro-destra, alla quale presto si oppone il “Cartello delle sinistre”. Tra il 1924 e il 1926 si
alternano dunque il partito di “unità nazionale” e il “Cartello delle sinistre”. Con il partito di “unità nazionale” di fatto si registra una stabilizzazione
economica. Dal 1929 la scena è dominata nuovamente dai governi di centro-destra.

STATI UNITI: a seguito della Grande Guerra gli US sono la principale potenza mondiale. Si instaurano forti legami economico commerciali con
l’Europa che prevedono anche consistenti prestiti diretti al sanamento delle nazioni europee devastate dal conflitto.
Negli anni Venti, tuttavia, gli Stati Uniti adottano un principio politico “isolazionista”. Sorge un certo disinteresse verso gli affari europei e si punta
piuttosto a potenziare gli interessi nazionali.

Si definiscono “roaring twenties” gli anni Venti americani densi di prosperità ed ottimismo. Nasce il mito di Hollywood, la festosità del tempo libero,
l’associabilità tra la città e una popolazione consistente di grattacieli (modello questo della “città moderna”). Si diffondono nuove tecnologie che
permettono la commerciabilità di beni di consumo a buon mercato. Questo contribuisce ad aumentare il consenso nei confronti dei repubblicani.
È nota anche come “l’età del jazz”, genere musicale sempre più in voga che affianca la cultura afroamericana al mondo della ricca società.

È l’epoca del PROIBIZIONISMO, ovvero il divieto di produrre e vendere bevande alcoliche al fine di reprimere il fenomeno dilagante dell’alcolismo
(come necessità di dissociazione dalla realtà diffusa nella classe media). Il proibizionismo favorisce però le attività illecite della mafia americana,
dominata da boss di origine italiana e insediata nel territorio americano. I mafiosi avviano un commercio clandestino di alcolici.

La società è fortemente divisa tra i WASP “White Anglo-Saxon Protestant” e i ceti popolari, gli immigrati di nuova generazione e la comunità
afroamericana. I membri di quest’ultima sono oggetto di una profonda discriminazione razziale. Nel 1915 emerge nuovamente la minaccia del Ku-
Klux-Klan, società segreta di bianchi che esercita ogni sorta di violenza sulle persone nere, sulle comunità ebraiche e cattoliche e sugli immigrati.
La politica isolazionista fomenta il “timore dello straniero” (xenofobia). Si introducono nuovi criteri al fine di limitare l’affluenza immigratoria negli
Stati Uniti. Lo “straniero” è mal voluto in quanto si teme possa contaminare l’identità degli americani. Attecchiscono dunque le teorie razziali del
Vecchio Continente. Si diffondono inoltre la paura del comunismo e quella dell’anarchismo.

2) La CRISI del 1929: risultato della così detta “febbre speculativa”, ovvero l’intensificazione degli investimenti in borsa che accrescono il mercato
finanziario americano negli anni Venti. La Borsa di New York è alla guida di questa crescita.

Agli albori della crisi si distingue la crisi di sovrapproduzione. Sistemi industriali come il fordismo provocano l’aumento della produzione di beni di
consumo, che però non incontrano un crescente numero di consumatori. Le aziende, dunque, producono più di quanto possano effettivamente vendere
e questo determina un considerevole crollo dei prezzi.

Nel 1928 la produzione economica statunitense inizia a rallentare e gli operatori della borsa cominciano a vendere i titoli. Nel settembre del 1929 la
vendita dei pacchetti azionari si intensifica, con conseguente diminuzione del loro valore. Il timore di ulteriori cali induce gli altri investitori a
liberarsi delle proprie azioni, trovando solo acquirenti disposti a comprarle a prezzi molto bassi. Il 24 ottobre 1929, nel “giovedì nero”, si verifica una
“corsa alle vendite”. La svalutazione delle azioni causata dalle vendite massicce provoca la dissoluzione immediata di interi patrimoni. Gli effetti
sono disastrosi più che altro sulla media borghesia.

Sul piano internazionale, poiché gli Stati Uniti a partire dal dopoguerra intrattenevano relazioni economicamente consistenti con i Paesi Europei, il
crollo del ’29 provoca una crisi economica globale nota come la Grande depressione. La disoccupazione cresce oltremisura.
Il sistema bancario è compromesso. Dilaga la bancarotta. Ottenere prestiti ora è questione ben più critica.

In paesi come la Germania o l’Unione Sovietica la crisi non trova terreno fertile in quanto la gestione dell’economia segue una logica più
intransigente. Nei paesi democratici si seguono provvedimenti di altra natura, a partire dal pareggio del bilancio che implica una stringente riduzione
delle spese pubbliche, che ha però come effetto una ulteriore compressione della domanda interna.

Negli US i provvedimenti di Herbert Hoover provocano la disoccupazione di un quarto della popolazione attiva.

NEW DEAL: “nuovo accordo” provvedimento attuato dal presidente democratico Franklin Delano Roosevelt per risollevare l’economia americana.
L’aumento della spesa pubblica fa si che lo Stato intervenga direttamente in ambito economico. Si potenziano i grandi lavori pubblici e si svaluta il
dollaro così da favorire le esportazioni. Roosevelt segue le teorie economiche di John Maynard Keynes, che si basano su un forte sostegno della
domanda da pare dello Stato, differentemente rispetto al modello economico liberista.

