Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Le testimonianze “classiche”
Il fatto che Socrate non abbia scritto provoca grosse difficoltà nella ricostruzione del suo pensiero.
Le testimonianze che ci sono arrivate sono molte e spesso incoerenti tra loro:
- ARISTOFANE: La testimonianza risale a quando Socrate era ancora vivo, è contenuta nella
commedia “Le nuvole”. Socrate viene rappresentato come un chiacchierone perdigiorno che
infonde insegnamenti corruttori ai giovani. Questa testimonianza è polemica e satirica in gran parte,
ma ci permette di capire come era il clima sociale dell’Atene socratica, estremamente conservatore,
e non poteva che veder male un Socrate che appare, con un’attenta lettura, spregiudicato e critico.
- POLICRATE: nell’ “Accusa contro Socrate”, scritta poco tempo dopo la morte del filosofo, lo
accusa di aver disprezzato le procedure della democrazia e, come Aristofane, di aver corrotto i
giovani e aver insegnato credenza contrarie allo stato.
- SENOFONTE: Redige le opere molto tempo dopo la morte del filosofo. Appare un Socrate
moralista e predicatore, emerge quindi un ritratto modesto e limitante.
Vi sono poi i “socratici minori” che ci forniscono poche notizie e estremizzano i concetti del
pensiero socratico.
Infine PLATONE ci offre un ritratto amoroso del proprio maestro a cui era affezionato,
ARISTOTELE lo eleva a: “scopritore del concetto” e “teorico della virtù come scienza”.
Ciò che allontana Socrate dai sofisti consiste principalmente nel suo modo di porsi e nel non fare
della cultura una professione, ed è:
- Un maggior amore per la verità e la voglia di non ridurre la filosofia a semplice retorica.
- Il tentativo di superare il relativismo conoscitivo e morale della sofistica dopo Protagora (Gorgia,
tutto è falso). In Socrate vi è infatti la necessità di trovare verità comuni.
2). L’ironia
La prima preoccupazione di Socrate è rendere consapevole il presuntuoso della propria ignoranza.
Per questo lui utilizza l’ironia, questa è il metodo che usa Socrate per mostrare l’ignoranza del
presuntuoso e impelagarlo nel dubbio, facendo così in modo che egli si impegni nella ricerca.
- Consiste nel chiedere ad un “maestro” di qualche arte qualcosa circa le sue conoscenze principali,
adularlo oltremodo, per poi fare domande che poco a poco distruggono la sua risposta, gettandolo
nel ridicolo (Confutazione).
Con questo gioco di finzioni il filosofo raggiunge il proprio scopo: invogliare alla ricerca del vero.
L’ironia ha quindi lo scopo di liberare la mente e ridestare l’uomo dal suo sonno intellettuale.
3). La maieutica
Socrate dopo aver liberato la mente del discepolo non la riempie con nuove idee. Egli non ha lo
scopo di imporre una propria dottrina, bensì stimolare alla ricerca di una personale. Ecco quindi la
maieutica (ostetricia), Socrate, come le ostetriche aiutano le donne a partorire i propri figli, aiuta le
anime a partorire un genuino punto di vista. Per Socrate quindi, da questo, la vera educazione è
sempre auto-educazione, cioè un processo in cui il discepolo, aiutato dal maestro, matura
autonomamente proprie idee.
Il concetto
Il compito che si pone Socrate è di far generare delle definizioni, per permettere questo egli pone
l’interrogativo del: Ti ésti (che cos’è), cioè la richiesta di una definizione precisa di un qualcosa. A
una domanda del genere l’interlocutore di solito risponde con un elenco di casi che rappresentano
ciò di cui si parla (cosa è la virtù? La virtù è…, la virtù è anche…), ma Socrate non vuole questo,
egli richiede una definizione sempre valida.
Ai lunghi discorsi sofistici Socrate contrappone discorsi corti e veloci (brachilogie), che obbligano
l’interlocutore a risposte veloci e precise. Questo metodo fa in modo di demolire l’”avversario” che
così scopre la pochezza delle proprie definizioni e si sente costretto ad una più profonda ricerca.
La domanda “cos’è?” ha quindi due volti:
- Negativo: mette in crisi il dialogante per privarlo dei suoi preconcetti.
- Positivo: Lo conduce alfine verso una definizione soddisfacente dell’argomento.
Per tutto questo Socrate è considerato così, da Aristotele in particolare, l’ideatore del Ragionamento
induttivo, quello cioè in cui, in base all’esame di un certo numero di casi si raggiunge ciò che si
trova in comune a questi allo scopo risalire ad un’affermazione generale, il concetto di:
Definizione Generale, sempre valida quindi.
Per tutto questo Socrate è arrivato a noi come il simbolo della condanna nei confronti delle
prepotenze dei politici. La salvaguardia dell’autonomia, della libertà individuale, anche contro il
potere.