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I problemi economici
I problemi della repubblica di Weimar erano aggravati dalla disastrosa situazione economica por-
bellica, divenuta insostenibile a causa delle richieste di risarcimento di guerra avanzate dai paesi
vincitori. Il governo democratico finì per essere paralizzato dalla crescente crisi economica e da
un’inflazione vertiginosa. Ciò determinò un deprezzamento del marco. L’iperinflazione e la
massiccia disoccupazione portarono al collasso economico e sociale, con un grave abbassamento
della qualità della vita.
La Francia occupa la Ruhr (1923)
Nel gennaio 1923 la Francia occupò militarmente il bacino minerario della Ruhr. L’unico risultato
ottenuto dall’azione francese fu quello di inasprire ulteriormente il risentimento dei tedeschi e di
esasperare il nazionalismo e le correnti di destra.
La stabilizzazione dell’economia
La situazione della Germania stava migliorando, grazie all’apertura, nel 1922, di relazioni
diplomatiche e commerciali con l’unione sovietica e all’intervento diretto degli Stati Uniti,
attraverso il piano Dawes. Tale piano fece affluire molti capitali americani in Germania, permise
la ripresa del sistema produttivo tedesco. La Germania fu nuovamente in condizioni di pagare le
ripartizioni di guerra alle potenze vincitrici europee.
L’aggressivo espansionismo
Il progresso e il benessere furono solo uno dei pilastri su cui il regime nazista consolidò il
consenso. L’altro fu una politica estera nazionalista che doveva restituire alla Germania il rango
che le spettava. Il regime promosse una politica di riarmo, in aperta violazione delle clausole del
trattato di Versailles. L’espansionismo nazista si esercitò prima di tutto nei confronti dei paesi
tedeschi come l’Austria e il territorio dei sudeti.
Razza e ineguaglianza
I fondamenti dell’ideologia nazionalsocialista vennero delineati dallo stesso Hitler. L’opera
hitleriana conteneva i due principi cardine del nazismo, cioè quello della razza, considerata
essenza della storia e della società, e quello dell’ineguaglianza, ritenuta legge fondamentale della
natura e come tale motivo determinante della sottomissione delle masse ai capi e delle razze
inferiori a quelle superiori.
L’annessione dell’Austria
Hitler, orientato verso una politica sempre più aggressiva, il 13 marzo fece l’annessione
dell’Austria.
La battaglia d’Inghilterra
Hitler si adoperò per consolidare i risultati raggiunti, ma i suoi tentativi si scontrarono con la
completa avversione al nazismo del nuovo primo ministro britannico Churchill. La Germania
allora progettò uno sbarco in Gran Bretagna. Perciò l’8 agosto 1940 Hitler dette inizio alla
cosiddetta battaglia d’Inghilterra, cioè a una serie di bombardamenti a tappeto sulle istallazioni
militari e sulle più importanti città dell’isola. Nell’ottobre del 1940 la battaglia d’Inghilterra
poteva considerarsi fallita.
La carta atlantica
Il 14 agosto 1941 il presidente statunitense e Churchill firmarono la carta atlantica, una
dichiarazione dove venivano fissati alcuni fondamentali principi ispirati alla libertà e alla
democrazia. Venne firmato il 1 gennaio 1942 il patto delle nazioni unite.
La conferenza di Casablanca
Nel gennaio 1943 Roosevelt e Churchill, nel corso della conferenza di Casablanca, decisero di
aprire un secondo fronte in Europa. Gli anglo-americani scelsero come obiettivo dell’attacco
l’Italia.
La conferenza di Teheran
In Italia la guerra ristagnò a lungo, perché il comando alleato aveva giudicato il fronte aperto in
Italia come secondario, mentre si riteneva di doverne aprire un altro più importante nella Francia
settentrionale. Tale strategia era stata decisa già alla fine del ’43 nel corso della conferenza di
Teheran, in presenza di Roosevelt, Churchill e Stalin.
La conferenza di Yalta
Durante l’ultimo inverno di guerra Roosevelt, Churchille Stalin si riunirono a Yalta. Nel corso
della conferenza fu stabilita l’entrata in guerra dell’unione sovietica contro il Giappone.
La resistenza giapponese
Dopo la resa della Germania resisteva soltanto il Giappone. A quel punto gli americani poterono
sferrare un attacco all’isola Okinawa.
La bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki
La resistenza di Okinawa indicava che l’esercito giapponese continuava a essere forte. Il nuovo
presidente americano Truman decise di ricorrere all’impiego di un’arma terrificante. Il 6 agosto
1945 un aereo statunitense sganciò un nuovo ordigno di inaudita potenza, la bomba atomica sulla
città Hiroshima. Il 9 agosto una seconda bomba colpiva anche la popolosa città di Nagasaki. Il 1
settembre il Giappone firmava l’atto ufficiale di resa.
Le deportazioni e i ghetti
A partire dalla fine degli anni trenta, cominciarono a essere sperimentate alcune soluzioni alla
cosiddetta questione ebraica. La prima tappa fu la deportazione, che cominciò in Austria e
Cecoslovacchia. Fu introdotto l’obbligo di residenza nei ghetti e di indossare sugli abiti la stella
gialla di David.