Roosevelt fa attuare una regolamentazione dell’attività economica e finanziaria statunitense, il così detto “New Deal”, che si struttura in quattro
provvedimenti principali:
1. Legge per il risanamento industriale nazionale: stanziamento dei fondi per lavori pubblici, sostegno dei cittadini poveri e garanzia del salario
minimo, riduzione delle ore lavorative e tutela del lavoro minorile.
2. Agricultural Adjustment Act: sostegno dei prezzi dei prodotti. Lo Stato si impegna ad acquistare le eccedenze del mercato agricolo.
3. istituzione della Tennessee Valley Authority: sfruttamento delle risorse idroelettriche del fiume Tennessee.
4. Emergence Banking Act: controllo della Banca federale che diviene una “Banca Centrale”.

L’emissione di una maggiore quantità di moneta fa crescere l’inflazione, ma consente una rinnovata disponibilità di denaro liquido circolante. La crisi
si attenua grazie al New Deal, ma di fatto si risolve solo con il sopraggiungere della Seconda guerra mondiale.

4) La GUERRA CIVILE SPAGNOLA 1936-1939: scontro frontale tra fascismo e antifascismo. La Spagna è economicamente arretrata. Si basa
sull’agricoltura e su un sistema latifondista. Dilagano il socialismo, il comunismo e l’anarchismo.
Alle elezioni del 1931 vincono socialisti e repubblicani. Ha termine la dittatura di Miguel Primo de Rivera e re Alfonso XIII abbandona il paese.
La monarchia viene soppiantata dalla repubblica.

Alla guida del nuovo governo viene posto Manuel Azana, che attua una riforma agraria (espropriazione e ridistribuzione dei latifondi), una riforma
dell’esercito e il ridimensionamento dell’influenza della Chiesa.

Nel “biennio rosso” 1932-1933 si manifesta una certa contrapposizione tra il nuovo governo e la vecchia classe dirigente. Si delineano così la CEDA,
espressione del conservatorismo moderato, e la Falange, fondata invece dal figlio dell’ex dittatore ed ispirata al fascismo italiano.
Nel 1932 viene tentato un colpo di Stato ad opera del generale Josè Sanjurjo, che mette in luce la disaffezione dell’esercito nei confronti della
Repubblica. Alle elezioni del 1933 primeggiano i conservatori della CEDA e il consenso si sposta verso destra. Segue il “biennio nero” in cui le
iniziative repubblicane vengono progressivamente annullate. Si diffonde un malcontento politicamente generalizzato. Nel 1934 nella regione delle
Asturie un gruppo di minatori insorge. L’insurrezione viene poi sedata militarmente.

Alle elezioni del 1936 prevalgono i partiti di sinistra riuniti nel Fronte popolare. Il capo del governo Largo Caballero non riesce a realizzare gli
obiettivi attesi dai repubblicani e viene inoltre percepito come una specie di “Lenin spagnolo”. Un gruppo di generali con leader Francisco Franco
tenta un altro colpo di Stato al fine di riportare ordine nella disordinata e sconclusionata Spagna repubblicana. Nonostante l’appoggio dell’esercito nei
confronti dei ribelli, il governo mantiene il controllo della capitale e delle regioni settentrionali.
La Spagna si presenta comunque divisa tra la spera repubblicana e quella nazionalista.

Ha inizio così la guerra civile spagnola, combattuta tra repubblicani e franchisti. Da una situazione iniziale a vantaggio dei primi, due fattori
contribuiscono a sostenere la posizione dei franchisti. In primo luogo, la divisione interna del fronte repubblicano si acuisce e ciò induce gli stessi
schieramenti repubblicani a scontrarsi tra loro. I liberali infatti ritengono che la guerra civile debba essere funzionale alla difesa della repubblica,
mentre il blocco socialista e comunista mirava a strumentalizzare la guerra civile per attuare una rivoluzione sociale.
In secondo luogo, l’internazionalizzazione del conflitto fa si che i franchisti ricevano aiuti militari dall’estero.
Un effetto secondario della guerra civile spagnola è la “mobilitazione educativa” dei volontari che costituiscono le Brigate internazionali e partono
per la Spagna a sostegno dei repubblicani. È questa un’esperienza importante per formare una gioventù antifascista disposta a combattere per
difendere la democrazia e la libertà.

L’unico paese che ufficialmente sostiene i repubblicani nella guerra civile è l’Unione Sovietica, mentre alle forze di Franco si affiancano l’Italia
fascista di Mussolini e la Germania nazista di Hitler. Mussolini mette a disposizione dei “volontari”. Hitler mette a disposizione l’unità di aviazione
nota come Legione Condor, responsabile del bombardamento della città di Guernica nel 1937. Nel mentre le truppe italiane bombardano Barcellona a
più riprese.
I fascisti vengono sconfitti nella battaglia di Guadalajara, dove peraltro si trovano a fronteggiare il battaglione Garibaldi delle Brigate internazionali
fasciste.

Nel 1937 alla guida della Repubblica spagnola viene posto il socialista-comunista Juan Negrìn, ma non si risolve la divisione tra stalinisti, trotskisti,
anarchici e altri militanti. La guerra civile si protrae per tre anni. Gradualmente i sostegni ai repubblicani si esauriscono, nel 1938 il Komintern ritira
le Brigate internazionali e nel 1939 anche la Catalogna cade in mano ai nazionalisti. Francisco Franco prende il potere con il titolo di “caudillo”
(duce…). La sua dittatura dura quarant’anni, fino alla sua morte nel 1975. La vittoria di Franco viene recepita come il trionfo del nazifascismo sulla
democrazia.

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